Gli Auguri sono uno dei noccioli attorno ai quali viene formandosi la religione romana. Gli Auguri sono veggenti. Sono coloro che, relazionandosi col mondo circostante e con le contraddizioni in esso espresse, costruiscono le relazioni fra Esseri Umani e Coscienze di Sé presenti nel mondo. Sicuramente non sono di origine romana, ma Etrusca (un gruppo particolare di Auguri, gli Aruspici, cioè coloro che leggono le interiora degli animali sono di origine certamente Etrusca) e più in generale Latina. Probabilmente sono più antichi della stessa civiltà Etrusca e fondatori di questa.
Gli Auguri erano Esseri Umani capaci di alterare la percezione entrando in sintonia col mondo circostante indicando quanto è possibile fare senza che le Coscienze, presenti nel circostante, si ribellino opponendosi a quel fare.
Si possono leggere i fenomeni provenienti dal mondo circostante come conferma o come opposizione alla nostra volontà d'azione. La condizione, perché questo sia possibile, è la capacità dell'Essere Umano di soggettivare i bisogni, le tensioni e le necessità del mondo circostante: diventare mondo circostante.
Diventare Silvano significa diventare uno col bosco. Significa far propri i desideri, i bisogni, le aspettative, le necessità del bosco nella misura in cui queste hanno una relazione con gli Esseri Umani. Quando questo succede, l'Essere Umano diventa Bosco, quel bosco; le sue mani sono quelle del bosco, la sua intelligenza è quella del bosco, i suoi bisogni sono i bisogni del bosco, le sue necessità sono le necessità del bosco.
Quando questo succede il bosco diventa Essere Umano, quell'Essere Umano; le sue fronde e le sue radici sono quelle dell'Essere Umano, la sua Conoscenza è la Conoscenza dell'Essere Umano, i suoi bisogni sono i bisogni dell'Essere Umano, le sue necessità sono le necessità dell'Essere Umano.
L'Essere Umano, attraverso le proprie emozioni, si fonde con la Coscienza di Sé del Bosco e, nella vita di tutti i giorni, nel quotidiano della ragione, la Coscienza di Sé Bosco risponde agli interrogativi, ai bisogni e alle aspettative dell'Essere Umano inviando segnali che lui, e solo lui (a meno che altri non abbiano percorso il suo stesso sentiero e costruito la stessa interazione), è in grado di interpretare mediante l'insorgenza di sensazioni dentro di lui.
I segnali non vengono invocati; arrivano immediati. Afferrarli è un atto di magia emotiva eseguito dall'Augure nel quotidiano della ragione. Un attimo, un gesto, un segno che l'Essere Umano deve afferrare velocemente e introdurlo nella propria coscienza razionale. Quando l'Essere Umano chiede un segno, la sua ragione macina fiumi di parole attraverso le quali reciterà le proprie speranze e le proprie aspettative ignorando i segnali che attorno a lui si manifestano.
Questo è l'Augure.
Un Essere divenuto uno col mondo circostante e da questo riceve indicazioni per procedere lungo i propri progetti. I propri progetti, i propri bisogni, le proprie necessità. I suoi bisogni, progetti e necessità non sono gli stessi delle persone che gli stanno attorno.
Ecco l'Augure farsi carico dei problemi la cui soluzione, o le indicazioni attraverso le quali procedere per la soluzione, sono funzionali anche alle persone che gli stanno attorno.
L'Augure è l'Essere Umano che si fa oggettività e, da questa oggettività, raccoglie quanto gli serve per esistere al meglio.
Quando gli Esseri Umani vivono nei boschi, o ai loro limiti, l'Augure è l'Essere Umano che diventa Silvano, Fauno o Pale e, attraverso questa unità, conduce gli Esseri Umani che lo attorniano verso il benessere.
Per un individuo che diventa, che si fonde con Silvano, Fauno o Pale, almeno cinquanta provano ad imitarlo. Se per l'Essere Umano diventato Silvano un volo dell'Essere Corvo (o qualunque altro) per lui era effettivamente la risposta ad una domanda che coinvolgeva le sue emozioni, gli imitatori dovevano codificare ogni espressione della Natura, ogni gesto del singolo animale, ogni singolo tuono o fulmine del cielo, per costruire un breviario all'interno del quale potersi muovere.
Dal veggente che, diventato uno col mondo circostante opera per risolvere i problemi propri e dei propri simili, si passa a degli individui che in possesso di alcune informazioni codificate pretendono di leggere le manifestazioni del mondo circostante in funzione, non solo dei propri bisogni (e questo rappresenterebbe un elemento a loro favore), ma di qualcosa di esterno di cui essi si ergerebbero a cani da guardia.
A questo punto non è l'Essere Umano che diventando uno con l'oggettività diventa Augure, ma diventa Augure chi l'istituzione, di cui gli Auguri si sono trasformati guardiani, desidera che diventi Augure. Il Comando Sociale garantisce sé stesso. Augure non indica più il divenire dell'Essere Umano attraverso la sua fusione con l'oggettività, ma diventa una professione di cui il Comando Sociale si appropria al fine di salvaguardare sé stesso cercando di impedire agli Esseri Umani di fondersi con l'oggettività.
Agli Esseri Umani è proibito diventare Auguri senza il consenso del Comando Sociale anche se, in realtà, molti Esseri Umani diventano Auguri senza per questo essere considerati Auguri dal Comando Sociale.
Spariti gli Auguri reali si forma il Collegio degli Auguri formato da cinque cittadini patrizi. La prerogativa di essere patrizio per diventare Augure era molto importante. Il Comando Sociale è controllato da questa classe sociale; è da questa classe sociale che può venire la protezione di quel Comando Sociale. L'Augure doveva essere una guida per gli Esseri Umani che vivono con lui o che, comunque, con lui dividevano, o da lui dipendevano, per la soddisfazione dei loro bisogni.
Solo il padrone, secondo l'ottica del Comando Sociale, poteva assolvere questa funzione; solo chi possedeva altri Esseri Umani poteva, secondo le nuove norme, diventare Augure. Il Comando Sociale, per sua natura, non avrebbe tollerato nessun'altra soluzione.
L'Augure, dall'indicare il Potere di Essere attraverso il quale diventa uno con l'oggettività in cui viveva, si trovò a rappresentare il Potere di Avere con cui radicalizzare la capacità di controllo e di possesso dei suoi schiavi.
L'Augure, da momento di liberazione dell'Essere Umano attraverso il suo divenire nell'oggettività, divenne uno strumento col quale il Comando Sociale bloccava lo sviluppo degli Esseri Umani nel quotidiano trasformandoli in servi dei propri padroni.
Poco importa se gli Auguri furono più o meno saggi, il Collegio degli Auguri usurpò una funzione Sociale che non gli spettava e, la saggezza, non era rivolta a sé come Esseri Umani ma a sé come guardiani di un Comando Sociale di cui erano parte e dal quale beneficiavano.
L'istituzione del collegio degli Auguri viene fatta risalire a Romolo o a Numa. Anche se gli Esseri Umani in possesso delle capacità per svolgere la funzione di Augure si riunivano a quell'epoca, il Potere di Essere guidò Roma all'uscita dalla monarchia e almeno un Augure, capace di essere uno con l'oggettività, fu presente nel collegio degli Auguri, fino al periodo Sillano.
Il collegio degli Auguri funzionava a Roma come oggi la moderna Corte Costituzionale rendendo infauste quelle leggi che non rispondevano ai principi del Mos Maiorum.
Con la legge Ogulnia nel 300 i seggi nel Collegio furono aumentati a nove con l'accesso alla carica anche ai plebei. Silla portò il numero dei seggi a 15 e Cesare a 16. Ormai nessun Augure, diventato uno con l'oggettività, era più presente nel Collegio degli Auguri e Roma si stava ripiegando su sé stessa.
Nell'età imperiale il numero poteva essere aumentato in quanto gli Imperatori si arrogavano il diritto di eleggere membri in soprannumero nel collegio degli Auguri aggiungendo sé stessi e i loro famigliari.
Il Collegio degli Auguri manteneva la relazione fra i membri attraverso vincoli di affetto e, inizialmente, si rinnovava per cooptazione. In pratica, erano gli Auguri a determinare chi poteva entrare a far parte del Collegio. Con questo metodo il Collegio garantiva la qualità dei suoi membri e, probabilmente, fu grazie a questo metodo se il potere di Essere poté guidare Roma fuori dalla monarchia e per tutto il periodo repubblicano.
Con la legge Domizia del 103 a.c., abrogata da Silla ma tornata in vigore nel 63 a.c., impose l'elezione dei membri del Collegio degli Auguri attraverso comizi ristretti formati da 17 tribù estratte a sorte, anche se il Collegio conservava il diritto di indicare i candidati. I candidati dovevano essere indicati da non più di due membri del collegio e questi dovevano dichiarare, pubblicamente, che chi indicavano era da loro considerato la persona migliore.
Gli Auspici pronunciati dagli Auguri, come già affermato, non erano tali da individuare l'avvenire, ma tendevano ad armonizzare l'azione degli Esseri Umani con l'oggettività esistente. Questo era possibile soltanto se l'Augure era allo stesso tempo Essere Umano e oggettività.
Negli ultimi tempi della repubblica l'interrogazione degli Auspici perde il suo carattere di relazione fra l'Essere Umano e le Coscienze di Sé nell'oggettività per fornire responsi e suggerimenti squisitamente politici.
Si ricorda Fabio Massimo il Temporeggiatore, egli stesso Augure, dichiarare che soltanto quanto era fatto in favore dello Stato godeva di buoni auspici mentre proposte di legge dannose, per lo Stato, avevano gli Auspici contrari. Fabio Massimo introduceva il concetto, fatto immediatamente proprio dal Potere di Avere, secondo cui era lo Stato che si serviva degli Auguri e non erano gli Auguri a guidare le azioni dello stato.
Quella di Fabio Massimo non è un'affermazione di ragionevolezza, è piuttosto la constatazione della propria sconfitta. Egli non è in grado di diventare uno con l'oggettività circostante. Egli non è in grado di ottenere risposte dall'oggettività e allora si ripara in quanto può proteggere la propria incapacità: l'istituzione Stato. Lui Augure, dovrebbe guidare lo Stato e, invece, diventa un servitore dello Stato: un servo!
Egli pensa di non essere lui l'incapace, pensa che quella capacità, decantata dagli Auguri, non esista. Pertanto deve piegare, quella che per lui è una finzione, a quanto gli può consentire di esistere: lo Stato. Eppure l'Augure che lo cooptò, all'interno del Consiglio, sapeva perfettamente chi e perché lo stava cooptando.
Dalle affermazioni di Fabio Massimo è facile giungere al naturale sviluppo sull'osservazione dei fenomeni attorno a noi. L'osservazione dei fenomeni si ridusse, a poco a poco, a pura formalità. Infine, cessò anche la finzione dell'osservazione. L'Augure prendeva la decisione chiedendo al servo di indicargli la comparsa di un segno a conferma della sua decisione.
Nelle mani del Comando Sociale, il collegio degli Auguri è stato svuotato del suo potere e della sua funzione. Alla fine Roma è stata distrutta!
Testo 1993
Revisionato nella forma attuale: Marghera gennaio 2019
Pagina tradotta in lingua Portoghese
Tradução para o português Os Áugures, na Religião da Antiga Roma
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.