Davvero erano sconosciuti i Misteri Eleusini?

La via Iniziatica dei Misteri di Eleusi
L'atemporalità del mito e il senso dell'immenso

Claudio Simeoni

I Misteri di Eleusi

Inno Omerico a Demetra
capitolo venticinquesimo

 

Scrive l'Inno Omerico a Demetra:

Vegliando tutta la notte, cercavano di placare la dea gloriosa,
tremanti di terrore; e all'apparire dell'aurora
al possente Celeo esattamente narrarono
ciò che aveva prescritto Demetra, la dea dalla bella corona.
Egli allora convocò in assemblea il popolo innumerevole,
e ordinò di costruire, per Demetra dalle belle chiome,
un pingue tempio e un'ara, sopra un contrafforte del colle.
Essi subito obbedivano, e davano ascolto alle sue parole:
costruivano il tempio come aveva ordinato, e questo sorgeva alto, per volontà della dea.
Quando poi ebbero terminato, e posto fine alla fatica,
si avviarono per andare ognuno alla sua casa; e la bionda Demetra
sedendo nel tempio, rimaneva in disparte da tutti gli dèi,
struggendosi nel rimpianto della figlia dalla vita sottile.

Da: Inno Omerico a Demetra

Quando si leggono i miti antichi, anche se i personaggi dei miti sono rappresentati in forma umana, vanno letti in una dimensione di atemporalità o, se si preferisce una definizione diversa, in un eterno presente.

Quando avvennero gli episodi raccontati dai miti, gli uomini non erano e la Natura era solo agli inizi della sua esistenza. Ricordare questo, appare superfluo per una persona religiosa Pagana Politeista, ma sembra che, ricordare questo, sia fondamentale quando ci si rivolge ad una persona educata a pensare gli avvenimenti in termini temporali.

Quando leggiamo miti antichi, stiamo descrivendo il divenire cosmologico della vita. Un divenire cosmologico in cui i protagonisti, gli Dèi, vengono presentati in forma umana. Una volta che la rappresentazione simbolica perde la memoria del simbolo e del suo significato, rimane solo la forma a rappresentare il mito. Cosa significa l'eterno presente applicato al Mito? Prendiamo una sintesi dello schema del mito come proposto da Esiodo: prima c'era Urano e Gaia; poi i Titani con Cronos e Rea; poi Zeus e i suoi fratelli. Urano e Gaia sono ieri, ora domani. Sono sempre presenti e sempre Urano penetra la materia e alimenta il venir in essere delle coscienze. Sempre, ora, Cronos evira Urano Stellato. In ogni attimo di ieri e dell'oggi. Continuerà in ogni attimo che segue ogni presente. Perché in ogni attimo Afrodite sorge dalle acque assieme alle Erinni. E Zeus, con i suoi fratelli, in ogni attimo agisce per costruire la Natura con i suoi amplessi. Indubbio che qualche cosa si genera da condizioni precedenti, ma una volta che il generato modifica l'universo della vita, tale modificazione continuerà a ripetersi come possibilità per il venir in essere di sempre nuove cosciente. Non si tratta di essere condannati a ripetere la medesima azione, come piaceva a Nietzsche, ma se Afrodite non entra nella materia, non sorgono nuove coscienze e quell'atto di afrodite è continuo perché è il senso dell'esistenza di Afrodite. Come essere la crescita, la crescita di ogni oggetto consapevole o meno dell'universo, è il senso divino di Demetra.

Il mito antico è una struttura filosofica. Il racconto mitologico è un racconto simbolico della realtà e di come la realtà è venuta formandosi. D'altronde, i veggenti quando alteravano la loro percezione e guardavano alle antiche trasformazioni di Esseri Unicellulari scorgevano in essi sé stessi: gli stessi Dèi si dibattevano in ogni essere unicellulare e negli Esseri Umani oggi. Non c'era differenza fra il meccanismo di percezione di una cellula con la percezione dell'attuale forma fisica dell'Essere Umano. Entrambe erano portatrici degli stessi Dèi, delle stesse tensioni e dei medesimi progetti esistenziali veicolati in forma diversa data la diversità della qualità sia di sé stessi che del loro abitare il mondo.

Non c'era differenza fra gli Dèi che allora agivano dentro gli Esseri e fuori gli Esseri della propria specie e della Natura in generale con gli Dèi che agiscono ora dentro gli Esseri Umani, fuori gli Esseri Umani e dentro e fuori gli Esseri della Natura in generale. Sono gli stessi Dèi che, nella loro attività, hanno trasformato loro stessi.

Così il mito assolve ad una duplice funzione. Da un lato descrive una situazione cosmologica dalla quale è divenuto il presente e, dall'altro, fornisce elementi con cui leggere e interpretare il presente.

Eraclito ha tentato di porre le basi affinché il nuovo modo di interpretare la realtà che ai suoi tempi stava nascendo non si discostasse eccessivamente dal "vecchio" modo di leggere la realtà. Ha fatto quanto poté! Il passaggio dalla descrizione mitica, attraverso la quale il presente è venuto formandosi, alla dimensione razionale di interpretazione soggettiva del presente, è un incredibile baratro che solo gli Iniziati sono in grado di superare. Esistono sicuramente vari modi e vari approcci attraverso i quali superarlo, ma Eraclito era un uomo religioso e, come uomo religioso, pose delle basi religiose alla sua azione. Il mondo si trasforma, diviene, diceva Eraclito; il mondo è statico, fermo perché, altrimenti, non conosceremmo la verità, faceva dire Platone a Socrate.

La razionalità divenne proiezione delle interpretazioni soggettive delle manifestazione del reale in cui il soggetto viveva. L'individuo cessava di essere il prodotto del mondo quale manifestazione dello scontro titanico dei divini nell'esistente, ma diventava colui che immaginava la sua presenza come centrale e necessaria della realtà e faceva della propria immaginazione la descrizione della realtà stessa.

Non più scontri di Dèi a forgiare il presente; non più Ares manifestato dagli Esseri per costruire il loro cammino; ma l'individuo che affermava di conoscere la realtà del mondo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, rivendicava il diritto di possedere il mondo e di distruggerlo a proprio piacimento.

I fantasmi di morte erano in agguato!

Il senso dell'immenso

So quanto sia difficile leggere la cosmogonia mitologica quando si guardano delle forme e si raccontano storie di uomini e Dèi in forma umana.

Questo è il segreto del mito, o, se preferite, il modo col quale gli antichi raccontavano la loro conoscenza e il modo col quale essi affrontavano la vita leggendovi i fenomeni. Mettetevi nei panni di un veggente che guarda l'origine del divenuto del mondo. Il divenuto che vive come presente è venuto in essere attraverso la trasformazione delle stesse forze e delle stesse tensioni che agiscano nel suo presente e, dunque, la forma dell'origine del divenuto, nella sua coscienza, assume la stessa forma con cui viene raccontata nel presente.

All'apparire dell'Aurora, al possente Celeo narrarono ogni cosa. Aurora apre le porte del futuro: Aurora è l'apparire dell'inizio di un processo di trasformazione. L'inizio di un sentiero di conoscenza da percorrere. E' all'alba che inizia il giorno, anche il giorno di nuove vite.

Sembra di vederlo Celeo radunare il popolo innumerevole e ordinare di costruire per Demetra, dalle belle chiome, un pingue tempio ed un'ara, sopra un contrafforte del colle. Sembra di vederlo Celeo adunarsi con molti altri unicellulari, trasformarsi e mettersi insieme per costruire un corpo più complesso dell'Essere Natura affinché, esprimendosi Demetra, sia più facile affrontare le sfide dell'esistenza e dare l'assalto al cielo degli Dèi. Gli Esseri pluricellulari della Natura sono dei templi in cui dimora la crescita: Demetra!

Ed essi obbedirono, dando ascolto alle sue parole!

E si trasformarono, generazione dopo generazione, finché il corpo degli Esseri Pluricellulari divenne, trasformandosi come Demetra aveva ordinato. Il corpo divenne grande "per volontà della Dea": il corpo divenne grande perché gli Esseri manifestarono la volontà della Dèa.

Quando gli Esseri della Natura, figli di Hera, dettero il via alla loro trasformazione fisica, si avviarono ognuno a trasformare sé stesso dando il via alla propria specie e alla diversificazione delle specie.

Ancora Demetra pensava alla figlia e in disparte se ne stava dagli Dèi. Costruiva le trasformazioni degli Esseri della Natura, ma non collaborava con gli altri Dèi.

Marghera, 17 novembre 2024

Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla

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I Misteri Eleusini

Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

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Demetra al museo di Roma

 

 

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