Conclusioni della Religione Pagana sull'interpretazione della
Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana parla della realtà degli Déi

di Claudio Simeoni

Se qualcuno vuole il libro cartaceo

 

Conclusioni della Religione Pagana sull'interpretazione della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo

Le conclusioni non concludono mai. Aprono a nuove riflessioni.

Sono gli Esseri Umani che diventano Dèi e in quanto possibilità, esprimono gli Dèi dentro di loro discendendo, di fatto, da quegli Dèi. Essere "figlio del dio…" non significa essere generato da quel dio, ma significa che nelle azioni quegli Esseri Umani veicolano nel mondo e nella società le specificità di quel dio… si fanno quel dio mentre agiscono; nutrono e si fanno nutrire le emozioni da quel dio.

Ercole non è "figlio di Zeus" perché è nato da Zeus. Figlie di Zeus sono tutte le caratteristiche che noi troviamo in Ercole e con cui Ercole affronta la sua vita. Ne segue che ogni persona che veicola le stesse caratteristiche di Ercole nella sua vita quotidiana, è figlio di quel dio. Discende da quel dio non perché sia stato generato da quel dio, ma perché di quel dio ne veicola le caratteristiche.

Questa dimensione di figliolanza appare dimenticata molto presto. Sicuramente era conosciuta ai tempi di Socrate. Infatti, Platone per dire che Socrate è una sorta di dio padrone di Atene non dice che Socrate è figlio di un dio, ma ricorre all'elezione: il dio dice che Socrate è il più saggio e sapiente degli uomini. Un esempio diverso è con Alessandro Magno che al tempio di Ammone, quando alle sue domante per rispondergli si premette "Figlio mio….", Alessandro Magno si crede davvero figlio di Ammone e interroga sua madre per sapere dove, come e quando ha tradito Filippo. La stessa cosa è per Scipione l'Africano a cui sua madre gli dice di essere stata messa incinta da una grande luce.

Quanti discendenti riveriti e ricordati, nelle commedie e nelle tragedie ho tralasciato? I nipoti di Iperione e la stessa Semele figlia di Cadmo e Armonia. Però mi devo fermare.

Ho tralasciato, se ricordate, Posidone e il figlio Tritone. Le loro trasformazioni formano stirpi che camminano parallele fra gli Esseri della Natura di cui noi, come Esseri Umani, siamo parte. Sono trasformazioni di consapevolezze nelle acque e negli abissi.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

I figli d'Anfitrite ed Enosigeo

Ed Anfitrite e l'Enosigèo che profondo rimbomba,

diedero a luce Tritone, gigante possente, che presso

la madre e il padre re degli abissi del mare soggiorna,

entro una casa d'oro fulgente, terribile Nume.

Esiodo, Teogonia 930 – 933

Anfitrite nata da Nereo e Doride, il cui nome è usato anche per definire il mare, con Posidone fece nascere Tritone. Si tratta della rappresentazione divina agli occhi degli uomini di tutti gli esseri abitatori dei mari e degli oceani.

Da Posidone procede quanto è iniziato con Ponto e con Nereo in un mare fecondo.

Oppure la discendenza di Efesto con la Radiosa, Aglaia, nata da Eurinome e Zeus.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Sposa ebbe Aglaia Efesto, l'artefice insigne ambidestro,

la più fresca, la più fiorente fra tutte le Grazie.

Esiodo, Teogonia 945 – 947

Oppure la discendenza di Sole che con l'oceanina Perseide portò a nascere Eeta o Aiete e Circe. E da Eeta o Aiete e dall'oceanina Iduia o Idea nacque Medea.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

L'inclita Oceanina Persèide, unitasi al Sole

l'infaticato, Circe gli die' con Eèta sovrano.

Eèta poi, figliuolo del Sole che illumina il mondo,

sposò, come gli Dei decisero, ldùia la bella,

figlia d'Ocèano, del fiume che scorre ai confin' della terra.

Ed essa, a lui congiunta d'amor, come volle Afrodite,

l'aurea diva, gli die' Medèa dal malleolo bello.

Esiodo, Teogonia 956 – 962

Ho tralasciato aspetti e tensioni dei Titani. Di molte cose non ho parlato perché ignoro molte cose.

Quanto io scrivo ha un fine: la costruzione del futuro!

Quel fine determina la mia interpretazione. La mia ricerca delle tradizioni religiose del passato. Non si tratta della costruzione del futuro come dato pensato, oggettivo, ma si tratta della costruzione di quel futuro che viene incontro a me. Un futuro che percepisco attraverso la trasformazione che mi ha forgiato costruendo la mia percezione nel presente. Pertanto, se pensate di trovare nella mia interpretazione della Teogonia di Esiodo un dato di VERITA', intesa come interpretazione oggettiva ed assoluta come indicato in campo accademico, SCORDATEVELO!

L'interpretazione è MIA! L'interpretazione è data dalla mia forza, dalla mia percezione e dal mio intuito. Io abito il mondo, agisco nel mondo e manifesto gli Dèi che sorgono dentro di me chiamando gli Dèi presenti nel mondo affinché affianchino la mia azione. Pertanto, dal momento che il mio abitare il mondo è limitato alla mia persona, presumo che ogni interpretazione accademica che parte dal presupposto di un'oggettività nell'interpretare la Teogonia sia oggettivamente FALSA.

Nell'interpretare la Teogonia di Esiodo, il vero o il falso non esistono in quanto oggetti in sé. Il vero o il falso è determinato dall'abitare il mondo, dagli intenti di colui che affrontano le contraddizioni esistenziali. Lo sperimentatore può dire che cosa fa il topo nel laboratorio che sottopone ad analisi, ma lo sperimentatore è separato dal topo dei suoi esperimenti: non sente ciò che sente il topo, non ragiona come ragiona il topo, non ha gli intenti del topo. Il ricercatore cerca un'oggettività nel topo che non esiste in quanto le azioni del topo vengono appiattite sull'idea aprioristica che lo sperimentatore ha di quelle azioni. E così è per gli Dèi. Non sempre vivere gli Dèi ci permette dispiegare gli Dèi, ma da come viviamo gli Dèi, da come inseriamo gli Dèi nella nostra esistenza, affermiamo il vero o il falso nei confronti della loro realtà.

Io agisco per costruire il futuro che percepisco. Una cosa troverete nella mia interpretazione della Teogonia Esiodea: il respiro di LIBERTA'!

Quel respiro che toglie all'Essere Umano la tentazione di aggrapparsi al legno mentre nel mare della vita in tempesta tenta di sopravvivere fra i flutti. Io ho eliminato alcuni legni. Le mani del naufrago si tendono, per sorreggersi nel caos della percezione che lo circonda, gli si presenteranno altri legni, altre maniglie cui aggrapparsi. Là io non ci sarò. Non ci sarò ad eliminare il legno, posso solo porre le basi affinché gli Esseri Umani comprendano gli Dèi di cui sono formati e li usino per affrontare le tempeste.

Io racconto, ma quanto investimento emotivo e quanta passione serve per usare gli Dèi, questo lo deve trovare ogni singolo Essere Umano.

Comprendere il Potere dei Titani che hanno forgiato ciò che siamo dandoci la possibilità di diventare Titani a nostra volta, rappresenta uno sforzo che alimenta e chiama i Titani dentro di noi. Ogni volta che una mano viene allontanata da un legno che crea dipendenza, offrendo una sicurezza illusoria nel mare tempestoso dell'esistenza, l'Essere Umano è costretto a trovare appiglio dentro sé stesso. E' costretto a ricorrere agli Dèi dentro sé stesso. E' costretto ad attingere dal proprio Potere di Essere. L'appiglio dentro sé stesso è la manifestazione del o dei Titani che evoca. Ogni volta che evoca uno dei Titani egli si muove nel mare tempestoso della vita come se fosse quel Titano. Lo rappresenta, lo alimenta, lo evoca con voce di tuono affinché lo sorregga nel mare della propria esistenza. Ogni volta che rinuncia ad una maniglia alimentando un Titano e rappresentandolo del turbinoso mare dell'esistenza, quell'Essere Umano plasma sé stesso, manifesta la ragione per la quale i Titani costruirono le condizioni per cui egli ha potuto essere ciò che è e ciò che può diventare.

Qual era l'intento dal quale sono partito per analizzare la Teogonia di Esiodo? Volevo capire come e perché è stata interpretata, come è stata interpretata, dai cristiani e riprendere le visioni dell'antico sentimento religioso che lega gli uomini al mondo in cui vivono. Volevo riannodare un filo di trasformazione religiosa che si era spezzato.

Si era spezzato con l'avvento di Platone prima e delle religioni rivelate poi che attraverso le loro verità rivelate, il loro Gesù che si spaccia per verità oggettiva, imponevano agli Esseri Umani sottomissione ad un dio creatore impedendo le loro trasformazioni nell'eternità dei mutamenti. Le religioni rivelate distruggono gli Dèi dentro l'Essere Umano attraverso la sottomissione acritica per fede; lo rendono smarrito e timoroso nel mare tempestoso della vita; lo rendono bisognoso di conforto mettendolo in ginocchio davanti al dio padrone.

Foco, Achille, Enea, Agrio e Latino, Nausitoo e Nausinoo, Fetonte e Memnone, ecc. Quanti Dèi ho tralasciato mentre Esiodo così canta:

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

E voi salvete, o Muse che avete soggiorno in Olimpo,

Isole, e voi, Continenti, tu Ponto dall'acque salate.

E adesso delle Dee cantate la stirpe, o canore

Muse d'Olimpo, figlie di Giove che l'egida scuote,

quante nei talami entrate degli uomini nati a morire,

Dee, generarono figli che al volto sembravano Numi.

Esiodo, Teogonia 963 – 968

E così raccontano le Muse ad Esiodo:

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotta da Romagnoli:

Le figlie d'Armonia

Ed Armonia generò, la figlia dell' aurea Afrodite,

a Cadmo Ino e Semèle, con Agave guancia fiorita.

e Autònoe, che fu d'Aristèo dalla florida chioma

consorte, e Polidoro: ché tutti le nacquero in Tebe.

I figli di Calliroe

Calliroe, la figlia d'Ocèano, si strinse d'amore

- volle Afrodite così - con Crisàore dall'animo fiero,

e un figlio partorì, Gerione, di tutti i mortali

il più gagliardo. A questo, per via dei giovenchi pie' tardi,

Ercole in Eritèa precinta dal mare die' morte.

I figli d'Aurora

Stretta d'amore a Titone, Aurora die' Mènnone a luce,

re degli Etiopi, dall'armi in bronzo, ed Emazio sovrano.

E poscia procreò con Cèfalo un fulgido figlio,

Fetonte, eccelso eroe, mortale che un Nume sembrava.

Lui giovinetto, nel fiore degli anni più tenero e vivo,

fanciullo ingenuo, trasse l'amica del riso Afrodite,

lontano, lo recò nei sacri suoi templi, lo fece

dei templi suoi ministro notturno, e fra i Dèmoni insigne.

Il figlio di Medea

E la figliuola d'Eèta, del sire allevato dai Numi,

trasse d'Esone il figlio - ché questo volevano i Numi -

lungi dal padre, poi ch' ebbe compiute le orribili gesta,

le tante gesta a lui prescritte dal sire superbo,

dal tracotante Pelia, crudele efferato. E compiute

che l'ebbe, a Iolco fe', dopo molti travagli, ritorno,

sopra la rapida nave recando la figlia d'Esone

dalle fulgenti pupille, la fece sua florida sposa.

Essa, poiché l' amò Giasone pastore di genti,

gli die' Medèo, fanciullo cui crebbe fra i monti Chirone

figlio di Filira; e fu compiuto il volere di Giove.

I figli di Psamatea e di Tetide

Quanto alle figlie poi del vecchio del Mare Nerèo,

Psamàtea, la Dea fra le Dee, come volle Afrodite,

a luce diede Foco, commista d'amor con Aiace.

E Teti pie' d'argento, commista d'amor con Pelèo,

a luce Achille die', strage d'uomini, cuor di leone.

Enea figli d'Anchise e Citerea

Diede la vita ad Enea Citerèa dalla vaga corona,

che con Anchise l'eroe si strinse d'amabile amore

sopra le vette dell'Ida selvosa, solcata di valli.

I figli di Circe

E Circe poi, la figlia del Sole che valica il Cielo,

stretta d'amor con Ulisse dal cuor paziente, die' vita

ad Agrio, ed a Latino gagliardo ed immune da pecca.

ed a Telègono, come dispose la diva Afrodite.

E quelli, assai lontano, nel grembo dell'isola sacra,

distesero l'impero su l'indite genti terrene.

Il figlio di Calipso

E stretta con Ulisse lo scaltro d'amabile amore,

Nausitoo generò con Nausinoo la diva Calipso.

Queste le Dee che unite con uomini nati, a morire,

diedero a luce figli che Numi sembravano in tutto.

E delle donne adesso le stirpi cantate, o canore

Muse, d'Olimpo, figlie di Giove che l'egida scote.

Esiodo, Teogonia 975 – 1022

Quante storie possono iniziare da questo elenco.

Quante generazioni di eroi e di stirpi si sono perdute! Eppure tutti gli EROI sono attorno a noi. Sono tutti coloro che nel mare in tempesta della vita fisica (in Era) evocano i Titani e costruiscono occasioni per la propria specie.

Torneranno i Titani uscendo dall'Ampio Tartaro? I Titani sono qui, dentro quel Tartaro che è il nostro cuore, il nostro sentire e il nostro intuire, il nostro coraggio nel muoverci nel mare tempestoso della vita. I Titani sono nel Tartaro che sempre ci circonda, oltre il nostro intuire, i nostri desideri e il nostro percepire, ma il coraggio che manifestiamo nella nostra esistenza è RITO DI EVOCAZIONE nei loro confronti!

Quando cerchi i Titani, mentre stai arrancando nel mare tempestoso della vita, non volgere gli occhi al passato, ma guardati attorno! Attorno, nel tempo presente, i Titani manifestano la loro forma! Manifestano la loro presenza nelle azioni di ogni nato in Era. Manifestano la loro presenza negli Esseri Umani che ti circondano. Li riconoscerai! Li riconoscerai intuendoli col cuore e facendoti guidare dal tuo Intento: l'Eros infinito e ingenerato che è manifestazione di ogni coscienza in Gaia.

Li riconoscerai dalla luce nei loro occhi e dalle azioni delle loro mani! L'esistente fu forgiato ad opera dei Titani, solo gli Esseri Umani che si fanno Titani possono modificare e rendere grande il presente.

Non farti ingannare dalle parole soavi, non farti ingannare dalle illusioni. Nera Notte con i suoi figli ti circonda e stimola il tuo intuire affinché i tuoi occhi sappiano penetrare il buio e l'orrore della sottomissione e il tuo intuire sappia evocare i Titani dentro di te per elaborare le strategie di costruzione del sentiero che ti porta all'OLIMPO!

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli "Esiodo i poemi" Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Revisione

Marghera, 20 novembre 2014

La pagina è stata tradotta in lingua Portoghese:

Tradução para o português 52/B) Conclusões da Religião Pagã sobre a interpretação da Teogonia de Hesíodo

vai indice delle pagine di commento alla Teogonia

 

 

 

 

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Claudio Simeoni

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Guardiano dell'Anticristo

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L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.