Valeria Luperca - Risolvere i problemi

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Sacrificare una parte di sé stessi per il bene e lo sviluppo del tutto. L'Essere Lucertola, in modo molto evidente, sacrifica la propria coda per salvare e perpetuare la propria Coscienza continuando il proprio processo di sviluppo. Con un antibiotico si distrugge la flora batterica ma ci si salva dalla polmonite. Il soldato va a combattere per salvare la patria. Pietro Micca si fa esplodere per salvare Torino.

E’ il concetto di sacrificio in funzione di… Che non ha nulla a che vedere con l’idea di “sacrificarsi a o per…”.

Le leggende nascono attorno ai fuochi quando il rumore del bosco si attenua e l'Essere Umano veglia nei pressi del gregge. Il pensato della ragione, attraverso un processo di sedimentazione della Coscienza, ipotizza come per vivere nel benessere, in relazione col circostante, bisogna cedere qualche cosa. Dare per ciò che si prende! E, ancor di più, quando il malessere imperversa e il pensato della ragione non è pronto per individuare la causa specifica isolandola dall'oggettività e sembra di combattere un nemico invisibile. Per questo Plutarco immagina che davanti ad una “pestilenza” i romani non hanno trovato nulla di meglio che ammazzare una donna (magari una vergine come cristiani ed ebrei immaginavano nel loro tempo). A quest'oggettività l'Essere Umano decide di cedere qualche cosa di sé stesso; qualche cosa che considera importante e prezioso.

Tutti muoiono e soffrono, con quel "sacrificio" tutti si salvano meno uno. Discutibile e discriminatorio il criterio della scelta operata dal Potere di Avere, il comando sociale, i padroni di uomini, in funzione della struttura sociale da lui stesso determinata. Il concetto si sviluppa dalla relazione fra il soggetto e l'oggettività nel momento in cui la contraddizione si pone.

E il soggetto sacrifica sé stesso! Oltre il necessario, in quanto nel pensato della ragione il problema assume una forma diversa dalla sostanza. L'Essere Umano non conosce la specificità del problema e per risolverlo è costretto a concentrare una quantità tale di Energia Vitale da chiamare a raccolta tutti gli Esseri e le Coscienze del circostante. L'Essere Umano pensa razionalmente l'assurdo della propria azione e delle proprie scelte quando gli eventi, modificandosi a poco a poco, lo costringono a modificare il proprio comportamento.

Le forze del circostante, le condizioni che hanno determinato, lo inducono a farlo.

L'aquila strappa la spada di mano a Valeria Luperca e insegna, agli Esseri Umani, a compiere riti in modo diverso affrontando in modo diverso il mondo in cui vivono.

La relazione oggettività-soggettività sta cambiando: gli Esseri Umani devono cambiare, uscire dalla paura, armonizzare il loro rapporto con l'oggettività rendendolo dolce facendo sparire la ferocia dell’appropriazione.

E' necessario dare una svolta, cambiare, un modo di agire non in armonia col circostante modificando la Conoscenza e la Consapevolezza umana attraverso il filtro del pensato della ragione. I Libri Sibillini avevano questa funzione.

La leggenda, secondo Plutarco, servirebbe da monito perché quel modo di affrontare la vita sia per sempre cancellato: gli Dèi non gradiscono sacrifici umani! Non gradiscono che si affrontino i problemi sottomettendosi ai problemi. L’Aquila, simbolo di Roma, strappa la spada dalle mani di Valeria Luperci, perché l’Aquila, Roma non accetta ricatti.

Attribuire quest'intervento a Giunone o alla sapienza di chi, alterando la percezione cercò il modo per spiegare a tutti l'inutilità di tale gesto, è irrilevante come è irrilevante che la storia sia stata inventata per idealizzare il presente rispetto ad un “passato” incivile.

La distruzione di una Coscienza, qualunque Essa sia, non è in grado di apportare Coscienza o Conoscenza ai sacrificanti. Nell'alterazione della percezione, quando si assiste alla distruzione di un Essere cosciente, appare come una macchia di luce che si allarga, affievolendosi, fino a sparire.

E' una Coscienza le cui trasformazioni non gli consentì di costruire il proprio corpo luminoso prima di essere distrutta dalle contraddizioni dell'esistente.

Se altre Coscienze sono vicine, queste beneficiano dell'onda in cui disperde quell'energia. Ma è un beneficio solo momentaneo e subito disperso in quanto quell'Energia è Energia manipolata dal soggetto che scompare e non si combina in modo immediato col soggetto che riceve l'onda d'urto. Questi dovrebbe ingurgitarla e impegnare la propria Energia per trasformarla; quando l'atto è intenzionale, un individuo impiega e perde una quantità di Energia Vitale maggiore di quanta non riesce a farne propria. A quanto si assiste alterando la percezione, quasi mai è riferibile alle necessità del vivere quotidiano.

Spesso, le vie che appaiono semplici per risolvere i problemi, si rivelano difficili e complesse quando si vogliono tradurre in immagini mediante le parole. Ciò che appare come la soluzione del problema non sempre si traduce in un vantaggio, ma spesso moltiplica i problemi.

Testo del 1993

La storia è raccontata da Plutarco nelle Vite Parallele. Plutarco, nato nel 45 d.c. e morto nel 120 d.c., legato all’ideologia Platonica e Neoplatonica, scrive questa storia sull’onda dell’ideologia greco-ebraica, raccontando la storia del sacrificio umano che Giunone chiederebbe in cambio della cessazione di una peste.

Ogni popolo ha una sorta di “idea di sacrificio”. Quando i problemi si presentano, si presentano individui che di quei problemi si fanno carico. L’ideologia di Plutarco era un’ideologia che aveva un grande disprezzo per il Mito in funzione della sua ideologia platonica. Non era in grado di leggere il mito all’interno dell’idea per cui l’uomo abita il mondo, ma lo leggeva in termini di sottomissione al dio padrone. Idea propria dello stoicismo, del platonismo, dell’ebraismo e del cristianesimo. Un’idea che si stava radicalizzando nel primo e secondo secolo d.c.

Tuttavia, il racconto di Plutarco su Valeria Luperci ci permette di individuare l’idea degli antichi Romani secondo cui a volte esistono problemi tanto grandi che richiedono dei sacrifici per poterli superare. Ci dice inoltre che gli Dèi sono sempre al nostro fianco e se i problemi sono costruiti dagli Dèi che costituiscono il mondo che abitiamo, abbiamo Dèi che ci affiancano per poterli risolvere. Una sorta di Guerra di Troia nella quale combattiamo affiancando degli Dèi e veniamo combattuti da altri Dèi.

Marghera, 08 febbraio 2015

Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006

Modifica 08 febbraio 2015 (la seconda parte è stata aggiunta)

 

Pagina tradotta in Portoghese.

Tradução para o português Valeria Luperca, resolver os Problemas, os Deuses na Religião Romana

 

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.