10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà.

Uscire dal mobbing: trasformarsi da vittima in tigre

Il mobbing e le strategie della stregoneria
Capitolo ventidue

di Claudio Simeoni

 

 

10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà

 

Imparare la pazienza!

Domare il fuoco che arde dentro ogni Essere Umano protagonista della propria vita.

Imparare a distinguere quanto le nostre azioni sono il prodotto del fuoco che arde dentro da quanto le nostre azioni sono il prodotto delle sollecitazioni esterne. Quanto le sollecitazioni esterne, facendo leva sul fuoco che arde dentro, sono in grado di condizionare la manifestazione delle tensioni dell'individuo portandolo ad agire in conformità alla sollecitazione stessa. L'individuo agisce sì rispondendo alle sollecitazioni del fuoco che arde dentro di lui, ma quel fuoco che arde dentro di lui viene soffiato o attenuato in base a sollecitazioni che non appartengono all'individuo. L'individuo, in questo caso, non è più padrone di sé stesso. Non è più l'agente che determina le proprie azioni, ma diventa una marionetta nelle mani di chi è in grado di manipolare le sue tensioni, le sue emozioni e la sua psiche. Questo succede spesso con la manipolazione dell'attenzione degli individui. "Il nemico è cattivo perché uccide i bambini: distruggiamo il nemico!" La storia è piena di queste stupidaggini. Stupidaggini che manipolando la soggettività degli individui li conduce ad agire nella direzione voluta. Stupidaggini che hanno distrutto o dato un indirizzo di distruzione dei Sistemi Sociali facendo leva sulle persone che non avevano sufficiente disciplina o impeccabilità per gestire le sollecitazioni e il fuoco che ardeva dentro di loro.

Attendere! Non attendere il salvatore, baffone o Godot, ma attendere il momento per scatenare l'azione in modo che questa riesca ad ottenere il massimo vantaggio con la minima fatica. Attendere il momento propizio affinché l'azione ottenga i risultati voluti, programmati o sperati.

La tigre, nella sua azione di caccia, sferra l'attacco quando la preda non è in grado di mettere in essere azioni che annullino il suo attacco: almeno ci prova! L'attacco non deve essere sprecato. Nei limiti del possibile ad ogni attacco deve corrispondere un risultato. L'attacco deve essere portato. L'attacco non può attendere all'infinito; si rischia che il soggetto non attacchi più perché afferrato dalla paura di sbagliare.

La strategia di attacco per uscire dal mobbing è fatta di molte azioni e queste devono seguire la strategia dell'Intento soggettivo!

A tal proposito è necessario ricordare che gli Stregoni programmano le loro operazioni di Intento su un piano della percezione che è ignoto alla loro stessa ragione. In altre parole uno Stregone si modifica al punto tale che nemmeno lui conosce il fine delle azioni quali risultato delle strategie che ha costruito. Come può uno Stregone sapere se quell'azione corrisponde alla sua Strategia o meno se non conosce o non ricorda la Strategia? Partendo dalle proprie tensioni, dai propri bisogni, dalle proprie predilezioni, dai propri furori. Uno Stregone si è modificato al punto tale da soggettivare l'oggettività in cui vive e pertanto tutta l'azione strategica dell'Intento proprio di quell'oggettività passa attraverso lui diventando, esso stesso, strumento dell'Intento.

L'Intento di uscire da un'operazione di mobbing non può essere presa da uno Stregone in quanto costui usa operazioni di mobbing mese in essere nei suoi confronti per sollecitare le proprie trasformazioni. Però lo sforzo, che un Essere Umano produce per organizzarsi strategicamente e uscire da una situazione di mobbing è tale da consentirgli di trasformarsi lungo la strada della stregoneria. Al contrario, le vittime di un'operazione di mobbing che non siano in grado di rinnovare la sfida su altri piani della loro esistenza riportano la sconfitta sul posto di lavoro dentro l'interezza della propria vita. Per non riportare nella propria vita una sconfitta subita da un'operazione di mobbing è sufficiente riconoscere di essere stati sconfitti in un'operazione di mobbing e prepararsi alle nuove sfide che la vita umana ci presenta.

Attendere il momento propizio per mettere in essere l'azione voluta. Imparare la pazienza, imparare a governare il fuoco della rabbia e dell'impotenza. Attendere che la strategia per uscire da un'azione mobbing cresca dentro di noi. Osservare fintanto che non si interiorizzino gli elementi che compongono l'azione mobbing. Li si fagocita e si tendono trappole per bloccarne gli effetti. Con pazienza fare l'elenco delle salmerie e delle possibilità. Alimentare la determinazione soggettiva e poi agire.

Qualche azione andrà a vuoto. Qualche azione mancherà il bersaglio, qualche azione era male programmata. Già l'azione dell'individuo soggetto al mobbing sconvolge chi organizza la calunnia, specula sulle debolezze e sui sentimenti.

Ad ogni azione che chi subisce mobbing mette in essere sconvolge chi organizza l'azione di mobbing: "Come fa questo a reagire che è da solo contro tutti?" "Non vedi che tutti ti sputtanano?" "Non vedi che tutti ti considerano una merda!". Eppure questo agisce. Le sue azioni falliscono, ma nel fallire lo costringono ad organizzarsi per mettere maggiormente a fuoco la sua azione.

La pazienza plasma l'individuo.

Lo trasforma giorno dopo giorno costringendolo ad imparare ad ascoltare. Lo trasforma costringendolo a prendere l'ascoltato e manipolarlo. Lo trasforma costringendolo ad alimentare il potere della sua memoria.

La pazienza blocca l'individuo e lo trasforma preparandolo nelle sue strategie. La pazienza è un elemento importante della disciplina con la quale il soggetto affronta il mondo.

Coltivare la pazienza è l'elemento centrale di questo aspetto dell'arte dell'agguato. Attendere che l'oggetto sia in difficoltà. Questo significa attendere di essere sufficientemente forti per sferrare l'attacco. La pazienza manipola l'individuo che la esercita; la pazienza sconvolge l'oggetto dell'attenzione. L'oggetto dell'attenzione che nel nostro caso sta organizzando una strategia mobbing è tranquillo: la sua preda non reagisce! La non reazione della preda lo convince della sua abilità. Lo porta ad esporsi: tanto lui non reagisce! Lo convince di essere furbo! Tanto lui non si accorge di nulla! Lo illude di aver in mano un numero sufficiente di elementi e non lo costringe a cercarne altri: non arricchisce la sua azione mobbing!

La pazienza rafforza chi la esercita e illude il suo avversario!

Le undici tappe della trasformazione soggettiva:

1) La tigre conosce sé stessa e le sue possibilità;

2) La tigre analizza il territorio nel quale intende cacciare;

3) La tigre ha l'intento di ciò che fa';

4) L'intento della tigre è il suo bisogno (l'intento è interno alla tigre);

5) La tigre individua l'obiettivo del suo intento;

6) La tigre osserva l'oggetto;

7) La tigre nasconde sé stessa al suo obiettivo;

8) La tigre diventa parte indistinguibile dall'ambiente per l'oggetto;

9) La tigre si sottrae quando l'oggetto la individua;

10) La tigre attende che l'oggetto sia in difficoltà;

11) La tigre distrugge l'oggetto soddisfacendo il suo bisogno e, rilassando la sua tensione, alimenta l'intento della sua trasformazione;

Marghera, 07 febbraio 2004 (data di formazione del primo file)

 

Vai all'indice Crogiolo e psicologia

 

Vai all'indice generale del sito

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Vai indice generale dei sul Mobbing

Il Mobbing e le strategie della Stregoneria

Il mobbing è l'arte costruita dai cristiani per distruggere psicologicamente l'uomo che non si adegua al gregge. Tanto più il sistema giuridico preserva l'uomo nella sua attività sociale e tanto più violente vengono articolate le strategie di aggressione personale per impedire all'individuo di fruire della libertà d'azione che la legge gli garantisce. Il mobbing può essere messo in atto solo nell'ambito cristiano e da cristiani perché per essere mobizzati è necessario essere individui che sperano nell'intervento salvifico del dio padrone.