La reincarnazione

Di Claudio Simeoni

La reincarnazione, inventata da Platone
attribuita falsamente alle antiche religioni
viene svelata nell'inganno del Dalai Lama e dei buddhisti

 

Scrive Pietro in una sua lettera E-Mail

I Pagani sono reincarnazionisti?

Fra le varie cose in cui credo in quanto pagano, c'è anche la reincarnazione.
Anche se non penso che sia necessario crederci per essere politeisti, sono convinto che si tratta di una dottrina tipicamente pagana, dato che essa non è nata nelle religioni monoteistiche ma presso quelle politeistiche. Poi può essersi trasmessa anche limitatamente in alcune religioni monoteistiche minori, ma essa rimane retaggio del Paganesimo. Gli antichi Bramini dell'India, gli antichi Druidi, gli antichi Orfici ellenici sono stati fra i primi gruppi documentati a professare questa dottrina. E non c'è da stupirsi che il Paganesimo e la reincarnazione siano legati: è più facile per chi crede che esistano diversi Dei credere che possano esistere anche diverse esistenze, diverse vite, diversi destini. Chi invece crede in un unico Dio crede anche che all'uomo sia data un'unica vita ed un unico destino. Infatti le religioni monoteistiche, perlomeno le principali, hanno sempre rifiutato l'idea della reincarnazione.
Mi domando però quanti sono i pagani contemporanei che condividono queste credenze, e se ci sono altri iscritti a questa mailing list che possano essere interessati all'argomento.
Aspetto qualche risposta.
Pietro

Caro Pietro

La problematica che sollevi è una di quelle che mi rende furioso!

E' tuo diritto sollevarla in quanto appartiene al tuo "credere", mio il diritto di diventare furioso davanti a quanto dici. Nota bene: sono furioso, non offeso ed accetto la discussione perché è parte degli scopi della lista.

Perché sono furioso?

Innanzi tutto perché sono PAGANO e non Pitagorico, né sono Platonico, né sono Stoico, né sono Epicureo, né sono Neoplatonico.

Io non accetto le categorie attraverso le quali il cristianesimo offende e stupra gli Esseri Umani. Non accetto di definire Pagano quanto ai cristiani fa comodo chiamare Pagano. Il termine Paganesimo, nella sua eccezione religiosa, fu coniato ed usato dai cristiani dopo il IV° secolo per definire la religiosità dei paesi, il pagus, che resisteva all'orrore della sottomissione imposta dal cristianesimo. Quella religiosità, che è la relazione fra l'Essere Umano e il circostante riconosciuto nella forma degli DEI, è la base di quanto noi definiamo PAGANESIMO. Dopo di che ognuno può aggiungere quello che vuole.

E' chiaro che Seneca non può essere definito cristiano, ma il suo pensiero viene integrato e fatto proprio dal cristianesimo diventando uno strumento di dominio e sottomissione (mia figlia, al liceo classico, anche oggi mi ha letto alcune traduzioni di Seneca: è una cosa allucinante!). Seneca definiva sé stesso Stoico, i cristiani lo definiscono pagano, io lo definisco cristiano! Perché? Perché il cristianesimo è un insieme di dottrine il cui fine è la costruzione della sottomissione fra gli Esseri Umani. Dunque, da Pagano, definisco cristiana ogni dottrina il cui fine è la sottomissione degli Esseri Umani ad una qualunque verità, ad un qualunque credo, il cui scopo è risolvere in esso ogni percorso di libertà e infinità dell'Essere Umano. Non posso certo definire Aristotele un cristiano. L'uso del suo pensiero che ne fa Tommaso d'Aquino per stuprare e distruggere l'umanità integrando il lavoro dottrinale del pazzo di Nazareth, mi porta a classificare Aristotele fuori dal Paganesimo. D'altronde non bisogna dimenticare che l'uscita dall'orrore dell'assolutismo cattolico in filosofia ha nella critica contro Aristotele una pietra fondamentale in tutto l'illuminismo: vedi i lavori di Pomponazzi!

Questo non significa che Pitagora, Socrate, Aristotele o Seneca fossero dei cretini e non abbiano nulla da darmi. Sono uomini che hanno vissuto e hanno sviluppato il loro pensiero all'interno delle contraddizioni di vita.

Quando il cristianesimo conia il termine Pagano, in senso dispregiativo-religioso, si è già appropriato di parte della tradizione neoplatonica, si è appropriato della tradizione Stoica e di quanto gli poteva servire per sottomettere gli Esseri Umani.

In Stregoneria si concepisce lo sviluppo della Coscienza di Sé degli Esseri della Natura attraverso delle trasformazioni. Trasformazioni che appaiono al veggente come una serie di rinascite o come dei continui rinnovamenti. E' facile dire: muore l'Essere Feto e nasce l'Essere Umano adulto! Più difficile è spiegare come le varie fasi dell'esistenza altro non fanno che comprimere l'Energia Vitale del vivente della Natura per prepararlo alla fase successiva.

Il concetto di reincarnazione include che l'individuo che manifesta tale credenza non si considera parte delle trasformazioni dell'Essere Natura in cui vive, ma si consideri separato dall'Essere Natura. Manifestazione della volontà di un dio padrone. Un dio padrone di cui magari non è ad immagine e somiglianza, ma che ha stabilito regole e principi del divenire delle Coscienze di cui l'Essere Umano è la forma più elevata all'interno della sua creazione.

E' indubbio che a molti Paganesimi si attribuiscono concetti di creazione. Questa è attività cristiana. E' piegare la concezione di alcune tradizioni culturali al volere e al descritto del cristianesimo. In realtà si tratta di un generare; di un trasformarsi, dove gli elementi divini della trasformazione agiscono negli Esseri, sono parte degli Esseri, si esprimo attraverso le proprie determinazioni e hanno quale fine la costruzione e la dilatazione di sé stessi: il loro essere DEI!

Io non discuto il pensiero di Socrate come descritto da Platone sulla reincarnazione. Perché questo? Perché so che Socrate era un vigliacco! Non sto parlando di vigliaccheria in termini morali, ma di vigliaccheria in termini di relazione fra sé e il mondo circostante. L'esempio della caverna è l'esempio della pavidità e della vigliaccheria dell'Essere Umano davanti alla Conoscenza e alla Consapevolezza. Pertanto, partendo da questa vigliaccheria psicologica, sono convinto che Socrate e Platone per esso, pensassero davvero di avere un'altra possibilità. Un'altra vita per poter uscire dallo scuro della caverna ed affrontare la luce che intravedevano. Era malato di paura: il primo nemico che l'apprendista Stregone deve sconfiggere per iniziare il proprio cammino nell'eternità. Un cammino che può percorrere soltanto in questa esistenza; in questa opportunità!

Per quanto riguarda l'Orfismo nella Laminetta d'oro da Thurii leggo:

"Ma quando l'anima abbandoni la luce del sole,
la via destra deve seguire, che custodisce ogni bene.
Gioisci sopportando la prova, che mai prima provasti:
da uomo sei divenuto dio; capretto cadesti nel latte;
gioisci, gioisci, percorrendo la via destra
per i sacri prati e i boschi di Persefone."

Questo è tutto, meno che la reincarnazione! Dopo di che Platone può far dire ad Orfeo quello che vuole nei suoi dialoghi. Vedi per esempio il commento di Clemente Alessandrino su quanto scrive Orfeo a proposito del significato dato al nome degli DEI.

Per quanto riguarda poi i DRUIDI il discorso è ancora più complesso: chi ci parla di cosa i DRUIDI credevano? Tutto o quasi è andato distrutto. La tecnica di piegare le credenze dei popoli conquistati per piegarle e farle diventare assonanti a quanto il conquistatore crede è precedente (anche se non di molto) al cristianesimo. Ci sono voluti gli scavi archeologici per dimostrare che i Cartaginesi non sacrificavano i propri figli a BAAL come i romani andavano dicendo per poterli distruggere. Quanto tempo ci vorrà perché le storie dei sacrifici umani dei Britanni e dei Galli, messe in giro da Giulio Cesare e company per coprire e giustificare le stragi che mettevano in atto per conquistare quelle terre, possano essere smentite? Quanto comodo hanno fatto quelle dicerie ai cristiani?

I DRUIDI, e questo lo dico io, erano vicino al concetto, questo sì PAGANO, della ciclicità della vita. Molto simile alle religioni misteriche Adoniste. Se preferisci vicine alla visione del materialismo storico e dialettico dove l'accumulo della quantità, generato dalle azioni del soggetto in relazione all'oggettività in cui vive, genera la qualità del soggetto proiettandolo in una diversa oggettività. Esattamente come l'Essere Feto una volta che ha accumulato sufficiente quantità genera la qualità: muore l'Essere Feto e nasce l'Essere Umano.

Lo stesso vale per i Bramini. Il problema, veramente grande, è quando un sistema religioso diventa elemento portante e struttura fondante uno stato giuridico. Quando, attraverso quella struttura religiosa, si costruisce il controllo del Sistema Sociale. Per la necessità di controllare gli Essere Umani si è disponibili sia a promettere loro il paradiso sia a colpevolizzarli se vivono in condizioni di merda per colpa delle loro vite passate: il gioco del possesso di individui è un gioco al quale io non gioco!

Oltre a quelle che tu, Piero citi, ci sono sicuramente altre tradizioni. Solo che quelle erano tradizioni proprie di quelle culture, dove il rinnovamento del soggetto era presente come era presente il non rinnovamento del soggetto.

Il punto centrale non era il soggetto che si rinnovava proseguendo nelle sue trasformazioni, ma era il pericolo che il soggetto non si rinnovasse. Il pericolo era il coincidere la morte del corpo fisico con la dissoluzione della Coscienza di Sé.

Questo era il vero timore.

Che poi si definiva l'individuo che riusciva a superare la soglia del corpo fisico con le parole, "è risorto" o "è rinato", è irrilevante. Il significato di rinascere o di risorgere che comunemente viene dato è riempito del significato cristiano, non del significato che anticamente veniva dato. I cristiani giustificano l'orrore della loro dottrina asserendo che tutte le altre "fedi" religiose erano come la loro. Prendi ad esempio il termine PADRE usato negli Oracoli Caldaici. I neoplatonici lo interpretavano esattamente come i cristiani, eppure il significato era assolutamente diverso e stava ad indicare le forze divine della trasformazione: generatrici di ogni esistente!

Davanti alla fede e al credere io mi arrendo; esattamente come davanti alla tortura!

Il credere è come la catena che blocca l'Essere Umano nel buio della caverna impedendogli di gettarsi nella luce.

Così, anziché spezzare la catena, l'Essere Umano la giustifica. La rende oggettiva, la materializza idealizzandone la funzione nella sua costruzione religiosa.

Io credo in questo!

Da questo, in cui credo, faccio discendere il mio pensiero. Il mio pensiero altro non è che giustificazione della mia credenza. A quella credenza aggrego la morale relativa al mio credere. A quella morale piego la mia azione affinché non modifichi il mio credere. Infine, affinché nessuno possa deridermi o confutare la mia credenza, piego ad essa i bambini per abituarli a credere. Piego gli altri Esseri Umani a quella credenza. Infine alzo i roghi per impedire che quel credere sia messo in discussione!

La Stregoneria si arrende davanti al credere!

Io non credo negli DEI; io vivo con gli DEI, fra gli DEI, unendo i miei intenti a quelli degli DEI. Gli DEI i cui intenti sono diversi dai miei, non esistono o, se si preferisce, hanno commini diversi dai miei ed è come se non esistessero.

Se io dovessi credere negli DEI dovrei attribuire loro le stesse cose che vengono attribuite al dio padrone dei cristiani. La capacità di determinare il mio destino e pertanto la necessità che io mi sottometta a loro.

Io, a questo gioco, non gioco!

E' la mia azione che determina la mia conoscenza, il mio sapere e la mia trasformazione in relazione all'oggettività in cui vivo. Non il mio credere o i miei convincimenti che sono imposti educazionalmente o sono delle variazioni sul condizionamento educazionale.

Un neoplatonico può credere negli DEI. Un cristiano dirà che un neoplatonico è un Pagano. Un Pagano dirà che un neoplatonico è un cristiano. Il neoplatonico definisce sé stesso; il cristiano lo definisce per la diversità del credere; un Pagano li definirà uguali perché entrambi credono!

Come dici, Pietro, chi crede negli Dei può credere nella reincarnazione, come può credere in un paradiso, può credere nelle grandi praterie o può credere nel nirvana. Sono solo illusioni consolatorie quali prodotto della rinuncia ad affrontare l'esistenza per quello che è avendo rinunciato ad affrontare le più dure sfide della vita.

Quando gli abitanti della Val Rendena presero a sassate Vigilio che voleva distruggere la statua di Saturno lo fecero al fine di salvare la relazione fra la loro soggettività e il farsi DIO dell'Essere Umano. Era l'anno 405. Era la resistenza del sentire Pagano nei confronti della sottomissione all'orrore cristiano. Non hanno torturato Vigilio. Non gli hanno infilato ferri roventi nell'ano come a molti Esseri Umani farà Vigilio e la sua banda di assassini; hanno difeso il loro sentire, il loro legarsi al mondo: il loro esistere nell'eternità!

Io sento spesso i cristiani parlare di alcuni DEI Pagani riferendosi come: "il DIO del fiume!"; "il DIO del mare!"; "il DIO del cielo!". Ma sono affermazioni cristiane che obbediscono alle categorie filosofiche e morali cristiane. Come può un Pagano accettare quelle affermazioni se non come momento tattico nello sviluppo del suo pensiero?

Perché non si afferma secondo le categorie del Paganesimo? Non è il DIO del fiume, ma è il fiume un DIO! Non è il DIO del mare, ma è il mare un DIO! Non è un DIO del cielo, ma è il cielo un DIO!

Pensate che sia una cosa da poco?

Se pensate al cielo come un DIO, un DIO vi camminerà a fianco; se invocate un DIO del cielo avrete solo un fiume di disprezzo. Esattamente come il dio dei cristiani disprezza gli Esseri Umani tanto da macellarne i primogeniti come ha fatto in Egitto!

Ritornando al concetto di reincarnazione voglio ricordare che questo è la negazione del concetto di Paganesimo quale relazione fra l'Essere Umano e il circostante in cui vive.

Il concetto di reincarnazione implica sempre il ritorno nella carne, il ritorno nella forma al di là di come quella forma viene pensata o descritta (reincarnazione in forma umana o in animali, piante ecc.). Questo concetto va a negare il concetto Pagano di Madre Terra, Maia, Giunone, Demetra o quant'altro in ogni tradizione Pagana. Il concetto di Terra Madre dell'Essere Natura.

L'Essere Umano è parte dell'Essere Natura, non il padrone della stessa per volontà di un qualche dio che determina il destino umano. L'Essere Umano è parte di tutti i processi di adattamento che nell'Essere Natura si sono sviluppati. E' divenuto assieme all'intera Natura e all'interno di questa esercita le sue determinazioni (inteso nel senso che ne dà la filosofia deterministica) per divenire e trasformarsi. Dove la trasformazione di ogni sua parte permette la trasformazione del tutto. Dove ogni parte esercita le sue volontà all'interno delle sue determinazioni costringendo il tutto a riadattarsi. L'Essere DIO di ogni parte dell'Essere Natura all'interno di un DIO quale l'Essere Natura stesso.

Parlare di reincarnazione senza riconoscere un processo di costruzione infinita, significa negare la divinità di quanto ci circonda e i suoi sforzi di divenire nell'infinito facendo di noi stessi i destinatari di un destino che non è determinazione interna dell'Essere Natura, ma è il risultato di una volontà esterna: di una volontà creatrice, concetto cristiano!

La fonte psicologica del concetto di reincarnazione è sempre la sconfitta dell'individuo nella capacità di determinare la propria esistenza e nella paura che lo sconosciuto, dal quale è circondato, lo travolga.

Anche il concetto attuale di ecologia è un concetto derivato dal cristianesimo: la natura da proteggere dopo essere stata distrutta! Gli Esseri Umani da assistere dopo che si è distrutto il loro Sistema Sociale! Perché? Perché se la natura viene protetta dopo essere stata distrutta non si ricostruirà mai più per ciò che LEI vuole ricostruirsi, ma per quello che il dio padrone vuole che si costruisca. Allora proteggo la natura. La proteggo non dal saccheggio degli Esseri Umani, ma dai processi di ricostruzione e riadattamento che ella mette in essere per rispondere all'attività distruttiva degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra.

Io sono un DIO. Parte e trasformazione soggettiva di un DIO. Circondato da DEI che determinano loro stessi e che nel complesso appartengono all'Essere Natura.

Nessun "figlio di puttana" determina i nostri destini. Quanto succede è frutto dei reciproci processi di adattamento all'interno dei quali esercito il mio Potere di Essere. Il Potere di Essere che esprimo qualifica, all'interno dell'Essere Natura, il DIO che sono, il DIO che intendo diventare e ne alimenta il DIO, l'Essere Natura, che mi comprende.

Nessuna reincarnazione, ma una possibilità di eternità che devo sfruttare.

Questo è Paganesimo che non ha nulla a che vedere col Pitagorismo, Stoicismo, Platonismo, Neoplatonismo, epicureismo o quant'altro anche se questi sono il prodotto di trasformazioni, più o meno degenerate, del Paganesimo stesso! Anche se da queste esperienze posso comunque attingere quanto mi serve!

L'Essere Natura e Madre Terra!

Noi siamo i suoi figli! Parte dell'immensa famiglia delle specie animali che da quel Crogiolo si è generato. Il nostro dovere è costruire noi stessi nell'infinito dei mutamenti. Nostro dovere è contribuire affinché i nostri figli possano costruire loro stessi nell'infinito dei mutamenti. Nostro dovere è costruire noi stessi affinché si costruisca l'Essere Natura e l'Essere Terra di cui noi siamo parte e non i padroni.

Non c'è nessuna reincarnazione!

Non c'è nessun paradiso!

Non c'è nessuna resurrezione!

Non c'è nessun nirvana!

C'è soltanto questa occasione che dobbiamo imparare a sfruttare al meglio per costruirci nell'eternità dei mutamenti.

Dopo di che possiamo credere a quanto vogliamo. Possiamo credere che il Paganesimo sia questa o quella che cosa ci hanno insegnato che sia. Noi, comunque, abbiamo un solo dovere, divenire nell'eternità dei mutamenti arricchendo l'insieme in cui viviamo.

Questo non lo potremmo mai fare quando ci nascondiamo illudendoci di avere una seconda possibilità!

MARGHERA 05.05.2000

 

Nell'agosto 2006 i giornali riportavano la notizia delle affermazioni del Dalai Lama, noto reincarnazionista, che mettendo in discussione la prassi elettiva del Dalai Lama (come egli fu eletto e scelto) in base alla dottrina buddista, di fatto sconfessa non solo la prassi buddista, ma egli stesso come reincarnazione del Buddha.

Che il concetto della reincarnazione fosse una truffa non c'erano dubbi.

I buddisti, scoperti nella loro truffa religiosa, corrono ai ripari cercando di eliminare tutto quanto può concorrere ad accusarli di truffa e di inganno.

Il loro problema, come del resto quello dei cattolici in relazione al loro inferno e paradiso, è che la reincarnazione va dimostrata e non solo affermata come un atto di fede aprioristico.

Così il buddismo, al di là della sua filosofia, dimostra di essere una truffa religiosa e anziché diventare una religione che lega l'uomo al mondo in cui vive conferma e sottolinea il suo ruolo di organizzazione politica con velleità di potere e di dominio.

Per 2.600 anni hai truffato, ingannato e ucciso distruggendo le religioni animiste del Tibet in nome di un credo religioso che si rivela una truffa. Ora, anziché rivisitare quanto hai fatto, analizzarlo ed eventualmente ricostruirlo in maniera diversa come insieme religioso, preferisci riciclare il tuo credo in una formazione politica che vada a destabilizzare i sistemi sociali attraverso la virulenza di un proselitismo distruttivo.

Noi, come Pagani Politeisti, che da sempre ci siamo opposti a credenze fatalistiche o a destini predeterminati, non possiamo che condannare chi, imponendo concezioni religiose aprioristiche e indimostrabili, tenta di sottomettere ad esse degli individui approfittando delle loro condizioni di vita e dei loro bisogni.

Prelevo l'articolo dal sito:

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200608articoli/8842girata.asp

I 50 MILA SEGUACI CHE NEL NOSTRO PAESE ASPETTAVANO IL MISTERO DELLA REINCARNAZIONE FANNO I CONTI CON UNA DECISIONE PRAGMATICA

«Dalai Lama eletto per sfidare la Cina»
9/8/2006
di Marco Neirotti

La nuvola italiana del Buddhismo è vaga, indistinta. E’ un gioco o una convinzione. Di certo è lontana dalle scelte misurate, politiche, spirituali, abili del quattordicesimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, 71 anni, una confidenza con la spiritualità e con la realtà occidentale che ne hanno fatto un leader religioso e terreno insieme. Viso da buon nonno e occhiali da buon intellettuale. Ha decretato che non è più tempo di indagare bimbi per vedere in loro un reincarnazione. Dandosi del «semi-pensionato», ha deciso che i tempi sono cambiati. Ma, come ha scritto Claudio Gallo sulla «Stampa» di ieri, ha dichiarato chiaro e tondo di avere traghettato «il popolo fuori dal nostro Paese per riavere la madre patria». E la stoccata: gli anziani nominino il nuovo. E’ il crollo della reincarnazione, del bimbo in cui riconoscere il domani. Addio premonizioni, famiglie che anelano a vedere un piccolo designato. Tenzin Gyatso sta stravolgendo un pezzo, una roccia, un monumento di storia. Perché? Perché è uomo di cultura, è uomo dei suoi tempi, è uomo - lui premio Nobel - che guarda a questa storia politica in divenire. Sono tanti i Buddhisti italiani - i rotocalchi raccontano Ornella Muti oppure il calciatore Roberto Baggio, il cui manager Petrone non può nemmeno permettersi un auricolare per rispondere in auto - e sono tanti gli pseudoadepti (Gabriele Salvatores ha fatto un po’ di yoga e, dicono gli amici, quasi se lo mangiano). Quelli veri sono più di 50 mila. Essere obiettivi, anche di fronte a un’apertura simile, non è facile. Ha le idee chiare Claudio Cardelli, vicepresidente dell’Associazione Italia-Tibet: «Siamo realistici su tutti gli aspetti. Il Dalai Lama, che conosco da anni, affronta un aspetto spirituale e uno terreno, concreto, anche politico». Si riferisce senza nascondere nulla all’offensiva cinese, alle schermaglie politiche, anche ai sequestri di persona nei confronti di alti esponenti di questo pensiero religioso. Allora stiamo parlando di una sorta di tregua? di un punto di incontro, disperato oppure diplomatico? «Stiamo parlando di chi si guarda intorno e intanto guarda avanti. Il Dalai Lama sta disperatamente, nel senso più limpido e fiducioso del termine, cercando di trovare la via di mezzo, tra persecuzioni e resistenza, tra scontri frontali e provocazioni». Il Buddhismo apre a una via politica, Cardelli? «Sì, è una sfida alla Cina, tra religione e filosofia. Cercare il successore con un’elezione significa legittimarlo come rappresentante di un popolo oppresso. Il significato politico è forte. E’ una volontà di dialogo. Ma alla pari». Quello che accade fa pensare alle ferrovie che tagliavano l’America quando Custer e Chivington aprivano la strada ai binari. Si sta colonizzando tutto. Miniere di rame, di oro, una ferrovia per un turismo interno che muove 40 milioni di persone in pochi anni. Eccolo il nuovo Dalai Lama, ecco la sua eredità: è politica. Eccola l’elezione anziché il bimbo da coltivare. E’ la presa di coscienza politica. «Siamo di fronte al leader del dissenso», dice Cardelli. La storia del Tibet, quella del Sikkim, quella cinese, quella dei monaci, quella dei cani malandati che piangono in attesa che buttino fuori dai monasteri i resti della puja, quella della gente dei monti, è per gli italiani che guardano al Dalai Lama una sorpresa «già in cantiere». Dieci anni fa, a Mosca, lui distinse fra «compassione», «condivisione», «bisogno». Oggi fra questi 50 mila d’Italia, che da quella filosofia aspettavano un mistero come la reincarnazione, c’è nebbia. Un Dalai Lama eletto? Sembra di vedere il sorriso e la spiritualità di Tenzin Gyatso, 71 anni, quattordicesimo Dalai Lama: «Ragazzi, siamo nel 2006. Guardatevi intorno. C’è un mondo politico che ci avvolge».

Appare del tutto evidente come siano gli interessi economici e politici a muovere la religione buddista e che, in fondo, principi religiosi su cui si basa per i buddisti non sono importanti. Come per i cristiani: l'importante è controllare le persone. Costringerle ad accettare passivamente le decisioni di una gerarchia che vede nel dominio il suo “destino”.

Sotto questa luce diventa evidente come i contrasti fra lo Stato Cinese e i buddisti Tibetani non abbia nulla di religioso, ma si tratta soltanto di un contenzioso politico-economico. Un contenzione in cui l'attività dei Buddisti Tibetani è finalizzata a rendere precarie le condizioni di vita degli abitanti del Tibet al fine di proporre sé stessi come alternativa al governo Cinese.

Guardatevi sempre da chi vi propone delle verità o dei destini ai quali sottomettervi. Quando avrete interiorizzato quelle verità e quei destini, anziché costruire il vostro futuro e quello della società civile nella quale vivete, vi ritroverete a mettervi delle bombe addosso e a farvi saltare in aria perché non sarete più in grado di vedere in quale futuro le trasformazioni in atto nel presente vanno a sfociare.

Pagina modificata in data 10 agosto 2006

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