I Libri Sibillini rappresentano per Roma un elemento importante nella fondazione del suo divenire. Tendono ad indirizzare la forma-stato della città in direzione del suo possibile sviluppo. I Libri sono compilati da un veggente capace di agire sui mutamenti sociali indirizzando le scelte degli uomini per portare Roma a seguire la sequenza fondamentale, socialmente favorevole, dei suoi mutamenti. Alla loro base della veggenza romana c'è la soggettività del veggente che ha fatto propri i bisogni, i desideri e gli intenti della società in cui vive. Le sue emozioni si sono legate all'ambiente in cui vive ed egli vive e respira un ambiente sociale che "lo abita". I Libri Sibillini sono la forma con cui il veggente giustifica la propria percezione, manifesta le proprie intuizioni e la sua ragione trasforma le intuizioni in un'azione progettuale.
I Libri Sibillini determinano la forma entro la quale va conchiusa l'intuizione del veggente. In sostanza, controllano il veggente affinché costui non sostituisca sé stesso alla società in cui vive. Il veggente determina le scelte per controllare la direzione. Da un lato i Libri Sibillini limitano le scelte dello Stato, dall'altro impediscono alle espressioni religiose di massa di sfociare in devastante fanatismo.
I Libri Sibillini devono essere interpretati ma costringono l'interprete a modificarsi davanti al quesito e alla risposta. I Libri Sibillini dispongono di un potere tale da non consentire deviazioni e, attraverso questo, acquistano una tale fama da costringere cristiani ed ebrei alla loro contraffazione. Con l'arrivo di cristiani ed ebrei Roma si riempie di libri sibillini ebraici che oggi vanno sotto il nome di "Apocalissi".
I Libri Sibillini mantengono lo sviluppo lineare dello Stato romano fino alla loro distruzione. Dopo la loro distruzione lo Stato romano inizia un processo involutivo attraverso il quale la Repubblica Romana diventa una nazione assolutista; prima la dittatura, poi l'imperatore e infine il cristianesimo.
La consultazione del Libri Sibillini avviene su ordine del Senato e solo in presenza di situazioni di gravità sia all'interno della società romana che all'esterno.
Erano situazioni di gravità i segnali provenienti dal cielo in grado di scatenare le paure della popolazione. Queste paure venivano esorcizzate mediante sacrifici, suppliche ed edificazione di templi. Intanto il pericolo perdeva consistenza, le tensioni sbollivano mentre gli Esseri Umani affrontavano, come potevano, i problemi posti dalle rare carestie ed epidemie limitandone i danni e rafforzando, attraverso quelle scelte, il Sistema Sociale di Roma.
Nel cristianesimo le pestilenze, le carestie, gli eventi celesti saranno usati per alimentare persecuzioni e miseria distruggendo ogni forma di stato o di ordinamento sociale in cui la popolazione potesse, in una qualsiasi forma, imporre un barlume di libertà sociale. E' da ricordare come la più grande pestilenza della storia europea del 1300 d.c. è stata provocata proprio dalle scelte dei cristiani che, sterminando le donne da essi definite "streghe" e i gatti, considerati i loro aiutanti provenienti dal mondo demoniaco, provocarono l'aumento abnorme di topi che attraverso le loro pulci trasmisero la peste.
"Che cosa ne sapevamo noi?" dicono i cristiani.
Avete ammazzato le donne. Avete imposto un'idea di sterminio per fini superstiziosi. Questa è la vostra colpa. Non avete ammazzato donne e gatti per necessità (perché erano nemiche le prime o perché volevate mangiare i gatti) lo avete fatto per ideologia religiosa. Una scelta ideologica legata alla superstizione. Proprio per questo la responsabilità dei cristiani è mille volte maggiore.
I cristiani hanno la responsabilità di aver imitato il Gesù di Nazareth davanti al fico: averlo distrutto perché non gli dava quanto voleva come voleva, quando voleva. Allo stesso modo i cristiani hanno fatto con le donne. La malvagità dei cristiani è immensa perché i loro "libri sacri" indicano la malvagità contro uomini donne e bambini un'azione che il loro Dio richiede a loro come atto di obbedienza e devozione.
Se essi avessero imitato gli antichi Libri Sibillini non avrebbero saccheggiato l'esistente per esorcizzare le loro paure, l'avrebbero ammaliato per condurlo lungo i mutamenti desiderati. Allora non sarebbero stati cristiani.
Dopo aver provocato la peste con morti e distruzioni immani i cristiani costruiscono templi al loro Dio affinché li assista con la sua divina provvidenza. C'è un'inversione completa della mentalità con la quale l'uomo affronta i problemi sociali.
I Libri Sibillini detenevano un grande potere che sapevano trasmettere ai Quindecemviri (diversi come numero nelle varie epoche) per rifondare continuamente la concordia fra gli Esseri Umani e le Coscienze di Sé del circostante. La così detta Pax Deorum.
I Libri Sibillini sono stati consultati nove volte per cadute di meteoriti e sono stati una guida nelle scelte sociali, impedendo che queste scelte portassero alla distruzione dell'esistente, ma contribuirono a sviluppare la libertà della società romana. Quando bruciarono nell'incendio del tempio di Giove Capitolino, Roma divenne una città diversa.
Testo 1993
Revisionato nella forma attuale: Marghera gennaio 2019
Pagina tradotta in lingua Portoghese
Tradução para o português A peculiaridade dos Livros Sibilinos, na Religião da Antiga Roma
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.