Il secondo Brahmana del primo Adhyaya
dell'Upanisad Brhadaranyaka

Primi tre paragrafi

Upanisad Brhadaranyaka e la Religione Pagana

Quinta parte

di Claudio Simeoni

Indice commento dell'Upanisad Brhadaranyaka

 

Il secondo Brahamana del primo Adhyaya descrive la vita.

La vita che germina e che tenta di svilupparsi. Tappe dello sviluppo della vita in relazione a quanto il veggente considera importante.

Quando si tenta di capire l'Upanisad Brhadaranyaka è necessario riuscire a comprendere che quanto stiamo leggendo è quanto stiamo vedendo con gli occhi di quel veggente. Ai nostri occhi appare la stessa scena, ma noi non siamo quel veggnte. Noi abbiamo necessità diverse da quel veggente. Le necessità diverse ci inducono a concentrare la nostra attenzione su aspetti diversi da quelli sulla quale la poggia quel veggente. Tuttavia, nel commentare l'Upanisad Brhadaranyaka non stiamo trattando gli elementi del nostro interesse, ma gli elementi che attrassero l'attenzione di quel veggente.

C'è un'altra cosa che sarà importante ricordare per il proseguo. Quel veggente elabora una strategia affinché gli altri Esseri Umani siano consapevoli di quanto egli ha scoperto. La sua strategia per il suo mondo. Una strategia nei confronti della quale possiamo non essere d'accordo, possiamo criticarla, ma come la visione appartiene a quel veggente, così egli ha il diritto alla sua strategia con la quale manifestarla come ha il diritto alle nostre critiche e contestazioni che vivendo in un diverso insieme culturale diamo importanza ad altri aspetti. SOLO le nostre critiche sono in grado di rendere nobile la visione di quel veggente ed eroico il suo tentativo di trasmettere quanto ha visto. Gli altri possono SOLO condannarlo all'ignominia dicendo: "Ma quanto è bravo quel veggente!"; "Seguite gli insegnamenti di quel veggente!"; "Questa è la verità dei Veda, obbedite!" ecc. ecc. Qualcuno sull'"altare" e le altre persone in ginocchio.

Se il primo Brahamana descriveva il senso dell'universo, il secondo parla del senso della vita. Si tratta di sette quadri che esprimono i sette fondamenti della vita come erano importanti per quel veggente.

Proviamo ad analizzarli uno ad uno:

1) Quaggiù al principio non c'era che il nulla. Tutto era avvolto dalla morte (Mrtyu) o dalla fame, perché la fame è la morte. [la morte,] [Mrtyu] creò la mente, pensando: "Possa io avere un corpo!". E, cantando inni d'adorazione, si mosse. Mentre cantava, sorsero le acque. Allora egli disse: " Mentre cantavo (arc), si è prodotta l'acqua (ka)!". Ecco come s'originò l'arka [nome del fuoco sacrificale che è identificato con le acque primordiali] e perché ebbe questo nome. E in verità felicità (ka) tocca a colui che conosce come s'originò l'arka e perché ebbe questo nome.

In che condizioni si trova il veggente?

Sospeso nell'immenso dove le voci che provenivano dalla Coscienza di Sé Brahama si sono spente.

E' avvenuto il sacrificio del cavallo!

MORTE è il suono della parola alle sue orecchie. Quel silenzio egli lo associa a morte.

Ed è a questo punto che nella mente del veggente si forma la prima associazione che egli non comprende: morte e fame!

Il desiderio di vita, sotto forma di fame, emerge da quel silenzio che il veggente associa a morte.

E sarà uno degli errori nei confronti della vita che l'induismo si porterà appresso.

Nel nulla dell'inizio il veggente sente il rumore del desiderio di espansione dei soggetti che un po' alla volta prendono coscienza di Sé. Il veggente non vede il loro prendere Coscienza di Sé. Non vede l'Energia Vitale che qua e là è diversa, si muove su sé stessa, crea vortici ecc.

Sente solo il suo desiderio di espansione, la sua volontà di mangiare l'Energia Vitale che gli sta attorno per rafforzare quel movimento, quei vortici.

La fame non è la morte, ma è il segno che la vita sta iniziando a germinare!

Infatti il termine Mrtyu non sta ad indicare lo stato di silenzio che avvolge il veggente, ma un soggetto che manifesta "fame", che manifesta volontà di espansione nel mondo in cui ha manifestato la sua Coscienza e tenta di espandersi.

Diventa significativa la frase secondo cui Mrtya "crea la mente, desiderando o evocando un corpo!"

Potrebbe essere interpretata, dal punto di vista del Paganesimo Politeista: senza un corpo fisico non esiste una mente. La mente è espressione del corpo. Ma allora, attraverso cosa Mrtya emana quel desiderio? Mediante l'azione, mediante la manifestazione del suo desiderio di mangiare, fagocitare, all'interno del mondo in cui ha manifestato la propria coscienza di sé!

Il primo elemento che viene messo in evidenza è che la morte cessa di essere ciò che è quando il desiderio esprime sé stesso. In questo caso mediante FAME: la necessità di espansione.

"2) L'arka in verità è l'acqua. La schiuma delle acque poi si rapprese e fu la terra. Su di essa Mrtyu s'affaticò. Mentre si affaticava e si riscaldava, l'essenza del suo splendore si trasformò in fuoco.

Dall'acqua nasce la terra. La terra altro non è acqua che si rapprende. E' un'immagine del Veggente. La vita altro non è che Energia Vitale inconscia che si rapprende. Che prende luce, consistenza. Energia vitale che si concentra e inizia a vibrare, modulare, vorticare. Il veggente nota che il presente diviene separandosi e modificandosi da un insieme che lo manifesta e dal quale si separa.

Il segreto della vita appare al veggente. La vita è manifestazione di volontà soggettiva che separa una parte, consapevole di tutto, dall'insieme che non è consapevole di sé.

Ed è in questa energia rappresa che Mrtyu (la morte) si affaticava e riscaldava. Ed è proprio per il suo affaticarsi (affrontare le condizioni della propria esistenza) che la sua energia si trasformò in FUOCO. Il fuoco alimentato dalle scelte soggettive.

Il concetto della vita cui il veggente assiste è la separazione di un soggetto dall'insieme. Questo concetto di separazione di un soggetto dall'insieme che nella visione del veggente, in questo caso appare come acqua, è un motivo ricorrente in tutte le antiche religioni ed è il venire in essere della Coscienza di sé come variazione di una parte dell'insieme da cui emerge. Al di là dei caratteri soggettivi attraverso i quali il veggente descrive la sua visione, si tratta di quella che oggi definiamo come GERMINAZIONE. Cioè la capacità della VITA di germinare da condizioni precostituite, dalle condizioni in cui l'Energia Vitale si trova a manifestarsi data la sua qualità di trasformarsi da inconsapevole a consapevole.

Un secondo elemento che viene messo in evidenza è l'affaticarsi e il riscaldarsi.

In altre parole, la coscienza che riconosce sé stessa diversa dal circostante, manifesta la sua volontà all'interno delle sue azioni e, nel farlo, dilata sé stessa nel mondo in cui è venuta in essere.

Possiamo riassumere con due elementi messi in evidenza: la germinazione e l'attività della volontà del soggetto che attraverso le sue azioni si dilata nel mondo in cui è nato.

"3) Egli si divise in tre parti: [il fuoco] il sole, il vento. Egli è lo spirito vitale, che è triplice. La testa è la plaga orientale, poi ci son le due braccia (i due punti intermedi, scirocco e greco). La coda è la plaga occidentale, poi ci sono i due femori (i due altri punti intermedi, il libeccio e maestro). I fianchi sono il sud e il nord, il cielo è il dorso, il ventre è l'atmosfera, il petto è la terra. Egli sta saldo sulle acque. Chi così conosce sta saldo ovunque vada."

Volontà, Coscienza e Libertà: egli si è diviso in tre parti!

Sarebbe stato più esatto affermare che il veggente scorge tre elementi fondamentali attraverso i quali distinguere la Coscienza di sé, La volontà rappresentata dal fuoco che brucia; sé stessa, separata dall'insieme come un Sole nell'immenso inconsapevole che la circonda; il movimento come manifestazione della propria Libertà; rappresentata dal vento.

Noi riconosciamo un soggetto vivente nella misura in cui identifichiamo in lui la sua volontà, la sua Coscienza e l'esercizio della sua libertà. L'esercizio di libertà che possiamo definire anche come INTELLIGENZA che viene manifestata attraverso la sua capacità di adattamento soggettivo alle variabili oggettive che incontra.

Per contro, quando incontriamo un oggetto che adatta sé stesso alle variabili oggettive ne deduciamo che manifesta la sua intelligenza e la sua libertà! Quel soggetto lo identifichiamo con un Sole, una Coscienza di Sé separata da un insieme e dal suo riscaldamento identifichiamo il suo affaticarsi nella sua esistenza: l'esercizio soggettivo della sua volontà!

Per quanto riguarda il concepire il mondo, la terra, suddividendola nelle prerogative umane e identificando aspetti del mondo con parti umane deriva dal fatto che il veggente, ovunque volga lo sguardo riconosce Sole, Fuoco e Libertà! Esattamente come in sé stesso.

Ed è un limite della struttura culturale del veggente che anziché vedere sé stesso come manifestazione soggettiva dell'insieme da cui è germinato, proietta sé stesso sull'insieme che ha prodotto la sua germinazione. Non è egli manifestazione del mondo, ma sul mondo egli proietta l'idea che ha di sé stesso e delle proprie peculiarità.

Il messaggio che deve essere recepito è: "Ovunque tu vada sei Fuoco, Coscienza e Libertà!"

"Ovunque tu vada sei circondato da Fuoco, Coscienza e Libertà!"

Nell'"Isola del Tonal" Castaneda, in un dialogo con Don Juan scrive:

""Sapete che in questo preciso momento siete circondato dall'eternità? E sapete che potete usare questa eternità se lo desiderate?"

Dopo una lunga pausa, durante la quale con un lieve movimento degli occhi mi sollecitò a dire, io risposi che non riuscivo a capire le sue parole.

"Qui! L'eternità è qui!" disse, indicando l'orizzonte.

Poi indicò lo zenith. "O qui, o forse possiamo dire che l'eternità è così." Spalancò le braccia, puntandone una a est e l'altra ad ovest.

Ci guardammo in volto. Nei suoi occhi c'era una domanda.

"Che cosa ne dite?" chiese con amabilità insistita, come se volesse persuadermi a riflettere sulle sue parole.

Non sapevo cosa rispondere.

"Sapete che potete estendervi per sempre in ognuna delle direzioni che vi ho indicato?" aggiunse. "Sapete che in ogni momento può essere eternità? Non è un indovinello; è un fatto, ma solo se vi impadronirete di quel momento e lo usate per prendere la totalità di voi, per sempre, in ogni direzione."

Mi fissò.

"Prima non possedevate questo sapere" disse sorridendo. "Ora lo possedete. Ve l'ho rivelato, ma non cambia assolutamente nulla, perché non avete sufficiente potere personale per utilizzare la mia rivelazione. Se però aveste sufficiente potere, le sole mie parole vi basterebbero per fare il giro della vostra totalità e per spostare la parte essenziale al di là dai confini in cui è contenuta.""

Ed è il senso della frase: "Chi così conosce sta saldo ovunque vada!"

Giugno 2005

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell’Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 – Marghera Venezia

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Il termine "paganesimo"

Troppo spesso il termine Paganesimo viene usato nel significato che gli danno i cristiani. Tutti i non cristiani sono "pagani" e questo è fonte di molta confuzione. I Wicca sono costruiti da Gardner sulle superstizioni cristiane alle quali Gardner attribuisce un "potere magico". Da qui l'uso dei tarocchi, dell'astrologia, delle rune, che secondo i wicca predicono un futuro determinato dalla volontà del loro dio o della loro dea. Proclamano i principi di un "Rede" che ha l'origine in un "padre" della chiesa cattolica (Agostino d'Ippona) e manifestano principi morali cristiani. La Religione Pagana non è più disposta a tollerare questo tipo di fraintendimenti.