Ponto e i suoi figli nella Teogonia di Esiodo

Claudio Simeoni
capitolo 14

Significato di Teogonia:
L'insieme dei miti che illustrano l'origine e la discendenza degli Dèi in chiave simbolicamente antropomorfica.

La Religione Pagana, i poeti e la filosofia

Ponto e i suoi figli nella Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana e la Teogonia di Esiodo - Indice Generale

Ponto è il mare infecondo, figlio di Gaia, generato senza amore, senza “scopare” con nessuno Ponto nasce senza un rapporto sessuale di Gaia. Nasce da Gaia, ma Gaia lo ha generato senza una relazione con un non-Essere Gaia.

Oggi che noi abbiamo degli esempi scientifici come la generazione di Amebe e Parameci o la scissione cellulare, abbiamo l'idea della separazione di un soggetto da un altro soggetto generante. Senza amore significa senza “scopare”, senza aver un rapporto sessuale o, anche, senza piacere come gli Esseri Umani lo intendono.

Ponto è come Urano, un Crogiolo della Vita.

Scrive Esiodo tradotto da Romagnoli:

e il Ponto generò, senza gioia d'amor, ch'è un immane

pelago, dove mai non si miete, che gonfia ed infuria.

Esiodo Teogonia 131 – 132

Ciò che Gaia genera è Ponto, non il Ponto. Gaia è la materia-energia dell'universo e una di queste materie-energie è il mare infecondo, privo di coscienze di sé.

Un mare infecondo. Gli Esseri Umani oggi come oggi, abituati a vedere la vita che scorre nel mare, abituati a pensare alla vita che esce dal mare; come possono pensare ad un mare infecondo?

Avete mai visto un mare di ammoniaca? Un mare di mercurio? E com'era il mare prima che la vita in esso sbocciasse? E com'era il mare quando la vita sbocciò? Qual era la sua infecondità quando quel mare urtava scogli senza volontà e determinazioni se non quella della madre cui era legato? E la madre, com'era la madre prima che avesse Coscienza di Sé, consapevoli di esistere e portatrici di Necessità d'esistenza e di determinazione soggettiva?

Oggi noi pensiamo agli Dèi in essere, ma quale fu il momento sin cui si fecero Dèi? Quale fu il momento in cui presero nelle proprie mani la responsabilità della loro esistenza? Quando misero in essere la spietatezza soggettiva con la quale affrontare le contraddizioni della loro esistenza? Quella stessa spietatezza che ha un solo nome, anche se non nella Teogonia: PIETAS! Noi sappiamo che Esiodo, come tutta la cultura pre platonica quando parla degli dei e degli uomini distinguendo fra immortali e mortali, ma entrambi sono nati in un ambiente che hanno abitato con la loro consapevolezza e reso consapevole con le loro azioni.

Mentre i flutti senza coscienza si infrangono su rocce inconsapevoli, la Consapevolezza di quanto esiste per Necessità prende forma, si arma della grande falce dentata di Cronos e affronta l'infinito dei mutamenti che si trova davanti.

Ponto è un Crogiolo della vita e Gaia, in esso, mette i semi delle trasformazioni.

Gaia mette i semi là dove il Crogiolo è pronto per portare coscienze di sé a germinazione. Sia quando si tratti del crogiolo dell'universo indicato in Urano Stellato, sia quando si parli del crogiolo della terra come i Monti Grandi sui quali Ponto abbatte le onde furiose.

Da Ponto emerge Nereo.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

E Ponto generò Nerèo, l'anziano dei figli,

verace, che non sa menzogna. Lo chiamano il vecchio,

perché non tesse inganni, né mai la giustizia si scorda,

ma la giustizia ha sempre nell' animo e i miti consigli.

Poi, con la Terra misto d'amore, die' vita all'immane

Taumante, a Forci, a Ceto di guancia vezzosa, a Euribia,

che nel suo seno alberga un cuore più duro del ferro.

Esiodo Teogonia 233 – 239

Ponto, il mare infecondo, con la generazione di Nereo diventa un mare fecondo. Inizia le trasformazioni del mare in cui i flutti di Ponto che infuriano sulle rocce, iniziano a popolarsi di vita.

La vita del mare, Nereo il vecchio, non tesse inganni. La vita germina e si sviluppa in relazioni che appaiono nell'equilibrio di giustizia.

Nereo è una delle forze fondanti gli Esseri della Natura: se qualche cosa nasce, sia sé stessa! Chiaro e limpido Nereo è la personificazione della veracità e della determinazione con la quale l'Essere della Natura affronta le contraddizioni nelle quali esistere. Se egli non riesce ad alimentare Nereo dentro il suo cuore mentre affronta il mondo che lo circonda, allora alimenta il figlio di Notte: Inganno. Nereo è l'essere, l'individuo che si presenta come un Dio che manifesta la propria volontà d'esistenza sull'altare della vita davanti a tutti gli Esseri della Natura. Nereo è vecchio, non perché sia vecchio quanto non inganna, ma perché quanto non inganna è destinato a diventare antico. Non trasmette paura della trasformazione e, di conseguenza, è pronto a trasformarsi e a divenire nell'eternità dei mutamenti. A diventare DIO!

Il farsi verace è proprio di qualunque forma di coscienza che si può incontrare. Essere verace significa che le azioni manifestano le emozioni e i desideri nel mondo in cui si vive. Rappresentare sé stessi per quello che si è, altro non è che pretendere dall'oggettività il riconoscimento di quanto si è, per ciò che si è, per come si intende trasformarsi. Nereo nato da Ponto e generatore delle Nereadi manifesta una qualità divina molto lontana dalla qualità del divino quotidiano che gli Esseri Umani sono abituati a considerare; un potere divino così lontano dagli Esseri Umani al quale si può assistere, ma non descrivere.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

E nacquer da Nerèo, nel ponto ove mai non si miete,

altre piacevoli Dee, cui madre fu Dòride, prole

d'Ocèano eccelso fiume, famosa per bella cesarie:

Prima, Reginadeiventi, Salvezza, Bonaccia, Anfitrite,

Tètide, Donibella, Velocesuiflutti, Azzurrina,

Grotta la snella, Fiorente l'amabile, Metadisguardi,

Bellavittoria dal braccio di rose, Dilettodeicuori,

Tuttadimiele vezzosa, Rifugiodeiporti, Miranda,

Regala, Solcalonda, Munifica, Regnasuicapi,

Isolabella, Spiaggia, Potenza, la braccia di rose

Mentemaretta, e Corrisuivortici tutta dolcezza,

Dòride, Girapupilla, la dolce a veder Galatea,

e Frenalonde che i flutti del mare cosperso di nebbia

agevolmente, e i soffi del vento gagliardo raffrena,

con Anfitrite dai vaghi malleoli, con Placamarosi,

Maretta, e Rivabellacorona , e Signoradelmare,

e Glaucanorma amica del riso, e Travalicaponto,

e Pianastesa, e Belladistesa, e Signoradigenti,

e Multimperia, e Scioglidaitriboli, e Liberidea,

Giuradinò, bellezza immune da pecca, ed Arena

di graziose membra, Menippe divina, Isolina,

e Buonarotta, Prudenza, Giustizia ed Immunedainganno,

che uguale è per finezza di mente, al suo padre immortale.

Queste le figlie sono di Nèreo immune da pecche:

sono cinquanta, esperte fanciulle nell'opere egregie.

Teogonia 240 – 264

NOTA: la costruzione del mondo fatta da Nereo attraverso le Nereadi, è una pagina a parte.

Romagnoli ha tradotto il nome delle Nereidi in italiano. I nomi non si traducono. Anche perché molte di queste Nereidi saranno generatrici di molte e diverse altre vite. Tuttavia questo consente, a chi non conosce il Greco, di capire immediatamente la qualità della generazione di Nereo e le trasformazioni del mondo che vengono in essere dalla volontà d'esistenza di Nereo.

Sono figlie che alimentano il divenire del mondo, specialmente di quel mondo sul quale gli Esseri Umani vivono, ma che, spesso, non ne sono consapevoli.

Ponto, giacendo in amore con Gaia, nacque Taumante: il meraviglioso ( N.B. la radice greca d'origine significa miracoloso, meraviglioso oppure può essere orrore che porta a meraviglia: mostro).

Dove si qualifica la meraviglia di Taumante? La meraviglia viene bene descritta dagli DEI che da Taumante prendono forma e Coscienza di Sé: le Arpie e Iride.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

E Taumante, sposò d'Ocèano dai gorghi profondi

la figlia, Elettra. Ed Iri veloce die' questa alla luce,

ed Occhipète e Procella, le Arpie dalle fulgide chiome,

che a pari errano a volo coi soffi dei venti e gli uccelli,

sopra veloci penne, ché in alto si lanciano a corsa.

Teogonia 265 – 269

Anche i nomi delle Arpie sono italianizzati, comunemente si trova Aello e Ocipete. Aello è il potere delle nubi nere della tempesta e Ocipite è la potenza del volo e della trasformazione nella tempesta. La loro azione è legata a quella di Zeus, l'atmosfera, tuttavia agiscono in relazione al mare. Iride congiunge il cielo alla terra.

Elettra, la raggiante e splendente, figlia di Oceano con Taumante, il meraviglioso, generato da Ponto, il mare infecondo e Gaia, la materia-energia che pervade l'universo congiungono il mare con il cielo e la terra.

Quale emozione per il veggente!

Oltre le porte del divenuto sbircia l'origine e formazione del presente. Il fiato muore nella gola di chi assiste a quanto di meraviglioso si forma. Se gli Esseri Umani possono vantare diecimila padri e diecimila madri che concorsero a formarli, la grande Iride e le furiose Arpie agitarono il Crogiolo della vita affinché questa germogliando mettesse radici robuste. Quando gli Esseri della Natura si fanno Dèi è Iride a guidarne le azioni. E' Iride che armonizza gli Dèi che crescono con gli Dèi in cui crescono. E' Iride che congiunge gli Esseri della Natura ad Era. E' Iride che come un arcobaleno congiunge il divino che ci circonda con il divino che tenta di formarsi e crescere. E' Iride il messaggero dell'esistente comprendente in essa tutti i colori della vita all'interno dell'Essere Natura. Così come nessun colore può essere fuori posto, anche nessun Essere della Natura può offuscarne altri senza che questi costruiscano le loro strategie di sopravvivenza. Chi unisce la Coscienza di Sé presente nella materia e le Coscienze di Sé di sola Energia Vitale che si muovono libere e senza vincoli? Iride, la figlia del meraviglioso e della splendente.

Che dire delle Arpie? Aello e Ocipete?

Figlie del meraviglioso! Dove sta la loro meraviglia? Dove sta il loro essere Dèi che a gran voce proclamano un posto nell'Olimpo?

Avete mai visto un CROGIOLO della vita?

Il mescolarsi furioso e tempestoso degli elementi?

Avete mai visto la tempesta precipitarsi sul mondo e sconvolgere ogni esistente permettendo il rimescolarsi della vita? Avete mai visto il rimescolarsi degli elementi all'origine del tempo di Era quando la vita germinava su Terra coscienza di Urano Stellato?

Erano Aello e Ocipete che sconvolgendo il presente gettavano le basi per la costruzione di un futuro. Sconvolgevano quel futuro divenuto presente per porre le basi e formare un futuro. Aello e Ocipete dette anche, dalla tarda mitologia, i “cani di Zeus” attraverso la cui azione trasformano Zeus costruendo le condizioni nelle quali Era genera la vita sul pianeta. Aello e Ocipete generavano tempeste quando ancora la coscienza di Zeus non era.

Figlia di Gaia e Ponto è Euribe: la forza. La forza che s'impone nell'Essere Natura. La forza con cui le Coscienze di Sé dell'Essere Natura costruiscono il loro divenire nell'infinito dei mutamenti. EURIBE è magnifica, splendida espressione del DIO che viene costruito in tutti gli Esseri della Natura che agendo nel mondo si trasformano in Dèi determinando sé stessi nella Natura.

Forci e Ceto, figli di Gaia e Ponto si uniscono in amore generando quanto gli Esseri Umani non sono in grado di concepire. Con essi il mare non è più infecondo. Con essi il mare genera percorsi di Conoscenza e di Consapevolezza davanti ai quali gli Esseri Umani sono sgomenti.

Le Forcidi, Graie, canute fin dalla nascita (con i capelli bianchi). Erano in possesso dell'occhio della veggenza e della trasformazione. La trasformazione in funzione del tempo che viene incontro. Erano il potere della consapevolezza nel mutamento e nella trasformazione. Sono la capacità di conoscere mentre ci si trasforma e gli effetti della trasformazione mentre si sta agendo.

Da Forci e Ceto si generano le regole di due mondi che precedono il mondo della forma e della ragione proprio di Zeus ed Era: il mondo emotivo e il mondo dell'azione.

Scrive Esiodo nella Teogonia tradotto da Romagnoli:

E Ceto partorì le Graie bellissime a Forci,

che dalla nascita sono canute, e le chiamano Graie

gli uomini che sulla terra si muovono, e i Numi del cielo:

Penfredo dal bel peplo, con Enio dal peplo di croco;

e le Gorgoni che stanno di là dal famoso Oceàno,

verso la Notte, agli estremi confini, ove, garrule voci,

sono l'Espèridi: Stenno, Eurfale e Medusa funesta.

Era mortale questa, immuni da morte o vecchiezza

le prime due: con quella, sui fiori d'un morbido prato

a Primavera, il Nume s'uni dalla chioma azzurrina.

E quando a lei Persèo dal collo recise la testa,

il grande ne balzò Crisàore, e Pègaso. A quello

ben si convenne il nome, quand'egli d'intorno alle fonti

giunse d'Ocèano, e d'oro stringeva nel pugno una spada.

Quindi volò, lasciando la terra nutrice di greggi,

fra gl'Immortali giunse, di Giove nei tetti or dimora,

e il tuono a Giove, mente sagace, ed il fulmine reca.

Teogonia 270 – 286

Figlie di Forci e Ceto erano le Gorgoni. Quali mostri all'occhio dell'Essere Umano. Quale grande cuore aprivano all'infinito divino di cui erano parte. STENO e EURIALE non divennero mai vecchie né sparirono dal mondo. Le tre Gorgoni: la Forte, la Vasta, e Medusa, la Potente. MEDUSA era mortale.

Con Medusa si unì in amore Poseidone:

“con quella, sui fiori d'un morbido prato

a Primavera, il Nume s'uni dalla chioma azzurrina.”

Ci sono varie versioni di questo rapporto. Si dice che Medusa scappasse nel tempio di Athena piangendo per la violenza subita e Athena la scacciò facendogli crescere i serpenti in testa e condannandola a pietrificare chiunque sostenesse il suo sguardo. In realtà in Esiodo non si parla di violenza, ma di un rapporto e il taglio della testa da parte di Perseo appare come un parto da cui nacquero Crisaore e Pegaso. Crisaore è chiamato così perché nasce con una spada d'oro in mano e Pegaso perché è una fonte.

Athena metterà la testa di Medusa sul suo scudo: Athena è la razionalità, Medusa è l'emozione, la passione, da cui germina la spada d'oro della vita e la fonte di ogni passione. Athena non sopporta le passioni emotive con cui Medusa trasforma la razionalità in pietra inconsapevole, però intende usarla contro i suoi nemici che tentano di combatterla opponendo razionalità alla sua razionalità.

Perseo taglierà la testa a Medusa. Come un parto cesareo da lei balzò fuori Crisaore e Pegaso. Crisaore nacque con la spada d'oro della vita: quante vite da quella spada presero forma! Quanti mostri appaiono agli occhi dell'uomo che non è in grado di vedere il DIO che nasce e si muove per crescere.

Chi non vede gli Dèi e il loro intento: vede solo la forma che alimenta il suo tormento!

PEGASO, la fonte dalla quale si abbevera la vita! Il cavallo alato che sfida la forma per elevare la mente dell'Essere Umano oltre il suo orizzonte. Un cavallo alato è come un pesce che respira e cammina. Soltanto nei mondi raggiungibili dalla percezione che supera i confini della forma è possibile incontrare i Pegaso, le fonti della vita! La vita è tuono e folgore della Consapevolezza nell'inconsapevole. Così Pegaso:

… volò, lasciando la terra nutrice di greggi,

fra gl'Immortali giunse, di Giove nei tetti or dimora,

e il tuono a Giove, mente sagace, ed il fulmine reca.

Da CRISAORE e l'oceanina Calliroe (il bel corso o la bella sorgente) prese vita Gerione (tre teste). Chi fu Gerione? Le tre teste di Gerione indicano quello che fra i Romani era Giano: passato, presente e futuro. Dopo che Ercole lo ebbe ucciso, sia in Sicilia che in Veneto vennero istituiti degli oracoli di Gerione (Tiberio consultò l'oracolo di Gerione a Padova). Sembra che vivere sia difficile quando c'è qualcuno che raccoglie là dove non ha seminato e miete ciò che altri hanno allevato. Sole aiuta Ercole a rubare le mandrie di Gerione. C'è sempre qualcuno che ruba le mandrie a Gerione e c'è sempre un Gerione che alleva mandrie e che ara il campo.

Infine CETO generò ECHIDNA l'incommensurabile!

NOTA: di Echidna, Tifone e i loro figli è una pagina a parte.

NOTA: Le citazioni della Teogonia di Esiodo sono tratte dalla traduzione di Ettore Romagnoli “Esiodo i poemi” Edito da Nicola Zanichelli Bologna 1929

Appunto trasmissione radiofonica del 2000 – inizio revisione 18 settembre 2014

Marghera, 06 ottobre 2014

 

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Quando si percorre un sentiero di Stregoneria
si conosce l'inizio, ma non si sa dove porterà.
Per questo motivo l'impeccabilità deve essere a fondameto
di ogni nostra decisione.

L'analisi della Teogonia di Esiodo

La Religione Pagana ha forgiato una propria visione del mondo, della vita e del venir in essere delle coscienze fin dalle origini del tempo. Tali idee collimano nel tempo presente con le idee delle religioni e dei culti prima dell'avvento della filosofia e furono osteggiate militarmente dall'odio cristiano contro la vita. Analizzare Esiodo ci permette di chiarire il punto di vista della Religione Pagana.

Oggi possiamo dire che le religioni del Mito erano religioni evoluzionistiche in cui gli Dè erano parte della materia e dell'energia in perenne modificazione e in trasformazione e la religione non stabiliva le "verità del Mito", ma stabiliva le condizioni opportune affinché uomini e donne potessero trasformarsi in Dè come parte di un mondo in trasformazione.

La bellezza non è un oggetto in sé, ma dipende dagli occhi "belli" di chi guarda l'oggetto e scorge in esso la "bellezza che lui è". In questo senso solo chi è aperto al mondo scorge la bellezza nel mondo. Solo chi è aperto agli Dèi scorge l'intelligenza negli oggetti del mondo e le relazioni fra questi e la sua stessa intelligenza.

In altre parole, le Antiche Religioni, prima della filosofia, erano "evoluzioniste" e non "creazioniste"; dal punto di vista sociale diremmo che erano religioni "democratiche" e non "assolutiste" o "dittatoriali". La divinità era la materia e l'energia e non un soggetto esterno alla materia e all'energia.

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Ultima modifica marzo 2024

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