Quando si conoscono i meccanismi che ci hanno condotto in una situazione di mobbing e gli strumenti che si possiedono per farvi fronte, bisogna individuare l'intento del proprio progetto. Per esempio; l'individuo per uscire da una situazione di mobbing potrebbe disporre anche di una sbarra di ferro; spacca la testa a tutti quelli che hanno costruito una situazione di mobbing, dopo di che si prende vent'anni di prigione! La domanda è: i vent'anni di prigione erano l'obiettivo del suo Intento? Ci sono molte persone che hanno risolto le situazioni di mobbing sparano al capo o ai colleghi. Erano questi i loro obiettivi? In realtà costoro erano stati soffocati da una situazione di mobbing dalla quale non vedevano nessuna via d'uscita e hanno risolto la situazione aggiungendo drammaticità alla loro esistenza.
In questo caso alcune cose devono coincidere: conoscenza, autodisciplina e Intento. Senza queste tre cose l'oggettività travolge l'individuo facendo leva sulle sue debolezze, le sue paure e la sua incapacità ad affrontare l'oggettività circostante. Questo sistema tende a travolgere chi, nella situazione di lavoro, aveva abbandonato sé stesso. Come se la situazione in cui lavora non era un mezzo per affrontare la vita, data la struttura sociale in cui viveva, ma era piuttosto il fine della sua vita. Come fine della sua vita si è abbandonato per finire travolto inconsapevolmente: ingenuamente.
L'intento è trasformato, all'interno di una situazione di mobbing, in intenzione. Il soggetto si prefigge un obiettivo che deve raggiungere mettendo in essere la sua strategia antimobbing. Se l'Intento è quello di uscire dalla situazione di mobbing, l'intenzione deve essere il raggiungimento di un obiettivo che una volta raggiunto annulla l'azione di mobbing.
L'intenzione deve essere manifestazione dell'intento dell'individuo. L'intento, in casi generali, è continuare a considerare il lavoro che si sta svolgendo come un mezzo per affrontare la vita e non il fine. L'intenzione rispecchia obiettivi pratici di quell'intento. Operazioni di mobbing sono messe in essere da aziende il cui scopo è piegare a sé stesse il dipendente in modo da costringerlo a dedicare tutto il suo tempo, anche fuori da ogni contratto, per i fini propri delle aziende e dei singoli gerarchi di quelle aziende. Operazioni di mobbing dei colleghi di lavoro sono spesso fatte in modo tale per cui chi conosce bene il lavoro svolga anche le loro mansioni al fine di millantare una competenza che non hanno nei confronti della gerarchia di riferimento.
Esistono anche altri motivi per i quali si costruiscono azioni di mobbing nei confronti del singolo individuo. In ogni caso, ogni situazione di mobbing ha lo scopo di sottomettere l'individuo a determinazioni non sue, ad intenti di un estraneo sia esso l'azienda nel suo insieme o del pollaio dei colleghi.
L'intento che l'individuo deve perseguire come fine strategico delle sue azioni è il preservare sé stesso, sia come capacità, sia come autonomia, sia come indipendenza. L'intenzione viene manifestata attraverso tutte le azioni pratiche attraverso le quali quell'individuo tende a manifestare il suo intento attraverso le intenzioni. Intenzioni che diventano esercizio di Follia Controllata come manifestazione quotidiana della contrapposizione fra chi subisce il mobbing e chi ha prodotto il mobbing.
L'Intento deve essere messo a fuoco dal soggetto. Se il suo Intento è far carriera in quell'azienda, la sua strategia è diversa: egli può costruire situazioni di mobbing per eliminare la concorrenza. Se il suo Intento è il raggiungimento di salari diversi, la sua strategia è diversa: egli può costruire situazioni di mobbing per raggiungere posizioni salariali più vantaggiose.
In questi ultimi due casi le situazioni di mobbing subite altro non è che guerra di carriera. Allora, in quel caso, vige la regola definita in termini volgari e immediati: pescecane mangia pescecane. A chi mette in essere Intenti di quel tipo posso solo fare auguri con disprezzo: egli vuole diventare padrone del Sistema Sociale, non costruirlo con chi gli sta attorno.
Le undici tappe della trasformazione soggettiva:
1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità;
2) La tigre analizza il territorio nel quale intende cacciare;
3) La tigre ha l'intento di ciò che fa';
4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre);
5) La tigre individua l'obiettivo del suo intento;
6) La tigre osserva l'oggetto;
7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo;
8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto;
9) La tigre si sottrae quando l'oggetto la individua;
10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà;
Marghera, 07 febbraio 2004 (data di formazione del primo file)
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.