COMMENTO ALL'ARTICOLO DE IL GIORNALE PUBBLICATO IL GIORNO 03 OTTOBRE 2004!
Scrive il giornalista S. L. nell'articolo pubblicato da Il Giornale: " --- Di Giovanni Paolo II che cosa pensa? --- ( Risposta irriferibile a termini di legge e di urbanità)"
Qual è la risposta che S. L. ha avuto e non ha voluto scrivere?
Che Wojtyla, alias Giovanni Paolo II° è "un assassino".
La battuta del giornalista: "è irriferibile a termini di legge" è uno dei peggiori atti di eversione dell'ordine costituito che si conosca che, messo in atto col mezzo (in questo caso non è l'autobomba, ma la carta stampata) diventa giuridicamente un atto di terrorismo. Perché questo? Perché l'ordinamento sociale non è determinato dal condizionamento educazionale che il giornalista ha piantato nel cervello e col quale pretende di misurare il mondo, ma dalla Costituzione della Repubblica Italiana!
E' la Costituzione della Repubblica Italiana che determina l'atteggiamento morale che il cittadino deve assumere davanti agli eventi e alle azioni cui assiste, non la morale coercitiva educazionalmente imposta.
Cosa afferma la Costituzione della Repubblica Italiana?
L'articolo 3 comma 1° afferma: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali."
Non si può dare dell'assassino al disgraziato che ammazza una persona e non dare dell'assassino a chi ne ammazza 200milioni!
Usare un diverso metro e una diversa misura è un atto eversivo nei confronti della Costituzione che, fatto a mezzo stampa, diventa un atto di terrorismo.
In pratica il giornalista S. L. ha intimato (usando violenza) all'intervistato di non chiamare assassino chi ha ammazzato 200milioni di persone e di non farlo, perché, afferma con violenta malafede, è contro la legge. Non solo si censura la dichiarazione, ma si lancia il messaggio al lettore che la risposta dell'intervistato è fuori legge.
Una domanda sorge quando si afferma: "Ma io non ho visto Wojtyla ammazzare 200milioni di persone e, d'altronde la responsabilità penale è personale!" Quando fa comodo torturare e perseguitare il poveraccio gli articoli e le interpretazioni si trovano, quando si vuole giustificare il diritto allo sterminio di qualcuno, immediatamente ci si dimentica della legge penale! In fondo, non è forse in questo modo che si giustifica lo sterminio nei campi nazisti? Leggiamo cosa dice l'articolo 303 del c.p. "Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più fra i delitti indicati dall'articolo precedente (delitti puniti con l'ergastolo o con la reclusione) è punito, per il solo fatto dell'istigazione, con la reclusione da tre a dodici anni. La stessa pena si applica a chiunque pubblicamente fa l'apologia a uno o più fra i delitti indicati nell'articolo precedente."
Ebbene, tutta la storia della chiesa cattolica è una storia di delitti le cui indicazioni sono contenute nella Bibbia ad opera del macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo di Nazareth! Ogni volta che Wojtyla ne esalta le figure altro non fa che reiterare le indicazioni a commettere i delitti indicati dal macellaio di Sodoma e Gomorra e del pazzo di Nazareth! La legge si applica anche a Wojtyla! Conosco benissimo i rapporti di forza grazie ai quali Wojtyla si sottrae alla giustizia e alla legge, ma ciò non toglie che di quei delitti si è macchiato e che l'unico appellativo che dal punto di vista sociale ha ragione di essere riferito a Wojtyla è quello di ASSASSINO!
Questo è quanto accade fra i Wicca. Non hanno il senso etico-morale del vivere civile. Pensano che il linguaggio corretto sia quello proprio del campo di sterminio dove un individuo si eleva a giudice estraniandosi dalla vita e in maniera forbita descrive le condizioni della vita stessa: "Oibò! oggi, nella camera a gas siamo riusciti a gassare solo 200 ebrei, l'emissione del gas non ha funzionato!" "Oh! Per dirindindina, il razzo lanciato dall'aereo ebreo, supportato dai carri armati con la stella di davide, ha colpito le tende del campo profughi dei palestinesi facendo dieci morti, ma il militante (non la persona palestinese) è riuscito a salvarsi!" "Perbacco, l'autobomba di un gruppo musulmano ha ucciso 10 bambini che uscivano da scuola mancando la colonna blindata che passava da quelle parti!"
Tanto per fare qualche esempio.
Però, quei 200 ebrei, quei 10 palestinesi, quei 10 bambini, non sono numeri o oggetti sulla bolla di carico e scarico di un commerciante. Quelle sono persone. Persona con passioni, desideri, speranze, tensioni. Come ci si può porre davanti a questi avvenimenti come se si trattasse di un numero di mattoni tolti da una casa? Tutte quelle tensioni, quei desideri, quelle emozioni ci attraversano e ci modificano solo se noi le sappiamo ascoltare, solo se noi sappiamo soggettivarle, farle nostre, comprenderle, fagocitarle.
Come può un linguaggio non rispettare questo? Quando la Costituzione dice: "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione." Non indica solo la libertà di contenuto del pensiero manifestato, ma anche del linguaggio con cui il pensiero si manifesta in quanto, il linguaggio e la sua tipologia espressiva, è parte indivisibile del pensiero in sé.
Pertanto, quando si cambia prospettiva rispetto alle persone che vengono macellate, anche il linguaggio cambia. Se anziché numeri su una bolla di carico e scarico le persone diventano dei soggetti che manifestano sé stesse, le condizioni drammatiche che vivono nel mondo circostante e io le recepisco è nella manifestazione DI QUELLE CONDIZIONI DRAMMATICHE CHE IL MIO LINGUAGGIO SI ESPRIME.
Certo, ciò non è gradito dagli assassini perché quel linguaggio li accusa come non è gradito dai Wicca che sono disponibili ad appoggiare, affiancare, giustificare chi ha alzato i roghi a donne indifese per ordine del macellaio di Sodoma e Gomorra. Ma in questo caso i Wicca si qualificano come complici degli inquisitori e inquisitori essi stessi perché, anziché chiedere giustizia, preferiscono censurare come "offensivo" un linguaggio che pone l'urgenza e la necessità di giustizia immediata.
I Wicca sono propensi ad amare il macellaio di donne indifese e pronti a censurare chi chiede giustizia. "in fondo" dicono "non le bruciano più!" dimenticandosi che i cattolici non hanno condannato il macellaio di Sodoma e Gomorra che ordinava di non lasciare che strega viva e loro in quel modo applicarono quella direttiva, ma fu l'intervento della società civile, dei tribunali supremi degli stati (per cui una rivoluzione in giurisprudenza) che impedì ai cattolici di continuare a macellare chi non si può difendere.
Il linguaggio è importante, esattamente come le idee e non può essere censurato. Quando qualcuno dice che si deve moderare il linguaggio a chi chiede giustizia significa che sta affiancando chi l'ingiustizia l'ha commessa.
E' come se il giornalista S. L. si fosse fatto complice di Wojtyla nella commissione del reato di genocidio! Forse qualcuno ha dimenticato troppo presto che: I DELITTI CONTRO L'UMANITA' NON CADONO MAI IN PRESCRIZIONE. Nemmeno la responsabilità per il diluvio universale (vero o millantato che sia)!
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A cura di:
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
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