Marte - la contraddizione come guerra e come vita

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Marte è la contraddizione la cui soluzione si ottiene soltanto attraverso l'annientamento di uno o più elementi che, incontrandosi, hanno generato la contraddizione stessa.

Marte non può essere risolto se non mediante la guerra. E' un tipo di contraddizione per la cui soluzione richiede una determinazione tale, da parte dei soggetti coinvolti, da mettere in moto grandi flussi di Energia Vitale. Questi flussi si muovono come torrenti: oggi sono asciutti e aridi, qualche minuto dopo una valanga d'acqua si riversa a valle travolgendo ogni cosa lungo il suo percorso.

Ora Marte è quieto, ora ribolle di mille tensioni.

Marte non è soltanto il rumore delle spade o il rombo dei carri armati e dei cacciabombardieri, Marte è anche lo schiaffo che uccide un Essere Zanzara imprudente.

Marte mette in movimento grandi quantità di Energia Vitale e, come questa viene usata per costruire, può essere usata per abbattere i limiti delle condizioni imposte allo sviluppo dell'Essere Umano.

L'Essere Umano usa Marte per togliersi il Condizionamento Educazionale e i limiti costrittivi imposti nell'infanzia e che ne condizionano le scelte in età adulta. L'Essere Umano, come qualunque Essere della Natura, usa Marte per sviluppare la propria Libertà del fare per costruire il proprio Potere di Essere.

Il Comando Sociale, quando usa violenza, non attinge da Marte, ma dalla propria miseria. Il Comando Sociale non deve liberarsi da limiti o da costrizioni, ma costruisce limiti e costrizioni. Il Comando Sociale usa la sua violenza allo scopo di ricondurre all'ordine chi lo mette in discussione, chi, attingendo da Marte, invoca la Libertà di veicolare le proprie pulsioni e di fare le proprie scelte.

Portare distruzioni non significa necessariamente distruggere.

Per l'Essere Umano l'assoluto è il suo divenire nella Natura proiettato nell'infinito dei mutamenti; distruggere significa, in positivo, togliere i limiti al divenire umano, in negativo, distruggere il divenire umano.

Distruggere i muri non significa distruzione perché la distruzione di un qualche cosa di "fisico" implica, per l'Essere Umano, una nuova condizione oggettiva in cui adattarsi. Porre limiti e condizioni alla formazione di un nuovo adattamento: questo è distruzione, in quanto, impedendo (o condizionando) il nuovo adattamento alla nuova situazione oggettiva che si è creata, si distrugge il divenire di quegli Esseri Umani.

E' particolarmente viva la sistematicità della distruzione, nel peggiore del descritto, nel comportamento dei missionari cristiani. I cristiani arrivano, distruggono la cultura e la struttura sociale di quel popolo, ne distruggono usi e costumi dopo di che impongono la propria cultura, la propria morale. La necessità della morale cristiana distrugge, generazione dopo generazione, la possibilità di quel popolo di ricostruirsi rifondando il proprio divenire nelle relazioni col mondo circostante.

Quel popolo avrà padroni che pescheranno a piene mani dalla morale e dai costumi cristiani perché questo rafforza quel loro Comando Sociale; la morale cristiana non condannerà mai chi opererà stragi, sottomissioni, schiavitù in suo nome in quanto, da quella violenza, la morale e l'etica cristiana trarranno forza per espandersi.

Marte è la soluzione violenta delle contraddizioni il cui scopo è quello di portare alla Libertà chi, assoggettato a costrizioni e limitazioni, decide la soluzione di contraddizioni attraverso un atto violento.

La forza di Marte esplode in marzo.

Chi è costretto a subire condizioni e limitazioni è facilmente contenibile nei mesi freddi.

Il Comando Sociale si è spartito la terra autoproclamandosi "padrone", possiede i mezzi con cui scaldarsi, il cibo, le case in cui ripararsi. Il ribelle non possiede questo, deve aspettare la bella stagione per esplodere traendo profitto dall'esplosione della Natura. L'abbondanza lo libera dalla dipendenza (soggiogamento al bisogno difficilmente soddisfacibile) facendogli intravedere la possibilità di volgere a proprio favore le contraddizioni fra sé e il Comando Sociale.

Così Marte è l'Essere Umano giunto all'esasperazione la cui ultima risorsa è la soluzione delle contraddizioni del proprio esistere mediante un atto di violenza.

Si potrebbe obiettare che Marte impersona semplicemente la guerra. Quest'affermazione è una stupidaggine! Perché si chiede a Marte la liberazione del terreno dagli insetti, dalle calamità, dalla siccità e dalla desolazione? Ciò chiarisce il concetto precedentemente esposto. Marte non è la forza scatenante gli insetti, le calamità, le carestie e le desolazioni ma è la forza oggettiva da cui attingere per liberarsi delle calamità, carestie, insetti, desolazione ecc. ecc.

Queste situazioni rappresentano l'oggettività nella quale il contadino si trova ad esistere e chiede, o impone, liberazione da queste costrizioni come il guerriero chiede l'eliminazione dalle costrizioni poste dal Comando Sociale.

Marte non è il "dio della guerra", ma è l'essenza della soluzione del conflitto. Marte è dunque la forza attraverso la quale il conflitto viene risolto.

A Marte si oppone ad un'altra "divinità": Pace.

Pace, divinità che assume importanza durante l'impero di Augusto, è la sottomissione dell'Essere Umano alle costrizioni del proprio divenire. Pace è la non reazione alle costrizioni: l'assoggettamento. Pace è la divinità che viene imposta dal Comando Sociale ai suoi schiavi nel tentativo di conservare sé stesso.

Mentre il colore di Pace è il nero della disperazione, quello di Marte è il rosso della determinazione.

Mentre il suono di Pace è il silenzio nel deserto della Coscienza saccheggiata; quello di Marte è il rombo di: "Almeno ci provo!"

Ci si rivolge a Marte, diventando Marte , ogni qual volta lo scontro, in una contraddizione, è gestito soggettivamente come una questione di vita o di morte.

Come per il contadino l'attacco dei parassiti, la siccità, le devastazioni erano una questione di vita e di morte, così, per il guerriero e il rapinatore, nell'atto di difendersi o di conquistare, era una questione di vita o di morte.

La Lustrazione delle armi non era soltanto l'atto attraverso il quale si pulivano le armi, ma l'atto nel quale si ripuliva sé stessi prima di attaccare o risolvere la contraddizione che si presentava.

Ripulire la propria Coscienza di Sé prima di affrontare le contraddizioni. Ripulirsi per mettere a fuoco i termini della contraddizione e i suoi limiti. Ripulirsi perché chi fece della sottomissione, elemento del proprio esistente, può risolvere una contraddizione attraverso la guerra soltanto come atto di disperazione. Come tutti i disperati, l'atto attraverso il quale risolvere la contraddizione richiede una tale quantità di Energia Vitale da coinvolgere l'intero individuo.

La lustrazione delle armi è la lustrazione di sé stessi, esattamente come il "sacrificio" del cavallo da guerra era il ringraziamento a Marte per l'Energia prestata per lo scontro. Gli Esseri Umani si trasformano in Marte attraverso la Lustrazione e sospendono la relazione con Marte attraverso il sacrificio del cavallo da guerra.

La contraddizione che si risolve mediante l'uso delle armi è l'ultima contraddizione in quanto, dopo la sua risoluzione, una o più parti concorrenti alla sua formazione viene distrutta o, comunque, annichilita.

Riuscire ad affrontare questo tipo di contraddizioni è il massimo risultato per i popoli i cui veggenti videro Marte abbracciare l'intera possibilità del divenire dei popoli stessi. Per questo motivo molti popoli si identificarono con questa visione. La visione di questo modo di affrontare la vita, per molto tempo, rappresentò l'anima di popoli italici come i Marsi, i Mamertini e i Mamurciani.

Attraverso varie vicende costoro trasferirono l'essenza della propria visione a Roma i cui veggenti agirono per farla propria concedendogli l'attenzione che gli spettava.

L'Attenzione, la collocazione, la venerazione di Marte fu una delle essenze che formarono il Genio della città di Roma, la sua coscienza. Tuttavia la guerra in quanto tale non fu il fine di Roma a differenza della Macedonia di Alessandro Magno. Roma non faceva guerre per il piacere della guerra come i cristiani avrebbero fatto. Non ci fu nessuna guerra fra Roma e i veneti: gli interessi coincidevano.

Una Linea di tensione come Marte, o uno snodo in cui intersecano molti bisogni, molte tensioni, molti progetti degli Esseri Umani, può diventare Cosciente di Sé e assumere il nome di Marte. Nella vita degli uomini quel nodo può diventare così importante che la sua rappresentazione religiosa può diventare totalizzante per singoli individui o per singole situazioni sociali. Può diventare il tutto per il singolo Essere Umano, ma l'Universo è comprensivo di ogni Linea di Tensione, di ogni Essere e infiniti Dèi che si esprimono in infiniti nodi in cui convergono interessi, bisogni, desideri di tutti gli Esseri che compongono l'immenso in cui viviamo. Come ogni Essere può scegliere, così le Linee di Tensione scelgono; e la relazione avviene sempre con aspetti specifici sia dell'Essere Umano che della Linea di Tensione e di tutti gli Esseri che partecipano alla relazione.

Non esiste relazione del tutto col tutto sia perché il tutto non ha coscienza sia perché il tutto del singolo Essere Umano è composto da un infinito numero di Esseri.

Così lo scopo di Roma era il proprio sviluppo e non la distruzione per la distruzione.

Ancora aleggia Marte sul mondo anche se l'ombra nera di Pace avanza minacciosa.

 

Testo 1993

Sistemazione attuale: Marghera 28 maggio 2016

 

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português Marte, a oposição como guerra e como vida na Religião Romana

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.