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La divinazione e l'armonia dell'azione nel mondo
La divinazione nella Religione Pagana
DIVINAZIONE: nelle religioni antiche, l'arte di prevedere il futuro attraverso l'interpretazione di eventi ritenuti segni dati dagli Dei!
Che cos'è dunque la DIVINAZIONE? E' la capacità di un soggetto di interpretare i fenomeni al di là della normale significazione che ne da la ragione.
I fenomeni possono essere interpretati sia all'interno dello spazio (oggetti che si manifestano nel presente e nei confronti dei quali si mettono in essere strategie soggettive per giungere all'armonia) o nei confronti del tempo (oggetti che si manifestano nel presente e che inducono a delle trasformazioni, dei mutamenti, nei confronti dei quali si agisce al fine di ottenere dei mutamenti a sé favorevoli).
Il mondo in cui viviamo agisce e il suo agire si riversa anche nei nostri confronti; il mondo in cui viviamo mette in essere delle strategie di mutamento che ci costringono ad adattarci.
La nostra educazione ci costringe ad affrontare solo i fenomeni che rientrano nella nostra ragione, ma il mondo è in sé infinitamente più grande e, spesso, noi subiamo i fenomeni ultimi di processi di trasformazione che sono iniziati fuori della portata della nostra ragione. In un tempo diverso o in uno spazio diverso. In situazioni che la nostra ragione non è in grado di analizzare o di intervenire.
Ad esempio, il disboscamento della foresta Amazzonica porta all'inaridimento del sud-america che implica un innalzamento della temperatura del Golfo del Messico che produce un numero maggiore di uragani che si abbattono sugli USA. Il tizio che si vede spazzata via la casa in Florida non è in grado di mettere in relazione quella distruzione con l'avidità nell'accaparrarsi il legname dell'industria USA e la distruzione della foresta amazzonica.
Sull'intero pianeta la vita è come un insieme di perle in vaso di vetro in cui la vibrazione di una perla si trasmette a tutte le altre e il veicolo di trasmissione sono i mattoni della vita, gli DEI, che presenti in ogni perla mettono in fibrillazione ogni sé stesso in ogni perla. E' piuttosto complesso sapere perché quella perla vibri, ma è più facile sapere che cosa implichi il suo vibrare nell'insieme in cui siamo immersi.
Lo stesso nostro divenuto, come individui singoli di questa singola specie della Natura è dovuto ad un infinito numero di condizioni e di strategie d'esistenza fuori del nostro controllo, fuori della nostra ragione, e noi stessi siamo il fenomeno manifestato da quelle strategie (o uno dei fenomeni).
La Conoscenza si può intendere come la capacità dell'individuo di far vibrare le proprie emozioni in relazione a quanto giunge dal mondo in cui vive. Quando quanto ci giunge dal mondo fa vibrare le nostre emozioni, coinvolgendoci, siamo su un sentiero di Conoscenza. Il sapere della ragione si ha quando quanto ci giunge dal mondo è un'informazione che si può inserire o meno nella nostra ragione qualora la nostra ragione abbia degli interessi in relazione a quanto giunge. Per esempio, se un archeologo scopre una pietra scheggiata in un certo modo databile 200.000 anni fa è in grado di fare tutta una serie di congetture. Quelle congetture, sulle quali si innesta la ricerca, dilatano il sapere della ragione. La non-conoscenza si ha nella manifestazione di indifferenza soggettiva degli individui davanti ai fenomeni provenienti dal mondo. Questi non toccano né le loro emozioni (concorrono alla formazione della loro conoscenza), né la loro ragione (concorrono alla formazione del loro sapere).
Il problema da risolvere nella divinazione è complesso e coinvolge:
1) Quanti sono i fenomeni che giungono dal mondo e che noi siamo in grado di comprendere, considerare, valutare?
2) Quanti di questi fenomeni che giungono dal mondo vengono valutati attraverso la nostra ragione e quanti vengono valutati attraverso la parte profonda e antica del nostro cervello (del nostro percepire)?
3) Quando questi fenomeni giungono, sia che noi li consideriamo o non li consideriamo, quali modificazioni inducono nell'oggettività in cui viviamo?
4) Quando questi fenomeni giungono, quali trasformazioni mettono in moto dell'oggettività in cui viviamo?
5) Quando l'oggettività in cui viviamo si adatta, trasformandosi, ai nuovi fenomeni sia in termini spaziali, sia in termini di strategie d'esistenza; quali mutamenti e trasformazioni io devo mettere in atto?
Il soggetto che pratica la divinazione è un soggetto attivo nell'oggettività nella quale vive. Le sue azioni sono fenomeni che introducendosi nell'oggettività la costringono a modificarsi. Se io, agendo, manifesto dei fenomeni che inducono delle trasformazioni nell'oggettività DEVO necessariamente sapere quali saranno le trasformazioni che induco in quanto di quelle trasformazioni io ne conservo la responsabilità soggettiva. Ho la responsabilità per ciò che avrei potuto fare e non ho fatto.
La divinazione diventa arte del superamento della mera forma della ragione per cogliere il movimento profondo degli oggetti del mondo attraverso una continua modificazione soggettiva al fine di penetrare meglio la realtà nella quale si vive.
Inoltre, il soggetto DEVE sapere che non vive la separazione fra soggetto ed oggetti, ma vive all'interno di un crogiolo dinamico di soggetti che progettano nei suoi confronti e nei confronti di ognuno di loro. Dove, i fenomeni che si presentano, sono il risultato di strutture operative dinamiche quali prodotto di un numero infinito di intelligenze che costituiscono il mondo che ci circonda.
Non entrerò nella divinazione. Quello che a me interessa mettere in rilievo è che esistono due percorsi per praticare divinazione: uno è il percorso religioso e l'altro è il percorso superstizioso.
Innanzitutto cominciamo a parlare dell'oggetto della divinazione: il presagio!
"Né l'uso avrebbe consacrato a caso quella parola "presagire", se ad essa non corrispondesse nessuna realtà: "Me lo presagiva il cuore, uscendo di casa, che sarei venuto inutilmente." Sagire, difatti, significa aver buon fiuto; donde si chiama sagae le vecchie fattucchiere, perché pretendono si saper molto, e "sagaci" son detti i cani. Perciò chi ha la sensazione (sagit) di qualche cosa prima che accada, si dice che "pre-sagisce", ossia sente in anticipo il futuro." "Della Divinazione" di Cicerone; libro primo, paragrafo 65.
Il presagio è quanto emerge dall'individuo al di fuori della ragione. Il presagio è la forma che nella ragione assume l'intuizione. L'intuizione si forma in ambiti fisico-psichici dell'individuo al di fuori del controllo descrittivo della sua ragione. Si forma nella parte antica del cervello elaborando fenomeni diversi o in diverso modo (dalla ragione) che provengono dal mondo esterno. Questo diverso modo di elaborazione si trasferisce nella struttura emozionale e si presenta, spesso alla ragione, sotto forma di inadeguatezza psicologica, fastidio, gioia, euforia che creano nella ragione stati psicologici di aspettativa o inadeguatezza rispetto ai progetti che l'individuo sta mettendo in atto in quel momento. Questi stati psico-emotivi vengono giustificati dalla ragione che vi attribuisce un significato per quanto la ragione riesce ad immaginare. Qualche volta la ragione riesce a far coincidere la sensazione col significato dell'intuizione, nella maggior parte dei casi (nella stragrande maggioranza degli individui) la ragione ha creato una separazione netta fra la parte interna e antica del cervello e la sua descrizione del mondo. Questa separazione che è sia di natura fisica che psichica ed emozionale impedisce all'intuizione dell'individuo di interferire nella sua azione.
La separazione operata dalla ragione fra mondo descritto e mondo reale è necessaria al fine di delimitare il mondo in cui un soggetto della Natura (l'Essere Umano nel nostro caso) opera e si trasforma. L'immenso lo travolgerebbe. Pur tuttavia l'immenso esiste e comunque si presenta al soggetto con un infinito numero di fenomeni che per il soggetto diventano oggetti in sé stessi non conoscendone né l'origine, né i mutamenti che hanno attraversato, né gli effetti che produrranno sia nel suo mondo che nell'infinito di cui sono manifestazione.
Uno dei sistemi che la ragione usa per separare la percezione dell'individuo dall'immenso è quello di proiettare sui fenomeni esterni l'immaginazione della ragione. La ragione prende il fenomeno esterno ad essa e lo riveste della sua immaginazione. La ragione immagina il significato della sensazione che le arriva, immagina la forma della percezione visiva, attribuisce un significato preciso e limitato all'emozione che sta travolgendo l'individuo.
La ragione è una specie di guardiana della sanità mentale dell'individuo. Solo che, come tutti guardiani, diventa un tiranno atroce qualora l'individuo non impari a disciplinarla e a metterla al proprio servizio. Il proprio servizio significa costringere la propria ragione a lasciar passare l'intuizione e a diventare duttile e attenta all'intuizione che emerge dentro di noi.
I percorsi di Stregoneria portano a questa condizione attraverso l'autodisciplina che da un lato si impone alla ragione e dall'altro si impone alle nostre emozioni nella relazione empatica che costruiscono col mondo circostante.
Ci sono persone che hanno facilità nel far emergere la propria intuizione e sono ricche di intuizioni, altre che hanno difficoltà sia a far emergere l'intuizione, sia a bloccare l'immaginazione della propria ragione sulle proprie intuizioni e sensazioni.
"L'altra forma di divinazione, l'ho già detto, è quella naturale. Essa, con sottili ragionamenti riguardanti la scienza della natura, va riferita all'essenza degli dèi, dalla quale, secondo i pensatori più dotti e sapienti, noi abbiamo tratto le nostre anime, come se le avessimo aspirate o bevute; e poiché il Tutto è compenetrato e riempito di spirito eterno e di intelligenza divina, avviene necessariamente che le anime umane subiscano l'effetto della loro affinità con le anime divine. Ma, nello stato di veglia, le nostre anime devono occuparsi delle necessità della vita, e quindi si disgiungono dalla comunanza con la divinità, impedite come sono dai legami corporei." "Della Divinazione" di Cicerone; libro primo, paragrafo 110.
La sensazione emozionale di far parte di un insieme è una condizione reale che viene osteggiata dalla ragione che separa l'individuo dalla propria percezione emozionale. Ma la stessa percezione emozionale separa il soggetto, l'individuo, dall'insieme dei soggetti che formano il mondo in cui vive legandolo non per ciò che l'individuo è (parte di un ipotetico Tutto), ma all'insieme delle azioni che manifestano il mondo in cui egli è. Dal punto di vista emozionale l'individuo è separato dal mondo in cui vive, ma non è separato dalle emozioni del mondo. I termini "azioni" e "emozioni" stanno a significare intelligenza, scopo, attività progettuale di tutti i soggetti che compongono il mondo in cui il soggetto vive.
Si hanno livelli diversi di integrazione e separazione dei soggetti col mondo in cui vivono. L'individuo si separa dal mondo in quanto Coscienza di Sé, cioè si riconosce quale soggetto diverso dal mondo circostante, ma è legato e comunica col mondo circostante attraverso le sue emozioni. Le emozioni e le azioni sono quanto qualificano il soggetto nei confronti del mondo circostante. La ragione, come capacità di descrivere forma e quantità, si sostituisce alla comunicazione emozionale. La ragione tenta di dare una forma e quantità agli oggetti che formano il mondo e imponendosi sull'individuo relega la comunicazione emozionale a livello "del subconscio". Il guaio è che per la ragione i soggetti del mondo diventano oggetti e, come tali, muti.
Da qui nascono le fantasie illusorie della ragione di un "Tutto" consapevole e progettuale, di un "dio padrone", di un "destino" da decifrare. Da qui nasce la superstizione.
Quando la ragione tace l'intuizione emerge e quando la ragione lo intuisce lo trasforma in presagio. Ciò avviene quando si è emozionalmente impegnati, sotto sforzo, quando la ragione tace e non proietta le sue illusioni sul mondo (come nel sogno). Solo che quanto si percepisce può essere indifferentemente intuizione o illusione; visione o allucinazione; comunicazione con i soggetti del mondo o manifestazione di un desiderio struggente ed opprimente (spesso sindrome da onnipotenza).
La Stregoneria va alla ricerca per usare al meglio la propria intuizione. Ma la Stregoneria è un modo per combattere nel mondo e, chi combatte, cerca le migliori armi possibili per combattere al meglio.
"Ora, però, dichiarerò solennemente che io non do credito ai volgari estrattori di sorti, né a quelli che fanno gli indovini per trarne guadagno, né alle evocazioni delle anime dei morti, alle quali ricorreva il tuo amico Appio. Non stimo un bel nulla gli àuguri Marsi, né gli aruspici di strada, né gli astrologi che fan quattrini presso il Circo, né i profeti d'Iside, né i ciarlatani interpreti di sogni. Essi non sono indovini per scienza ed esperienza, ma sono "vati superstiziosi e impudenti spacciatori di frottole, incapaci o pazzi o schiavi del bisogno: gente che non sa andare per il proprio sentieruccio e pretenderebbe d'indicare la strada al prossimo. Da quelli a cui promettono ricchezze chiedono un soldo. Da quelle ricchezze prendano da sé un soldo di ricompensa, e ci diano, come dovuto, tutto il resto!" "Della Divinazione" di Cicerone; libro primo, paragrafo 132.
Ed è questo che fa la ragione. Le ragioni povere anziché migliorare e dilatare la propria capacità di descrivere il mondo (ad esempio sviluppando la scienza e la conoscenza dei meccanismi del mondo della forma e della quantità), costringono il mondo ad assumere la forma della loro immaginazione. E su questa immaginazione proiettano le tensioni emozionali dell'individuo (destino, dio padrone, karma, reincarnazione ecc.) imponendo delle risposte alle sensazioni emozionali dell'individuo. Su questo meccanismo si innesta l'attività di manipolazione mentale delle religioni rivelate.
I ciarlatani non sono solo quelli elencati da Cicerone (che abbondano anche al giorno d'oggi), ma soprattutto Preti cristiani cattolici, Iman musulmani e Rabbini ebrei che pretendono di manipolare le persone al fine di imporre loro l'immaginazione nella quale costringere i loro bisogni emotivi. Dopo di che, costoro, che affermano che cosa vuole il loro dio (fanno anche guerre dal momento che sanno che il loro dio vuole quelle guerre), si affidano ai tarocchi, agli astrologi, alle sedute spiritiche, alla kabala e a quant'altro per conoscere "Il disegno del loro dio padrone!".
Così una ragione, incapace di farsi Venere e di affascinare le emozioni dei soggetti del mondo in cui vive, preferisce andare dalla maga di turno o dal prete cattolico per farsi fare un "legamento d'amore". E dopo che la maga ha agito o il prete ha agito, questa persona si sente più disponibile sessualmente con la persona desiderata e questa, vedendo una maggiore disponibilità, le si avvicina. Quella persona dirà: "Vedete che la magia del legamento d'amore funziona!"
E così si avanza di inganno in inganno e la magia dell'intuizione rimane legata nella parte più antica del nostro cervello. C'è una sensazione di struggimento e di rimpianto che sta a ricordarci cosa saremmo potuto essere e cosa di diverso nella nostra esistenza avremmo potuto fare se solo avessimo avuto il coraggio di scegliere pescando dal nostro "cuore".
Marghera 13 novembre 2005
P.S. Il libro di Cicerone "Della Divinazione" è edito da Garzanti.
Pagina tradotta in lingua Portoghese
Tradução para o português A adivinhação na Religião Pagã
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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