Società devastata dalla sessualità delirante cristiana

Il controllo sociale della Sessualità

Quarta parte

Claudio Simeoni

 

Indice generale dei temi di Claudio Simeoni

 

Il controllo sociale della Sessualità - Introduzione e indice dei temi

 

La devastazione sociale imposta dal cristianesimo

 

Non esiste, nella società civile, il concetto secondo cui l'azione che viene fatta oggi si sedimenta dentro ad un individuo, viene da questo elaborata, per provocare danni in un momento successivo sia all'individuo che alla società civile. Così, il sistema giuridico del nostro paese non ritiene gravi le azioni fatte sulle persone più deboli e invece ritiene molto gravi le azioni fatte dalle persone più deboli nei momenti in cui vogliono riaffermare sé stesse e i propri diritti violati. E' una conseguenza giuridica dei rimasugli, all'interno della società democratica, della monarchia assoluta. Rimasugli che vengono ampiamente difesi dal cattolicesimo per garantirsi il controllo degli individui indifesi al fine di salvaguardare il proprio potere di devastazione sociale.

Qui veniamo condotti al recente caso di tale Gelmini, accusato da alcuni tossicodipendenti della sua comunità di aver tentato o fatto delle molestie sessuali nei loro confronti. Le persone erano circoscritte, vivevano nella galera organizzata da Gelmini; Gelmini era il dio onnipotente e dominatore di tale galera.

Quelle accuse, sono vere o non sono vere?

Sta alla magistratura accertarlo. Premesso che i magistrati non hanno preso il prete Gelmini e lo hanno riempito di botte per un paio di giorni per fargli confessare la faccenda pur avendo in mano delle accuse precise mosse da persone nei suoi confronti (per altre persone lo hanno fatto anche se non erano accusati di atti contro le persone), sta di fatto che la difesa di Gelmini ci permette di comprendere l'ideologia cattolica che Gelmini manifesta.

Dichiarazione del prete Gelmini riportata il 04 agosto 2007:

"Soffro, ma interiormente sono molto sereno. Quarantaquattro anni di lavoro non si possono cancellare con delle insinuazioni."

Dichiarazione del prete Gelmini riportata il 05 agosto 2007:

"Ho già perdonato gli accusatori, mi avevano ricattato per ritrattare, ma io non ho dato soldi – tuona il fondatore – Per i giudici non ho sconfinata fiducia. Certi Pm vogliono la gogna mediatica. Berlusconi mi ha detto: "Conta su di me, sono un antesignano di denunce"." E ancora: "Proprio la mattina in cui sono stato interrogato dal magistrato, ho ricevuto una telefonata estorsiva – racconta don Pierino – Le denuncia è partita con uno e con due. Poi i 5.Sorpresi a rubare in comunità ed espulsi promisero: "Tanto te la faremo pagare"."

Dichiarazione dell'avvocato del prete cattolico Gelmini riportata il 05 agosto 2007:

"Non credo alla spontaneità dell'intera vicenda. Don Pierino conosce bene i ragazzi che lo accusano. Sono degli psicolabili, quindi manipolabili. Abbiamo il dubbio che esista una regia – rilancia l'avvocato Lanfranco Frezza – Sono ragazzi, ma non dei fiorellini, con esperienze di droga e di altro tipo, terribili. Uno di loro, una specie di coordinatore, ha trascinato anche altri per avere di più da don Pierino."

Dichiarazione del prete cattolico Gelmini riportata il 06 agosto 2007:

Dopo aver dichiarato che le accuse nei suoi confronti sono dovute: "lobby ebraico-radical chic che sta attentando al ruolo della chiesa cattolica nel mondo". Dichiara:

"Chiedo scusa agli ebrei" dice don Pierino dal suo centro in Aspromonte. "Ho per loro rispetto e molta considerazione. Non volevo fare dichiarazioni contro la loro comunità, mi riferivo invece alla lobby massonico-radical chic".

Come si può notare le azioni di Gelmini sarebbero avvenute nei confronti di ragazzi affidati alla sua struttura: delle non persone! Non persone in quanto drogati o ex detenuti. Per l'ideologia cattolica sono dei soggetti che non hanno diritto a considerare sé stessi delle persone, ma solo degli oggetti d'uso sui quali il Gelmini riversa la sua carità e poteva pretendere un compenso dalla loro sessualità. Al di là di che cosa dirà la magistratura, appare evidente che nella logica criminale delle comunità di Gelmini le persone internate vengono private della loro soggettività. Non sono più persone, ma drogati, ex detenuti, poveracci, una volta inquadrati in una categoria, dai quali si pretende che si comportino come Gelmini vuole. Anche il ricatto che Gelmini ha subito lascia perplessi. Se i fatti sono veri appare più un tentativo di salvare Gelmini da un processo più che un tentativo di ricatto. Una specie di accordo extragiudiziario come la chiesa cattolica ha fatto per migliaia di altri casi di violenza negli USA (vedi il recente caso della chiesa cattolica di Los Angeles).

La situazione di Gelmini (scrivo il 15 agosto 2007) appare molto simile a quella che vide coinvolto, non molti anni fa, il frate cappuccino Fedele Biseglia. Anche lui dava della psicolabile alla suora che era stata violentata. Anche lui sembrava innocente. Anche lui, scarcerato dal tribunale per il riesame, perdonava la sua accusatrice, anche lui perdonava le donne extracomunitarie che ne indicavano le abitudini. Anche lui pretendeva di essere santo, anche lui parlava di macchinazione; finché la Corte di Cassazione censurò il tribunale per il riesame e fu posto agli arresti domiciliari. Anche lui si faceva riprendere mentre lavava i piedi o assisteva i bambini africani. Il giorno 19 luglio 2007 veniamo a sapere che la chiesa cattolica lo ha scaricato in quanto persona indifendibile. Viene sospeso a divinis e gli viene tolta la facoltà di amministrare i sacramenti.

Questo schema si riproduce in tutte le situazioni in cui il cattolicesimo istiga la veicolazione delle pulsioni sessuali all'interno del possesso da un lato spingendo le persone a cercare individui deboli da possedere e dall'altro lato criminalizzando chiunque non accetta di essere posseduto.

E' il caso della ragazza dodicenne che veniva molestata da un compagno in classe. L'insegnante della ragazza pretendeva che la ragazza accettasse il suo ruolo di oggetto di possesso. Non solo pretendeva che si sottomettesse alle pulsioni del "compagno di classe", ma anche il l'insegnante si compiaceva delle violenze che la ragazza subiva:

Scrive l'insegnante ai genitori della ragazza:

"Alla luce di quanto accaduto oggi, ossia i numerosi tentativi di palpeggiamento cui sua figlia è fatta oggetto, suggerirei di controllare l'abbigliamento. A tal proposito, esiste una direttiva ben precisa della preside a cui occorre attenersi".

Cosa diversa per la magistratura, continua il giornale La Repubblica del 27 luglio 2007:

"Tutto qui. Non una parola su chi aveva molestato in classe una ragazzina di 12 anni. Da quel momento lei non ha aperto più il suo diario scolastico. E ha cominciato a scriverne un altro, che adesso è diventato l'atto d'accusa della Procura contro quattro insegnanti della scuola media del centro città, la Lambruschini. Sono indagati dal Pm Maurizio Agnello di violenza sessuale, perché la legge non fa differenza fra chi commette gli abusi e chi ha il "dovere giuridico" di impedirli."

E che dire della nomade che accarezzato un bambino che le è venuto incontro correndo verso la strada, si è vista donne urlanti che l'accusavano di voler rapire il ragazzino, arrestata, picchiata anche in questura e poi rilasciata con una sentenza assolutoria in cui il giudice afferma che l'allarme fu lanciato per pregiudizio: una madre di otto figli che mendicava per aiutare quello ammalato di poliomelite. La Repubblica 01 agosto 2007

E non è forse per manifestare il possesso nei confronti della sorella trasformata come serva che Gennaro Casella di Napoli uccide la sorella Raffaellina accusandola di non aver stirato bene la piega dei suoi pantaloni? Il Gazzettino 31 luglio 2007.

Sono storie di emarginazione anche quelle emerse in data 08 agosto 2007 in cui un giovane sbandato "ricattava" dei sacerdoti cattolici di raccontare dei rapporti sessuali che aveva avuto con loro in cambio di soldi. Scrive il giornale La Repubblica:

"Storie di ragazzi di strada, quelli che a Torino si incontrano in via Cavalli, via Avigliana, a pochi passi dal tribunale. Storie di sacrestie, di denari tenuti in casa. Addirittura di liberatorie custodite gelosamente alla consegna del denaro, frutto del ricatto di un passato tutto da chiarire. [...] Nelle carte del processo che coinvolge don Luciano Aloisio e monsignor Mario Vaudagnotto c'è una Torino sotterranea, forse inconfessabile. L'ordinanza del gip, trenta pagine di confessioni e racconti, contiene accuse pesantissime che ora gli inquirenti stanno verificando. Le accuse di Salvatore Costa partono dal 1997 "quando incontrai don Aloisio presso la fondazione dei Fratelli dimenticati" e che proseguono fino a pochi mesi fa: "Avevo bisogno di soldi, sono sposato e padre di due bambini. Il sacerdote mi aveva promesso un prestito, poi ha cambiato idea e ha deciso di non aiutarmi più. Con don Luciano avevamo avuto, anni fa, incontri sessuali. Una volta mi aveva proposto di andare nel suo ufficio". Dopo quelle esperienze era nata l'idea del ricatto: "Lui mi dava dei soldi, quando ne avevo bisogno, ma era terrorizzato dall'idea che quella storia diventasse pubblica. Mi faceva firmare dei fogli e mi diceva: "Io non ho mai voluto fare sesso con te". L'accusatore è un fiume in piena: "Sapevo che alcuni sacerdoti della città si incontravano con i ragazzi di strada, me lo avevano detto i miei amici che fanno parte di quel mondo"."

E non è sempre l'educazione cristiana che induce al possesso che costringe a cercare bambini da possedere; bambini che una volta posseduti non diano problemi. Scrive Il Gazzettino del 01 agosto 2007:

"La sua perversa ossessione, quella delle "tatine" e dei "katoy", bambine e ragazzini di entrambi i sessi, dai 6-7 ai sedici anni, di cui abusava tra la Tailandia e la Cambogia, non gli dava pace. La vita di Giorgio Sampec il veronese di 57 anni condannato l'8 marzo scorso a 13 anni e 9 mesi di reclusione dai giudici della nona sezione penale di Milano, era organizzata – secondo quanto si legge nelle motivazioni della condanna – in funzione del turismo sessuale".

E cosa cercava il missionario don Marco Dessì? Scrive Il Gazzettino del 24 maggio 2007:

"L'accusa aveva ricordato tutte "le prove schiaccianti" che testimoniano come il prete 59enne, abbia abusato, un numero imprecisato di volte, nell'arco di circa venti anni, degli orfanelli ospitati a Chinandega (Nicaragua) dove lo stesso don Dessì ha dato impulso ad una grande missione umanitaria, Betania, che comprende scuole, ospedali, centri di addestramento professionali e ricoveri."

I poveri, oggetti che possedeva, e che poteva togliere loro quello che lui voleva.

E non è dello steso tenore la notizia riportata dal giornale La Repubblica del 06 giugno 2007:

"Una sorta di lager nel quale i bambini subivano soprusi, vessazioni e violenze di ogni tipo" questo era per il vice-questore di Enna Tito Cicero, la casa alloggio Quadrifoglio. [...] Ieri sono stati arrestati i gestori della struttura O. A. e M. M.. I due sono accusati di abbandono di minori, violenza privata e malvessazioni nei confronti dello Stato. A far scattare le indagini sono state le dichiarazioni spontanee di ex dipendenti della struttura, ma anche di semplici cittadini, che hanno raccontato quanto accadeva nella comunità che ospitava venti bambini, figli i famiglie bisognose, e sei adulti disabili psichici. Punture di spillo sul corpo, ceffoni, ricatto di non far loro vedere i genitori. Questo subivano i piccoli, assistiti da personale ridotto al minimo e nutriti con cibi scadenti e persino scaduti. Per ogni bambino la cooperativa onlus percepiva dal comune circa duemila euro al mese. E proprio per non perdere alcune rette, secondo gli inquirenti, O. A. avrebbe sottoscritto false dichiarazioni al tribunale dei minori affermando che alcune famiglie non erano idonee a riottenere l'affidamento dei figli.."

Tutti hanno il diritto di difendersi in giudizio e tutti hanno il diritto di veder riconosciute aggravanti e attenuanti, ma esiste un uso del Garante per la Privacy al fine di impedire all'opinione pubblica di farsi l'opinione che esistono centri di carcerazione o campi di concentramento in cui i bambini vengono violentati?

E non è forse la veicolazione all'interno dell'ideologia del possesso che porta all'arresto del maestro d'asilo di Verona? Scrive il giornale Il Gazzettino del 09 giugno 2007:

"Pedofilia in asilo, arrestato un maestro

La squadra mobile di Verona, dopo lunghe indagini, ha arrestato un insegnante d'asilo con l'accusa di violenza sessuale aggravata verso due bambine di soli 5 e 6 anni."

E non è forse la veicolazione all'interno dell'ideologia del possesso che porta all'arresto del poliziotto di Genova? Scrive il giornale La Repubblica del 07 giugno 2007:

"Un poliziotto quarantenne, già imputato nel processo per le violenze nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova del 2001, è stato arrestato con l'accusa di aver stuprato due giovani prostitute clandestine romene che erano rinchiuse nella camera di sicurezza della questura e di averne palpeggiata una terza."

E non è forse la veicolazione all'intero dell'ideologia del possesso che porta all'arresto del critico d'arte Alessandro Riva? Scrive il giornale La Repubblica del 06 giugno 2007:

"Un'accusa grave che si riferisce a fatti continuati negli anni, dal 2002 ad oggi, avvenuti a casa sua, quando le compagne di scuola di sua figlia erano ospiti per studiare o giocare insieme. Violenza sessuale aggravata dall'età delle presunte vittime: con questa accusa è finito agli arresti domiciliari Alessandro Riva, 43enne critico d'arte braccio destro di Vittorio Sgarbi nell'assessorato alla cultura di Milano, curatore di mostre, creatore dell'Italian Factory, la scuderia di giovani talenti artistici italiani. Il suo arresto è uno choc, per la comunità artistica. E lo stesso Vittorio Sgarbi lo difende: "Probabilmente si tratta di un'accusa che bisognerà valutare bene, nata da invenzioni: tutto un equivoco, forse la malizia infantile ha attribuito a Riva atteggiamenti morbosi che invece erano del tutto banali."

Come si vede, davanti alla violenza sessuale, si stringe una complicità e una comprensione finalizzata a legittimarla. Come il prete Gelmini trova complicità nel minacciare i suoi accusatori di essere dei delinquenti, e pertanto senza diritti di rivendicare il rispetto per il proprio corpo, così Riva trova la complicità di Sgarbi che dice come bisogna valutare bene. Gli stessi personaggi, da Gelmini a Sgarbi, sono gli stessi che chiedono la tolleranza zero nei confronti delle persone fragili ed indifese al fine di trasformarle in oggetti di possesso e di facilitare la loro carriera sociale e politica.

Ed è sempre il possesso, come metodo con cui relazionarsi con il mondo che trasforma i malati di Cosenza in oggetti d'uso per i propri profitti personali:

Scrive Il Gazzettino del 18 luglio 2007:

"Truffa in casa di riposo, sacerdote fermato

Cosenza – Una sistematica spogliazione delle risorse destinate all'Istituto di assistenza Papa Giovanni XXIII, della proprietà della curia arcivescovile di Cosenza, al fine di determinare situazioni di arricchimento personale che si erano consolidate nel tempo a discapito dei degenti, lasciati in condizioni di grave abbandono sul piano sanitario e igienico. E' quanto è emerso dalla Procura della Repubblica di Paola che ha portato all'emissione di ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari a carico dell'ex presidente della struttura di assistenza di Serra d'Aiello (Cosenza), il sacerdote Alfredo Luberto, di 49 anni, e del commercialista Fausto Arcuri, di 40 anni, ex componente del consiglio di amministrazione. Indagini sono anche in corso a carico dell'ex arcivescovo di Cosenza, mons. Giuseppe Agostino, con particolare riferimento alla sistematica appropriazione di fondi e di beni di proprietà della struttura."

Persone emarginate usate per fini personali, per sesso o per denaro, in assoluto disprezzo della società civile.

E non è forse in risposta alla propria patologia psichiatrica di onnipotenza nella ricerca di obbedienza da parte delle persone che gli stanno attorno. Una ricerca ossessiva che non era in grado di reggere psicologicamente nell''orrore in cui lo aveva spinto. Scrive Il Gazzettino del 17 luglio 2007:

"Va alla festa del patrono e poi uccide moglie e figli

Caserta – Domenica sera, assieme con la moglie e i bambini che avrebbe ucciso dopo poche ore, aveva partecipato ad una festa in paese. A Piedimonte Matese, nel Casertano, c'è incredulità per il gesto di Luuigi Iannelli 35 anni, il farmacista che ha ammazzato tutti i componenti della sua famiglia, la moglie Maria Karini Baldini, italoargentina di 38 anni e i figli Davide e Martina, soffocati nel sonno, e si è suicidato con una coltellata al petto. [...] nessuno riesce a spiegarsi il gesto di Luigi, nemmeno lo zio, Antonio Giorno, il fratello di sua madre Fausta: "Era una famiglia modello, molto affiatata – spiega – domenica sera hanno partecipato tutti insieme alla festa del paese, Luigi aveva regalato dei giochi ai suoi figli e chi li ha visti giura sulla loro serenità."

Nessuno si spiega, così altri delitti per sindrome di possesso e dipendenza psichica insanguineranno la società civile nella follia di sottomettere le persone all'educazione cristiana che fa dell'imposizione della sindrome da onnipotenza regola della propria azione. E' il parroco cattolico che in questa vicenda, al fine di perpetrare le condizioni di delitto, tale don Alfonso che dichiara nello stesso articolo de Il Gazzettino:

"E' inutile giudicare, bisogna solo stare in silenzio e riunirsi in preghiera."

Il criminale che invita a non indagare sulla sua attività di terrore e di oddio sociale per poter perpetrare il suo terrore e odio sociale. Come Gelmini che indica nei suoi accusatori dei criminali o come Sgarbi che indica in fraintendimenti le azioni del suo collaboratore.

Ed è sempre nella manifestazione della sindrome del possesso, nella ricerca di dipendenza e nella manifestazione di onnipotenza anche la notizia data da Il Gazzettino del 21 luglio 2007:

"L'orco è un giovane e tranquillo impiegato di banca

La madre di un ragazzino, preoccupata per il comportamento del figlio, lo segue di nascosto e scopre tutto. Gli incontri smascherati da microspie piazzate dagli uomini dell'arma.

Padova – In principio di carabinieri erano convinti che l'insospettabile giovanotto, rispettabile impiegato di banca, se la godesse organizzando festini a casa sua a base di alcol e spinelli, con ragazzini e ragazzine minorenni. E sono riusciti a piazzargli una telecamerina in casa. Poi le microspie. Lo hanno controllato per mesi. Insomma, c'era il sospetto che si trattasse di droga-party. Si sbagliavano, c'era molto di più. I party erano solo il paravento. Perché al giovanotto interessavano solo i ragazzini. Minorenni. Per abusare di loro. Ieri mattina è stato arrestato. Gli investigatori dell'Aliquota operativa della Compagnia di Padova sono andati nuovamente a casa sua. Questa volta hanno suonato alla porta e gli hanno messo in mano un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, che il giudice delle indagini preliminari, Rita Bortoletti, aveva appena firmato. Daniele B., ventinovenne, è accusato di quattro violenze carnali, ai danni di ragazzini dai 14 ai 17 anni. Ma i casi sarebbero sette. Altri tre episodi sono al vaglio del pubblico ministero Roberto Lombardi."

Trasformare le persone in oggetti di possesso: questo insegna l'educazione cristiana.

Questi sono i fini e gli intenti dell'educazione cristiana. E' ridicolo quanto affermano i cristiani nella loro propaganda, da un lato violentano la psiche delle persone per sottometterle a sé stesse e al loro dio padrone che sottraggono al giudizio e alla critica della morale sociale e, dall'altro, pretendono che le persone afferrino dal loro insegnamento solo la sottomissione e non l'identificazione col loro dio padrone. Pretendono che le persone non mettano in atto la feroce sindrome da onnipotenza che loro insegnano ai bambini e che loro manifestano nella società civile pretendendo di sottrarsi alla critica sociale.

Volutamente e intenzionalmente, mediante la violenza che esercitano sui bambini, i cristiani danneggiano la società civile e, per consentire loro di far ciò, molte istituzioni, venendo meno ai loro doveri, li aiutano in questa loro opera di devastazione sociale, come gli insegnanti di religione cattolica.

E ancora, proviamo a leggere che cosa ci racconta La Repubblica del 15 agosto 2007:

"Violenza sulle pazienti in psichiatria, arrestati un medico e due infermieri

Lamezia Terme – Una di loro è stata convinta a "concedersi" promettendole la pensione di invalidità. Ad un'altra sono stati somministrati dei calmanti per renderla accondiscendente. Sono almeno quattro le degenti del reparto di psichiatria dell'ospedale di Lamezia Terme che avrebbero subito violenze sessuali ad opera di un medico e di due infermieri. Giovani donne fra i 20 e i 30 anni che invece di trovare un aiuto per la loro difficile condizione erano oggetto delle "morbose attenzioni" di chi avrebbe dovuto curarle. Ieri la Polizia di Stato ha posto fine ad una storia che andava avanti dal 2004, ed ha arrestato Giuseppe Masi di 46 anni, medico, e gli infermieri, Domenico Casalinuovo (55anni) e Franco Pino (46 anni). Secondo l'indagine del pm Alessandra Ruberto, Masi e Casalinuovo più volte avrebbero approfittato della loro "posizione" per abusare delle pazienti. Mentre Pino, il terzo, avrebbe "solo"tentato la violenza."

Come dice il Gesù di Nazareth: "I poveri li avrete sempre con voi e potete far loro del bene ogni volta che vorrete!" Bestie, individui trasformati in oggetti da usare per i propri pruriti. E' questa l'educazione cristiana che uccidendo quella naturale propensione dell'uomo alla solidarietà e alla partecipazione per il benessere sociale lo trasforma in un soggetto che deve trasformare le persone in oggetti per soddisfare le proprie pulsioni perché l'educazione cristiana ha costretto la sua sessualità a veicolarsi SOLO all'interno dell'ideologia del possesso. Lo costringe a cercare persone fragili e dipendenti da poter usare per le proprie soddisfazioni. Quella che è la naturale sessualità dell'Essere Umano, il cristianesimo la trasforma in fobia con cui aggredire la società civile impedendogli di mettere in atto azioni virtuose attraverso le quali arricchire il proprio futuro. Chi dovrebbe alimentare la ricchezza sociale viene, dal cristianesimo, trasformato in un rapace che derubando la realtà che lo circonda impedisce a questa di fondare il proprio futuro e il proprio benessere.

Certamente molti fatti di cronaca avranno delle conseguenze giudiziarie. Qualche persona verrà giudicata, qualcun'altra assolta, ma a me non interessano i fatti personali a me interressa il disagio sociale che emerge dai vari fatti di cronaca. Un disagio sociale che dovrebbe indurre le persone a comportarsi in maniera più civile, più consona al dettato Costituzionale. Comportarsi in maniera più civile non significa soltanto NON COMMETTERE DEI REATI (i quali comunque sono una componente necessaria della società civile; senza l'individuazione del reato non c'è la giurisprudenza che separa il lecito dall'illecito), ma immettere nella società quella necessità del comportamento virtuoso che faccia della norma costituzionale non solo il fondamento del comportamento delle persone nella società, ma che determini I DOVERI delle Istituzioni nei confronti e all'interno della società stessa. Senza la consapevolezza da parte delle Istituzioni e delle persone che agiscono nelle Istituzioni che esse sono sottoposte e asservite alla Costituzione e che è loro dovere IMPORRE le norme Costituzionali l'educazione cattolica continuerà ad imporre i suoi dogmi e ad istigare comportamenti illegali e criminali danneggiando la società civile.

 

Lusiana, settembre 2007

NOTA: Le citazioni le citazioni a supporto della condizione sociale sono tratte dalla cronaca giornalistica.

 

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