Non essere in grado di sospendere il giudizio significa che l'individuo di cui stiamo parlando ha una risposta immediata, logica, razionale per ogni aspetto del problema che gli si presenta. Egli sa esattamente perché gli succede questa o quella cosa. Egli sa perfettamente perché di lui si dice questo o quello. Non è in grado di comprendere l'emozionalità di chi gli sta attorno, ma proietta su chi gli sta attorno le motivazioni per le quali lui avrebbe fatto questa o quella azione. L'incapacità di sospendere il giudizio lo porta ad identificare le azioni delle persone che lo circondano come se quelle azioni le facesse lui. Le spiegazioni che dà, sono le spiegazioni che egli darebbe se lui avesse fatto quelle azioni.
Non è in grado di comprendere che le persone che mettono in essere quelle azioni sono divenute in modo diverso da lui, hanno motivazioni diverse, obbediscono a bisogni e paure diverse in quanto hanno costruito la loro esistenza per adattamento soggettivo alle variabili oggettive che hanno incontrato.
Con una risposta pronta a tutto quello che gli sta succedendo egli lo affronta. Solo che ignora di affrontare quanto lo circonda come se affrontasse una proiezione di sé stesso. Egli ignora chi ha prodotto quelle scelte e le motivazioni che ne stanno alla base, pertanto affronta le motivazioni che egli stesso pensa siano alla base dei comportamenti mobbing che lo stanno attanagliando.
In queste condizioni egli non sta mettendo in atto delle strategie contro chi sta architettando delle azioni di mobbing nei suoi confronti, ma sta mettendo in atto delle strategie contro sé stesso che proietta delle spiegazioni nell'oggettività che sta organizzando il mobbing nei suoi confronti.
In questa situazione egli non solo non è più in grado di difendersi, ma espone il proprio fianco a chi sta organizzando nei suoi confronti le azioni mobbing. Nella folle convinzione che parlando onestamente ci si può capire, egli altro non fa che fornire mezzi e strumenti per perfezionare l'attacco di mobbing nei suoi confronti scoprendo le sue debolezze e quanto per lui alcune cose sono importanti. Su quelle cose (sentimenti, moralità, modo di essere, modo di intendere, paure, dubbi ecc.) si concentrerà l'attacco di mobbing al fine di ottenere la sua distruzione.
Non essere in grado di sospendere il giudizio significa non essere in grado di concepire l'esistenza di uno sconosciuto che ci circonda e dal quale altri Esseri Umani hanno costruito diversi adattamenti dai nostri o hanno fatto propri elementi che, invece, noi abbiamo scartato.
L'impossibilità di sospendere il giudizio ci porta ad affermare sempre le cose proiettando noi stessi. Proiettare noi stessi sul mondo in quanto non ci siamo tolti dal centro del mondo e pensiamo che l'intero mondo, in fondo, sia uguale a noi anche se è disonesto nei giudizi e nell'azione.
Anche chi mette in essere azioni di mobbing ha questa convinzione, con un vantaggio: ha l'intento dell'azione. La sua azione ha come fine la distruzione della persona ingenua, mentre la persona ingenua non sospetta di essere all'interno di una giungla nella quale dovrebbe lottare per la sua esistenza quotidiana. Non si rende conto che l'intento di quanti lo circondano è costruire la sua distruzione. Questa inconsapevolezza, che nasce dall'incapacità di sospendere il giudizio e perciò di osservare la sequenza dei mutamenti in cui piccole azioni vanno a finire, portano l'individuo ingenuo a credere che le persone circostanti siano in buona fede anche se magari fanno delle azioni non proprio corrette. Si sbagliano, poverine!
Ogni azione è sempre il risultato di un intento, sia che questo sia cosciente o inconscio. Riconoscere l'intento dell'azione è arte della sopravvivenza dell'individuo. Quanto prima una persona riconoscerà l'intento nelle azioni di chi la circonda e tanto meglio e più prontamente saprà difendersi.
Sospendere il giudizio significa non proiettare il proprio giudizio nelle azioni delle altre persone e valutare attentamente dove portano quelle azioni e quale fine perseguono.
Vedremo come la capacità di sospendere il giudizio, nella seconda parte per l'uscita da un accerchiamento di mobbing, permette all'individuo di spezzare una sbarra della gabbia di chi vuole distruggerlo prima che questa sbarra si formi e si consolidi.
Scritto a Marghera nel 2003
Detto questo la pratica del mobbing può avere successo sull'individuo quando questi:
1) Si ritiene al centro del mondo
2) Non è in grado di sospendere il giudizio
3) Non sa ascoltare il mondo attorno
4) Non è diventato padrone della propria attenzione
5) Non pratica l'agguato né vive per sfida
Non aver fatto propri questi modi di essere manifestandoli nelle sue azioni nelle relazioni col mondo e nell’attività con cui l’individuo costruisce la propria vita, consente al mondo che lo circonda di mettere in atto, contro di lui pratiche di mobbing al fine di distruggere la sua struttura psico-fisica fino all’annientamento.
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.