SUI MOTIVI DELL'INCOMPATIBILITA'

 

 

 

 

RELIGIOSA NEL CONFRONTO

 

FRA

 

PAGANI POLITEISTI

 

E

 

CRISTIANI

postato da Claudio Simeoni

 



Questa pagina è dedicata ad un dibattito-confronto con un cristiano che voleva riuscire a capire la differenza che c'è fra le concezioni religiose Pagane Politeiste e le concezioni religiose cristiane.

Il dibattito è avvenuto nell'NG free.it.religioni.cristianesimo nel mese di settembre 2006. L’ultimo messaggio caricato a dimostrazione delle intenzioni del mio interlocutore è del gennaio 2007.

Inizialmente avevo postato l’intera cascata di messaggi per mettere in rilievo la dinamica della discussione. Poi mi sono chiesto: “Che cos’è importante?”; “Che cosa mi interessa comunicare alle persone?” E mi sono reso conto che non era importante che cosa veniva detto nella discussione, ma far capire alle persone quali sono i fini per cui un cristiano discute con un non cristiano.

Ho maturato questa convinzione dopo aver letto l’articolo di Gustavo Zagrebelsky “Cosa pensa la chiesa quando parla di dialogo” pubblicato sul giornale La Repubblica del 10 gennaio 2007.

Zagrebelsky parlando della pretesa della chiesa cattolica (e dei cattolici in generale), scrive:

“ [...]  Il magistero cattolico segue scoscesi percorsi con l’intento di proporre un Dio avente natura razionale (logos) e sostenere che, nella concezione cristiana-cattolica attuale, fede e ragione coincidono. L’essere umano “di ragione” è tale perché è anche “di fede”, onde chi è senza o contro la fede, è anche senza o contro la ragione. Queste proposizioni rappresentano una svolta. Nella tradizione ebraico-cristiana (fino a poco tempo fa La Tradizione), Dio è potenza e amore; la nuova filogenesi greco-cristiana propone l’innesto del cristianesimo nella concezione del Kosmos, quale ordine del mondo corrispondente alla ragione regolatrice sovrana. La “natura”, perché nessuno può pretendere di alterarla, diventa “diritto naturale”; logos e nomos finiscono per coincidere. Proclamandosi custode dell’ordine natural-razionale, la chiesa può proporsi come custode dell’ortodossia della ragione; non solo della ragione filosofica, come è stato per secoli, ma anche della ragione scientifica, cioè della ragione applicata alle scienze naturali. Gli uomini di chiesa diventano scienziati; anzi scienziati accreditati più di tutti gli altri, perché la loro ragione onnicomprensiva, che si abbevera alla scienza di Dio, la teologia, può vantare un’esclusiva garanzia di verità. Per qualche misterioso ricorso storico, riappare il volto del cardinale Bellarmino, con una sola differenza, che oggi invece di invocare l’autorità delle scritture contro Galileo, si invoca il Logos divino.

Su simili pretese è chiaro che il dialogo onesto che si auspicava all’inizio [con i cattolici, NDR] è impossibile. L’interlocutore non cattolico, per la chiesa, è uno che, in moralità e in razionalità, vale poco o niente; è uno che le circostanze inducono a tollerare, ma di cui si farebbe volentieri a meno. A ben pensarci, la “amichevole” proposta ai non credenti di “vivere [almeno] come se Dio esistesse” è conseguenza di questo disprezzo. Se ci si confronta con loro, è perché le condizioni storiche e concrete non consentono di fare altrimenti. Il dialogo non è questione di convinzione, ma di opportunismo dettato da forza maggiore o da ragioni tattiche, nell’attesa che cambi la situazione. C’è una distinzione molto cattolica tra tesi e ipotesi, una distinzione che consente alla chiesa i più spericolati adattamenti pratici anche molto distanti dalle sue concezioni del bene e del giusto. La tesi è la dottrina cattolica nella sua purezza; l’ipotesi è quanto di essa le circostanze permettono di realizzare. Il dubbio è che il dialogo, per la chiesa, sia solo “in ipotesi”, in vista di tempi migliori, come è per lo stratega di cui si diceva, che prende tempo per accrescere le sue munizioni. [...]

 

 

Ho lasciato una sola e-mail a dimostrazione del dialogo col cattolico Dorian sufficiente per qualificare il dialogo.

Ciò che voglio sottolineare è: “Perché Dorian ha affrontato la discussione?”

Dopo l’e-mail relativa alla discussione ho messo tre brevi e-mail di Dorian che chiariscono i suoi intenti. Il dialogo lo ha svolto in maniera subdola e disonesta nella speranza di aver argomenti sufficienti per sostenerlo e “abbattere” le mie tesi. Non essendoci riuscito e avendo interrotto il dialogo è passato direttamente alla denigrazione e all’insulto.

Come dice Zagrebelsky:

 

“Su simili pretese è chiaro che il dialogo onesto che si auspicava all’inizio [con i cattolici, NDR] è impossibile. L’interlocutore non cattolico, per la chiesa, è uno che, in moralità e in razionalità, vale poco o niente; è uno che le circostanze inducono a tollerare, ma di cui si farebbe volentieri a meno. A ben pensarci, la “amichevole” proposta ai non credenti di “vivere [almeno] come se Dio esistesse” è conseguenza di questo disprezzo. Se ci si confronta con loro, è perché le condizioni storiche e concrete non consentono di fare altrimenti. Il dialogo non è questione di convinzione, ma di opportunismo dettato da forza maggiore o da ragioni tattiche, nell’attesa che cambi la situazione. C’è una distinzione molto cattolica tra tesi e ipotesi, una distinzione che consente alla chiesa i più spericolati adattamenti pratici anche molto distanti dalle sue concezioni del bene e del giusto. La tesi è la dottrina cattolica nella sua purezza; l’ipotesi è quanto di essa le circostanze permettono di realizzare. Il dubbio è che il dialogo, per la chiesa, sia solo “in ipotesi”, in vista di tempi migliori, come è per lo stratega di cui si diceva, che prende tempo per accrescere le sue munizioni”.

 

Ed è la stessa cosa che ha fatto il cattolico Dorian.

Dove la denigrazione e l’insulto non lo posta a caso, ma sotto i miei post di denuncia dei crimini commessi dai cattolici in ottemperanza alla loro dottrina.

In sostanza, Dorian, posta gli insulti per giustificare i crimini della chiesa cattolica.

Così dopo la pacatezza delle discussioni in cui Dorian ha dimostrato la pochezza razionale e la vuotezza morale passa all’insulto.

La discussione prese avvio da una pagina che ho caricato su internet sull’impossibilità del dialogo religioso con i cristiani:

http://www.federazionepagana.it/dialogointerreligioso.html

E da lì prende avvio la discussione.

Gli ultimi due post sono gli insulti di Dorian S. che, tanto, continuerà ad insultare nell’NG free.it.religioni.cristianesimo in quanto i cattolici non sono in grado di giustificare il loro credo religioso se non con la violenza e la prevaricazione. Come dice chiaramente Zagrebelsky nel suo articolo.

Ricordo, per la cronaca che il Sig. Dott. Gustavo Zagrebelsky fu Presidente della Corte Costituzionale e uno dei maggiori costituzionalisti Italiani.

Marghera, 14 gennaio  2007

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

 

 

 

------------ INIZIO E-MAIL CON DORIAN S.-----------

 

"Dorian S." <.......> ha scritto nel messaggio news:pan.2006.09.12.21.19.36.3817@sneakemail.com...

> riprendo un po' in ritardo un dialogo che ho interrotto con C. Simeoni
> ---
>
> riassumo intanto una cosa su cui non ero riuscito a farmi capire.
> uso dei termini molto diversi rispetto all'altra volta, magari mi spiego
> meglio. cercavo di argomentare rispetto alla verità - "laica" - di Cristo
> e del cristianesimo.
> il concetto di "verità" mi sembra riguardi due questioni: - è vero ciò
> che non è una illusione, ossia ciò che persiste nel suo essere. se non
> persistesse, allora non sarebbe più. e non essendo più non potrebbe
> essere né vero né falso. l'esistenza da sola, presa da sola, è in
> questo senso la forma più povera di verità: cambia continuamente, si
> trasforma, non persiste nel suo essere.

Innanzi tutto sistemiamo il concetto di “VERITA'”, specialmente per metterci d'accordo di che cosa parliamo

Se usi il concetto di verità in termini religiosi monoteisti, il concetto di verità è la manifestazione del dio. L'assoluto, creatore, rivela la verità.

Se usi il concetto nei termini della psicologia o del Paganesimo, la verità è ciò che il singolo individuo svela in quel momento in relazione con il mondo in cui vive. Se oggi, ho una verità del mondo, perché percepisco e comprendo il mondo in un certo modo, domani ho un'altra verità del mondo perché, percependo nuovi e diversi fenomeni percepisco il mondo in forma un po' diversa: e così via per tutta la mia esistenza.

Il concetto di verità fotografa l'attimo presente, ed è immobile. In quel presente rappresenta il mio assoluto nella relazione con il mondo. Ora, se la verità si impone all'individuo, l'individuo diventa immobile all'interno di quella verità immobile: ogni discorso che farà l'individuo sarà finalizzato a riaffermare quella immobilità.

Diversa è la relazione che c'è fra Estia e Demetra. Estia è la verità immobile, al centro della casa, la vergine che nessuno può possedere, Demetra è la libertà, la crescita continua; il continuo rinnovare della verità di ogni singolo individuo. Estia è la verità e Demetra è la libertà e i due movimenti convivono e interagiscono. Se Estia ha il sopravvento l'individuo si chiude in sé stesso; se Demetra distrugge Estia l'individuo si perde nell'immenso.

Io parto alla conquista del mondo (psicologicamente parlando) con delle “convinzioni” che sono la mia verità, ma in quella “conquista, la verità viene modificata al giungere di ogni nuovo fenomeno e quella modifica è l'azione di Libertà, di Demetra, su di me.

 


> si può trovare un livello in cui l'esistenza raggiunge lo status di
> verità. un livello in cui, pur cambiando, in qualche modo permane.
> è un livello che mette in campo i valori umani. l'esistenza può
> permanere nel suo essere quando ha a fondamento dei valori che sono in
> potenza universalmente ed eternamente umani.
> quando qualcosa è concretizzazione di valori che rispettino ogni uomo e
> siano potenzialmente attualizzabili in altri modi sempre e da tutti,
> allora si può dire che l'esistenza ha raggiunto un livello di realtà
> pieno.
> ad esempio un mito è un qualcosa di concreto, nato in un tempo preciso,
> ma che può essere riletto in ogni tempo e luogo come concretizzazione
> specifica di qualcosa vivibile, in altri modi, anche dagli altri esseri
> umani.
> naturalmente dire che qualcosa debba essere vivibile anche dagli altri
> esseri umani implica che ci siano degli esseri umani che possano vivere
> questo qualcosa: non deve portare alla morte degli uomini, ma alla vita.
>

 

Qui provo a sviluppare il concetto di “valori”. Troppo usato e spesso abusato nella società in cui viviamo.

Che cos'è un sistema di VALORI, usato in questo contesto.

I valori sono quell'insieme di principi che determinano etica e morale, comportamenti e relazioni di una persona nel mondo sociale e, più in generale, della vita.

I valori, che una persona individua, sono alla base delle sue azioni (anche dei suoi inganni, tanto per non confondere).

Un sistema di valori, PER ESSERE DICHIARATO, O ANNUNCIATO, DEVE ESSERE DEFINITO.

Perché questo? Perché non esistono dei “sistemi di valori”o dei “singoli valori” che possono essere intesi come COMUNI A TUTTE LE PERSONE.

Noi viviamo in una società che è divenuta per modelli statici che normalmente vengono chiamati IDEALI. Ma l'ideale è una percezione soggettiva che ne ha l'individuo della realizzazione del proprio Intento, sia in forma personale che in forma collettiva. Solo che l'individuo elabora i propri ideali all'interno della “realtà” finita della propria “verità” e l'ideale finisce con l'essere “l'idealizzazione del trionfo della propria verità”, cioè della propria soggettività. L'individuo non prende a modello la realtà oggettiva della società in cui vive o della Natura, ma prende a modello sé stesso, separato dalla Natura e dalla società e sulla Natura e sulla società proietta i suoi ideali che altro non sono che ciò che egli immagina.

Per esempio io ho avuto molti problemi, trenta anni fa con la definizione dei valori del termine Comunismo!

Ero una specie di pesce fuor d'acqua e ho impiegato quindici anni per capire che le persone davano il significato alla parole diverso dal mio: infatti il comunismo, per loro, era la riproduzione della società dei primi cristiani, la Città di Dio, l'Utopia, la Città del Sole, la Repubblica di Platone. Cosa che per me era assolutamente inconcepibile.

Si trattava di proiezioni sulla società delle proprie illusioni, modelli a cui le loro aspettative aderivano.

 

Il Paganesimo inverte questo sistema di leggere il “sistema di Valori”. Il principio base del Paganesimo è che le specie della Natura si espandono, divengono e si trasformano continuamente.

Per cui, data una “verità” della nascita di ogni singolo soggetto di ogni singola specie, entra in gioco Demetra che spinge, come tensione soggettiva, il singolo soggetto ad espandersi.

Allora, il “sistema di Valori” che un Pagano Politeista accetta è quel sistema di valori che incontra nascendo. Nel nostro caso è il sistema di valori determinato dalla COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA. Se vuoi ti elenco dal primo articolo all'ultimo dicendoti che quegli sono i VALORI che determinano le nostre scelte etiche e morali, civili e relazionali. Ma questo vale anche per la Natura; ogni nuovo nato assume, come mondo in cui vivere ed agire, il mondo che trova alla nascita e in quel mondo mette in atto la proprie strategie d'esistenza.

 

Come Pagani, come agiamo. Quel sistema di valori non è statico. Quando nella società in cui viviamo c'è qualcosa che stride fra prassi sociale e valore è compito del Pagano far in modo che quello stridere venga risolto.

E qui, per questo concetto mi fermo.

 


> in questo senso potenzialmente Cristo e la sua vita mi sembra siano veri.
> ci sono stati e ci sono tutt'ora molti problemi nelle forme in cui il
> cristianesimo è stato vissuto, ma ciò non toglie - seppur limita - la
> sua potenzialità di essere umano. ma così come le varie versioni del
> politeismo, c'è stato di tutto ma non è necessariamente un ostacolo al
> mostrare che esso possa essere realmente e veramente umano.
>

Quando si considerano delle cose che non hanno una base oggettiva (in questo caso cristo) è necessario sapere che tipo di percezione, delle stessa cosa, ne ha l'altro.

Quando tu dici: “Cristo e la sua vita mi sembra siano veri”, questo sembrare è il prodotto di un'illusione. Cioè, dato un carico emotivo che tu investi in una serie di aspettative si forma in te una certezza soggettiva nella “verità di cristo”.

Non mi dici, Gesù è vero perché ci sono delle testimonianze e nemmeno mi dici il pensiero e l'azione di Gesù è vera perché data una situazione oggettiva quel pensiero e quell'azione hanno inciso in maniera diversa, ma mi dici: “Cristo e la sua vita mi sembra siano veri”.

La verità è nella tua proiezione (che è un oggetto in sé) e non in cristo e nella sua vita.

 

Quando tu dici: “ci sono stati e ci sono tutt'ora molti problemi nelle forme in cui il cristianesimo è stato vissuto...” Io questo non lo posso sapere. Lo può sapere un cristiano che di questione deve discutere con un altro cristiano.

Cosa posso sapere io?

Posso conoscere i testi sacri del cristianesimo; posso conoscere le interpretazioni dei testi sacri che ne da la chiesa cattolica (e magari anche gli altri cristiani); posso sapere come storicamente è stato interpretato; posso sapere gli effetti che ha avuto sulla vita degli uomini; posso conoscere gli effetti pratici dell'applicazione di quella dottrina. Cioè posso conoscere quanto si manifesta oggettivamente, ma non posso conoscere le aspettative che ne ha il singolo cristiano e, una delle cose che mi offendono dei cristiani, è che quando danno un'interpretazione diversa dei vari passi dei vangeli dalla gerarchia cui fanno riferimento, non vanno dalla gerarchia a dire loro “voi sbagliate”, ma vengono da me, che non sono cristiano, a dirmi come loro vogliono che io interpreti CIO' CHE LORO SENTONO!

 

Per quanto riguarda la Religione Pagana Politeista il problema è che tale religione NON E' MAI ESISTITA. Noi abbiamo tante tradizioni religiose, ma tutte appartengono al loro tempo, a quelle culture. Culture che hanno scritto quelle cose dando per scontato l'intero insieme culturale da cui quelle cose emergevano.

Io sono passato dalla Stregoneria al Paganesimo quando ho scoperto che le LINEE DI TENSIONE che io già “usavo” per agire in percezione alterata, in realtà ERANO GLI DEI. E quando ho tentato di individuarle nella tradizione Italica (lo puoi leggere ancora nella prefazione del libro IL SENTIERO D'ORO) avevo un grande disprezzo per gli DEI Greci, in particolare per Ercole e ho impiegato più di dieci anni per comprendere chi e che cosa fosse Ercole e oltre quindici anni per comprendere che il Fanete degli Orfici non è “il mostro” come tradotto dai cristiani, ma è “colui che mostra”. Il Paganesimo lo sto costruendo ora, prendendo dalle Antiche Tradizioni, ma ciò che hai di antico è estremamente frammentato ed è utilizzabile soltanto da qualcuno che abbia l'INTENTO!

 


> Claudio scriveva:
> ---
> Il problema di Galileo e dei cardinali si ripropone.
> Dioniso trasforma l'acqua in vino per i suoi nemici assetati (Nonno di
> Panopoli, le Dionisiache).
> Questa azione mi stimola un'idea: "Dioniso, forse, ama i suoi nemici: ha
> sentito le loro passioni, il loro dolore, lo ha interiorizzato e ne ha avuto
> compassione!" Ma se io vedo un nazista che punta il mitra ad un ebreo e
> dice: "Ama il prossimo tuo!" Su cosa pongo l'attenzione, sull'azione o sulle
> parole? E come interpreto l'una e le altre?
> ---
> cerco di fare ciò che dicono le parole e condanno le azioni perché sono
> disumane, in quanto uccidono un uomo e quindi l'umanità

 

Veramente qui ti avevo messo nel ruolo di giudice, di spettatore, non di attore!


> Claudio scriveva:
> ---
> E' vero che il Gesù dei vangeli non punta il mitra, ma dice (e ampio per
> chiarire): "Io dico a voi che voi dovete amare i vostri nemici!" Ma in
> questo non c'è azione. Pertanto nessun concetto è espresso. O meglio, un
> concetto viene descritto mediante le parole, ma non c'è nessuna a zione che
> dimostri la concretezza e la significazione dell'azione. In Dioniso vedo
> l'amore per i nemici (ci sono molte altre cose perché si tratta di un
> romanzo), non lo vedo nelle azioni di Gesù, anzi vedo il contrario. Vedo gli
> insulti contro i Farisei! Insulti gratuiti perché non sono legati a nessuna
> azione. E quando un'affermazione non è legata a nessuna azione è un concetto
> ---
> Da un lato Gesù parlava, ma d'altro lato compiva miracoli, guarigioni,
> eccetera. Significativo che l'autore degli Atti degli apostoli riassuma
> così il contenuto del suo primo libro (probabilmente il Vangelo di Gesù
> Cristo secondo Luca):
> "Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che
> Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato
> istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu
> assunto in cielo." (At 1:1-2)
>
> nota la finezza: tutto quello che Gesù
> fece
> e
> insegnò
>
> prima c'è il fare di Gesù, le azioni, poi gli insegnamenti, che derivano
> dal fare e dalle parole. ma credo che la parola stessa di Gesù sia stata
> azione (in realtà credo che ogni parola sia azione). ci torno tra un
> attimo.
>

C'è sempre una visione soggettiva proiettata che significa le azioni.

Gesù usa la sferza per cacciare i mercanti dal tempio. Quell'azione è l'esempio dalla quale Hitler trae l'insegnamento col quale giustificare la “soluzione finale”.

Prova a considerare i “miracoli” e le “guarigioni”, ti sembrano qualche cosa di importante?

Prova a leggerti la vita di Apollonio di Tiana, che secondo alcuni ha fornito il modello per molti vangeli, molti sono i miracoli che faceva e di lui ci sono delle testimonianze storiche precise, mentre di Gesù non ce ne sono e, guarda caso, la sua vita avviene nello stesso periodo in cui vengono scritti i vangeli ufficiali: alla fine del primo secolo d.c. Se poi vuoi sapere l'idea che gli antichi avevano dei miracoli, leggiti l'Asino d'Oro di Apuleio.

Come avrebbero potuto gli evangelisti cristiani descrivere il loro profeta senza un contorno di miracoli? Non sarebbe stato credibile!

Ma gli evangelisti dovevano far fronte ad un altro problema: che qualcuno, per l'epoca, i miracoli li faceva davvero!

Infatti, nel tempio di Esulapio venivano portate le persone gravemente ferite e fatte dormire con delle droghe. Mentre dormivano veniva liberata la Vipera di Esculapio che leccava il sangue e le ferite. Magicamente, ferite gravissime si rimarginavano e guarivano. Questo era VERAMENTE UN MIRACOLO! Poi arriva la Rita Levi di Montalcini e scopre il “fattore di crescita”. Qualcuno analizza la saliva della vipera di Esculapio e scopre che la saliva contiene grandi quantità di “fattore di crescita” che accelerava la guarigione delle ferite. Ma il miracolo non sta nella “guarigione oprata” ma nell'armonia che lo scopritore ha costruito col mondo in cui viveva. Non si esaltava come padrone del mondo, ma come parte integrale del mondo!

In ogni caso, se era figlio del dio padrone e padrone lui stesso, anziché “guarire un cieco” avrebbe potuto eliminare la cecità.

In ogni caso, ti stai dimenticando che Paolo di Tarso andava dicendo che chi si faceva cristiano non sarebbe fisicamente morto. Poi ha avuto qualche problema quando i cristiani hanno cominciato a morire.

 


> Claudio scriveva:
> ---
> buono per qualsiasi uso e consumo. Poi, ciò non toglie che quelle parole,
> nella tua testa, vengono significate, assumono un valore e si riferiscono
> ad azioni.
> ---
> non nella mia testa, ma all'interno della relazione che si instaura
> mediante questo potentissimo strumento, che abbiamo a disposizione,
> chiamato linguaggio. Gesù parlava. C'erano delle reazioni. Le reazioni
> erano legate a ciò che Gesù aveva detto. Gesù aveva detto qualcosa che
> aveva contribuito a costruire quelle reazioni. niente di trascendentale. io
> in questo momento sto scrivendo, se fosse a voce starei solo dicendo
> parole. ma sto anche compiendo delle azioni: sto mostrando di aver capito
> ciò che mi vuoi dire o di non aver capito niente; sto concordando o
> discordando con te; ti sto facendo riflettere su quanto io sia incapace,
> capace, eccetera; sto costruendo, pubblicamente, una particolare identità
> pubblica di "me in quanto credente", stiamo contribuendo a costruire uno
> spazio di dialogo, eccetera.
>

E qui dobbiamo aprire un discorso sul linguaggio, che cos'è e cosa rappresenta nell'individuo.

Il linguaggio nella specie umana, come noi oggi lo consideriamo, è venuto formandosi circa (la do grande) 100.000 anni fa. Il linguaggio (che poi è l'espressione della ragione) si innesta su una struttura fisiologica che cresce, diviene, affronta le condizione e le contraddizioni della vita, risolve i suoi problemi che ha ALCUNI MILIARDI DI ANNI (a spanne).

Il linguaggio è un modo di esprimere ciò che l'individuo percepisce e intuisce attraverso ciò che LINGUAGGIO NON E'.

Il linguaggio e la ragione non sono i fondamenti della vita, ma sono delle sovrastrutture che la specie ha elaborato in tempi recenti.

Pur tuttavia, è col linguaggio e con la ragione che noi comunichiamo, ma ciò non toglie che ciò che trasmettiamo non sia estraneo al linguaggio e alla ragione.

Quando tu dici: “Gesù parlava. C'erano delle reazioni. Le reazioni erano legate a ciò che Gesù aveva detto.” Ti stai dimenticando che anche in Cappuccetto Rosso c'è tutto questo, ma non per questo a Cappuccetto Rosso do una valenza emotiva tale da considerare reale la sua favola.

Ciò che sfugge psicologicamente a un cristiano è che l'altro non percepisca le cose con le sue stesse emozioni.

Il fatto che un evangelista, abbia voluto costruirsi una setta religiosa e abbia scritto una storia di un personaggio di cui EGLI, lui che scriveva, era il portavoce ufficiale e all'interno di quella setta rivendicare il potere proprio per aver scritto quella storia, io non lo metto in dubbio. Però non ci investo le mie emozioni!

Mi emoziona la ricerca del luogo dove Latona andrà a partorire Apollo nell'Inno Omerico ad Apollo. Ma non mi emoziona perché sottomette le mie emozioni ad un evento divino, ma perché vivo il momento in cui nella Natura è nata la DIVERSIFICAZIONE DELLE SPECIE! E' quell'esplosione di energia che coinvolge le mie emozioni, ma sono convinto che a te non fa questo effetto. Per questo non ti chiedo di vivere o considerare emotivamente quel momento, ma potrò discutere in modo accademico dell'azione del principio maschile nell'immenso femminile e della qualità delle contraddizioni che si genera.

Resta il fatto che i vangeli furono scritti a tavolino con intenti di potere e di dominio definendo una figura di Gesù (che fra l'altro significa GUARITORE) che non è mai esistita e che serviva come immagine per focalizzare l'attenzione degli astanti.

Quando tu dici: “Gesù aveva detto qualcosa che aveva contribuito a costruire quelle reazioni.” dimentichi l'ovvio. Ogni autore di storie (anche e specialmente in quell'ambiente letterario) crea la situazione nella quale fa fare bella figura al suo eroe. E nei vangeli l'ambientazione delle azioni del Gesù è costruito in modo talmente rozzo e povero che dal punto di vista letterario sono scritti di infima categoria. Gli evangelisti erano estremamente ignoranti rispetto al loro stesso ambiente letterario e i loro scritti rispondevano soltanto al loro bisogno di potere nel circolo in cui agivano.

 

La ragione, trasmessa mediante il linguaggio, è la fonte dell'inganno.

Le altre due forme di comunicazione, l'emozione e l'azione, non ingannano.

Ciò che tu fai è ciò che tu sei!

Se non è così prova a vivere per milioni di anni nella Natura.

Ciò che mi emoziona è ciò che esiste, ed esiste nella forma che mi emoziona ed io esisto nella misura in cui emoziono quanto mi circonda: nelle emozioni non c'è inganno.

L'inganno nasce quando sopra le emozioni e sopra le azioni prende il predominio la comunicazione mediante il linguaggio: posso raccontare di azioni che non sono o posso raccontare di emozioni millantate o posso inventare rappresentazioni immaginate.

Il linguaggio (la ragione) tenta di ingabbiare entro essa sia le azioni (queste devono essere fate in base a delle ragioni) che le emozioni (devono esprimersi mediante un perché, non importa se inventato o immaginato).

 

Tuttavia è col linguaggio che noi costruiamo le relazioni fra gli uomini e precisare ciò che intendiamo è sempre doveroso, perché, altrimenti, c'è l'inganno!

 


>
> Claudio scriveva:
> ---
> Tu stesso, nel dirlo, riconoscei che della dottrina cristiana ce ne sono
> stati molti usi: MOLTE INTERPRETAZIONI! Allora, se un principio può
> essere interpretato in maniera diversa, significa, quanto meno, che quel
> principio si presta a "fraintendimenti", ad "uso soggettivo", a
> "convenienza soggettiva". Per esempio, posso dimostrarti che quando Gesù
> ---
> certo, ma vale per ogni cosa umana. la dinamite può essere usata in una
> cava per raccogliere del granito (gli ascendenti sardi si fanno sentire)
> per costruire un edificio meraviglioso, così come per far esplodere un
> autobus. così come i punti di vista con riferimenti pagani: possono
> essere usati in molti modi.
>
>

Non mi sembra un esempio molto appropriato.

Ciò che stride sono i presupposti.

Per interpretare i vangeli come fai tu (o lasci trasparire) e la chiesa cattolica è necessario considerare l'oggetto descritto nei vangeli figlio del dio padrone e creatore e dio egli stesso.

Questa accettazione emotiva è quanto distingue le considerazioni che fai dei vangeli da un lato e Capucetto Rosso dall'altro.

L'uso della dinamite dipende dalla MIA volontà soggettiva; l'interpretazione che tu fai dipende dalla VOLONTA' soggettiva dell'evangelista che tu hai adattato alla situazione (hai determinato la lunghezza della miccia).

 


> Claudio scriveva:
> ---
> "convenienza soggettiva". Per esempio, posso dimostrarti che quando Gesù
> guarisce (non ricordo più chi) e dice: "Sono il padrone del sabato"
> la chiesa cattolica lo interpreta come il suo diritto di incarcerare e
> torturare le persone (l'ho messo da poco in internet dentro una pagina
> web). Quando Gesù non trova i fichi e maledice l'albero, la chiesa
> cattolica vede nell'albero il popolo d'Israele e i fichi che mancano è la
> credenza nel figlio di dio che il popolo d'israele, i fichi, non gli ha
> dato. E, con questo, la chiesa cattolica ha legittimato il genocidio degli
> ebrei. E' il problema della gente comune cattolica.
> ---
>
> sì, perfettamente d'accordo su questo rischio. il fatto che sia comune
> non è una scusa per non badarci. però il cristianesimo lascia solo
> questa interpretazione o anche altre infinitamente più umane? direi che
> ne lascia anche altre e queste occorre favorire il più possibile.
>

Non si tratta di un rischio.

Si tratta della realtà oggettiva.

Come ho già detto sopra:

“Posso conoscere i testi sacri del cristianesimo; posso conoscere le interpretazioni dei testi sacri che ne da la chiesa cattolica (e magari anche gli altri cristiani); posso sapere come storicamente è stato interpretato; posso sapere gli effetti che ha avuto sulla vita degli uomini; posso conoscere gli effetti pratici dell'applicazione di quella dottrina. Cioè posso conoscere quanto si manifesta oggettivamente, ma non posso conoscere le aspettative che ne ha il singolo cristiano e, una delle cose che mi offendono dei cristiani, è che quando danno un'interpretazione diversa dei vari passi dei vangeli dalla gerarchia cui fanno riferimento, non vanno dalla gerarchia a dire loro “voi sbagliate”, ma vengono da me, che non sono cristiano, a dirmi come loro vogliono che io interpreti CIO' CHE LORO SENTONO!”

Ti faccio un esempio.

Per noi Pagani è fondamentale attrezzare le persone per affrontare il futuro, pertanto, in questa situazione, per la situazione sociale che viviamo, il peggiore dei delitti è violentare un bambino perché significa disarmarlo psicologicamente nell'affrontare il suo futuro (poi qualcuno riesce comunque a vivere, come qualcuno riesce a sopravvivere al campo di sterminio, ma ciò non significa che l'azione sia in sé aberrante e distruttiva nelle possibilità soggettive di costruire il futuro). La violenza cattolica sui bambini è voluta dalle azioni di Gesù ed è fatta ad imitazione di Gesù. Per questo motivo la chiesa cattolica non la può condannare, perché condannerebbe Gesù: il suo dio. Può solo esecrarla socialmente, ma non condannarla per dottrina (vedi documento di Giovanni XXIII e Ratzinger). Il passo fondamentale che impone al cristiano la pratica della pedofilia e della pederastia in particolare è il ragazzino nudo che stava con Gesù al momento dell'arresto nel vangelo di Marco.

Quando Wojtyla andò a Vienna proteggendo i pederasti cardinali Groer e Klenn (non so se li ho scritti giusti) circa 500.000 mila Austriaci uscirono dalla chiesa cattolica rinfacciando a Wojtyla la sua pratica pedofila e pederastica. Fondarono “La chiesa siamo noi”.

Loro, in pratica, dissero a Wojtyla: “Tu interpreti in maniera sbagliata i vangeli, noi li interpretiamo in maniera diversa!”

Facendo questa scelta, io non potrò mai andare dai cattolici (perché sempre cattolici si dichiarano) della “La chiesa siamo noi” a dire loro: “Siete dei pederasti ad imitazione di cristo” proprio perché loro hanno dissociato la loro interpretazione dalla chiesa cattolica.

 

Ti ricordo che interpretando in maniera diversa i vangeli si finiva sul rogo come eretici!

 


> per finire questo messaggio, esempio su una parola di Gesù che mi sembra
> anche un'azione. Gv 4:7-9
>
> 7 Arrivò intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù:
> «Dammi da bere». 8 I suoi discepoli infatti erano andati in città a far
> provvista di cibi. 9 Ma la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei
> Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei
> infatti non mantengono buone relazioni con i Samaritani.
>
> Iper-brevizzo. Qui Gesù, parlando, chiede aiuto. La sua affermazione,
> qui resa in italiano all'imperativo ("Dammi da bere") viene colta come
> una richiesta ("chiedi da bere a me") dalla donna. Nel chiedere aiuto
> compie due azioni. Rompe un confine che divide, quello tra giudei e
> samaritani (i quali "non mantengono buone relazioni") e lo fa parlando con
> una donna, cosa strana, inusuale (nel v. 27 è sottolineato che i
> discepoli di Gesù "si meravigliarono che stesse a discorrere con una
> donna"). Si relaziona a lei, nel parlarle e chiederle aiuto, mettendosi
> sotto di lei. Si fa bisognoso. Così facendo rende la donna -
> samaritana - qualcuno che è più in alto di Lui, qualcuno che ha qualcosa
> che Gesù non ha (l'acqua, con tutto ciò che può significare l'acqua in
> un luogo desertico, l'essenziale).
> Chiedendole aiuto (mediante le parole) compie due azioni (rottura
> di un confine, elevazione della donna, una delle categorie più deleritte,
> al di sopra di sé stesso) rivoluzionarie.
>

 

Quando tu, nella precedente, mi hai accennato a questo episodio era un'ora piuttosto tarda e sono andato a leggermi l'episodio. Un po' l'attenzione che avevo investito nel risponderti e un po' la stanchezza dopo che ho letto l'episodio ho avuto una visione e ho rivisto la scena del pozzo collocato in un ambito completamente diverso.

Ho visto un tizio, appoggiato al bancone di un bar che tentava di farsi “figo”, mostrarsi “bello” per farsi la cameriera!

La visione è stata prodotta da un “carico emotivo”, ma sono convinto che sia più coerente con l'interpretazione che ne dai tu.

 

Provo ad esplicitarti alcuni presupposti del mio discorso.

Innanzi tutto, torno a ripetere, il vangelo che tu citi sono delle invenzioni a tavolino, quello di Giovanni, in particolare è molto tardo e viene scritto quando molti cristiani stanno abbandonando il cristianesimo perché fallito nella sua promessa.

Nel pezzo che tu citi affermi che la Samaritana sia una “derelitta”.

Dalla storia risulta che questa era una donna molto potente, specialmente nell'ambiente in cui il cristianesimo voleva diffondersi: la gente non colta. Era così potente da aver avuto BEN CINQUE MARITI! E chi sottometteva una donna del genere nell'ambiente Antico? E' come dire che Ercole fosse moscio!

Ciò che Giovanni presenta è una donna potente che “riconosce quanto Gesù sia “figo””

Per quanto riguarda poi la Samaritana, ti ricordo che c'è sempre stato una certa avversione fra giudei e samaritani e i cristiani giocavano sulle contraddizioni proprio per avere il potere interno (è una derivazione della pratica zelota anche se col vangelo di Giovanni siamo già abbondantemente nel II° secolo).

Il problema degli evangelisti, e di Giovanni in particolare, è quello di sottomettere la donna al maschio (più che al maschio, all'omosessuale, ma qui il discorso si fa più complesso) dove Gesù viene presentato come il prototipo maschile superiore.

Il fatto che Gesù chieda l'acqua è un principio cristiano con cui, come dice Paolo, “accumulare carboni accesi sulle persone” sottometterle. Infatti Gesù chiede acqua, ma impone sottomissione che la donna esplicita correndo in paese declamando le grandi rivelazioni che avrebbe ricevuto, senza in realtà ricevere niente.

 

Quando tu carichi di emozione il fatto del superamento della distanza fra giudei e samaritani, come se fosse una questione di antirazzismo, ti ricordo che a quei tempi il razzismo, come oggi lo pensiamo, non esisteva. Esisteva la differenza giuridica fra cittadini e non cittadini, ma non esisteva il razzismo. E' l'ebraismo e il cristianesimo che costruiscono il razzismo e, con esso, la moderna ideologia del superamento del razzismo.

 

Gesù vede una donna al pozzo; Gesù vede la cameriera al bancone e decide di farsela; non se la porta a letto, ma ne manipola le emozioni. Non gli dice: “ho una collezione di farfalle!”, ma gli dice: “Chi beve quest'acqua tornerà ad avere sete; chi invece berrà l'acqua che io gli darò non avrà più sete in eterno; ma l'acqua che gli darò diventerà in lui una sorgente zampillante fino alla vita eterna!”

A Giovanni interessava soltanto sottomettere il principio femminile e la forza che tale principio aveva (cinque mariti, non uno!) umiliandola al fine di umiliare tutte le donne davanti alla verità della sua descrizione.

 

Per riuscire ad interpretare come lo interpreti tu è necessario aver investito una grande quantità di emozioni sul fatto che questa descrizione effettivamente descriva il figlio del dio padrone e creatore dell'universo. Ma per me che colgo solo le fatiche che la vita affronta per costruire il proprio divenire in un eterno fluire quel racconto non è soltanto povero di contenuti (perché farnetica una conoscenza e non dona una conoscenza, tant'è che ancora oggi tu cerchi un significato dopo 2000 anni di applicazione pratica), ma è un ostacolo alla vita stessa che viene sottomessa ad un padrone, cioè ad un soggetto esterno.

 

 

Ho cercato di farti capire il mio punto di vista partendo da quanto hai scritto tu.

Io affronto qualunque discussione, ma per affrontare quanto hai postato ho lavorato quattro ore. Non so se la prossima volta sarò ancora in grado di affrontare, in un colpo solo, un impegno per tanto tempo, ma se dovrò farlo romperò il discorso in più discorsi. Fra quello che hai scritto tu e quello che ho scritto io per risponderti sono quasi 30.000 caratteri!
> ciao
>

ciao
> dorian

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

 

 

----------------- FINE E-MAIL CON DORIAN S.---------------

 

 

E questo è il reale pensiero di Dorian S.

Come afferma Zagrebelsky un cristiano discute soltanto in attesa di tempi migliori.

Che tradotto significa: “Un cristiano discute soltanto quando non può uccidere il suo interlocutore perché non si mette in ginocchio davanti a lui!” Esattamente quello che faceva notare Zagrebesky quando affermava, nel suo articolo: “A ben pensarci, la “amichevole” proposta ai non credenti di “vivere [almeno] come se Dio esistesse” è conseguenza di questo disprezzo. Se ci si confronta con loro, è perché le condizioni storiche e concrete non consentono di fare altrimenti.”

 

 

E dal momento che Dorian S. non può uccidermi si limita a scrivere:

 

 

"Dorian Soru" <mlaaweo02@sneakemail.com> ha scritto nel messaggio news:pan.2007.01.13.20.38.16.53246@sneakemail.com...

> On Sat, 13 Jan 2007 10:10:22 +0000, Claudio Simeoni wrote:
>> Nella società civile questo ha equivalso ad accendere roghi, a trafficare
>> in schiavi, a macellare le persone perché accettino quella fede! Perché
>
> le mangio crude, anche senza macellarle, come i comunisti mangiavano i
> bambini.
> ottime con un po' di cannonau e un po' di vernaccia alla fine.
> tu come le mangi?
> d.

 

E ancora:

 

 

"Dorian Soru" <mlaaweo02@sneakemail.com> ha scritto nel messaggio news:pan.2007.01.11.05.59.14.628405@sneakemail.com...

> On Wed, 10 Jan 2007 20:38:15 +0000, angelswing wrote:
> (cut)
>
> ma dai che simeoni è comico, è la gioa di ogni psicoterapeuta, ogni
> psicoanalista vorrebbe averlo tutto per sé!!!
> è un mito
> d.

 

E per finire:

 

"Dorian Soru" <mlaaweo02@sneakemail.com> ha scritto nel messaggio news:pan.2007.01.27.22.15.55.847685@sneakemail.com...

> On Sat, 27 Jan 2007 15:33:17 +0000, Anna Nappi wrote:
>> Praticamente Simeoni continua a farsi l'autoritratto. Però è
>> monotono...sinceramente parlar con lui o anche solo continuare a
>> rispondergli per un è diverte ma poi diventa monotono...ormai si è
>> capito che la sua psicoanalisi è personale, io chiudo con lui, veramente
>> questa volta...le du palle ( simboliche intendo), sono proprio esplose
>
> sì, anch'io mi sono rotto di rispondergli, non conosce argomentazioni se
> non quelle basate sulle premesse "inventate da lui" e condivise da Santin
> e dalla sua cerchia. le sue argomentazioni psicologiche, come hai notato,
> sono strumentali e secondo me criticabili. però non cita la bibliografia.
> forse perché si rende conto che la sua è una raccolta dilettantesca qui
> e là, tiene solo quello che si può piegare a ciò che vuole dire.
> per il resto credo mi deiscriverò dal newsgroup, da quando c'è questo
> qui è praticamente morto: è riuscito nel suo intento di fare strage a
> forza di spam ed offtopic autorefenziali ed autovomitanti solo sé
> stesso :-) d.
>
> p.s. Anna, quando hai tempo controlli le email se ti è arrivata una mia
> email su Napolitano? Sono curioso su un tuo parere in merito. Dankeschoen

 

 

CONCLUSIONE

 

Domani mi avrebbe bruciato vivo per riaffermare il diritto alle sue farneticazioni sul dio padrone. E’ proprio del cristiano non saper argomentare, non dimostrare quanto si afferma e, quando altri lo fanno e non può ammazzare le persone. Ciò è proprio del cristiano. Il cristiano non è in grado di discutere, non ha argomenti se non quelli di imporre con la violenza la propria “fede”, cioè la follia cristiana:

 

“Adì 19 novembre 1574

Essendo stato trasportato per l’ufitio della santa Inquisizione in Torre de Nona et condennato a morte per eretico pertinace, Alessandro di Jacomo da Bassano nello stato di Venetia, qual non volendo mai ascoltare persuasione nessuna che gli fussi fatta, anzi senpre più ostinato et pertinace nella sua falsa openione, et mai si volse ridurre nel grembo della santa madre Chiesia romana, et alfine doppo l’havergli date tante persuasioni et bon documenti et non volendo intender niente si non secondo il suo pazzo cervello et ostinatione, fu alfin condotto in Ponte, nel qual luogo fu abruciato vivo, presenti li appresso testimonii.

 

Confortatori della notte

Bastiano Caccini – [terrorista e assassino]

Messer Marcantonio Isolano – [terrorista e assassino]

Francesco Carmignano – [terrorista e assassino]

Antonio Strambi – [terrorista e assassino]

Per Monte Zazera provveditore – [terrorista e assassino] – Antonio Strambi scrivano [terrorista e assassino]

 

C’è forse una differenza di ordine dottrinale fra il tentativo della casella di posta Dorian Soru fatto in internet nei miei confronti e quello che i “confortatori della notte” hanno fatto ad Alessandro di Jacomo da Bassano? Nessuna differenza dal punto di vista ideologico, le condizioni sociali impediscono a Dorian Soru di bruciare le persone per metterle in ginocchio davanti al suo dio e alle sue farneticanti interpretazioni. Solo che in Dorian Soru c’è sempre l’ordine del suo dio di ammazzare chi non si mette in ginocchio davanti a lui. Un ordine che va dall’assassinio delle singole persone:

“Chi sacrifica ad altri Dèi, fuorché al signore solo, sia punito con la morte.” Esodo 22, 19

alla costruzione dei campi di sterminio e l’organizzazione del genocidio.

I cristiani pretendono il diritto alle farneticazioni cattoliche finalizzate all’esaltazione del macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo di Nazareth. All’esaltazione del genocidio; all’esaltazione della trasformazione delle persone in oggetti di possesso; all’esaltazione impunita dello stupro di minori. Quelle tesi reali, quei principi dottrinali, che stanno a fondamento della dottrina cristiana e che a malapena vengono occultate dalle ipotesi da spacciare agli illusi e a chi è destinato ad essere una vittima sacrificata dai cristiani.

Riflettete bene quando discuterete con un cristiano. Quando gli direte: “Mitra è nato il 25 dicembre”, vi risponderà: “Anche Gesù è nato il 25 dicembre! Dunque mettiti in ginocchio con me e prega Mitra e Gesù!” Poi sarà Gesù e infine vivrai solo pregando e sottomesso. E iniziarono 1700 anni di orrori.

Marghera, 14 gennaio 2007

 


Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo

 

 

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

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e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

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