La Religione Pagana nella Teogonia di Esiodo
La Religione Pagana parla della realtà degli Dèi

Claudio Simeoni
Premessa

Significato di Teogonia:
L'insieme dei miti che illustrano l'origine e la discendenza degli Dèi in chiave simbolicamente antropomorfica.

La Religione Pagana, i poeti e la filosofia

Premessa

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale

Si è sempre voluto separare la cultura greca e romana, alla base della cultura moderna europea, dalla cultura mediorientale da cui "scaturisce" la cultura ebraica che innestandosi sulla filosofia greca dette origine al cristianesimo.

Le cose non stanno così. Non esiste una cultura di un popolo, esistono interessi di singoli individui, di singoli uomini che si impongono ad una massa di uomini. L'ostacolo a questi interessi di dominio che possono essere identificati con gli ebrei, padroni della struttura emotiva di ebrei condotti a Babilonia, o di Platone che si identificava col demiurgo padrone e creatore del mondo e delle anime, è costituito dalla cultura religiosa Babilonese forgiata dai Sumeri, Hittiti, Hurriti e quant'altri si sono succeduti prima del dominio Assiro e, in Grecia, Omero ed Esiodo.

Omero, figura mitica a cui si attribuisce la più antica versione dell'Iliade e dell'Odissea oltre ad una serie di inni agli Dèi, sarebbe vissuto attorno al 750 a.c. anche se il nome non indicherebbe una persona ma solo le opere. Esiodo è dell'VIII VII sec. a.c.. in entrambi i casi siamo in un periodo storico in cui la scrittura greca iniziava a diffondersi e a sostituire la tradizione orale.

Sia per quanto riguarda Esiodo che per Omero siamo nell'epoca storica del passaggio dalla tradizione poetica orale degli aedi, i cantori di professione, ad una tradizione scritta. Dall'enfasi emotiva con cui gli aedi coinvolgevano nel racconto gli spettatori, alla parola scritta che necessitava di immagini razionali e descritte prive del sostrato emotivo che a mano a mano che veniva dimenticata la cultura di cui quella scrittura era simbolo, rimanevano le parole prive del significato socio-emotivo-culturale.

Da questa situazione la storia ci ha tramandato una serie di interpretazioni sulla natura degli Dèi descritti da Esiodo ed Omero che partendo dall'immaginazione dell'interprete tendevano a significare quanto, secondo loro, Omero ed Esiodo volevano intendere con quelle parole.

Gli Stoici e gli Epicurei, ognuno in maniera differente, interpretavano il mito di Esiodo come simboli e personificazione di potenze naturali come conseguenza dell'ignoranza di uomini primitivi che riducevano tutto ad una dimensione antropomorfica. Gli Stoici, in particolare, usavano le allegorie per interpretare il Mito. Insultare gli uomini dando loro dei "primitivi"è proprio di Dupuis, Fouchet, Hume in cui le "allegorie mitiche"sono soltanto espressione di timore e speranza, proprio come un cristiano che trema davanti al suo dio padrone e assassino.

Evemero, 300 a.c., affermava che gli Dèi del Mito altro non erano che antichi re divinizzati.

Secondo Muller il mito è una malattia infantile del linguaggio.

Secondo Goethe e Schiller il mito è solo poesia e Moritz affermava che era un'impresa assurda voler trasformare le storie degli Dèi in allegorie come è assurdo volerle trasformare in storie autentiche: detto da persone che ritenevano autentico il dio padrone e creatore dell'universo come descritto dal cristianesimo.

Il Mito è stato interpretato come ritualità sociale da W.R. Smith, J. G. Frazer, J. E. Harrison, F. M. Cornford, Gilbert Murray, B. Malinowski, Durkheim e M. Mauss, il totemismo del primitivismo cristiano.

Nietzsche ha interpretato il mito in termini psicologici unendo mito e interpretazioni buddiste che finisce col degenerare in una sorta di ripetizione di un presente ineluttabile di cui l'oltreuomo deve prendere coscienza in un eterno ritorno di un presente che ripete sé stesso. Wundt, Jung e Freud usano il mito per spiegare le loro interpretazioni psicologiche fino ad Hillman in cui gli Dèi sono gli archetipi abitatori della natura umana.

Per Hegel il mito è l'autodispiegarsi dello spirito assoluto. Hegel vede la verità del mito nel fatto che il Mito considera ogni cosa come vivente e divina che viene plasmata esteriormente ed interiormente da Omero ed Esiodo ad immagine dell'uomo.

Schelling in un periodo della sua vita ha voluto dimostrare che il Mito è sempre monoteista, sia pur in maniera latente, in quanto è vero che c'erano molti Dèi, ma fra loro uno era "primus inter pares". Per Schelling il monoteismo dell'epoca di Urano viene risolto dalla rivelazione cristiana.

Causalità, sostanza, azione reciproca sono le spiegazioni del Mito che vengono date da Cassirer partendo dalla filosofia trascendentale kantiana. Il Mito viene giustificato dal fatto che Kant parla di "forme dell'intuizione" e delle categorie, gli Dèi del Mito, come condizioni dell'esperienza possibile.

Lévi-Strauss costruisce un'interpretazione strutturalista del Mito tentando di ridurlo a formule matematiche o a schemi che si riproducono nella narrazione. La dimostrazione dell'interpretazione strutturalista, Strauss la trova nell'analisi di "tribù" "primitive" in cui hanno come totem un coccodrillo e l'altra un pesce. In sostanza Lévi-Strauss insulta il Mito paragonandolo a concezioni esistenziali attuali che si sono trasformate spacciandole per il primitivismo costruito dalla creazione dell'uomo da parte del suo dio padrone.

J.G. Herder interpreta il mito secondo cui i Veda sarebbero antichissimi, in realtà la maggior parte dei Veda rislgono al IV secolo a.c., il secolo dell'invasione dell'India ad opera di Alessandro Magno. Venivano spacciati come il riflesso della saggezza primordiale dell'uomo dopo la creazione dell'uomo da parte del dio padrone.

Bachofen interpreta il Mito in maniera simbolica e romantica. Bachofen interpreta il Mito greco con la bibbia partendo dal presupposto che quanto scritto nella bibbia costituisce una chiave di interpretazione del Mito greco.

Abbiamo interpretazioni del Mito ad opera di Kerényi, Walter Otto, Pettazzoni, Evola, Jensen e Jolles. Tutti studiano il Mito e tutti danno delle interpretazioni relative al significato del Mito, ma nessuno di loro esprime una visione del mondo attraverso il Mito. Il Mito rimane un oggetto diverso dall'analista.

L'analista si pone nelle vesti del dio padrone e dopo aver vivisezionato il Mito. Afferma un significato del Mito: ma che cosa afferma il Mito dell'analista?

La necessità di interpretare il Mito da parte di questi interpreti, non è data dalla necessità di capire il Mito, ma dalla necessità di esorcizzare il Mito affinché il Mito non metta in discussione la realtà cristiana che l'analista ha fatto propria.

Il cristiano interpreta il Mito di Omero e di Esiodo per poter affermare la sua superiorità su Omero ed Esiodo allo stesso modo in cui gli Stoici interpretavano come allegorie le affermazioni religiose del Mito per imporre la loro idea di Logos.

Queste interpretazioni del Mito rappresentano dei veri e propri insulti nei confronti della Teogonia di Esiodo, nei confronti dell'Iliade e dell'Odissea di Omero o delle cosmogonie Orfiche. Insulti che iniziano con Platone e i filosofi che, incapaci di vivere il Mito, devono dire che cosa il Mito sia per esorcizzarlo e allontanarlo dall'orizzonte della propria esistenza.

La contrapposizione è fra chi vive il cristianesimo e interpreta il Mito e chi vive il Mito e interpreta il cristianesimo. La Religione Pagana, le persone Pagane Politeiste, vivono il Mito e interpretano il cristianesimo. Qualche volta, tenendo conto che vivere il Mito rappresenta il superamento della descrizione della realtà oggettiva in cui siamo soggettivamente coinvolti, esplorano il Mito e da esso, e solo da esso, traggono i principi della loro dimensione religiosa.

A differenza dei cristiani, un Pagano non pensa che Esiodo sia una persona inviata dagli Dèi. Probabilmente è solo una persona che si è appropriata di un Mito, di una storia, e l'ha riprodotto cercando gloria in una visione epica dell'universo. A noi Pagani non interessa Esiodo in quanto persona, ma la storia che racconta e il suo contenuto religioso.

NOTA: L'elenco degli interpreti del Mito è preso da Kurt Hubner "La verità del mito" ed. Feltrinelli 1990

Marghera 21 settembre 2014

Tradução para o Português Reflexões da Religião Pagã sobre a Teogonia de Hesíodo

Translated into English Some Pagan religious thoughts about Hesiod s Theogony

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Con supporto e citazioni da: Esiodo, Teogonia Trad. Graziano Arrighetti ed. BUR 1999

Lavoro iniziato 27.12.1999 presentato a Radio Gamma5 nel 2000 - revisione iniziata il 17 settembre 2014

Marghera 21 settembre 2014

 

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Quando si percorre un sentiero di Stregoneria
si conosce l'inizio, ma non si sa dove porterà.
Per questo motivo l'impeccabilità deve essere a fondameto
di ogni nostra decisione.

L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.

Oggi possiamo dire che le religioni del Mito erano religioni evoluzionistiche in cui gli Dè erano parte della materia e dell'energia in perenne modificazione e in trasformazione e la religione non stabiliva le "verità del Mito", ma stabiliva le condizioni opportune affinché uomini e donne potessero trasformarsi in Dè come parte di un mondo in trasformazione.

La bellezza non รจ un oggetto in sé, ma dipende dagli occhi "belli" di chi guarda l'oggetto e scorge in esso la "bellezza che lui è". In questo senso solo chi è aperto al mondo scorge la bellezza nel mondo. Solo chi è aperto agli Dèi scorge l'intelligenza negli oggetti del mondo e le relazioni fra questi e la sua stessa intelligenza.

In altre parole, le Antiche Religioni, prima della filosofia, erano "evoluzioniste" e non "creazioniste"; dal punto di vista sociale diremmo che erano religioni "democratiche" e non "assolutiste" o "dittatoriali". La divinità era la materia e l'energia e non un soggetto esterno alla materia e all'energia.

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Ultima modifica marzo 2024

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