Percezione

Sulla formazione della percezione e
la selezione dei fenomeni percepiti

Di Claudio Simeoni

INTRODUZIONE

Prima Parte




Cod. ISBN 9788891185822

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Nel discorso sulla percezione, normalmente, viene ignorato l’aspetto secondo cui la percezione dei fenomeni del mondo seleziona nell’individuo la capacità di selezionare la percezione dei fenomeni del mondo.

Si tratta di comprendere che ogni Essere della Natura è all’interno di un processo di crescita che comprende un percorso di selezione della percezione. Gli Esseri Umani vivono in un  insieme immenso nel quale costruiscono la loro specifica percezione.

Se nell’immenso che ci circonda selezioniamo dei “cerchi di conosciuto” andremmo a costruire dei cerchi di conosciuto entro dei cerchi di sconosciuto selezionando un’area sempre più piccola partendo dalla Natura, con il cerchio più grande e procedendo con cerchi sempre più piccoli relativi alle singole specie, ai singoli individui delle singole specie. Ai singoli individui, delle singole specie, nei tempi culturali ed oggettivi della loro attualità. L’immenso sconosciuto in cui l’individuo viene generato viene ridotto da questi alla propria dimensione nella situazione culturale in cui questi si trova a vivere attraverso un processo di selezione continua della propria percezione soggettiva.

 

 Se l’area del cerchio, che rappresenta la percezione delle singole persone, può subire degli spostamenti di collocazione all’interno del cerchio che rappresenta (mai uscire dal cerchio in cui è compresa) la percezione soggettiva della propria specie; le trasformazioni temporali, che avvengono per gli Esseri Viventi della Natura, modificano la specie modificando sia il cerchio della percezione che rappresenta la propria specie, sia la collocazione del cerchio che rappresenta la percezione soggettiva della propria specie all’interno del cerchio di percezione che rappresenta la totalità della percezione delle specie della Natura.

La nuova generazione si trova a dover selezionare il proprio cerchio percettivo per la propria esistenza partendo dalla capacità di percezione e dagli strumenti con cui percepisce  che la specie, nel corso di milioni di anni, ha selezionato per il nuovo nato.

 

Il processo di “divenire per sedimentazione e selezione” viene registrato nel DNA che dimostra i legami fra ogni specie della Natura. Legami che si possono, e si devono, riferire anche alle capacità di percezione comuni fra tutti gli Esseri della Natura. Si devono riferire anche alla capacità di comunicazione e interazione fra gli Esseri della Natura.

 

Questo presupposto è il fondamento del ragionamento che si vuole fare per iniziare ad affrontare il discorso sulla formazione della percezione dell’Essere Umano.

 

Iniziamo dal concetto di Percezione:

Insieme di funzioni psicologiche che permettono all’organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all’azione di organi specializzati quali la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto.”

 

Per esprimere questo tipo di concetto è necessario considerare il soggetto come un ente statico. Cioè, l’individuo che siamo ora. L’analista, prende un individuo e afferma che la sua percezione è:

 Insieme di funzioni psicologiche che permettono all’organismo di acquisire informazioni circa lo stato e i mutamenti del suo ambiente grazie all’azione di organi specializzati quali la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto”.

 

L’analista non si chiede perché esiste una “non-percezione”. Non si chiede che cosa il soggetto non percepisce. E non se lo chiede, perché quanto il soggetto non percepisce, non rientra nelle sue azioni e nemmeno lo può descrivere all’analista. Fintanto che il fenomeno non viene percepito dal soggetto, il fenomeno, per il soggetto non esiste e anche se quel fenomeno dovesse entrare nella sfera percettiva di un soggetto, questi non lo riconoscerebbe, ma lo descriverebbe per come quel fenomeno agisce su di lui. Però, quanto percepisce e descrive in maniera diversa, viene riconosciuta dall’analista come “allucinazione” oppure come un “illusione”.

Le informazioni, che un organismo acquisisce, sono riconosciute come tali nella misura in cui vengono manifestate. Ma quando tali manifestazioni sono riconosciute come “illusioni” o come “allucinazioni” l’organismo ha comunque acquisito informazioni o non-informazioni (a seconda di come le vogliamo considerare) e le ha elaborate.

 

Molte idee sono state formulate dalla filosofia. Nel corso dei millenni queste idee sono sempre (quando avevano la forza di affermarsi) state poste a fondamento dei comportamenti umani per costruire una base su cui i singoli individui e le singole generazioni, nelle loro culture, potessero costruire la loro conoscenza nelle relazioni con il mondo.

 

Il discorso sulla percezione è stato, troppo spesso, racchiuso in una serie di posizioni che si contendevano la spiegazione sull’origine della percezione:

 

Uno dei problemi tradizionali della percezione è se la nostra capacità di percepire è frutto di apprendimento o invece è innata. La disputa è antica e ha diviso i filosofi che se ne sono occupati in innatisti, come R. Descartes e G. W. Leibniz, ed empiristi come J. Locke e G. Berkeley, che sostenevano che noi impariamo a percepire in un certo modo in base all’esperienza degli oggetti che fanno parte del nostro mondo.

La psicologia sperimentale ha confortato questa seconda posizione, non smentita neppure dalla comune osservazione, per cui lo sciatore esperto è in grado di percepire la differenza fra i vari tipi di neve, che può sfuggire alla percezione di chi non vive nell’ambiente; oppure parole scritte erroneamente vengono lette correttamente perché la conoscenza di ciò che dovrebbe essere ha la meglio su ciò che è. Lo stesso dicono gli esperimenti con particolari occhiali che producono deformazioni grossolane come dell’alto e del basso del campo visivo, o deformazioni sottili come lo spostamento dello sguardo a destra o a sinistra. In tutti questi casi si è assistito ad un riadattamento percettivo della nuova visione del mondo per effetto dell’influsso della precedente. Ciò non toglie che animali allevati da piccoli nella completa oscurità rivelino difetti alla retina, per cui si è dedotto che una certa quantità di luce è necessaria per lo sviluppo anatomico del sistema ottico. Da qui si è dedotto che sia il processo di maturazione sia l’esperienza interagiscono nello sviluppo delle capacità percettive.” Dal Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti ed Rizzoli

 

La conoscenza dell’uomo è formata dalla sua capacità di percepire i fenomeni provenienti dal mondo, selezionarli, metterli in relazione con altri, per produrre azioni o atteggiamenti da assumere nei confronti del mondo.

Se c’è stato un tempo in cui l’individuo formava la propria percezione adattandosi ai fenomeni provenienti dalla Natura, nel corso degli ultimi millenni la percezione degli uomini, in molte culture, si è formata adattandosi a fenomeni provenienti dalla cultura delle società umane.

Percepire il mondo significa renderci consapevoli che il mondo esiste; che esistono fenomeni nel mondo e che questi fenomeni agiscono su di noi; significa renderci consapevoli che a questi fenomeni noi rispondiamo. Che poi la consapevolezza dell’azione dei fenomeni del mondo su di noi raggiunga la nostra ragione o si collochi al di sotto di essa (e venga definita in modo vario come istinto o subconscio), noi, comunque, reagiamo alle sollecitazioni del mondo. Noi, a quelle sollecitazioni ci adattiamo.

 

Le idee che noi abbiamo sulla percezione dei fenomeni del mondo, sono il risultato dell’elaborazione soggettiva del nostro percepito e dei suoi adattamenti.

Le idee che abbiamo sulla formazione della nostra percezione sono quelle che ci permettono (o ci costringono) ad agire sulla percezione stessa Nel contempo, da quelle idee la nostra percezione viene guidata per selezionare i fenomeni che dal mondo ci giungono.

 

In questo lavoro prenderò in considerazione i fenomeni che giungono dal mondo; la percezione dell’individuo; i suoi adattamenti percettivi ai bisogni che giungono al mondo; la modificazione della sua percezione dei fenomeni che giungono dal mondo.

 

LA PRIMA COSA CHE DOBBIAMO considerare è la qualità del fenomeno che noi percepiamo. Un fenomeno che ci giunge dal mondo non è un oggetto singolo. Anche se la nostra percezione tende a semplificarlo, ogni fenomeno che ci giunge è portatore di tutto l’insieme spazio-temporale che quel fenomeno ha generato.

Questo genera il primo CAOS nel soggetto che percepisce. Se il fenomeno “singolo” è in realtà portatore di tutto l’insieme (senza il quale il fenomeno singolo nella nostra percezione non sarebbe), significa che quel singolo non appartiene al fenomeno, ma alla mia capacità di isolare il fenomeno dall’insieme che lo genera.

 

La costruzione di questa capacità è “l’arte della Natura”.

 

La costruzione della percezione di un soggetto DEVE avvenire in un mondo ristretto, circoscritto, che, pur inondando il nuovo soggetto di fenomeni, tale inondazione sia tale da rendere fertile l’individuo senza soffocarlo. Lo faccia crescere senza farlo impazzire nell’immenso. Lo faccia crescere specializzando la propria capacità di percepire in relazione al mondo nel quale si troverà a nascere: il seme, l’uovo, la pancia della madre, la partenogenesi.

 

Assumiamo come punto di riferimento la madre con un figlio in pancia e semplifichiamo le relazioni. La madre è un “divenuto” nella società umana che è un divenuto nella Natura. La madre al figlio che ha in pancia trasferirà, attraverso le proprie emozioni e i propri stati psichici, le condizioni fondamentali che vive nella specifica società umana che a sua volta si è adattata nella specifica Natura (e nello specifico divenuto delle società umane). Le condizioni imposte dalla società umana in quella Natura saranno trasferite, attraverso la madre, al nuovo nato. Ma non saranno trasferite al nuovo nato per come si presentano, ma sotto forma di impulsi emotivi con cui la madre accompagnerà le risposte di adattamento a tali condizioni. Al nuovo nato la madre trasferisce la sua specifica condizione di adattamento nella società umana.

 

Si tratta di un complesso di relazioni psico-emotive che vanno a costruire il mondo in cui il feto si costruisce. Condizioni psico-emotive che si trasferiscono sul feto anche mediante condizioni fisiche in quanto ogni trasformazione fisica della madre si trasferisce nel suo piano psico-emotivo. Così ogni stato psico-emotivo vissuto dalla madre alimenta delle trasformazioni fisiche che vengono percepite dal feto e nei confronti delle quali il feto mette in atto i suoi processi adattativi.

 

I processi adattativi del feto sono guidati dalla madre e dai suoi processi adattativi nella società degli uomini. I processi adattativi della società degli uomini sono rivolti alla madre  e riassumono i processi adattativi che la società degli uomini ha fatto nella Natura e attraverso la Natura.

 

Natura, società degli uomini, madre (e stiamo semplificando), costruiscono i limiti adattativi del feto. Nel contempo costituiscono la guida affinché gli adattamenti del feto siano funzionali a costruire quella qualità di percezione utile al feto per adattarsi nella società degli uomini in cui nasce.

 

Se in Stregoneria questi processi erano già conosciuti, la scienza sta sperimentando e verificando, da alcuni anni, i meccanismi che producono queste trasformazioni. Anche se, troppo spesso, non li interpreta come meccanismi dinamici complessi, ma quasi sempre come relazioni semplici e meccanicistiche. Troppo spesso usa l’espressione “risposta di riflesso”.

 

Quando si parla della conoscenza di un soggetto, stiamo parlando del divenuto di quel soggetto. La conoscenza assoluta di un soggetto si costruisce nel suo divenire nella Natura. La conoscenza esprime la gloria del singolo individuo nel momento della morte del corpo fisico. La conoscenza di un soggetto è la sua capacità di penetrare il mondo in cui vive, svelarlo e agire al suo interno fondando la propria esistenza.

 

Partendo dalla considerazione che la CONOSCENZA è una selezione soggettiva del CONOSCIBILE operata mediante la percezione e gli adattamenti di un individuo, cerchiamo di comprendere le nuove informazioni che ci giungono dalla scienza neurologia e dalla neuropsichiatria degli ultimi tempi.

 

 

Versione aggiornata'Come si forma la percezione in Stregoneria

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

 

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