Arlecchino e i Benandanti

Le battaglie degli Stregoni

Claudio Simeoni

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Arlecchino e i Benandanti

Per parlarti di Arlecchino devo parlarti dei fini delle battaglie di Stregoneria.

I Benandanti erano contadini. Il loro fine era quello di raggiungere il benessere nella situazione in cui vivevano. Loro ritenevano che le loro condizioni di vita fossero le migliori immaginabili e intendevano difenderle contro Streghe e Stregoni (che loro identificavano come esseri maligni) che tentavano di spostare gli equilibri sociali, magici, filosofici, morali nella direzione di uno sconosciuto che loro temevano.

I Benandanti, a differenza di Streghe e Stregoni, erano sì in grado di alterare la percezione, produrre il loro corpo luminoso ed entrare in alcuni mondi della magia, ma non avevano la disciplina né per distinguere le differenze fra mondo quotidiano e mondi della percezione, né per scegliere tempi e modi per cui entrare in quei mondi, né per guardare il tempo che veniva loro incontro e le trasformazioni che le azioni nei mondi della magia avrebbero introdotto nel mondo quotidiano.

La Piana di Giosafat o altri luoghi in cui combattevano per i Benandanti erano luoghi fisici in qualche parte della terra, non erano campi di energia. Rappresentavano il loro potere con canne di Sorgo (una graminacea molto potente tanto da crescere bene in terreni aridi) e la loro determinazione nel conservare il presente era rappresentata dallo stendardo di cristo.

Il loro terrore era la volontà degli Stregoni di modificare il presente. Portare gli Esseri Umani in un futuro sconosciuto che loro temevano.

Mentre un Essere Umano diventa Strega e Stregone attraverso una sequenza di scelte soggettive, si diventava Benandanti per diritto di nascita: essere nati con la camicia, cioè con la membrana amniotica ancora addosso.

Quando un bambino nasceva così veniva educato ad alterare la percezione per combattere Streghe e Stregoni in un periodo dell'anno detto delle Quattro Tempora. E solo in quel periodo.

Gli Stregoni erano condotti da una maschera, ARLECCHINO.

Arlecchino era considerato uno spirito malvagio. In realtà questa maschera era indossata da una Strega o da uno Stregone che nella sua via alla Conoscenza e alla Consapevolezza avrebbe introdotto delle variabili all'interno del Sistema Sociale in cui viveva tali da spostare degli equilibri e costruire una sequenza di mutamenti verso obiettivi che stavano nel tempo che veniva incontro, pertanto inconoscibili e paurosi per i Benandanti.

Se quella battaglia veniva vinta, quell'ARLECCHINO superava le forze della magia che avrebbero potuto bloccare i suoi intenti, se quell'ARLECCHINO perdeva, non poteva far altro che aiutare altre persone a diventare Stregoni e riporre in essi la speranza del cambiamento che il tempo che gli veniva incontro indicava come necessari.

ARLECCHINO è una maschera. Nella commedia italiana è il buffone, il servo sciocco o il servo furbo ma umiliato dal padrone. Nella commedia di Goldoni e nella commedia popolare si dice per riassumere l'immagine:

"Son Arlechin batocio sordo de na recia e orbo de un ocio (dialetto veneto)"

Il termine BATOCIO viene usato con due significati uno d'origine e uno per smussarne la scurrilità. Quello originale è quello di una spazzola che veniva usata dai barcaioli per pulirsi dopo aver defecato; quello comune sta ad indicare il martello interno della campana, come se la testa di ARLECCHINO fosse rintronata dai troppi colpi. Entrambi i significati indicano come ARLECCHINO rappresentava sé stesso nei gradini più bassi della scala sociale!

Si tratta di quella che Castaneda chiama Follia Controllata!

E' la pratica di mascherare il proprio Potere e la propria determinazione con rappresentazioni di impotenza, stupidità, buffoneria e vulnerabilità. Questa pratica nel Paganesimo antico era conosciuta molto bene. Tanto per fare un esempio il passaggio dalla monarchia alla repubblica nella Roma antica fu fatto da Bruto (lo sciocco, lo stupido) che con l'aiuto degli DEI costruì la strategia e attese il momento per abbattere Tarquinio il Superbo.

Questa pratica nel medioevo era molto diffusa. Ci si proteggeva diventando dei "basabanchi" fingendo fede e sottomissione e costruendo ribellione.

La maschera di ARLECCHINO viene indossata da ogni Apprendista Stregone e da ogni Apprendista Strega la cui attività vada ad introdurre variabili di LIBERTA' nel Sistema Sociale in cui vive. Quella battaglia è la manifestazione del suo Potere di Essere, del suo Intento e della capacità di chiamare gli DEI dell'oggettività in cui agisce ad affiancarlo.

Gli storici indicano le gesta dei Benandanti in una trasformazione di tradizioni nordiche trasformate culturalmente. Parlano dei guerrieri di Wotan che diventano i maligni in quanto morti senza sepoltura. Questa è una questione culturale.

L'inquisizione ha perseguitato i Benandanti e ha imposto loro le sue interpretazioni. I Benandanti hanno rinunciato ad affermare ciò che erano ed hanno finito per accettare di essere quello che volevano gli inquisitori cattolici che essi fossero. La tortura può questo ed altro! I cattolici hanno distrutto una tradizione che difendeva il loro potere. Non per questo gli Stregoni e le Streghe che costruiscono il futuro furono facilitati.

C'è sempre qualcuno che terrorizzato dal cambiamento vuole difendere il presente; c'è sempre una Strega o uno Stregone pronto ad indossare la maschera di ARLECCHINO per costruire il futuro e alimentare LIBERTA' fra gli Esseri Umani.

Guardatevi attorno e scorgerete donne e uomini tristi che furono sconfitti sulla Piana di Giosafat. Essi sono gli accattoni della vita. Per una volta, magari una sola volta, hanno indossato la maschera di Arlecchino. Hanno combattuto la loro battaglia sulla Piana di Giosafat e sono stati sconfitti.

Secondo voi: che ne è dello sconfitto all'interno di una battaglia di Stregoneria?

Egli torna fra gli uomini e regala la sua esperienza.

Egli torna fra gli Esseri Umani e regala la sua maschera. Egli dice: “Imparate a combattere; io sono stato sconfitto per questi motivi. La mia esperienza sia la fonte dalla quale voi potete abbeverarvi!”

Ecco, ora mi vedo, sto correndo sulla Piana di Giosafat, ora indosso la mia maschera, ora sfoggio i colori della vita, tutti i colori del mio vestito; tutti i colori dell'arcobaleno. Sono schierati i Benandanti, urlano con i loro bastoni per proteggere le loro messi. Ecco, si alza la schiera degli “sconfitti” e segue le mie orme. Ecco la battaglia ha inizio e Arlecchino combatte:

"Giochiamo ad un nuovo gioco?"

Disse Sonno mentre mescolava le sue carte.

"Rispondi" disse: "Dove ti trovi?"

"Sono nella casa di Nera Notte e sto giocando con i suoi figli!"

"Risposta sbagliata!" disse Sonno: "Sei incatenato ad un muro di pietra,

ti stanno friggendo le carni."

Ma cos'è il vero?

La carne che frigge o le carte che Sonno sta mescolando?

Sussurrò alle mie orecchie Nera Notte:

"Di qua o di là è sempre un luogo donde può provenire

la conoscenza; ma tu sei un figlio di Hera e solo in Hera puoi

esercitare la tua azione che la tua conoscenza esige."

Mescola le carte Sonno, anche se la mia carne frigge.

Altri uomini prenderanno quelle carte.

Continua: http://www.federazionepagana.it/neranotte.html

Poi, a teatro, possiamo riempirci di risate su quanto è stupido ARLECCHINO!

Marghera 19 settembre 2001

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

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