La giustizia e l'uso del magistrato
Impedire una società basata sulla Giustizia
Vangelo di Luca 12, 51-59

di Claudio Simeoni

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

L'idea di giustizia sociale di Gesù
nel vangelo di Luca 12, 51-59

 

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Questo brano del vangelo di Luca continua il discorso fatto a proposito dello stare vigili nel Vangelo di Luca.

Si tratta dell'estensione delle condizioni di terrore che Gesù impone ai suoi seguaci in modo da mantenere la loro attenzione nell'ansia e nell'angoscia per la paura del suo ritorno.

Un'ansia e un'angoscia che non è fine a sé stessa, ma che chiede di essere dissetata mediante azioni che provocano ulteriore ansia e angoscia nella società

La società che viene resa angosciata per la fine del mondo e l'avvento del Gesù padrone e che scuote le fondamenta del divenire umano azzerandone problemi e aspettative e liberando i seguaci di Gesù dalle responsabilità e dagli impegni sociali assunti.

Imporre l'angoscia.

Quando ci fu un terremoto ad Antiochia, si sparse la voce che l'imperatore romano fosse stato ucciso dai Parti e i seguaci di Gesù videro i segni della fine del mondo e della venuta di Gesù. Così distrussero Cirene e Salamina macellandone gli abitanti.

L'angoscia perenne del cristiano che vive l'attesa sospeso fra doveri sociali, ai quali non vuole ottemperare, e desiderio che la fine del mondo lo aiuti a giustificare la sua coscienza dal non aver ottemperato a quei doveri sociali. Angoscia perenne che crea angoscia d'attesa in una condizione psichica che mantiene il cristiano sospeso, lontano da un futuro che non è in grado di realizzare perché attende.

Scrive Luca nel suo vangelo:

"Credete che io sia venuto a mettere la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. "Perché d'ora in poi, cinque persone in una casa saranno divise, tre contro due e due contro tre. Saranno divisi il padre contro il figlio, il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre, la suocera contro la sua nuora e la nuora contro la suocera ». Disse ancora alle turbe: «Quando vedete una nube levarsi ad occidente, voi dite subito: “Viene la pioggia"; e così avviene. "E quando soffia il vento del sud, voi dite: "Farà caldo", e così succede. Ipocriti, sapete discernere l'aspetto della terra e del cielo, e come non sapete conoscere questo tempo? E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? «Quando tu vai col tuo avversario dal magistrato, procura di aggiustarti con lui lungo la strada, affinché egli non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'agente e l'agente ti metta in prigione. Ti dico che non ne uscirai, finché non avrai pagato fino all'ultimo centesimo».

Vangelo di Luca 12, 51 - 59

Si tratta di una interpretazione del medesimo principio manifestato da Matteo. Uguale nella sostanza, ma apparentemente diverso nella forma:

“Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada; poiché sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera;”

Vangelo di Matteo 10, 34

Nella lingua in cui questo vangelo fu scritto, colui che divide si chiama diavolo!

Il Gesù di Luca afferma di essere un diavolo: un divisore!

Non colui che separa un elemento negativo da un elemento considerato positivo. Un diavolo che separa la vita dalla vita per impedire i processi di divenire e di trasformazione della vita.

La stessa prima frase la troviamo anche in Tommaso Didimo al paragrafo 17. Solo che in Tomaso Didimo la frase era finalizzata a fotografare lo sviluppo delle contraddizioni che distruggono la dipendenza. E' il figlio contro il padre e il padre contro il figlio.

Luca usa questo passo, di cui è a conoscenza, per esaltare le capacità di distruzione e di saccheggio sociale del proprio profeta. Mentre nelle filosofie misteriche questo principio ideologico indicava la necessità della costruzione dell'indipendenza soggettiva dai legami familiari, in Luca viene usato per la divisione e la distruzione del Sistema Sociale: il pazzo di Nazareth il demonio distruttore del Sistema Sociale.

Mentre Didimo centra il suo discorso soltanto nella relazione padre-figlio e viceversa, Luca estende la distruzione, che nella rappresentazione della sua follia viene espressa dal desiderio di distruzione sociale per imporre il proprio Potere di Avere, all'intero corpo sociale. Non si tratta del desiderio del padre e del figlio di troncare una relazione di dipendenza, ma si tratta della distruzione di ogni legame e di un indebolimento della capacità di determinazione sociale dei soggetti.

In Luca è la madre contro la figlia e la suocera contro la nuora. Queste guerre generazionali sono lette in funzione dell'interpretazione dei segni dei tempi.

Un dividere che non è la contrapposizione di Didimo, ma è la rappresentazione dell'azione del Gesù-diavolo tanto amata dall'attività terroristica dei cristiani.

Il Gesù dei cristiani è la descrizione del loro diavolo!

Lo scontro per impossessarsi degli individui.

Lo scontro come fonte di terrore contrapposto allo scontro che distrugge la dipendenza in Didimo!

Come si possono controllare le persone? Facendole bastonare e gettandole in prigione.

Accordati. Sottomettiti al tuo avversario affinché il "giudice", rilevando il torto che tu hai, non ti getti in prigione. Se io vado davanti ad un giudice per una qualche questione, ci vado perché ho delle ragioni da difendere; perché devo necessariamente essere bastonato o finire in prigione? Perché devo accordarmi col mio avversario? Non è lui che si deve accordare con me? Perché necessariamente sarò io ad andare in prigione o sarò io portatore di condanna?

Perché Luca deve colpevolizzare le persone al di là delle ragioni che ostentano e con le quali alimentano la propria volontà nell'affrontare la vita.

Può darsi che davanti ad un giudice io vada in prigione, ma può darsi che tu, davanti ad un giudice, vada in prigione e questo giudice riconosca le mie ragioni. Riconosca la giustezza del mio ricorso in giudizio.

Per affermare questo è necessario che il giudice sia imparziale e attui quelle che sono le leggi e la moralità della società in cui vive. O tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge o la legge protegge interessi di parte violentando gli uomini.

Quando una magistratura oscilla fra la necessità del giudizio imparziale stando alle leggi e la difesa di un dominio e di un controllo che mette in atto azioni avverse alle leggi, ma confacente all'ideale di dominio del giudice, questo preoccupa ben oltre l'aspettativa di un giudizio sul caso specifico. Le idee e le convinzioni aprioristiche del giudice offuscano la sua imparzialità. Come quando Luigi Calabresi scatenò una caccia all'uomo anarchico consapevole che gli attentati alla Banca dell'Agricoltura erano parte di un piano di eversione della democrazia da parte di ambienti nazisti e fascisti. La magistratura allontanò il giudice che dissentiva dalla campagna terroristica nei confronti degli anarchici per promuovere idee aprioristiche nella magistratura con cui costruire ingiustizia e devastazione Costituzionale che obbligava i cittadini ad intervenire per difendere la patria messa in pericolo da poliziotti e magistrati.

Si deve temere il giudice con preconcetti pronto a torturare i cittadini che chiedono giustizia, il giudice che minaccia di morte i cittadini esponendo il crocifisso in antitesi ai principi Costituzionali.

Questo deve temere chi va davanti al giudice: l'ingiustizia del magistrato in quanto identificazione dello stesso col dio padrone, padrone egli stesso.

Un magistrato che giudica attento che il suo giudizio gli conservi il suo ruolo di padrone del destino di chi non si può difendere. In quest'ottica si pone il pazzo di Nazareth.

Il cittadino onesto non teme il magistrato onesto che chiede, si fa spiegare le ragioni, analizza la situazione e risponde ad accusato e all'accusatore motivando il proprio giudizio sull'inchiesta che mette in atto per assicurare un giudizio conforme alle informazioni raccolte.

Gesù si identifica col giudice che bastona chi chiede giustizia, perché il solo chiedere giustizia è un atto di determinazione nei suoi confronti. Compromette il suo essere padrone degli uomini. Tu devi accordarti col tuo nemico affinché io non ti getti in prigione.

Quando un magistrato usa la prigione nei confronti di qualcuno prima ancora di aver osservato le leggi è solo un criminale che usa la propria carica per impedire a qualcuno di ottenere giustizia. Invitare ad accordarsi può essere fatto soltanto dopo aver ascoltato le ragioni per le quali si giunge davanti al magistrato. Accordatevi fra voi, potrebbe dire il magistrato, senza costringermi ad emettere una sentenza che manderebbe uno di voi o tutte due in prigione.

Questo modo di procedere, in chi si identifica nel giudice padrone di uomini e in diritto di bastonarli, è assolutamente inconcepibile. Eppure il suo diritto di mettere in prigione è il segnale dei tempi che mutano. E' il segnale che gli Esseri Umani devono cogliere dal mutare del tempo.

Non è più tempo di giustizia: il giudice non ascolta le parti, ma è parte coinvolta nell'interesse della disputa e giudica preservando i propri interessi.

Sei tu che andrai in prigione, sei tu che pagherai fino all'ultimo spicciolo.

Il pazzo di Nazareth che si erge a nemico degli Esseri Umani e in quanto nemico li giudica per far loro pagare, attraverso i tormenti, fino all'ultimo spicciolo.

Guardate i tempi, non è più il tempo in cui Giustizia regge le dispute fra gli Esseri Umani con una bilancia in mano: è il tempo del terrore del Gesù di Nazareth che alla giustizia sostituisce il suo capriccio.

Gesù per ottenere l'efficacia del suo terrore e costruire i tempi nuovi deve dividere chi è unito. Deve dividere il padre dal figlio, la madre dalla figlia, la suocera dalla nuora e viceversa. Deve costruire odio e rancore: non come in Tomaso che risolve la contraddizione annientando la dipendenza.

I tempi nuovi sono annunciati. Come la pioggia viene annunciata dalla nuvola che appare a ponente o il caldo annunciato dal vento di scirocco così l'azione del pazzo di Nazareth preannuncia i tempi nuovi. I tempi in cui Giustizia perderà la bilancia a causa della miseria costruita dal Gesù di Nazareth e la soggettività della condanna e del dominio sull'individuo diventeranno la regola a cui gli Esseri Umani dovranno sottostare. Non andare dal magistrato a chiedere giustizia, assoggettati, altrimenti lui ti mette in prigione e ti costringe a pagare fino all'ultimo spicciolo.

Questi sono i tempi nuovi del diavolo di Nazareth.

Colui che è venuto per dividere ciò che si muoveva unito per costruire il proprio benessere.

Anche se in Tommaso Didimo troviamo la stessa frase iniziale, in realtà in quel caso era lo scontro che risolve la contraddizione, in questo caso c'è la distruzione dell'unità di intenti attraverso la quale si costruisce la sottomissione degli Esseri Umani.

Per il Gesù di Nazareth Giustizia deve continuare ad essere cacciata dagli Esseri Umani affinché costoro non ricorrano ad essa contro di lui ed egli possa, senza che qualcuno lo contrasti, costringerli in prigione a pagare per non essersi a lui sottomesso intuendo dai segni i tempi nuovi dell'orrore e della miseria che lui stava portando.

Proviamo a vedere come si attua l'arrivo dei tempi nuovi da le Streghe Amanti di Satana universale Eletta-Gallimard:

"Durante la vera e propria esplosione di casi di stregoneria che si verifica nel 1644, un giovane pastore percorre la Borgogna. Gli basta guardare le pupille di una donna per riconoscere il segno diabolico della strega! Le vittime scoperte in questo modo vengono consegnate ai tribunali signorili per essere giudicate. Nonostante l'opposizione della Corte sovrana, più liberale in materia di stregoneria, le corti locali continuano a ritenere valide simili prove, sulla cui base gli accusati vengono condannati a morte, all'esilio e alla confisca dei beni. Uno degli ultimi grandi processi di questo genere si svolge nel Béarn nel 1670. Un garzone di bottega di sedici anni afferma di aver frequentato il sabba e si mette a disposizione delle comunità di villaggio per liberarle dalle streghe che infestano il paese. Secondo lui streghe e stregoni si riconoscono perché portano sul viso un segno nero fibromatoso. Ispeziona trenta villaggi in cui vengono condotti in sua presenza tutti i sospetti di stregoneria: riesce ad individuare nientemeno che 6210 stregoni. Solo nel villaggio di Labourcade ve ne sono centonovantacinque. Quando la faccenda giunge a conoscenza della Corte sovrana di Pau, ormai in tutta la provincia regna il disordine più completo."

Dall'editto sulla tolleranza di Costantino questo è il risultato: la distruzione del sistema giuridico! La distruzione di ogni relazione fra gli Esseri Umani col loro mondo circostante.

Saper interpretare i segni dei tempi è l'arte della Stregoneria. Gli stregoni non guidano la vita civile. Davanti a chi distrugge la vita qualcuno dice: forse ha ragione, lasciamolo provare!

Quando ha provato ha distrutto l'esistente. Dopo di che nasce la necessità da parte del potere sociale di mantenere la distruzione per continuare ad assicurarsi il controllo degli Esseri Umani. Dopo di che è necessario un percorso di Stregoneria lungo mille anni per uscire dall'orrore di chi non seppe guardare il tempo che gli venne incontro.

Marghera, 08 febbraio 2000

Revisione per la pubblicazione, Marghera, 27 novembre 2015

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

 

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Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.