E' scritto nel Papiro di Derveni:
Zeus è re, Zeus dalla vivida folgore il sovrano di tutte le cose; li nascose tutti e poi alla luce dispensatrice di gioia li fece salire dal suo cuore sacro, terribili atti compiendo. In verità prima di ogni altra cosa l'aurea Afrodite, l'Urania desiderabile, con una sola eiaculazione concepì; a quella poi insieme nacquero l'amabile Armonia e Peitò. Concepì poi Gaia e Urano, che in alto vasto si estende, concepì la grande forza di Oceano che ampiamente scorre; fece poi scorrere fuori le fibre di Acheloo dai vortici d'argento. Concepì un'altra terra sconfinata, che gli immortali chiamano Selene, Mene coloro che vivono sulla terra, ed essa contiene molti monti, molte città, molte case, a partire dal centro uguale nelle sue parti in ogni direzione [...] ed essa splende per molti mortali sulla terra sconfinata; concepì poi il grande sole, che è un bene per i mortali, e gli astri splendenti, di cui il cielo si fa corona, [...]
Ciò che l'Iniziato concepisce sono le nuove condizioni di esistenza; sono le sue intuizioni che riversa nel mondo in cui vive in funzione di Intento.
Il concepire va inteso non tanto come pensato, ma come messo in atto e poi pensato. Proprio perché l'Iniziato concepisce ciò che il tempo che gli viene incontro nasconde egli lo manifesta: pone le basi affinché il futuro venga in essere.
I figli sono Armonia e Persuasione (Peitho)!
"Crono, il quale compì gravi azioni contro Urano, figlio di Eufrone,"
"li fece salire dal suo cuore sacro, terribili atti compiendo."
Sono due frasi, una riferita a Crono e una riferita a Zeus.
"gravi azioni" e "terribili atti" stanno ad indicare la variazione del presente in cui Crono e Zeus vivono. Entrambi hanno la capacità di alterare la situazione nella quale esistono e introdurre una quantità tale di variabili per le quali questa non sarà mai più come prima. Inoltre, proprio attraverso "gravi azioni" e "terribili atti", vengono poste le basi affinché il nuovo germini.
Crono è il tempo capace di mettere in moto, attraverso il suo manifestarsi, l'oggettività nella quale esiste. Il tempo, non più quello che emerge dal Caos, Nera Notte, ma quello che appartiene e viene vissuto dagli oggetti nell'esprimere i propri mutamenti. Il manifestarsi di Crono nella sua oggettività sono le "gravi azioni" che Crono ha messo in essere. Le "gravi azioni" sono determinate dal fatto che nulla sarà mai più come prima.
Zeus è l'atmosfera capace di mettere in moto, attraverso il suo manifestarsi, l'oggettività nella quale esiste. Zeus, una qualità consapevole di Gaia che avvolge la Terra (Rea) manifestando la propria intelligenza e la propria volontà di vivere. Il manifestarsi di Zeus nella sua oggettività sono i "terribili atti" che Zeus compie. I "terribili atti" sono determinati dal fatto che nulla sarà mai più come prima.
Questo è il parallelismo fra Crono e Zeus: entrambi separano il nuovo che nasce dal vecchio che lo generato. Il vecchio continua, a sua volta, a generare chi separandosi porrà le basi affinché il nuovo germini.
E questo è l'Iniziato che viene chiamato a compiere "azioni terribili" al fine di porre le basi affinché il nuovo germini: sia nell'Essere Natura, sia nella Società in cui vive!
Le "terribili azioni" non hanno una caratteristica morale, ma hanno la caratteristica di separare il nuovo che germina dal vecchio che ne ha posto le basi. Ma già l'Iniziato che riconosce sé stesso generato dal vecchio è una modificazione dell'oggettività nella quale l'Iniziato vive. Infatti l'Iniziato per riconoscere sé stesso in quanto Iniziato ha separato il suo camino di crescita e di sviluppo dall'insieme degli Esseri Umani in cui definisce sé stesso ( o viene definito) Iniziato. Così Crono è un Iniziato e Zeus è un Iniziato.
In verità prima di ogni altra cosa l'aurea Afrodite, l'Urania desiderabile, con una sola eiaculazione concepì;
La prima azione che viene fatta da Zeus è quella di porre, fra le condizioni dell'esistenza, ciò che nacque da Urano Stellato: Afrodite.
Quest'atto si lega all'Antica concezione religiosa Romana che ha al suo centro Venere.
Afrodite è IL VENERARE (il modo con cui i nati da Zeus si relazionano)! Afrodite è LA COMPASSIONE (il modo con cui i nati da Zeus vivono delle stesse passioni, si fondono fondendo le relative tensioni e i relativi intenti)! Afrodite è la FUSIONE EMOZIONALE (il diventare uno di più individui) dei figli di Zeus! Afrodite è la fusione sessuale dei figli di Zeus dalla quale scaturisce il piacere della fusione stessa e, indirettamente, crea le condizioni perché altra vita germini riproducendo la specie.
Con una sola eiaculazione Zeus introdusse fra i suoi figli l'Urania Afrodite, la condizione che Urano aveva posto affinché da Cronos potesse essere la condizione oggettiva attraverso la quale la vita potesse nascere e svilupparsi.
"Urano, figlio di Eufrone, colui che fu il primo a regnare."
Urano subisce gli atti terribili di Crono, ma detta le condizioni per la nascita dei figli di Crono attraverso Afrodite che trasmette, ai figli di Crono prima e ai figli di Zeus dopo, le qualità di Eufrone: gioioso, gaio, sereno, allegro, di buon animo, che rallegra, piacevole, gradito, benevolo, benigno, propizio, benefico, ospitale, ben pensato, chiaro, intelligibile.
Questo, Zeus, trasferisce ai suoi figli.
Questo è quanto qualifica l'Iniziato: il suo modo di rapportarsi col mondo in cui vive. Assieme a quanto nacque assieme ad Afrodite da Zeus:
"a quella poi insieme nacquero l'amabile Armonia e Peitò."
E qui il discorso si fa più complesso. Probabilmente siamo fuori e in contrapposizione agli schemi di Eraclito: Amicizia e Contesa Furente!
Eraclito risponde alla domanda: "Come diviene e si sviluppa la vita?" Il Papiro di Derveni risponde alla domanda: "Come deve vivere la vita l'Iniziato?" In contrapposizione non sono le risposte, ma il punto di vista che assumono chi da le risposte. Infatti, mentre Eraclito si pone fuori della vita, osserva lo svolgersi della vita e ne descrive i meccanismi affermando che: "La vita si sviluppa del Amicizia e Contesa Furente!", l'Iniziato si pone all'interno della vita e si chiede come deve operare ed agire nella vita stessa. Pertanto la risposta che da il Papiro di Derveni è: "Per Armonia e Persuasione!"
Questo "chiamarsi fuori della vita" è un motivo ricorrente del nuovo modo di porsi degli Esseri Umani che viene coniato con la nascita della Filosofia. Il modo della "descrizione" in contrapposizione al mondo dell'azione.
"Prendo atto" dice l'Iniziato "che il mondo si sviluppa per Amicizia e per Contesa Furente, ma io che agisco nel mondo, in quelle condizioni, che cosa devo ricercare? Attraverso quali strumenti devo agire?" Afrodite è la fusione, Armonia è quanto ricerco, Persuasione è il mio mezzo d'azione!
A questo punto è da chiedersi: qual è il linguaggio di Eraclito? E' il linguaggio del giudice. E' il linguaggio di colui che non è coinvolto negli eventi dell'esistenza e parla in modo appropriato e con termini ricercati per definire in maniera precisa gli eventi cui assiste. Eventi nei quali non è coinvolto.
A questo punto è da chiedersi: qual è il linguaggio dell'Iniziato? E' il linguaggio delle emozioni della vita che nell'Iniziato diventa splendente nelle sue azioni, ma si ferma sulle labbra, diventando un balbettio, quando, costretto a fermare l'azione, deve descrivere e declamare. E' attraverso le sue azioni che l'Iniziato manifesta Afrodite, Armonia e Persuasione in un'oggettività che vive e si sviluppa per Amicizia e Contesa Furente.
Il linguaggio dell'Iniziato è violento e determinato come le emozioni del mondo che lo attraversano cosa che non può essere per chi si erge a giudice in quanto non è coinvolto nella vita e nelle sue trasformazioni, ma si erge esterno ad esse.
Ecco il motivo per cui Zeus, l'Iniziato, manifesta Afrodite assieme ad Armonia e Persuasione.
Concepì poi Gaia e Urano, che in alto vasto si estende, concepì la grande forza di Oceano che ampiamente scorre; fece poi scorrere fuori le fibre di Acheloo dai vortici d'argento.
Eccolo, Zeus-l'Iniziato concepire lo spazio materiale in cui costruire le condizioni attraverso le quali manifestare la vita.
Ciò che Zeus "concepisce" è la sostanza materiale sulla quale e nella quale costruirà il suo progetto. Questo "concepire" è fare un bilancio, un elenco, del territorio nel quale si agisce. Un'elencazione della situazione attraverso la quale si può agire. Dice Zeus: "Intanto c'è Gaia, l'essenza di cui quanto esiste, io stesso, è la sostanza: su questa sostanza, io costruirò le condizioni affinché la vita nasca! La vita nascerà quale espressione di Gaia nelle condizioni che io determinerò!" Dice Zeus: "Sopra di me c'è Urano Stellato; ciò che da me nascerà è parte di Urano Stellato e ad Urano Stellato (l'infinito) tende! E' separato da Urano Stellato ed è nell'insieme delle trasformazioni di Urano Stellato." Dice Zeus: "Sotto di me c'è Oceano che circonda la terra!" E con ciò fece il bilancio dell'oggettività fisica nella quale avrebbe agito.
E Zeus mette in essere il suo primo agire nel mondo fisico:
"fece poi scorrere fuori le fibre di Acheloo dai vortici d'argento."
Un Iniziato che agisce nel mondo sociale farebbe "scorrere le emozioni degli Esseri della propria specie!" Sciogliere le briglie; rimuovere i blocchi; spezzare le membra; sciogliere i legamenti: Fanete, Eros, L'Intento!
Acheloo è il simbolo di tutti i fiumi della terra (era il nome antico del maggior fiume della Grecia). L'Essere Terra come Essere Vivente e i fiumi come le vene in cui scorre il sangue: la rappresentazione della vita di questo pianeta. Zeus, l'atmosfera, che alimenta questo scorrere sciogliendo i legamenti che lo impediva.
Quest'azione corrisponde a quella che fece Rea. Nell'Inno a Zeus Callimaco fa' dire a Rea mentre sta per partorire Zeus: "Terra cara, sgravàti anche tu: il travaglio tuo è lieve", mentre la sua azione: "... tenendo in alto il grande avambraccio colpì con lo scettro il monte. Vi si aprì voragine ampia e scaturì un grande flutto." [da Callimaco "Inni Epigrammi Ecale" Trad. di Giovan Battista d'Alessio ed. BUR]
Nelle visioni antiche i Fiumi stanno alla Terra come le vene del sangue stanno agli Esseri della Natura. Far scorrere i Fiumi significa mettere in moto la vita,
Così è per l'Iniziato: libera le forze della vita imprigionate dai legami. Ogni Iniziato è diverso nel tempo e nello spazio in quanto l'Iniziato agisce nel mondo in cui nasce e nel mondo delle proprie predilezioni. Ciò che rende uguali gli Iniziati non sono i loro proclami, né la maestà o la miseria delle loro azioni, ma la loro azione nel sciogliere i legamenti che impediscono la vita nel mondo del loro quotidiano.
Dopo questo Zeus deve costruire l'Intento a cui la Vita che nascerà deve tendere. La vita vive per sé stessa e in sé stessa; l'Intento costringe la vita a vivere per sé stessa e in sé stessa:
Concepì un'altra terra sconfinata, che gli immortali chiamano Selene, Mene coloro che vivono sulla terra, ed essa contiene molti monti, molte città, molte case, a partire dal centro uguale nelle sue parti in ogni direzione [...] ed essa splende per molti mortali sulla terra sconfinata;
I mondi dell'infinito. La vita fisica altro non è che un modo per "produrre" nuovi Dèi. La vita fisica incuba il corpo luminoso che cresce dentro ogni Essere questo tende all'infinito. L'intento della vita fisica è la vita fisica e tende a svilupparsi e ad espandersi per continuare la sequenza delle trasformazioni alla morte del corpo fisico. Proprio perché la vita vive in sé stessa e per sé stessa può raggiungere la trasformazione della morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso; in ogni altro caso la vita fisica abortisce il corpo luminoso che ha tentato di forgiare! Un'occasione perduta. Vista dal "mortale", tutto è uguale, in ogni direzione. Non c'è forma, non c'è quantità, non c'è numerazione. Per questo gli Immortali la chiamano Selene.
I mortali vivono nella quantità, nella numerazione e nella forma. Per questo chiamano quel mondo Mene. Perché usano la Luna per contare. Da qui "mese", "mestruazioni" ecc. Per i mortali il tempo è la misura delle loro trasformazioni che li porta alla morte del corpo fisico, per chi ha trasformato la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso il tempo diventa azione che si fa sostanza. E la Luna splende, per molti mortali, sulla terra sconfinata! Per chi la sa guardare e ascoltare!
concepì poi il grande sole, che è un bene per i mortali, e gli astri splendenti, di cui il cielo si fa corona, [...]
L'ultima concezione di Zeus è ciò di cui deve prendere atto per far nascere i suoi figli: l'Essere Sole e Urano Stellato. Entrambi diventano forma e concorrono a formare la vita dell'Essere Natura che Zeus intende far nascere.
E' tutto pronto.
L'iniziato ha fatto un bilancio del mondo in cui deve operare; l'Iniziato ha presente gli elementi che concorreranno a formare il suo progetto. Elementi che sono NECESSITA' all'interno della quale agirà. NECESSITA' come limitazione del suo agire e NECESSITA' come forza che spinge la sua azione. L'Iniziato ha liberato le forze della vita imprigionate. L'Iniziato ha elaborato l'Intento cui il suo progetto, in questo caso la vita stessa, tende.
Ora a Zeus non resta altro che far sgorgare la vita degli Esseri della Natura: il suo Capolavoro!
poi, dopo che ebbe concepito tutto ciò, Zeus saggio e prudente voleva unirsi in amore con sua madre.
Chi è la madre di Zeus? Rea!
Chi è Zeus? L'atmosfera!
Chi è Rea? La terra!
L'atmosfera e la terra partoriscono l'Essere Natura!
La nascita dell'Essere Natura è l'Intento di Zeus! Per questo motivo Zeus fagocita Protogono! Perché Zeus spinge, con i suoi fulmini, la nascita della vita come noi oggi la intendiamo. Questo è il motivo per cui Zeus, che nasce per ultimo da Rea e Crono, in realtà è il primo dei figli del Titano. Gli altri figli sono fermi all'interno del tempo perché non sono in grado di generare la vita, non hanno fagocitato Protogono. Non hanno Meti da manifestare. Così è l'Iniziato, Zeus, che deve agire e la sua azione mette in moto i suoi fratelli: Poseidone, Ade, Demetra, Estia e Hera!
Ora conosciamo quali e perché Nera Notte dette a Zeus saggi consigli!
L'Iniziato impari da Zeus! Chi impara da Zeus è un Iniziato!
Solo fra le braccia di Nera Notte l'Iniziato può avere i "saggi consigli" attraverso i quali alimentare la sua azione.
Marghera 17 novembre 2004 (data desunta dal file)
NOTA: Le citazioni del Papiro di Derveni sono state tratte da:
Le religioni dei Misteri a cura di Paolo Scarpi editore Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori Editore ed. 2002. Il Papiro di Derveni è pubblicato da pag. 367 a pag. 369.
Il commento alla Cosmologia del Papiro di Derveni, è suddivisa in cinque capitoli:
1) La divinità Aurora manifestata dall'Iniziato all'Orfismo;
2) L'Iniziato all'Orfismo e la manifestazione del potere;
3) Come agisce l'Iniziato Orfico;
4) Il potere di generare dell'Iniziato Orfico
5) L'Iniziato Orfico è Zeus: Afrodite, Armonia e Persuasione;
Gli altri capitoli sul Papiro di Derveni
Indice sulle religioni antiche
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Nella costruzione della Religione Pagana le persone religiose devono prendere i principi delle Antiche religioni. Devono rendere quei principi attuali, veicolarli nella società in cui viviamo, e renderli principi vivi. Se si imita il passato, si riproduce il cristianesimo perché ciò che ci giunge dal passato è interpretato dai cristiani per aumentare la gloria del loro dio padrone.