1100 - le crociate degli straccioni,
dei bambini e dei pastorelli

Il filosofo del secolo è
Abu al-Walid Muhammad
ibn Ahmad ibn Muhammad ibn Rushd
detto Averroè Vedi scheda

La storia della Stregoneria dall'800 al 1800
Quarta parte

di Claudio Simeoni

Storia della Stregoneria

 

In questa trasmissione parleremo del secolo XII dal 1100 in poi. Molti sono gli avvenimenti importanti, ma a noi interessa mettere l'accento su un paio di fatti importanti e poco conosciuti: le crociate dei bambini e degli straccioni.

L'importanza storica delle crociate degli straccioni non è mai stata valutata. Basti pensare che questo tipo di crociate mossero dalle 300 alle 500 mila persone e coinvolsero l'intera Europa quando la popolazione era all'incirca di una ventina di milioni di abitanti. Anche se i dati non sono corretti, nell'arco di 150 anni le crociate dei miserabili hanno disegnato l'intera struttura emotiva e del percepire la vita di tutti gli abitanti d'Europa.

Fu il calderone dei sentimenti di quelle crociate che servirono per forgiare una nuova forma di percepire la vita. Anche se quelle crociate furono, come doveva essere, soltanto una serie di stragi per il gusto della strage, contribuirono a costruire quella coscienza collettiva, quella compattazione della percezione, che dalla fine del paganesimo era sparita. Basti pensare a Stefano che guida una crociata dei bambini al quale appare Gesù che gli indica cosa fare. Il potere assoluto cristiano diventa mistica e la povertà sarà indicata come stato sociale voluto dal dio padrone. Il circostante si presenterà a suggerire agli Esseri Umani cosa fare per uscire dalla miseria. Magari sotto forma del santo, di Gesù o dello spirito santo, ma le tensioni degli Esseri Umani cominceranno ad aprirsi alle necessità esistenziali e alle tensioni del circostante.

Se la chiesa cattolica userà le crociate per convogliare la una massa di briganti e di cavalieri ormai difficilmente controllabili, le crociate degli straccioni costruiscono un processo di annientamento emotivo attraverso la distruzione sistematica di milioni di vite di individui adulti e bambini.

"Le crociate popolari" da "L'operazione storica" ed. Mondadori:

Accanto alle crociate ufficiali, cioè regolarmente benedette dai papi e organizzate da imperatori, re o principi, ci furono, fino al 1291, almeno otto crociate popolari:

I - la crociata degli straccioni (1095-96);

II-III-IV - le crociate dei tedeschi (1096), più irregolari che popolari;

V - la crociata dei lombardi (1100-01);

VI-VII - le due crociate dei bambini (1212);

VIII - la crociata dei pastorelli (1251).

Questi movimenti spontanei di grandi masse popolari che si mettono in marcia senza organizzazione e, spesso, senza una meta reale (se non la Gerusalemme dei loro desideri), danno la misura di un clima culturale e dei fantasmi dell'inconscio collettivo che dominano gli uomini del XII-XIII secolo.

La crociata degli straccioni era guidata da Pietro l'Eremita e da Gauthier Sans Avoir (Gualtiero Senza Averi: mai nome fu più simbolicamente significativo). Pietro era un predicatore dotato certamente di un fascino straordinario: "il popolo lo circondava in folla", scrive Guibert de Nogent, "colmandolo di doni e celebrandone la santità con tali lodi, che io non rammento siano mai stati tributati simili onori ad altra persona (...). In tutto ciò che faceva o diceva sembrava esservi alcunché di divino, tanto che si giunse al punto di strappare i peli del suo mulo per custodirli come reliquie. Il suo appello raccolse una massa di disperati, uomini e donne, vecchi e bambini, senza armi e senza alcuna esperienza militare. Si videro gli scozzesi" ci informa Guibert di Nogent "avvezzi alla vita selvaggia e incompetenti di tattica militare, venire in folla, scalzi, in farsetto e pelliccia grezza, il sacco dei viveri in spalla, dalla loro terra caliginosa, e altri, dalle armi ridicole in confronto alle nostre, offrirci l'ausilio della fede e delle loro preghiere (...). In tale occasione avreste potuto vedere cose singolari e ridicolissime. I poveri, per esempio, ferravano i buoi alla maniera dei cavalli, li aggiogavano a carri a due ruote su cui caricavano le scarse provviste e i bambini piccoli, e se li tiravano dietro; e non appena avvistavano un castello o una città, i piccini domandavano ansiosi se fossero mai arrivati a quella Gerusalemme verso la quale si stava andando." Questa massa di sbandati e di saccheggiatori (poiché non avevano mezzi a sufficienza per sopravvivere lungo il cammino) raggiunse, secondo una cronaca bizantina, le 80.000 persone.

Lungo il percorso attaccarono la città ungherese di Semlin (4000 ungheresi morirono nella battaglia) e saccheggiarono e incendiarono Belgrado, la cui popolazione era fuggita prima dell'arrivo di questa incredibile crociata. A Nissa stavano accingendosi ad attaccare la città quando il governatore bizantino Niceta mosse contro di loro con l'esercito regolare facendo strage dei crociati (un quarto dei quali morì o fu preso prigioniero). Quando, come dio volle, giunsero finalmente in territorio musulmano, riuscirono a percorrere appena pochi chilometri che furono affrontati e massacrati dai turchi selgiuchidi presso Civelot. Era il 21 ottobre 1096. Meno di 3000 riuscirono a scampare (tra i quali Pietro l'Eremita). Sul luogo della battaglia, scrive Anna Comnena, le ossa formavano un mucchio immane, anzi un'altura, una collina, un rilievo di considerevole superficie (...), (i turchi) costruirono mura simili a quelle di una città, riempiendo gli spazi intermedi, anziché con malta, con le ossa dei morti, e fecero di tale città in un certo senso, la loro tomba.

Le tre crociate dei tedeschi del 1096 furono, in realtà, tre grosse bande armate, di 10-15.000 uomini ciascuna, la prima guidata dal frate laico Volkmar, la seconda dal sacerdote Gottschalk, la terza e più numerosa dal conte Emich di Leiningen (sulla pelle del quale, si disse, comparve miracolosamente, impresso a fuoco, il segno della croce). Questa crociata di tedeschi doveva dare inizio alle stragi di ebrei che cominciarono a insanguinare l'Europa. Vero è che i crociati erano confortati, almeno in parte, dall'autorevole parere dell'abate Pietro di Cluny il quale, in quegli stessi anni, scriveva : "che vale cercare e combattere i nemici della religione cristiana in remoti paesi, quando i dissoluti ed empi ebrei, ben più malvagi dei saraceni, non in terre lontane, bensì qui in mezzo a noi, altrettanto sfrenatamente e sfacciatamente profanano, calpestano, dileggiano impuniti il cristianesimo e ogni sacramento cristiano? come può lo zelo di dio animare i figli di dio, quando gli ebrei, questi inimicissimi tra i nemici di cristo e dei cristiani, se la cavano tanto a buon mercato? (...) poiché iddio non vuole che essi vengano totalmente sterminati e condotti alla completa estinzione, ma, a maggior tormento e smacco, alla maniera del fratricida Caino, preservati per una vita peggiore della morte (...) resti loro assicurata la vita, ma voi prendetegli il danaro, così che l'impudenza degli empi saraceni venga combattuta dall'armata cristiana rinsaldata dall'empia pecunia giudaica".

I crociati tedeschi cominciarono col depredare gli ebrei degli averi ma finirono col togliere loro anche la vita: Volkmar a Praga, Gottschalk a Ratisbona, Emich a Spira, Worms, Rudesheim, Colonia, Treviri e Magonza (vedi documento ). Dopo di che le tre bande crociate sciamarono in Ungheria, ma gli ungheresi, che già avevano avuto l'esperienza della crociata degli straccioni li stavano aspettando.

Il re Colomanno, in tre successive battaglie, a Nitra (Volkmar), Szèkesfehèrvàr (Gottschalk) e Wieselburg (Emich), sterminò i crociati tedeschi.

La crociata dei lombardi si mise in moto nell'estate del 1100: era formata in massima parte di poveri disgraziati, anche qui con donne e bambini, provenienti dalla Lombardia, ma anche dalla Germania e dalla Francia. Pochi preti, pochissimi cavalieri. Avanzando verso sud, lungo il Danubio, il serpente umano si ingrossa (il cronista Albero di Aquisgrana parla addirittura di 200.000 uomini), s'abbandona ai soliti saccheggi e, a Costantinopoli, arriva ad attaccare il palazzo imperiale.

Qui si dividono in tre colonne. La prima, sotto il comando di Raimondo di Tolosa, si dirige verso la catena del Ponto vicina al Mar Nero. E' attaccata, nei pressi di Amasia, da arcieri turcomanni e distrutta; solo pochi, tra cui il conte di Tolosa, riescono a raggiungere il mare e far ritorno a Costantinopoli. La seconda colonna, comandata dal duca Guglielmo IIdi Nevers, scende verso sud. A Iconio è circondata dalla cavalleria turca e annientata. La terza, sotto Guglielmo IX di Poitiers e Guelfo IV di Baviera ripercorre la strada di Iconio, supera la città, si dirige verso il fiume che scorre nelle vicinanze e mentre si accinge ad attraversarlo, è assalita dall'esercito turco che ne fa strage (un cronista parla di 60.000 morti). Era il 5 settembre 1101.

Le crociate dei bambini del 1212 e quella dei pastorelli nel 1251 assumono contorni di fiaba, nonostante si concludano in tragedia. Nel 1212 un ragazzo, Stefano, guida 30.000 suoi coetanei fino a Marsiglia, dove si imbarcheranno finendo parte in fondo al mare, parte venduti come schiavi ai turchi da trafficanti cristiani. Nello stesso anno Nicola, dalla Germania scende in Italia alla testa di 7-8.000 fanciulli. Respinti sia da Genova che da Roma, moriranno la maggior parte di fame e freddo riattraversando le Alpi nel viaggio di ritorno. I pastorelli, invece, che nel 1251 lasciavano le bestie alla pastura e se ne andavano senza salutare né padre né madre erano guidati da un misterioso Giacomo o Giacobbe d'Ungheria con una gran barba incolta, come se fosse uomo di penitenza; e aveva il viso pallido e magro. Costoro, come i loro predecessori di quarant'anni prima, vogliono liberare il santo sepolcro e, in più, il loro re Luigi IX, in quel momento prigioniero in oriente. Ma sono organizzati religiosamente fuori dei quadri della chiesa costituita, tanto che oggetto dei loro assalti in Francia, oltre agli ebrei, sono i possedimenti del clero. Le autorità li invitano a sciogliersi, senza successo. Il loro numero era diventato così grande, scrive Guglielmo di Nangis, che essi si erano ordinati per centinaia e migliaia e ogni gruppo aveva il suo capo e la sua bandiera. I cronisti dell'epoca li attaccano: il maestro d'Ungheria, il loro capo, viene chiamato agente di Maometto, principe dei ladri, spia del sultano, e gli stessi ragazzi vengono descritti come agitati da non so quali baccanali.

La società degli adulti e l'ordine costituito non sanno come spiegare queste misteriose unioni di fanciulli (le stesse reazioni di condanna ci sono state nel 1212) che rappresentano da un lato l'anarchia, dall'altro un confuso embrione di un nuovo ordine sociale. Alla fine i pastorelli verranno tutti uccisi in scontri armati o impiccati da cavalieri e da soldati mossisi contro di loro sul suolo stesso della Francia. E' con tutta probabilità dai pastorelli e dai bambini del 1212 che nasce la leggenda del pifferaio di Hamelin il quale, non ricompensato per aver liberato la città dai topi, portò via, senza ritorno, i bambini del luogo. E' un caso, scrive P. Alphandéry, se, per l'anno 1210, gli annali di Ranieri di Liegi registrano il flagello di un'invasione di topi nei campi, nei villaggi, nelle case, nelle fattorie?

Questo è il mistero che circonda il fare degli Esseri Umani: cosa consente loro di agire all'unisono senza che il potere costituito non li chiami in sua difesa? Questi furono i primi esperimenti di ricerca di dignità dell'uomo. Il condizionamento educazionale cristiana portava il povero, il pastorello, a identificarsi con la volontà del dio padrone e come il dio padrone macella gli uomini, così questi poveracci hanno solo il massacro come metodo per affrontare le contraddizioni. Massacrando finiscono nell'unico modo possibile: massacrati. Percepire le tensioni esistenziali che spingono gli uomini a cercare migliori condizioni di vita non è sufficiente se non si sa come e dove costruire quelle migliori condizioni di vita. Per loro il nemico erano i musulmani che avevano occupato Gerusalemme e la questione non è molto diversa dalla destra politica europea di oggi che, anziché costruire delle buone condizioni di vita, indica nella strage dei musulmani la soluzione dei problemi, veri o falsi, che affliggono l'Europa.

Come ieri personaggi come Stefano o Pietro l'Eremita, erano gli uomini del destino di questi miserabili, oggi lo sono Berlusconi, Bossi, Salvini, Trump, Orban, ecc.

Avete mai pensato a come fosse la vita del pastore? Quella del pastorello? O quella dei bambini in quelle città sotto il dominio dei cristiani? O pensate che la pederastia intesa come possesso dell'individuo sia un'invenzione dei preti moderni?

I giovani sono sensibili al circostante. Sono sensibili alla trasformazione della loro energia quando passano dallo stato di fanciulli a quelli Esseri umani adulti. Sono sensibili ai richiami delle fonti, sono sensibili alla voce del bosco e sono sensibili al richiamo di libertà. Specialmente quando, analfabeti, vivono isolati in quei luoghi pascolando le greggi. Meglio intraprendere un'avventura che vivere di bastonate!

La strategia d'azione degli stregoni era pronta, doveva essere affinata e schermata. Un conto è agitare le tensioni egli individui alla ricerca di soddisfazione dei desideri e un altro conto è l'intelligenza e la cultura con cui le persone possono realizzare quei desideri.

Le persone erano troppo sensibili. Le condizioni in cui vivevano le rendevano pronte a veicolare le loro pulsioni, ma erano ferocemente sottoposte al condizionamento educazionale cattolico. Il padrone era l'unica soluzione che si presentava alla loro percezione.

Questo era quanto emerse dalle crociate dei poveracci. In fondo il loro sogno era la conquista di migliori condizioni di vita. Si illudevano che le parole di propaganda cristiana fossero vere e non miserabili inganni. Si immaginavano che la liberazione del sepolcro consentisse loro di vivere in un paradiso, luogo ben diverso in cui i cristiani li costringevano.

Ora il presente era troppo miserabile, prima o poi gli Esseri Umani avrebbero alzato lo sguardo da esso e avrebbero provato a costruire il futuro. Prima o poi gli Esseri Umani avrebbero capito che bisogna costruire anziché distruggere. Gli stregoni stavano sollecitando gli Esseri Umani ad alzare lo sguardo; era solo questione di tempo e di migliaia di esperimenti che falliranno.

Ogni fallimento aggiungerà un seme nella costruzione di libertà. In questi secoli i semi della libertà si spargono in varie direzioni; Noi ne analizzeremo alcune anche nel secolo successivo.

1997

 

Diventare uno stregone

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

La Storia della Stregoneria

La storia della Stregoneria non è una storia di uomini o di capi. La storia della Stregoneria è la storia del divenire delle idee, del modo con cui gli uomini guardano al mondo e alla vita sociale. La storia della Stregoneria è la storia della modificazione del presente in cui il cristianesimo ha rinchiuso il divenire dell'umanità.