Scrive il Papiro di Derveni:
Zeus, quando stava per ricevere dal padre suo nelle proprie mani il potere, secondo quanto era stato profetizzato, e lo scettro glorioso, meditò attentamente a quanto gli disse, dai suoi recessi, la dea da cui scaturisce ogni presagio, nutrice degli Dei, Notte immortale; ed essa, con i suoi vaticini, gli rivelò tutto ciò che a lui era consentito compiere, così da regnare nella bella sede degli Déi sull'Olimpo coperto di neve.
In tutto questo passo NON si parla di Zeus, ma si parla dell'Iniziato.
Zeus è l'Iniziato.
Solo che è difficile trasmettere il senso magico e cosmico del senso dell'Iniziazione se non la si riferisce al soggetto Iniziato per eccellenza: ZEUS!
Ricevere il potere significa: ricevere la possibilità di agire. Il poter agire, il poter scegliere, il poter desiderare. Dai nostri padri, dalle condizioni che ci hanno permesso di divenire in essere abbiamo ricevuto il potere di agire nel mondo in cui siamo germinati.
Tutto ciò che è consentito all'Iniziato compiere.
L'Iniziato ha il "potere di agire"; l'Iniziato ha il "potere di modificare il presente": in che direzione e fino a dove l'Iniziato può spingersi? Non esiste un vero e proprio limite, ma esistono le direzioni che l'Iniziato può intraprendere. Direzioni che portano a sviluppare l'Iniziato scelta dopo scelta e che pongono le basi per modificare il mondo in cui l'Iniziato opera. Chi consente o meno? Il soggetto è un ente finito, anche se non si possono definire i confini di un soggetto, questi sono delimitati dalla fine del soggetto, dai confini stabiliti fra il soggetto che riconosce sé stesso e il mondo in cui il soggetto si riconosce. Pertanto uno dei limiti del soggetto è dato dal soggetto stesso, dalla sua qualità, dal suo divenuto. Un secondo limite è dato al soggetto dal mondo in cui il soggetto si dilata attraverso le sue azioni. Il mondo tollera una qualità d'azione, ma non ne tollera altre: provate ad andare a baciare un leone affamato!
Questa relazione determina i limiti operativi di un soggetto nel mondo. Così per l'Iniziato. Così per Zeus.
Nera Notte, l'utero della vita, svela le possibilità d'azione dei soggetti nel mondo in cui vivono e nel mondo che si è trasformato.
Nera Notte, nutrice di Dèi.
Quando tutto sembra perduto è Nera Notte che sussurra agli Esseri di intraprendere il cammino che li porta a diventare DEI. E' Nera Notte che indica il sentiero da percorrere nel mondo in cui gli Esseri germinano. Non sappiamo perché è così, sappiamo che qualunque cosa esista è all'interno dell'utero di Nera Notte e Nera Notte nutre la vita dentro di sé. Sappiamo che ogni trasformazione della vita ha il favore di Nera Notte; ogni iniziativa intrapresa viene nutrita da Nera Notte. Tutto nutre e nulla determina. Tutto nutre e nulla impone. Tutto nutre e non determina nulla. Tutto cresce in Nera Notte, ma nulla proviene da Nera Notte.
Quando l'Iniziato entra in Nera Notte (portandovi la sua coscienza e la sua consapevolezza) altro non fa che cercare una parte o un aspetto di sé stesso. Cerca di comprendere le relazioni col mondo. Cerca di capire come meglio agire nella propria vita. Nera Notte lo mette nelle condizioni di essere sé stesso, per sé stesso e in funzione di sé stesso.
Il sé stesso è "così da regnare nella bella sede degli Déi sull'Olimpo coperto di neve." Giungere alla meta delle proprie trasformazioni.
Questo elemento iniziatico sta sopra TUTTO quello che verrà detto nel Papiro di Derveni: l'Iniziato, colui che ascolta è il soggetto a cui tutto è rivolto. E l'Iniziato è Zeus esso stesso perché l'Iniziato è colui che Inizia ad operare nel mondo in cui è germinato.
Zeus poi, uditi dalla dea segreti vaticini, accolse nelle sue mani la forza e inghiottì il demone glorioso, degno di venerazione, che per primo balzò nell'etere. E quello generò Gaia e il vasto Urano;
L'elemento centrale di questo pezzo è "il demone glorioso" che per primo balzò fuori dall'etere.
L'intero pensiero religioso antico è attraversato da questo atto: inghiottire il demone glorioso. Solo inghiottendo il demone glorioso le persone si trasformano da persone normali in INIZIATI!
Quattro elementi dettero vita all'esistente emergendo da quello che viene definito Caos. Tre di essi sono statici (anche il tempo, quando lo si pensa in sé è un elemento statico, acquista carattere dinamico quando è espresso dai soggetti nelle loro trasformazioni) Erebo e Tartaro che rappresentano lo spazio; Nera Notte, il tempo primordiale; Gaia, la materia di tutto l'esistente. Il quarto è un elemento dinamico che ha la capacità di mettere in moto tutto: di MOSTRARE! Di mettere in essere ciò che è in potenza scegliendo cosa, fra quanto è in potenza, si trasformi in essere.
Nelle religioni antiche si chiama EROS, FANETE oggi viene reso meglio col nome di INTENTO.
Così l'Iniziato-Zeus per manifestare sé stesso DEVE fagocitare l'Intento, il demone glorioso che muove il suo essere e il suo esistere. I "segreti vaticini" altro non sono che quanto spinge affinché l'azione venga portata a termine: fu Intento a generare Gaia e il Vasto Urano o fu Gaia che fagocitato INTENTO generò il Vasto Urano?
I "segreti vaticini" sono ANANKE. L'ANANKE di ogni soggetto: le sue necessità espressive e i limiti entro i quali farlo. Ananke è ciò che spinge a manifestare Intento e Ananke sono i limiti del soggetto entro i quali può manifestarlo. Fra ciò che spinge e i limiti del soggetto esiste la VOLONTA' dell'individuo che sceglie fra gli oggetti posti nei suoi limiti. Vedremo più avanti le scelte dell'Iniziato-Zeus!
Rifletta l'Iniziato, la forza che fagocita e che mette alla base delle proprie azioni è la stessa forza che mise in moto l'esistente, le sue trasformazioni, il suo divenire.
Il termine è "mangiare", "inghiottire", "fagocitare", "fare proprio". Non si tratta di conoscere l'INTENTO, ma di diventare INTENTO data la qualità della propria esistenza. Ed è questo l'aspetto magico e irraggiungibile per il "profano". Il "profano" pensa di essere uguale a chiunque altro, pensa che debba "soltato" scoprirne un segreto e, una volta scoperto questo segreto, anche lui diventa un Iniziato. Anche lui può "raccontare" di essere Iniziato. Ciò che divide il "profano" dall'Iniziato è proprio l'atto di FAGOCITARE l'INTENTO.
Il termine "fagocitare", "mangiare", "divorare", usato nelle espressioni cosmologiche delle Antiche Religioni è il termine che ha SEMPRE impedito ai monoteisti di percorrere un cammino di conoscenza. Tanto per fare un esempio, esiste un quadro di Pieter Paul Rubens del 1636 esposto al Prado di Madrid dal titolo "Saturno che divora il figlio" che ritrae un vecchio nell'atto di mangiarsi un bambino. Qualunque elemento della Conoscenza Cosmologica e quotidiana della Stregoneria, del paganesimo o delle Antiche Religioni è incomprensibile per un monoteista perché un monoteista pensa a sé stesso in maniera statica (creato ad immagine e somiglianza del proprio dio), mentre l'Iniziato pensa a sé stesso in maniera dinamica: penetrare il mondo per svelare i segreti; modificarsi per penetrare il mondo che penetrandolo ci modifica; fagocitare e rappresentare gli strumenti e le trasformazioni che gli servono per penetrare meglio il mondo.
L'INTENTO pone un grande problema al "profano". L'INTENTO è manifestato da ogni Coscienza che riconosce sé stessa. Nell'Essere Natura una Coscienza di Sé che riconosce sé stessa diversa dal circostante spesso si dilata in questo annientando Coscienze di Sé dell'Essere Natura stessa. Ogni Essere della Natura manifesta Intento; ogni Essere della Natura si dilata nel suo circostante annientando altri Esseri che manifestano Intento e tentano di dilatarsi nel loro circostante. Il "profano" è colui, fra gli Esseri Umani, che non manifesta Intento. Ha delle intenzioni, ma non manifesta Intento.
Fra gli Esseri della Natura chi non manifesta l'INTENTO è preda dell'INTENTO manifestato da altri Esseri. Si può essere preda per vari motivi all'interno dell'Essere Natura, solo il "profano" lo è perché ha scelto di rinunciare all'Intento.
C'è un esempio collettivo di Intento in un antico rito religioso di Roma Antica finalizzato al compimento di una dichiarazione di guerra ad opera dei Bellonari prima di scagliare l'asta nel campo nemico. Sembra che l'atto non fosse rivolto al nemico, inteso come popolo o città da combattere, ma agli Dèi che avessero voluto opporsi al loro Intento:
Poiché i popoli dei Prischi Latini e gli uomini Prischi Latini avverso il popolo romano dei Quiriti male fecero e bene non fecero,
Poiché il popolo romano dei Quiriti volle che guerra fosse con i Prischi Latini, e il senato del popolo dei Quiriti espresse il suo parere, consentì, approvò che guerra si facesse con i Prischi Latini,
perciò io e il popolo romano dei Quiriti ai popoli dei Prischi Latini e agli uomini Prischi Latini Guerra indico e faccio. (Scaglia l'asta nella terra del nemico)
Tratto da "La poesia Religiosa Romana" di G. B. Pighi.
Marghera 17 novembre 2004 (data desunta dal file)
Il commento alla Cosmologia del Papiro di Derveni, è suddivisa in cinque capitoli:
1) La divinità Aurora manifestata dall'Iniziato all'Orfismo;
2) L'Iniziato all'Orfismo e la manifestazione del potere;
3) Come agisce l'Iniziato Orfico;
4) Il potere di generare dell'Iniziato Orfico
5) L'Iniziato Orfico è Zeus: Afrodite, Armonia e Persuasione;
Gli altri capitoli sul Papiro di Derveni
Indice sulle religioni antiche
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Nella costruzione della Religione Pagana le persone religiose devono prendere i principi delle Antiche religioni. Devono rendere quei principi attuali, veicolarli nella società in cui viviamo, e renderli principi vivi. Se si imita il passato, si riproduce il cristianesimo perché ciò che ci giunge dal passato è interpretato dai cristiani per aumentare la gloria del loro dio padrone.