8) IL LAMPO DI GENIO

Di Claudio Simeoni

 

EMPATIA E CAPACITA’ EXTRASENSORIALI!




Cod. ISBN 9788891185822

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Percezione

Sulla formazione della percezione

e la selezione

dei fenomeni percepiti

 

La persona disciplinata permette alla sua intuizione di emergere. L’emersione dell’intuizione dalla parte profonda del cervello alla Coscienza è come l’accensione di una lampadina. Come una lampadina che si accende dentro di noi è anche quando ci innamoriamo di una persona. La persona appare in una luce vivida, i suoi difetti scompaiono, e i suoi pregi ci appaiono in tutto il loro splendore.

La scienza ha scoperto che l’innamoramento delle persone è come un impazzimento, una devastazione emotiva che può essere vista nelle modificazioni cerebrali delle persone. Quasi tutte le persone hanno provato un brivido per le frecce di Cupido, il piccolo figlio di Afrodite, ma quante persone hanno provato il brivido dell’emersione dentro di loro della grande Atena?

 

Eppure la scienza ha visto anche questo.

L’emergere del colpo di genio nella persona:

 

La Repubblica

 

Articolo di Claudio Di Giorgio

“Una lampadina nel cervello e arriva il colpo di fulmine

Roma – Tra i poteri della mente umana è forse il più affascinante, ma anche uno dei meno conosciuti e compresi. E’ il lampo di intuizione, la “lampadina” che si accende improvvisamente nel cervello, facendoci apparire di colpo la soluzione di un problema, il significato di un concetto complesso, il senso profondo di una situazione. Sfolgorante come una luce che spezza le tenebre, può arrivare in un momento qualunque della giornata, o magari di notte, e persino nel sogno. Ma lo viviamo sempre come una rivelazione, perché sembra provenire da una parte misteriosa di noi, di cui non abbiamo il controllo e coscienza, tanto che c’è chi parla addirittura dell’intervento di un indefinibile sesto senso. Oggi, tuttavia, questo enigmatico spazio della mente che fino a poco tempo fa sembrava appannaggio esclusivo delle speculazioni di poeti e filosofi, è il protagonista di numerose ricerche scientifiche che cercano di chiarire le basi biologiche della creatività, si stanno faticosamente avvicinando anche ai segreti della fisiologia del “colpo di genio”.

[...] Così, ad esempio, ora è possibile concludere che, mentre il pensiero razionale è maggiormente legato all’emisfero sinistro del cervello, dove hanno sede le funzioni del linguaggio, l’intuizione e la creatività non sono affatto solo nell’emisfero destro, ma richiedono l’intervento di entrambi gli emisferi, le cui peculiarità devono anzi integrarsi. Un’integrazione che sarà tanto più elevata quanto migliore è il collegamento fra i due: quasi che, per potersi accendere, la lampadina dell’intuito avesse bisogno di mettere in gioco risorse cerebrali più diffuse e differenziate.

Per svelare l’enigma dei lampi di intuizione entra quindi in campo un’altra parte del cervello, il corpo calloso, i cui milioni di fibre nervose assicurano la connessione fra i due emisferi, permettendo lo scambio di informazioni. Il suo ruolo non è del tutto chiaro (ci sono casi in cui manca dalla nascita senza dare disturbi apparenti), ma con l’intuito c’entra quasi certamente: studi recenti hanno infatti indicato che nel cervello delle donne è più grande e più spesso. E le donne, anche questo è dimostrato, sono molto più dotate degli uomini del così detto intuito sociale, cioè della capacità di decodificare più o meno inconsciamente le emozioni e i segnali non verbali degli altri.

Il nostro cervello, d’altronde, “sa” cose che noi non sappiamo di sapere. Registra gli stimoli esterni a livello subliminale, selezionando con cura quelli da far giungere alla nostra coscienza, e tenendo lontano da essa (ma non cancellando del tutto) il rumore di fondo che, in un determinato momento, potrebbe infastidirci. Lo stesso accade per alcune memorie.

[...]

Altro elemento importante per comprendere ciò che si nasconde dietro all’intuizione è la plasticità cerebrale, vale a dire la capacità del cervello di creare continuamente nuove connessioni, rimodellandosi anche in base all’esperienza. Il lampo di intuito è quindi anche un percorso neuronale completamente inedito, che collega tra loro in modo nuovo parti diverse e magari “marginali” del nostro cervello, comprese quelle più profonde e quindi più antiche e distanti da funzioni superiori  come l’intelligenza razionale, i processi di memoria e il linguaggio. Più che un “sesto senso”, dunque, il meccanismo involontario che porta all’intuizione sarebbe una sintesi di capacità cerebrali che devono concorrere tutte , in modo apparentemente non gerarchico, all’accensione della famosa “lampadina”. Che, tuttavia, è solo un primo passo. Come diceva Edison, il genio è uno per cento ispirazione e novanta per cento di sudore.

 

Ed è un’altra verifica della scienza: l’illuminazione che travolge la persona e che le permette di risolvere i problemi che le si presentano.

Che cos’è il “colpo di genio?

 

Tra i poteri della mente umana è forse il più affascinante, ma anche uno dei meno conosciuti e compresi. E’ il lampo di intuizione, la “lampadina” che si accende improvvisamente nel cervello, facendoci apparire di colpo la soluzione di un problema, il significato di un concetto complesso, il senso profondo di una situazione.

 

Il colpo di genio è il salto qualitativo del nostro sapere che entra prepotentemente nella nostra coscienza dopo aver accumulato una grande quantità di dati su quello stesso problema e, su quei dati, si è investito una grande carica emotiva.

Nelle Antiche Religioni, ed in particolare negli Oracoli Caldaici, veniva definita come l’intuizione che procede per scoppi intuitivi.

Si tratta dell’individuo che affronta la vita e che svela lo sconosciuto che lo circonda. Lo svela come un’illuminazione dopo illuminazione. Quel movimento che porta l’individuo fuori della caverna socratica verso la luce, ma che è manifestazione della luce della conoscenza ogni volta che affronta un problema, una questione.

Il colpo di genio è “Come diceva Edison, il genio è uno per cento ispirazione e novanta per cento di sudore. E’ SUDORE! Nel senso che è l’uomo che serra i pugni davanti alle difficoltà, si organizza, investe il suo ingegno, le sue emozioni, le sue tensioni vitali finché esplode,  con chiarezza, la soluzione. Una soluzione che avviene sempre come un’illuminazione, sia che l’individuo l’abbia da sveglio, sia che questa intuizione si presenti durante il sonno. E quando arriva l’illuminazione, la tensione della persona si scioglie. L’illuminazione scaccia la fatica, l’individuo si rilassa come se fosse giunto alla sommità di una montagna dopo una dura scalata. Quell’un per cento che emerge come intuizione è il risultato della trasformazione soggettiva che l’individuo ha prodotto dentro di sé mediante il suo lavoro.

Il più grande atto di MAGIA che l’Essere Umano può compiere: affrontare la vita!

Perché, alla fin fine, tutto l’esoterismo della manifestazione del colpo di genio è solo questo. Ci si organizza per affrontare i problemi che la vita ci pone, si fatica, ci si trasforma per renderci adeguati, si prendono tante mazziate sui denti finché la mente si illumina e la soluzione ci appare davanti a noi. Buttati nella mischia, direbbe uno Stregone, cerca di non farti travolgere e vedrai che la tua intuizione emergerà in tutto il suo splendore.

La ricerca scientifica è giunta ad alcune conclusioni rispetto al “colpo di genio”:

 

“Per svelare l’enigma dei lampi di intuizione entra quindi in campo un’altra parte del cervello, il corpo calloso, i cui milioni di fibre nervose assicurano la connessione fra i due emisferi, permettendo lo scambio di informazioni. Il suo ruolo non è del tutto chiaro (ci sono casi in cui manca dalla nascita senza dare disturbi apparenti), ma con l’intuito c’entra quasi certamente: studi recenti hanno infatti indicato che nel cervello delle donne è più grande e più spesso. E le donne, anche questo è dimostrato, sono molto più dotate degli uomini del così detto intuito sociale, cioè della capacità di decodificare più o meno inconsciamente le emozioni e i segnali non verbali degli altri.”

 

Si tratta di un potere di interpretazione e rappresentazione del mondo che viene fatta nel profondo dell’individuo. Un sapere che l’individuo nasconde dentro di sé in quanto la ragione annulla buona parte dei segnali e dei fenomeni che altrimenti lo condurrebbero coscientemente alla formulazione della soluzione che va sotto il nome di “colpo di genio”. Il vero potere non è tanto l’elaborazione che porta alla formazione del colpo di genio, quanto piuttosto alla capacità del soggetto di far emergere alla propria coscienza il risultato elaborato come “colpo di genio” e di farlo apparire nella propria ragione. Costringere la ragione a far spazio affinché il colpo di genio venga da essa fagocitato, compreso, giustificato e descritto.

Secondo questa ricerca scientifica l’individuo per riuscire ad avere il “colpo di genio” ha messo in relazione milioni di fibre nervose che collegano i due emisferi cerebrali. Ha usato la sua capacità di elaborazione dei dati in modo “inusuale” e in modo “inusuale” ha fatto emergere la soluzione della sua ricerca alla propria coscienza.

Quanta disciplina serve affinché il colpo di genio sia una rappresentazione normale nell’attività di un individuo?

Quando il “colpo di genio” si presenta alla coscienza, giustificato dalla ragione, eleva l’attività dell’individuo su un piano diverso. Quando il “filosofo” scopre una diversa e più appropriata definizione di un concetto, questa sua scoperta lo eleva. Il suo procedere continuerà su un altro livello, un altro piano. L’illuminazione che ha avuto si è fissata in lui e lo costringe a procedere per sviluppare l’insieme da cui quell’illuminazione è emersa. Nel farlo, il filosofo, è bombardato da una serie di “illuminazioni” continue, da una serie continua di “colpi di genio” che lo conducono nella direzione in cui si è manifestato il primo grande “colpo di genio” che travolgendo la sua capacità di risolvere i problemi ha costruito dentro di lui una “nuova abilità”.

Quel fascio nervoso che collega i due emisferi continua a funzionare come se “il colpo di genio” ne avesse fissato dei circuiti che continuano a mandare, da quel lato, segnali all’individuo. Il colpo di genio che emerge può essere un attimo che poi il tempo riassorbe o un momento di trasformazione che l’individuo ha costruito mediante i suoi sforzi e il suo lavoro modificando stesso in maniera permanente.

La scienza prendendo atto che:

 

Il nostro cervello, d’altronde, “sa” cose che noi non sappiamo di sapere. Registra gli stimoli esterni a livello subliminale, selezionando con cura quelli da far giungere alla nostra coscienza, e tenendo lontano da essa (ma non cancellando del tutto) il rumore di fondo che, in un determinato momento, potrebbe infastidirci. Lo stesso accade per alcune memorie”.

 

Ha preso atto della realtà relativa ed infima in cui si muove la ragione e della più grande realtà conosciuta dall’individuo attraverso strutture cerebrali che non emergono alla sua coscienza se non dopo un grande lavoro di trasformazione soggettiva. Quando la scienza prende atto di questo, diventa assolutamente conseguenziale prendere atto di uno sconosciuto che nemmeno siamo in grado, mediante la ragione, di toccare. Questo sconosciuto è davanti a noi e una parte di esso è anche elaborata dentro di noi e, nei casi in cui NOI costruiamo le condizioni, qualche volta emerge trasformando l’individuo e la sua consapevolezza del mondo in cui vive.

Ciò che la scienza non fa è porsi l’altro quesito: come è possibile far emergere il colpo di genio e trasformare l’individuo? Molto lavoro, afferma. Molto lavoro va bene in quanto tale affermazione attribuisce la trasformazione dell’individuo alla soggettività dell’individuo stesso. Ma, lavoro nei confronti di che cosa o per che cosa? Lavoro soggettivo all’interno di quali condizioni oggettive? E se il lavoro soggettivo è in grado di trasformarmi, quali sono le condizioni oggettive che devo costruire affinché altri Esseri Umani possano trasformarsi o siano sollecitati a trasformarsi? Esistono delle scelte della società o dell’oggettività che possono indurre la trasformazione delle persone? E quelle scelte possono essere favorite dal Comando Sociale o è nell’interesse del Comando Sociale impedire le trasformazioni soggettive delle persone al punto tale che queste non siano in grado di manifestare “colpi di genio” continuamente? E se questo Comando Sociale combatte tutte le condizioni che possono permettere a tutte le persone di manifestare continuamente “colpi di Genio”, come ridurrà il Sistema Sociale quando questo sarà costretto a confrontarsi con altri Sistemi Sociali nei quali il Comando Sociale ha, invece, favorito delle condizioni per le quali le persone di tale Sistema Sociale possono manifestare con facilità “Colpi di Genio”?

Nelle situazioni sociali ovvie e pacifiche, tutti gli uomini si muovono a loro agio. Quando la situazione cambia e il nuovo si presenta, magari con manifestazioni drammatiche, nella società, allora solo gli uomini attrezzati sono in grado di farvi fronte mettendo in atto i loro adattamenti soggettivi.

Ed è la ricerca scientifica a dirci:

 

“Altro elemento importante per comprendere ciò che si nasconde dietro all’intuizione è la plasticità cerebrale, vale a dire la capacità del cervello di creare continuamente nuove connessioni, rimodellandosi anche in base all’esperienza. Il lampo di intuito è quindi anche un percorso neuronale completamente inedito, che collega tra loro in modo nuovo parti diverse e magari “marginali” del nostro cervello, comprese quelle più profonde e quindi più antiche e distanti da funzioni superiori  come l’intelligenza razionale, i processi di memoria e il linguaggio.”

 

E’ necessario fare il salto ulteriore: cosa stimola la creazione di nuove connessioni? L’attività dell’uomo! E’ la scoperta dell’acqua calda. Se gli Esseri della Natura non avessero messo continuamente in atto strategie d’esistenza, manifestato le loro tensioni d’espansione, non ci sarebbe stata l’evoluzione e la diversificazione delle specie. Quel grande processo di trasformazione si manifesta anche nel singolo individuo ogni volta che affronta con passione la sua vita. Ma perché le persone non affrontano con passione la loro vita? Perché qualcuno impone loro il concetto secondo cui: a loro tutto è dovuto. Anche una vita dopo la morte. Anche il diritto ad una provvidenza. Per cui le persone vengono indotte a non mettere in atto strategie d’esistenza, ma a bloccare le loro spinte emotive, le loro tensioni espansive, le loro trasformazioni. In loro Atena non manifesta il suo coraggio, né Afrodite viene manifestata nelle loro azioni e Demetra non è alla perenne ricerca del vero. Qualche cosa in loro muore nell’attesa del dovuto. Un dovuto che non arriva. E allora eccoli pronti ad organizzarsi per arraffare quanto considerano sia dovuto loro. Sono stati educati a rinunciare a modificarsi mettendo in atto delle strategie di vita e, pur di rinunciare a mettere in discussione il loro modo di rappresentarsi nella quotidianità, sono  pronti a distruggere la quotidianità al fine di farla aderire alle loro aspettative: le aspettative di una provvidenza che deve omaggiare loro!

Il loro cervello non è più plastico, ma rinunciatario. Non si rimodella più secondo le necessità che la vita presenta loro, ma loro piegano la vita affinché si adegui a quello che loro vedono e concepiscono. Nel far questo rinunciano a formare nuove connessioni neuronali che, come dice Newton, costano sudore e fatica, per arretrare continuamente davanti alle difficoltà perché arretrare è più facile; uccidere le proprie connessioni cerebrali riducendo l’area della percezione è più facile. E’ più facile per certe tensioni emotive sottomesse restringere, ritagliando un’area di percezione in un conosciuto già percepito, che allargare l’area della percezione inglobando nella propria ragione forme nuove di percezione e svelando in parte lo sconosciuto che ci circonda.

Il “colpo di genio” è una vera e propria capacità extrasensoriale che l’individuo ha costruito con la sua attività modificando le proprie connessioni cerebrali e favorendo lo sviluppo di intuizioni che esulano dall’interpretazione consueta della realtà. La stessa capacità di far emergere nozioni nascoste nel profondo del cervello ed elaborate mediante le capacità empatiche dell’individuo sono capacità extrasensoriali.

Si tratta di quelle capacità che si sviluppano attraverso il divenuto dell’individuo, appaiono, ponendo quel singolo individuo al di fuori di un’omologazione standardizzata degli Esseri Umani. Un individuo che può essere temuto, perché non si sa se le sue “scoperte” o le sue “intuizioni” siano gestibili da chi non è in grado di scoprire o intuire, ma detiene il controllo degli individui.

Ne “Il Libro dell’Anticristo” tali capacità extrasensoriali erano all’interno del Potere di Essere, il potere che l’individuo manifestava nella propria vita rappresentandosi nel mondo in cui vive.

 

Versione aggiornata'Come si forma la percezione in Stregoneria

 

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

P.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel. 041933185

e-mail: claudiosimeoni@libero.it