Le condizioni psicologiche che predispongono ad essere vittime di mobbing

Ritenersi al centro del mondo

Il mobbing e le strategie della stregoneria
Capitolo settimo

di Claudio Simeoni

 

 

Pensarsi al centro del mondo

Il miglior modo per uscire da operazioni di mobbing è impedire che queste azione vengano iniziate, organizzate e strutturate.

In Stregoneria è dato il principio che quando si viene immersi in una situazione critica questa viene affrontata dal soggetto con le armi e con la struttura che ha costruito prima di venir immerso in quella situazione. La trasformazione soggettiva e le strategie attraverso le quali attuare il proprio intento devono essere attuate prima che le situazioni critiche afferrino l'individuo.

Detto questo la pratica del mobbing può avere successo sull'individuo quando questi:

1) Si ritiene al centro del mondo

2) Non è in grado di sospendere il giudizio

3) Non sa ascoltare il mondo attorno

4) Non è diventato padrone della propria attenzione

5) Non pratica l'agguato né vive per sfida

Non aver fatto propri questi modi di essere manifestandoli nelle sue azioni nelle relazioni col mondo e nell’attività con cui l’individuo costruisce la propria vita, consente al mondo che lo circonda di mettere in atto, contro di lui pratiche di mobbing al fine di distruggere la sua struttura psico-fisica fino all’annientamento.

Si ritiene al centro del mondo

Cosa significa ritenersi al centro del mondo? Significa subire le lusinghe del mondo. Significa ritenere che il mondo esiste per noi, creato da un dio padrone e che per questo noi siamo i padroni dello stesso.

Perché si è deboli rispetto ad un'azione di Mobbing? Perché credendoci padroni del mondo noi riteniamo che il mondo debba comportarsi nei nostri confronti come noi ci comportiamo nei suoi confronti. Dal momento che il soggetto che subisce il mobbing è un soggetto ingenuo e come tale disarmato davanti al mondo, è cieco alle operazioni d'agguato che il mondo mette in pratica nei suoi confronti.

Ritenersi al centro del mondo significa ritenersi al centro della benevolenza del mondo non al centro di attenzioni da parte di un predatore.

Questo è espressione della distruzione dell'individuo ed espressione della sua ingenuità. Il mondo che ci circonda pratica l'agguato nei confronti di qualunque Essere in esso si muova. Se l'Essere non è in grado di praticare a sua volta l'agguato esprimendo un intento nei confronti del mondo, il mondo arguisce che costui ha accettato di diventare preda dello stesso in quanto sta aspettando la sua fine.

Chi si ritiene al centro del mondo si ritiene anche al centro delle attenzioni del dio padrone.

Chi si ritiene al centro delle attenzioni del dio padrone si ritiene al centro delle attenzioni del suo padrone.

Chi si ritiene al centro delle attenzioni del suo padrone si ritiene al centro delle attenzioni del suo capufficio. Chi si ritiene al centro delle attenzioni del suo capufficio si ritiene al centro delle attenzioni di ogni comando sociale che, secondo lui, è organizzato per garantirgli i propri diritti.

Il ritenersi al centro delle attenzioni è ritenersi al centro della benevolenza e della protezione che procedendo dall'alto del dio padrone creatore dell'universo, cala via via sull'intera gerarchia sociale per garantirgli il benessere dell'esistenza.

Chi si ritiene al centro delle attenzioni del dio padrone dell'universo è comunque sempre pronto a giustificare quanto non va bene. Se il dio padrone ha promesso di garantirgli il benessere ed egli è malato terminale, qualcuno gli suggerisce la scappatoia per continuare a considerarsi al centro delle attenzioni del dio padrone e provvederà a dirgli quanto è fortunato che dio mette alla prova la sua fede.

Gli individui che subiscono il mobbing hanno la struttura emozionale esposta, ritengono che nulla di male possa capitare loro in quanto la struttura nella quale lavorano li protegge. Così nella feroce caccia alle streghe ognuno era convinto che solo la vicina sarebbe finita sul rogo. Lui era a posto, lui rispettava le regole, fino a quando un ferro rovente infilzato nell'ano non lo costringeva ad ammettere che anche lui era, come la vicina, pronto per essere arso sul rogo.

Essere al centro del mondo e al centro delle attenzioni del dio padrone significa essere pervasi da una sorta di onnipotenza come riflesso di chi ha "la coscienza a posto".

Quando quest'individuo comincia a subire delle azioni preliminari del mobbing non si rende conto cosa sta succedendo. Egli ritiene che ci sia un errore. Qualcuno è malevolo, ma non dà molta importanza alla cosa in quanto è convinto che: "tutto si chiarirà". Questo "tutto si chiarirà", è uno dei grandi errori che vengono fatti da chi subisce il mobbing. Tutto si può chiarire quando l'equivoco proviene dalla ragione e attraverso la ragione si mettono in chiaro gli elementi sconosciuti o equivocati, ma il mobbing non nasce dalla ragione. Il mobbing nasce da un sentire soggettivo di persone che sentono minacciata la loro posizione dalla presenza di quest'individuo. Nella ragione trasferiscono la loro emotività giustificandola con la calunnia o quella che alcuni definiscono: "una eccessiva alterazione dei fatti o dei giudizi".

Il centro della calunnia non è la ragione del calunniatore, ma la sua emotività, il suo sentire, l'insicurezza soggettiva che nasce da chi agisce secondo delle regole e, ingenuamente, pensa che gli altri facciano lo stesso anche se spesso, e lui non capisce, sbagliano.

Questo suo essere al centro del mondo è la sua pretesa di leggere quanto lo circonda attraverso la ragione. Egli descrive un fatto, ne dà delle valutazioni, chiede ad un altro di confermare le sue valutazioni, trova conferma delle sue valutazioni (il fatto circoscritto agli elementi con cui si descrive non può risultare diverso nella valutazione a meno che non si aggiungano nuovi elementi oggettivi), eppure la calunnia, lo scherzo e le provocazioni continuano.

Egli non si rende conto che la calunnia e le provocazioni hanno origine da qualche cosa che non è la ragione, ma da un'emotività che sfugge alla descrizione della sua ragione.

Chi si ritiene al centro del mondo ha rinunciato ad agire secondo il suo intuire ed agisce essenzialmente razionalmente, descrivendo ogni cosa e seguendo la logica.

La logica gli dice che le regole burocratiche devono essere rispettate. "Ma cosa te ne frega!" "Fai solo perdere tempo!" così chi viene danneggiato o caricato di lavoro perché la presenza di quell'individuo ingenuo fa perdere tempo e lavorare di più, deve per forza levarselo di torno anche se non esistono ragioni logiche, giuridiche o sociali per farlo.

Quell'individuo non solo fa perdere tempo (e magari mazzette e privilegi) con la sua pignoleria nel rispettare le regole, ma si vanta di quanto è bravo, di quanta conoscenza abbia e di come fa bene il suo lavoro. Lui, magari, è più giovane e ha più energia di un pari mansione molto più anziano e che "ha capito come funziona la vita!", altro che le regole!

Oppure è più anziano, ha maggiore esperienza, mentre il giovane vuole fare in fretta, bruciare le tappe, scorge le scorciatoie e le opportunità chi l'anziano aveva rifiutato.

L'ingenuo si sente al centro del mondo; si sente protetto dal suo rispetto delle regole! Il calunniatore inizia la sua azione affermando: "Dice di rispettare le regole, ma chissà cosa ha in mente!" "Io so bene come va il mondo; per me quello trama qualche cosa contro tutti noi!" "Probabilmente vuole fare carriera sulle nostre spalle!"

L'ingenuo che si sente al centro del mondo non sospetta questo. Egli è creato ad immagine e somiglianza del dio di cui si ritiene emanazione e non è in grado di immaginare quanti sforzi hanno fatto quelli che lo circondano per mantenersi la posizione che hanno raggiunto. Essere al centro del mondo significa ignorare come si è giunti al centro del mondo. Significa aver scordato l'insieme dei passaggi che hanno portato l'Essere Umano a convincersi di essere al centro del mondo, degno delle attenzioni del dio padrone e meritorio delle attenzioni della struttura di cui è parte.

Così non ci si rende conto della qualità del meccanismo emozionale che scatta quando un individuo denuncia un'ingiustizia che è a conoscenza o, peggio ancora, che ha subito. Egli viene indicato al pubblico flagello qualora la sua denuncia non sia funzionale a chi gli sta attorno o al comando di cui è espressione. Non è chi ha commesso l'ingiustizia il vero colpevole dell'azione, ma è chi l'ha denunciata: "Non poteva farsi i fatti suoi?" "Che bisogno c'era di sollevare un simile polverone?"

Scritto a Marghera nel 2003

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Il Mobbing e le strategie della Stregoneria

Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.