Ciò che non c'è e poi appare.
Ciò che si presume e poi si manifesta.
Ciò che è occultato e poi trovato.
Come si forgia ciò che appare?
Al pensato della ragione è chiuso e vietato giungere a ciò che ai sensi non è manifesto in quel modo. Ma l'Essere Umano non ha soltanto i sensi limitati dal pensato della ragione, ha un corpo di Energia che, quando è vitale, si proietta nei quattro canti del mondo.
Allora il pensato della ragione tace, i suoi desideri si smussano ed egli diventa cosciente del movimento di forze in mutamento. Quel mutare sconosciuto al pensato della ragione viene percepito dal suo Corpo di Energia.
Quando l'Essere Umano sposta la percezione in quei mutamenti, diventandone parte, trova Veiove.
Veiove è l'oggettività in mutamento perenne all'interno della quale il soggetto agisce.
Veiove è il mutamento della posizione del Sole nel cielo che, abbracciando tutti gli Esseri, permette a costoro l'azione attraverso la quale espandere sé stessi.
Veiove è l'oggettività: precisa, senza sentimento né passioni, ma precisa nel suo fare ed imparziale.
Veiove è l'oggettività dell'oscuro: di quanto non è chiaro agli occhi della ragione ma pur sempre oggettività all'interno della quale l'Essere Umano espande sé stesso.
Veiove è l'oscuro, mentre cresce nascosto. Come gl'insetti della palude; come il fuoco che ribolle nei vulcani.
Veiove è la primavera che programma sé stessa mentre il gelo dell'inverno ricopre la terra.
A Veiove si deve rispetto e si pretenda rispetto: Veiove non si può adorare ma gli si può cedere Energia ogni qual volta si intraprendono azioni atte a fondare un futuro, come dilatazione di sé stessi nell'esistente.
Da Veiove si può attingere Energia ogni qual volta si progetta il futuro finalizzandolo all'espansione di sé stessi.
Testo 1993
Veiove era venerato prima dell’arrivo della filosofia greca a Roma.
La raffigurazione di Veiove con il giavellotto e la capra lo mettono in relazione fra cielo e terra, fra libertà e necessità trasformando un’azione del venir in essere da ciò che è protetto dalla descrizione della ragione in una forma definita.
Con l’arrivo della filosofia a Roma, di Veiove si perderà il ricordo. Per gli stoici gli Dèi non sono azioni che chiamano alla relazione, ma solo figure aleatorie del discorrere di uomini di basso rango. Con i cinici di Platone e Socrate e Zenone di Cizio giunti a Roma attraverso il Circolo degli Scipioni Roma perderà le relazioni nell’azione fra gli uomini e il mondo.
Veiove sarà dimenticato. Lo sconosciuto non alimenterà più la conoscenza degli uomini che riterranno il Logos, la parola, l’autore della realtà nella quale vivono.
Dopo il 200 a.c. la storia religiosa di Roma percorrerà, grosso modo, lo stesso cammino della storia religiosa greca passando dalla descrizione delle relazioni fra l’uomo e il mondo del Mito di Esiodo ed Omero, all’assolutismo del logos, della parola che descrive, di Platone, Zenone, Socrate e Aristotele. Dimenticato Numa, Cicerone lo stoico, massacrando i seguaci di Catilina, diventerà il nuovo profeta religioso dell’imperialismo romano.
Marghera, 08 febbraio 2015
Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006
Modifica 08 febbraio 2015 (la seconda parte è stata aggiunta)
Pagina tradotta in Portoghese:
Tradução para o português Veiove o desconhecido, os Deuses na Religião Romana
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.