Fiom, Brigate Rosse e fabbrica del nord-est.
Considerazioni sociologiche su fatti di cronaca
in relazione ad esperienze personali

Come si è ucciso l'operaismo e la solidarietà sociale

di Claudio Simeoni

Idee e riflessioni sulla società

 

In questi giorni, scrivo il 17 febbraio 2007, ci sono stati alcuni arresti di persone accusate di banda armata e di ricostituzione delle Brigate Rosse quasi tutti presenti nel Nord-est del paese. Molti padovani, alcuni nella zona di Trieste, alcuni nel milanese e forse qualcuno nel torinese. L'inchiesta effettuata dal Giudice Ilda Boccassini di Milano ha portato all'arresto, per quanto mi risulta, di quindici persone e altre quattro sono indagate a piede libero. Le notizie di fonte giornalistica dicono che sono state trovate varie armi custodite dagli indagati.

Molti di questi arresti sono avvenuti fra iscritti al sindacato CGIL e in particolare al sindacato dei metalmeccanici Fiom.

C'è in questo momento una campagna di stampa che tende a criminalizzare il sindacato CGIL e nello stesso tempo ci sono dei palleggiamenti di responsabilità morali fra vertici della CGIL e i vertici della FIOM.

Il mio scopo non è quello di interferire né nelle indagini di polizia, né nelle diatribe all'interno di un sindacato. Quello che mi interessa osservare sono le attività messe in atto dalla Fiom all'interno delle fabbriche metalmeccaniche e sottolineare come sia possibile che iscritti a questo sindacato siano spinti verso una deriva di violenza "rivoluzionaria" in un momento storico in cui la situazione di massa non spinge in quella direzione.

Conosco molto bene le questioni politico-sociali della sinistra rivoluzionaria degli anni '70, primi anni '80, per esperienza diretta e conosco molto bene le attività della Fiom per averne subito le violenze degli iscritti dal giugno 2002 al luglio 2006. Violenze perpetrate da iscritti alla Fiom contro un operaio turnista interinale al fine di assicurarsene il controllo (per scioperi, tessere e quant'altro). Violenze che la Fiom ha potuto perpetrare col totale appoggio della direzione della fabbrica che a conoscenza degli atti della Fiom li ha sia coperti che, molto probabilmente, usati per i propri scopi. Una fabbrica metalmeccanica i cui operai sono quasi abitanti delle immediate vicinanze, molto legati alla chiesa cattolica e cresciuti all'interno di una mentalità sociale nella quale qualcuno ritiene del tutto normale ammazzare di botte una ragazza e seppellirla viva per risolvere i propri problemi. Al di là del singolo gesto aberrante è il concetto che nasce dall'educazione cattolica che diventa regola sociale in cui veicolare i propri comportamenti: "I problemi si risolvono con la violenza!" "L'obbedienza si ottiene col bastone!" Sono concetti propri degli insegnamenti di Gesù in cui il padrone bastona il servo che non obbedisce o non si sottomette.

Cosa significa "subire violenze" in fabbrica? Significa subire tutta una serie di vessazioni, scherzi, provocazioni, che non solo aumentano il carico di lavoro, ma includono il sabotaggio dell'attrezzatura di lavoro che, in alcuni casi, può portare al danno fisico quando si piazzano dei cavalletti sorreggi bidoni dell'altezza di una quindicina di centimetri su un passaggio obbligato di un muletto che trasposta una tonnellata di materiale. Cavalletti metallici dello stesso colore del pavimento alle tre di notte. Un cavalletto collocato subito dopo una curva. In un luogo dove non ti aspetti in quanto ci sei passato di là solo quindici secondi prima.

Il problema della Fiom consiste nel fatto che non è un sindacato che serve i lavoratori, ma è un sindacato che con la violenza chiede l'adesione dei lavoratori e pretende che questi agiscano anche per interessi diversi dagli interessi dei lavoratori stessi. Un sindacato che ha aiutato, da un lato tutte le ristrutturazioni all'interno delle fabbriche metalmeccaniche aiutando le direzioni delle fabbriche ad aumentare il carico di lavoro sui lavoratori e dall'altro lato ha agito per impedire che i lavoratori, che subiscono infortuni sui posti di lavoro, siano risarciti come delle vittime del terrorismo. Il sindacato Fiom trova del tutto normale che un lavoratore perda un braccio, una gamba, gli si rovini la schiena o gli resti una mano dentro ad un ingranaggio. Il sindacato Fiom agisce sul lavoratore colpevolizzandolo e assolvendo le gerarchie dalla fabbrica dagli ordini criminali e dalle disposizioni pericolose che hanno dato. Spesso, come è capitato a me, gli iscritti al sindacato Fiom si collocano in posti di lavoro in cui la fatica è minore (capetti, capisquadra ecc.) e il pericolo lo possono caricare sui lavoratori interinali (come è capitato a me). Gli iscritti al sindacato Fiom spingono i lavoratori più deboli verso il lavoro più pericoloso. Quando un lavoratore chiede le protezioni, lo diffamano e lo sputtanano. Quando qualcuno si fa male lo accusano di essere l'idiota che non ha usato le protezioni o ha fatto un lavoro che non doveva fare. Quante volte, di notte, ho dovuto aprire gli armadi elettrici per ripristinare i fusibili delle macchine imballatrici per ripristinarne il funzionamento solo perché il capoturno, iscritto alla Fiom, dormiva! E non parlo delle minacce di spaccare la faccia che le bocche degli iscritti alla Fiom facevano per assicurarsi di dormire dietro le cataste dei bancali della polvere di ferro imballata, tanto qualcun altro faceva il loro lavoro.

Quando il sindacato della Fiom usa la violenza contro i lavoratori interinali e la direzione della fabbrica aiuta questa violenza, perché gli fa comodo, non rinnovando il contratto dopo quattro anni di prestazioni interinali, appare chiaro com'è il meccanismo attraverso il quale può, in una situazione fuori della storia, balenare in mente a qualche sindacalista della Fiom che come si può far violenza agli interinali si può far violenza anche nella società civile.

Epifani dovrebbe sciacquarsi la bocca con l'acido solforico, anziché sparare odio contro la società civile. Quando dice: "Elimineremo le mele marce, sappiamo come farlo e perché!" (La Repubblica, 17 febbraio 2007) significa che vuole continuare a garantirsi il diritto di poter far del male ai lavoratori più deboli col consenso delle Istituzioni a cui garantisce il suo appoggio per danneggiare la società civile. Davvero Epifani pensa di poter usare violenza contro i lavoratori interinali, i non garantiti, la parte marginale della società senza pensare che la violenza che esercita contro i lavoratori non garantiti non prenda poi anche altre vie, ad opera di iscritti alla Fiom, imitata da lavoratori che magari immaginano una giustizia diversa che non l'odio per la società civile che manifesta la Fiom e Epifani?

Epifani afferma: "Elimineremo le mele marce!". Non dice: "Spingeremo nella società civile affinché non ci siano più persone che diventano "mele marce". Le affermazioni di Epifani sono affermazioni di odio sociale.

Io non so quanto vasto è il fenomeno indagato dalla magistratura milanese, ma quello che è accaduto a me ad opera degli iscritti alla CGIL e alla CISL presso la fonderia di Maerne, penso che capiti in ogni fabbrica metalmeccanica: c'è sempre qualcuno da mobbizzare, da danneggiare, da ridurre all'obbedienza!

Cosa volete che sia per la direzione della fabbrica eliminare un lavoratore interinale che crea qualche problema al controllo militare esercitato dalla Fiom? Nel frattempo, la stessa fabbrica, ha provveduto ad altre assunzioni, probabilmente più accondiscendenti nei confronti della Fiom!

Se quella notte, con quel muletto, mi fossi decapottato, se fossi rimasto attaccato al quadro elettrico, se fossi caduto nel tentativo di riparare un nastro elevatore, si sarebbe parlato di INCIDENTE e invece, erano ATTENTATI TERRORISTICI messi in atto dagli iscritti Fiom in collaborazione con la direzione dell'azienda!

Ma quale magistrato avrebbe inquisito la Fiom o la direzione dell'azienda per atti di terrorismo?

Quando ho avvertito Giuliano, il responsabile del personale, di quanto stava avvenendo si infastidì affermando: "Dovete vedervela fra di voi!" Secondo la dichiarazione del capo del personale io avrei dovuto venire al lavoro con una spranga di ferro per difendermi dalle vessazioni del caposquadra in quanto l'azienda non riteneva suo dovere assicurare la sicurezza del lavoratore!

Ma, se io avessi sprangato il caposquadra e gli altri tre o quattro persone di cui si serviva, come un magistrato avrebbe trattato la sua testa rotta? Cosa avrebbe detto la Fiom? Avrebbe parlato di un lavoratore colpito da un atto di violenza, da un atto di terrorismo, mentre erano gli iscritti Fiom che organizzavano atti di terrorismo nei confronti dei lavoratori più deboli. Per protestare contro l'attività criminale degli iscritti alla Fiom andavo a lavorare quando la Fiom proclamava lo sciopero anche se ero l'unico lavoratore presente in fabbrica e anche se quello sciopero mi avrebbe garantito un turno di notte in meno.

Davvero pensate che non sia ovvio? Se il "tot" di iscritti alla Fiom fanno violenza ai lavoratori deboli, emarginati, atipici, qual è la frazione di "tot" che può pensare di far violenza a persone socialmente più forti?

Il problema è che la magistratura perseguita per terrorismo solo nel secondo caso, mentre le vittime del terrorismo, nel primo caso, devono continuare a subire vessazioni.

Spesso le vittime del primo caso vengono dileggiate e derise dai magistrati. Per i magistrati, dare loro giustizia è un fastidio. Quando avranno tempo, vedranno quando e se occuparsene.

Marghera, 17 febbraio 2007

 

Altri scritti:

I limiti della gestione ideologica della fabbrica nel nord-est italiano.

La negazione della Costituzione, dalla Monarchia Assoluta allo Stato Mafia

(A proposito del testo della pagina qui sopra, apprendo oggi su La Repubblica nell'articolo di Leopoldo Fabiani, un'affermazione relativa ad un libro di Claudio Pavone "Sulla continuità dello stato" in cui si sosterrebbe: "...sosteneva che negli apparati pubblici il passaggio dal fascismo alla repubblica era stato molto meno radicale di quanto si pensasse." Mi fa piacere di non essere il solo ad individuare ciò che stride nella società in cui vivo.)

Idee e riflessioni sulla societa'

La lotta del cristianesimo contro le antiche religioni non è una lotta di idee, ma un insieme di crimini che oggi classificheremmo come terroristici e mafiosi. Tutt'oggi tali crimini continano nonostnte le leggi democratiche. Leggi che vengono disattese da cattolici che occupano ruoli Istituzionali.

Home Federazione Pagana

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Tel. 3277862784

e-mail: claudiosimeoni@libero.it

Società civile e libertà

La società, in cui viviamo è importante e permettere ai cristiani di distruggere i sacri principi Costituzionali è un delitto la cui pena sarà pagata dai nostri figli.