Qual è il significato reale del termine "Venere"?
Io agisco nei confronti di una pianta di melo. Gli tolgo i parassiti, zappo attorno alla sua base per togliere le piante infestanti, o comunque non gradite, metto del concime, poto la pianta ecc.. Queste azioni sono il mio ammiccamento nei confronti della pianta al fine di ottenere prodotti migliori.
Questo fare è il mio "venerare" la pianta.
La pianta percepisce il mio stato d'animo espresso attraverso le mie azioni e, nei limiti del possibile e della sua convenienza, cerca di soddisfare la mia richiesta.
Soddisfando la mia richiesta essa "venera" me, rinnova il patto stabilito fra me e la pianta, inducendomi a perseverare nelle mie azioni.
Questo vale per tutte le Coscienze esistenti percepite o meno. Il fare degli Esseri è il loro Venerare attraverso il quale sollecitare venerazione.
Venere è il potere, Cosciente di Sé, sprigionato dalla relazione di mutuo vantaggio innestata fra due o più Esseri. Venere è la relazione simbiotica di tutte le parti dell'Universo il funzione dello sviluppo del proprio divenire. Venere è lo splendore del divenire!
Il suo contrario è la sottomissione e il servilismo; il sottomettere e l'asservimento. Mettere in ginocchio Esseri Umani davanti al macellaio di Sodoma e Gomorra non è venerazione ma soltanto asservimento.
Il Venerare è antico come è antico il fare umano limitato dal pensato della ragione. Venere sorge bellissima, in quanto bellissimo è il fare dei viventi della Natura quando entrano in relazione con l'esistente finalizzando la relazione all'aumento del proprio Potere di Essere.
Orribile è, il fare degli Esseri Umani, quando assoggettano altri Esseri della propria specie al fine di soddisfare i propri bisogni rubando il lavoro dalle loro mani.
Il fare umano è fondazione continua del divenire, perciò implica sempre la speranza nei risultati e nell'effetto di un ritorno a quel fare.
Il potere di Venere è il potere degli Esseri la cui azione è finalizzato ad espandere sé stessi attraverso la Venerazione del circostante. La debolezza di Venere deriva dal fare umano mentre assoggetta altri Esseri per sottrarre loro il Potere di Essere.
Poteva ben dire Tito Livio che il popolo romano era il più religioso del mondo in quanto non era assoggettato a nessun Essere ed era in relazione, attraverso Venere, con tutti gli Esseri del circostante.
Ci penseranno gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra a privare quel popolo della sua religiosità: sottomettendolo! I cristiani trasformarono l'attività del Venerare di Roma, nello stuprare del del loro dio padrone (vedi il Magnificat in Luca).
Testo 1993
La tarda religione Romana assimila Venere ad Afrodite. L’assimilazione soddisfa esclusivamente la forma esteriore della religione greca intesa come lettura filosofica del Mito.
Venere e Afrodite sono molto diverse: Venere è l’azione che unisce i soggetti nella contraddizione per condurre la soluzione della contraddizione assicurando un mutuo vantaggio. Afrodite è l’emozione che genera la vita e che viene imposta come condizione da Urano Stellato a fondamento di tutti gli Esseri che nasceranno e costruiranno sé stessi nei mutamenti e nelle trasformazioni.
Afrodite è la vita stessa; Venere è un modo di affrontare la vita. Si può dire che i due aspetti non sono separabili, ma la separazione non è negli Dèi che ci circondano, ma nelle qualità che noi osserviamo in quegli Dèi e per come noi la vogliamo interpretare. I Romani e i Greci interpretarono la realtà uno mediante l’azione e l’altro mediante il soggetto.
I greci definivano il soggetto, i romani definivano l’azione. I Romani si facevano Venere, i greci non si facevano Afrodite; semmai scorgevano Afrodite nell’altro che avevano di fronte o nell’eccitazione.
Fra la Religione di Roma e la Religione greca ci sono uguaglianze e diversità profonde e anche se noi oggi tendiamo ad una sintesi, queste diversità di interpretare la realtà degli Dèi che noi stiamo vivendo fa sentire tutto il suo peso sulla nostra sintesi.
Marghera 11 febbraio 2015
Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006
Modifica 11 febbraio 2015 (la seconda parte è stata aggiunta)
Pagina tradotta in lingua Portoghese.
Tradução para o português Vênus, o venerar, os Deuses na Religião Romana
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.