2) Come e quando ti sei avvicinato all'esoterismo, alla Stregoneria e al mondo del Paganesimo? C'è stato un motivo scatenante che ti ha portato verso questo percorso? La tua famiglia ha influito in qualche modo in questo senso? Oppure si è opposta?

Domanda allo Stregone Claudio Simeoni
risposta N. 2

Vai all'indice dell'intervista a Claudio Simeoni sul suo percorso di Stregoneria

 

Queste sono domande alle quali si può rispondere con decine di risposte diverse, a volte apparentemente contraddittorie, a seconda del momento, dell'avvenimento, dello stato d'animo, che mettiamo a fuoco in relazione al messaggio che vogliamo comunicare al nostro interlocutore.

Perché inizio in questo modo? Perché la tendenza della cultura, nel mondo in cui viviamo, è la semplificazione. La semplificazione crea sempre inganno.

Provo a fare un esempio.

"Un amico mi regala il primo libro di Carlos Castaneda per dimostrarmi quanto per lui erano importanti le droghe. Io che ero contro le droghe lo analizzo e gli dimostro che il libro non esalta affatto le droghe. Poi leggo gli altri libri e, anche se ho quasi trent'anni divento un buon sognatore, ma soprattutto scopro il Potere dell'Intento. Nel gennaio del 1982 la polizia di stato, con l'aiuto dei magistrati di Venezia, mi "arresta" con delle accuse folli ed illegali, mi massacra di botte per due giorni. In quel momento "si apre la percezione". I magistrati di Venezia mi impediscono ogni difesa minacciandomi di morte ed organizzando processi illegali e così creano le condizioni che mi hanno consentito di disciplinare i "nuovi mondi" della percezione a cui accedevo.".

Questa sequenza di avvenimenti è abbastanza comprensibile da ogni profano, ma contiene un inganno di fondo. Non è che sia sufficiente leggersi Castaneda, per diventare dei sognatori o comprendere l'Intento (meglio alcuni aspetti dell'Intento); e nemmeno due giorni di botte della polizia possono automaticamente aprire la percezione dei modi dell'azione e dei mondi emotivi; e nemmeno le persecuzioni dei magistrati possono consentire di diventare disciplinati anziché impazzire o praticare autolesionismi.

Le cose non sono semplici e nemmeno rispondono ad automatismi riproducibili. Dentro ogni persona ci sono degli universi di possibilità che ognuno di noi seleziona ogni volta che fa una scelta. Fuori di noi c'è un universo di soggettività, di intelligenze, di volontà, che si sono selezionate ad ogni loro singola scelta e che inviano a noi un numero infinito di segnali che noi selezioniamo. Mentre un numero infimo di quei segnali giunge alla nostra coscienza razionale (e la nostra ragione seleziona), un numero infinitamente maggiore di quei segnali viene percepito dai vari strati della nostra coscienza profonda (quelle che funzionavano quando eravamo Esseri Unicellulari, piccoli rettili o piccoli topi) e mettono in atto una serie di elaborazioni soggettive del mondo che la ragione allontana dalla coscienza per delimitare la nostra azione entro gli stretti muri della quantità e della forma.

Per questo motivo la sequenza degli avvenimenti che ho raccontato è "falsa". Non perché gli avvenimenti siano falsi, ma perché quegli avvenimenti sono singoli episodi che non dicono nulla se separati dalla sequenza di scelte fatte dalla persona e caricate delle sue pulsioni emotive, che le hanno precedute. Le scelte che io ho fatto all'interno di quegli avvenimenti e delle scelte che li hanno seguiti hanno poi fissato la trasformazione della mia percezione. La trasformazione avviene sempre per accumulo di tensioni emotive, scaricate nelle scelte quotidiane e dirette dalle predilezioni, dalla volontà e dall'intelligenza della singola persona. Il singolo episodio, che funge da "motivo scatenante", non è altro che la qualità della trasformazione soggettiva che emerge da un accumulo di quantità di trasformazioni che hanno modificato la struttura emotiva della persona. Senza quell'accumulo di modificazione emotiva, che si è protratto nel tempo e si è accumulato nella persona, il singolo episodio non sarebbe mai in grado di produrre nessun cambiamento. Persone che hanno vissuto esperienze simili alle mie non hanno avuto gli stessi effetti; per contro si possono avere gli stessi effetti di trasformazione emotiva senza passare per la mia esperienza. Quella fu la mia esperienza, non l'esperienza che va fatta. La sequenza delle mie scelte mi ha fatto passare per quella via (hanno costruito quella via); ogni individuo può percorrere la propria via con esperienze razionali molto diverse, ma con lo stesso coinvolgimento emotivo. E' importante il coinvolgimento emotivo col quale ho fatto quelle scelte perché determinava la qualità dei fenomeni del mondo su cui puntavo l'attenzione e la qualità dei fenomeni che, invece, cancellavo dalla mia coscienza. Il coinvolgimento emotivo in ogni scelta determinava la relazione empatica che costruivo con i fenomeni del mondo, la qualità della "sensibilità", determinava il tipo di azioni che facevo e che la ragione, poveretta, doveva rincorrere e giustificare.

La via della Stregoneria è fatta in questo modo: è un insieme di scelte fatte in ogni attimo presente che predispone il soggetto alle scelte nell'attimo successivo che diventa, a sua volta, il presente in cui, ora, scegliamo.

La via della Stregoneria la possiamo vedere solo se ci giriamo indietro, ma non negli episodi del mondo razionale, ma negli episodi del mondo emotivo; là dove avvengono gli scoppi intuitivi. Per questo una via alla Stregoneria non è determinata dagli episodi razionali che noi ricordiamo ma da "episodi emotivi" (che si possono riferire anche ad episodi razionali, ma non necessariamente) che si sono espressi in azioni e scelte che la razionalità descrive solo superficialmente. I ricordi sono razionali (poi, molti sogni, ti ricordano aspetti diversi dalla razionalità), ma noi percorriamo la via alla Stregoneria con lo stesso meccanismo della vita che aveva anche nostro nonno quand'era un essere unicellulare e nuotava in un ipotetico brodo primordiale riproducendosi per partenogenesi.

La mia famiglia ha partecipato alla mia trasformazione. Una via alla Stregoneria tende sempre alla felicità e al benessere sia del soggetto che la pratica, sia dell'insieme in cui il soggetto vive. Dal momento che la pratica della Stregoneria è una pratica di LIBERTA', chi pratica Stregoneria deve sempre individuare gli ostacoli che agiscono nel presente ed organizzarsi per rimuoverli. Spesso gli ostacoli alla felicità sono fatti da uomini che costruiscono ostacoli ad altri uomini per esercitare il loro possesso o il loro controllo. Questi ultimi non amano gli Stregoni. Preferiscono i cappelli a punta degli astrologi, dei cartomanti o le sottane del prete cattolico. Loro sì che sono "veri stregoni", infatti dicono loro di toccarsi le palle quando passa un gatto nero, di genuflettersi quando passa una bara, o di togliersi il cappello quando passa un loro "superiore".

La mia famiglia è una famiglia di persone, non una famiglia di ruoli (come nella famiglia cristianamente intesa). La famiglia di persone ama la libertà di ogni singolo componente; la famiglia dei ruoli impone ad ogni singolo componente di aderire al ruolo imposto.

 

Immagini di Stregoneria

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Libri di Claudio Simeoni

Marghera, 01 gennaio 2010 (postato in web 30.12.2011)

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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Come sono diventato uno Stregone

Non si può voler diventare uno Stregone. Lo si diventa. O per impegno soggettivo nel nostro vivere nel mondo, o perché la vita non ti lascia alternative. Quando questo succede non puoi far altro che "andare avanti" approfondendo la nuova percezione del mondo e vivendo con passione.