Le idee sugli Dèi nella religione di Roma Antica

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Le immagini degli Dèi di Roma Antica - Premessa
Il Sentiero d'Oro

 

Al lavoro di analisi della religione romana sono giunto stimolato dalla necessità di ricerca di condizioni storiche in cui le tesi espresse nel Libro dell'Anticristo si sono in qualche modo riprodotte diventando fare di popoli e persone nascosti sotto nomi e sentieri specifici alla Conoscenza e alla Consapevolezza.

Nel lavoro di ricerca ho scorto elementi propri del Libro dell'Anticristo nelle pratiche Sciamaniche e nelle pratiche Animiste dei paesi del terzo mondo. Nella storia del mondo occidentale la via tracciata dal Libro dell'Anticristo trae origine dalle pratiche della Stregoneria Medioevale e dalla ricerca, da un lato quella antropologica e, dall'altro, dalla critica alla filosofia occidentale, come bisogno di liberazione dell'Essere Umano.

Anche la Stregoneria Medioevale è trasformazione di quanto l'ha preceduta.

Attualmente si avvicinano alle tesi del Libro dell'Anticristo alcune forme di Buddismo (non il Lamaismo e nemmeno quelle forme legate alla gestione dello stato) con al centro lo sviluppo del Buddha dentro l'Essere Umano e alcune forme Yoga per il risveglio dell'Energia Vitale dentro l'individuo.[1]

Queste forme religiose hanno il torto di non mettere al centro della loro attività lo sviluppo dell'Essere Umano sottovalutando la relazione fra l'Essere Umano ed il mondo circostante. Hanno al loro centro un Essere Umano che non esercita la propria volontà sull'oggettività ma che subisce l’oggettività purché questa gli consenta lo sviluppo del proprio Buddha o della propria Kundalini.[2]

Per queste religioni, l'Essere Umano, non è il costruttore del proprio Sistema Sociale (per quanto questo sia discutibile), ma è l'Essere Umano che mendica all'interno del Sistema Sociale.

Mendicando, l'Essere Umano, non pratica la propria volontà, non si relaziona con altre volontà, di conseguenza, non pratica la magia come metodo del proprio esistere. Dice solamente: "Lasciatemi in pace affinché possa sviluppare il Buddha che dorme dentro di me!" Egli non desidera nuocere a nessuno, tanto meno al suo padrone, ma è pronto a reclamare il diritto di usare schiavi per le proprie necessità (vedi le ragioni delle rivolte dei monaci Lamaisti a Lahasa in Tibet negli ultimi anni).[3]

Una via che non sia Libertà nell'esistente della ragione non può liberare l'Essere Luminoso che cresce dentro l'Essere Umano. Libertà non si intende un vago aspetto come delineato dalla filosofia occidentale, ma Libertà del fare all'interno del quotidiano della ragione finalizzata alla costruzione del Potere di Essere all'interno del Sistema Sociale umano.

Non c'è Libertà in un Sistema Sociale umano dove una parte degli Esseri Umani siano esclusi o per "legge" o per imposizioni o condizioni dalla partecipazione come soggetti di diritto al Sistema Sociale in cui vivono.

La Libertà dell'Essere Umano è Libertà nello sviluppo dell'Essere Luminoso che cresce dentro di lui; non ci può essere sviluppo dell'Essere Luminoso là dove non c'è un cammino verso la Libertà. Solo in questo modo il Mago, o Apprendista Stregone, può svolgere i propri riti fondendo la propria Energia Vitale con quella delle Coscienze di Sé con cui vuole relazionarsi o scambiare Energia Vitale. Solo fondando la Libertà le Coscienze di Sé accorrono perché, nella Libertà, c'è scelta di dare e avere reciproco; nell'appropriazione c'è soltanto un tentativo di furto.

Ci sono dei "Maghi" che senza praticare la Libertà impongono sé stessi a Coscienze di Sé. Costringono Coscienze di Sé a relazionarsi con loro. Costoro si pensano furbi e potenti, non si accorgono che le Coscienze di Sé, con cui si relazionano, versano in loro la parte stagnata della loro Energia Vitale così, non solo perdono ogni possibilità di espandere sé stessi, ma si ritrovano più vuoti di prima.

Senza la tensione verso la Libertà non esiste nessuna pratica magica: nessuna capacità di manipolazione dell'Energia Vitale.

Senza la tensione verso la Libertà le Streghe non sarebbero mai riuscite a far volare i loro corpi di sogno.

Due forme religiose, il cui scopo era sviluppare il dio centro l'Essere Umano, distrutte nell'oggettività della ragione, hanno continuato ad influenzare il fare e il comportamento degli Esseri Umani da là dove l'Inquisizione non poteva accedere.

Una di queste era la filosofia Gnostica il cui intento era sviluppare la scintilla divina che Sophia, ingannando il Demiurgo, introdussero nell'Essere Umano. In altre parole, gli Gnostici volevano cogliere dall'albero della vita per mangiare e vivere in eterno trasformandosi in Esseri Luminosi.

L'altra è la religione dell'antica Roma il cui fine era sviluppare Genio. L'Essere luminoso che cresce dentro l'Essere Umano (la Juno dentro l'Essere Umano femminile).

Entrambe le vie vogliono sviluppare il dio dentro l'Essere Umano, ma, mentre gli Gnostici rappresentavano un movimento di pensiero dopo l’arrivo del cristianesimo, la religione dell'antica Roma ha rappresentato un movimento di pensiero e di relazioni che è andato modificandosi e perfezionandosi per oltre 600 anni.

La religione dell'antica Roma non appare immediatamente come espressione di un "maestro" ma arriva alla fondazione di Roma come processo di sviluppo e trasformazione di popoli precedenti. La maggior parte delle divinità della religione Romana sono elaborazioni Etrusche, Osche, Sannite, Sabine ecc. Sono immagini già diventate parte integrante di popoli interi ai quali hanno indicato il cammino per il loro sviluppo.

Al di là del concetto di Genio, sembra quasi che i Romani non siano fondatori di nessuna religione e di nessuna divinità prendendo quanto incontrano adattandone l'immagine al loro cammino. E' fuori discussione l'origine Etrusca e Sabina della città di Roma come è fuori discussione l'acquisizione, da parte della religione romana, delle divinità Sabine. Marte è la prima fra tutte.

Fin da subito la storia di Roma si arricchisce di immagini: Giunone viene invitata a Roma abbandonando la sede in cui esercita (la città di Veio) durante il suo assedio, Minerva è condotta come prigioniera a Roma dopo la sconfitta dei Faleri. Roma sembra non solo conquistare le città, ma si appropria della loro forza appropriandosi delle Coscienze di Sé proprie di quelle città facendole proprie. Roma fa proprie le Coscienze, gli Dèi, formatisi attraverso il divenire delle città stesse.

Mamurio appartiene al culto romano, Marte viene collocato all'origine della città mentre, attraverso il far proprio di Venere (l'Etrusca Turan, in quanto gli Etruschi Veneravano l'esistente), i romani possono, a buon ragione, definirsi il popolo più religioso del mondo.

Nella religione romana hanno grande peso le divinità greche, primi fra tutti i Dioscuri e poi il sincretismo operato fra le varie divinità, non ultimo il responso del tempio di Apollo all'imperatore Giuliano secondo il quale Giove, Serapide e Plutone sono la stessa cosa.

La differenza fra le divinità greche e quelle romane è considerevole. I Greci non riconoscono nessun dio se non in aspetto umano e, di quel dio, raccontano storie e aneddoti, più o meno come i cristiani raccontano della verginità di Maria o della resurrezione del loro Gesù. Da non dimenticare che la messa in discussione della divinità in forma umana, e la pretesa di essere l’uomo più saggio del mondo come indicato da un dio padrone, è la vera ragione per la quale Socrate è stato messo a morte (altri filosofi sono stati più fortunati, o più prudenti, affermando ad esempio che sì gli dèi esistono, ma si fanno i fatti loro e sono indifferenti alle vicende umane).[4]

I Romani per divinità non intendono mai una persona, se non attraverso il sincretismo con la religione greca. L'immagine dell'uomo dio è un'immagine a posteriori.

Nella religione romana emerge innanzi tutto il concetto di funzione e di fare. La funzione e il fare viene divinizzato a perenne memoria poi, e solo poi, a quel fare si attribuiscono sembianze e forma umana al fine di rappresentarle. La religione romana si caratterizza attraverso l’azione.

Mamurio non viene ricordato in quanto persona, ma in quanto abilità del fare, capace di imitare e superare quella degli dei.

Giano non viene ricordato come Essere Umano, ma come una forza, con delle caratteristiche, impegnata a difendere la città e ad essere additata come esempio in funzione del tempo che viene incontro.

Giove è il cielo, come forza in sé; le leggende scritte sono tarde e ad imitazione di quelle raccontate per il Zeus greco, in compenso, sono spesso scritte a sberleffo dell'autorità (vedi l'esempio di Lara) e come stimolo verso la liberazione.

Silvano stesso, che il Comando Sociale mal distingue da Fauno, viene raffigurato come un Satiro ad imitazione delle leggende greche, ma non è un Satiro, Silvano è lo spirito del bosco che odia gli Esseri Umani in quanto aumentando di numero tendono a portar via spazio al bosco abbattendo alberi e allargando i loro campi coltivati.

A questo si aggiungano le "astrazioni divinizzate" dove in Grecia hanno un nome, discendenza, leggende e forma umana.

Spesso le divinità romane non sono nemmeno funzionali allo stato romano inteso come Comando Sociale tant'è che questo accoglie volentieri ogni variazione capace di rinvigorirlo. Non solo nella religiosità romana entra prepotente la mitologia Greca (mentre Carneade viene imbarcato e allontanato in tutta furia da Roma), ma entra anche la mitologia Egiziana e quella mediorientale.

C'è una relazione precisa fra un popolo (inteso come insieme culturale ed ideologico), la sua religione e fra il Comando Sociale e il controllo di quel popolo. La religione romana non è una religione rivelata, è una religione cresciuta attraverso scoperte ed elaborazione di scoperte. I romani non rubano Giunone agli Etruschi; i romani scoprono il potere e la realtà Giunone e decidono di appropriarsene diventando essi stessi Giunone.

Le Coscienze di sé si relazionano con quanto esiste, non sono padrone di quanto esiste.

La Coscienza di Sé si relaziona dove e con chi fa' affluire e scambiare maggiori quantità di Energia Vitale. I romani erano in grado di maneggiare maggiori quantità di Energia Vitale che non gli abitanti della città di Veio. Inoltre, le premesse del divenire favorivano Roma e non Veio.

I romani dispongono di due sistemi interpretativi attraverso i quali trasferire le informazioni ottenute dall'alterazione della percezione del circostante al mondo della ragione: i Libri Sibillini e gli Auguri.

I Libri Sibillini sono elaborazione di uno Stregone veggente. Vengono portati a Roma perché erano stati scritti per Roma. Il discorso per gli Auguri è molto più complesso: solo un Essere Umano capace di diventare uno con la Natura, può chiamare, attraverso le tecniche accuratamente descritte, la Natura affinché lo aiutasse, partendo dall'alterazione della propria percezione, a risolvere il suo problema nel quotidiano della ragione. La maggior parte degli Auguri imitava le tecniche ma non riusciva ad ottenere risposte, riusciva soltanto a scimmiottare i veggenti.

Attraverso questi strumenti i romani poterono, nel corso del tempo, relazionarsi con le Coscienze di Sé estendendo la relazione al quotidiano della ragione. Attraverso questi strumenti l'oggettività intervenne nelle scelte di Roma nel corso della sua storia.

Questo rende la religione dell'antica Roma assolutamente originale.

Si possono cancellare tutti i nomi delle divinità dalla memoria, ma le Coscienze di Sé della religione romana sono comunque attorno a noi, e non come semplici astrazioni, ma come Esseri reali con i quali ci si relaziona ogni qual volta si fa un gesto o si compie una scelta.

Si possono cancellare i nomi ma non si può cancellarne la realtà e questa è pronta a risorgere con altri nomi, in altre situazioni. Ad ogni relazione, la Coscienza di Sé, si modifica un po', ma la relazione è sempre funzionale allo sviluppo del proprio esistere in funzione dello sviluppo della relazione stessa. In pratica, quando due Coscienze di Sé si relazionano, sviluppano il proprio Potere di Essere, è interesse di entrambe sviluppare la relazione in funzione della continuazione dello sviluppo del proprio Potere di Essere.

Nell'esecuzione di questo lavoro è necessario fare alcune premesse fondamentali.

1) Scopo della mia ricerca non è l'archeologia. Io non sono alla ricerca del passato, sono alla ricerca delle relazioni attraverso le quali costruire la Coscienza di Me finalizzata al mio divenire eterno. Il mio scopo è cercare quanto in passato altri individui sono stati pervasi dalla stessa tensione (o tensioni simili) e come abbiano letto ed articolato le loro percezioni al fine di diventare eterni attraverso lo sviluppo della loro Libertà in funzione della crescita del loro Potere di Essere. A me interessa la fondazione del futuro e non sono disponibile ad accettare per vere le affermazioni della propaganda cristiana secondo cui prima dell'arrivo del cristianesimo la gente adorava idoli di pietra ai quali sacrificava. La realtà dimostra il contrario: gli idolatri, come essi descrivevano gli Esseri Umani di altre fedi, erano proprio i cristiani!

2) Alcune immagini sono ripetitive. Non essendo una ricerca archeologica non è nemmeno una trattazione cronologica. Sono state trascurate quasi tutte le divinità arrivate a Roma con l'Impero e sono state trascurate alcune "astrazioni divinizzate" come, primi fra tutti, Speranza e Concordia. Sono state trascurate varie divinità ma forse la più importante è Ercole; la forza fisica. Ercole è una delle prime incarnazioni dello stato romano: la forza fisica come metodo di relazione con i vicini. E' un'immagine trascurata volutamente in quanto è stata molto presto legata alla logica del Comando Sociale e non possiede spessore nella percezione alterata. Sono state trascurate tutte le divinità, o quasi, provenienti dalla Grecia in quanto appartengono ad un diverso divenuto.[5]
Il fatto che molte immagini si assomiglino, apparendo spesso ripetitive, è dovuta all'arrivo a Roma di divinità dai popoli circostanti il cui significato era simile alle immagini di divinità già presenti. L'immagine di Marte appartiene a Roma fin dalle origini, ereditata dagli Etruschi, dagli Oschi, dai Sabini ecc.. Diverso è il discorso dell'accoppiata Marte e Quirino. Entrambi rappresentano, all'origine, un'immagine simile. A Roma le immagini si diversificano e, proprio per quella diversificazione, l'immagine di Quirino diventa estremamente complessa, molto più di quella di Marte. Le immagini si trovano a relazionarsi con fare e scelte differenti.
Altre immagini mantengono il significato originale differenziandosi ben poco l'una dall'altra; sembra quasi che gruppi sociali diversi, o situazioni storiche diverse, qualifichino le immagini. Alterando la percezione quelle immagini sono diverse, anche se non moltissimo, è il caso di Giunone, Mater Matuta e Bona Dea (Diana se ne discosta in maniera poderosa).
Nella descrizione delle immagini percepite ho preferito tenere un ordine casuale anziché seguirne uno preciso.

3) Alcune immagini sono difficili da decifrare e leggere all'interno della religione romana in quanto fatte proprie e manipolate dal Comando Sociale. E' il caso della sentenza senatoriale con la quale si divinizza il Genio dell'Imperatore o quella del Sol Invictus Eliogabalo o, ancora, quella di Giove Tonante proclamato da Augusto.
Un altro elemento è l'accostamento (che potrei comunque sottoscrivere) del doppio tempio a Roma e Venere. Le immagini, quando sono frutto dell'assoggettamento della religione romana al Comando Sociale, lasciano perplessa la ragione ed offuscano l'alterazione della percezione. Nella lettura dell'immagine ho tentato di attenermi quasi esclusivamente al carattere esoterico e all'indicazione della direzione della Libertà che l'immagine proiettava.

4) Alcune immagini appaiono quando il significato originale è stato alterato ed elaborato. La Coscienza di Sé si modifica ad ogni relazione! Come Marte. L'immagine si trova in molte culture sia Sabine che Osche (vedi i riti della gioventù consacrata a Marte per la fondazione di nuove città) e per essi non è solo "la contraddizione che si risolve mediante le armi" ma è il senso della vita stessa, della città e dei singoli Esseri Umani. Quando in Roma viene istituito, l'immagine ha attraversato un divenuto nel quale ha coinvolto le scelte di Esseri Umani che da tale relazione dipendevano. La ricerca del significato di Marte è estremamente complessa in quanto nella percezione alterata si riversano forze e tensioni proprie di interi popoli, i quali, non riversano in quell'immagine questo o quel fare ma l'intera esistenza del popolo stesso, ne rendono complessa l’interpretazione.
L'immagine di Marte viene descritta come appare, e come usata, nella religione Romana, ma le sue determinazioni sono molto maggiori. Lo stesso vale per altre figure. Giove, Giunone e Minerva sono state figure centrali in storie diverse di popoli, dagli Etruschi alla Lega Latina.
Un discorso diverso, come già accennato, va fatto per le figure di origine greca. Esse appaiono a Roma già in forma umana e costringono Roma ad umanizzare le proprie immagini. Queste (vedi i Dioscuri), non appaiono come concetto filosofico, o alterazione della percezione, o come fondazione della relazione fra l'Essere Umano e il mondo circostante, ma come figura mitologica umanizzata. I Dioscuri appaiono ad un contadino per annunciare la vittoria dell'esercito romano; essi si impongono all'Attenzione del contadino nello stesso modo con cui la pastorella vede la madonna. Il Comando Sociale provvede immediatamente alla costruzione di un tempio o di una chiesa al fine di mettere in ginocchio gli Esseri Umani cogliendo l'occasione per l'assoggettamento degli Esseri Umani stessi all'immagine. Questo tipo di operazioni vengono rifiutate in quanto la magia permette di collocare questo tipo di azioni all'interno dell'Energia Vitale Stagnata il cui scopo è l'assoggettamento degli Esseri Umani in modo più o meno furbesco. Come non viene tenuto conto della resurrezione di Dioniso, altra operazione scopiazzata in malo modo dai cristiani per fingere speranza in un Gesù disperato per il suo fallimento.
Una ricerca storico-archeologica può sicuramente modificare il senso delle immagini descritte e la loro origine ampliandolo e arricchendolo, ma non sarà mai in grado di contraddirlo.

5) Le immagini vengono trattate per quanto io sono in grado, prendendo i dati dal mondo della ragione, di alterare la percezione per relazionarmi con la Coscienza di Sé cercando per essa il senso relativo all'interno del mondo della ragione. Per la limitatezza dei dati cui dispongo e per la difficoltà, in alcuni casi, di giungere all'immagine attraverso l'alterazione della percezione (almeno alla percezione di un'immagine che mi soddisfacesse senza lasciarmi un senso di incompiutezza e di mancanza) è prevedibile che alle immagini molte cose possono essere aggiunte. Una cosa è tuttavia certa: il senso di Libertà che le immagini emanano può essere descritto con altri attributi ma non può minimamente essere messo in discussione!

6) La centralità della ricerca è la magia: l'arte dell'Essere di manipolare l'Energia Vitale e, attraverso questa, relazionarsi con tutte le Coscienze di Sé sviluppando il proprio Potere di Essere. Non do importanza alla storia intesa come sequenza di avvenimenti e luoghi fisici. Quando io cerco le tracce del tempio di Diana sul monte Cornione a Lusiana, non cerco dei muri, cerco il luogo in cui corpi di sogno e Coscienze di Sé si incontrarono, fusero la loro Attenzione col principio femminile della vita nella ricerca della loro Libertà per costruire il Potere di Essere della Specie Umana.
Cerco il luogo dove veggenti, Streghe, Maghi o Apprendisti Stregoni, Stregoni, hanno concentrato la loro Coscienza di Sé per avvantaggiare il mio Potere di Essere raccogliendo quanto hanno lasciato. Io cerco luoghi in cui il Potere di Essere delle Coscienze di Sé si è già relazionato da cui poter attivare la relazione. Così io non cerco divinità davanti alle quali mettermi in ginocchio ma centri di Potere di Essere con i quali fondermi arricchendo la mia Coscienza per costruire il mio Potere di Essere. Come non do importanza alla storia ufficiale, così non do importanza alle pietre. Il mio scopo è quello di cercare nel passato quanto può essere utile per fondare il futuro, ma è il futuro che guida la mia ricerca nel passato (o un possibile futuro). Si possono trovare delle immagini descritte con maggior enfasi e partecipazione di quanto storicamente non appaia soltanto perché quell'immagine ha maggiormente attratto e coinvolto l'alterazione della mia percezione. Cosa posso dire di Giove se non ch'egli è il cielo? Lo è, sia come Coscienza che come descrizione. Detto questo l'argomento Giove può considerarsi esaurito mentre, invece, un'immagine come Maia è molto più complessa e immediata. In primo luogo è maggiormente legata alla mia fisicità, dunque non devo cercare nella visione la sua parte "umana", essa appare in tutta la sua grandiosità, inoltre, come Coscienza di Sé, è scaturita dalla relazione di due diverse Coscienze di Sé.
Ciò che io ritengo importante, dunque, non è necessariamente quanto oggettivamente è importante né quanto socialmente e storicamente viene ritenuto importante.

7) La struttura magico religiosa descritta è stata costruita attraverso una ricerca svolta da popoli interi. A parte alcune specificità è come se Roma, allargando il proprio dominio, si sia impadronita delle Coscienze di Sé (l'anima, tanto per dare una definizione corrente) di interi popoli. Si potrebbe dire che Roma non conquistava terre ma Conoscenza, Coscienza e consapevolezza. I vari popoli, relazionandosi con la propria Coscienza di Sé di questa o quell'immagine, la costruivano riversando e prelevando Energia Vitale, Coscienza, Attenzione, Consapevolezza, Bisogni e Determinazioni; Roma la faceva propria e con Essa si relazionava.
E' da sottolineare la diversità comportamentale: i romani sono andati alla ricerca della Conoscenza acquisendo quanto incontravano (si facevano Venere nei confronti dell'esistente); i cristiani saccheggiavano e distruggevano ogni cultura al fine di imporre il proprio dio assassino (si comportavano come Gesù con il Fico). I romani erano alla ricerca della Conoscenza (anche se furono abbagliati dai greci); i cristiani erano i distruttori della Conoscenza.
La religione romana è una via aperta nella quale ogni veggente, ogni respiro di Libertà può aggiungere sé stesso ampliandola.

8) Nel lavoro sono state trascurate una miriade di "divinità" che "governano" la vita di tutti i giorni. Non che queste non siano importanti, o meno reali, ma la loro elencazione e la loro definizione richiede una specifica cultura e un impegno particolare. Ogni volta che si compie un gesto si muove Energia Vitale mescolandola con l'oggettività attraverso l'Attenzione, ogni volta che questa prende Coscienza si costruisce un nodo nel quale si può versare o attingere.
Ne sanno qualche cosa i Maghi o Apprendisti Stregoni con i loro "riti"; quante Coscienze attirano!
Queste "divinità" avrebbero dovuto essere considerate, se non altro come risposta al disprezzo cui cristiani prezzolati le additavano (le definivano polvere di dei); lo stesso disprezzo in cui i cristiani tenevano la vita degli Esseri Umani.

9) Da ricordare, ancora una volta, come le immagini descritte spesso altro non erano che la ragione stessa e ragione d'esistenza di interi popoli che attraverso queste miravano a diventare eterni. La visione d'insieme del sentiero si ha solo nella religione romana (anche se la storia dell'umanità è costellata di sentieri simili) anche se i singoli Esseri Umani, spesso, fondono se stessi, diventando uno con una specifica immagine.

10) Ci sono delle divinità che nascono e vengono esaltate in funzione di interessi specifici, come ad esempio Libitina. Queste prendono via via importanza quando, uscendo dall'interesse, arrivano ad identificare dei bisogni reali della Specie Umana. Così Libitina, nata dagli interessi dei gestori delle pompe funebri, assume Coscienza di Sé ricordando la precarietà e la temporalità dell'esistenza fisica umana convogliando su di sé un'Attenzione specifica di popoli spronandoli alla ricerca dell'eternità. Così, Libitina, diviene un grande centro di Energia Vitale, una Coscienza di Sé, nel quale gli Esseri Umani versano e ricevono in funzione dei loro bisogni. Riuscire a capire che nella Religione dell’Antica Roma gli Dèi non solo sono e costruiscono le condizioni del nostro esistere, ma noi stessi, proprio perché esistiamo, costruiamo delle condizioni affinché nuovi e diversi Dèi vengano in essere, è una delle condizioni fondamentali per capire la religione dell’Antica Roma.

Note

[1] E’ necessario fare alcune puntualizzazioni. Questo libro fu scritto nel 1993 e molte cose non erano state chiarite o sviluppate. L’affermazione secondo cui si avvicinavano alle tesi del Libro dell’Anticristo alcune forme di buddismo, fu un inganno che ricevetti da parte del buddismo Zen. Alcune affermazioni del buddismo Zen sembravano andare nella direzione del Libro dell’Anticristo. Si tratta di un inganno o di una vigliaccata del buddismo Zen che non essendo in grado di separare sé stesso dal Buddhismo, preferisce interpretare il buddhismo, anziché costruire una diversa religione. L’inganno del buddismo viene fatto mediane l’Asvaghosa (le gesta del Buddha) che descrive un miserabile codardo e assassino che davanti alle condizioni della vita scappa come un topo di fogna rifugiandosi nel lavoro di individui trasformati in schiavi. L’inganno che ho subito venticinque anni or sono ha elaborato una riflessione che oggi ritengo falsa e fuorviante. Il buddhismo distrugge l’uomo; mette in atto azioni di aggressioni alla vita umana e, come il cristianesimo, trasforma gli uomini in schiavi in nome del dio padrone (o dei monaci padroni). Torna al testo

[2] Come altri pensatori in passato, negli anni ’90 ero convinto di condizioni diverse per le quali il buddismo e l’induismo agivano sull’uomo. Ero convinto dell’esistenza di ipotesi esistenziali diverse dal cristianesimo. Ma mi sbagliavo. Buddisti e cristiani, induisti ed ebrei, hanno lo stesso fine: distruggere il divenire dell’uomo. La stessa teoria della kundalini, a cui davo molta importanza allora, si è rivelata un inganno e, recentemente, con la teoria del Crogiolo dello Stregone, sono intervenuto per modificare i meccanismi di percezione dell’uomo. Torna al testo

[3] Dovetti aspettare il 2010 per realizzare che il buddismo altro non era che una forma di Platonismo portato in India da Alessandro Magno e che i monaci buddhisti altro non erano che la versione orientale dei cinici che si facevano mantenere da individui ridoti in schiavitù e in miseria. Torna al testo

[4] Allora pensavo gli Dèi della Grecia come i cristiani affermavano che fossero gli Dèi della Grecia. I cristiani avevano preso l’idea da Socrate e da Platone. Impiegai oltre 10 anni a capire che le cose non stavano così. Socrate insultava gli abitanti di Atene affermando che lui era l’unto del dio padrone, l’uomo più saggio, mentre gli ateniesi pensavano agli Dèi come relazioni fra sé e il mondo. I Greci non pensavano agli Dèi come i cristiani pensano al loro dio, ma i cristiani vollero far credere che i Greci pensassero in questo modo per poter stuprare le antiche religioni in nome del loro padrone. Torna al testo

[5] Allora, nel 1993 ero convinto che, come impone il cristianesimo, Ercole fosse l’identificazione della forza fisica. In realtà non è vero. Ercole è l’individuo, il soggetto, che in una società si fa carico del problemi e agisce per risolverli. E’ l’individuo che si trasforma affrontando le contraddizioni quotidiane e proprio perché affronta le contraddizioni quotidiane si trasforma in un Dio. Superare il condizionamento educazionale cristiano è proprio di chi percorre un sentiero di conoscenza. Ciò che noi sappiamo non è una verità, ma è la descrizione del nostro grado di percepire la realtà nella quale viviamo. Torna al testo

Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006

Modifica 05 febbraio 2015

Pagina tradotta in lingua Portoghese.

Tradução para o português Premissa as ideias sobre Deuses na Religião da Antiga Roma

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.