Vedi anche: Il primo discorso Sacro della Federazione Pagana
Il Secondo discorso sacro è una riflessione di questo dibattito
Secondo discorso sacro della Religione Pagana: gli Dèi, la realtà del mondo e le implicazioni religiose e sociali.
Un tempo, i poeti erano coloro che parlavano degli Dèi. Non si parlava della realtà oggettiva degli Dèi, ma delle loro azioni e del loro “abitare il mondo”.
Gli Dèi non sono Dèi personali, ma appartengono alla sfera emotiva della vita. Sono la vita. Le azioni amorose di Zeus non sono quelle del “casanova”, ma sono le azioni di colui che crea le condizioni affinché la vita della Natura venga in essere. Degli Dèi parlavano i poeti raccontando le storie epiche della vita.
Apollo rinascimentale: Piazza san Marco - Venezia
Theologein significava, in epoca platonica, fare un discorso sulla divinità, sugli Dèi, che sostituiva il termine Mythologein che consisteva nell’interpretare la vita in senso “mitico”.
Ciò che cambiò fra il mitologo e il teologo è la direzione dello sguardo: il primo partiva dalla quotidianità per interpretare l’universo, il secondo partì da concetti apriori dell’universo per piegare ad esso la quotidianità. Dopo 2500 anni, per tornare al mito, è necessario fare il cammino contrario perché, che piaccia o meno, sotto questo sole siamo nati e la discussione sulla Natura degli Dèi inizia dalle categorie che il cristianesimo ha imposto alla società. Noi, che pratichiamo la Religione Pagana, a differenza degli “antenati” abbiamo sufficiente forza religiosa e teologica per intervenire nelle categorie teologiche cristiane, buddiste e monoteiste per dimostrare la loro inadeguatezza e la coerenza del pensiero teologico riferito al Mito.
Minerva rinascimentale: Piazza san Marco - Venezia
Per parlare di teologia Pagana, partiamo da alcune affermazioni di Lucrezio:
“Nasce e si svolge ogni cosa esistente in modo prefisso e immutabile. E dunque, non può senza corpo l’anima nascere sola né viver lontana dai nervi e dal sangue. Ché se l’anima questo potesse, andrebbe a ficcarsi nel capo o negli omeri o giù nei talloni o a nascere in altro qualunque membro dell’uomo e starsene infine potrebbe in perpetuo nello stesso individuo come dentro al medesimo vaso. Ma poiché stabilita risulta e certa nel corpo nostro la sede in cui anima e spirito possono vivere e crescere per sé, è tanto più da negare che fuori del corpo o d’altra forma vivente sussistono in putride glebe o nel sole o nell’acqua o nell’alte sfere dell’etere. Se gli astri dunque non sono da forza vitale animati, saranno di senso divino forniti?” Da Lucrezio, Della Natura Cap. V 130-145 Sansoni 1992
Quando incontriamo il termine di “anima” o di “senso divino” dobbiamo sostituirlo col termine “Coscienza di Sé” e il suo essere divino è espresso nella tensione di espansione nella propria oggettività.
Ragazzo con la rana – Venezia
Ci indica il Genius o la Juno che cresce dentro ogni individuo. E’ una statua più coerentemente antica che non le statue rinascimentali.
Ora prendiamo in considerazione il termine “corpo”. A differenza degli antichi noi oggi abbiamo ben chiara l’idea che un corpo è un aggregato di atomi, ma anche di “altre cose” che formano gli atomi e interagiscono con gli atomi. Noi abbiamo l’idea di un “corpo di energia” anche quando sappiamo che materia ed energia sono la stessa cosa organizzate in maniera differente (o percepite in maniera diversa).
Prendiamo in considerazione un altro aspetto del Della Natura di Lucrezio in cui afferma che fra gli atomi esiste un vuoto. Dunque, un corpo, composto da atomi (oggi diciamo cellule) fra cui esiste una distanza che può essere più o meno grande. Per costruire la Teologia della Religione Pagana è necessario partire da queste considerazioni. E’ necessario prendere una corrente filosofica alternativa a quelle correnti filosofiche che, fondate sul Logos universale, hanno imposto l’idea della dualità corpo e anima. Questo perché gli Dèi sono corpi desideranti e sono la materia stessa dell’oggettività nella quale noi esistiamo.
Uno sforzo di elaborazione per tradurre in termini attuali il pensiero Religioso degli antichi
Non si tratta di mettere Epicuro o Lucrezio su un altare, ma di sottolineare come nella filosofia antica c’erano correnti filosofiche, sia pur distrutte nel corso della storia, che pur non avendo strumenti adeguati per imporsi alle società (o non volendolo fare), sapevano osservare il loro “abitare il mondo”, come lo stiamo facendo noi. Onore a questi antichi e disonore a chi ha ridotto il mondo ad un’emanazione del logos.
La stessa invocazione di Lucrezio a Venere, che Barbera cita, è un inno in assoluta contrapposizione al concetto di Logos di Platonici, Stoici e dello stesso Eraclito:Origine sacra dei figli di Enea, piacere dei Numi e degli uomini, Venere madre, che apri sotto i giri degli astri il mare, che la Terra fai piena di frutti; ogni corpo animato per te si eterna e il giorno fa luce sul viso all’infante. Se appari, la tempesta fugge col vento, la Terra operosa induce i fiori al tuo passo, le onde marine ti sorridono, diventa più casta la quiete dei cieli. E appena la bella stagione di primavera porta sui zefiri il verde delle piante, gli uccelli dell’aria schiarita, di te caldi, cantano la tua dolce presenza: gli armenti scherzano al prato lieto, nuotan sui fiumi, e presi dal tuo piacere ti seguono dove ti è grato di condurli. E tu sui mari e monti, sui gorghi delle acque, sui campi viventi, su le fronde dei nidi metti nei cuori terrestri desiderio d’amore: tu fai che queste ordinate famiglie si riproducano. E poi che tu sola sei alla Natura guida e nulla può senza te nell’aperta luce del cielo venire e nulla può rallegrarci di caro, te dunque presente desidero al canto che io intono sull’essenza del mondo per Memmio: per lui che tu stessa hai voluto, o divina, elevare sugli altri e onorare di pregio ogni cosa che imprende. E per questo concedi, tu Dea, bellezza non vana ai miei carmi, e durevole. Ma intanto tu fa che il fragore dell’armi feroce su mari e su terre riposi assopito. Tu sola puoi render sereni i cuori mortali con pace tranquilla, giacché Marte, che i fieri tumulti di guerra governa, spesso al tuo grembo appoggia la testa riversa, vinto da piaga d’amore insanabile, e inclinato così il liscio suo collo ti guarda e in te, Dea, gli occhi fissando, pasce d’amor l’avido sguardo e tutto pende il suo animo dalla tua bocca. E tu, o divina, col sacro tuo corpo su lui resupino curvandoti, soffondi di bocca soavi parole e chiedi che pace conceda ai romani: perché in tempi sì tristi alla patria io non posso compier tranquillo l’opera mia né può dalle pubbliche sorti Memmio distrarsi.
Lucrezio, Della Natura, libro Primo 1-40 invocazione a Venere ed. Sansoni 1992
Venere rinascimentale: Piazza san Marco - Venezia
Prendiamo il corpo di Venere: un vuoto fra le cellule. Quanto è grande il vuoto fra le cellule del corpo di Venere? Quanto sono forti i legami fra le cellule del corpo di Venere? Una cellula del corpo di Venere in ogni vivente della Natura. Una cellula del corpo di Venere in ogni corpo desiderante dell’universo: sia che il nostro desiderio sia affine a quel desiderio sia che il nostro desiderio sia infinitamente lontano, nello spazio, nel tempo e nella qualità da quel desiderio. La Venere che batte dentro di me è la stessa Venere che batte nel Sole, nella Terra, nell’Albero, nel Gatto, nel Filo d’Erba, nel Virus, nel Battere, nella Galassia di Andromeda e in ogni Stella.
Madre Venere generatrice. L’emozione che genera, non il Logos. Madre Venere che si esprime in ogni soggetto che tentando di espandersi nel suo presente costruisce le condizioni affinché nuovi Esseri possano germinare. Per questo motivo i Romani affermavano di essere il popolo più religioso del mondo: avevano Venere a fondamento delle relazioni fra loro e il mondo. Poi, stuprarono Venere e cessarono di essere un popolo religioso. Madre Venere viene stuprata dal Logos che determina la contrapposizione della vita:NOI SIAMO PERSONE RELIGIOSE E, COME TALI, INDIVIDUIAMO LE CONTRADDIZIONI RELIGIOSE CHE SI ESPRIMONO NELLA VITA DEGLI UOMINI E DELLE SOCIETA’!
Logos inteso come “facoltà” propria del linguaggio, della ragione:
Pitagora suddivide l’anima umana in due parti: una è dotata di ragione, l’altra ne è priva. la prima è incorruttibile (Aezio, IV, IV,1; V,10,1). Stessa distinzione in Aristotele (Etica Nicomachea, VI, I, 5), che spiega che è il logos che conosce l’universale (katholou), oggetto della scienza (Fisica, I, 5). Platone divide l’anima in tre parti, ossia in tre facoltà fondamentali: la ragione (logos), il cuore, la sensibilità (Repubblica, IV, 439°-441c). Altra allusione nel Timeo (89d-e), in cui si afferma che il logos è la parte migliore, che deve dirigere le altre; è questa la parte che sopravvivrà dopo la nostra morte (Fedone, 66e). Per Eraclito il logos è essenzialmente la ragione universale, una sorta di anima del mondo; vi è un Logos che governa l’universo (fr. 72), eterno e incomprensibile (fr. 1); la sapienza consiste nel conformarvisi (fr. 50)grazie alla ragione che è in nostro potere (fr. 115), e che abbiamo in comune (fr. 2). La dottrina degli stoici è la stessa, anche se più elaborata; la Natura universale è la ragione o, per meglio dire, la ragione è il principio immanente e direttivo della Natura (D. L., VIII, 88; Cicerone De Natura deorum, II, 5; Marco Aurelio, VI, 5); e la filosofia consiste nel mantenere retta la propria ragione in armonia con la Ragione Universale (Epitteto, Dissertazioni, IV, VIII, 12). Anche Plotino ama invocare una Ragione Universale (Logos tou pantos [...]) (II,III, 13; III, III,1)
Tratto da “Vocabolario greco della filosofia” Ivan Gobry ed. Bruno Mondadori 2004Venere come pulsione emotiva di vita all’interno della Natura (e per estensione dell’universo in quanto, come Afrodite è figlia di Urano Stellato), Logos come elemento estraneo alla vita ma che determina l’obbligo per la vita di conformarsi. Afrodite interna alla nostra vita, il Logos come ente esterno che chiede sottomissione:
“In principio era il verbo [logos] e il verbo era presso dio, e il verbo era dio.”
Vangelo di Giovanni 1, 1.
Gli Dèi sono l’oggettività che ci permette di vivere e che noi individuiamo mediante il loro corpo e le condizioni che le loro azioni hanno costruito al fine di favorire la nostra esistenza (e con noi la Natura nella diversificazione delle specie fin dal brodo primordiale). Gli Dèi nascono e si trasformano con la trasformazione dei loro corpi. Gli Dèi obbediscono al loro desiderio di espansione e, nel farlo, costruiscono le condizioni affinché altri Dèi possano germinare: noi stessi.
Paolo Sarpi: un Doge di Venezia antepose i diritti dei cittadini e della città a quelli del dominio della chiesa cattolica.
In un contesto di individuazioni dell’espressione degli Dèi nelle azioni del mondo, si comprendono gli Antenati quando, con le loro azioni, onorano: Convector, Volutina, Tutelina, Conditor, Promitor. E’ necessario scorgere gli Dèi nelle azioni del mondo. Azioni che sono esse stesse oggetti: gli Dèi.
Da qui procede il modo di pensare la RELIGIONE. La religione che si compone di una specifica MORALE, di una specifica ETICA, di una specifica LETTURA DELLA REALTA’ DEL MONDO, delle opportune PRATICHE, dei relativi PRINCIPI SOCIALI, dei relativi RITI RELIGIOSI, dello specifico uso di SIMBOLI RELIGIOSI, di una specifica TEOLOGIA, di una specifica INTERPRETAZIONE DEL MITO, dell’uso opportuno della scienza e delle scoperte scientifiche come verifica e controllo dei POSTULATI RELIGIOSI.
Di questo parlano i PAGANI che parlano di Religione Pagana.
Immagine della giustizia: Campanile di san Marco - Venezia
Se non parlano di Religione Pagana, dei suoi contenuti, di che cosa parlano i Pagani? Perché tacciono dei contenuti per fermarsi alla forma? Cosa vogliono nasondere?
Appare chiaro. E’ perché, in realtà usano il termine Pagano, ma hanno fatto propria la religione dominante della quale ne riproducono i principi magari usando un diverso linguaggio che richiama alla memoria sistemi filosofici contemporanei e contigui all’origine del cristianesimo. Si può parlare di tutto, meno di ciò che è la Teologia religiosa; possono parlare degli “Dèi” in cui credono, ma non della Natura degli Dèi. Ad esempio, l’individuo che si nasconde sotto lo pseudonimo di Ignis Rumon, anziché ergersi a paladino in difesa della persona Salvatore Ruta, avrebbe potuto difendere quanto Salvatore Ruta scrive del concetto di Pietas:"La Pietas è un modus agendi rispetto a ciò che è sacro o partecipe del sacro e non vi è nulla al mondo che non lo sia. Essa viene manifestata con la scrupolosissima osservanza di ogni singola norma cultuale, ma anche del Mos Maiorum [il costume degli antenati], nel quale rientrano la tutela della famiglia e l'amore per la patria. Il Pius è, però, in modo precipuo, colui il quale sa dove, quando e come agire in armonia con il corso del Fato in seno all'ordine cosmico, e pertanto è religiosissimo,"
Tratto da: Pax Deorum di Claudio Rutilio pseudonimo di Salvatore Ruta p. 18
Secondo monumento alla Partigiana a Venezia. Un esempio di Pietas: donne che sacrificarono la loro vita o parte di essa, per questa Patria; questa Costituzione.
Se avesse discusso nel merito avrebbe dovuto dire qual è il suo concetto di Pietas. Perché solo attraverso il suo concetto di Pietas poteva giustificare il concetto di Pietas di Salvatore Ruta. Ma se deve nascondere l’aspetto “reazionario” della parte centrale delle affermazioni di Salvatore Ruta, è costretto a inveire per spostare l’attenzione dell’interlocutore dalle affermazioni alla persone di Salvatore Ruta.
Questi trucchi retorici vanno sotto la dicitura “discorsi ingannevoli” e hanno il solo scopo di ingannare l’interlocutore. Se le persone che hanno partecipato a questa discussione fossero state delle persone religiose, avrebbero potuto, ad esempio, argomentare su questo concetto visto che la maggior parte identificano il loro agire col concetto di Pietas. Magari avremmo potuto discutere su che cosa si intende col concetto di “famiglia” e col concetto di “patria”, ma, invece, si sentono più proclami del tipo:“Nella tradizione romana l’approccio al sacro è definito come pietas ed è un elemento caratteristico della cultura romana antica al di là della religione. Infatti i romani reputavano la religione come una forma sciocca di superstizione adatta solamente agli schiavi ed agli stranieri.”
Giuseppe Barbera 8 settembre (vedi discussione).
Oppure:“Ciò detto, Lei non mi conosce e non ha elementi per collegarmi a questo o quell'"ambiente": sappia che parlo a titolo personale, che Salvatore Ruta non era mio amico (mai conosciuto, ma sempre rispettato), che non sono uso sprangare allogeni per strada.”
Ignis Rumon 8 settembre (vedi discussione)
Oppure:
“A margine inviterei chi di dovere, oltre a evitare di tirare in ballo problemi personali di Tizio o di Caio, a sciacquarsi la bocca evitando di infamare persone come Salvatore Ruta che, per giunta, essendo trapassato da tempo non può dire la sua.”
Ignis Rumon 8 settembre (vedi discussione)
Anche Platone è trapassato da tempo, eppure viene sempre tirato in ballo. Curiosa quanto strumentale questa affermazione.
Monumento a Vittorio Emanuele II - Venezia Rappresentazione in chiave classica dell’unità d’Italia: l’unità è avvenuta combattendo il dio padrone cristiano e i suoi rappresentanti.
I suprematisti tentano di bloccare ogni discussione con dei proclami. Affermazioni perentorie che non ammettono replica. Proclami scritti a caso affermazioni strumentali. Affermazioni per impedire contrapposizione religiosa alle idee assolutiste. Impedire che nasca la Religione Pagana:
“Chiunque può far parte della Pietas (purchè maggiorenne), sia che sia gentile, pitagorico, orfico, induista, islamico, ebreo o cristiano o altro, approfondire con noi i temi del mondo classico od anche partecipare con materiale di produzione propria (scritti, studi, ricerche) alla diffusione ed alla rivalutazione dei modelli culturali del mondo classico, perché la tradizione greco-romana è stata in grado di andare oltre.”
Giuseppe Barbera 8 settembre (vedi discussione).
Per Giuseppe Barbera tutto è uguale: sterminatori e sterminati. I principi religiosi non contano specialmente quando i principi religiosi sono a fondamento del comportamento sociale:
“...il grande Costantino... Questo mostro senza scrupoli, con l’aura di santo, fece tagliare la gola al figlio, strangolò sua moglie, assassinò suo suocero e suo cognato, intrattenne alla sua corte una combriccola di preti cristiani bigotti e assetati di sangue, di cui ne sarebbe bastato uno solo per riuscire ad istigare metà dell’umanità a massacrare l’altra metà” (Percy Bysshe Shelley)
Citato da:
Karlheinz Deschner Storia criminale del cristianesimo, tomo 1 pag. 192 ed. Ariele 2000
E’ l’applicazione pratica dei valori morali di Gesù espressi nei vangeli cristiani:
“Intanto portate i miei nemici, quelli che non volevano che io regnassi su di loro, e scannateli in mia presenza”
Vangelo di Luca 19, 27
Che fa il pari con l’ordine del dio degli ebrei di:
“Chi sacrifica ad altri Dèi, fuorché al signore solo, sia punito con la morte”
Bibbia - Esodo 2, 19
A cui segue l’esempio pratico sul come gli ebrei (e i cristiani) si devono comportare con i seguaci delle altre religioni:
“Allora Elia ordinò loro: “Prendete i profeti di Baal: non ne scampi nemmeno uno!” Ed essi li presero. Poi egli li fece scendere presso il torrente Cison, dove li sgozzò.”
Bibbia - I Re 18, 40
Quando non si discute di principi religiosi, è perché si accettano e si fanno propri i principi religiosi della religione dominante. E questi ordini, del dio dei cristiani, sono principi religiosi perché determinano la qualità della Pietas manifestata dal cristianesimo e l’oggettività dalla quale si parte per determinare, eventualmente, un diverso concetto di Pietas.
Non sono forse i suprematisti bianchi, i sovranisti, che dicono agli "altri" mettetevi in ginocchio davanti al nostro comando altrimenti vi scanniamo, vi emarginiamo, vi perseguitiamo perchè noi, in quanto sovranisti, abbiamo il diritto di farlo?
Che differenza c'è fra il sovranista e Gesù? Fra il sovranista e il Dio della bibbia? In realtà, Gesù, il Dio della bibbia, è l'eroe distruttore a cui il sovranista tende al di là dei nomi con cui lo chiama e la forma con cui lo riveste.
Venezia: monumento alla Partigiana costruito dopo che i sovranisti fecero esplodere il primo monumento per offendere l'uguaglianza fra gli uomini della Costituzione.
Se non si affronta la realtà dei legami emotivi col mondo e non si discute dei principi teologici, divini, etici, morali, di tali legami, si è SEMPRE dei cristiani. ERETICI cristiani, ma sempre cristiani. Non si è un’altra religione a cui si applicano i diritti Costituzionali. Cristiani a cui la chiesa cattolica, seppure frenata dalle leggi sociali e dalla Costituzione della Repubblica che reputa il cittadino soggetto degli stessi diritti e doveri del dio padrone cristiano, applica le riflessioni di Tommaso d’Aquino:
“Per quanto riguarda gli eretici, questi si sono resi colpevoli di un peccato che giustifica il fatto che essi vengano non solo estromessi dalla chiesa attraverso la scomunica, ma anche allontanati da questo mondo per mezzo della pena di morte. E’ certo un peccato assai più grave falsificare la fede, la quale è la vita dell’anima, piuttosto che falsificare l’oro, il quale serve alla vita materiale. Se dunque i falsari o altri malfattori sono subito e legittimamente spediti dai principi secolari dalla vita alla morte, con quanto maggior diritto gli eretici, immediatamente dopo la dimostrazione della loro eresia, possono essere non solo espulsi dalla comunità ecclesiastica, ma anche legittimamente giustiziati.”
Tratto da: Tommaso d’Aquino Summa Teologiae.
Il dio padrone dei cristiani è il padrone dei corpi e della vita delle persone. Per questo, Tommaso d’Aquino si ritiene in diritto di macellarle se non pensano come lui vuole che esse pensino; se non credono ciò che lui vuole che esse credano: per questo la chiesa cattolica lo ha fatto santo. Lui incita ad uccidere nel nome del suo dio padrone.
E noi, come Religione Pagana dovremmo accettare o essere tolleranti con questo modo di intendere la “pietas”?
La Costituzione della Repubblica Italiana: per la prima volta nella storia i cittadini impongono i doveri allo Stato. E' la massima espressione del Mos Maiorum della Roma Repubblicana da 2500 anni ad oggi.
Come Religione Pagana interveniamo nella società con i nostri principi religiosi, con i nostri valori che comprendono UN’ESATTA DEFINIZIONE DI PIETAS.
Al centro dell’attenzione sociale c’è l’uomo, l’individuo in quanto soggetto di diritto: questo è un concetto proprio della religione Pagana.
L’individuo come soggetto di diritto e non come oggetto di possesso fu la grande rivoluzione per la quale Bruto cacciò l’ultimo re di Roma trasferendo la rivoluzione religiosa di Numa nella società civile.
Il simbolo della Repubblica Italiana sul Palazzo delle Poste di Belluno
Ovviamente possiamo disquisire sulla qualità dell’essere un cittadino soggetto di diritto dell’Antica Roma ed essere un cittadino soggetto di diritto nella società attuale. Solo che questo non appartiene al “principio religioso” ma appartiene alla veicolazione culturale presente nelle singole società.
Il simbolo della Federazione Pagana a fondamento della Religione Pagana
Proprio applicando la Pietas noi condanniamo all’infamia quelle religioni che pretendono di trasformare il cittadino in oggetto di possesso del loro dio. Quelle religioni che tolgono l’uomo dal centro di riferimento della società per porvi il loro dio padrone con la sua morale coercitiva e schiavista. Una morale che trasforma tutta la società in un grande campo di concentramento. Se non facessimo questo, noi non saremmo nemmeno delle persone religiose Pagane (i buzzurri e gli zotici del pagus che non si erano ancora messi in ginocchio davanti al dio padrone dei cristiani). Se non facessimo questo potremmo essere dei concorrenti della gerarchia cristiana, dei concorrenti al ruolo di dominio, degli eretici. Come il fascismo che al dio padrone dei cristiani sostituì lo Stato padrone, salvo allearsi con il clero cattolico per assicurarsi il controllo dei sottomessi: fra padroni ci si intende!
Ma questo è un gioco che noi non vogliamo giocare. Non possiamo giocarlo proprio perché ci definiamo "Pagani".
Noi non possiamo dimenticarci che la legge, intesa come LIBERTA’ sociale ha nel Diritto Repubblicano Romano le sue radici (oggi sappiamo che sono anche in Hammurabi) come sappiamo che la legge che crea schiavitù della società agli agenti del dio padrone ha la sua origine nei vangeli e in Paolo di Tarso (Lettera ai Romani 7, 1-6).
Gli “zotici” dei pagus scelsero: noi, siamo da meno di loro?
Marghera, 31 agosto 2011
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
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Quando e perché la Federazione Pagana prese le distanze dai movimenti etnici che si presentavano in costume. Tuttavia, alcuni membri, a titolo personale, sono rimasti nell'ECER.