Essere in sintonia col mondo in cui si vive
Il cammino iniziatico di Eleusi

di Claudio Simeoni

Commento all'Inno Omerico a Demetra
Terzo capitolo

Essere in sintonia col mondo

 

Si legge nell’Inno Omerico a Demetra: 12-21

Dalla sua radice erano sbocciati cento fiori

e all'effluvio fragrante tutto l'ampio cielo, in alto,

e tutta la terra sorrideva, e i salsi flutti del mare.

Attonita, ella protese le due mani insieme

per cogliere il bel giocattolo: ma si aprì la terra dalle ampie strade

nella pianura di Nisa, e ne sorse il dio che molti uomini accoglie

il figlio di Crono, che ha molti nomi, con i cavalli immortali.

E afferrata la dea, sul suo carro d'oro, riluttante,

il lacrime, la trascinava via; ed ella gettava alte grida

invocando il padre Cronide, eccelso e possente.

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Passiamo ad un altro principio relativo ai misteri Eleusini.

L'Iniziato progetta all'interno di un mondo che progetta.

Il progettare si inserisce in altri progetti.

Noi siamo abituati a pensare al mondo come ad una relazione fra il soggetto e l’oggettività intesa come insieme e pensata come statica rispetto al soggetto che agisce. E’ il modello di pensiero proprio del cristianesimo e, prima di esso, delle filosofie di pensiero che lo hanno preceduto. Chi agisce è sempre il soggetto. Il soggetto per eccellenza è il dio padrone dei cristiani che agisce creando il mondo e tutti gli esseri sono i suoi giocattoli. Un proverbio popolare dice. “Non si muove foglia che dio non voglia!”. Chiunque agisce, il soggetto, nei confronti di un’oggettività, per il cristiano, è colui che sviluppa la sua volontà e questo può avvenire solo per volontà del suo dio o del suo nemico.

I misteri di Eleusi ci parlano di un mondo che progetta. Un insieme di Dèi che progettano e nel progettare sono in attesa dei progetti di altri soggetti nel mondo. A volte agiamo progettando, altre volte rimaniamo fermi nell’attesa che progetti di altri giungano a compimento prima di mettere in atto i nostri progetti.

Qualche volta, esiste un progettare talmente grande da mozzare il fiato in gola a chi assiste al progetto.

“Ecco, lui sta progettando e il suo progetto mi fornisce occasioni per costruire i miei progetti!” Il progettare delle persone fornisce elementi affinché altre persone possano progettare. Così è nel mondo dell'Essere Natura: il progetto di Ade è tale per cui l'Essere Natura può procedere attraverso nuovi progetti. “Ecco,” afferma il mondo: “qualcuno ha riconosciuto di essere un DIO e sta progettando!”. Quel dio si è deciso: è passato dall’in-potenza all’azione. Ha manifestato la propria volontà. Il mondo legge i fenomeni non solo per quello che il soggetto vorrebbe che il mondo leggesse, ma anche per gli effetti che i fenomeni avranno nel mondo e per come quei fenomeni agiranno sulla sua stessa esistenza:

“e tutta la terra sorrideva, e i salsi flutti del mare.”

Un mondo di soggetti che progettano sé stessi è in grado di distinguere che cosa succederà quando un soggetto, in quell’insieme di progetti, al suo interno progetta per sé stesso. Solo gli Esseri Umani qualunque non sono in grado di vedere gli effetti di un progetto perché non sono stati educati a progettare la propria esistenza. Gli Esseri Umani qualunque sono abituati a proiettare le loro aspettative sui fenomeni e sugli eventi. Non sono abituati ad esercitare il loro senso critico, né ad analizzare le modificazioni della realtà oggettiva in relazione al loro divenire. L'Iniziato è stato educato ad essere un DIO che progetta sé stesso esattamente come sono stati educati ad essere DEI che progettano sé stessi tutti gli enti del mondo in cui viviamo: ognuno seguendo le proprie specificità.

Il mondo reagisce, davanti al progetto di chi manifesta sé stesso in esso, non solo in base al fenomeno che si presenta, ma prima, in base agli intenti che manifesta chi sta per organizzare il proprio progetto. L'Intento della progettualità, fra soggetti di un insieme, è un altro dei Misteri di Eleusi. Oggi li chiamiamo “legami empatici”, quei legami emotivi che ci legano ai soggetti del mondo e ci portano a vivere delle stesse passioni e degli stessi progetti. Legami emotivi che sono chiari per l’Iniziato mentre sono sentimenti confusi, che spesso sfociano in pietismo, per l’uomo comune che si sente “piccino” in un mondo che ritiene più grande di lui: come i cristiani davanti al loro dio padrone.

L’empatia produce una sorta di sincronicità fra intenti fusi in un futuro che fonde i presenti.

Così il mondo si mette al servizio di Ade.

Il mondo compiace Zeus ed Ade risplendendo al fine di agevolare la strategia.

Progetta il tuo agire; nel progettare e nell'agire troverai gli alleati che ti camminano a fianco. Nel progettare e nell'agire individuerai gli ostacoli presenti nella loro realtà superando la forma del loro inganno.

L'azione travolge la forma modificando il momento presente e manifestando gli oggetti nei loro Intenti e nei loro progetti.

E se il progetto di Ade fosse stato distruttivo per Persefone?

Davvero Zeus non avrebbe udito?

Davvero il mondo avrebbe favorito l'azione del DIO?

Gli Intenti e l'azione espressa sono il linguaggio universale che attraversa le specie e singoli Esseri formando insiemi di progetti all'interno di un camminare assieme.

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Sembra che da questa storia provenga il termine “deflorare” inteso come mettere fine alla verginità sessuale femminile. Quanto sfugge ai commentatori è che la violenza nei miti delle religioni antiche non è quella che siamo abituati a conoscere nell'epoca cristiana. Il mito, a differenza dei testi sacri di ebrei e cristiani, descrive il mutamento, l’azione e il venir in essere del mondo dopo l’azione. L’azione, nel mito, deve afferrare le emozioni del lettore. Deve trasmettere al lettore la forza emotiva e la tensione che produce la trasformazione. Il mito è estetica della ragione e realtà letterale della trasformazione emotiva del presente. I testi sacri ebrei e cristiani non hanno nulla del mito in quanto sono “realtà fattiva”, “proprio così ha agito il loro dio padrone”, “proprio quella è la promessa”, “proprio quella è la realtà e la condizione”. I testi sacri cristiani appartengono al “logos”, al “verbo”, alla “parola” che descrive la realtà del loro dio. Interpretare i testi sacri di ebrei e cristiani significa legittimare l’attività del loro dio. Significa cercare le motivazioni e giustificare le azioni del loro dio come descritte nei testi sacri. Significa legittimare il genocidio o la distruzione di Sodoma e Gomorra per non accusare il loro dio di empietà e disprezzo dell’umanità. Il mito rileva come ogni atto che modifichi il presente stato di cose è un atto di violenza sulle cose stesse indipendentemente dalla morale (o dalla rappresentazione morale) che le varie culture attribuiscono a quell'atto di violenza. Non è una questione di violenza giusta o violenza ingiusta: ogni atto che modifichi il percorso sul quale il presente si fonda è un atto di violenza. Che non ha nulla a che vedere con la violenza del dio degli ebrei e dei cristiani che, una volta imitato da ebrei e cristiani, fu portatore di strage e di genocidio fra i popoli per 2000 anni. Un terremoto è un atto violento, ma non è la violenza dell’assassino.

Ogni volta che una situazione agisce per impedire di essere modificata da un atto, commette un atto di violenza. Tutta la vita vista dal Paganesimo Politeista è un vivere per sfida sia dei soggetti che vivono che dell'insieme in cui i soggetti vivono. Perché ogni oggetto del mondo è una consapevolezza che riafferma sé stessa veicolando il proprio desiderio e la propria volontà d’esistenza. Per questo motivo nell'Antica Religione Greca Afrodite era accoppiata a Efesto ed amava Ares! Solo il monoteismo ha ridotto le relazioni della vita come delle condizioni morali attraverso le quali distruggere l'Essere Umano sottomettendolo a condizioni apriori. Nel cristianesimo, solo il suo dio padrone progetta (o tesse il futuro o il destino degli uomini nel “disegno divino”). Nel cristianesimo gli uomini non devono progettare, devono essere pecore obbedienti al volere di dio che si esprime attraverso i pastori. Nel cristianesimo è dio che decide chi ammazzare col terremoto; gli uomini non devono proteggersi dalla volontà di dio. Questo è il motivo per cui a Roma i cristiani distrussero la medicina e chiusero le terme: dio poteva far ammalare chi voleva e nessuno doveva permettersi di impedirglielo (c’è una celebre poesia di Jacopone da Todi che invoca la malattia per compiacere il suo dio).

La morale del monoteismo non è un mettere ordine nella vita degli uomini, ma è un impedire la vita degli uomini in funzione di un ordine imposto, estraneo alla vita degli uomini. Pertanto, la morale monoteista è la massima forma di violenza (intesa in senso dispregiativo e negativo rispetto alla vita e al suo sviluppo) attraverso la quale si chiede agli uomini di sottostare, interiorizzare e riprodurre un’obbedire che alimentare la loro distruzione nella distruzione.

L’Iniziato di Eleusi sa di vivere in un mondo che progetta e in quel mondo progetta a sua volta sotto la spinta dei suoi desideri per un futuro di chi egli è un costruttore.

Marghera, 31 ottobre 2011

Scritto revisionato in onore di James Hillman

Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla

Le antiche religioni

 

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I Misteri Eleusini

Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.