Davvero erano sconosciuti i Misteri Eleusini?
Scrive l'Inno Omerico a Demetra:
Demetra lo ungeva d'ambrosia come il figlio di un dio,
dolcemente soffiando su di lui e stringendolo al seno.
Di notte, lo celava nella vampa del fuoco, come un tizzone,
nascondendosi ai genitori: per essi era grande meraviglia
come egli cresceva precoce, e somigliava nell'aspetto agli dei.
E lo avrebbe reso immune da vecchiezza, e immortale,
se nella sua stoltezza Metanira dalla bella cintura,
spiando durante la notte dalla sua stanza odorosa,
non gli avesse scoperti.
Tratto dall'Inno Omerico a Demetra
Metanira coglie l'occasione per affidare suo figlio a questa meravigliosa nutrice. Solo che la nutrice è Demetra. E' la forza della trasformazione di ogni ente dell'universo!
Per comprendere l'indicazione all'Iniziato dobbiamo uscire dallo spazio e dal tempo. Infatti, lo stesso racconto si sviluppa in un immediato annullando il tempo. Il figlio è affidato e i genitori si stupiscono che cresca come un dio.
Fintanto che un individuo manifesta Demetra crescendo, sviluppando la libertà in ogni istante della propria esistenza, suscita meraviglia per il Potere di Essere che esprime. In ogni istante cresce e in ogni istante è diverso dall'istante che ha preceduto l'attimo presente.
Il Potere di Essere è una costruzione e una sedimentazione continua, di coscienza, consapevolezza e conoscenza, che un individuo attua nel corso della propria esistenza. E' facile scorgere nell'individuo il Potere di Essere di Persefone. L'ostetrica, oggi come oggi, annuncia: "Che bel bambino signora: pesa tre chili e mezzo (per fortuna che quella madre non ha partorito in Ruanda)!". Tre chili e mezzo? Sono il risultato di un periodo di gestazione prodotto da una furibonda lotta fra ovuli e spermatozoi che si è protratto per tutto il periodo della gestazione. Non solo, ma questo agglomerato di ovulo e spermatozoo, per produrre quell'individuo, ha dovuto vedersela col mondo nel quale manifestava sé stesso: la madre!
Tutta la complessità psico-emotiva, costruita da Persefone nella terra di Ade (il grembo materno), viene alla luce dopo aver sedimentato sé stesso giorno dopo giorno, crescendo giorno dopo giorno. Di tutto questo, gli uomini comuni afferrano soltanto la forma. Di tutto questo gli uomini avvertono, dentro sé stessi, le forze che li spingono alle relazioni col mondo: gli Dèi che dentro di loro alimentano le loro emozioni per esprimersi nel mondo.
L'uomo ignora che deve mettere queste forze al proprio servizio. L'Essere Umano qualunque, ignora che deve combattere la sua Titanomachia per mettere le forze della vita al proprio servizio e garantirsi il diritto di costruire sé stesso come un Dio. Le forze della vita, i Titani, desiderano esprimersi, ma non sono disciplinati, non hanno regole né a loro interessa l'individuo che li esprime dentro il suo cuore. I Titani sono le forze che si esprimono nell'individuo e l'individuo deve usare la propria volontà sia per controllarle sia per decidere dove e quando si possono esprimere. Mai per soffocarle perché, altrimenti, soffocherebbe la sua stessa vita.
Gli Esseri Umani qualunque diventano degli Iniziati quando sentono di dover e poter combattere la propria Titanomachia. Chi lo fa inizia un percorso virtuoso (non importa la qualità morale, importa la capacità di mettere gli Dèi del nostro cuore al servizio della nostra volontà e manifestarli attraverso la nostra ragione), chi non lo fa inizia un percorso di autodistruzione. I Titani dentro di lui spingono ed egli non ha strategie per manifestarli, non ha Intento per condurli, non ha volontà o ragione attraverso i quali dettare i limiti del loro esprimersi. In quest'ultima condizione l'uomo è combattuto fra il rimanere in balia di forze che lo dominano e lo distruggono e la necessità di soffocare tali forze eliminando bisogni e desideri dalla propria esistenza. In entrambi i casi ci si trova davanti a cammini di autodistruzione delle persone.
E' facile vedere la forma della crescita di un corpo fisico, ma vedere la crescita psichico-emotiva di un individuo; vedere le sue titaniche lotte per penetrare l'esistente; vedere la trasformazione della sua ragione, del suo pensiero, delle sensazioni attraverso le quali accarezza e compenetra il mondo; è quasi impossibile. A volte ci meravigliamo e usiamo vocaboli inappropriati: "Ma guarda quello come fa' bene quella cosa!"; "Ma guarda che bel ragionamento, non ci avrei mai pensato!", oppure, a volte: "Quello è pazzo, non sa che dice!" E il tutto viene vissuto come una specie di "illuminazione statica" in cui le persone "sono brave" anziché "sono diventate brave". Il diventare, il trasformarsi, l'apprendere, il modificarsi nella direzione in cui si vuole modificarsi date le condizioni nelle quali ci modifichiamo: facile per il figlio di Metanira, Demofonte.
Il figlio di Metanira è condotto per mano dalla crescita stessa. Il suo fisico e la sua conoscenza è forgiata dal fuoco e la sua struttura psichico-emotiva è unta d'ambrosia: dolci sono le condizioni che ci conducono ad affrontare le sfide della vita quando siamo condotti per mano dagli Dèi.
Che siano dolci o dure le condizioni, la crescita dell'Iniziato è sempre occultata nei confronti della ragione del mondo: "nascondendosi ai genitori...". La trasformazione soggettiva, il diventare un Dio, è una trasformazione interiore che non appare nella forma (anche se nella forma ha i suoi riferimenti), ma appare come azione, come capacità di effettuare o affrontare le situazioni che l'esistenza presenta loro. Ciò che è azione, è privo di forma. Manifestazione di fenomeni a cui la forma è costretta ad adattarsi: è il Potere di Essere, manifestato dall'Iniziato.
Anche Iside, in un tardo racconto, farà la stessa cosa. Per trasformare un Essere Umano in un Dio lo immergerà in una colonna di fuoco. Si tratta del fuoco della conoscenza e della consapevolezza. Perché si usa il termine di fuoco? Innanzi tutto perché il fuoco è vita. In secondo luogo perché le sfide della vita bruciano e lasciano segni profondi nella nostra struttura psichico-emotiva (che noi dovremmo poter condurre attraverso la nostra volontà) cicatrici come delle scottature che non si vedono sulla pelle, ma solo sulla struttura psico-emotiva. In terzo luogo perché il fuoco della conoscenza e della consapevolezza si alimenta soltanto attraverso il fuoco alimentato dalle sfide della propria esistenza.
Demetra è la crescita! Fuoco che arde.
La crescita è la libertà praticata da un soggetto nella sua quotidianità.
Un soggetto pratica libertà solo nella misura in cui esprime Eros Universale rimuovendo gli ostacoli che bloccano la sua espansione nell'oggettività nella quale vive.
Per farlo, deve coltivare la sua Conoscenza, la sua Consapevolezza e alimentare il proprio Sapere sia come cultura che come esperienza.
Coltiverà la propria trasformazione, giorno dopo giorno, affrontando le sfide della vita.
Fortunati quei mortali che, attraverso le sfide nel loro quotidiano, hanno saputo legare con la propria volontà gli Dèi costringendoli a camminare al proprio fianco affinché nutrano d'ambrosia la loro intuizione!
Marghera, 19 ottobre 2024
Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla
Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Demetra al museo di Roma
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