11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno
rilassando la sua tensione
alimenta l'intento della sua trasformazione.

Uscire dal mobbing: trasformarsi da vittima in tigre

Il mobbing e le strategie della stregoneria
Capitolo ventitre

di Claudio Simeoni

 

 

La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno
e rilassando la sua tensione,
alimenta l'intento della sua trasformazione

 

Distruggere l'oggetto che opprime! Questo è il desiderio di ogni persona costretta a subire azioni mobbing sul posto di lavoro o all'interno del Sistema Sociale in cui vive. Il desiderio è Lua: la maledizione che come una lancia o un flagello annienta quanto opprime.

Distruggere chi attua il mobbing; meravigliare l'incredulo; dimostrare a chi pratica mobbing che si era sbagliato! Sono i desideri di chi subisce azioni mobbing e che, incapace di costruire azioni per disarticolarlo, è giunto ad imprecare o a piegarsi.

Vivere strategicamente permette all'individuo di astrarsi dall'operazione mobbing ponendo il suo Intento al di fuori di quanto sta subendo impedendo a chi lo sta accerchiando di sottomettere il suo Intento in quanto egli è fuori da quella condizione.

Il lavoro che sto facendo è un mezzo attraverso il quale vivere, non è il fine della mia vita. Come mezzo io mi approprio della capacità di lavorare, ma posso cambiare lavoro e lasciarvi nella merda! Voi pensate che io non possa vivere senza questo lavoro, ma io mi sto organizzando per non essere dipendente da questo lavoro o da questa mansione.

Spostando al di fuori della contingenza quotidiana l'Intento attraverso il quale costruire la vita l'individuo scatena un attacco attraverso il quale annulla l'azione di mobbing nei suoi confronti.

Un attacco che non distrugge immediatamente le persone che hanno organizzato l'azione di mobbing nei suoi confronti, ma ne annulla gli effetti dell'azione in quanto mentre costoro agivano nei suoi confronti accerchiandolo, attraverso l'azione mobbing, egli si concentrava su un obiettivo che uscendo dal loro pensato gli permetteva di salvare sé stesso sottraendosi all'accerchiamento.

Si può affermare che l'individuo sia fuggito, in realtà non solo non è fuggito, ma ha costruito, nella situazione lavorativa che ha lasciato, una serie di contraddizioni irrisolte con le quali dovrà vedersela chi ha costruito l'azione mobbing e, dietro quell'azione, nascondeva le proprie incapacità, le proprie furbizie, la propria vigliaccheria nell'affrontare e risolvere i problemi lavorativi.

Non solo quest'individuo ha saputo riconoscere una situazione che si stava costruendo sul posto di lavoro, ma ha saputo compattarsi e costruire una situazione strategica per sottrarsi alla sconfitta che l'operazione di mobbing imponeva.

Attraverso la trasformazione l'individuo ha individuato i punti deboli dell'azione mobbing messa in essere nei suoi confronti. Ha agito costruendo un piano strategico vanificandone i tentativi di chi costruiva il mobbing di imporsi.

Facendo cosa ne ha vanificato i tentativi? Due sono i soggetti che lui poteva contrattaccare per impedire all'azione mobbing di raggiungere il fine che si prefiggeva: 1) gli individui che partecipavano all'azione; 2) i motivi alla base dell'azione di mobbing. Oltre a questi due ne esiste un terzo ed è la qualità del soggetto che per le sue caratteristiche si prestava ad essere soggetto di azione mobbing. Il soggetto che subisce mobbing deve modificarsi. La sua modificazione viene ottenuta soltanto mettendo in essere delle operazioni strategiche, delle resistenze contro l'azione di mobbing. Operazione strategiche e resistenze che possono consistere anche soltanto riconoscendo l'esistenza dell'operazione e rispondendo impavidi chiamando per nome e cognome gli autori della diffamazione. Autori della diffamazione che ricorreranno all'invocazione del "rispetto" nei loro confronti e che riterranno "mancanza di rispetto" il fatto che il soggetto che subisce mobbing chiami le loro azioni per ciò che sono. In questo caso gioca il fattore tempo. Il fattore tempo porta novità, aggiunge fattori, manifesta esigenze diverse che sfruttate da chi subisce operazioni di mobbing gli consentono di uscire dall'accerchiamento.

Per quanto riguarda gli individui che organizzano azioni di mobbing ricordiamo che sono Esseri Umani. Nei loro confronti ci si rapporta attraverso la spietatezza deviata dal disprezzo per chi distrugge la vita. Chi costruisce mobbing è forte quando è in gruppo o quando costruisce con altri accerchiamento. Quando è da solo è incapace di continuare l'azione qualora questa è stata scoperta. Chi conosce il lavoro e sta subendo mobbing troncando l'informazione lo costringe a supplicarlo o a diventare ossequioso. In quel momento chi subisce mobbing deve ottenere quell'atteggiamento in presenza di altre persone che stanno agendo per costruire mobbing. In altre parole deve riuscire a dimostrare lo svantaggio economico di un'operazione di mobbing. Se chi subisce mobbing riesce a fare questo deve sapere che loro hanno rinunciato a portare avanti un'operazione di mobbing, ma non può averli come alleati, al massimo possono diventare persone neutrali.

In ogni caso l'individuo si libera dall'oppressione mobbing e può progettare strategicamente la propria vita in modo che nessun'altra operazione mobbing venga costruita. "Questa situazione è stata tamponata, almeno per ora; ora posso guardare avanti!"

Le motivazioni che producono l'azione mobbing debbono essere oggetto di attenzione, analisi e comprensione, ma difficilmente rientreranno nei progetti strategici per l'uscita dal mobbing da parte di una persona sottoposta a mobbing. Le motivazioni sono varie, apparenti, contingenti, razionali, ma tutti questi ordini obbediscono a motivazioni emozionali. Quando ci sono contrapposizioni fra individui di ordine emozionale ci può essere solo tregua, distacco o non belligeranza; mai unità o comprensione.

Le motivazioni emozionali sono la vera base sulla quale si organizzano le operazioni mobbing. Queste motivazioni non vengono mai esposte in quanto tali perché sconosciute e incomprensibili per le stesse persone che le esprimono, anche se possono essere riconosciute dallo spettatore capace di chiamare le cose col loro vero nome. Le motivazioni emozionali vengono sempre seppellite sotto uno spesso strato di motivazioni ragionevoli, ovvie, razionali anche se più o meno obbedienti alla morale comunemente riconosciuta. Queste motivazioni sono quelle con le quali chi subisce mobbing deve misurarsi. Misurarsi con quelle significa essere sconfitti! Riconoscere e misurarsi con le motivazioni emozionali significa o distruggere chi le esprime o essere comunque sconfitti!

Se la persona che subisce mobbing riesce ad individuare l'Intento nella ragione che il mobbing si proponeva di raggiungere e su quell'obiettivo costruisce la strategia di difesa e di attacco, allora le probabilità di successo sono maggiori.

Il mobbing coalizza più persone per un obiettivo che proprio perché è composto da più persone, deve essere riconosciuto come catalizzatore delle intenzioni di più persone. Individuando l'obiettivo e riuscendo a costruire la strategia per disarticolarne il raggiungimento anche la struttura che si è compattata costruendo la situazione di mobbing viene disarticolata. In questo caso alcune persone che partecipavano all'azione di mobbing potrebbero diventare degli alleati in quanto si erano aggregati all'azione di mobbing soltanto rispondendo ad intenzioni razionali e non ad intenzioni emozionali.

L'uscita da una situazione di mobbing implica sempre la trasformazione dell'individuo che la subisce.

Questo vale sempre, sia nel microcosmo del mondo del lavoro, sia nel macrocosmo del Sistema Sociale in cui viviamo. Le due cose sono uguali. Il mobbing veniva usato dai preti per controllare le persone nelle proprie parrocchie, sputtanandole e additandole come peccatrici quando non facevano quello che loro volevano. Il mobbing è una tecnica derivata dai vangeli ufficiali e fatta propria dai cattolici. Applicata in ogni ambito della vita sociale al fine di assicurarsi il controllo degli individui e reprimere i diversi o coloro che chiedevano giustizia.

Trasformare sé stessi per affrontare il mondo che ci circonda, in ultima analisi, è l'unica possibilità che si ha per far fronte ad azioni di distruzione che da quel mondo si dirigono nei nostri confronti.

Le persone percettive, le persone sensibili, le persone nelle quali il fuoco della conoscenza e della consapevolezza arde dentro di loro, sono le persone che maggiormente sono oggetto di attacchi di mobbing. Gli altri le temono. Temono il vuoto della loro impotenza davanti alla vita. Devono ridurle alla loro dimensione o umiliarle al punto tale da soddisfare il loro essere vuoti con atteggiamenti di superiorità; di possesso!

Da qui l'imperativo di armare la propria sensibilità.

L'individuo sensibile deve coltivare la propria percezione del mondo raccogliendo gli scudi per proteggersi e le armi per combattere lungo la via della propria esistenza e della costruzione di sé stesso. L'individuo sensibile non si può permettere di regalare al Sistema Sociale la propria sensibilità! Questo non saprebbe apprezzarla, ma agirebbe su di essa per stuprare l'individuo che la presenta.

Così chi potrebbe rappresentare un patrimonio per il mondo diventa oggetto di scherno per il mondo dove i cristiani impongono la sottomissione per il solo piacere di sottomettere.

Possiamo concludere quest'escursione sul mobbing con il titolo di questo capitolo dell'arte dell'agguato: "La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno e, rilassando la sua tensione, alimenta l'intento della sua trasformazione!"

FINE 08.12.1999

Le undici tappe della trasformazione soggettiva:

1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità;

2) La tigre analizza il territorio nel quale intende cacciare;

3) La tigre ha l'intento di ciò che fa';

4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre);

5) La tigre individua l'obiettivo del suo intento;

6) La tigre osserva l'oggetto;

7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo;

8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto;

9) La tigre si sottrae quando l'oggetto la individua;

10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà;

11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno e, rilassando la sua tensione, alimenta l'intento della sua trasformazione;

Marghera, 07 febbraio 2004 (data di formazione del primo file)

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Il Mobbing e le strategie della Stregoneria

Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.