Rotti gli argini dello schiavismo in occidente, la società civile manifesta tutti i suoi limiti.
L'educazione cristiana ha sempre avuto lo scopo di uccidere l'individuo sociale, sia esso maschile che femminile, nella pubertà.
Nello sviluppo dell'individuo adulto contiamo tre morti o, se preferite, tre nascite. La prima è la morte del feto e la nascita del bambino, la seconda è la morte del fanciullo e della fanciulla e la nascita dell'individuo adulto, la terza è la morte del corpo fisico e....
L'educazione cristiana interviene in tutte e tre le fasi di vita dell'individuo, sia nella fase fetale che in quella del bambino e ne conserva il controllo educativo in età adulta.
Scopo dell'educazione cristiana è la distruzione dell'individuo in modo da impedirgli di morire come fanciullo e di poter rinascere come individuo adulto: mantenerlo in una condizione di eterno infantilismo. Un infantilismo psichico-culturale in età adulta ma privato delle pulsioni di espansione psico-emotive-culturali che caratterizzano l'infanzia e l'esposizione dell'individuo preadolescenziale nel mondo in cui è nato. Un adulto, a cui la società chiede delle risposte sociali responsabili, con una psiche e una cultura infantili e senza le pulsioni di apprendimento e di espansione nella società in cui dovrebbe prendere le decisioni da individuo adulto: un eterno bambino rinchiuso su sé stesso in un mondo psichico che può gestire in contrapposizione al mondo reale. Un mondo virtuale vissuto psicologicamente in contrapposizione al mondo reale temuto ed angosciante. Un mondo semplice, come quelli descritti dalla sua bibbia, che può essere circoscritto in un ambiente musicale, in un ambiente calcistico, in un am biente sportivo, ecc. i cui confini culturali sono ristretti e ben conosciuti da questo adulto-infante. Un individuo adulto trasformato in una macchina capace di svolgere lavori semplici, culturalmente debilitato, psicologicamente incapace di affrontare il nuovo o lo sconosciuto e incapace sia di ascoltare che di comprendere fenomeni che esulano dal suo ristretto campo di competenza.
Un eterno bambino rinchiuso in una gabbia psichica fatta di paure e di angosce generate da un mondo complesso dal quale vuole separarsi. Sia come individuo che come gruppo sociale (i club di calcio), come etnia o come gruppo sociale dedito ad attività specifiche e circoscritte. Come partito politico dalle idee sempre più povere e sempre più difensive rispetto ad una cultura e ad esigenze sociali che richiederebbero un'espansione continua del soggetto nella società e nella cultura in cui il soggetto vive.
L'educazione cristiana, cattolica in particolare, rinchiude l'individuo in ambiti ristretti e semplicistici fatti di superstizioni e di credenze: dio ha creato il mondo! Facile, semplice, risolve ogni domanda e impedisce la ricerca di risposte più complesse. Quando dai dell'imbecille all'individuo che crede che il mondo sia creato da dio, allora quell'individuo è smarrito. Non ha più le risposte razionali che soddisfano la sua struttura emotiva. Non ha più l'oggetto delle sue certezze, dio, da cui far dipendere l'oggettività in cui vive e dal quale fa discendere le sue decisioni che lo soddisfano moralmente (emotivamente). Non è a posto. Deve giustificare con grande fatica. Fatica oggi, fatica psichica domani, l'individuo si ritira dalla società e si rifugia nel già conosciuto. Si rifugia in quell'eterno infantilismo che la risoluzione puberale ha fatto fallire. La sua struttura sessuale diventa quella di un adulto. Perde le spinte di apprendimento e di crescita nel mondo e si trova ad essere un bambino con le voglie sessuali di un adulto. Incapace di costruire delle relazioni sessuali e personali col mondo e nel mondo in cui vive, si comporta come farebbe un elefante in un negozio di vetri d'arte.
Finché la società era una società semplice in cui gli adulti giocavano a far la guerra a suon di spade, fucili, barricate, carri armati, bombardieri, quell'eterno infante era a proprio agio.
L'eterno fanciullo riproduce in età adulta i giochi infantili. Le guerre per bande. Cambiano i mezzi con cui combatterle, ma psicologicamente è sempre il bambino in branco che gioca alla guerra. La guerra come elemento estetico in cui la sua psiche delirante da onnipotenza può trovare le sue soddisfazioni. Solo che la guerra vera non è semplicemente estetica, ma dolore, sangue, relazioni psico-emotive che in alcune situazioni si calano in maniera tanto profonda nell'individuo da sconvolgere il suo equilibrio di eterno bambino costringendolo a ristrutturare la sua struttura emotiva adattandola ad un piano diverso da quello stabilizzato nell'infanzia dall'educazione cristiana.
Per questo motivo le guerre continue vissute dalle società occidentali negli ultimi cinquecento anni hanno nascosto i disastri dell'educazione cristiana. Una grande percentuale di individui moriva e chi sopravviveva aveva attraversato talmente tanti sforzi psico-emotivi da aver riadattato la propria struttura psico-emotiva nonostante il suo eterno infantilismo in cui l'educazione cristiana lo aveva costretto.
L'infantilismo si esprime bene nella guerra. L'obbiettivo è semplice: il nemico cattivo va distrutto. Non serve ragionare sul nemico: quando ciò avviene la struttura psico-emotiva viene sconvolta. O meglio, quando la struttura psico-emotiva viene sconvolta in relazioni psicologicamente dolorose, sul nemico cade la barriera dell'infantilismo, quella specifica barriera di infantilismo, e l'individuo inizia a ragionare sul suo essere in quella situazione.
Come il dio dei cristiani ordina di ammazzare chi non si mette in ginocchio davanti a lui, così nella guerra si tratta di distruggere quel nemico che non vuole fare quello che noi vogliano. Il nemico non si adegua ai nostri ordini; non si mette in ginocchio davanti a noi e allora lo dobbiamo sterminare, rendere debole, affinché si sottometta a noi.
In questa situazione, l'educazione cristiana è funzionale: costruisce individui infantili adatti ad affrontare un mondo infantile che porta a distruggere tutti gli individui infantili in una strage permanente. Premere un bottone che lancia un missile non richiede altrettanta cultura che comprendere la "critica alla ragion pura".
Poi, le società cambiano.
Succede che da sessanta anni non ci sono più guerre che portano alla strage delle popolazioni. Anche quando ci sono guerre in occidente, queste coinvolgono una piccola percentuale di popolazione. Ad esempio, la guerra in Iraq ha fatto qualche migliaia di morti occidentali e ha macellato quasi un milione di iracheni. Va da sé che quella guerra ha sconvolto ogni futuro della società irachena, ma ha inciso in maniera minima sulle società occidentali.
La struttura psico-emotiva degli individui adulti non viene più selezionata dalla guerra nelle società occidentali e gli eterni bambini, costruiti dall'educazione cristiana, diventano gli adulti che devono gestire lo Stato, le strutture sociali, l'economia delle nazioni. I bambini non aggiungono ricchezza a ricchezza, ma, come tutti i bambini, saccheggiano il presente, la ricchezza presente, per sopravvivere in un mondo che sentono ostile e per il quale sono inadeguati.
Così le nuove analisi sociologiche dimostrano la realtà sociale dell'educazione cristiana che forgia individui inadeguati ad affrontare una società che non vive più sulle stragi ordinate dal dio biblico, ma sulla soluzione di contraddizioni sociali con mezzi diverso dal massacro e dal genocidio.
Il bambino o l'adulto eterno bambino, vive di stragi e di saccheggi. Mentre l'adulto deve usare la soluzione delle contraddizioni per costruire un futuro possibile. Un futuro che il cristianesimo nega in perenne attesa della venuta del suo dio padrone dalle nuvole con grande potenza.
L'uomo e la donna sono diversi all'interno dell'educazione cristiana?
Subiscono la medesima educazione. Solo che la stessa educazione si riversa su due soggetti diversi avendo la donna non solo le mestruazioni, ma anche la gestazione. Si tratta di due strumenti mediante i quali la donna manipola sistematicamente e indipendentemente dalle sollecitazioni dell'oggettività la propria struttura emotiva adattandola al nuovo che a lei giunge.
Per questo motivo gli effetti dell'educazione cristiana sono diversi proprio in base al sesso.
Ad essere più colpito è il genere maschile in quanto ha meno protezioni neuro-vegetative alle imposizioni coercitive dell'educazione cattolica.
Per questo nell'articolo di Federico Rampini possiamo leggere sul tramonto del matrimonio, che implica una capacità di relazionarsi con le persone, e un aumento dei celibi che, presumibilmente cerca relazioni estemporanee e prive di impegno soggettivo a medio e lungo termine: tutti gli uomini, anche se infantili, sanno infilare un pene in una vagina, ma pochissimi sono in grado di costruire delle relazioni con la persona "donna".
Scrive Federico Rampini (l'articolo è spezzettato per il commento e in grassetto e rosso):
Insicuro, povero, incolto addio al "buon partito" Dagli Usa all'Europa, sorpasso delle donne. Il matrimonio tramonta e cresce a dismisura la percentuale dei trentenni celibi dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
NEW YORK - "L'uomo con cui esci oggi non assomiglia a tuo padre da giovane; semmai ti ricorda i bambini a cui fai da baby-sitter". La battuta acida è di una giovane comica americana, Julie Klausner. Centinaia di migliaia di donne si riconoscono nel suo lamento. Il diario della Klausner (titolo "Non me ne importa nulla del tuo gruppo rock") è diventato un best-seller e il simbolo di un fenomeno nuovo: la scomparsa del "buon partito". Raggiunta quella che un tempo era la classica età della riproduzione, dell'accoppiamento e della formazione di una famiglia, i maschi over-20 rimangono bloccati in quello che la sociologa Kay Hymowitz definisce "una nuova età pre-adulta, un limbo, un'iper-dilatazione dell'adolescenza". Immaturi, impreparati ad affrontare la vita matrimoniale? Non sono stereotipi alimentati dalla cultura post-femminista. Il fenomeno ha spiegazioni socio-economiche concrete: il micidiale regresso dei maschi a scuola, all'università, nel mondo del lavoro.
Il regresso è determinato dall'inadeguatezza dei mezzi forniti dall'educazione cristiana per affrontare i problemi che il mondo presenta loro. Mentre le donne hanno superato la condizione schiavista che il cristianesimo ha imposto loro ed esplorano, ognuna secondo la propria concezione, strade diverse nella loro vita in diverse prospettive di futuro, gli esseri umani maschili vivono il presente come un momento di esaltazione della propria onnipotenza desiderosi che il loro futuro appartenga ad una provvidenza desiderata ma non strategicamente costruita.
Il cristiano non è responsabile davanti ad una condizione sociale e la famiglia, per il cristiano, è certificazione di ruoli sociali, non di rapporti fra le persone. Se l'altro non ti riconosce il tuo ruolo di padrone, il maschio non è in grado di concepire nessun altro ruolo nella relazione per sé stesso. Se il maschio non è il padrone nella famiglia ad immagine e somiglianza della sacra famiglia, in cui il dio padrone può fare quello che vuole, si sente smarrito e fuori luogo. La donna che pretende rispetto dal marito, è una figura sconosciuta nel cristianesimo in cui la donna è colei che recita il Magnificat al proprio marito-padrone. Se il marito-padrone non vede sua moglie recitare il Magnificat nei suoi confronti si sente smarrito in quanto la moglie pretende di essere una persona, rispettata ed amata in quanto persona e non in quanto vacca fattrice di figli, prostituta che lo soddisfa letto o serva nel focolare domestico.
L'infantilismo maschile si ferma alla donna che è la sua mamma o, al massimo, la sua mamma-puttana.
Continua l'articolo di Rampini:
Tutto è relativo, naturalmente. Infatti è nel confronto con le donne loro coetanee, che la decadenza maschile è precipitosa in tutto l'Occidente. La Hymowitz lo teorizza in un saggio dal sottotitolo crudele: "Farsi maschio. Ovvero: Come l'ascesa delle donne ha trasformato gli uomini in ragazzi". E il Wall Street Journal illustra questa tesi con dati del censimento federale 2010 per gli Stati Uniti, del Bureau of Labor Statistics, delle Nazioni Unite e della Commissione europea. L'accesso all'istruzione superiore è l'indicatore più drammatico del declino maschile. Nella fascia oltre i 65 anni, gli uomini laureati sono molto più numerosi delle donne; il divario si riduce ma resta a favore dei maschi tra i 45 e i 64 anni. Ma si è invertito nettamente fra i 35 e i 44 anni dove le donne con laurea sono più numerose; e il gap si fa incolmabile (a favore della popolazione femminile) tra i 25 e i 34 anni.
Un cristiano non conosce il valore dell'istruzione. Ritiene che la sapienza derivi da dio: dal suo dio. Nei Proverbi di Salomone la scienza è la parola del dio padrone, non la conoscenza raggiunta dall'uomo mediante il lavoro. Nell'ideologia cristiana un individuo maschile non deve riaffermare sé stesso, ma, come il suo dio, deve essere accettato per come si presenta perché tale presentazione è la presentazione del suo dio. Si tratta di un input trasmesso dalle madri cristiane ai figli maschi: essi sono immagine di dio. Per questo l'individuo maschile si perde nei meandri dell'illusione di onnipotenza mentre, al contrario, l'Essere Umano femminile, costretto a riaffermare sé stesso nei confronti di un individuo, quello maschile, che pretende una sottomissione aprioristica, è costretto a mettere in atto azioni di autoaffermazioni e di scalata del presente culturale in cui sta vivendo. Di fatto, si attrezza al meglio per affrontare il proprio futuro.
Tanto più si scala nella fascia d'età e tanto maggiore è la scalata dell'individuo femminile nella società.
Una società complessa necessita di individui capaci di vivere nella complessità. Capaci di ascoltare ed analizzare. L'ideologia cristiana costringe gli individui a proiettare sé stessi sulla società. Costringe le persone a pensare alla società come ad un sé stessi e non come soggetto o insiemi di soggetti diversi da sé. E' il dio unico che si esprime dentro al singolo individuo e che chiede di essere considerato da tutti come il modello cui adeguarsi. Da qui il bullismo e tutti gli atti di violenza e di prevaricazione sociale con cui gli individui di sesso maschile opprimono la società per manifestare il loro desiderio arrogante di superiorità: come il dio padrone cristiano.
Quali sono gli scenari futuri?
Lo scatto in avanti delle ragazze all'università, si traduce in una maggiore forza sul mercato del lavoro. Il fenomeno è esploso con l'ultima crisi. Ancora fino al 2007, i tassi di disoccupazione maschili e femminili viaggiavano appaiati. Tra il 2008 e il 2009 si apre una forbice: nella recessione vengono licenziati più uomini che donne. Il divario diventa strutturale con l'inizio delle ripresa, nel 2010 e 2011 sono le donne le prime a farsi assumere. "La qualità degli studi - dice la Hymowitz - è determinante oggi per stabilire il potere contrattuale sul mercato del lavoro. Nella società dell'informazione, i posti buoni vanno a chi ha studiato meglio. Nella generazione tra i 25 e i 34 anni, il 34% delle donne americane hanno almeno una laurea, contro il 27% degli uomini".
Le ragazze occupano posti di lavoro meglio pagati e con maggiore responsabilità sociale.
Il fenomeno è più evidente in Italia nel personale della magistratura. Se il personale politico viene eletto e, per conseguenza, chi si propone deve aderire al modello sociale imposto anche se maschilista e culturalmente molto povero, nel settore della magistratura il personale che si presenta deve essere culturalmente molto preparato. Entra per concorso e al concorso o sa o non sa. Oggi come oggi in Italia i posti in magistratura sono quasi il 50% femminili e sono destinati ad aumentare percentualmente nei prossimi anni.
In altri settori che richiedono flessibilità culturale, capacità di ascolto e dinamiche di intervento diversificate, saranno occupati da personale femminile. La cultura è donna perché le donne, nonostante il dominio coercitivo cristiano, a differenza del maschio, sanno come usare la cultura per agire nella società. La donna si serve della cultura, mentre il maschio si allontana dalla cultura perché troppo complessa rispetto ai testi biblici.
Questo va ad incidere anche sui redditi di massa e sulla distribuzione e la gestione della ricchezza. Il matrimonio cessa di essere conveniente come organizzazione sociale. La società non si basa più sul matrimonio, ma sui diritti del singolo individuo nelle sue relazioni con le Istituzioni che diventano, a quel punto, la vera ricchezza sociale. La rete di solidarietà della società nel suo insieme al di là della famiglia e delle relazioni parentali: una società FAMIGLIA.
La forbice si allarga anche nei redditi, per quello che si definisce il "college premium", il sovrappiù di remunerazione legato alla qualità della laurea: "In molte aree metropolitane degli Stati Uniti, le giovani donne guadagnano sistematicamente più dei loro fratelli, o dei loro aspiranti fidanzati". Questo rende i maschi ventenni sempre meno appetibili come mariti. Non portano in dote né sicurezza né status. E infatti il matrimonio tramonta, cresce a dismisura la percentuale dei trentenni celibi: nel 1970 meno del 16% degli americani non erano ancora sposati all'età di 30 anni, oggi il 55% a quell'età sono "single".
Gli elementi su cui si regge la sacra famiglia cristiana si sfaldano. La donna non è più l'animale ignorante che recita il magnificat al padrone, ma è l'agente che opera nella trasformazione della società. Non è più il dio padrone che mette il seme nell'utero femminile, ma è l'utero femminile che discrimina nei confronti del dio padrone cristiano. Non è più la donna ignorante che recita il magnificat, ma è la donna protagonista che chiede al dio padrone di sottomettersi davanti alla sua superiorità culturale e morale.
Il matrimonio che sancisce la sacra famiglia cristiana tramonta. Tende a sparire in quanto inattuale e incapace di incanalare i meccanismi di costruzione della società attuale.
Gli Esseri Umani maschili, incapaci di costruire delle relazioni, rimangono single e single rimangono le donne che gestiscono il loro corpo in base ai propri bisogni economici, sociali e relazionali.
Il maschio, educato cristianamente, è un fallito: non sa veicolare le sue emozioni e non sa veicolare in maniera appropriata la sua sessualità.
Il maschio cristiano è incapace di costruire delle relazioni con l'altro sesso e le donne, liberate dalla sottomissione, sono più esigenti nei confronti di maschi che le vorrebbero trasformare in sottomesse.
E' un fenomeno che attraversa l'intero mondo cristiano:
Il fenomeno non è solo americano, contagia Germania, Francia, Danimarca, Grecia. L'imputato è il maschio: insieme al declino socio-economico, è in preda a una vera e propria regressione culturale. La Hymowitz individua una spia nel cinema: "Da un decennio Hollywood ha anticipato questo fenomeno, le sue star maschili tra i ventenni sono dei ragazzoni come Jim Carrey, Owen Wilson, Will Farrell: puerili, volgari, immaturi". Lo stesso nell'editoria: "Negli anni '60 la rivista maschile era Playboy, il successore è Maxim: al confronto le conigliette sembrano Albert Camus". Altro che buon partito. "Lo status sociale del giovane uomo è nell'incertezza totale - conclude la Hymowitz - e la conseguenza è ovvia. Mentre le donne fanno passi da gigante nella nostra economia avanzata, mariti e padri sono diventati optional".
(20 febbraio 2011)
Tratto da:
http://www.repubblica.it/esteri/2011/02/20/news/addio_al_buon_partito-12677187/?ref=HRERO-1
Si tratta del fallimento del modello sociale cristiano. Il fallimento della sacra famiglia calato con violenza nelle società civili. Un fallimento che sta gettando le basi per il fallimento futuro delle generazioni che in questo momento vivono lo sbandamento fra educazione cristiana, imposta ed esigenze di una società che richiede un alto tasso di cultura con cui comprendere, pensare, organizzarsi ed agire, e l'educazione cristiana che forgia individui sottomessi e culturalmente inadeguati.
I lavori di sociologia scoprono il fallimento delle categorie sociali cristiane.
Solo che il cristianesimo lotterà a sangue per attribuire la colpa del fallimento sociale a qualcun altro. Come nel nazismo in cui il cristianesimo attribuì l'ideologia del superuomo a Nietzsche anziché al suo Gesù, vero modello di superuomo assassino che il nazismo propose alla nazione tedesca.
In ogni caso, il fallimento della famiglia cristiana è destinato ad allargarsi e a svilupparsi.
Solo l'educazione nella religione Pagana politeista può attrezzare l'individuo, sia maschile che femminile, ad affrontare positivamente nuovi modelli sociali. Per ora, comunque, limitiamoci ad assistere al fallimento del modello sociale cristiano.
Marghera, 20 febbraio 2011
Idee e riflessioni sulla societa' |
La lotta del cristianesimo contro le antiche religioni non è una lotta di idee, ma un insieme di crimini che oggi classificheremmo come terroristici e mafiosi. Tutt'oggi tali crimini continano nonostnte le leggi democratiche. Leggi che vengono disattese da cattolici che occupano ruoli Istituzionali. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
La società, in cui viviamo è importante e permettere ai cristiani di distruggere i sacri principi Costituzionali è un delitto la cui pena sarà pagata dai nostri figli.