Davvero erano sconosciuti i Misteri Eleusini?
Scrive l'Inno Omerico a Demetra:
.... Suvvia, tutti gli dei che abitano le dimore dell'Olimpo
vi concedano legittimi sposi, e di generare figli
come gli sperano i genitori, così voi abbiate pietà di me, fanciulle,
e siate mie amiche. Care figlie, in quale casa potrei andare,
di quale uomo o quale donna sì che io compia per loro,
volenterosa, i lavori che si addicono ad una donna attempata?
Tenendo fra le braccia un bambino appena nato
io potrei allevarlo premurosamente, e avrei cura della casa,
e preparerei, nell'intimo delle camere ben costruite,
il letto dei signori, e addestrerei al lavoro le donne".
Da: Inno Omerico a Demetra
E' un insegnamento fondamentale per ogni Iniziato: è una questione di vita o di morte. Dove per vita e morte si intende il proseguimento del processo soggettivo di trasformazione o la cessazione dello stesso.
L'Iniziato, o il Dio, hanno il "potere della consapevolezza e della conoscenza". Al di là dei mezzi che possono procurarsi per intervenire nell'oggettività, la lucidità che hanno raggiunto, nella consapevolezza di poter intervenire nel mondo, è tale da essere sufficiente una condizione oggettiva favorevole per dominare una situazione del proprio vissuto.
In questo caso è la Dea che potrebbe avere il sopravvento facilmente, ed imporsi, che rinuncia a prevaricare per mettersi al servizio. Si mette al servizio non come un gesto di umile sottomissione, ma come colei che offre dei servigi con diligenza e impegno.
Non troverete mai nessuna parola di sottomissione pronunciata dalla Dea, non troverete ricerca di comprensione per la condizione dolorosa che sta vivendo. La Dea estende un vero e proprio elenco di quanto è in grado di fare e offre i propri servigi: nulla di divino, ma tutte prerogative di una persona che ha accumulato esperienza, potere e consapevolezza di sé: stessa nel mondo.
Chiedo qualche cosa e offro qualche cosa!
Sono in grado di fare tutti questi lavori, ho esperienza e la qualità delle sue parole certificano la sua esperienza. Parole alate.
Alle ragazze non dice: "Per favore aiutatemi!"; alle ragazze dice: "Siate mie amiche!"
Io, Dea o Iniziato, ho necessità della vostra amicizia!
Io, donna anziana, ho necessità della vostra amicizia!
Come suonano strane le parole della Dea.
Eppure ella ha necessità di quell'amicizia; eppure ella è manifestata da ogni Essere che esiste nell'universo.
Suonano strane le parole della Dea solo per il fatto che siamo abituati a un ben altro tipo di amicizia: "Voi siete miei amici se farete quello che vi comando." (Vangelo di Giovanni 15,14). Viviamo in un sistema sociale che impone l'amicizia come metodo di sottomissione delle persone e si è perso il senso del piacere della vicinanza fisica ed emotiva delle persone.
La Dea chiede questo alle figlie di Celeo!
Cosa che non è in grado di fare nessun dio padrone monoteista. Non lo può fare un prete cattolico, né: un prete ebreo o musulmano, ma lo può fare l'Iniziato ai misteri di Eleusi per il quale è importante un camminare assieme per affrontare la vita e non un impadronirsi di Esseri Umani da sottomettere (o da costringere entro un gregge).
La pietà che chiede la Dea è la Pietas delle antiche religioni: la Dea chiede attenzione per sé: dando, a sua volta, attenzione ad altri!
Chiedere attenzione per sé: significa: "Potete aiutarmi a trovare la casa nella quale posso lavorare e vivere?"
Che non ha nulla del pietismo cui siamo abituati educazionalmente a pensare, ma è l'attenzione per il mondo e gli enti che lo abitano e che ci circondano.
Quando uno di questi enti si presenta noi gli dedichiamo pietas: gli dedichiamo la nostra attenzione. Non gli diciamo come deve comportarsi; non gli chiediamo se è portatore di gloria o di inganno. Lo accettiamo per come si presenta e per come si presenta gli dedichiamo la nostra attenzione in base ai nostri intenti.
Ed ora parliamo dell'augurio che fa la Dea alle ragazze.
Augura loro che abbiano la migliore condizione familiare possibile e augura loro di avere "figli come i genitori desiderano!".
Nell'augurio della Dea non c'è l'imposizione ad una morale coercitiva; non c'è la richiesta di obbedire o sottomettersi a dei doveri: c'è l'augurio delle migliori condizioni possibili di vita e il raggiungimento degli obiettivi e dei loro desideri.
Con un amico si cammina a fianco, per brevi o lunghi tratti, e gli si augura che riesca nei suoi obiettivi e nei suoi intenti.
Se poi i suoi obiettivi e i suoi intenti sono anche i nostri obiettivi e i nostri intenti, l'augurio che gli facciamo è anche l'augurio che noi facciamo a noi stessi. C'è solo servilismo la dove qualcuno obbedisce ad un comando e suona beffardo chiamare, chi è costretto ad obbedire, amico!
Marghera, 27 ottobre 2024
Il testo dell'Inno Omerico a Demetra è tratto da "Le religioni dei misteri" a cura di Paolo Scarpa edizione Fondazione Lorenzo Valla
Nell'Inno Omerico a Demetra sono racchiusi tutti i misteri di Eleusi. Costruire il dio che cresce dentro ad ogni uomo e, nello stesso tempo, costruire le condizioni affinché le persone possano costruire più facilmente il dio che cresce dentro di loro.
Claudio Simeoni
Meccanico
Apprendista Stregone
Guardiano dell'Anticristo
Membro fondatore
della Federazione Pagana
Piaz.le Parmesan, 8
30175 Marghera - Venezia
Tel. 3277862784
e-mail: claudiosimeoni@libero.it
Demetra al museo di Roma
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