Diana - il principio femminile della vita

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Diana è il principio femminile della vita.

Diana è la luce del giorno quando abbaglia chi si affaccia alla vita.

Se Diana è identificata col bosco e con gli animali femminili del bosco è solo per una lettura molto approssimativa. La vita avvolge l'intero pianeta e il principio femminile ne è l'essenza fondamentale in quanto il germinare è l'attività in essere sul pianeta.

Il principio femminile deve sostenere lo uno scontro continuo col tentativo maschile di modificare il presente che il principio femminile alimenta e conserva.

Il lato femminile del principio maschile vuole dominare e soggiogare il principio femminile per appropriarsi, costringendolo a soccombere, il principio maschile.

Il lato femminile del principio maschile si trovò impotente ad esprimersi in quanto impossibilitato a modificare il presente e teso a garantire la propria sopravvivenza. L'uomo è una donna mancata e quando la donna-uomo prevale nella psiche dell'individuo, non conserva il presente né lo modifica in funzione di un futuro possibile. Solo l'ideologia del possesso e della discriminazione contro il principio femminile della vita, che sospendevano le trasformazioni del presente e la nascita di un futuro possibile, consentirono le condizioni ideologiche per la nascita del Potere di Avere. Il lato femminile del principio maschile della vita inventò il Demiurgo, un non-maschio e una non-femmina, che divenne il modello del padrone della donna che veniva emarginata nella società umana.

La donna venne relegata nella casa; serva di figli e mariti, costretta a generare figli dei quali era obbligata a prendersi cura mentre "l'uomo" veniva "liberato" da quest'obbligo giuridico e morale in quanto "gestore" del Comando Sociale.

Diana è il giorno: lo splendore!

Ogni giorno dopo ogni notte.

Diana è il cielo da cui la vita proviene come conseguenza della vita del Sole.

Diana è il principio femminile della luce del giorno come Giove ne rappresenta quello maschile. Giove è il cielo come Essere in sé, Diana è la tensione del principio femminile che spinge per non essere soggiogata e costretta.

Diana è la Libertà dell'Essere femminile dalle costrizioni del principio maschile che si è trasformato in Comando Sociale soccombendo al proprio lato femminile.

La psicologia dà una lettura storico-antropologica dei comportamenti attraverso i quali Diana prende forma, sostanza e Coscienza; ma solo il veggente, alterando la percezione, può scorgere l'enormità dell'Essere chiamato Diana, o qualunque altro nome in altre culture.

L'Essere Diana alimenta il principio femminile dell'esistenza. Ogni cellula dell'Essere Diana è ogni condizione che consente alla vita di venire in Essere. L'Essere Diana è legata ad ogni Essere Femminile di qualunque specie e, attraverso le Linee di Tensione, riversa e riceve Energia Vitale da ogni coscienza che emerge alla luce del Sole. Riversa e riceve Energia Vitale non come semplice ricevitore, ma come Coscienza tesa a crescere e ad esercitare la propria intelligenza e la propria volontà, nei tempi dei propri mutamenti, in grado di determinare direzione, qualità e quantità di Energia Vitale con cui alimentare nuove nascite.

Diana, come tutti gli Esseri, tende ad espandere se stessa attraverso l'espansione del "principio" di cui è sintesi e sostanza.

Diana è in guardia, affinché il principio femminile non venga mai messo in difficoltà e, nello stesso tempo, è pronta a fornire sostegno affinché ogni Essere che può contribuire a liberare il principio femminile dalle costrizioni possa essere in qualche modo aiutato. Diana è pronta a cogliere ogni centimetro cubo di opportunità per sviluppare il principio femminile contro ogni costrizione.

Dove sta la "crudeltà" del rito nel bosco sacro di Nemi?

La crudeltà sta nel cuore degli occhi di chi guarda e non comprende lo svolgersi degli eventi.

Il cervo più forte acquista il diritto di perpetuare il proprio DNA con molte femmine.

Il femminile è; il maschio deve conquistarsi il diritto di modificare il presente.

Certamente questo è crudele per gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra che fanno della compravendita dell'Essere Umano Femminile, uno dei dogmi del proprio assoggettamento al loro dio.

Non è forse la loro Maria, la puttana schiava del suo dio padrone, che recita il magnificat dichiarando la magnificenza di essere schiava e serva sottomessa?

Dio maschio impotente [come Paolo di Tarso] che diventa "cazzuto" quando stermina gli abitanti di Sodoma e Gomorra o quando si pavoneggia nel possedere Maria o, come Gesù, fa lo sbruffone al pozzo con la Samaritana.

Come il cervo maschio ambisce all'harem più grande, così il maschio che ambisce ad occupare quella posizione se la deve conquistare e deve saperla mantenere. Deve essere un uomo che guarda al futuro, prima che maschio che si impossessa del presente.

Un comportamento, quello dell'uomo che affronta i problemi sociali, impossibile da comprendere per gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra che vivono di provvidenza divina [non preoccupatevi di che cosa mangerete o con che cosa vi vestirete, dice Gesù, adorate il dio padrone e quello che vi serve lo avrete come dono del vostro dio padrone] le cui posizioni sociali vengono acquisite con i metodi che oggi definiamo "mafiosi" sia quando si tratta del lato drammatico e violento sia quando si ottengono col più volgare "leccando i piedi al più forte e costringendo il più debole a strisciare".

Uccidere non è atto di crudeltà. Diventa un atto di crudeltà solo per un padrone che possiede chi viene ucciso e che si trova privato dell'oggetto del proprio possesso.

La crudeltà è costringere qualcuno a vivere entro mura ristrette; costringerlo a fare qualcosa contro il suo volere; costringerlo a diventare cieco davanti all'esistente; costringerlo a mendicare la propria sopravvivenza nel quotidiano per interessi e scopi che nulla hanno a che vedere con la vita, ma finalizzati ad alimentare nella società sottomissione e pulsione di morte.

La lotta per la vita non è crudeltà. E'!

La lotta per la vita diventa drammatica solo in presenza del cristianesimo che per impossessarsi della vita la svilisce, la umilia, la rende difficoltosa attraverso l'esaltazione del dolore che impone a donne e uomini.

L'Essere Umano Maschile si conquista il posto al centro del bosco sacro di Nemi. Svolge un combattimento e diventa un nodo di energia che alimenta e modifica la manifestazione del principio femminile della vita. In questo modo avvenne la diversificazione delle specie in centinaia di milioni di anni.

Attraverso lui transiteranno tutte le Linee di Tensione di quel bosco di quella società, di quel futuro possibile.

Diana, la furia femminile dell'esistenza, lo attraversa e, uscendone, riceverà la modificazione che quell'Essere maschile le imporrà.

Egli è lo Stregone del bosco di Nemi!

E' lo Stregone che ha prodotto la diversificazione ella specie.

Il ramo di oro è il suo divenire nell'eternità. Il ramo viene piantato per trasformarlo in un albero; egli pianta sé stesso per trasformarsi in un Essere eterno.

Il suo predecessore aspettava con ansia il momento nel quale sarà distrutto da un pretendente degno di quel posto. Il vecchio metterà in atto tutta la sua forza, la sua esperienza, la sua astuzia per battere il pretendente. Il suo scopo non è quello di "salvare la propria esistenza per salvare la propria esistenza" che ormai sta giungendo alla fine del suo cammino, ma allo scopo di garantire al principio femminile della vita le migliori trasformazioni per costruire il futuro. Il più degno per sostituirlo.

Sa che dovrà morire per mano di un "pretendente", egli sa che la morte del "corpo fisico" si trasformerà in nascita del "corpo luminoso"; egli sa come la sua morte sarà immediata, ma nel morire vuole fare l'ultimo "regalo " a Diana: chi lo ucciderà sarà effettivamente un Essere Umano più forte di lui; sarà effettivamente colui che attraversato da Diana renderà costei più forte; sarà effettivamente colui che attraverso Diana si trasformerà in albero del proprio divenire.

Ad ogni diversificazione delle specie nella Natura, solo colui che si modificava e introduceva modificazioni utili per il futuro nel femminile esistente poteva detenere il Ramo d'Oro. Il femminile variava e una nuova specie della Natura iniziava il suo cammino.

Platone e gli ebrei prima e i cristiani poi combatterono il divenire delle specie e il divenire della specie umana. Il primo impose l'eugenetica per meglio servire il padrone, i secondi la discendenza di razza e di sangue.

Diana, non Artemide, "protegge" gli schiavi, o meglio, impedisce che la schiavitù si trasferisca dalle catene ai polsi al cervello. Dalla costrizione materiale all'adesione soggettiva dello schiavo al proprio stato con l'abbandono di sé stesso a tali condizioni.

Diana è Libertà!

La Libertà dell'Essere Umano femminile nella gestione del proprio sesso e della propria persona; la Libertà del represso lungo la via della gestione di sé stesso; la Libertà dell'Essere Umano maschile di gestire sé stesso senza essere costretto ad aderire a schemi o a dogmi.

Perché Diana odia chi possiede mani per soddisfare i propri bisogni?

Incapace di assumersi la responsabilità del proprio divenire, costui sottrae la vita ad altre mani, se ne compiace, chiama questo: Potere. E' impotenza esistenziale che sopravvive con la violenza di catene e del terrore con cui costringere Esseri della propria specie a soddisfare i propri bisogni (senza dare nulla in cambio; come quello che si arricchisce col lavoro dei subalterni e afferma di essere "buono" perché dà loro lavoro). E' Potere di Avere ottenuto distruggendo prima sé stessi e poi l'oggettività nella quale si vive.

La ferocia di Diana si esprime nell'atto di ribellione del represso quando rivendica la libertà nei confronti dell'oppressore.

Quest'atto non ha nulla di "nobile" (ne è la sua espressione assoluta date le sue finalità) è violento, determinato, assoluto, crudele. L'atto stesso deve appagare tutte le sofferenze che l'oppressore ha inferto all'oppresso.

Della schiavitù l'oppressore ne ha fatto un'arte della mediazione per riaffermare la coercizione ad ogni richiesta di libertà; per l'uscita dall'oppressione non esiste un'arte, ma esistono atti violenti e feroci che hanno il volto e gli occhi di Diana. Atti violenti che costringono l'oppressore a modificare la qualità dell'oppressione.

Costruire una morale sulla bellezza e la necessità dell'oppressione è di uno squallore tale che solo il fare degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra potevano concepire. La forza di Diana si espande nella vita e non necessita né di fede, né di credo.

Col concilio di Ancirra (in realtà editto di Carlo Magno), la vita viene messa al bando; chi respira Libertà verrà macellato. Nonostante questo, continuano le cavalcate delle donne al fianco di Diana. La Libertà sparisce del tutto soltanto quando nell'Essere Umano muore la tensione verso un futuro possibile. Finché un barlume di vita attraversa il corpo, Diana offre la propria Energia a coloro che nell'ultimo rantolo raccolgono la propria volontà per artigliare al collo il proprio oppressore.

Diana cavalca silenziosa nella notte oppure si libra nel cielo stellato sopra un legno di nocciolo o, semplicemente, trasportata dal vento. Perché Lei è la luce nelle tenebre in cui il macellaio di Sodoma e Gomorra e il pederasta crocifisso di Nazareth avrebbero voluto precipitare l'umanità.

Il principio femminile attraversa tutti gli Esseri della Natura. In Diana il bisogno di libertà del principio femminile della vita assume gli occhi feroci del bisogno represso che nella società umana tende a liberarsi dalle costrizioni. L'Essere Umano, quando si trasforma in saccheggiatore della Natura, si è già trasformato in saccheggiatore della propria società

Diana è alimentata da quanto di femminile è presente in Natura, ma diventa più forte ogni volta che un cammino verso la Libertà viene intrapreso da un Essere Umano. Ancor di più quando i processi di trasformazione dei Sistemi Sociali Umani imboccano sentieri atti a rimuovere le catene e ad estendere le ali della percezione.

A Diana non importa se le vie intraprese sono processi lenti e calcolati o concausati da situazioni particolari, o ancora da feroci atti di violenza. Le scelte appartengono a uomini e donne che fondano il loro futuro, all'uso della loro volontà; Diana cede e riceve Energia Vitale, non distribuisce giudizi morali o comportamentali. I giudizi morali o comportamentali sono una prerogativa dei servi del macellaio di Sodoma e Gomorra che criminalizzando le scelte degli uomini giustificano le catene che vengono loro imposte.

Testo 1993

Sistemazione attuale: Marghera 11 maggio 2016

Pagina tradotta in lingua Portoghese

Tradução para o português Diana é o princípio feminino da vida, os Deuses na Religião Romana

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.