Fondato nel passato; radicato nel presente; proiettato nel futuro. In questo modo gli individui si fanno Giano. Passato, presente e futuro sono riassunti in Giano.
Giano è la volontà della trasformazione in relazione al passaggio del tempo e al susseguirsi dei mutamenti.
Giano è il personaggio che non si ferma; non ha tempo per riflettere in quanto costantemente proiettato nell'attimo seguente. L'attenzione di Giano è sul futuro. Il futuro, ciò che emerge dal presente in cui agisce, è l'intento per il quale Giano investe la sua volontà.
E' l'attimo seguente che rivela a Giano le opzioni delle sue scelte nel presente ed egli sceglie, agendo, grazie agli strumenti che si è dato nei momenti passati.
Non è il passato che costruisce e determina l'azione di Giano nel momento presente, ma è il futuro ad indicare e determinare le scelte nel momento presente. Il passato ha fornito a Giano gli strumenti con i quali agire, ma non gli indica come agire.
L'azione nel presente di chi si fa Giano ha lo scopo di espandere l'individuo superando le condizioni presenti che si risolvono nel soggetto con l'acquisizione di nuovi mezzi attraverso i quali poter meglio scegliere fra le opzioni presentate nell'attimo seguente.
Giano, dunque, vive il futuro e i cambiamenti che verranno dopo essersi costruito attraverso le scelte nei momenti passati.
Per il fatto di vivere il futuro, o i futuri possibili, Giano può scegliere, in base alla propria volontà, quale di quei futuri rendere presente.
Giano non si volta mai indietro per guardare cosa ha perso o dove ha sbagliato. Il suo sguardo rivolto al passato indica la sequenza dei mutamenti da cui proviene; il suo sguardo rivolto al futuro indica la direzione nella quale è proiettato; la sua azione nel quotidiano indica la qualità del suo cammino.
Giano non è condizionato dal tempo. Le scelte passate lo hanno costruito, le scelte nel presente manifesteranno il futuro, ma nel scegliere il tempo è sospeso perché ogni idea e ogni azione di Giano è attinta in un tempo sempre presente alla sua attenzione. Se a chi si fa Giano necessita, può concentrare l'Attenzione nel tempo che fugge come può concentrarla nel tempo che gli viene incontro. L'unica cosa che non può fare è omettere di scegliere nel tempo presente.
Passato e futuro sono soltanto delle astrazioni che si trasformano in mutamento all'interno della ragione: il primo è dentro la nostra pelle, nel secondo, possibile, proiettiamo la nostra percezione. L'uno e l'altro hanno ragione di essere soltanto nel presente che noi viviamo.
Nel passato si perdono gli Esseri Umani sconfitti quando ricordano il "buon tempo antico"; nei futuri possibili si perdono i sognatori nutriti di illusioni. Solo l'Essere Giano è radicato nel presente usando passato e futuro per costruire il proprio divenire.
Solo l'Essere Giano, con la forza di Carna, agisce nel presente mettendo passato e futuro al proprio servizio.
Giano è una Grande Forza. Una Linea di Tensione viva che attraversa l'intera Specie Umana e dalla quale la Specie Umana attinge Energia Vitale.
Giano è l'Essere Umano che, tentando di superare i limiti della sua fisicità, dà l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza. Un Essere Umano conscio di come e quanto le sue scelte e la sua azione incidi sui mutamenti futuri e, conscio del sentiero che lo ha portato ad essere ciò che è agisce per costruire le nuove tappe del proprio cammino.
L'azione nel presente del singolo Essere Umano si mescola e si compone con le azioni e le scelte dell'insieme degli Esseri Sociali che, attraverso scelte e azioni modificano il presente costruendo un futuro.
Giano no è l'azione di chi è costretto ad agire in base a scelte non sue, ma costrette da imposizioni alle quali non è in grado di sottrarsi. Giano è l'Essere Umano che sceglie. Giorno dopo giorno ha costruito sé stesso ampliando il ventaglio delle opzioni all'interno delle quali poter scegliere. E' l'Essere Umano che non si limita a subire l'oggettività, ma in questa vi riversa la propria volontà in funzione della costruzione del proprio futuro.
Un Essere Umano capace di estendere le ali della percezione risalendo i futuri possibili in base alle sue scelte. L'Essere Umano che ha costruito, attraverso mille sfide superate nel passato, il presente in cui agisce. Giano è la personificazione della scelta e dell'azione attraverso la quale un Essere Umano si trasforma in un Essere Luminoso al di là del Sistema Sociale o della situazione sociale in cui opera.
L'Energia che costituisce Giano è l'Energia di chi agisce per costruire il futuro. Un'energia in perenne movimento e in perenne trasformazione. La forma di Giano è la sua trasformazione attraverso i mutamenti; la sua funzione è l'azione nel quotidiano finalizzata alla costruzione del futuro.
Quando i Sabini, scalando il Campidoglio, stavano per conquistare Roma, Giano fece scaturire una fontana di acqua calda facendoli fuggire. Quale futuro sarebbe stato costruito qualora i Sabini avessero distrutto Roma? Fra due possibili futuri, quel Giano, scelse un futuro, ed agì in quel presente al fine di costruire questo futuro.
I Romani lasciavano la porta aperta del tempio di Giano affinché costui potesse intervenire quando erano in guerra.
Aiutarli in cosa? A vincere?
No!
Aiutarli a costruire il futuro quando le condizioni nell'oggettività (la guerra appunto) metteva nell'incertezza lo sviluppo del futuro.
Ci pensano gli uomini vuoti a distruggere il futuro.
Seneca non avrebbe mai osato scrivere un poema burlesco, con Giano protagonista, in difesa dell'Imperatore Claudio, trasformato in zucca se le tensioni nel futuro non si fossero attenuate come risultato delle scelte distruttive degli Esseri Umani di quel tempo.
Quando si agisce per conservare il presente, quando ci si rifugia nei ricordi del passato, inizia lo svilimento dell'Energia Vitale di Giano, prima in un singolo individuo e poi in tutta la società. Quella società inizia a morire. Le forze della distruzione, dell'appropriazione degli individui, sono in agguato e, dopo tanta attesa, possono iniziare a distruggere quella società.
Riflettendo una tendenza del proprio tempo, Seneca snobba Giano riducendolo alla stregua di un buffone di corte col quale divertirsi e, così facendo, snobba ed avvilisce la tensione degli Esseri Umani proiettata nel futuro. "Ma chi te lo fa fare di pensare al futuro, di lavorare ed impegnarti, pensa al momento presente, sei uno stupido ad agire in funzione del domani; arraffa finché puoi!"
Denigrare, calunniare, diffamare, svilire, sono le azioni che aggrediscono i progetti di Giano per un futuro migliore del presente vissuto. Possono distruggere il presente soltanto ancorando l'Attenzione degli Esseri Umani al passato.
Si potrebbe dire, anche se ciò è riduttivo, Roma fu grande fintanto che le porte di Giano si aprivano e, con esse, il cuore degli Esseri Umani; Roma cessò di essere grande quando il cuore degli Esseri Umani si chiuse al futuro permettendo ai cristiani, e chi per loro preparava il terreno, di seminare miseria ancorando l'Attenzione degli Esseri Umani al passato negando loro ogni futuro se non quello di asservimento nella miseria.
L'Attenzione, concentrata sul futuro, non è un'Attenzione bloccata in quanto il futuro in sé non esiste se non come proiezione del percepito del presente e del divenuto dal passato. Ogni variabile modifica quel futuro, ogni azione. Dunque, l'Attenzione non può essere prigioniera del futuro, ma in esso si libera. Spazia nei futuri possibili permettendo al soggetto di scegliere nel presente, in base alle proprie predilezioni, per costruire il futuro migliore.
In questo sta la grandezza di Giano, in questo consiste l'ETA' DELL'ORO. Fintanto che gli Esseri Umani hanno l'Attenzione nel futuro possono agire soltanto per migliorare il presente in funzione del miglior futuro concepibile.
Quando gli Esseri Umani vengono costretti a concentrare la loro Attenzione nel presente, sono costretti ad arraffare, appropriarsi di quanto esiste, a sopravvivere in questa che è la loro unica possibilità di sopravvivenza. Costoro, senza più futuro, vogliono toglierlo anche agli altri Esseri Umani.
"Ecco, ora non hai più futuro, ma tu dammi la tua vita e io ne faccio ciò che voglio dopo, se me la darai senza resistere, dio, che mi ha delegato come tuo padrone, ti consentirà di accedere al paradiso dove gli schiavi potranno vivere in ozio senza lavorare."Questo è il moto dei cristiani dopo che per essi molti già lavoravano (leggi Cesare Augusto e Company) per strappare il futuro dagli occhi degli Esseri Umani!
Quando non c'è più tensione verso il futuro, c'è saccheggio del presente e nostalgia del passato. Per saccheggiare il presente è necessario distruggere la tensione verso il futuro; accecare gli occhi che lo vedono e far piangere i cuori di nostalgia per il passato.
Per distruggere il presente è necessario uccidere Giano.
Per ridurre i popoli in miseria e sottometterli, è necessario uccidere Giano.
Aprire le porte del tempio affinché Giano soccorra gli Esseri Umani, mentre affrontano le contraddizioni dell'esistente. Per poter costruire un futuro è importante, ma aprire i cuori nella speranza del divenire è diventare Giano che, scuotendosi dalle catene, afferra il futuro nelle proprie mani.
Giano è una divinità dei popoli Italici e dell'Antica Roma. Il DIO stava ad indicare l'Essere, qualsiasi Essere della Natura, che, nato e costruitosi nel passato agiva nel presente per costruire il futuro. L'idea che questa fosse una forza importante nella costruzione degli Esseri Umani era un'idea molto antica e fondamento dell'ideale umano del sacro. Interessante, nel passo che vi riproduco, l'idea dell'inizio del tempo in cui ciò che è unito "il disco giallo in campo nero" si separa e le forze della vita iniziano il loro cammino nell'eternità. Dove la vita nasce da una disgregazione che dà origine al "primo DIO" e non dalla creazione di un dio pazzo e cretino.
E' dalla disgregazione, dal Big Bang che si origina la vita attraverso successive trasformazioni e gli DEI sono la vita. Questo testo del primo secolo d.c. dimostra come le idee degli antichi erano ben diverse dall'infantilismo cristiano e avevano chiaro il concetto di trasformazione dal quale era divenuto il presente. Grande fu la violenza usata dai cristiani per costringere gli uomini a pensare che il mondo fosse creato dal nulla da un dio pazzo, cretino e deficiente.
Proviamo a leggere cosa scrive nel primo libro dei Fasti Ovidio:
Mi chiamavano Caos gli antichi, - ch'io sono antica divinità -; vedi quali remoti eventi io stia celebrando. Quest'aria traslucida e i tre restanti elementi, il fuoco, l'acqua e la terra, costituivano un solo coacervo. Appena tale massa si disgregò per la discordia dei corpi componenti, separata andò a collocarsi in nuove sedi. Il fuoco salì in alto, lo spazio vicino tolse l'aria, la terra e il mare posarono in un luogo intermedio. Allora io, che ero stato di forma sferica, molle informe, mi ridussi nell'aspetto e nelle membra degne d'un dio. E anche ora è piccolo segno dell'antica confusa figura il mio apparire lo stesso avanti e dietro. Ascolta qual sia la causa della forma che chiedi, e insieme, come tu l'abbia appresa, quali siano i miei compiti. Quando vedi ovunque, il cielo, il mare, le nubi, le terre, tutto si chiude e s'apre per mia mano. Presso di me è la custodia del vasto universo, il diritto di volgere i cardini è tutto in mio potere. Quando mi piace trarre dalla quiete del tempio di Pace, ella cammina libera per vie ininterrotte. Il mondo intero sarebbe lordato da mortifero sangue se robuste sbarre non tenessero rinchiuse le guerre; insieme con le miti Ore custodisco le porte del cielo, e il fatto che Giove stesso ne esca e ne rientri è nelle mie mansioni. Perciò sono chiamato Giano; e quando il sacerdote mi offre la focaccia di Cerere e il farro misto a sale, riderai dei nomi: ora infatti mi chiamerà Patulcio, e ora Clusio secondo le formule sacrificali. Certo la rozza antichità alternando i due nomi volle indicare i miei diversi uffici. Ti ho detto i miei poteri; ora apprendi l'origine della figura, sebbene ormai tu stesso la veda in parte
Tratto da Publio Ovidio Nasone “I Fasti” traduzione a cura di Luca Canali editore Rizzoli
Testo 1993
Sistemazione attuale: Marghera 03 maggio 2016
Pagina tradotta in lingua Portoghese:
Tradução para o português Jano como passado, presente e futuro, os Deuses na Religião Romana
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.