Il libro, Gesù di Nazareth: l'infamia umana, contiene l'analisi ideologica di Gesù
Cod. ISBN 9788893322034
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Nella cena di Betania era stato omesso il discorso di Luca perché l'argomento su cui ponevo l'accento era la relazione fra Gesù e i poveri. Nel Vangelo di Luca in cui si parla della cena di Betania, Luca 10, 38-42, non appaiono i poveri, ma la questione fra Marta e Maria in cui Marta, che sta lavorando per preparare il pranzo dell'ospite, chiede a Gesù di intervenire per farsi aiutare da Maria che stava chiacchierando e Gesù le risponde: "Schiava, taci e lavora; Maria si è scelta la parte migliore e nessuno gliela toglie.". In questo brano non si parla del profumo versato da Maria e di quanti soldi vengono sprecati per il lusso di Gesù.
Tuttavia in questa revisione è stato necessario reintrodurre il discorso di Luca. L'altro, il bestiame di Gesù, sono sia i poveri, da cui Gesù trae ricchezza, sia coloro che in qualche modo o per qualche oscura ragione, lo ospitano.
E' Marta il soggetto che offre la cena a Gesù. Quella Maria è definita come "sorella di". Il fatto che Gesù infierisca ed umili la sua ospite dimostra non solo un assoluto disprezzo per il mondo, ma la volontà di trasformare la sua ospite in una serva che non possa sentirsi uguale all'ospite. In sostanza è il principio cristiano secondo cui chi ti dà qualche cosa, lo fa perché il cristiano è superiore e la generosità dell'altro va umiliata perché, l'altro, potrebbe sentirsi uguale al cristiano. Umiliare le persone è un'attività propria del cristianesimo. Sia la donna che offre, sia il Fariseo che ospita Gesù, sia l'imperatore costretto ad andare a Canossa.
Non esiste una persona che abbia diritti nel cristianesimo. Per questo Gesù esalta la sottomissione deferente che gli dimostra Maria ed umilia il lavoro di Marta che gli sta preparando la cena. Luca mette l'accento su questo aspetto.
Questo è il motivo per cui in questa revisione è stato introdotto il vangelo di Luca sulla cena di Betania. Una cena che viene descritta in vario modo a seconda di cosa gli evangelisti vogliono sottolineare. A Giovanni, ad esempio, interessa sottolineare il comportamento di Giuda Iscariote. Solo che quella sottolineatura, al di là della realtà descritta da Giovanni, appare più una calunnia a Giuda che non la descrizione di una situazione.
Scrive Matteo
Mentre Gesù si trovava a Betania, in casa di Simone il lebbroso, gli si avvicinò una donna con un vaso d'alabastro pieno di profumo di gran valore e lo sparse sul capo di lui, che stava a mensa. Veduto ciò, i discepoli s'indignarono e dissero: "A che tanto spreco? Il profumo poteva vendersi molto caro e dare il prezzo ai poveri". Ma Gesù accortosene, disse loro: "Perché date noia a questa donna? Ella ha fatto un'opera buona verso di me. I poveri, infatti, li avete sempre con voi, me invece non sempre mi avrete. Poiché essa, spargendo questo profumo sul mio corpo, lo ha fatto per la mia sepoltura. In verità vi dico: in tutto il mondo, ovunque sarà predicato questo vangelo, sarà pure narrato quello che essa ha fatto, a ricordo di lei".
Vangelo di Matteo 26, 6-13
Scrive Marco
Essendo Gesù a Betania, in casa di Simone il lebbroso, mentre era a tavola, venne una donna con un vaso d'alabastro pieno d'unguento d'autentico nardo, di grande valore e, rotto l'alabastro, versò il profumo sul capo di lui. Or alcuni s'indignarono dentro di sé: "A che pro tanto spreco di profumo? Si poteva vendere quest'unguento per più di trecento denari e darli ai poveri". E mormoravano contro di lei. Ma Gesù disse: "Lasciatela fare; perché le date noia? Ella ha compiuto una bella azione verso di me. I poveri, infatti, li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, mentre non avrete me per sempre. Ella ha fatto quel che poteva, ha anticipato l'unzione del mio corpo per la sepoltura. In verità vi dico: ovunque sarà predicato il Vangelo nel mondo intero, si parlerà pure di ciò che ella ha fatto, in suo ricordo".
Vangelo di Marco 14, 3-9
Scrive Luca
Mentre Gesù si trovava in cammino, entrò in un villaggio, e una donna di nome Marta lo accolse in casa sua. Ella aveva una sorella chiamata Maria, che si era seduta ai piedi di Gesù e ascoltava la sua parola. Marta occupata nelle varie faccende domestiche, si fece avanti e disse: "Signore non t'importa che mia sorella mi lasci sola a servire? Dille che mi aiuti". Ma Gesù le disse: "Marta, Marta, tu t'inquieti e ti affanni per molte cose; ma una sola è necessaria: Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta".
Vangelo di Luca 10, 38-42
Scrive Giovanni
Sei giorni prima di Pasqua Gesù andò a Betania, dov'era Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Lì gli offrirono una cena: Marta serviva a tavola e Lazzaro era uno dei commensali. Maria, presa una libbra di profumo di nardo puro, molto prezioso, unse i piedi di Gesù e glieli asciugò con i suoi capelli, e la casa fu ripiena del profumo dell'unguento. Giuda Iscariote, uno dei suoi discepoli, quello che stava per tradirlo, borbottò: "Perché non si è venduto tale unguento per trecento denari che si potevano dare ai poveri?" Disse questo non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, tenendo la borsa, portava via quello che si metteva dentro. Rispose Gesù: "Lasciala, che conservi questo unguento per il giorno della mia sepoltura. I poveri li avrete sempre con voi, me invece non mi avrete sempre". Molta gente dei Giudei venne a sapere che egli era là e vi andarono, non per Gesù soltanto, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva resuscitato dai morti. Allora i Gran Sacerdoti deliberarono di far morire anche Lazzaro, perché molti, a causa di lui, abbandonavano i Giudei e credevano in Gesù.
Vangelo di Giovanni 12, 1-8
Sul racconto del profumo ci sono tre versioni mentre Luca non dice nulla. Le versioni più antiche sono quelle di Matteo e Marco, mentre Giovanni lega la vicenda sia alla sua invenzione della resurrezione di Lazzaro che ad aggredire Giuda.
I fatti non sono narrati in modo molto differente, ma vengono modificati particolari in funzione degli obiettivi specifici dell'uso che volevano fare dei vangeli gli evangelisti.
Innanzi tutto la sottomissione a Gesù è la costante che nessuno degli evangelisti vuole rimuovere. La sottomissione della donna a Gesù è il nocciolo centrale del racconto. Come la donna si sottomette a Gesù, ignorando il mondo circostante, così la chiesa cristiana indicherà come la sottomissione ad essa è il primo dovere dell'uomo e userà, per ottenere questo, l'ideologia del possesso di Gesù supportata da eserciti in armi.
La sottomissione a Gesù è la cosa ideologicamente più importante dei vangeli.
Sulla sottomissione della donna a Gesù ci sono due versioni. In Marco e in Matteo la donna versa il profumo sulla testa, in Giovanni lo versa sui piedi e lo asciuga con i suoi capelli. Il massimo atto di sottomissione!
Serve più a Giovanni che non a Marco o Matteo. Marco e Matteo predicano alla gente, Giovanni predica alle comunità cristiane che vuole mettere sotto il suo controllo. Cosa devono fare le comunità cristiane? Giovanni indica loro di mettersi in ginocchio davanti alla chiesa, di bagnare i piedi con l'atto di sottomissione e di asciugarli con i suoi capelli dell'obbedienza: umiliarsi sottomettendosi. La sottomissione viene sottolineata da Giovanni che indica in Giuda il "criminale" perché non si sottomette.
In questo caso il fine che si prefigge induce l'evangelista a compilare in questo o in quel modo il racconto.
In Luca Maria ascolta Gesù. Non gli versa il profumo. Del profumo non si parla, ma parla Marta chiedendo a Gesù di dire a Maria di smetterla di chiacchierare e di aiutarla a preparare la cena. Cosa che Gesù rifiuta in quanto, afferma, che Maria si è scelta la parte migliore e Marta deve tacere e lavorare. Non esiste una condizione sociale, ma per i cristiani esiste una scelta della condizione sociale. Se sei povero, è perché hai scelto di essere povero e se sei ricco è perché hai scelto di essere ricco. Se hai scelto di preparare da mangiare a Gesù, devi farlo e tacere. Altrimenti, perché lo hai invitato? Tua sorella non ti aiuta? Preferisce chiacchierare e non lavorare? Tu, Marta, hai scelto il ruolo di serva mentre Maria ha scelto il ruolo della signora. Nell'ideologia di Gesù non esiste la collaborazione nell'affrontare la vita. Esiste solo la collaborazione per esercitare violenza e imporre sottomissione.
La prassi dell'umiliazione non è parte della cultura greca, è cultura ebraica. Gli Dèi greci non umiliano nessuno. Nessun Dio umilia gli uomini, solo il dio degli ebrei prima e dei cristiani dopo, esercita il terrorismo per stuprare e umiliare gli uomini.
A Giovanni, invece, serve in quanto l'umiliazione, attraverso il cristianesimo è già entrata nella cultura delle comunità e nelle relazioni fra gli adepti dove chi è gerarchicamente superiore impone l'umiliazione al subordinato come accettazione e asservimento alla sua autorità. A Giovanni interessa molto di più marcare la figura del traditore. Dalle comunità cristiane molti se ne vanno. E questo andarsene viene esecrato nel vangelo di Giovanni che calunnia Giuda per calunniare tutti coloro che lasciano le comunità cristiane.
Per Giovanni è normale chiedere ai subordinarti di umiliarsi.
La differenza è anche la collocazione dell'episodio. Per Marco e Matteo l'episodio si svolge a casa di Simone il lebbroso, per Giovanni a casa di Lazzaro risorto. Per Luca a casa di Marta che lo accoglie lungo la strada. Come è possibile che Marco (che scrive sotto dettatura di Pietro) e Matteo ignorino che Gesù ha fatto risorgere un morto da giorni nella sua tomba? Se ciò fosse avvenuto sia Marco che Matteo avrebbero usato l'episodio per dimostrare come la promessa della resurrezione fatta da Gesù era vera. In realtà Giovanni costruisce l'episodio della resurrezione di Lazzaro per i suoi fini agganciandosi alla cena di Betania per far filare il suo racconto. Si può affermare che Simone era un altro nome di Lazzaro. Lazzaro è una figura inventata da Giovanni per far apparire grande un ideologicamente misero Gesù; tanto, chi era rimasto a sbugiardarlo? La resurrezione, come promessa reale, è più utile al tempo di Giovanni, nel II secolo che non all'epoca di Marco e Matteo nel I secolo d.c.
L'aspetto più importante dei tre racconti è: chi contesta l'atto della profumazione nei confronti di Gesù?
In Matteo sono gli apostoli che dicono a Gesù che il profumo lo avrebbero potuto vendere per trecento denari e darli ai poveri. In pratica, gli apostoli stanno predicando in Palestina e devono farsi passare per generosi e sono rammaricati per non poter fare del bene ai poveri.
In Marco gli apostoli non parlano. Il vangelo di Marco è dettato da Pietro. Egli si appresta a prendere il posto di Gesù, è lui che ora i seguaci devono onorare, è lui seduto dove prima era seduto Gesù, dunque non sono gli apostoli a criticare il comportamento di Gesù nell'accettare l'omaggio della donna ma, genericamente dei presenti. Sono a cena a casa di qualcuno e oltre agli invitati (o autoinvitati) c'erano anche dei presenti, degli spettatori. Perché non altri ospiti? Perché chi ospita cristiani non può ospitare nessun altro se non in forma generica e impersonale!
In Giovanni chi contesta l'atto non sono né apostoli né presenti, ma Giuda. Il traditore di Gesù che è necessariamente cattivo e malvagio perché critica l'atto della donna nei confronti di Gesù. Giovanni deve distrarre il lettore da un'analisi attenta del racconto. Devia pertanto l'attenzione sul cattivo di turno, Giuda, anziché sul disprezzo che Gesù ha per i poveri.
Giovanni introduce dati completamente ignorati da Marco e da Matteo. Ignorati in modo assoluto. Giuda contesta l'atto della donna nei confronti di Gesù perché avrebbe voluto donare il denaro ai poveri. Ma è falso, dice Giovanni, perché in realtà Giuda voleva appropriarsi di quel denaro come si appropriava di tutto il denaro che veniva versato al gruppo.
Giovanni precisa come i poveri non interessassero a Giuda. Però le azioni e le scelte indicano che i poveri non interessavano a Gesù. Vale la pena di domandarsi, come potevano tenere Giuda con loro se sapevano che Giuda si appropriava di quanto essi mettevano nella borsa? E' chiaramente un'aggiunta a posteriori per rimarcare la malvagità di Giuda, in sostanza calunniarlo. La pratica cristiana della diffamazione. Appare evidente come il malvagio sia Giovanni. Giuda non si appropriava del denaro messo nella borsa in quanto o di borse ne avevano molte, oppure era facile stabilire chi, tenendo la borsa, si appropriava del denaro a danno di tutti gli altri. Il fatto che Giuda non fosse stato allontanato dimostra che Giuda non si appropriava del denaro. Inoltre, secondo alcuni evangelisti, avrebbe venduto Gesù per trenta denari quando poteva tranquillamente continuare a derubarlo tanto era fesso lui e i suoi discepoli. Da quando in qua si tradisce chi ti arricchisce e mentre ti sta arricchendo?
Giovanni è una persona volgare e in malafede.
L'unica cosa comune ai tre racconti è l'assoluto disprezzo di Gesù per i poveri. Le bestioline che seguono gli apostoli a cui loro possono fare del bene ogni volta che ne hanno voglia. Ogni volta che devono soddisfare i loro pruriti.
Gesù disprezza i poveri e anche gli apostoli che però, in quel frangente, non possono fare a meno dei poveri. I poveri sono gli unici che, nella loro disperazione, possono vendere il loro divenire in cambio di nulla distruggendo la loro vita adorando il macellaio di Sodoma e Gomorra e colui che si vuole spacciare per suo figlio.
Da un lato bisogna sottomettere i poveri, dall'altro bisogna esaltare la chiesa e sottomettere chiunque ai suoi bisogni e al suo volere. Prima viene Gesù, Pietro e la chiesa cristiana poi, poi vengono i ricchi e chi comanda nella società e i poveri sono i mezzi, il bestiame, con cui la chiesa cristiana controlla la società. Non bisogna dare nulla ai poveri, bisogna far credere ai poveri che loro sono gli unici che pensano ai poveri illudendoli di essere loro d'aiuto mentre, al contrario, sono i poveri che arricchiscono i cristiani e la chiesa cattolica nel nostro caso. quando se ne ha voglia, ci sono i poveri.
E' con i poveri che la chiesa cristiana si arricchisce. I poveri sono la fonte di ricchezza per i ricchi. Bisogna costruire i poveri per essere ricchi e dominare la società civile.
Questo è il messaggio dei vangeli.
Caro fra Dolcino: hai sbagliato tutto!
Infine, la decisione dei Gran Sacerdoti di uccidere Gesù, secondo Giovanni, è stata presa in seguito alla resurrezione di Lazzaro che induceva molti ad abbandonare i Giudei per legarsi a Gesù. Questa versione contrasta con quanto detto da Marco e Matteo. La decisione di processare Gesù viene presa quando Gesù occupa il tempio cacciando la gente.
Con l'invenzione della resurrezione di Lazzaro, Giovanni fa credere che i sacerdoti intendono uccidere Gesù perché la gente crede in lui.
La differenza di descrizioni fra Marco e Matteo e Giovanni deriva dal fatto che i tempi sono cambiati, quando Giovanni scrive il suo vangelo Gerusalemme è stata distrutta ad opera dei cristiani nel loro delirio apocalittico. A Giovanni non interessa raccontare la storia di Gesù, a Giovanni interessa creare un'ideologia alla quale far aderire le varie comunità cristiane e qualunque falsità, compresa l'esistenza di un Gesù, è funzionale al suo progetto.
Questo è il cristianesimo.
Data di pubblicazione sull'web: 03 agosto 2004 (quando avrò la data di scrittura del testo, forse, la metterò)
Modificato per la pubblicazione il 08 novembre 2015
NOTA: Le citazioni dei vangeli sono tratte dalla bibbia delle edizioni Paoline 1968
L'odio di Gesù, continua in questa pagina.
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Aggressione di cristiani alle statue pagane 2015 |
Il cristianesimo è un modo per distruggere il divenire degli uomini. Per capire la strategia di distruzione dell'uomo del cristianesimo è necessario leggere i vangeli e interpretarli alla luce dell'uomo ridotto in schiavo obbediente, oggetto di possesso e privato della propria capacità di vivere e abitare il mondo in nome del dio cristiano che altri non è che il Macellaio di Sodoma e Gomorra, il criminale che ha distrutto l'umanità e la Natura col Diluvio Universale e che ordina il genocidio dei popoli per favorire i criminali del Popolo Eletto.