L'origine sociale del bullismo
nella società attuale

di Claudio Simeoni

Come la Polizia di Stato costruisce
il disagio sociale per favorire i criminali

Idee e riflessioni sulla società

 

Il bullismo è un comportamento indotto dall'educazione cristiana. E' la violenza dell'arogante che pensandosi più forte, come il dio padrone cristiano, esercita violenza sui più deboli: identificati come gli abitanti di Sodoma e Gomorra

Il bullismo è un'imitazione del dio cristiano. Quel dio, e quei comportamenti, imposti ai ragazzi con la violenza.

I ragazzi mettono in atto quei comportamenti che la società bolla come crimini. Per reiterare questi crimini, aggressione alla persona, l'organizzazione criminale Ordine dei Giornalisti, anziché identificarli come comportamenti criminali li identifica come "ragazzate" o "atti di bullismo" nascondendo, attraverso il linguaggio, la gravità sociale dei comportamenti criminali.

Finché si continuerà a finanziare gli oratori e le parrocchie, si continuerà a finanziare il disagio sociale e la distruzione della società civile.

Dove sta l'origine del problema sociale?

L'origine del problema sociale è che i bambini vengono costretti ad obbedire, pregare, sottomettersi anziché fornire loro gli strumenti per affrontare la società civile. I bambini vengono separati dalla realtà nella quale vivono. Non ne conoscono i problemi e sono costretti ad identificarsi con l'onnipotenza di un dio padrone col quale si identificano. I cattolici sottraggono i bambini alla società civile stuprandone le emozioni e i bambini si difendono rifugiandosi in un mondo virtuale e costringendo i genitori a fornire loro quanto serve per alimentare il loro mondo virtuale. Non hanno consapevolezza dell'importanza delle azioni che fanno; non conoscono le conseguenze civili e giuridiche di un'azione in quanto vengono sottratti alla condizione NATURALE che dovrebbe concedere loro la conoscenza del codice di diritto penale, civile, per essere costretti a fagocitare la sindrome da onnipotenza che il cattolicesimo impone loro.

Così, come il Gesù di Nazareth, si sentono onnipotenti quando spacciano; si sentono onnipotenti quando violentano; si sentono onnipotenti quando danneggiano e devastano. A casa i genitori, anziché far vedere loro i problemi che hanno dovuto affrontare nel loro quotidiano, mostrano loro quanto sono stati furbi, abili e onnipotenti.

Trasferiscono sui loro figli l'orrore che è stato loro imposto attraverso il catechismo cattolico quand'erano bambini.

Questa tolleranza nella diffusione dell'orrore cattolico è quella che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, generazione dopo generazione, ha prodotto quanto accaduto in questi giorni.

Apro il Corriere della Sera del 18 novembre 2006 e riporto solo i titoli e una breve introduzione dei vari articoli a pag. 12-13:

1) Violenze e bullismo a scuola La rete invasa da video-choc

Pistole giocattolo, lanci di sedie: su internet le immagini riprese con i cellulari. Torino, un altro caso di disabile aggredita e fotografata in un liceo.

Milano - Insulti, urla, sedie sbattute contro i muri, i professori umiliati che restano impotenti di fronte ad attacchi verbali che si trasformano in violenza. Ecco i bulli a scuola. Distruggono, filmano e mandano tutto su internet. Il caso del ragazzo disabile maltrattato dai compagni nell'Istituto Steiner di Torino e ripreso dal telefonino è solo uno dei tanti finiti in rete.

Torino - "Non hanno denunciato il fatto, quindi sono colpevoli anche loro".

Il preside dello Steiner di Torino, Camillo Di Menna, ha proposto due settimane di sospensione per i compagni di classe del ragazzo disabile che hanno visto la scena di violenza ma non hanno raccontato nulla agli insegnanti."

2) La Polizia Postale - Il capo degli investigatori: ne girano molti ma ci sono ancora poche denunce.

Milano - "Anche noi - dice la Polizia Postale - abbiamo dei limiti sa. Bloccare i video che rappresentano un crimine evidente come ilc aso torinese, si può fare, certo. Come abbiamo fatto. Ma quel video noi non l'abbiamo trovato da soli. Ce l'hanno segnalato. Senza la segnalazione, dal nulla, sarebbe stato molto difficile arrivarci.

"Non credo, non è certo colpa della Rete se esiste il bullismo. Se lei fosse una formichina e si nascondesse in una classe vedrebbe che è normale fra i ragazzi la natura un pò violenta. Internet amplifica tutto. Questo è il guaio. Ma in sé penso che ragazzi bulli più o meno violenti esistano da sempre, dentro e fuori dalle nostre scuole."

3) Commenti - I piccoli registi delle nostre miserie (e la malattia di essere visti)

"Quasi tutti avventi a scuola, come testimoniano i risultati delle ricerche in rete, che in una catena inattesa e disgustosa di botte e angherie si materializzano sullo schermo, serpente velenoso che si mangia altre illusioni sui nostri figli. Li sapevamo immaturi, indifferenti, privi di iniziativa, forse ignoranti e anche maleducati: non perversi. D'un colpo, tutti questi giovani filmaker dei loro stessi orrori, neppure ancora maggiorenni, spesso soltanto adolescenti, sembrano essersi trasformati in adulti opachi, disfatti dalla noia: vecchi stanchi che, ormai estranei alla vita, si chiudono nelle loro buie stanze, per guardare filmini oscenamente violenti o pornografici, unico mezzo per strapparsi un guizzo di vitalità."

4) Abusi ai tredicenne filmati dai compagni

Ancona, indagati una decina di minori. Le immagini circolavano da settimane.

Ancona - "E adesso se non stai anche con il mio amico, faccio vedere a tutti quel bel filmato che ti riguarda." Un ricatto dall'amichetto del cuore, quello di cui all'inizio si fidava e col quale aveva scambiato qualche effusione. Per lei, una ragazza di 13 anni di Ancona, poco più di una bambina, terza media, famiglia normalissima, l'incubo è cominciato così. In poche settimane si è trovata vittima di molestie continue, palpeggiamenti pesanti, avance oscene. I ragazzi che la tenevano in ostaggio, e che le usavano violenza regolarmente e la filmavano con i vari telefonini, erano ormai diventati una decina. Tutti minorenni. Un gruppo di adolescenti fra i 14 e i 17 anni, anch'essi appartenenti a famiglie appartenenti al ceto medio e che adesso si ritrovano con un'accusa documentata di molestie sessuali. I reati ipotizzati sono la violenza sessuale singola e di gruppo; la produzione, divulgazione e commercializzazione di materiale pornografico."

5) Siracusa - Pedofilia, in cella un educatore

Siracusa - C'è anche un pentito nell'inchiesta contro la pedofilia e la prostituzione minorile della Procura di Siracusa che ha portato all'arresto di tre persone e perquisizione nella casa di altri nove indagati.

6) Il caso - Figli violentatori, il giudice sequestra i beni dei genitori.

Il Tribunale di Milano: dovevano dare un'"educazione sentimentale" e insegnare "rispetto verso l'altro sesso"

Milano - Tra gli obblighi di cura dei propri figli, i genitori devono farsi carico di una "strategia dell'attenzione" che comprenda anche un' "educazione sentimentale" degli adolescenti, favorendo "la crescita "sociale" dei ragazzi" nell'insegnare loro "le modalità relazionali anche con l'altro sesso": se dunque i figli quindicenni/sedicenni hanno tormentato sessualmente per 14 mesi una compagna di giochi di 11 anni, e i loro padri e madri, non solo non offrono alcun risarcimento ma anzi "tendono a negare la gravità dei fatti commessi dai figli" sino persino a "individuare la causa nel comportamento della ragazzina" proprio i genitori possono essere chiamati, sotto questo profilo e in sede cautelare di garanzia, a risarcire la vittima e i suoi parenti.

Perché ci sono questi titoli? E perché la situazione nel Paese Italia è ancora più grave di quanto questa sequenza di titoli dimostra?

Ai politici interessa aiutare Ratzinger a stuprare bambini costringendoli in ginocchio davanti al crocifisso: questo garantisce loro un pacchetto voti! Ma nella società questo semina orrore e disagio. E così il giudice di Milano deve sequestrare i beni ai genitori dei ragazzi violentatori perché, annusando che i loro figli sarebbero stati condannati, stavano vendendo i loro beni.

Non solo attraverso il catechismo cattolico hanno imposto ai loro figli il delirio di onnipotenza attraverso il quale hanno violentato una bambina, ma hanno dimostrato che bisogna "essere furbi", sottrarre, danneggiare ulteriormente la società per sottrarsi alla punizione.

La pratica del bullismo viene imposta ai ragazzi attraverso il cattolicesimo, non è innata. Ed è imposta sia in maniera diretta (attraverso le pratiche cattoliche che vengono imposte alla società civile), sia indirettamente attraverso la sindrome da onnipotenza che viene trasmessa ai ragazzi dallo schema della famiglia cattolica.

Della società civile a queste persone non importava nulla: come i cattolici!

I magistrati non hanno mai perseguito i delitti gravi. Quei delitti che, fatti nei confronti di soggetti deboli, costringevano le persone a rinunciare ad essere dei soggetti di diritto costituzionale.

Ai magistrati, memori dell'assolutismo monarchico, è sempre interessato sancire il predominio dello stato, non quello dei cittadini. Facendo questo hanno fornito l'esempio ai ragazzi che si può violentare chiunque sottraendolo dall'essere un soggetto di diritto costituzionale.

Due istituzioni dello Stato, Politica e Magistratura, sono i responsabili del disagio che oggi viene chiamato bullismo.

E' indubbio che la magistratura reprimerà i reati prodotti dal bullismo, ma è altrettanto vero che la magistratura non ha represso, in passato, quei reati che hanno ingenerato l'idea nei ragazzi che si può fare il bullismo (basta essere furbi!).

La politica ha VENDUTO i ragazzi e la società civile per una manciata di voti cattolici.

Ha permesso a Wojtyla e Ratzinger di far violenza sui ragazzi. Ha consentito loro la facoltà di costringerli in ginocchio a pregare e ne ha favorito l'attività impedendo che vengano insegnate ai ragazzi le regole della società civile: IL CODICE PENALE E IL CODICE CIVILE!

Ora i sociologi, vigliaccamente, piangono sui disastri sociali, ma sono loro che hanno permesso la distruzione della società civile permettendo che i ragazzi fossero vessati attraverso l'imposizione di una morale criminale che viene sinteticamente rappresentata dal crocifisso!

Perché continuare ad imporre ai ragazzi l'obbedienza al più forte, quando una società di diritto Costituzionale impone altre regole?

Così i genitori di chi ha violentato la bambina si permettono di trattare la bambina con disprezzo: il violentatore che riafferma il proprio "diritto a violentare" sulla vittima che chiede giustizia!

Davvero si pensa che i ragazzi stiano vivendo ancora nel medioevo?

I Politici e i Magistrati sono i responsabili delle violenze che fanno i ragazzi: perché non hanno agito quando avrebbero dovuto agire. Non hanno agito perché, in fondo, costringere i ragazzi in ginocchio per loro era più importante che impartire gli obblighi e i doveri della società civile.

E ora che avete costretto in ginocchio i ragazzi a pregare, perché vi stupite se i ragazzi costringono una bambina a subire violenza?

Glielo avete insegnato voi, con il crocifisso!

Imparino, politici e magistrati ad aver rispetto della Costituzione anziché sputare sulle sue norme e allora anche il disagio sociale potrà essere riassorbito.

Io non dubito che la Polizia di Stato non intervenga in caso di omicidio. L'omissione della Polizia di Stato non consiste nel non intervenire in caso di omicidio, ma consiste nel non intrvenire sulla violenza che costringe il bambino a pregare pur sapendo che questo indurrà nel bambino dei modelli comportamentali che possono portare all'omicidio.

E' grave che la Polizia di Stato valuti la gravità di un reato in base al crocefisso e alla sua ideologia anziché alla Costituzione e alla sua ideologia.

Marghera, 19 novembre 2006

Idee e riflessioni sulla societa'

La lotta del cristianesimo contro le antiche religioni non è una lotta di idee, ma un insieme di crimini che oggi classificheremmo come terroristici e mafiosi. Tutt'oggi tali crimini continano nonostnte le leggi democratiche. Leggi che vengono disattese da cattolici che occupano ruoli Istituzionali.

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