Gesù è un malato mentale che delira di onnipotenza

Delirio di onnipotenza di Gesù e sottomissione umana

di Claudio Simeoni

 

Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù

Cod. ISBN 9788893322034

Perché Gesù è il pazzo di Nazareth
I deliri da malattia psichiatrica di Gesù nei vangeli della chiesa cattolica

 

Varie idee che emergono dai vangeli

 

Sembra che un radioascoltatore delle trasmissione di Magia Stregoneria e Paganesimo si sia lamentato perché indicando il Gesù dei cristiani io parlo del Pazzo di Nazareth.

Precisiamo che i comportamenti civili prevedono che:

1^ Quando si scrive una cosa si deve leggere ed intendere quella cosa!

2^ E' bene che i cristiani studino i loro testi sacri, anche quando si costruiscono una loro idea su Gesù immaginando che i "testi sacri" cristiani comprendano la loro idea fantasiosa.

Perché nel processo di costruzione della filosofia pagana noi stiamo parlando e sprecando così tanto tempo col Gesù di Nazareth nella versione imposta dai cristiani in generale e dai cattolici in particolare?

Perché per la prima volta nella sua storia il paganesimo è costretto ad indicare il MALE.

Il paganesimo è quanto lega gli Esseri al mondo che li circonda. Relazioni, contraddizioni, determinazioni, volontà e adattamenti. Nel corso della storia del divenire umano, da alcuni milioni di anni or sono, non si sono mai presentate sulla scena della vita tensioni tali da distruggere il divenire della specie in modo così profondo e totale.

I paganesimi possono essere diversi in quanto diverse sono le percezioni soggettive attraverso le quali l'Essere Umano si relaziona col circostante e diversi sono i bisogni e la forza con la quale sono espressi. I paganesimi devono essere necessariamente diversi in quanto essendo il prodotto della percezione soggettiva umana tendono a costruire la relazione fra l'Essere Umano e il circostante proprio partendo dalla soggettività. Per questo motivo non può esistere nel paganesimo una verità alla quale piegare gli Esseri Umani. Nel paganesimo può esistere soltanto un percorso di libertà soggettivo dove la verità altro non è che la descrizione della relazione soggettività-oggettività a seconda del grado di libertà percettiva raggiunta dal soggetto. Dal momento che non esiste un riferimento del grado di libertà, l'unico metro di misura è il soggetto stesso e le sue tensioni.

Il Male viene indicato partendo da questo. Ogni verità che pieghi il divenire del soggetto spacciandosi come assoluta, di fatto rappresenta un aspetto del Male. Il Male è la fine di ogni tensione di libertà soggettiva. Il Male è la fine di ogni trasformazione dell'individuo. La fine dell'espansione e della modificazione della sua verità esistenziale. La verità imposta da un soggetto esterno all'individuo distrugge ogni percorso di libertà in quanto risolve il divenire del soggetto in essa.

Per questo motivo, per la prima volta nella storia, siamo costretti a mettere l'accento su ciò che è il Male.

Essendo la libertà un processo di espansione di un soggetto nel circostante, il Male sarà caratterizzato da tutti quegli elementi che tendono a bloccare lo sviluppo del soggetto stesso. Dal momento che il processo di sviluppo nel circostante, come lo intendiamo noi nella fase di sviluppo in cui siamo, inizia il giorno stesso in cui usciamo dalla vagina di nostra madre, necessariamente il Male sarà il prodotto di azioni esterne esercitate sulla soggettività in formazione per controllarne o impedirne lo sviluppo.

Gesù di Nazareth indica il Male in ciò che esce dall'uomo e in ultima analisi nella sua determinazione ad espandersi nel circostante; un pagano indica il Male in ciò che tende a bloccare lo sviluppo della soggettività nel circostante e, in ultima analisi, proprio in Gesù di Nazareth e in chiunque è convinto che, essendo creato ad immagine e somiglianza di dio, la vita non sia un processo di espansione dell'individuo, ma un processo di sottomissione al dio creatore.

Così si stabilisce la contrapposizione fra cristianesimo e paganesimo.

D'altronde, è da ricordare che prima dell'arrivo dell'orrore cristiano, quelli che oggi noi definiamo come Pagani, nemmeno si definivano perché quanto facevano era strettamente connaturato al loro vivere quotidiano. Fu proprio l'avvento della sottomissione rappresentata dall'orrore cristiano che definì chi cristiano non era.

Noi la definizione l'abbiamo fatta propria per definire un percorso religioso diverso da quello indicato dal cristianesimo.

Questo è il motivo per cui parliamo molto del Gesù di Nazareth. I cristiani lo spacciano come sapiente, come verità assoluta in quanto figlio del dio padrone, e davanti alle sua affermazioni hanno costretto popoli in ginocchio. Hanno distrutto civiltà. Hanno saccheggiato ogni esistente senza rispettare nulla. Hanno costretto bambini a chiamare buono l'orrore sociale che esprimeva.

Che Gesù non sia esistito, che non sia stato quello che i cattolici dicono che sia, che siano state soltanto farneticazioni di una setta, che siano operazioni politiche, a noi più di tanto non interessa. A noi interessa liberare il pensiero umano affinché non sia sottomesso consci che non esistendo nessun dio creatore chiunque si spacci per lui, o per suo delegato o suo figlio, è solo un truffatore. Questa truffa a noi interessa smascherarla affinché nessuno mai metta più in ginocchio Esseri Umani.

Siamo consci che quasi duemila anni di condizionamento educazionale non si cancellano in breve tempo ma sono necessarie molte generazioni. Siamo consci che una religione che induce gli Esseri Umani ad assumere il controllo della propria esistenza sottraendosi alla sottomissione non può diventare molto popolare. Però è quello che le nostre visioni e le nostre scelte ci hanno indotto a fare ed è quello che tentiamo di fare.

Brani dei vangeli usati per questa riflessione:

Brani dal vangelo di Matteo

IL RITORNO DI CRISTO

Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria. Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli. "Imparate dal fico la similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il figlio dell'uomo è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."

Vangelo di Matteo 24, 29-35

ABNEGAZIONE CRISTIANA

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Poiché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverebbe ad un uomo guadagnare tutto il mondo, se perdesse l'anima sua? O che cosa potrà dare in cambio della propria anima? Il figlio dell'uomo, infatti, verrà nella gloria del padre suo, con i suoi Angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere. In verità vi dico: vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno."

Vangelo di Matteo 16, 24-28

DAVANTI AL SINEDRIO

...Allora il Sommo Sacerdote si alzò e gli disse: "Non rispondi nulla? Cos'è ciò che questi depongono contro di te?". Ma Gesù taceva. E il Sommo Sacerdote riprese: "Ti scongiuro per il Dio vivente, di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". Gesù gli rispose: "Tu l'hai detto; anzi io vi dico: d'ora in avanti vedrete il Figlio dell'uomo assiso alla destra dell'Onnipotente, e venire sulle nubi del cielo". Allora il Sommo Sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo di testimoni? Ecco, avete sentito la sua bestemmia! Che ve ne pare?" Quelli risposero: "E' reo di morte!". Allora gli sputarono in faccia e lo percossero con pugni; altri lo schiaffeggiarono dicendo: "Indovina, Cristo: chi t'ha percosso?" Vangelo di Matteo 26, 62-68

Brani dal vangelo di Marco

IL RITORNO DEL FIGLIO DELL'UOMO

"Ma in quei giorni, dopo questa tribolazione, il sole si oscurerà, la Luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le forze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nubi, con grande potenza e gloria. Allora manderà i suoi Angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra all'estremità del cielo. Dal fico imparate il paragone. Quando già i suoi rami si fanno teneri e spuntano le foglie, voi sapete che l'estate è vicina; così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

"Quanto poi a quel giorno e a quell'ora nessuno ne sa nulla, neppure gli Angeli in cielo, né il Figlio ma solo suo Padre. State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il tempo. E come un uomo, partito per un viaggio, che ha lasciato la sua casa e dato il suo potere ai servi, a ciascuno il suo lavoro e al portinaio di vigilare. Vigilate, dunque, perché non sapete quando il padrone della casa verrà, se la sera tardi, a mezzanotte, al canto del gallo, o la mattina; di modo che, vedendo all'improvviso non vi trovi addormentati. E quello che dico a voi lo dico a tutti: vigilate!".

Vangelo di Marco 13, 24-37

COSA IMPORTA IL SEGUIRE GESU'

E chiamata la folla insieme coi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venir dietro a me, rinneghi se stesso, prende la croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare l'anima sua, la perderà; e chi perderà l'anima sua per me e per il Vangelo, la salverà. Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero, se perde l'anima sua? E che darà l'uomo in cambio della sua anima? Se uno si vergognerà di me e delle mie parole tra questa generazione infedele e perversa, anche il figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli Angeli santi".

Vangelo di Marco 8, 34-38

GESU' DAVANTI AL SINEDRIO

...Ma egli taceva e non rispondeva nulla. Di nuovo il Sommo Sacerdote lo interrogò: "Sei tu il Cristo, Figlio del Benedetto?". Gesù gli rispose: "Io lo sono, e voi vedrete il Figlio dell'uomo assiso alla destra dell'Onnipotente e venire con le nubi dal Cielo". Allora il Sommo Sacerdote, strappandosi le vesti, esclamò: "Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete inteso la bestemmia! Che ve ne pare?". E tutti sentenziarono che era reo di morte. Allora alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il viso, a dargli schiaffi e a dirgli: "Indovina!". E i servi lo percuotevano.

Vangelo di Marco 14, 61-65

Brani dal vangelo di Luca

ABNEGAZIONE CRISTIANA

Diceva poi a tutti: "Se uno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua! Poiché colui che vorrà salvare l'anima sua la perderà, ma colui che perderà l'anima sua per me, la salverà. Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde o danneggia se stesso? Chiunque si vergogna di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando tornerà nella gloria sua e in quella del Padre e degli Angeli santi. Io vi dico in verità: ci sono alcuni tra i qui presenti, i quali non gusteranno la morte prima di aver visto il regno di Dio."

Vangelo di Luca 9, 23-27

SEGNI DI RITORNO DI CRISTO GIUDICE.

"Vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle; e sulla terra le nazioni si troveranno in angoscia, spaventate dal rimbombo del mare e dei suoi flutti. Gli uomini saranno tramortiti dallo spavento e dall'attesa angosciosa di quel che avverrà sopra alla terra, poiché le potenze dei cieli saranno sconvolte. Vedranno allora il Figlio dell'uomo venire in una nube con potenza e gloria grande. Quando cominceranno ad accadere queste cose, guardate in alto e alzate il capo, perché la vostra redenzione è vicina".

Vangelo di Luca 21, 25-28

COME ATTENDERE LA VENUTA DI CRISTO

E disse loro una parabola: "Osservate il fico e tutte le piante. Quando vedete che già mettono i germogli, voi sapete che l'estate è vicina; così quando vedrete succedere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Perciò attendete a voi stessi, affinché i vostri cuori non siano aggravati dalla crapula, dall'ubriachezza e dalle preoccupazioni della vita, e che quel giorno non vi colga all'improvviso, come un laccio, poiché piomberà su tutti coloro che si troveranno sopra la faccia della terra. Vigilate, quindi, e pregate in ogni tempo, per poter sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e comparire davanti al figlio dell'uomo". Gesù, durante il giorno, insegnava nel Tempio; di notte usciva e si tratteneva sul Monte degli Ulivi. E fin dal mattino tutto il popolo andava a lui nel Tempio per ascoltarlo.

Vangelo di Luca 21, 29-37

Brani dal vangelo di Giovanni

...Inoltre il Padre non giudica nessuno; ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna, non va in giudizio, ma passa da morte a vita. In verità, in verità vi dico: viene l'ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del figlio di Dio, e chi l'ascolta vivrà. Poiché come il Padre ha in sé la vita, così pure ha dato al Figlio d'aver la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, perché viene l'ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la sua voce, e quelli che hanno operato il bene ne usciranno per la risurrezione della vita; quelli, invece, che fecero il male, per la risurrezione della condanna..."

Vangelo di Giovanni 5, 22-29

Constatazioni dell'ideologia di Gesù

Le esigenze di liberazione degli Esseri Umani dalla coercizione cristiana portano a leggere i testi dei vangeli ufficiali sotto luci diverse da quelle imposte dal cristianesimo.

Anche se noi volessimo negare l'esistenza di Gesù, come del resto storicamente appare ormai accertato, almeno nella forma raccontata dai vangeli, resterebbero sempre i vangeli come arma destabilizzatrice del pensiero umano. Come arma di distruzione di massa. Per noi l'opposizione alla coercizione non ci porta semplicemente a negare la validità storica dei vangeli, ma ci costringe a dimostrare come questi altro non siano che degli strumenti di distruzione del divenire umano. In caso diverso, anche se noi raccogliessimo prove per negare un Gesù profeta, la descrizione che ne scaturisce dai vangeli ufficiali è sempre tale da costruire tecniche con cui distruggere il divenire degli Esseri Umani.

I vangeli sono delle armi il cui scopo è distruggere il pensiero e la fondazione del divenire umano. Come armi si adattano a qualsiasi uso contro un altissimo numero di situazioni umane per piegarle ai propri schemi e ai propri fini. I vangeli propongono molte sfaccettature del Gesù distruttore e ognuna di queste sfaccettature risponde a bisogni coercitivi differenti.

Come si può dire che i miracoli di Gesù furono solo millantati, si può anche dimostrare come egli non facesse nessun miracolo partendo dalla cacciata dei demoni cui tutti assistevano. Se tutti assistevano e vedevano il demone cacciato, così essi stessi, nella misura in cui vedevano il demone, erano in grado di cacciarlo. E' sintomatico il fatto che gli apostoli dicono che ci sono altri che scacciano i demoni (anche se si affrettano a dire in tuo nome per non sminuire l'autorità assoluta del loro "padrone"), dimostrando con ciò l'esistenza di una pratica molto comune e di una diffusa "credenza" superstiziosa come del resto appare nell'opera di Celso. Pertanto, si può dire, senza tema di smentita, che i miracoli furono millantati. Come Lazzaro che risorge nel vangelo più tardo e non trova traccia né in Marco né in Matteo a riprova che sia Marco che Pietro sapevano che il loro "maestro" non era in grado di risorgere nella carne come faceva Esculapio o Orfeo. In Marco, tutta la parte del vangelo dopo la morte di Gesù appare come un falso medioevale.

Si può partire dal racconto dei miracoli per cercare l'insegnamento e il fine cui il racconto del presunto miracolo tendeva. Ogni racconto delle gesta del Gesù di Nazareth nasconde un'istruzione ai cristiani sul come distruggere il divenire umano. La narrazione delle presunte attività di Gesù sono strategie di guerra agli uomini per sottometterli.

Quanto andiamo ad analizzare ora sono le farneticazioni deliranti di Gesù. Tali farneticazioni oggi vengono curate come malattie deliranti in campo psichiatrico. Il delirio farneticante di Gesù e di tutti coloro che manifestano quel tipo di delirio è oggetto di indagine psichiatrica. E' facile relegare in un reparto psichiatrico le persone che affermano di essere Gesù, ma è vile farlo se non si accusa Gesù di farneticazioni deliranti. Nei vangeli ufficiali esiste un crescendo di affermazioni deliranti di Gesù che termina nelle dichiarazioni di onnipotenza di Gesù davanti ai giudici. Nei vangeli ufficiali la degenerazione della malattia mentale di Gesù (o di chi li ha scritti identificandosi con Gesù) è evidente. Egli delira credendosi il figlio del dio creatore, agisce come se tutto e tutti dovessero servirlo e finisce per impazzire. La pena per questa pazzia più o meno millantata è la morte. Proprio al momento della morte i vangeli ufficiali fanno scoprire un minimo di lucidità. E il presunto figlio di dio si scopre abbandonato da dio.

Individuare la malattia psichiatrica e il delirio dietro le affermazioni da onnipotenza di Gesù, la possiamo fare noi, in quanto pagani, e solo perché a noi sta a cuore il divenire umano. La possiamo fare noi in quanto noi sappiamo come del Gesù di Nazareth ne resti solo la descrizione data dai vangeli ufficiali il cui fine è la distruzione della possibilità di eternità degli Esseri Umani. Questa operazione non può farla un cristiano in quanto egli, ritenendo a priori che Gesù fosse il figlio del dio creatore, pretende che chiunque si metta in ginocchio e lo riverisca riconoscendo come dati di realtà i suoi deliri. Un cristiano avrebbe voluto vedere i Gran Sacerdoti, durante il processo, mettersi in ginocchio davanti a Gesù e non comprende come essi, secondo le leggi del tempo, siano stati costretti ad appenderlo. Proprio per questo disprezzo il cristiano restituisce il disprezzo agli ebrei. Il cristiano, convinto a priori che quello era il figlio del dio creatore, non è più in grado di guardare la realtà con occhi diversi, deve per forza annientare chiunque tenti di indagare e di chiarire quanto è successo e quanto succede. Proprio perché un cristiano ragiona a priori con un atto di fede non può pensare a quanto orrore e quanta infamia si nasconda nei vangeli ufficiali.

Il momento della pazzia è il momento delle ultime dichiarazioni. L'ultimo gesto di un folle. I cristiani giustificano quelle dichiarazioni spostando nel tempo la minaccia. Secondo i cristiani Gesù non parlava agli Esseri Umani di quel tempo, ma agli Esseri Umani di ogni tempo e di ogni generazione così che nessuna generazione possa chiamarsi fuori e andare a verificare quante cazzate Gesù di Nazareth diceva per bocca degli evangelisti.

Un altro vantaggio che noi abbiamo rispetto ai cristiani è che noi neghiamo l'esistenza di una volontà esterna come motore del divenire dell'universo in generale e dell'Essere Umano in particolare. Noi riteniamo che la forza delle trasformazioni sia interna agli Esseri della Natura e questi Esseri divengono per adattamento soggettivo. La forza di adattamento è tutta interna agli Esseri in generale e agli Esseri Umani nel nostro caso. Dunque, non consideriamo l'esistenza di nessun dio padrone e di nessuna forza creatrice che non quella che opera in questo momento e di cui noi siamo parte. Negando aprioristicamente una volontà esterna noi ci liberiamo, considerandola illegittima, qualsiasi forza che vorrebbe assoggettarci. Liberiamo il nostro pensiero dal tentativo di sottometterlo e controllarlo. Se mai ci fosse una forza che vorrebbe sottometterci riducendoci all'obbedienza, la sfidiamo a duello consci che siamo in grado di sconfiggere qualunque Essere che si erga a padrone di un Essere Umano ma, tuttavia, temiamo i roghi e le mattanze fatte da Esseri Umani malati di morte dietro le quali vengono nascosti gli ordini del dio padrone cristiano.

Parafrasando: "Un uomo preparava la sua valigia per andare a Napoli. Venne dio e gli chiese dove stesse andando. Egli rispose che andava a Napoli. Dio lo corresse dicendo che andava a Napoli se dio voleva. Egli rispose che andava a Napoli. Allora dio lo tramutò in una rana ed egli sguazzò nello stagno. Dopo qualche tempo ritornò uomo e ricominciò a preparare la valigia. Venne dio e gli chiese dove andasse. Egli rispose che andava a Napoli. Dio allora gli disse che andava a Napoli se dio voleva. L'uomo rispose che sarebbe andato a Napoli o sarebbe tornato a sguazzare nel fango (c'è un'altra finale che dice che la rana saltellando arrivò a Napoli)."

Qualunque cosa facciano gli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra gli Esseri Umani coglieranno dall'albero della vita eterna!

Noi possiamo parlare di pazzia del Gesù di Nazareth mentre questo non lo può fare un cristiano. Il risultato del pensiero del cristiano sono i campi di sterminio nazisti come reazione al fatto che i Gran Sacerdoti non si sono messi in ginocchio davanti al loro Gesù. Come risultato è l'attività distruttrice messa in atto dai missionari nei confronti di ogni cultura. L'adesione, da parte del cristiano alla pazzia del Gesù di Nazareth, non solo non consente loro di cogliere il divino che lo circonda, ma lo induce a distruggere quanto lo circonda per non permettere a quanto lo circonda di scoprire la pazzia dietro le sue parole. Così facendo il cristiano distrugge il divenire umano.

La figura di Gesù viene presentata come un uomo senza nessun ruolo sociale, senza nessuna apparente "ricchezza" costruita con un'attività sociale, ma con la pretesa di essere il padrone delle persone, di imporre loro la sua morale pretendendo che le persone lo riconoscano come il loro padrone. Questa pretesa viene corroborata da affermazioni onnipotenti con cui Gesù minaccia la condizione futura dell'uomo della quale afferma di essere giudice e padrone. Lui giudicherà, lui verrà con grande potenza sulle nubi di lì a poco. Lui siederà alla destra del dio padrone. Un futuro affermato, delirio dopo delirio, la cui realizzazione viene spostata nel tempo per mantenere costante la minaccia sull'uomo

In Matteo le citazioni della pazzia di Gesù sono varie, ma non bisogna dimenticare che a differenza di Marco Matteo scrive, o così sembra, il vangelo per un uso interno. A leggere il vangelo di Matteo sono solo i cristiani (i pochi non analfabeti) i quali hanno bisogno di una figura onnipotente che coaguli il loro delirio di onnipotenza per essere rassicurati nel loro delirio.

La figura del figlio del dio creatore deve essere di stirpe regale, deve rispondere alla discendenza di sangue, di razza. Infatti, in Matteo troviamo la genealogia quale discendenza da David. Difficilmente i primi cristiani si sarebbero avvicinati al figlio della prostituta Maria. La prostituta Maria, la Sophia di Simon Mago, serve per stuprare la conoscenza, la sapienza che si fa puttana per il dio padrone cristiano di cui Gesù è la sua rappresentazione.

Dunque, Gesù discende da una stirpe di re, non di contadini e tantomeno di schiavi. Matteo inventa la storiella dei Magi venuti dall'oriente. Cosa credono gli ebrei che i Magi facessero? Gli ebrei pensavano che i Magi leggessero il futuro, il destino degli uomini programmato da loro dio padrone, attraverso le stelle. Questa superstizione era tanto diffusa che Matteo se ne servì per dare credito alla natura divina di Gesù. Matteo associò la superstizione sui Magi al ricordo di una strage, avvenuta anni prima, con cui venne repressa una rivolta di palazzo in cui erano coinvolti moglie e figli di Erode il Grande facendola passare per una strage di bambini con cui Erode cercava il futuro re della Palestina.

Questo coacervo di invenzioni, superstizioni, fraintendimenti servivano a Matteo per legittimare il delirio di onnipotenza di Gesù. Impedirne la critica e fermare ogni tipo di analisi di quella pazzia delirante che tanto danno ha fatto alle società degli uomini.

A questo tocco di perfidia criminale, Matteo aggiunge la figura del "satana", il diavolo tentatore che diventa il primo soggetto che con azioni fantasiose riconosce il figlio del dio padrone; padrone del mondo e della vita degli uomini.

Matteo scrive un vangelo il cui fine, a forza di parole enfatizzate, è dimostrare come Gesù sia effettivamente figlio del dio creatore e che le sue affermazioni non sono solo i deliri di qualche disperato che millanta attorno a Gerusalemme, ma sono la descrizione del suo potere e della sua capacità di profetizzare un futuro che si risolve nella fine del mondo e nella sua venuta in un'apoteosi messianica.

Non a caso dunque in Matteo troviamo molti brani che confermano la pazzia di Gesù!

Il primo di questi è scritto chiaramente con l'intento di consolare chi si è visto sconfitto. L'individuo sconfitto nella vita, travolto da problemi esistenziali che gli creano dolore fisico e psichico, è sensibile ad accogliere promesse capaci di prospettargli un futuro migliore del presente vissuto.

Non è importante stabilire, come fanno molti storici, quando il vangelo di Matteo è stato scritto. Sappiamo che è stato scritto dopo il 100 d.c. non solo per la realizzazione di alcune pseudo-profezie messe in bocca a Gesù, ma perché i ricordi degli estensori del vangelo di Matteo andavano sbiadendo. Come nell'episodio di Zaccaria Ben Balacchia ( o come lo si voglia scrivere) in cui Gesù accusa gli ebrei di averlo ucciso con i suoi figli, quando, il personaggio in questione fu solo un terrorista che portò alla distruzione di Gerusalemme.

Il delirio di onnipotenza con la venuta sulle nuvole può essere accreditato solo in una situazione di distruzione di ogni prospettiva sociale alla quale hanno lavorato gli zeloti nel tentativo di dominare gli ebrei e di controllarne la morale.

Queste sono le condizioni sociali nelle quali Matteo può farneticare:

Or, subito dopo la tribolazione di quei giorni, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo, tutte le tribù della terra si batteranno il petto e vedranno il figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con gran potenza e gloria. Egli manderà i suoi Angeli che, con tromba dallo squillo potente, raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un'estremità all'altra dei cieli.

"Imparate dal fico la similitudine: quando i suoi rami si fanno teneri e mettono le foglie, voi sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che il figlio dell'uomo è vicino, alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno."

Vangelo di Matteo 24, 29-35

La farneticazione diventa attesa della rivincita. Attesa del soccorso divino che come avrebbe agito con Mosé, così si ripete in una fine dei tempi tanto desiderata da spazzare via la disperazione del presente.

Nella vita degli uomini ci sono sempre terremoti, invasioni, guerre, tempeste o fiumi che straripano. C'è sempre un'oggettività che si modifica con tanta violenza che viene percepita da chi la subisce con la fine del mondo, di una storia, di un vissuto.

In questa disperazione, anziché essere attrezzati per trasformare il presente sopravvissuto in una nuova opportunità, i cristiani alimentano la disperazione negli uomini evocando la provvidenza nell'imminenza dell'arrivo del loro padrone che si nutre di quella disperazione chiudendo gli uomini in un'attesa infinita che finisce per aggravare le loro condizioni esistenziali.

La farneticazione del cristiano mantiene viva la disperazione degli uomini che tiene sottomessi con la violenza che chiama "fede" in una perenne attesa messianica. I cristiani dicono: "Anche se è morto, comunque ritorna perché ha detto di essere il figlio di dio!" La strategia di Matteo (o degli estensori del vangelo per esso) è quella di mantenere compatta una comunità che separandosi dal contesto sociale, agisce in esso come un'organizzazione di criminali che ne devasta le istituzioni. Matteo deve rinnovare la promessa e mette in bocca al Gesù, di cui sta parlando, delle affermazioni che fuori dall'ottica di compattazione della setta risultano demenziali.

In questo contesto interessante la dicitura "Figlio dell'uomo". Questa sta ad indicare: ciò che l'uomo partorisce in funzione del dio padrone. Non è il dio padrone che produce il figlio, ma è l'uomo che produce il figlio del dio padrone in una dimensione ideologica in cui gli uomini sono proprietà del dio padrone in quanto suoi "figli".

Come nella dicitura cattolica per cui il papa chiama sé stesso "servo dei servi di dio". Il capo dei servi del padrone e, pertanto, dal momento che il padrone dio manca, egli è il padrone di tutti gli uomini ridotti a servi per mandato del dio padrone.

Veniamo come Matteo rassicura gli aderenti alla setta sul ritorno del loro uomo-dio-padrone. Ci saranno delle tribolazioni. Ci sono sempre tribolazioni nel divenire umano; ci sono sempre contraddizioni da risolvere. Pertanto, dopo cosa, resta nel vago. Diventa preciso in: cosa avverrà. Vago è il momento dell'accadimento: preciso è l'accadimento. Il Sole si oscurerà, la Luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze del cielo saranno sconvolte.

Ricordiamoci sempre che non siamo davanti ad un profeta quale prodotto del suo tempo che magari fa una profezia partendo dal proprio condizionamento educazionale e dalla propria cultura. Se fossimo davanti ad un simile profeta potremmo concedergli di dipingere una situazione terribile che si verificherà partendo da ciò che a lui è stato insegnato sia terribile; oppure, dipingere il terribile con gli elementi del suo tempo e della sua ragione. Qui noi siamo davanti al figlio del dio creatore: la sapienza assoluta. Noi siamo davanti a quello che i cristiani spacciano per sapienza fatta persona. L'affermazione secondo cui le stelle cadranno dal cielo può essere fatta da una persona qualunque, non dal figlio del dio creatore che dovrebbe sapere benissimo che una sola stella quando sfiora la terra la distrugge, non è accettabile.

Con la bibbia e Gesù non siamo nel campo simbolico di definizioni astratte della realtà. Siamo nel campo letterale in cui le cose sono e l'estetica serve a costringere le persone ad accettare una realtà letteralmente impossibile che l'analisi ha negato.

Qualunque altro profeta umano di quei tempi, davanti ad una pioggia di meteoriti potrebbe immaginarsi una pioggia di stelle, magari tale da distruggere la terra. Ma quello che concediamo ad un qualsiasi profeta umano non lo possiamo concedere al figlio del dio padrone e creatore dell'universo.

Quest'evento terribile è rassicurante per il partecipante alla setta. Vediamo come nel corso della storia questa minaccia è sempre stata rinnovata da moltissimi profeti fondatori di gruppi religiosi di origine cristiana, spesso con disastri che si sono inseriti molto bene nel più generale progetto del cristianesimo di distruggere il divenire umano. E' una prospettiva rassicurante in quanto il partecipante alla setta s'immagina di essere uno degli eletti che saranno radunati dai quattro venti, un eletto mentre tutti gli altri, coloro che gli creano angoscia, periranno "nelle fiamme dell'inferno". In questa prospettiva il cristiano, a qualsiasi gruppo settario appartenga, alimenta l'orrore nella società fiducioso di essere l'eletto che sopravvive da un orrore più grande di quello che sta subendo. Anziché rimuovere orrore e sofferenze nella società, il cristiano le alimenta pensandosi il padrone, il portatore di sofferenze più grandi che possano compensare la sua sottomissione al padrone.

Nessuno si può permettere di dire al cristiano che la promessa è una frottola e che le sue speranze saranno deluse. Il cristiano diventerà furioso, odierà con tutte le sue forze chiunque tenterà di disilluderlo. Ora egli è tutt'uno con la promessa ed attende gli angeli e i squilli di tromba. "Strano," ogni tanto mormora "quanto tardano ad arrivare!". Nel frattempo coltiva e alimenta l'illusione non consentendo a nessuno di dirgli come quella promessa sia il frutto di un individuo (o chi per esso) fuori di testa.

Scrivono Matteo e Marco:

Allora Gesù disse ai suoi discepoli: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Poiché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà. Che gioverebbe ad un uomo guadagnare tutto il mondo, se perdesse l'anima sua? O che cosa potrà dare in cambio della propria anima? Il figlio dell'uomo, infatti, verrà nella gloria del padre suo, con i suoi Angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue opere. In verità vi dico: vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno."

Nella setta il cristiano trova la conferma della veridicità della promessa: anche gli altri credono come lui. Lui rinnega sé stesso e pretende che anche gli altri rinneghino sé stessi. Nessuno può dubitare della venuta del profeta figlio del dio creatore: "Come si può dubitare della parola del figlio del dio padrone? Lui non dimostra, afferma. Come il malato di schizofrenia sul letto dello psichiatra afferma la realtà delle sue allucinazioni desiderando che lo psichiatra le accolga come la rivelazione di una realtà a lui sconosciuta, così le affermazioni del figlio del dio creatore non devono essere messe in discussione. Saranno gli altri," dice il partecipante alla setta "che dovranno battersi il petto per non essersi sottomessi. Cosa credevano di fare? Sospettare di Gesù? Il figlio del dio creatore? Gli angeli sceglieranno me che sono sottomesso e che ho lavorato per la sottomissione, così io sarò vicino al figlio del dio creatore e anch'io sarò uno dei figli prediletti del dio padrone. Anch'io avrò la mia bella raccomandazione per vivere felice. Io porto la sua croce e ho costretto altri a portarla".

Il quando, si è detto è incerto. Segue "quei giorni"; segue una grande tribolazione.

C'è sempre una tribolazione nella storia dell'umanità. In ogni tribolazione germogliano i semi della costruzione del futuro. Di un divenire diverso. Quei semi vengono strappati dai cristiani; distrutti. Quei semi sono il frutto del divenuto umano che si adatta alle condizioni che creano sofferenza. Sono il frutto della lotta che, nonostante tutto, gli uomini mettono in atto per la fondazione del futuro: non sono la speranza nell'avvento del figlio del dio padrone. Per il cristiano è necessario distruggere le prospettive costruite dagli uomini per costringere gli uomini a sperare nell'arrivo provvidenziale del Gesù con grande potenza sulle nubi. E' necessario costruire una grande miseria, una grande tribolazione affinché si avveri quanto è detto e scritto.

Le chiese cristiane fanno loro questo compito: costruire miseria, annientare il divenire dell'Essere Umano affinché una grande tribolazione cali sull'umanità. Migliori condizioni di vita? "Tu vuoi allontanare il tempo in cui comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo!"

L'orrore cristiano trova giustificazione nella promessa di un futuro asservito a dio. L'asservimento al cristianesimo come preambolo all'asservimento a dio.

Chi scrive il vangelo secondo Matteo non è un'astrazione. Vive per costruire ed esercitare il suo potere di possesso sugli uomini e deve far in modo che la promessa non si perda nel tempo. I cristiani sono emarginati e non tollerano questo stato per molto tempo. Devono veder arrivare il loro padrone dal cielo molto presto. Dappertutto scorgono i segni del disfacimento del Sistema Sociale in cui vivono. Ogni gruppo cristiano scorge il disastro e non vede i piccoli uomini che nella merda, da loro imposta, lavorano per costruire il futuro. Il cristiano è pronto a proteggere chi lo aiuta a distruggere il futuro e la libertà degli uomini.

Cosa dice il figlio del dio creatore per bocca degli estensori del vangelo secondo Matteo? "In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga". E chiude il discorso!

Paolo di Tarso andrà farneticando che loro, che vivono in quel momento, non moriranno, ma saranno assunti "anima e corpo" in cielo. Quelli di loro che muoiono è solo perché hanno peccato. Poi, quando la promessa si rivelerà a Paolo di Tarso un fallimento, allora invocherà di essere liberato dal corpo. L'angoscia lo assale, il fallimento esistenziale si rivela alla sua coscienza, ed egli invoca la morte per mettere fine al dolore che sta vivendo. Intanto, ha truffato altri uomini diffondendo sofferenza e angoscia.

La menzogna è lapalissiana. Ma non importa. I cristiani rinnovano la menzogna attraverso altri percorsi. Poi, quando i cristiani prendono il controllo del Sistema Sociale, giocano sulle interpretazioni. Ecco che quella generazione è diventata la generazione successiva. Poi ancora quella successiva fino ad oggi rinnovando, di generazione in generazione, il terrore.

Matteo ha un fine: compattare gli adoratori del pazzo di Nazareth in minoranza attorno ad un concetto di onnipotenza del figlio del dio creatore con cui identificarsi. Le affermazioni folli del Gesù hanno questo scopo. Scopo che viene ulteriormente completato e accentuato nell'"Abnegazione Cristiana".

Questo brano segue quello precedente: Il ritorno di cristo. Mentre nel ritorno di cristo c'è l'avvertimento, nell'abnegazione cristiana c'è l'imposizione. Nel primo brano ci sono avvertimenti generici, nel secondo ci sono disposizioni per aderire alla setta cristiana. Ora i cristiani dicono: "Noi siamo i seguaci del figlio del dio padrone del mondo, padroni del mondo a nostra volta; vuoi partecipare al nostro gruppo e al suo luminoso avvenire a fianco del figlio del dio padrone? Aderisci alla banda cristiana, fatti battezzare rinunciando a te stesso!". Nell'abnegazione cristiana ci sono due paragrafi che si completano a vicenda. Nel primo paragrafo troviamo le direttrici per chi intende aderire al cristianesimo, nella seconda parte vengono rinnovate le minacce.

Infatti, più che promesse per i meriti ci sono le minacce per i demeriti. E' più importante minacciare chi non aderisce al cristianesimo che promuovere chi ha aderito. L'adesione al cristianesimo è pensato dai cristiani come un "dovere dell'uomo", è già di per sé un compenso. Si partecipa alla comunione della speranza nell'arrivo degli angeli che divideranno i meritevoli dagli immeritevoli. Divideranno coloro che aderiscono alla sottomissione cristiana, da chi non aderisce preferendo cammini propri.

Quali sono le direttive per aderire al cristianesimo? Sottomissione, obbedienza e deferenza nei confronti del Gesù padrone e di chi lo rappresenta. Distruzione della propria vita e di sé stessi, dei propri figli, distruzione di ogni aspettativa di futuro.

Rinnegare la propria soggettività ed espandere la propria miseria. Questo è quanto il Gesù dei vangeli impone agli uomini. In questo modo si diffonde il cristianesimo: costruire miseria, disarmare gli uomini davanti alla vita, renderli disperati e angosciati per poter imporre in loro il desiderio della fine del mondo, come fine delle loro angosci e dei loro tormenti e desiderando un nuovo mondo in cui rinascere portato da Gesù che scende con grande potenza sulle nubi mentre le stelle cadono sulla terra. Questa è la tecnica militare con la quale si diffonde il cristianesimo.

La gerarchia religiosa cristiana si identifica con Gesù. La gerarchia religiosa cristiana è Gesù materializzato in terra e di Gesù, figlio del dio padrone, ne pretende il potere e il diritto di possedere, per suo conto, le persone. I cristiani e la chiesa cattolica fanno proprio l'insegnamento di Gesù. Essi sono Gesù e come tali pretendono deferenza e sottomissione. Chi vuole la protezione della chiesa deve rinnegare sé stesso e assumere la dottrina che la chiesa cattolica impone. Chi vuole entrare nelle sètta cristiane deve giurare obbedienza alle gerarchie e agire per espandere la propria miseria fra gli Esseri Umani.

La pena, come i roghi e le torture nei confronti di chi non si può difendere, viene giustificata nel "Che gioverebbe ad un uomo guadagnare tutto il mondo, se perdesse l'anima sua?". Il pazzo di Nazareth spinge a torturare gli uomini per garantirsi il dominio e il possesso della loro anima. Dal momento che l'anima non esiste il pazzo di Nazareth pretende di appropriarsi dei corpi degli uomini imponendo obbedienza alla sua morale di morte esattamente come Paolo di Tarso impone ai cristiani di ritenere la sua impotenza sessuale sia un dono del suo dio padrone e oggetto di imitazione.

Perché Gesù parla di salvezza solo se gli uomini si trasformano in oggetti di possesso? Perché la miseria ideologica di Gesù non è in grado di cogliere una società diversa da quella che si basa su schiavi e padroni e lui si identifica col padrone in quanto figlio del dio padrone. Le persone o sono oggetti di possesso del padrone o non sono; non si salveranno perché non considerano sé stesse schiavi o servi del dio padrone suo padre. della propria esistenza è tale da non veder altro che il possesso come alternativa. E' come per il concetto di resurrezione. Cosa riesce a cogliere Gesù di Nazareth oltre la morte del corpo fisico? Nulla! L'alternativa al nulla è il presente. La salvezza sta soltanto nella resurrezione della carne. Né nel Gesù descritto da Matteo né nei suoi seguaci esiste un concetto diverso dall'attimo e dallo stato in cui stanno vivendo. Vivono e desiderano l'immortalità della carne e dal momento che hanno fallito nella loro esistenza, desiderano ricominciare da capo.

L'idea di Gesù di aver diritto al possesso delle persone gli fa dire: "Poiché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor mio, la troverà". Salvare la propria vita equivale a vivere per sé stessi, per il proprio futuro e non servendo un padrone. Quando si serve un padrone, una morale esterna si perde la propria vita perché si è rinunciato a veicolare nel mondo i propri desideri. Perdere la propria vita equivale a far coincidere la morte del corpo fisico con la morte del corpo luminoso. Dunque, ridursi alla disperazione supplicando il costruttore della disperazione di regalare alla coscienza disperata un'altra possibilità. Gesù di Nazareth promette alla coscienza distrutta di darle un'altra possibilità purché la sua distruzione avvenga in funzione della sua gloria.

Questo è l'orrore della magia del cristianesimo!

Il cristianesimo è il lato nero della vita!

Il concetto di possesso è il concetto guida in Gesù. L'anima è posseduta. L'anima è oggetto di scambio. L'anima è merce! Minacciando la perdita dell'anima si minacciano gli Esseri Umani. Ed è l'anima (intesa come Energia Vitale) che egli vuole strappare agli Esseri Umani per darla in cibo al dio suo padre.

Qual è lo scopo di Gesù? Rubare l'anima agli Esseri Umani! Costringerli a perderla estendendo la miseria! Il vero obiettivo è costringere l'Essere Umano a rinnegare sé stesso e attraverso questo perdere la sua anima. L'obiettivo di Gesù è la distruzione del divenire umano!

La seconda parte è la minaccia.

Nel "Ritorno di Cristo" si diceva che "non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga" ora si dice: "vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il Figlio dell'uomo venire nel suo regno".

Matteo rinnova la minaccia. Una minaccia non fra mille anni dopo tribolazioni dunque, ma allora, in quel tempo. Era la minaccia attraverso la quale il cristianesimo si espandeva a mano a mano che la sua azione faceva crescere la miseria fra gli uomini.. Erano le minacce che servivano per diffondere il pensiero di morte di cui il cristianesimo era portatore: l'imminente fine del mondo. Una fine del mondo che non era spostata dopo tempi particolari, ma doveva essere imminente, in quell'epoca e in quella generazione.

La follia non consiste solo nella minaccia con la quale Gesù aggrediva i suoi contemporanei per farli aderire al suo credo, consiste piuttosto nella ferocia con la quale la chiesa cattolica ha esteso per quasi duemila anni quella minaccia supportandola col terrore di uomini armati.

Questa, in fondo, è la vera follia! La distruzione del divenire umano di milioni di persone si chiama orrore.

Le farneticazioni deliranti di Gesù davanti al Sinedrio durante il processo completano il ciclo dei deliri di Gesù. I deliri di Gesù sono rivolti ad un ipotetico comando sociale che non riconoscendolo come il suo padrone pretende di processare Gesù secondo le leggi di quella società. La questione esposta da Matteo e Marco del Gesù davanti al Sinedrio è fra il diritto di Gesù di non essere processato in quanto figlio del dio padrone (davanti al quale il sinedrio dovrebbe prostrarsi) o il diritto di una società di processare chiunque abbia violato le sue leggi.

Tre sono i reati di cui Gesù deve rispondere stando agli estensori dei vangeli ufficiali. Il primo di ordine civile e militare e cioè il tentativo di impossessarsi del tempio cacciandone chi lo frequentava, in base agli usi e alle tradizioni, per reclamarlo come una sua proprietà. Il secondo reato era quello di bestemmia in quanto affermando di essere il figlio del dio padrone di fatto pretendeva la sottomissione degli uomini alle sue farneticazioni deliranti compromettendo la società civile (e di ordine socio-religioso in quanto si riteneva figlio del dio creatore e, in quanto tale, padrone di ogni cosa e di ogni tradizione). Il terzo reato era quello per il quale è stato arrestato in flagranza (vangelo di Marco) pederastia.

Le azioni erano tali da distruggere l'equilibrio sociale della Palestina. La morte per crocifissione starebbe ad indicare che fu condannato essenzialmente per il tentativo di colpo di stato messo in atto attraverso l'occupazione del tempio, ma le indicazioni date dai vangeli vanno oltre questo indicando un pazzo che durante il processo pretendeva che i giudici si mettessero in ginocchio adorandolo e riconoscendolo come loro padrone.

Si è già detto in altra parte come il processo subito da Gesù come descritto dai vangeli ufficiali fosse un processo giusto. Gesù non è stato percosso e torturato prima del processo, ma quanto ha subito era parte della condanna. A differenza dei processi che i cristiani faranno a quelli che considerano eretici, Gesù fu giudicato per i crimini commessi e non per quelli inventati e confessati sotto tortura come faranno i suoi seguaci quando riusciranno ad impossessarsi del Comando Sociale. Sarà Giovanni, nel suo vangelo, ad indicare come vanno condotti i processi per far trionfare il cristianesimo: mai in pubblico e solo come "affare interno" preceduti da percosse e torture dell'imputato a prescindere dalla prove.

Davanti al Sinedrio Gesù farnetica sull'essere il figlio del loro dio padrone e afferma che loro lo avrebbero visto venire con grande potenza.

Il delirio di Gesù davanti ai giudici sarà l'unica indicazione del vangelo di Matteo riportata praticamente pari pari sia da Marco che da Luca.

Perché le altre due affermazioni vengono trasformate in Marco? Perché sono temporali! Determinano l'azione di Gesù in quel tempo e in quel momento e non spostano l'azione di Gesù fuori da quel tempo e da quel momento.

In Marco esistono molti passi che si assumono il compito di spostare la venuta di Gesù con grande potenza sulle nubi.

Innanzi tutto Marco risponde a Matteo. Quando Matteo dice:

"In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga." Risponde Marco: "Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione.".

Se le sciocchezze di Matteo sono funzionali alla setta separata dal Sistema Sociale in cui vive ma comunque sempre all'interno della Palestina, cioè con un preciso referente culturale, Marco deve cambiare tattica. Marco deve presentare il suo vangelo ai gentili i quali prima di accettarlo vanno a verificarlo. Quanto scrive Matteo è facilmente confutabile: "ha detto che sarebbero successe queste cose, queste cose non si sono verificate, ergo è un bugiardo e un millantatore". Marco non si rivolge più ai cristiani palestinesi, si rivolge al mondo esterno. Per questo motivo nel vangelo di Marco manca la discendenza di sangue. Marco deve cancellare il riferimento alla generazione.

Il vangelo di Marco tende a sospendere indeterminatamente la minaccia della fine del mondo. Mentre il vangelo di Matteo parla dell'imminenza della fine del mondo e della venuta del regno del dio padrone, Marco ne parla, ma sembra voler spostare la minaccia nel tempo. Essendo a Roma deve fare quell'operazione che a Matteo non interessava in quanto il suo referente è il cristianesimo ebraico nel contesto sociale ebraico che crede nella razza e nella discendenza di sangue.

Marco prende l'intero brano in cui appare il paragone sul fico e sul sole che si oscura e lo cancella aggiungendo una seconda parte che non troviamo né in Matteo né in Luca. Non tanto per l'imperativo di "pregare" in ogni tempo, ma per la precisione con la quale allontana la minaccia. La minaccia è quella di un folle, sembra dire Marco, ma noi la spostiamo, affinché nessuno sappia il momento in cui quella minaccia assumerà consistenza reale. Ed ecco l'esempio dell'uomo che lascia la casa, mentre le bestie, i suoi servi, devono mantenergli la casa nell'attesa del suo ritorno. I servi non sono uomini, ma bestiame a disposizione dell'uomo che è andato e che in qualunque momento può tornare. Dal momento che l'onnipotente Gesù, le cui prodezze i vangeli descrivono, non sa quando avverrà il suo ritorno, nemmeno Pietro lo può sapere consentendogli, in questo modo, di mantenere sospesa la minaccia. Verifichino pure i pagani, troveranno che non in questa generazione apparirà il Gesù descritto nei vangeli, ma quando vuole lui; dunque i cristiani si assumono il compito di mantenere attiva la vigilanza attraverso le persecuzioni e le torture di chi ha fedi diverse.

Una delle operazioni fatta da Marco è quella di bloccare chiunque che, facendo le stesse cose di Gesù, voglia farsi passare per figlio del dio creatore e contemporaneamente deve allontanare la minaccia della fine del mondo. Dice Marco:

"Badate che nessuno v'inganni: molti verranno in nome mio a dire: "Sono io", e inganneranno molti. Ma quando voi sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre, non vi turbate. E' necessario che ciò avvenga, tuttavia non è ancora la fine; poiché si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, ci saranno terremoti in vari luoghi e verranno delle carestie. Questo è il principio dei dolori."

La minaccia della fine dei tempi nel vangelo di Marco è spostata. Ed è spostata esclusivamente per motivi di propaganda politica: molte cose alla verifica dei pagani non avrebbero retto (Celso lo dimostra). A differenza di Marco, Paolo di Tarso crede e spaccia l'imminenza della fine del modo.

La cosa più interessante del passo è quella secondo cui "molti verranno in nome mio e inganneranno". Questo lascia supporre che a Roma Pietro aveva paura della concorrenza dei suoi stessi "confratelli" e temeva che questi gli sottraessero i seguaci. La minaccia non è volta a chi professa fedi diverse, ma a chi parla in nome dello stesso Gesù di cui Marco è seguace. In realtà Pietro a Roma temeva la concorrenza di Paolo che cercava di portargli via i seguaci.

Ciò che interessa è che Marco ignora la minaccia insita nel vangelo di Matteo proprio perché falsa e inconsistente. Tant'è che nel suo: "Cosa importa seguire Gesù" Marco depenna il passo: "In verità vi dico: vi sono alcuni fra i qui presenti che non gusteranno la morte prima di aver veduto il figlio dell'uomo venire nel suo regno". Questa frase in Marco viene sostituita con: "Se uno si vergognerà di me e delle mie parole tra questa generazione infedele e perversa, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli Angeli santi".

In questo modo, una minaccia imminente buona per il controllo interno della setta cristiana, diventa una minaccia spostata nel tempo buona per il controllo degli Esseri Umani oltre il limite temporale.

Lo stesso vale per il discorso sulla tribolazione di Matteo. Marco non solo si oppone alla sua visione, ma lo sbugiarda quando dice:

"Quei giorni saranno di una tribolazione tale, quale non è mai stata dal principio di tutte le creature che Dio ha creato, fino ad ora, né più ci sarà: e se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe; ma egli ha abbreviato quei giorni in grazia degli eletti che ha scelto. Allora se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là, non gli credete! Sorgeranno, infatti, falsi Messia e falsi profeti, i quali faranno segni e prodigi per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti. Voi dunque state attenti: ecco, vi ho tutto predetto".

Questa è il fine delle tribolazioni. Così sappiamo che chiunque può usare le tribolazioni dell'umanità per annunciare che sta per arrivare la fine del mondo esattamente come sappiamo che chiunque può dir loro che non è vero, che sono dei falsi profeti. Ogni cosa e il contrario di ogni cosa diventa legittimo quando il fine è quello di mettere in ginocchio gli Esseri Umani. Così ci sono cristiani che predicano la fine del mondo con l'imminenza del regno dei cieli e cristiani che vanno in giro dicendo che quelli sono falsi profeti. E viceversa.

Il gioco della pazzia per assoggettare gli Esseri Umani!

Sia Matteo che Marco si stanno scontrando con un Comando Sociale di cui vogliono impossessarsi. Per questi intenti l'affermazione di Gesù davanti al Sinedrio va bene per entrambi. La pazzia di Gesù accentuata in Matteo viene limitata in Marco per sottrarla alla verifica di occhi attenti.

Il progetto di Luca è diverso. Paolo deve scontrarsi con varie comunità cristiane che non accolgono il suo messaggio perché troppo diverso dalla descrizione del Gesù di Nazareth. Inoltre, il progetto di Paolo è sì quello di diffondere il vangelo fra genti diverse ma non quello di costruire una setta cristiana sulla quale imperare. Il suo progetto è quello di imporre la sua visione del cristianesimo ad ogni altro cristiano. Il progetto di Paolo è quello di impossessarsi della direzione ideologica del cristianesimo nascente per imporre il proprio modo di leggere e interpretare i discorsi di Gesù. Con questi intenti affronta le idee religiose esistenti.

Il discorso di Marco sul guardarsi dai falsi profeti è riferito proprio a Paolo e alla sua banda. Infatti, dice di guardarsi dai profeti che arrivano parlando in nome di Gesù indicando come la guerra in corso fosse quella per assumere il diritto di interpretare e rappresentare Gesù. La dicitura, "Molti verranno in nome mio", era usata da Marco e Pietro per bloccare i tentativi di Paolo e Luca. A Roma, sembra, Paolo e Pietro si scanneranno contendendosi i seguaci. Infatti, mentre Marco tuona contro i falsi profeti in nome di Gesù Luca replica:

"Or, Giovanni, prendendo la parola, disse: "Maestro, noi abbiamo veduto uno che caccia i demoni in nome tuo e glielo abbiamo proibito, perché non ti segue insieme con noi". Gesù gli rispose: "Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi è per voi"".

In questo Paolo è più lungimirante, ci vuol poco, di Pietro indicando nell'Essere Luminoso che cresce, il Genio, dentro gli Esseri Umani il nemico da distruggere. "Il principale va distinto dal secondario" dice Paolo "prima combattiamo il divino che cresce dentro gli Esseri Umani e li mettiamo in ginocchio, poi ci scontriamo per la supremazia". Pietro, invece, ritenendosi demandato direttamente da Gesù come suo rappresentante, non accetta questo pretendendo che Paolo, prima di tutto, si sottometta al suo volere riconoscendolo capo incontrastato.

Il vangelo di Luca, proprio per il referente che si dà, prende sia da Marco che da Matteo in base alle proprie esigenze politiche. Dice Luca:

"Che giova, infatti, all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde o danneggia se steso? Chiunque si vergognerà di me e delle mie parole, il Figlio dell'uomo si vergognerà di lui, quando tornerà nella gloria sua e in quella del Padre e degli Angeli santi. Io vi dico in verità: ci sono alcuni, tra i qui presenti i quali non gusteranno la morte prima di aver visto il regno di Dio".

Il vangelo di Luca appare un tentativo di superamento di affermazioni che appaiono troppo rozze. Avete presente la parabola del fico? In Luca l'albero non viene tagliato, ma prima di tagliarlo si cerca di convincerlo a fare i fichi e, dal momento che non vuole convincersi, allora lo si taglia.

Sembra voler mitigare la pazzia di Gesù allontanando Gesù dall'attenzione. In Luca non è più: "il Figlio dell'uomo venire nel suo regno" ma è: "il regno di dio". Luca dimostra di non accettare, almeno in questo contesto, l'idea del ritorno di Gesù, ma preferisce parlare dell'avvento del regno di dio. Luca media fra la propaganda interna alle sette cristiane e quella da fare presso i Gentili. Sembra quasi dire, in questo passo: "non crediamo troppo ciecamente che Gesù ritorni; confidiamo piuttosto in dio". Luca mantiene la minaccia di Matteo sull'avvento, in quella generazione, del regno di dio. Questo gli consente di agire all'interno di ogni gruppo cristiano rinnovando la promessa. Contemporaneamente, sposa la minaccia di Marco. Se voi vi vergognate di me io mi vergogno di voi.

Luca tende a colpevolizzare chiunque non crede o crede mettendo in dubbio o è spinto a non credere. Il vergognarsi è una minaccia che colpisce il sentire; i sentimenti delle persone. E' una minaccia atta a colpevolizzare e Luca non perde l'occasione per appropriarsi di questo strumento. Luca costruisce una specie di sintesi fra il vangelo di Marco e quello di Matteo in una situazione nuova: la "perdere l'anima sua" diventa "perde o danneggia sé stesso". Questo passo è importante in quanto Luca intende estendere il terrore dalla perdita dell'anima alla perdita dell'intera vita fisica o del suo danneggiamento.

La pazzia di Gesù viene trattata da Luca in maniera diversa in quanto diversi appaiono i fini, gli scopi e i referenti del suo vangelo. Diversi sono gli strumenti narrativi. Anche in Luca la pazzia di Gesù è uno strumento di terrore attraverso il quale minacciare gli Esseri Umani che non intendono aderire al credo che propone.

Luca diventa rimarchevole nei "Segni di ritorno di Cristo giudice". Ciò che in Matteo è relegato in un solo capitolo Luca lo elabora dal punto di vista della tradizione greca. Egli sottolinea l'angoscia e la paura che in Matteo non erano accennate. In Matteo non vi è traccia di paura e di angoscia, infatti Matteo predica nella setta cristiana dove il credere è implicito in ogni appartenente alla setta. Per Luca non è così. Gli aderenti alla setta cristiana vanno legati. Non devono pensare nemmeno lontanamente di potersene andare senza tirarsi dietro sentimenti di colpa, timore e angoscia. L'angoscia non deve essere implicita, deve essere esplicita e sulla paura e l'angoscia deve essere posto l'accento. Luca sa perfettamente come la paura e l'angoscia devono essere coltivate; la miseria genera sottomissione e la sottomissione è garanzia di adesione al credo. A Luca non interessano soltanto le stelle che cadono, il Sole che si oscura o la Luna che non darà luce. A Luca interessa coinvolgere gli Esseri Umani nella paura e nell'angoscia. E' nell'angoscia che può apparire il Gesù. Per sviluppare questa strategia Luca e i suoi seguaci semineranno miseria, paura e angoscia tanto poi arriverà il regno di dio e porterà la redenzione. Porterà la redenzione a chi si è sottomesso, a chi ha generato paure e angosce. La paura esplicitata è il nocciolo della differenza che passa fra Luca e Matteo. Quello stridor di denti che tanto piace a Gesù.

Nel "Come attendere la venuta di Cristo" Luca elabora la seconda parte del brano di Matteo operando delle sostanziali modifiche. Intanto lo tratta come una parabola mentre Matteo lo scrive come un discorso diretto. Anche se Luca riporta "In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto." aggiunge lo spostamento temporale. Una contraddizione in termini. Da un lato afferma che non passerà questa generazione e dall'altro "pregate in ogni tempo, per poter fuggire a tutto ciò che deve accadere".

Esattamente come Marco, ma non così marcatamente.

Luca come Marco presenta la pazzia di Gesù sollecitando i suoi seguaci a prepararsi per la fine dei tempi. Marco minaccia con la paura del padrone incutendo terrore per coloro che non si sono sottomessi e non sono diventati ossequienti al suo padrone. In Luca la vigilanza deve essere un'attività di sottomissione attraverso scelte consapevoli.

Non solo paura del padrone; ma prepararsi per essere mangiato dal padrone.

Cosa consiglia Luca? Pregare, non mangiare, non bere e non affrontare la vita! Sottrarsi all'impegno di vivere. Diventare bestiame da allevamento. Crapulare è mangiare oltre misura! L'accusa è a chi soddisfa i propri bisogni; chi soddisfa i propri bisogni è in grado di camminare lungo un cammino d'eternità. Non si può mettere in ginocchio chi si ubriaca. L'alcol annebbia il cervello, libera il pensiero dell'uomo dalle costrizioni, costringe l'uomo ad allontanarsi dall'affrontare le contraddizioni esistenziali, impedisce all'uomo di mettersi volontariamente in ginocchio (in vino veritas), l'uomo diventa più ardimentoso anche se più incosciente, e un padrone spesso non sa che farsene di un ubriacone.

Pregare è l'attività con cui l'individuo rinnova la sua sottomissione al suo dio padrone. Infine, come si può sottomettere chi affronta le contraddizioni della vita? Il suo cervello è in continuo movimento, agisce, ragiona, programma: esercita l'intento. Chi esercita l'intento sviluppa il dio che ha dentro; chi manifesta il dio che ha dentro non è bestiame da allevamento. Chi non è bestiame da allevamento sa riconoscere la furbizia cattiva e criminale di Luca: minacciare la sua generazione e preparare la minaccia per ogni generazione successiva!

Infine Luca presenta il pazzo che dovrebbe giungere sulle nubi agli altri greci. Come Socrate, come Aristotele, come Zenone ecco che anche Gesù insegna nel Tempio a Gerusalemme, come Aristotele nel Peripatio del Liceo o l'Accademia di Carneade. Eppure Gesù non sapeva né leggere né scrivere, Matteo e Marco non accennano a nulla in proposito. Ma come potevano i greci aver fiducia di chi non sapeva né scrivere né leggere? Egli insegnava al Tempio, dice Luca, e tutto il popolo andava da lui per ascoltarlo. Se la storia di Matteo e Marco, per quanto folle e per quante stupidaggini ha una sua costruzione logica, quella di Luca è tale da far coincidere gli opposti. D'altronde gli opposti sono gli obiettivi di conquista di Paolo: sottomettere i "gentili" da un lato e sottomettere alla propria parola tutte le sette cristiane che si stavano formando.

La pazzia di Gesù viene manifestata anche durante il processo. Anche a Paolo di Tarso interessa combattere il potere costituito. Un Gesù che afferma di essere figlio di dio davanti ai Gran Sacerdoti è un aspetto che Luca non può trascurare.

Gesù viene descritto come un pazzo che va in giro per la Palestina affermando di essere il figlio del dio padrone degli ebrei e pretendendo che ogni Essere Umano si metta in ginocchio al suo passaggio. Pretende sottomissione e per ottenere sottomissione minaccia costantemente il divenire degli Esseri Umani. Egli si spaccia padrone della vita e pretende che chiunque accetti le sue pretese di padrone della vita.

Millanta e minaccia. Minaccia e millanta. Afferma di essere il figlio del dio padrone degli ebrei e con questa convinzione attraversa la Palestina. Il suo millantare, la sua pazzia deve essere mediata e finalizzata dal progetto politico. Il progetto politico è il controllo degli Esseri Umani. Come arrivare ad esercitarlo al meglio? Come articolarlo a seconda dei vari modelli di vita che si incontrano? Diffondere la pulsione di morte attraverso l'accettazione della pazzia di Gesù come se fosse la verità davanti alla quale costringere gli uomini. In Gesù il delirio diventa ragione e la verità è il suo delirio. Un delirio che viene continuamente dichiarato attraverso una ripetizione ossessiva del suo essere padrone di uomini. Lui è la verità, la sua follia è la verità alla quale costringere gli Esseri Umani.

La follia deve essere venduta all'interno della setta cristiana. I seguaci di Gesù devono credere alla sua onnipotenza perché quella è la loro stessa onnipotenza con la quale si presentano al mondo. Ma quell'onnipotenza deve essere mediata quando uscendo dalla setta cristiana si scontra col mondo circostante e con coloro, che non accettando la fede acritica, preferiscono verificare e controllare.

Ci penserà Giovanni, col suo quarto vangelo ufficiale della chiesa cattolica a condannare chiunque voglia verificare. Condanna chiunque voglia discutere le pretese farneticanti di Gesù. Sarà Giovanni, attraverso il racconto di Tommaso che condannerà tutti gli Esseri Umani che tenteranno la verifica.

Per quanto riguarda la pazzia di Gesù in Giovanni il discorso è ancora diverso. Giovanni non racconta più partendo da un corpo dottrinale comune, ma costruisce un proprio corpo dottrinale. Giovanni riscrive l'intera narrazione di Gesù trasformando Gesù nel verbo, la parola, come origine del mondo. Conosce gli altri vangeli, ma ne scrive uno che ritiene più funzionale per il controllo dei cristiani. Giovanni deve affrontare un nuovo problema. Gesù ha mentito. Siamo nel 200 d.c. circa e i cristiani muoiono e non è arrivato Gesù con grande potenza dalle nuvole. Nel frattempo, riconoscendo i segni della fine del mondo, le loro gemme di fico, i cristiani hanno macellato gli abitanti di Cirene e di Salamina, creato conflitto in tutto l'impero romano convinti dell'arrivo del messia nell'imminente fine dei tempi. Giovanni si propone di riscrivere l'ideologia cristiana in una prospettiva gnostico-messianica, anziché politica. Giovanni deve ricompattare i cristiani che avendo scoperto la vuotezza delle descrizioni di Gesù nei vangeli ufficiali precedenti stanno andandosene per strade che li portano ad aderire a forme gnostiche. Alcuni gruppi di cristiani gnostici (come i Valentiniani) hanno un grande sviluppo.

Giovanni può lavorare sul non ricordo, sulla dimenticanza totale del corpo dottrinale precedente e su un accumulo di leggende di su un Gesù buono che nasconde un Gesù pazzo. Un bugiardo che ha raccontato di attraversare la Palestina, pur non essendo mai esistito, e che ha preso casa nelle nebbie dei desideri di chi costretto al fallimento esistenziale desidera un padrone potente che gli risolva i problemi affrontando per lui le contraddizioni

L'intero processo di Gesù in Giovanni viene completamente stravolto per rendere maggiormente sofferente la figura di Gesù cancellandone le affermazioni folli. La stessa follia traspare come mediazione con dio. La follia in Gesù sembra assumere l'aspetto di accettazione del proprio ruolo di figlio del dio creatore. Si passa dal Gesù attivo di Marco e Matteo al Gesù passivo che attende il proprio destino. Si passa da un Gesù che farnetica affermando di essere la verità, ad un Gesù che alla specifica domanda di Pilato, non risponde.

Le affermazioni folli di Gesù in Giovanni sono quasi estorte, un premio a chi gli sta davanti:

"In verità, in verità vi dico: voi vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo".

Affermazione delirante ma che Giovanni mantiene al di fuori dello spazio e del tempo. Affermazione delirante che non ammette nessuna verifica. Una minaccia sospesa sopra la testa di chiunque.

Giovanni non può esimersi dalla minaccia personale. Ed ecco affermare:

" In verità in verità vi dico: viene l'ora, ed è questa, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e chi l'ascolta vivrà. Perché, come il Padre ha in se la vita, così pure ha dato al figlio d'aver la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo.".

Giovanni in questo brano estende la pazzia da Gesù a dio per finalizzare il proprio progetto di egemonia del cristianesimo sullo gnosticismo. E il cristianesimo sarà vincente.

I cristiani non avranno pudore nell'esaltare la pazzia del loro profeta, le assurde promesse che convinceranno gli Esseri Umani a sottomettersi pena la tortura e la morte. Gli gnostici soccomberanno perché mancheranno di forza per superare il loro condizionamento educazionale. Quando le loro visioni giungeranno all'origine del tempo non troveranno nessun dio creatore. Non riescono a scorgere il dio padrone nell'universo. Quella visione, anziché renderli audaci e coraggiosi nella vita di tutti i giorni, li sconvolgerà. "Come, non esiste nessun dio creatore?" ed ecco inventare il dio sconosciuto! Il loro condizionamento educazionale li metterà in ginocchio. I cristiani, al contrario, non avranno pudori. Per loro la pazzia di Gesù è un atto di verità davanti alla quale sottomettere gli Esseri Umani. E li sottometteranno con le vessazioni, le persecuzioni, le torture, i roghi e la morte. Gli gnostici e gli eretici, davanti a tanta violenza vengono travolti.

La pazzia di Gesù è trionfante. In fondo è la stessa pazzia che attraversa il Potere di Avere. La pazzia di chi, possedendo Esseri Umani, si ritiene onnipotente!

In questo tipo di pazzia si identificheranno tutti i cristiani. Questo tipo di pazzia sarà socialmente tollerata nella misura in cui verrà esercitata dal più forte sul più debole. Verrà tollerata nella misura in cui sarà funzionale a coltivare e sedimentare la gerarchia sociale.

La follia di Gesù sarà la più potente arma che i vangeli metteranno nelle mani di Costantino e di ogni altro Comando Sociale che da dio e dalla chiesa cattolica trarrà il proprio potere "spirituale" e legittimerà il possesso materiale degli Esseri Umani.

Un'arma feroce e potente con la quale distruggere il divenire degli Esseri Umani in ogni Sistema Sociale dominato dalle religioni monoteiste.

Concludendo possiamo dire che al di là dei singoli progetti politici presenti nei vangeli ufficiali, Gesù è solo un pazzo che gira per la Palestina affermando di essere figlio del dio padrone degli ebrei e pretendendo che chiunque si metta in ginocchio. Gesù è un povero pazzo che come altre migliaia di persone ha girato la Palestina dicendo di essere il messaggero di dio. La sua "dottrina" è stata scritta per operazioni di dominio politico sugli Esseri Umani e le vicende storiche hanno sfruttato l'ideologia del dominio in essa proposta al fine di distruggere il divenire umano consolidando regimi che facevano dello schiavismo la loro ragione d'esistenza.

Concludendo: Gesù, come descritto, è solo un pazzo che per le sue affermazioni oggi verrebbe rinchiuso in manicomio.

I ferri roventi hanno imposto un pazzo per mettere in ginocchio gli Esseri Umani!

Da questo traiamone le conseguenze: ogni volta che un Essere Umano si mette in ginocchio davanti al pazzo di Nazareth rinnova l'orrore dei ferri roventi! Rinnova l'orrore dello schiavismo! Rinnova l'orrore dei campi di sterminio nazisti! Rinnova l'orrore del colonialismo! Rinnova l'orrore dell'Essere Umano bestiame ad uso e consumo di un dio assassino!

FINITO DI SCRIVERE 03 MAGGIO 1997

Dal pazzo di Nazareth all'esperienza dell'URSS

E' necessario fare un'altra precisazione sul perché questo rappresenta orrore. Gli evangelisti ufficiali che descrivono il pazzo di Nazareth sono degli apocalittici. Sono dei personaggi disperati che vedono avvicinarsi la loro fine e desiderando l'immortalità identificano la loro fine con la fine del mondo. Non sono in grado di vedere nessuna costruzione del futuro. Non percepiscono nessun futuro che venga loro incontro. Vedono solo la distruzione quale proiezione del loro modo di essere nel mondo in cui vivono.

Questo ha agito su tutti i Sistemi Sociali, compreso quello che noi definiamo abitualmente Comunista quale esperimento sociale dell'URSS e dei paesi dell'est europeo.

In che modo la visione apocalittica del pazzo di Nazareth ha inciso su quell'esperimento? Perché quei regimi altro non erano che imitazione dei racconti dei primi cristiani che rinunciavano alle ricchezze nell'attesa dell'apocalisse. Solo che l'URSS e i paesi dell'est europeo non pensavano all'apocalisse finché questa non arrivò. Ad imitazione del comportamento, che è stato idealizzato, di chi dà i soldi ai vertici cristiani che poi li distribuiscono ai poveri.

I primi cristiani lo facevano perché NON C'ERA PIU' FUTURO! In pratica, erano convinti che la fine del mondo stesse arrivando. Pertanto, chi poteva, non agiva per costruire il futuro, ma si privava delle ricchezze perché tanto non c'era più futuro per nessuno e in quel modo pensavano di accaparrarsi un posto privilegiato nel nuovo regno di dio.

Questo era il senso della rinuncia alla ricchezza manifestata dal Pazzo di Nazareth: la costruzione della miseria fra gli Esseri Umani. Gesù non rinunciava alle possibili ricchezze, ma pretendeva che i suoi seguaci vi rinunciassero per la sua gloria. Gesù non era contro la sua possibile ricchezza, ma era contro la ricchezza sociale. Non essendoci più futuro, perché arare il campo? Perché seminare? Perché ammassare nei granai? Perché costruire strade? Queste sono cose che fanno i Pagani, noi sappiamo che il pazzo arriva con grande potenza dalle nuvole! Dividiamoci quello che c'è e moriamo!

Questo è il senso apocalittico del messaggio degli evangelisti criminali quali Marco, Matteo, Luca e Giovanni! Quel messaggio, rinnovato di generazione in generazione ha portato i missionari cristiani a distruggere le culture sociali di mezzo mondo; hanno costruito miseria, massacri e stupri perché tanto il loro dio pazzo stava arrivando con grande potenza sulle nubi (vedi le religioni del Cargo).

Ogni volta che si verificava una qualche catastrofe erano sempre i Pagani (chi percepiva il senso del Sistema Sociale, il senso del costruire, il senso di Libertà) a rimboccarsi le maniche mentre i cristiani distruggevano le capacità di organizzarsi degli Esseri Umani nel presente per predisporli alle nuove catastrofi. "E' la punizione di "dio" per i peccati!", farneticavano!

Combattere l'ideologia del pazzo di Nazareth è l'unico modo per difendere il nostro dettato Costituzionale. Difendere le costituzioni di ogni paese Europeo e sviluppare la libertà degli Esseri Umani.

Riflessione aggiunta nell'Ottobre 2001

NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968

Indice del primo Male.

 

L'odio di Gesù, continua in questa pagina.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015

Gesù e il cristianesimo

Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.