Davvero erano sconosciuti i Misteri Eleusini?
Scrive l'Inno Omerico a Demetra:
E premurosamente esortò la saggia Persefone:
"Torna, Persefone, presso tua madre dallo scuro peplo;
ma serba nel petto l'animo e il cuore sereni,
e non rattristarti troppo, oltre ogni misura.
Non sarò per te uno sposo indegno al cospetto degl'immortali
io che sono il fratello del padre Zeus; e quando sarai quaggiù,
regnerai su tutti gli Esseri che vivono e si muovono
e avrai fra gli immortali gli onori più grandi;
per sempre ci sarà un castigo per coloro che ti offendono,
quelli che non placheranno con offerte il tuo animo
celebrando in conformità e in obbedienza all'ordine divino i sacri riti e offrendoti i doni dovuti".
Così egli diceva: si rallegrò la saggia Persefone,
e subito balzò in piedi, piena di gioia; egli tuttavia
le diede da mangiare il seme del melograno, dolce come il miele,
furtivamente guardandosi intorno, affinché ella non rimanesse per sempre
lassù, con la veneranda Demetra dallo scuro peplo.
Da: Inno Omerico a Demetra
Così Ade risolve la contraddizione che la sua azione ha messo in atto cogliendo il risultato della sua strategia.
I soggetti che concorrono a formare il futuro devono ritrovare il loro equilibrio. Ognuno deve riprendere il proprio posto nello sviluppo del cammino della vita. Persefone non è più solo colei che raccoglie i fiori, ma è la signora che genera la vita nell'Ade; è colei che accompagna i figli di Hera che germineranno e cresceranno nell'oscuro prima di sgorgare alla luce. Prima di essere "cuciti nella coscia di Zeus".
Persefone non è più solo figlia della crescita, ma è crescita essa stessa signora di tutti gli Esseri che germinano in semi, in uova o in uteri e che usano la propria volontà per adattarsi e nascere.
Riporta Clemente una citazione da Eraclito (a modo suo):
"Per le anime è morte diventare acqua, e per l'acqua è morte diventare terra, ma dalla terra nasce l'acqua e dall'acqua nasce l'anima."
Frammento in Diels-Kranz, I presocratici - testimonianze e frammenti, editore Laterza, 1990, pag. 204
Persefone è la trasformazione nella terra di tutto ciò che dalla terra deve emergere. Per terra si immagina un'oscuro mentre noi, immaginiamo noi stessi, il vivere nella luce: nella coscia di Zeus. Al di là di come il cristiano Clemente Alessandrino riporta la citazione di Eraclito, il senso che non può modificare è la trasformazione. Lo stato di un oggetto si trasforma in uno stato diverso, al di là che chiami il cambiamento di stato morte o nascita.
Persefone è il potere divino che partecipa al cambiamento di stato e, in particolare, al venir in essere degli Esseri della Natura.
In una nota del curatore del Diels-Kranz ad un frammento di Clemente Alessandrino che ragiona su Eraclito, a proposito delle feste Lenee, che Clemente Alessandrino censura come "indecenti" scrive:
26 Che in questo frammento ci sia una polemica contro l'indecenza delle falloforie e dei riti orgiastici dei misteri dionisiaci è stato ripetuto da molti, dagli antichi padri della chiesa ai moderni interpreti; ma, come è stato giustamente osservato, Eraclito non è un precursore né del cristianesimo né dell'illuminismo. Al contrario, appartiene ad una famiglia legata ai misteri eleusini. Non è dubbio, d'altra parte, che il senso del frammento sia piuttosto quello di giustificare certi riti, proprio perché in essi è implicita l'intuizione di una verità, cioè dell'identità di Ade e di Dioniso, del dio della morte e del dio della vitalità ebbra e della resurrezione (che invece Eraclito volesse dire con ciò, che anche Dioniso è un dio ctonio non pare davvero probabile). Si torna così al motivo dell'unità e identità degli opposti.
Nota dal Diels-Kranz, I presocratici - testimonianze e frammenti, editore Laterza, 1990, pag. 199
Non si tratta di "unità e identità degli opposti" ma di conseguenza della trasformazione dove il feto abita nell'Ade fintanto che non si fa Dioniso cucito nella coscia di Zeus. E' nei processi della nascita della vita che si può comprendere il capolavoro di Ade e Zeus. La vita, come oggi noi la conosciamo, nasce dalle scelte di Ade e Zeus nel coinvolgere Persefone a partecipare al venir in essere della vita.
Fra gli studiosi del Mito, Ade è conosciuto solo come "signore del regno dei morti" e non come generatore della vita che nasce e si trasforma.
Il chicco di melograno o il chicco d'uva (in altro mito) che Ade dà a Persefone (o che Persefone sceglie di mangiare) costituisce la sigla del contratto, del patto che porta Persefone a diventare "signora" e "guardiana" della vita diventando altro da Demetra.
La risoluzione della contraddizione deve accontentare tutti i partecipanti perché in questo modo tutti i partecipanti continueranno a costruire i futuri progetti. Il discorso che Ade fa a Persefone è estremamente profondo e manifesta l'intento del suo progetto. Un intento che non ha nulla di distruttivo, ma è funzionale alla vita. Persefone deve scegliere di rimanere nell'Ade e la sua scelta è costruita mediante il gioco dell'azione e della rappresentazione. Il seme di melograno che Ade dà a Persefone è il patto che viene sigillato. Con quel seme Persefone può continuare ad alimentare la crescita nel profondo e nello stesso tempo può dire a sua madre che Ade è stato così "astuto" da legarla a sé. Persefone mangia il seme, ma prima aveva ascoltato con gioia il discorso che Ade le fece.
Quel seme di melograno, l'uno di molti, è la soluzione di ogni contraddizione. Dice Ade: "Io ho lasciato andare Persefone, ma grande è il mio amore che ho fatto quanto potevo per legarla a me!" Chi può condannarlo? Dice Persefone: "Io volevo correre da te madre, ma Ade mi ha dato un seme di melograno. Me lo ha dato proprio con l'inganno. Non ci posso proprio fare niente!" Dice Demetra: "Se hai mangiato qualche cosa nell'oscuro, le leggi, le regole a cui nemmeno gli Dèi possono derogare impongono..."
Un unico piccolo seme di melograno.
Il seme del melograno è l'Iniziato!
E' sufficiente un Iniziato per gettare le basi e ricostruire il futuro. Quando il futuro è incerto e le contraddizioni travolgono il presente è sufficiente un Iniziato che sia in sintonia con gli Dèi per ricondurre le forze della vita all'armonia.
Quando nei dibattiti di Stregoneria abbiamo parlato dell'Arte dell'Agguato in Stregoneria, si è detto che l'Agguato ha successo quando il soggetto, a cui l'abbiamo organizzato, sceglie in armonia col nostro intento. Diventa Arte quando, nel praticare l'Agguato, il nostro intento è legato al tempo che ci viene incontro: finalizzato a costruire il futuro. Ade ce ne ha dato un esempio. La sua intelligenza, le sue passioni, i suoi intenti e i suoi desideri erano in armonia con le passioni, gli intenti e i desideri del mondo in cui viveva e in cui agiva.
Ogni Iniziato sappia che legando i propri desideri e le proprie passioni al tempo che viene incontro si può agire in armonia con i desideri e gli intenti del mondo in cui si vive anche quando si devono fare scelte molto dure. Anche quando sembra che tutto il mondo in cui l'iniziato vive sia travolto da onde nere che confliggono con la vita.
Marghera, 04 dicembre 2024
Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla
Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Demetra al museo di Roma
Questo sito non usa cookie. Questo sito non traccia i visitatori. Questo sito non chiede dati personali. Questo sito non tratta denaro.