Indice:
Ciò che si contrappone alla coercizione educazionale è proprio l'egoismo soggettivo!
La rimozione della coercizione educazionale inizia dallo sviluppo dell'egoismo soggettivo.
Un percorso di stregoneria inizia dallo sviluppo di ciò che si è
Il termine ego sta a significare la persona, l'io, la Coscienza di Sé come si esprime in quel momento. Quando si usa il termine ego questo sta a significare la rappresentazione dell'individuo in quel momento quale risultato di tutti i suoi processi di adattamento soggettivo alle variabili oggettive incontrate.
Il termine egoismo sta a significare un grande amore per sé stessi. La centralità di sé stessi nello sviluppo delle relazioni con gli altri. All'interno del Potere di Essere, l'egoismo sta a significare la priorità dello sviluppo di sé stessi nelle relazioni col circostante; nel Potere di Avere, l'egoismo sta a significare la centralità della propria esistenza alla quale si devono piegare, attraverso l'appropriazione, gli altri Esseri Umani. Pertanto, il termine altruismo, nel Potere di Avere sta a significare la rinuncia a sottomettere chi non si può difendere; nel Potere di Essere significa la rinuncia a sviluppare sé stessi e a trasferire questo sviluppo soggettivo nel Sistema Sociale arricchendolo.
Pertanto, se nel Potere di Avere il termine altruismo può assumere una valenza positiva per gli Esseri Umani in quanto determina una diminuzione della ferocia coercitiva, nel Potere di Essere assume un significato negativo in quanto impone la rinuncia allo sviluppo del proprio Potere di Essere e, di conseguenza, un impoverimento conseguenziale del Sistema Sociale in cui quella rinuncia si esprime.
All'interno del Potere di Essere e del Potere di Avere due parole, quali egoismo e altruismo, assumono un valore umanistico opposto in quanto sono opposte le relazioni vissute dagli individui nei confronti del loro circostante.
I due modelli di rappresentazione del termine egoismo coesistono nei comportamenti sociali e nelle rappresentazioni soggettive. L'arte della distruzione dell'ego consiste nel colpevolizzare la soggettività espressa dagli elementi caratterizzanti il termine egoismo all'interno del Potere di Avere e trasferire sull'individuo un sentimento di colpevolezza al fine di distruggere gli elementi caratteristici dell'egoismo propri del Potere di Essere per poterlo sottomettere. Sottomettendolo si danneggia il Sistema Sociale lo si impoverisce culturalmente e lo si prepara alla distruzione.
Ultimamente, da più parti, si sono rivolti a me, per motivi diversi, individui che accentuavano la necessità dottrinale di distruzione dell'ego umano al fine di distruggere quelli che loro chiamavano difetti, per ricostruirlo puro.
A queste affermazioni inizialmente ho risposto con un atteggiamento seccato e sufficiente, ma poi mi sono reso conto che dietro queste affermazioni si nascondeva un progetto di distruzione dell'individuo il cui scopo era la distruzione della sua volontà nell'esercizio delle sue determinazioni.
Questi individui affermavano che l'Essere Umano, per giungere alla perfezione, doveva annullarsi nella perfezione e soltanto annullando sé stesso poteva rimuovere quelli che costoro chiamavano difetti che allontanavano l'individuo dalla perfezione stessa. Queste affermazioni appartengono sia alle religioni rivelate che a molti nuovi gruppi religiosi che altro non presentano che riedizioni delle tecniche coercitive di quelle religioni riproposte sotto cappelli dottrinali apparentemente diversi.
Questi personaggi agiscono attraverso tecniche di autocoscienza e di demolizione delle resistenze psichiche il cui scopo è la demolizione dell'ego individuale per aprirlo a condizioni del bene rappresentato dal volere del dio padrone, dell'Essere (inteso come dio assoluto), della verità rivelata. Questi modi di fare sono stati costruiti proprio dal cattolicesimo e appartengono a dei dettami del pazzo di Nazareth. Sono dettami dottrinali dai quali la chiesa cattolica si ritiene in dovere di stuprare l'ego degli individui per sottometterlo all'ego del dio padrone.
Uno degli elementi centrali da cui parte la demolizione dell'ego è quel passo del pazzo di Nazareth in cui dice: "Non è quel che da fuori entra nell'uomo che lo danneggia, ma quello che esce dall'uomo!" Questa direttiva del figlio del padrone è stato l'invito alla chiesa cattolica di distruggere l'ego individuale e soggettivo al fine di costringere l'individuo ad aderire all'ego del dio padrone espresso attraverso le parole del pazzo di Nazareth. Perché quest'attività è più evidente nei piccoli gruppi religiosi che non nella chiesa cattolica? Perché la chiesa cattolica non necessità più di appropriarsi di individui adulti, lei si appropria direttamente dei bambini. La chiesa cattolica distrugge l'ego individuale prima che questo si formi e si rafforzi. Di conseguenza il condizionamento educazionale imposto dalla chiesa cattolica sui bambini diventa parte integrante nella formazione dell'ego del soggetto che la chiesa cattolica ha costretto in ginocchio. E' proprio la parte in cui è intervenuta la chiesa cattolica la fonte della distruzione magica dell'individuo; la fonte della perversione sociale. La chiesa cattolica è intervenuta con la costrizione, costringendo l'individuo a sbocchi fobici in tutti quei Sistemi Sociali in cui la coercizione cattolica bloccava la necessità del loro sviluppo nella vita e nel circostante. Sono quegli sbocchi fobici che l'individuo riversa nel circostante, sia manifestando la furia attraverso la quale necessità chiede soddisfazione, sia nelle espressioni di miseria culturale attraverso la quale l'individuo tenta di soddisfarli, sia nelle variabili apatiche e autodistruttive che l'individuo mette in atto travolto dall'impossibilità del proprio sviluppo.
I piccoli gruppi religiosi che ricalcano metodi, ideologia e fini della chiesa cattolica prendono questi individui quando sono adulti e a condizionamento educazionale distruttivo sommano condizionamento educazionale distruttivo. Quando un individuo si rivolge a quel tipo di gruppi religiosi risponde al bisogno di cercare qualche cosa di diverso, qualche cosa più corrispondente a necessità che lo stimola a svilupparsi partendo però dal presupposto che quanto esiste, che possa rispondere a necessità, deve essere necessariamente in sintonia col condizionamento educazionale di cui l'apatia o la fobia sono in relazione. In altre parole, provenendo da un contesto cattolico, cerca un altro contesto cattolico in cui la necessità che lo spinge non si trovi imprigionata. Dal momento che l'unica concezione emozionale che egli esprime è quella cattolica, altro non fa che riproporre gli stessi principi cattolici, soddisfacendo in questo modo la propria emotività, rivestendoli con discorsi, parole o concetti astratti apparentemente diversi. Così finisce per costruirsi l'illusione di essersi liberato dal cattolicesimo e nello stesso tempo mette in essere strategie attraverso le quali rimuovere il proprio ego e togliere quelle parti che egli, condizionato dal cattolicesimo, ritiene malvagie. Guarda caso, la malvagità non è il frutto del suo giudizio estraniato dal condizionamento educazionale cattolico, ma è la riproduzione dei concetti cattolici di malvagio.
Quando gli si chiede quali siano gli aspetti dell'ego che vuole rimuovere, risponde con la necessità di rimuovere i caratteri violenti, l'odio, la rabbia e le espressioni dei sui bisogni che considera un intoppo per il suo sviluppo nella percezione di un astratto di cui fantastica. In linea generale tende a rimuovere le predilezioni soggettive, aspetti caratteriali e psicologici per raggiungere qualche cosa di alto, elevato, superiore.
Cosa sono gli elementi da rimuovere che egli indica? Altro non sono che i suoi adattamenti soggettivi alle pratiche coercitive che ha subito.
Sono l'unica cosa preziosa che gli è rimasta: il suo tesoro!
Un tesoro da custodire gelosamente.
Allora perché costui desidera rimuoverlo? Perché una parte del condizionamento educazionale che ha subito tenta di rimuovere ulteriormente i suoi adattamenti.
Perché i suoi adattamenti sono un tesoro? Perché a sollecitazioni coercitive subite ha risposto con degli adattamenti e degli aggiramenti che pur interiorizzando la coercizione ha costruito delle scappatoie o delle valvole di sfogo attraverso le quali eludere il lato più assoluto e totalizzante della coercizione stessa. Il cattolicesimo costruiva le sbarre ingabbiando la sua psiche, mentre i suoi adattamenti soggettivi impedivano alle barre di essere troppo strette.
Il condizionamento educazionale tenta di continuare a fissarsi facendogli credere che non è il condizionamento educazionale coercitivo quanto deve essere rimosso, ma è piuttosto il suo ego, il suo egoismo in quanto questo ha impedito al condizionamento educazionale alla coercizione di assumere il totale controllo dell'individuo.
L'illusione della necessità della rimozione delle tensioni che dall'interno dell'Essere Umano spingono verso la dilatazione nella vita accusando il proprio ego di essere inadeguato al raggiungimento dell'illusione del divino o della verità della divinità padrona, è l'arte dell'agguato posto dalle religioni rivelate nel cuore dell'Essere Umano mentre era piccolo e non era in grado di comprendere la violenza che subiva. Nel condizionamento educazionale cattolico l'ego rappresenta il grande nemico della coercizione stessa. La mente viene riempita di fantasticherie tipo l'esistenza di un dio creatore, di un pazzo di Nazareth suo figlio e cretinerie del genere. Queste fantasticherie si trasformano nell'apriori dal quale l'individuo fa discendere e scaturire tutte le preposizioni della ragione, i suoi concetti e la struttura logica attraverso la quale affrontare la vita. Senza il dio padrone o l'assoluto quale elemento apriori del suo ragionamento, il ragionamento assume immediatamente connotazioni emozionalmente illogiche e pertanto privo non solo di essere preso in considerazione, ma di essere ascoltato. I suoi enunciati disturbano l'emotività espressa attraverso la ragione che ritiene l'assenza del dio padrone o dell'assoluto alla base del discorso elemento imprescindibile per riconoscergli connotati di logicità e coerenza.
L'emotività del soggetto viene piegata a percepire come pericoloso ogni elemento di indipendenza soggettiva. Ogni espressione che esca dalle fantasticherie della ragione deve essere adesione ad una fantasticheria uguale. "Io mi metto in ginocchio davanti al mio dio padrone; tutti gli Esseri Umani si mettono in ginocchio davanti al dio padrone!" Sono concepiti dio padroni diversi, ma è inconcepibile che qualcuno possa non mettersi in ginocchio! Questo stato emozionale direttamente costruito dal condizionamento educazionale entra in crisi quando si presenta qualcuno che, pur parlando di déi, non si mette in ginocchio. Questo stato emozionale è disposto a riconoscere il nemico: l'ateo! "L'ateo non si mette in ginocchio perché nega l'esistenza del dio padrone!" "Tutti gli altri si mettono in ginocchio davanti al loro dio e sicuramente è, come il mio, un dio padrone!" La struttura emozionale del soggetto è terrorizzata quando non trova il consenso di quanto fa. "Gesù è buono!" Quando gli si chiede : "Perché consideri Gesù buono!" "Perché diceva amatevi l'un l'altro e sgozzate i miei nemici!" Questo, per la struttura emozionale costruita dal condizionamento educazionale cattolico, significa essere buoni!!! Quando qualcuno dice loro che quello che chiamano buono è un assassino che ha dato direttive dottrinali per distruggere la vita riconoscono quanto leggono, ma si sentono offesi: "Si è vero c'è scritto così!" mentre in cuor loro maledicono chi non ha bruciato quel passo!
La costruzione dell'individuo avviene per adattamento soggettivo alle variabili oggettive. Dove l'adattamento soggettivo è attuato dalla specie fin da quando uscì dal brodo primordiale e ha attraversato tutte le fasi di trasformazione giungendo alla costruzione dell'individuo che, adattandosi a quanto incontra, costruisce sé stesso nel migliore dei modi. Il migliore dei modi della sua costruzione soggettiva è determinato dall'oggettività che incontra. Tanto più l'oggettività in cui si sviluppa ritiene che il suo sviluppo sia patrimonio dell'oggettività stessa e tanto più glorioso è il suo sviluppo; tanto più l'oggettività in cui si sviluppa intende trasformarlo in oggetto di possesso e tanto più faticoso e misero sarà il suo sviluppo.
Al momento del suo sviluppo l'individuo ha a disposizione i meccanismi che la sua specie gli ha costruito nelle trasformazioni in milioni di anni, ha a disposizione la carica vitale dei genitori diretti, ha a disposizione gli adattamenti e le sollecitazioni, che egli percepisce nella pancia della madre, fatti dalla madre stessa come risposte a fenomeni provenienti da un'oggettività che ignora. Probabilmente ci sono altri meccanismi importanti, ma per quanto riguarda il nostro discorso questi sono sufficienti. Altri meccanismi possono articolare meglio le cose, ma non cambiarne il significato. Con questi meccanismi affronta l'oggettività nel momento in cui nasce. La sua forza consiste nel riconoscere sé stesso e la necessità del proprio sviluppo nell'oggettività in cui può crescere. La sua debolezza è l'oggettività che, pretendendo un suo adattamento ad essa, già è intervenuta sulla madre e continua troncando le espressioni di Necessità manipolando i suoi bisogni. Un'oggettività, che reputa sé stessa perfetta, agisce sugli adattamenti del nuovo nato per costringerlo ad adattarsi ai suoi imperativi. Davanti a lui l'oggettività non sospende il giudizio presentandogli i fenomeni, ma pretende che egli manipoli il suo giudizio in base alle rappresentazioni che l'oggettività stessa gli presenta. Il giudizio è manifestato dall'oggettività e questa pretende che il nuovo nato lo interiorizzi, lo faccia proprio e magari lo arricchisca per meglio aderire all'oggettività e ai suoi giudizi in cui è nato (leggetevi la parabola delle mine e il terrore con cui si minaccia coloro ai quali la mina viene consegnata).
L'io dell'individuo da quando è nato viene plasmato dall'oggettività che ne determina, in ultima analisi, la sua struttura attraverso i suoi adattamenti. Tanto più coercitiva è la struttura sociale in cui nasce e tanto più la costrizione viene interiorizzata producendo due tipi di reazioni: reazioni violente, al di là di come si esprimono, reazioni di accettazione apatica e di assoggettamento. Queste reazioni non sono antitetiche, ma vengono espresse dall'individuo rispondendo alle sollecitazioni esterne, magari alterandole. Le risposte, continue e sistematiche, alle sollecitazioni esterne, determinano la qualità e la direzione della sua crescita.
Il suo "io" si esprime in ogni istante e in ogni istante viene invitato dall'oggettività a mettere in atto nuove strategie di adattamento confermando o smentendo le strategie precedenti. In ogni istante questo "io" dispone di un patrimonio di divenuto col quale affronta l'istante seguente.
Alle sollecitazioni dell'oggettività l'"io" divenuto contrappone le proprie strategie quali risultato di tutti i processi di adattamento che ha messo in atto.
Quell'"io" deve rispondere a esigenze diverse. Deve rispondere alla Necessità soggettiva che si esprime attraverso i bisogni del soggetto, deve rispondere alle sollecitazioni dell'oggettività e deve, aprioristicamente, salvaguardare quella soggettività nella relazione in modo da non portarlo mai in condizioni o situazioni distruttive. Pertanto, l'oggettività nel suo processo di condizionamento del soggetto, si scontra con la barriera dell'ego il cui primo compito è la salvaguardia del soggetto nei processi di adattamento soggettivo alle variabili oggettive. Dove, l'ego nell'ambito della ragione, rispondendo ai suoi bisogni quali manifestazione di necessità, altro non è che espressione di Volontà nella descrizione quotidiana della ragione.
La rappresentazione di Volontà, nell'ambito della ragione, è la difesa dell'ego dai processi di adattamento distruttivi quali risposte ai fenomeni impostigli dall'oggettività in cui vive. Il fatto che le soluzioni strategiche dell'ego possano sviluppare sbocchi distruttivi, queste sono risposte del soggetto a richieste di autodistruzione dell'ego provenienti dall'oggettività in cui vive che impedendone la soddisfazione dei bisogni gli chiede assoggettamento negando l'espressione di Necessità attraverso i sui bisogni.
La richiesta di sottomissione è la richiesta del Potere di Avere che può esistere soltanto privando l'individuo della possibilità di esprimere il proprio Potere di Essere. Il Potere di Essere che si sviluppa, attraverso lo sviluppo dell'ego, diventa elemento perturbante all'interno del Potere di Avere in quanto si contrappone al suo progetto di possesso dell'individuo di cui l'ego è espressione.
La coercizione educazionale tende a sottomettere l'individuo a determinazioni che non gli appartengono. La coercizione è il tentativo dell'oggettività, espressa dal Potere di Avere, di distruggere l'ego dell'individuo per sostituirlo con l'ego del dio padrone di cui l'oggettività operante ne è la manifestazione. Soggettivare l'ego del dio padrone non è soggettivare l'oggettività, ma è soggettivare la sottomissione facendola propria, giustificandola e arricchendone la manifestazione all'interno del Sistema Sociale. E' arricchire la mina data allo schiavo dal padrone affinché possa essere restituita al padrone con gli interessi; pena la sua uccisione da parte di altri schiavi del padrone!
Quando si riconoscono elementi coercitivi, la loro rimozione inizia dall'esaltazione di tutti gli aspetti e le manifestazioni dell'ego in quel momento.
Nel cristianesimo e nel cattolicesimo in particolare sono elencati sette peccati considerati capitali. Capitali perché sarebbero, secondo i cattolici, all'origine di ogni peccato. Proviamo ad elencarli: superbia, avarizia, invidia, accidia, ira, lussuria e gola. Per i cattolici questi sono i peccati che allontanano l'Essere Umano dal dio padrone. Per quei gruppi che altro non fanno che radicalizzare il cattolicesimo proponendolo ad individui che, pur in conflittualità col condizionamento educazionale cattolico, cercano relazioni diverse per rispondere a necessità, diventano difetti dell'ego che allontanano dalla percezione del divino o delle qualità superiori. Quando questi sette elementi sono descritti come malvagi o negativi dai cattolici, questo viene fatto riferendoli alle caratteristiche che esprimono nel Potere di Avere. Sono, cioè, relativi alla loro attività coercitiva nei confronti degli Esseri Umani e vedono, questi peccati, come delle ribellioni alla coercizione stessa.
Non si può mettere in ginocchio chi è superbo! Chi è superbo pretende, all'interno del Potere di Avere, che altri si mettano in ginocchio davanti a lui!
Non si può mettere in ginocchio l'avaro! Chi è avaro vive dell'insicurezza per il futuro e, all'interno del Potere di Avere, sarà pronto a sottrarre qualche cosa ad altri piuttosto che rinunciare ad accumulare per dissetare la sua paura per l'incertezza del futuro.
Non si può mettere in ginocchio l'invidioso! Chi è invidioso, all'interno del Potere di Avere, sarà pronto a fare le scarpe al suo superiore o a chi sta meglio di lui pur di raggiungerne la posizione; altro che sottomettersi a lui!
Non si può mettere in ginocchio chi pratica l'accidia! Chi usa l'accidia, all'interno del Potere di Avere, ha il potere di rifiutare di stare in ginocchio attraverso l'apatia alla sottomissione e all'indolenza delle sue manifestazioni.
Non si può mettere in ginocchio chi vive attraverso scoppi d'ira e manifestazioni furiose! Chi usa l'ira, all'interno del Potere di Avere, non è addomesticabile, non è controllabile, la sua ira spezza ogni catena perché il furore non è ragione, ma espressione nella ragione della volontà soggettiva come manifestazione del divino soggettivo.
Non si può mettere in ginocchio chi pratica la lussuria! Il sesso è l'elemento di liberazione emozionale da ogni costrizione, all'interno del Potere di Avere, chi pratica il sesso ricerca il piacere e rinuncia alla sottomissione che di quel piacere lo priverebbe.
Non si può mettere in ginocchio chi ha la pancia piena! Chi ha i bisogni di pancia soddisfatti si rivolge ai pensieri astratti, manipola e costruisce le idee. All'interno del Potere di Avere le idee, qualunque pensiero astratto, spingono alla libertà dalla sottomissione.
Quanto la chiesa cattolica considera un peccato capitale altro non è che quanto riserva a sé stessa. Infatti la gerarchia cattolica ha il diritto di essere superba, vedi chiese e paramenti; avara, vedi l'accumulo di ricchezze; invidiosa, vedi le guerre di religione; accidiosa, quando mai i preti hanno lavorato?; irosa, non è la chiesa espressione dell'ira del dio padrone?; lussuriosa, usa il suo potere di possedere gli individui per soddisfare i bisogni sessuali delle gerarchie cattoliche: stupra i bambini; gola, quando mai sulla tavola del prete è mancato quanto mancava alla gente?.
I peccati capitali sono i pericoli che la chiesa cattolica vede per sé stessa e attraverso i quali, con forme e modi diversi, colpevolizza l'emotività degli Esseri Umani.
Questi sette elementi sono parte fondamentale dell'ego degli Esseri Umani colpevolizzando i quali non si colpevolizza l'aspetto distruttivo del Potere di Avere che questi esprimono, ma il Potere di Essere che spinge gli Esseri Umani a crescere e a dilatarsi nell'oggettività.
L'individuo non si chiede perché è iroso. L'individuo non si chiede perché è invidioso. L'individuo non si chiede perché è lussurioso. L'individuo pensa che questi siano dei peccati che lo allontanano dall'essere divino della cui fantasticheria ha sentito parlare. Ed eccolo a combattere queste pulsioni. Eccolo ad impegnarsi affinché l'ira non esploda, la lussuria non si manifesti, l'accidia non prenda il sopravvento nelle azioni inutili che lui si impone. Eccolo digiunare e danneggiarsi perché, secondo la chiesa cattolica, così dovrebbe essere maggiormente apprezzato dal dio padrone alla cui comunione anela. Ecco l'individuo distruggersi!
Eppure quelle tensioni sono la sua ancora di salvezza!
Quando mai un individuo è stato invidioso del dio padrone o dei suoi rappresentanti? Al massimo era rabbioso per le ingiustizie e le atrocità che commettevano e che commettono! Quando mai un individuo ha mangiato a crepapelle se non nei sogni di fame a cui i preti lo costringevano? Quando mai un individuo è stato lussurioso se non nelle fantasie erotiche che la repressione sessuale cattolica impone? Quando mai un individuo è stato avaro se non come risposta all'insicurezza per il futuro costruita dalla chiesa cattolica e dai suoi preti? Così possiamo continuare!
Questi sette elementi, al di là di come si esprimono all'interno dell'individuo, sono la sua ancora di salvezza. Praticando quegli elementi egli può rimuovere il condizionamento educazionale alla sottomissione. La rimozione della sottomissione nel condizionamento educazionale non necessariamente lo trasformerà in un Essere Umano di Conoscenza e di Consapevolezza, ma sicuramente gli permetterà di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso.
Praticare la lussuria impedisce alla coercizione sessuale di produrre fobie sessuali tali da danneggiare chi le esprime e il Sistema Sociale in cui vive.
Praticare l'ira permette di conoscere i confini e i imiti dell'ira, porre dei freni e rimuovere le catene della coercizione.
Praticare la superbia impedisce l'accettazione apatica del ruolo sociale che qualcuno vorrebbe imporre all'Essere Umano per tenerlo sottomesso.
Praticare l'accidia permette all'Essere Umano di non essere una preda appetibile a chi vorrebbe ridurlo a carne da macello o a carne da lavoro.
Praticare l'avarizia permette di raggiungere la sicurezza economica per un futuro che la chiesa cattolica vuole precario e miserevole per distruggere in questo gli Esseri Umani.
Praticare la gola, mangiare in abbondanza e in modo soddisfacente permette all'individuo di sottrarsi al controllo della materialità e di rivolgersi al mondo circostante attraverso il pensiero astratto.
Praticare tutto questo è praticare l'egoismo soggettivo e ripulire l'ego dalla coercizione della sottomissione. Praticare questo significa praticare l'egoismo come arte della sottrazione soggettiva dalla sottomissione alla quale il macellaio di Sodoma e Gomorra e i suoi servi vorrebbero ridurre gli Esseri Umani.
All'interno del Potere di Avere la pratica di questi elementi è appannaggio esclusivo dei padroni di bestiame umano. Gli altri Esseri Umani vengono colpevolizzati emotivamente affinché non anelino a prendere il loro posto.
La ragione fondamentale per la quale l'Essere Umano deve essere attento alle tensioni che da dentro di sé spingono verso l'esterno, di cui questi sette elementi sono parte, è lo sviluppo del Potere di Essere che spinge affinché l'Essere Umano si dilati nel mondo circostante, ne diventi parte, marci costruendo sé stesso nell'infinito dei mutamenti sottraendosi dalla posizione in ginocchio alla quale gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo di Nazareth vorrebbero costringerlo.
La ragione per la quale la chiesa cattolica indica questi elementi come peccati capitali attraverso i quali distruggere l'ego dell'individuo non è la paura che esprimendo queste tensioni l'individuo cerchi di raggiungere livelli sociali scalzando qualcuno di loro, ma è il terrore che l'Essere Umano si sottragga dall'essere bestiame del gregge mentre lei lo conduce al macello. La pratica di queste sette condizioni (più altre che la psicologia e la psicanalisi possono facilmente individuare) porta l'Essere Umano a sottrarsi dall'essere bestiame del gregge. Questa è la vera paura della chiesa cattolica che attraverso i suoi preti, nella maniera più squallida e infame, tenta di colpevolizzare gli Esseri Umani affinché rientrino nel gregge e accettino di essere macellati.
La Stregoneria non può prescindere dal soggetto che la pratica, dall'oggettività in cui il soggetto è divenuto e nella quale il soggetto intende praticarla, dal divenuto del soggetto nel momento in cui intende praticarla. Un percorso di Stregoneria non è un percorso di verità ma è un percorso di Libertà. Dove il percorso di Libertà determina la trasformazione del soggetto e la sua dilatazione nell'oggettività nella quale opera.
Un percorso di Stregoneria inizia nel momento in cui il soggetto riconoscendo sé stesso portatore e determinatore di istanze di vita riconosce la sua esatta collocazione nell'oggettività in cui esiste ed è divenuto. Non esiste un percorso di Stregoneria che implichi l'uso dei fantasmi che la ragione mette a guardia della propria descrizione. Non si può iniziare un percorso di Stregoneria se non si è iniziato a chiamare le cose col loro vero nome. Non ci può essere un percorso di Stregoneria se non si riconosce l'oggettività in cui si vive infinitamente maggiore della capacità soggettiva di comprenderla.
Chiamare le cose col loro vero nome e riconoscere la propria collocazione all'interno dell'oggettività significa riconoscere l'importanza della materialità della propria esistenza e della necessità della pratica della materialità attraverso la quale sviluppare la propria idealità. In altre parole significa riconoscere come le nostre idee e la struttura del nostro pensiero astratto altro non sia che il frutto della nostra pratica, della nostra azione, della nostra fisicità. Quando non è il frutto della nostra pratica, della nostra attività quotidiana, di autodisciplina nell'alterazione della percezione altro non è che manipolazione dei fantasmi della ragione attraverso i quali impedire alla nostra materialità di spostarsi nell'infinito dei mutamenti.
Vorrei che fosse chiaro che per materialità intendo la vita quotidiana come comunemente intesa, esattamente come vorrei che fosse chiaro che è materiale quanto i miei occhi vedono esattamente come è materiale quanto i miei occhi del corpo luminoso vedono, al di là di come la descrizione della ragione interpreta, come è materiale la mia vita e le mie sfide nei vari mondi della percezione alterata. Sono tutti stadi di esistenza materiali in quanto il soggetto che li pratica percepisce dei fenomeni che tende a descrivere. Gli stessi fenomeni percepiti con i sensi sul piano della quotidianità sono soggettivi anche se il Sistema Sociale ha raggiunto un certo grado di omologazione e accordo. La materialità non consta tanto nell'oggettività del percepito, ma nella capacità di trasformare chi percepisce nella relazione fra percepito e percepiente. Dove il percepiente e il percepito sono trasformati dalla relazione che costruiscono.
In cosa consiste un percorso di Stregoneria?
Consiste nella determinazione soggettiva di essere partecipe, di condurre attraverso la volontà soggettiva, le proprie trasformazioni cessando di essere enti passivi nei confronti dei fenomeni che dall'oggettività si riversano nella soggettività. Significa cominciare ad usare la propria volontà e le proprie determinazioni per imparare a prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.
Per far questo l'individuo riconosce la propria materialità, il proprio essere individuo, il proprio essere individuo sociale, il proprio essere individuo della natura e, proprio riconoscendo questo, il proprio essere parte del grande fiume dell'immenso che conduce la Vita alla formazione della Coscienza Universale.
Solo riconoscendo la propria materialità l'individuo partecipa al divino universale.
La materialità dell'individuo è il suo EGO.
E' la rappresentazione di sé stesso nell'oggettività che si esprime e nella qualità della sua rappresentazione.
Dal momento che il percorso di Stregoneria comincia quando l'individuo si prende nelle proprie mani la responsabilità della propri esistenza, le armi con le quali inizia il combattimento della vita sono quelle che ha forgiato prima di iniziare il percorso di Stregoneria. Sono gli elementi propri del suo ego espressi attraverso la qualità dei suoi adattamenti.
Articoliamo il discorso su quelli che vengono definiti dai cattolici i peccati capitali come elementi caratteristici dell'ego e vediamo come lo sviluppo di quelle caratteristiche dell'ego sono gli elementi che il soggetto deve sviluppare per costruire il proprio divenire magico nell'infinito dei mutamenti. Anche se sappiamo che esistono altri elementi caratteriali, psicologici, psichici e morali, quelli che i cattolici definiscono peccati capitali ci forniscono un ventaglio abbastanza ampio da consentirci di far comprendere i nostri concetti.
Si può obiettare come la pratica di quegli elementi porti a saccheggiare il Sistema Sociale. Questo se gli elementi sono praticati come elementi propri del Potere di Avere. Abbiamo già visto come questa pratica sia riservata alle gerarchie cristiane e solo a sé stesse. Quando qualcuno la pratica diventa parte delle gerarchie cristiane, al di là della concorrenza sociale o del nome con cui chiama la propria religione.
L'Apprendista Stregone chiama le cose col loro vero nome e si è tolto dal centro del mondo. Proprio perché si è tolto dal centro del mondo gli elementi propri definiti dai cattolici peccati capitali sono le virtù del suo spirito. Sono l'arricchimento di sé stesso. Il contributo che lui riversa all'interno del Sistema Sociale per arricchirlo.
Togliersi dal centro del mondo significa togliere il dio padrone e ogni altro padrone dal centro del proprio pensiero e metter sé stessi. Toglierci dal centro del mondo significa cessare di proiettare sul mondo l'idea che gli Esseri Umani siano creati ad immagine e somiglianza di un dio pazzo e iniziare a costruirci mettendo noi stessi al centro delle nostre azioni e del nostro fare. Proprio perché mettiamo noi stessi e le nostre azioni al centro del nostro fare noi costruiamo arricchimento per il nostro Sistema Sociale, costruiamo arricchimento per l'Essere della Natura, costruiamo arricchimento per il grande fiume della Vita nell'Infinito.
Se io sono avaro non sono avaro per impossessarmi di individui, ma sono avaro perché assetato e affamato di Conoscenza e di Consapevolezza.
Se io sono invidioso non lo sono per desiderio di commerciare Esseri Umani, ma, spezzate le catene della costrizione, tento di dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza, ammirato, spronato e determinato da chi quel cielo lo ha assalito prima di me e meglio di me.
Se io sono lussurioso non lo sono per esercitare il possesso di individui, ma perché il piacere è piacere della vita e della sua espansione nell'Essere Natura: il mio piacere non costruirà dolore!
Se io sono accidioso non lo sono per disprezzo del mio essere individuo sociale, ma perché non voglio permettere a nessuno di trovare la convenienza nel ridurre Esseri Umani in schiavitù o nel farne commercio.
Se io sono iroso e violento non lo sono per costringere individui in ginocchio, ma per impedire che nessuno metta in ginocchio chi non si può difendere: chi mette in ginocchio chi non si può difendere non ha delle ragioni per le quali chiedere rispetto o comprensione, ma merita solo disprezzo di chi si nutre di pulsione di morte.
Se io sono superbo non lo sono per ostentare una forma dietro la quale nascondere il fallimento della vita, ma per ostentare il lavoro attraverso il quale ho dato l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza dal quale altri Esseri Umani possano attingere.
Se io mangio, quando posso, come posso, al meglio e celebrando Opi, non è per ostentare benessere e costringere Esseri Umani come cani a mendicare le briciole sotto il tavolo, ma per indicare come il benessere fisico e l'abolizione della miseria consentono all'Essere Umano di dare l'assalto al cielo della Conoscenza e della Consapevolezza! Distruggere la miseria per costruire la vita!
Un percorso di Stregoneria è esaltazione dell'ego e l'articolazione del grande amore per sé stessi in quanto patrimonio del Sistema Sociale, dell'Essere Natura e del grande fiume della Vita nell'Infinito.
L'egoismo dell'Essere Umano che chiama le cose col loro vero nome e che si è tolto dal centro del mondo è manifestazione della costruzione di sé stessi in funzione della costruzione del Sistema Sociale, dell'Essere Natura e del grande fiume della Vita nell'Infinito.
Quando un individuo inizia un cammino di sviluppo del proprio ego, due sono gli elementi che qualificano il suo sviluppo: l'impeccabilità e la direzione di sviluppo.
L'impeccabilità è l'arte dello sviluppo di sé stesso in relazione all'intento che si manifesta nella ragione attraverso le intenzioni. La direzione è, in questo caso, l'uso e lo sviluppo della volontà soggettiva in relazione all'intento.
L'uso della volontà soggettiva trasforma l'individuo in responsabile delle proprie azioni e dei propri adattamenti; l'impeccabilità trasferisce l'Intento oggettivo del mondo in cui opera in Intento di sviluppo soggettivo manifestato nel Sistema Sociale attraverso le proprie azioni.
Tre elementi concorrono soggettivamente a trasformare l'individuo nell'infinito dei mutamenti: l'autodisciplina come capacità del soggetto di prendersi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, la direzione nello sviluppo dell'Intento nella quale opera e lo sviluppo dell'ego che in quest'attività si manifesta.
Nei sette elementi che la chiesa cattolica considera sette peccati capitali, cosa diversifica la loro azione distruttiva nel Sistema Sociale dalla loro azione di sviluppo nel Sistema Sociale? Il loro uso nell'appropriarsi del Sistema Sociale attraverso il Potere di Avere o la loro azione nella dilatazione del Sistema Sociale attraverso il Potere di Essere.
Qual è la strategia del Potere di Avere?
Colpevolizzare l'ego che si esprime al suo interno per impossessarsi degli individui costringendoli a rinunciare al proprio ego. Solo quando gli individui rinunciano al proprio ego il Potere di Avere li può ridurre all'interno del gregge per usarli soddisfacendo i propri fini.
Solo che il Potere di Avere deve mediare fra il suo bisogno di controllo e di dominio e l'egoismo dei soggetti che si trova a ridurre a bestie del suo gregge. L'egoismo soggettivo dice al Potere di Avere: "Tu puoi anche impossessarti di me, ma io metto in atto delle strategie attraverso le quali difendermi e sopravvivere!" Quali sono queste strategie? Per esempio la lussuria, l'avarizia, l'ira, l'accidia, la superbia, la soddisfazione dei bisogni materiali come la gola oppure l'invidia. Sono strategie di adattamento soggettivo a cui il Potere di Avere in parte soffoca colpevolizzando e perseguendo e in parte acquisisce per alimentare la sua struttura di controllo.
L'autodisciplina permette all'individuo di trarre da sé stesso gli impulsi e gli orientamenti delle proprie scelte impedendo a fattori diversi di manipolare la sua attenzione. E' facile manipolare l'attenzione di chi non trae da sé l'impulso e la direzione del proprio agire: bastano poche immagini televisive, basta qualche racconto di atrocità più o meno ben confezionato, basta l'uso della menzogna in grado di solleticare l'immaginazione. L'individuo disciplinato trae le decisioni da sé. Ascolta, guarda, ma sospende il giudizio ed è il suo ego che conduce le sue azioni. Sono i suoi bisogni che determinano le sue decisioni. Le sue decisioni sono sorrette dalla sua volontà. Con la volontà egli sceglie, con la volontà egli agisce. La sua azione è manifestazione della sua volontà costringendo la sua ragione a sorreggere Volontà. Quando le azioni sono manifestazione del ragionamento, in realtà sono manifestazione della capacità della ragione di controllare l'individuo. Quando la ragione controlla l'individuo gli elementi dell'oggettività possono, agendo sulla ragione, manipolare l'individuo stesso. L'individuo che non ha disciplinato la propria ragione non è in grado nemmeno di sospendere il giudizio separando la decisione dal martellamento con cui il Potere di Avere lo vuole far agire in quanto parte del gregge che lui controlla. Con quante parole saranno descritte le sue azioni. Quante giustificazioni sarà pronto a dare; ma è solo espressione della sua partecipazione all'azione del gregge.
L'Essere Umano, quando agisce attraverso la sua volontà, spiega la sua azione con letture a posteriori dell'azione stessa. L'azione è il prodotto del bisogno. Dove la ragione interviene per sorreggere la soddisfazione di quel bisogno, per come si esprime, nell'ambito della ragione. L'azione è espressione dell'ego dell'individuo e i bisogni che egli esprime rappresentano l'espressione del suo egoismo. Questi bisogni saranno espressi in maniera tanto più violenta quanto più l'oggettività in cui l'individuo si espande tenta di bloccare e manipolare la soddisfazione dei bisogni. L'ego del soggetto si adatta all'oggettività, ma l'autodisciplina gli permette di svilupparlo e dilatarlo liberandolo dai legami morali con cui il condizionamento educazionale vorrebbe legarlo, rattrappirlo e stuprarlo.
La volontà porta il soggetto a trarre le motivazioni della sua azione da sé stesso indicando i migliori adattamenti possibili nell'oggettività in cui l'ego si manifesta. La ragione disciplinata agirà nella descrizione per impedire la coercizione della volontà soggettiva. La ragione, dell'individuo disciplinato, diventa un'arma a disposizione della volontà soggettiva attraverso la quale manipolare l'oggettività stessa, la descrizione, permettendo di ampliare lo sviluppo di volontà e delle sue manifestazioni. Volontà trasferisce l'Intento nell'intenzione della ragione al fine di alimentare gli spazzi di libertà dello sviluppo soggettivo nella ragione stessa.
E' attraverso lo sviluppo dell'ego che si sviluppa il Potere di Essere soggettivo. Reprimendo l'ego si distrugge la capacità del soggetto di dilatarsi nell'oggettività.
L'unione dell'autodisciplina con la volontà indica la direzione nella quale l'ego si sviluppa: il Potere di Essere! E' necessario che cessi l'autodisciplina e imporre disciplina a chi non si può difendere; è necessario che cessi volontà per trasformarsi in volere di possesso perché la via del Potere di Essere venga abbandonata per imboccare quella del Potere di Avere. La via del Potere di Avere può imboccarla soltanto chi non è autodisciplinato nei confronti della vita e chi non usa la volontà per trasformarsi: il Potere di Avere è il rifugio degli incapaci e degli impotenti.
Quando un Essere Cervo è forte e corre veloce scappando dai predatori, è egoista perché salva sé stesso ed è egoista perché alla sua specie dona le sue caratteristiche che sono quelle di correre veloci per sottrarsi dai predatori. Se quell'Essere Cervo fosse caritatevole e si sacrificasse per l'Essere Cervo più debole sottrarrebbe la sua forza alla sua specie.
Questo vale anche per gli Esseri Umani: essere egoisti è un dovere! Se questo è positivo o negativo nei confronti della Specie Umana, dell'Essere Natura o del respiro dell'Infinito non è determinato dall'essere o non essere egoisti, ma dalla direzione e dal Potere che quest'egoismo esprime.
Può essere egoismo proprio del Potere di Avere o egoismo proprio del Potere di Essere: può costruire il gregge obbediente o può costruire una libertà infinita. Una cosa è assolutamente negativa: la rinuncia all'egoismo! Rinunciare all'egoismo significa accettare senza resistenza di essere parte del gregge. Significa rinunciare all'esaltazione del proprio io e al potere che quest'esaltazione comporta. Significa trasformarsi in Esseri sacrificali a disposizione di un dio assassino e dei suoi servi.
In ultima analisi, la rinuncia all'ego è imposta soltanto da chi, sottomesso ad un dio padrone, ha rinunciato al proprio ego diventando manifestazione dell'ego del suo dio padrone per poter distruggere l'ego di altri Esseri soddisfacendo il proprio bisogno di condurli al macello!
Coltivare l'ego, attraverso l'autodisciplina e la propria volontà sviluppando il proprio Potere di Essere, è l'unica garanzia per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso!
Marghera, 21.12.1999
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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