DALLA SESSUALITA’ DISTURBATA
AL DOMINIO
DEL MACHISMO OMOSESSUALE
Di Claudio Simeoni
Cod. ISBN 9788891185822
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Percezione
Sulla formazione della
percezione
e la selezione
dei fenomeni percepiti
Di Claudio Simeoni
Settima Parte
Prima
di parlare di omosessualità è necessario parlare della relazione fra i sessi
che esiste nella società moderna, nell’epoca attuale, nell’attuale cultura. La
cultura sociale proviene da una società cattolica in cui vige la gerarchia e
l’obbedienza alla gerarchia viene imposta con la violenza in quanto la
gerarchia determina l’autorità assoluta. Veniamo da un’epoca in cui veniva
imposto ai bambini la convinzione che il carabiniere era un carabiniere (cioè
un’autorità) anche quando era in mutande. Veniamo da una società che non
lasciava nessun spazio alla persona, ma tutto era organizzato in funzione della
gerarchia.
Quando
Augias, nella sua rubrica sul giornale
“Che cosa chiede la chiesa ai suoi sacerdoti? Che il prete non abbia una vita intima e sentimentale. Il suo oggetto d’amore è la comunità, non può esserci legame privilegiato con una persona. Di fatto il legame religioso non si incontra con al realtà psicologica, se è vero che il 50% dei preti non mantiene il voto di castità. La richiesta di celibato fa sì che facilmente vengano selezionati coloro che non avendo mai provato desiderio sessuale, rinunciano a qualche cosa che non conoscono. A distanza di anni la sessualità può risvegliarsi in forme imprevedibili. Il giovane prete non inganna il superiore: aveva solo rimosso o meglio dissociato la propria sessualità.”
Si
tratta di affermazioni cattoliche il cui fine è giustificare la pratica della
pedofilia e della pederastia da parte dei preti cattolici. E’ “la richiesta del
celibato che fa si che…”, non l’educazione al possesso e al dominio che impone
a quei preti di veicolare attraverso la pedofilia e la pederastia le loro
pulsioni.
Alla
base dei comportamenti pedofili e pederasti non c’è la sessualità, ma il
desiderio di possesso delle persone. Un desiderio di possesso delle persone nel
quale si esprime la sessualità del possessore di persone. Il possesso in cui il
possessore veicola le proprie pulsioni.
Augias
parte dal presupposto che il prete è creato ad immagine e somiglianza di un dio
pazzo e cretino; abbia delle tendenze sessuali dissociate; riesca a superare
l’esame del superiore; poi si risveglia la sessualità in modo “strano” e così
nasca la pedofilia e la pederastia.
Questo
è la concezione cattolica della vita degli uomini: un modo creazionista!
Il
creazionismo, la volontà del creatore, attraverso la quale si giustifica la
distruzione dell’uomo, ma soprattutto si giustifica il mantenimento di tutto
ciò che genera continuamente la distruzione dell’uomo.
Corrado
Augias affianca l’attività pedofila e pederastica della chiesa cattolica.
Alla
base di tutte le perversioni sessuali c’è il bisogno di possesso. Il possesso
come elemento fondamentale dell’ideologia cristiana che viene imposto a bambini
indifesi. Quando i bambini crescono, alimentandosi del bisogno di possedere, è
solo attraverso il possesso, il dominio, l’imposizione possono affrontare la
società in cui vivono.
Ci
sono alcune persone che possiedono in grande e in grande soddisfano le loro
pulsioni; c’è il padre di famiglia che umiliato in fabbrica picchia la moglie e
i figli perché, posseduto in fabbrica, esercita la pulsione di possesso in
famiglia e c’è il frate miserabile in Italia che fa il missionario in Africa
per esercitare la propria pulsione di possesso su persone deboli, indifese e
affamate. Coma Teresa di Calcutta. Tanto più è bassa la classe sociale di chi
esercita il proprio bisogno di possesso e tanto più è alla ricerca di un
qualche miserabile su cui esercitare la propria pulsione di possesso: alla fine
bambini indifesi e affidati subiscono atti di pedofilia e pederastia in quanto
bestie miserabili su cui esercitare il possesso da parte di preti altrettanto
miserabili che confidano nell’impunità garantita loro dalle istituzioni per i
loro atti “caritativi”. Molti preti ritengono che violentare i bambini sia un
compenso che i bambini debbono loro per la loro attenzione.
E’
necessario partire da questa condizione per capire che cosa sta succedendo
nella società civile e poter distinguere fra eterosessualità e omosessualità e
sessualità disturbata e compromessa da pesanti interventi educazionali finalizzati
a trasformare le persone in oggetti di possesso.
Dividere
le persone fra eterosessuali e omosessuali non dice nulla se non si sgombra il
campo dalle interferenze di ordine sociale nell’espressione della sessualità
delle persone.
Da un
lato le persone vengono educate secondo le categorie mentali dell’assolutismo
cattolico: identificazione col dio padrone, esse stesse padrone di qualcun
altro. Dall’altro lato la società in cui viviamo nega il possesso delle persone
e pretende un comportamento civile basato su relazioni fra persone quali
soggetti di diritto. Da un lato l’educazione imposta dal cattolicesimo prevede
che i diritti siano soltanto di chi possiede e dall’altro la società protegge i
diritti delle persone socialmente più deboli.
In
questa situazione, chi è educato dai cattolici, deve aggirare le imposizioni e
le leggi imposte dalla società civile per soddisfare le proprie pulsioni di
possesso all’interno delle quali manifesta le propri pulsioni sessuali.
Aggirare le leggi significa che chi esercita il possesso deve trovare delle
persone sufficientemente deboli e dipendenti da non poter rivendicare
giustizia per i propri diritti violati.
Ed è
esattamente il problema che Corrado Augias vuole nascondere al fine di aiutare
al chiesa cattolica a continuare a stuprare bambini indifesi.
La
pulsione di possesso si fa sentire in questo momento storico. Nel momento in
cui il vecchio, sia pur in modo faticoso, viene limitato e disciplinato mentre
il nuovo non entra ancora nei comportamenti delle persone adulte che
riproducono, nell’educare i loro figli, le categorie che hanno acquisito
durante l’impero del vecchio.
Si
tratta di costruire nei ragazzi una sessualità molto disturbata che da un lato
si impone con prepotenza agli oggetti posseduti (vedi il bullismo) e dall’altro
lato costringe i ragazzi a vivere una situazione di passività incapaci di
distinguere fra prepotenza e diritto in mezzo ad adulti che per il loro “quieto
vivere” sono disposti a sopportare microingiustizie nei confronti di ragazzi
più passivi incapaci di comprendere il dolore e la violenza con cui quelle
microingiustizie sono percepite.
Le
microingiustizie sono una costante nella società in cui viviamo e stanno fra
l’imposizione del bisogno di possesso che viene imposto mediante la microingiustizia
sulle persone (la magistratura non perseguita le microingiustizie, anzi le
giustifica in quanto i magistrati ritengono fastidioso doverle perseguire a
norma di legge) e l’impossibilità del soggetto di opporre resistenza in quanto
la resistenza che opporrebbe verrebbe giudicata una “violenza” e non una
reazione ad un atto di violenza assoluto. Solo recentemente una sentenza della
Corte di Cassazione ha ritenuto corretto ribellarsi ad una prepotenza di un
vigile urbano e, più in generale, alle violenze che individui delle istituzioni
commettono nei confronti dei cittadini.
Nella
società in cui viviamo, il magistrato ritiene che la persona sia malvagia in
sé. Il magistrato non si preoccupa di definire la relazione fra il soggetto e
il mondo in cui il “reato” viene ad esprimersi in quanto il magistrato ritiene
sé stesso al di là di ogni giudizio. Questa malattia che induce alla
deresponsabilizzazione di chi si ritiene autorità rispetto a qualcuno, è
l’elemento generatore di un disagio sociale che ha nella sessualità disturbata
la sua causa.
I
disturbi della sessualità erano già stati individuati da Freud e da tutta la
psicanalisi come disturbi alla base dei comportamenti sociali deviati. Solo che
la psicanalisi ha sempre trattato l’individuo adulto. L’individuo che presenta
una sintomatologia da affrontare e curare.
Freud
aveva individuato nelle età di sviluppo la nascita della devianza, ma non aveva
mai messo in relazione la devianza con le necessità soggettive dell’individuo
di adattarsi all’ambiente che lo costringeva a quelli e solo a quelli
adattamenti.
La
prima cosa che si deve distinguere, per parlare di omosessualità, è fra una
tendenza sessuale e il danneggiamento di quelle tendenze provocate
all’individuo dalle costrizioni educazionali.
Non si
tratta di stabilire che cosa sia l’omosessualità in relazione
all’eterosessualità, ma si tratta di distinguere quando i comportamenti
sessuali sono disturbati non perché hanno una predilezione, ma perché quella
predilezione è stata veicolata in maniera anomala dalla necessità di
adattamenti soggettivi come risposte ai segnali che provenivano dall’ambiente
al bambino.
Ed è
questo che Augias ignora: l’imprinting del possesso. La sessualità come
strumento con cui il soggetto sancisce il possesso nei confronti del mondo.
Proviamo
a prendere degli spunti da un articolo di divulgazione.
Da
Salute di Repubblica del
“Sessualità danneggiata, quando la colpa è dei genitori.
Tratto dall’articolo di Roberta Giommi dell’Istituto Internazionale di Sessuologia - Firenze
Maschi attenuati
Se esaminiamo oggi il tema di una sottile castrazione potremmo configurarla in una difficoltà di identificazione con maschi adulti dato che la dimensione di crescita e di cura si svolge costantemente nella casa delle donne (famiglia, scuola, servizi) che possono indebolire la dimensione della nuova differenza. Di fronte ad una crescita femminile che ha aumentato la libertà di espressione, i maschi attenuati sembrano essere fragili e preoccupati di fronte ad un potere che leggono come sfida.
Un maschio fragile in genere non ha fiducia nelle sue capacità sessuali, nell’assumere il ruolo di partner tende ad essere dipendente, a compiacere ad ogni costo, mostra una dimensione di obbedienza e non sa costruire l’aspetto complementare della relazione. Le donne che sceglie, o da cui viene scelto, spesso scaricano su di lui tutti i bisogni di protezione, lo ricattano con i litigi, lo rendono poco efficace sessualmente potenziando l’ansia da prestazione. E’ possibile vederli soccombere, mentre non riescono a chiedere reciprocità, paurosi di non essere all’altezza rischiano di essere traditi con maschi meno fragili, più aggressivi e più intraprendenti sessualmente. La castrazione moderna è questa dipendenza e paura di dover accontentare le attese della partner. Questo problema può essere collegato anche ad un padre debole, cattivo da cui si è cercato di differenziarsi. Ci sono giovani donne, che ancora oggi, possono dare un segnale di assoluta appartenenza alla casa del padre, che fanno paragoni fra lui e i partner che incontrano, che accettano di essere protette dai propri padri, senza rottura di continuità”
Questo
sistema educazionale, come il sistema per imporre un imprinting al bambino da
parte di persone anziane o inabili, è molto usato nei paesi occidentali in cui
ci sono adulti frustrati, incapaci di vivere con i loro figli e far partecipi i
loro figli della loro vita.
Questo
tipo di “castrazione” psichica, che agisce in maniera diretta sulla sessualità
delle persone, genera la prima confusione fra comportamenti omosessuali e
comportamenti eterosessuali.
La
prima cosa che dobbiamo fare, per parlare di omosessualità, è separare la
tendenza sessuale dal come tale tendenza viene veicolata e manifestata dai
singoli individui in seguito al condizionamento educazionale ricevuto.
I cani
e le volpi si possono accoppiare, dal punto di vista genetico: non lo possono
fare dal punto di vista educazionale.
Nei
giochi di crescita il cucciolo di cane maschio si fa sottomettere dal cucciolo
di volpe femmina. Una volta adulta la volpe femmina non accetta di farsi
montare da chi, quand’era cucciola, si faceva sottomettere nei giochi. Si
tratta di un meccanismo sociale di protezione di una specie diversificata.
Meccanismi di imprinting che agiscono anche sugli Esseri Umani pur presentando
caratteri diversi. Produrre un maschio fragile, ammalato di dipendenza e
costretto, spesso, a ricorrere alla violenza per sottomettere a sua volta. Un
maschio fragile, ammalato di dipendenza che cerca partner fragili da poter
sottomettere: è il meccanismo sociale che veicola la sessualità repressa e che
Augias vuole proteggere per perpetuare lo stupro di minori ad opera dei preti
cattolici.
Per
Augias, i meccanismi di crescita e di divenire della percezione degli individui
non esistono: Augias agisce come se l’uomo fosse creato ad immagine e
somiglianza di un dio pazzo e cretino. E questo agire ha delle finalità:
mantenere in efficienza i meccanismi di distruzione sociale spostando
l’attenzione sull’esecrazione dell’effetto finale.
Se
l’articolo individua nell’educazione data dalle donne la causa della fragilità
del maschio, in realtà la causa non è la donna, ma la separazione che il
bambino vive rispetto alla vita reale come si svolge nella società degli Esseri
Umani. Non è il “femminile” che castra il bambino, ma la castrazione del
femminile che la società ha imposto a donne mature e le regole di comportamento
che queste hanno interiorizzato nei confronti del maschile che cresce. E la
cosa più importante della menomazione sessuale che il bambino subisce è
Proviamo
a fare un esempio semplificato. L’adulto non può spaccare la faccia al bambino
perché questo ha picchiato un suo compagno per togliergli il giocattolo.
Bisogno di giocattolo e bisogno di appropriazione sono tensioni che vanno
veicolate all’interno delle regole della società civile. Il bambino deve sapere
come comportarsi sia per soddisfare i suoi bisogni sia per affrontare le
condizioni della propria vita. Imporre il terrore perché non si sa gestire le
tensioni del bambino significa essere dei falliti il cui fine è costruire il
fallimento nella struttura psico-fisica del bambino. Il prodotto sarà un
bambino terrorizzato che per appropriarsi farà del male mettendo in atto delle
strategie per non venir scoperto. Un bambino sessualmente castrato.
“Ciao maschio, ora sei uno zelig
articolo di Ambra Somaschini
Dalla stabilità alla trasgressione: ecco i “nuovi specchi” dell’eros
Roma – Erotico, sensuale, desiderabile, con una parola un po’ ad effetto “Macho”. Un maschio zelig, dalle identità che cambiano di continuo. Trasgressivo e intrigante, arriva persino a scegliere il sesso triste, quello virtuale, asettico, sul web. Un maschio camaleonte, un po’ seduttore e un po’ compagno. E’ l’uomo 2005 ritratto in un libro, da un’indagine sociologica, da un film. “Gli specchi dell’eros maschile” sei sessuologi Jole Baldaro Verde e Roberto Todella (Raffaello Cortina Editore) lo tratteggia in bilico fra sessualità e sensualità tagliate sull’estetica e sul culto del corpo. Una ricerca del Censis ritae nell’intimità gli uomini dai 30 ai 70 anni che dal ’95 ad oggi si sono rivolti sempre di più agli specialisti per problemi sessuali.
[...] “L’uomo
di oggi ha un rapporto ambivalente con la donna – spiega Concetta Vaccaro del
settore welfare Censis – da una parte la vuole tradizionale, ma la trova poco
sensuale, dall’altra sceglie quella trasgressiva, di una notte soltanto che
grazie all’ansia crea libido. E’ lei a risvegliare le energie sopite, a creare
l’ansia della prestazione”. [...] “Il disturbo sessuale tra i maschi è
diventato un’ossessione dilagante – spiega la sessuologa Chiara Simonelli –
negli ultimi dieci anni sono triplicati quelli che si sono rivolti alla Società di Sessuologia Scientifica”.”
La
sessualità disturbata necessita di costruire delle condizioni oggettive
appropriate per potersi esprimere. Le tendenze sessuali sono una cosa, il modo
con cui le tendenze sessuali vengono veicolate, sono un’altra cosa.
C’era
un film del “Grande Lenni” (vado a memoria, non so se l’ho scritto giusto) in
cui un attore, parlando di come gli uomini volevano le donne, affermava (più o
meno) “le vogliono in pubblico come una maestrina di campagna e sotto le
lenzuola come una professionista del sesso di grande valore”. Si tratta della
sessualità che si esprime all’interno di : “Roba mia!”. Cioè quel possesso
dell’altro che non permette mediazioni o discussioni. Dove la differenza non
sta fra maschile e femminile, ma fra attivo e passivo. Dove l’attivo è colui
che esercita il potere di possesso e il passivo è colui che viene posseduto e
perde ogni diritto davanti a chi lo possiede.
E’
attraverso il possesso e le condizioni del possesso che viene veicolata la
sessualità delle persone nella struttura educazionale della società attuale. Si
tratta del modello che viene imposto ai ragazzi nella prima infanzia. Quando
questo modello viene imposto da una donna, la donna trasmette al ragazzo il
senso dell’ “essere posseduta”, ma alla ragazza insegna qualche cosa di più:
“il potere che deriva dal farsi possedere”. In sostanza, ai ragazzi non viene
trasmesso il modo con cui comunicare sessualmente con l’altro, ma le strategie
di possesso che attraverso il sesso si manifestano. Dove, mentre le persone
passive conoscono le strategie di potere della passività e lo possono
trasmettere anche in condizioni culturali diverse, le stesse persone non sono
in grado di trasmettere le tensioni attive proprie del maschio veicolandole in
maniera diversa che non sia il possesso o il bisogno di sottomettere.
Davanti
ad una situazione sociale in cui il possesso delle persone, che non sia il puro
atto sessuale, non è più tollerato e la violenza sessuale o la molestia
sessuale viene sempre più precisata dalla Corte di Cassazione, dalle leggi
nazionali (in Inghilterra è in corso di approvazione una legge per la quale si
identifica il reato di violenza sessuale se la donna è ubriaca), diventa
evidente l’incapacità da parte dell’Essere Umano maschile di veicolare la
propria sessualità dato il condizionamento educazionale ricevuto.
Smarrimento.
Smarrimento e tentativo di soddisfare, comunque, le proprie pulsioni sessuali.
Uno smarrimento che induce molti ragazzi a farsi preti con cui nascondere le
proprie pulsioni nella concezione che il povero può essere sempre violentato;
il povero e l’indifeso è sempre un soggetto privo di diritti; i poveri e gli
indifesi vanno cercati là dove si trovano. Lo smarrimento sessuale si
sostanzia, dal punto di vista maschile, all’interno del bisogno di possesso in
cui soddisfare il bisogno sessuale. Esistono molti modi relazionali in cui il
bisogno sessuale del singolo tende a soddisfarsi riducendo l’altro a come “il
più forte” vuole che sia. Sia il passivo un uomo, una donna, un bambino o una
bambina, anche piccolissimi. Non si tratta di soddisfare una pulsione sessuale;
ma si tratta di manifestare la pulsione sessuale all’interno del bisogno di
possesso. Dove la soddisfazione del bisogno di possesso garantisce
all’individuo che possiede la soddisfazione del bisogno sessuale. Se oggi come
oggi assistiamo a manifestazioni di soddisfazione del bisogno sessuale che
vengono qualificate come crimine, fino ad ieri le stesse manifestazioni
sessuali non erano considerate degli atti criminali, tollerati, spesso esaltati
e ancora più spesso le vittime venivano derise.
Il diritto
del più forte di esercitare la propria sessualità sui propri sottoposti, sui
più deboli, sancendo con questo il diritto di proprietà, è proprio della
famiglia cristiana. La famiglia cristiana, tanto difesa da Ratzinger, è la
famiglia nella quale si esercita il dominio gerarchico e tale dominio, nel
corso della storia, è sempre stato gestito attraverso il dominio sessuale del
più forte. Un dominio sessuale che andava dall’impedimento della masturbazione,
all’obbligo di sottomissione alla gerarchia, al diritto gerarchico di dominio
dove il padre era il padrone dei figli. Da quando questa gerarchia, questo
dominio, vacilla, assistiamo a dei cambiamenti nella società in cui le esigenze
del nuovo vengono affrontate da individui divenuti con sistemi educazionali
vecchi ed inadeguati. Così abbiamo dieci bravi professori di scuola media e un
pirla che per la propria soddisfazione personale vessa, tartassa, tormenta, i
ragazzi credendosi il padrone del loro futuro e un professore criminale che li
disarma costringendoli in ginocchio davanti ad un crocifisso. Davanti a nuclei
famigliari che lavorano per attrezzare adeguatamente i loro figli ci sono
nuclei famigliari che insegnano ai loro figli ad essere furbi, a vessare altri,
a mettersi in ginocchio e a mettere in ginocchio altre persone ecc. ecc. A
farne le spese è la sessualità inadeguata delle persone. Una sessualità che si
manifesta nella società civile sotto forma di disagio sociale che viene poi
censurato dalla Corte di Cassazione che sta lavorando affinché i principi,
secondo cui le persone sono dei soggetti di diritto Costituzionale, diventino
un principi morali socialmente acquisiti.
La
struttura educazionale imposta dal cristianesimo ha sempre inquinato la società
civile. I preti cattolici hanno sempre stuprato i bambini esercitando il loro
“diritto” al possesso, ma solo ora ciò appare come delitto. In tutta la sua
gravità. Solo ora è un delitto contro la persona, prima era un delitto contro
la morale e pertanto non richiedeva una persecuzione sistematica del delitto,
ma solo una censura saltuaria con una feroce colpevolizzazione della vittima.
Tutto
questo si ripercuote sulla capacità dell’individuo di percepire i rapporti
sociali e la società nella quale si vive in modo conforme alle regole del
vivere civile. La percezione dell’altro all’interno delle regole. La percezione
nelle relazioni sessuali e le relazioni sessuali che impongono una tipologia di
percezione.
La
sessualità disturbata non ha nulla a che vedere con l’omosessualità.
La
sessualità è disturbata dalla struttura educazionale in cui cresce e in cui
deve manifestare sé stessa.
Un
discorso a parte andrebbe fatto per la prostituzione come oggi è esercitata,
praticata e cercata.
La
prostituta offre il corpo in cambio di denaro. Il denaro risolve il rapporto.
Il maschio non deve impegnarsi. Il maschio ha un bisogno sessuale e lo esprime
in un contesto a cui non gli viene chiesto nient’altro che del denaro. Il
maschio viene liberato da tutte le implicazioni psicologiche. Viene liberato da
tutte le costrizioni sociali. Viene liberato dal peso che gli procura le donne
che ci stanno o non ci stanno o ci stanno quando vogliono starci. Quel potere
di possesso mediante la violenza che la chiesa cattolica impone alla sessualità
maschile nell’Essere Umano femminile si trasforma in violenza nella gestione
del proprio sesso come forma ricattatoria. Quello che appare come un “gioco
erotico”. in realtà è un pesante gioco di ricatto sessuale che finisce col
gravare i rapporti sociali e famigliari. La prostituta, invece, offre qualcosa
e risolve col denaro la sua offerta. Si prende perché si offre e si paga quanto
ha chiesto: null’altro è dovuto. La lotta che la chiesa cattolica fa alla
prostituzione fa parte della guerra per costruire quella che Reich chiama:
Rileva
la psicologia:
“La percezione non si riferisce mai a qualche cosa, ma ad un insieme da cui qualcosa emerge. Il qualcosa che emerge è il risultato del nostro bisogno di senso: “Poiché siamo al mondo – scrive M. Merleau-Ponty – noi siamo condannati al senso e non possiamo fare nulla e dire nulla che non assuma un nome nella storia” (1945 p. 29). Partendo da queste premesse, la fenomenologia nega che si possa separare l’atto della percezione dall’oggetto percepito, perché “vedere” significa “vedere qualche cosa”. “Quando Cartesio ci dice che l’esistenza delle cose visibili è dubbia, ma che la nostra visione considerata come semplice pensiero di vedere non lo è, questa posizione non è sostenibile [...] perché la visione coglie se stessa e si raggiunge nella cosa vista” (1945, p. 484-486). In questo modo la fenomenologia recupera l’’intenzionalità della percezione, rifiutando di poterla considerare indipendentemente dall’oggetto percepito.” Dal dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti
La
sessualità disturbata non lo è in sé, ma perché è emersa come adattamento
soggettivo a quanto l’oggettività ha manifestato nei confronti del nuovo nato.
La percezione, attraverso la quale l’individuo manifesta la propria sessualità,
è selezionata dall’individuo all’interno di quanto l’oggettività gli presenta
in risposta alla propria tensioni e ai propri bisogni. Non sono le tensioni
sessuali dell’individuo le responsabili del disagio sociale, ma il modo con cui
l’individuo è COSTRETTO a veicolarle data l’imposizione che ha subito dalla
società in cui vive.
Non è
compito di questo lavoro cercare le motivazioni per cui esiste
l’eterosessualità e l’omosessualità. Questo appartiene alla ricerca
scientifica. Questo lavoro prende in esame la percezione dell’individuo e i
caratteri che ne determinano la selezione della percezione soggettiva
attraverso la quale l’individuo compie le proprie scelte.
“Donne e gay “risvegliati” dallo stesso ormone
articolo di Aldo Franco de Rose
Il cervello dei gay, quando viene stimolato dall’odore
maschile reagisce allo stesso modo di quello femminile. E’ quanto sostiene uno
studio pubblicato su “Proceedings of the National Academy of Science”. La
scoperta, per certi aspetti sensazionale, come suggeriscono gli autori del
Karolinska Institute di Stoccolma, porterebbe ad ipotizzare una diversa
organizzazione cerebrale degli omosessuali. Infatti alcune aree cerebrali
verrebbero stimolate dai “profumi” del maschio e della femmina, che sono un
derivato del testosterone presente nel sudore maschile, androstenolo, e di uno
steroide simile agli estrogeni presente nell’urina femminile, l’estradione.
Secondo i ricercatori questi due elementi rappresenterebbero, rispettivamente,
il ferormone prodotto dagli uomini e quello prodotto dalle donne, in grado di
agire direttamente sul cervello e stimolare comportamenti di tipo sessuale. Le
modificazioni cerebrali prodotte quando si “annusano” i due composti
considerati “l’essenza” dell’odore maschile e di quello femminile sono state
studiate, mediante
La
percezione di un omosessuale viene attivata dagli stessi fenomeni che attivano
la sessualità femminile.
Come
viene educato l’Essere Umano Maschile omosessuale? Come l’Essere Umano Maschile
omosessuale percepisce gli elementi in cui esprimere la propria sessualità nel
contesto sociale? Quali sono le esigenze che egli manifesta e che impone il
Sistema Sociale per poter esprimere la propria sessualità?
In
pratica, qual è l’ideale sociale per l’omosessuale al fine di esprimere la sua
sessualità?
Qual è
il rapporto con l’Essere Umano femminile?
Come
l’Essere Umano omosessuale concepisce l’Essere Umano maschile? Come si
comporterebbe se egli volesse mascherare la sua omosessualità? Come veicolerebbe
le sue pulsioni sessuali nella società?
Fino
ad oggi, tutte le ricerche sociali e psicologiche hanno diviso la società in
maschi e femmine e ha attribuito i comportamenti a pulsioni maschili o femminili.
Ciò che la ricerca sociologica non ha mai preso in considerazione è la presenza
dell’omosessualità maschile come elemento importante nella struttura
psicosociale dei Sistemi Sociali Umani. Una struttura psicosociale del Sistema
Sociale umano che percepisce una certa qualità di problematiche alle quali
oppone delle soluzioni partendo dalle esigenze pulsionali dei singoli individui
che in quella società sono in grado di mettere in atto delle strategie di
adattamento e trasformazione della società stessa.
La
prima cosa che dobbiamo mettere in rilievo è che l’Essere Umano Maschile (come
ogni maschile della e nella Natura) è una variazione dell’Essere Umano
Femminile. Si può sintetizzare dicendo che un uomo è una donna mancata.
C’è da
chiederci: i singoli individui maschili, quanto si sono allontanati dal modello
femminile? Esistono degli animali che possono cambiare sesso, altri sono
ermafroditi: quanto questi modelli agiscono nel cervello dell’uomo, nella sua
struttura psichica nelle sue tensioni emotive?
Possiamo
dire che l’Essere Umano Maschile omosessuale non è un Essere Umano Femminile,
ma dell’Essere Umano femminile esprime esigenze, bisogni e tensioni. L’Essere
Umano maschile omosessuale necessita di un Sistema Sociale organizzato in
maniera appropriata per poter esercitare la manifestazione delle proprie
pulsioni sessuali. Un Sistema Sociale che manifesti delle regole che limitando
l’Essere Umano femminile gli consenta di dispiegare le sue pulsioni.
Per
l’Essere Umano maschile omosessuale l’Essere Umano femminile non è un soggetto
sessuale o sensuale, ma è puro oggetto di servizio. Pura funzione sociale. Un
funzione sociale che deve essere privata della propria sessualità per
impedirgli di manifestarsi in quanto persona sociale.
La
sessualità dell’Essere Umano femminile si dispiega nell’intera vita sociale.
Non è solo l’orgasmo femminile, ma l’orgasmo femminile manifesta il desiderio
sessuale, che manifesta la relazione sociale, che manifesta la nascita, che
manifesta la crescita della prole, che manifesta il suo potere (o tende a
farlo) nella società civile. La “passività” del femminile, percepita dal
maschile, è direttamente funzionale allo sviluppo della relazione e la
“passività” femminile, all’interno dell’atto sessuale, non è “passività”, ma è
potere che avvolge il maschile.
Cosa
diversa è la percezione che di tale “passività” ne ha l’Essere Umano maschile
omosessuale che della “passività” femminile afferra soltanto la forma esteriore
in quanto non è in grado di avvolgere il maschile che lo penetra. E della forma
esteriore l’Essere Umano maschile omosessuale afferra soltanto il potere della
penetrazione come manifestazione del dominio, che si inserisce in un bisogno
ideologico di appropriazione per assicurarsi la penetrazione del Sistema Sociale.
Un Sistema Sociale sottomesso come l’Essere Umano maschile omosessuale immagina
debba essere la donna nel suo immaginario: passiva, sottomessa e asessuata!
Per
l’Essere Umano maschile omosessuale la donna è una funzione: madre, sorella e
serva.
Per
l’Essere Umano maschile omosessuale l’uomo è solo la sua preda.
Per
l’Essere Umano maschile omosessuale, l’Essere Umano maschile è l’oggetto della
sua predazione e l’Essere Umano Femminile il concorrente a cui deve impedire la
manifestazione.
Nel
cervello umano è stata individuata una struttura che ci dimostra che il veder
soffrire gli altri può dare soddisfazione. Quella struttura è una protezione
della specie. Quel meccanismo è stato forgiato dalla specie umana nelle sue
relazioni con
Quotidiano
“Quando godiamo quando soffre chi ci è antipatico
Roma – Veder soffrire gli altri può dare veramente soddisfazione. Un gruppo di ricercatori britannici dell’università College of London ha per la prima volta osservato questo piacere, usando la tecnica della risonanza magnetica sul cervello di un gruppo di volontari. Alcuni attori impegnati nel ruolo di cattivi li avevano ingannati durante un gioco inventato per l’esperimento, spiega Nature. E quando i truffatori sono stati sottoposti a delle scosse elettriche leggermente dolorose, il cervello dei volontari si è acceso di piacere. Ma mentre le donne mostravano di provare un po’ di pena, dal cervello degli uomini non è emerso altro che soddisfazione.”
Il “te
la faccio pagare” è il meccanismo psicoemotivo (probabilmente ce ne sono altri)
che arreca soddisfazione quando si riesce a danneggiare chi ha offeso o
ingannato le nostre tensioni. Se fra gli Esseri Umani maschili eterosessuali
quel meccanismo è un meccanismo di regolazione all’interno del sistema sociale,
per gli Esseri Umani maschili omosessuali diventa un meccanismo per danneggiare
la società umana. Negli Esseri Umani femminili quel meccanismo è compensato dal
bisogno di conservare, comunque, il presente per continuare a costruire il
futuro. Per gli Esseri Umani maschili omosessuali non esiste un futuro, ma
esistono solo loro stessi; ogni presente in loro si risolve. Lo stesso
meccanismo agisce, ad esempio, nel branco degli Esseri Lupo. Il capo branco,
quando diventa vecchio, viene vessato se si è comportato in maniera prepotente
e arrogante, viene invece sopportato o protetto se si è comportato in maniera
saggia.
Quel
meccanismo che garantisce all’individuo la soddisfazione nel dispiegarsi di
Giustizia, diventa un meccanismo di vessazione quando i bisogni, per i quali si
chiede giustizia, sono bisogni di dominio e di sopraffazione.
machismo
ed omosessualità marciano di pari passo; l’omosessualità ha bisogno del machismo
e il machismo si giustifica in una rappresentazione dell’omosessualità come il
machismo concepisce la sessualità femminile.
E’
proprio del machismo omosessuale il concetto di padrone.
Sia
gli Esseri Umani maschili eterosessuali che gli Esseri Umani femminili,
comunque, sanno vivere all’interno di tensioni proiettate verso il futuro. Gli
Esseri Umani maschili omosessuali vivono di quello che dominano nel presente.
Per questo motivo gli Esseri Umani maschili omosessuali non comprendono gli
altri: gli altri devono solo mettersi in ginocchio davanti al loro dominio. E
se non si mettono in ginocchio davanti al loro dominio si muove loro guerra.
Per l’Essere Umano maschile omosessuale tutti gli altri sono i suoi nemici: gli
altri Esseri Umani maschili omosessuali sono i loro concorrenti, quelli che
contendono loro il dominio e il possesso; gli Esseri Umani maschili
eterosessuali sono i loro nemici perché hanno il potere di generare salti qualitativi
economici, sociali e psico-emotivi nella quantità dell’insieme femminile; gli
Esseri Umani femminili perché li privano delle loro prede, l’Essere Umano
maschile eterosessuale; gli Esseri Umani femminili omosessuali perché ledono la
loro immagine macista.
Esiste
una ricerca del 2002 che conferma questo meccanismo di dominio:
Salute
di Repubblica del
“Macho sospetto
Confermata con un semplice quanto efficace esperimento la vecchia interpretazione psicoanalitica secondo cui i maschi più ostili verso gli omosessuali sono così proprio per reprimere i propri desideri omosessuali. Utilizzando lo strumento che misura l’erezione del pene, ricercatori dell’università della Georgia hanno registrato le reazioni spontanee a filmati erotici eterosessuali, omosessuali maschili e femminili. Spettatori, un gruppo di maschi eterosessuali di cui 29 si dichiaravano a proprio agio di fronte ad omosessuali maschi e 35 che manifestavano segni di disagio di varia intensità, dall’imbarazzo fino all’ostilità. Identiche le reazioni di eccitamento alle scene eterosessuali ed omosessuali femminili. Ma durante le scene omosessuali maschili hanno avuto un maggior afflusso di sangue al pene il 20 per cento dei non ostili contro il 66 per cento degli ostili all’omosessualità.”
In
sostanza, l’Essere Umano maschile eterosessuale non ha problemi dal mantenere
relazioni sociali con un Essere Umano maschile omosessuale in quanto non ne
vive la presenza come un concorrente, salvo subirne il desiderio di potere e di
dominio. Al contrario un altro Essere Umano maschile omosessuale proietta il
proprio bisogno di dominio sulle persone del Sistema Sociale e percepisce la
presenza di Esseri Umani maschili omosessuali “conclamati” come un limite alle
proprie pretese di dominio pur avendo le pulsioni omosessuali molto esposte.
Il
superamento del machismo o di quello che con troppa facilità è definito il
maschilismo può avvenire soltanto con la liberazione della sessualità dalle
coercizioni morali imposte.
L’Essere
Umano maschile omosessuale vive di dominio, per il dominio e nel dominio può
(che lo faccia o meno poi è un altro discorso) veicolare le proprie pulsioni.
Noi sappiamo che esistono molti Esseri Umani maschili omosessuali che si
battono nella società civile per la liberazione dei costumi sessuali etici e
morali, ma sono quelli che non hanno potere e che vengono repressi dagli Esseri
Umani maschili omosessuali che determinano e impongono le regole morali ed
etiche all’intera società civile. Un po’ come gli ebrei. La loro ideologia
religiosa è nazista, eppure, fino a qualche tempo fa’ la maggioranza degli
ebrei era socialista. Gli ebrei furono tra i protagonisti della rivoluzione
d’Ottobre, grande fu il loro contributo allo sviluppo della filosofia e lo
stesso stato d’Israele fu fondato predicando modelli socialisti.
Come
facevano dunque ad essere socialisti se l’ideologia religiosa ebrea è nazista?
Perché
erano perseguitati!
Erano
vessati!
In
quanto perseguitati e vessati cercavano la solidarietà di altri vessati e di altri
perseguitati. Quando poi hanno potuto perseguitare e vessare a loro volta,
l’ideologia nazista, di cui erano portatori attraverso la bibbia, ha potuto
dispiegarsi nella loro struttura psico-emotiva ed aver soddisfazione
nell’esercizio del dominio nei confronti dei più deboli. Per questo motivo il
segretario del partito politico, che rivendica la tradizione fascista in
Italia, è stato accolto come un amico del popolo d’Israele.
La
liberazione della percezione sociale legata alla sessualità può avvenire solo
attraverso la liberazione dei costumi sessuali. Una liberazione totale ed
incondizionata che se da un lato protegge le persone dalla sopraffazione
garantendo alle persona la proprietà e la disponibilità per sé stesse del loro
corpo, dall’altro lato impedisce a chiunque di imporre morali personali e
private al fine di condizionare i comportamenti personali.
La
liberazione dei costumi sessuali e la separazione fra dominio e morale porta
alla modificazione dell’organizzazione cerebrale delle persone e della loro
percezione nei confronti del mondo in cui viviamo.
L’attività
sessuale, come ebbe a rilevare Reich, è fondamentale per agire sulla struttura
emotiva delle persone e per poter ottenere delle modificazioni cerebrali
funzionali allo sviluppo dell’individuo e della società civile.
Una ricerca pubblicata su “Nature”
Quando il sesso modifica il cervello
Roma – L’attività sessuale può avere riflessi non soltanto nello sviluppo psicologico ma può “imprimersi” nel cervello, modellandolo. Le esperienze sessuali possono influenzare direttamente le caratteristiche di alcune cellule cerebrali è l’ipotesi suggestiva formulata negli Stati Uniti da un gruppo di psicologi dell’università di Berkeley e pubblicata oggi sulla rivista “Nature”. La teoria proposta da i ricercatori si basa su quanto osservato in laboratorio, mettendo a confronto alcune caratteristiche del cervello dei ratti, dei quali solo alcuni con una vita sessuale attiva. Finora, hanno rilevato gli studiosi, si riteneva che fossero le strutture cerebrali ad influenzare la vita sessuale, ma adesso i risultati dell’esperimento fanno pensare che “è possibile che siano le differenze del comportamento sessuale a causare differenze nella struttura cerebrale”.”
[...] “Finora, hanno rilevato gli studiosi, si riteneva che fossero le strutture cerebrali a influenzare la vita sessuale, ma adesso i risultati dell’esperimento fanno pensare che “è possibile che siano le differenze nel comportamento sessuale a causare differenze nella struttura cerebrale”. Il passo all’uomo è breve e Breedlove ritiene che “interpretare alcune correlazioni fra il comportamento umano e la morfologia neuronale potrebbe confermare che i due aspetti sono reciprocamente legati”. L’ipotesi degli psicologi di Berkeley capovolge completamente la prospettiva dalla quale finora era stato considerato il rapporto tra sviluppo del cervello e comportamento sessuale”.”
L’attività
sessuale, come ogni altra attività praticata con costanza, modifica la
struttura cerebrale. Solo che l’attività sessuale coinvolge la sfera emotiva
profonda dell’individuo.
Ne era
ben consapevole Wilhelm Reich che nella “Psicologia di massa del fascismo” nel
1933 scriveva:
“Se il sentimento nazionale deriva dal legame alla madre (senso di patria), il modo di sentire mistico nasce dall’atmosfera antisessuale che è indissolubilmente legata a questo legame familiare. Il legame autoritario-familiare ha come premessa l’inibizione della sensualità sessuale. Tutti i bambini di tute le società patriarcali subiscono senza eccezioni questa inibizione sessuale. Nessuna attività sessuale, per quanto possa essere proclamata ad alta voce e possa sembrare “libera”, può ingannare l’esperto su questa profonda inibizione; inoltre, molte manifestazioni patologiche nella successiva vita sessuale, la tendenza ad eccessi patologici ecc. derivano proprio dalla inibizione della capacità orgastica di sentire. Il naturale risultato di questa inibizione, che contraddistingue ogni educazione autoritaria (“impotenza orgastica”) attraverso sensi di colpa e paure sessuali inconsci è un desiderio orgastico incancellabile che agisce inconsciamente e che si manifesta con sensazioni di tensione nella zona del plexus solaris.”
L’impedimento
alla sessualità, l’impedimento al disporre del proprio corpo, comporta
un’organizzazione cerebrale e un modo di affrontare la quotidianità legato a
quel “machismo” direttamente funzionale all’Essere Umano maschile omosessuale e
alla società schiavista come il cristianesimo ci ha insegnato a percepirla
Marghera,
02 gennaio 2007
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Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
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