Cod. ISBN 9788893329187
Determinazioni, volontà e trasformazione soggettiva
Chi pratica Stregoneria, non è uguale ad un cristiano, ad un musulmano, ad un buddhista, ad un induista. Chi pratica Stregoneria può definire sé stesso Pagano Politeista perché non esiste nessuna definizione religiosa al di fuori del Paganesimo che comprende le relazioni fra l'uomo e il mondo prima dell'avvento dell'assolutismo di Platone o della bibbia degli ebrei.
Del Crogiolo dello Stregone vi ho parlato del viaggio di Ulisse per uscire dalla depressione e degli elementi del CROGIOLO DELLO STREGONE che ha usato.
Del Crogiolo dello Stregone vi ho parlato delle TRE ARTI SUBLIMI DELLA STREGONERIA (i vari post sono diventate pagine web che potete trovare).
Ora tratterò un aspetto di fondo del Crogiolo dello Stregone che tratta sulla differenza concettuale, fisica, percettiva, morale ed etica, fra chi pratica Stregoneria e Religione Pagana e tutte le altre religioni sia cristianesimo che buddhismo, islamismo, ebraismo o induismo (forma classica istituzionale). Senza questi elementi non si può percorrere nessun sentiero di Stregoneria. Senza questi elementi la "stregoneria" rimane un desiderio infantile che genera la sensazione di essere separati da mondi immensi e dalla vita stessa. La mancanza di questi elementi, al di là di come il soggetto li usa nella sua vita, nascono le malattie psicologiche e psichiatriche.
Come tutti gli elementi della Stregoneria, io li posso descrivere e posso argomentare per far comprendere "più o meno culturalmente" il loro significato e la necessità di praticarli, ma il significato non si comprende con la ragione, ma con la modificazione della struttura emotiva profonda che si ottiene mediante la pratica. La modificazione della struttura profonda di un individuo è SEMPRE dolorosa.
La vita ci mette davanti alle difficoltà e in quelle difficoltà noi proviamo dolore perché tali difficoltà erano inaspettate, ma noi possiamo modificare noi stessi per attrezzarci davanti alle difficoltà.
Il dolore della modificazione è uguale, ma nel primo caso la vita ci travolge per le difficoltà, nel secondo caso evitiamo di essere travolti dalle eventualità.
Gli elementi di cui parlerò sono gli elementi de "LA FONDAZIONE DELLO STREGONE" nel Crogiolo dello Stregone:
Le DETERMINAZIONI e la VOLONTA'.
Che cosa sono, come cambiano l'individuo, come si usano, cosa provocano nella struttura psichica.
Afferma Freud:
"L'ipotesi dell'inconscio è necessaria perché i dati della coscienza sono molto lacunosi; nei sani non meno che nei malati si verificano spesso atti psichici che possono essere spiegati solo presupponendo altri atti che non sono invece testimoniati dalla coscienza." (1915)
A questo Jung opponeva:
"Non dobbiamo mai perdere di vista che la causa è un modo di vedere. Essa afferma il rapporto necessario costante della serie di eventi a-b-c-d-... z. Ma anche la finalità è un modo di vedere, giustificato sul piano puramente empirico dal fatto che esistono serie di eventi il cui nesso causale è si evidente, ma il cui significato diviene comprensibile solo attraverso l'effetto finale. [...] Se vogliamo lavorare veramente da psicologi, allora dobbiamo conoscere il "senso" dei fenomeni psichici...[...] è assolutamente impossibile considerare la psiche in senso "solo causale" dobbiamo considerarla anche in "senso finale"." (1916-17 costruttivo metodo).
Secondo la psicologia il determinismo causale è:
"...abbandonato da quanti hanno spostato la comprensione dei fenomeni psichici dal piano della causa al piano del significato."
Cosa sono dunque le determinazioni nell'epoca in chi la struttura emotiva è il fondamento del divenire psico fisico dell'uomo?
Le Determinazioni sono le relazioni obbligatorie che il singolo deve praticare nelle relazioni fra sé e il mondo. Queste relazioni, a seconda di come sono vissute dall'individuo, modificano il suo punto di vista sul mondo costringendolo ad un'interpretazione univoca della qualità dei fenomeni ai quali è costretto ad adattarsi modificando in quella direzione la sua struttura psico fisica.
Le cause, i fenomeni, producono delle risposte adattative dei soggetti nel loro processo di crescita. Risposte che sono obbligatorie perché i soggetti che crescono sono all'interno di gabbie psichiche ed emotive che premiano alcune risposte e ne condannano altre. Questo premio e questa condanna si innesca sull'infanzia in cui il soggetto è spinto dalla necessità di sopravvivenza ed è privo della capacità critica nei confronti dei fenomeni sociali che si presentano.
Il determinismo fu elaborato dalla filosofia meccanicista che ad una causa faceva seguire la risposta e ad ogni risposta, affermava che c'erano delle cause. Questi filosofi si scontrarono con i finalisti (gli idealisti, i cristiani) in quanto, per loro, la causa era la finalità di dio alla quale piegavano le persone.
A questa contrapposizione, che inizia nell' 800 fino ad oltre la metà del XX secolo, seguono altre teorie che si chiedono: che cosa significa quel fenomeno psichico.
Riassumendo, le teorie della Stregoneria relative alle determinazioni come relazioni obbligatorie dell'individuo nel mondo, nasce dalla contrapposizione di chi riteneva che i fenomeni psichici fossero determinati da cause presenti nella natura e da chi riteneva che avessero il fine nella creazione di dio (o nell'anima). La ricerca del significato del fenomeno psichico riconduce all'insieme di cause che lo hanno indotto nell'individuo riportando la ricerca della psicologia sulle tracce di Freud.
Ed è da qui che parto per spiegare l'importanza delle DETERMINAZIONI in Stregoneria.
NOTA: le citazioni sono tratte dal Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti.
I limiti della filosofia deterministica stanno nell'assunto razionalistico secondo cui "se fossero note in un dato istante tutte le forze che agiscono sulla Natura e la posizione di tutti i corpi, sarebbe in linea di principio possibile prevedere tutti gli stati susseguenti dell'universo". Pertanto, lancia l'idea cristiana del dio assoluto onnisciente che in Laplace (saggio sulle probabilità) suona come: "Per una tale intelligenza tutto sarebbe chiaro e certo, l'avvenire come il passato le sarebbero presenti". Ridurre le cause che determinano il presente alla forma della descrizione razionale significa tentare di identificarsi col dio padrone cristiano che attraverso l'onniscienza e l'onnipotenza sovrasta e controlla il mondo.
Secondo la filosofia classica, l'ipotesi deterministica non si può realizzare in quanto non è possibile determinare univocamente in ogni istante lo stato del sistema fisico, cioè le posizioni e i movimenti assoluti di tutti i punti materiali che compongono il sistema stesso. E questo, secondo la filosofia classica, in forza al principio di indeterminazione di Heisemberg 1927 il quale sostiene che ogni misurazione fisica provoca una perturbazione del sistema da misurare. In sostanza, se il dio padrone guarda il mondo, provoca una perturbazione nel mondo.
Il primo errore nella filosofia deterministica non sta nell'incapacità di determinare le forze e i corpi della Natura, ma dalla pretesa del soggetto di comprendere la Natura mentre il soggetto è compreso nella natura ed è divenuto in questa.
Il secondo errore è di tipo monoteista proprio del delirio di onnipotenza: il soggetto che determina tutte le forze o le posizioni dei corpi.
Il terzo errore sta nell'osservatore di Heisemberg secondo cui, l'osservatore o il dio padrone, osserva l'oggetto dal di fuori della situazione condivisa fra sé e l'oggetto.
In realtà il principio di Heisemberg si basa sull'assunto che per osservare l'atomo attraverso un microscopio lo si illumina e illuminandolo gli si fornisce energie e, pertanto, l'atomo osservato non è più l'atomo che si voleva osservare.
Mi ricorda un po' l'idea dei topi di laboratorio: "Ma davvero voi pensate che il "premio-punizione" che ci date in seguito ai risultati dei vostri esperimenti ci induca ad agire secondo "ciò che noi potremmo" secondo il vostro bizzarro giudizio?". E ancora "Noi topi conosciamo il linguaggio dell'uomo è l'uomo che non consoce il nostro linguaggio, per questo usa le scariche elettriche per stimolarci e noi, secondo voi, dovremmo accontentarlo?"
Gli oggetti del mondo che il delirio assolutista della filosofia determinista voleva "mettere in ordine elencando forze e posizione degli oggetti" sono portatori di volontà: non stanno nel luogo in cui li individui, ma "mutano secondo le loro predilezioni!".
Inoltre, tanto per concludere la presentazione della questione, se secondo Heisemberg l'osservazione di un atomo varia l'atomo stesso perché lo carica di energia, quanto varia Heisemberg dopo che ha osservato l'atomo?
Il dio padrone dei cristiani non viene modificato quando guarda il mondo.
Io non so quanto siano state modificale le lune di Giove dopo che Galileo le ha osservate, ma so quanto le lune di Giove hanno modificato Galileo e la sua idea sul mondo. E so quanto vengo modificato io quando ho guardato quanto è stato modificato Galileo dall'aver osservato il moto delle lune di Giove.
Che cos'è la libertà?
Non si può definire il concetto in sé. Si può solo dire in che cosa consiste la libertà a seconda degli apriori a cui noi vogliamo attribuire il concetto di libertà.
Le obiezioni che venivano mosse alla filosofia deterministica non erano solo relative a come si concepiva nell'ottocento la materialità degli oggetti causali che concorrevano alla modificazione del presente, ma le obiezioni al determinismo riguardavano lo scontro con l'ideologia cristiana che nel determinismo vedeva compromessa l'idea della "libertà dell'anima", la "libertà di dio", la "provvidenza di dio" e la "maledizione di dio".
In sostanza, la filosofia deterministica metteva in discussione la libertà di dio di fare quello che voleva a discapito dell'uomo che doveva subire la libertà di dio. Con il determinismo, che nega la libertà del dio padrone cristiano, si inizia a pensare alla qualità della libertà dell'uomo.
Per il cristiano la libertà è la libertà del suo dio. Il suo dio era libero e doveva essere mantenuto libero di agire senza nessuna interferenza.
Per contro, la libertà dell'Essere della Natura è sempre in relazione al suo divenuto come specie.
La specie determina la qualità della libertà, sia come qualità che come quantità, che un singolo Essere di quella specie può anelare, raggiungere e determina i modi per superarne i limiti di quella libertà.
La causa prima degli Esseri della Natura è la Natura stessa intesa come insieme di Esseri, al di là di come noi li definiamo (anche tensioni psichiche, ad es.). Senza la Natura non esisterebbero gli Esseri della Natura; senza gli Esseri della Natura non esisterebbe la Natura. Dunque, la libertà di un Essere della Natura è conchiusa nella Natura.
Non può esistere una libertà degli Esseri della Natura al di fuori della Natura. Nulla può essere immaginato da un Essere della Natura se non ciò che è all'interno della Natura, compresa la sua degenerazione come malattia psichiatrica da delirio di onnipotenza.
I confini della libertà degli Esseri della Natura sono i confini della Natura. Le specie possono modificare i confini della Natura e, facendolo, veicolano il bisogno di espansione della Natura stessa.
Il secondo elemento che caratterizza i confini degli Esseri è la SPECIE. La specie è l'insieme di strumenti con cui il nuovo nato, di quella specie, fonda il proprio futuro alimentando, con questo, lo sviluppo della specie stessa.
Il terzo elemento che caratterizza i confini degli Esseri è il mondo in cui nascono sia che questo sia il mondo della Natura, sia che sia il mondo sociale (come nel caso degli Esseri Umani che hanno teso a separarlo dall'insieme del mondo della Natura).
Il mondo oggettivo confina lo sviluppo del singolo Essere attraverso l'imposizione di regole e norme nelle quali quell'Essere può veicolare le proprie tensioni. A seconda della qualità dell'oggettività che incontra nascendo, il singolo Essere adatta la sua struttura emotiva e costruisce le sue "predilezioni" mediante la strutturazione della sua struttura fisica che determina lo sviluppo della sua coscienza.
Tutte queste relazioni obbligatorie fra sé e il mondo, che il singolo soggetto è costretto a vivere in quanto individuo di quella specie, si chiamano DETERMINAZIONI!
Questi sono i limiti in cui il soggetto esercita la sua libertà.
Va da sé che l'unico ambito in cui il soggetto può intervenire veicolando le proprie pulsioni, è il mondo della Natura o la società in cui è nato.
Un soggetto che agisce in una Natura che agisce e in una società che agisce nei suoi confronti.
Che cos'è dunque la libertà per la società?
Per la società (ometto la Natura perché gli equilibri della Natura sarebbero più complessi perché gli ostacoli portano alla diversificazione delle specie) la libertà è quella del dio dei cristiani che deve essere libero di agire nei confronti del singolo soggetto come meglio crede (in una società cristiana siamo nati!).
Che cos'è la libertà per il soggetto?
E' la possibilità di veicolare le proprie pulsioni senza limitazioni coercitive imposte dalla società.
Quali sono gli elementi che caratterizzano la libertà del soggetto in una società?
1) La consapevolezza dei propri strumenti psico-fisici con cui veicolare le proprie pulsioni;
2) La conoscenza delle possibilità di veicolare le proprie pulsioni senza subire ritorsioni;
3) La qualità degli strumenti con cui la società agisce sulla struttura pulsionale dell'individuo;
4) La conoscenza ad opera della società degli effetti che producono nella società i processi adattativi dei singoli individui alle sollecitazioni adattative che essa presenta loro;
La qualità della libertà soggettiva praticata da un soggetto della Natura dipende dalla specie, dalle condizioni dell'oggettività che agiscono nella formazione della sua conoscenza e la sua consapevolezza che costituiscono, con gli altri individui, la qualità della specie all'interno della Natura.
Queste sono le DETERMINAZIONI di un individuo umano.
Quando noi, oggi, ci apprestiamo ad analizzare la qualità delle nostre determinazioni nel mondo in cui viviamo (il mondo sociale in primis) non cogliamo il loro divenuto, la necessità del loro adattamento e delle loro trasformazioni, ma le percepiamo come un "sempre stato" o un "è naturale". Come se il "sempre stato" o il "naturale" fosse una condizione statica della nostra coscienza in un presente che si estende in un passato ignorato e in un futuro che altro non è che estensione del presente vissuto.
Quello che noi percepiamo come "naturale" nelle nostre percezioni esercitate nelle nostre determinazioni col mondo, altro non è che la modificazione profonda che le cause del mondo hanno operato in noi costringendoci ad adattarsi.
Non abbiamo nessuna idea del divenuto della nostra percezione e delle nostre predilezioni.
Non sappiamo nemmeno perché abbiamo una certa idea; perché agiamo per "istinto", perché dividiamo le cose per simpatia e antipatia; perché tifiamo questo anziché quello.
Affermiamo che "è naturale" e non cogliamo i nostri processi adattativi che hanno formato quel divenuto.
Scrive Freud in "Ossessioni e Fobie" del 1895:
"In molte ossessioni vere è chiaramente evidente che lo stato emotivo è l'elemento principale, in quanto esso permane inalterato pur variando l'idea associata ad esso. Per esempio, la ragazza di cui al caso 1., citato più avanti, provava un senso di rimorso di varia intensità per ogni sorta di ragioni: per aver rubato, per aver maltrattato la sorella, per aver coniato monete false, ecc. I soggetti che dubitano hanno molti dubbi contemporaneamente o in sequenza. E lo stato emotivo che rimane costante in costoro: l'idea muta. In altri casi anche l'idea sembra fissa, come nel caso 4., quello della ragazza che perseguitava le domestiche della casa con un incomprensibile odio pur cambiando di continuo l'oggetto particolare.
Ora, un'accurata analisi psicologica di questi casi dimostra che lo stato emotivo di per sé è sempre giustificato. La ragazza del caso 1., che soffriva di rimorsi, aveva delle buone ragioni; le donne di cui al caso 3., che dubitavano della loro capacità di resistere alla tentazione, sapevano molto bene perché. La ragazza del caso 4., che detestava le domestiche, aveva buone ragioni per lamentarsi, ecc. Solamente, è proprio nelle due seguenti caratteristiche che risiede il fatto patologico: 1. lo stato emotivo persiste indefinitamente, e 2. l'idea associata non è più quella originale e adeguata, connessa all'etiologia dell'ossessione, ma è un'idea che la sostituisce, un surrogato.
Tutti gli effetti del comportamento che viene registrato come deviante, in realtà è una risposta razionale ad adattamenti psichici profondi che qualche volta possono essere spiegati facendoli risalire a fatti specifici, ma il più delle volte non possono essere riferiti a fatti specifici perché, chi ne provoca la necessità degli atti, sono un insieme infinito di sollecitazioni che costringono il soggetto ad adattarsi dopo che si è adattato ad un numero infinito di sollecitazioni dai cui adattamenti procede per adattarsi alle nuove sollecitazioni con la consapevolezza di possibili risposte dell'ambiente ai suoi adattamenti.
Nei processi adattativi della coscienza, non esiste una causa scatenante precisa degli adattamenti macroscopici dell'individuo. Gli adattamenti, da cui scaturiscono le idee, i comportamenti, le scelte, le passioni, le peculiarità desideranti, rispondono ad un complesso di sollecitazioni che spesso hanno nei neuroni specchio il marchio dell'omologazione.
Questo aspetto, come abbiamo visto nella prima parte, è stato indagato da Freud il quale ha affermato:
"L'ipotesi dell'inconscio è necessaria perché i dati della coscienza sono molto lacunosi; nei sani non meno che nei malati si verificano spesso atti psichici che possono essere spiegati solo presupponendo altri atti che non sono invece testimoniati dalla coscienza." (1915)
In tutto questo noi osserviamo la passività dell'individuo che, rispondendo alle sollecitazioni del mondo vi si adatta. Un individuo passivo al mondo. Come un neonato. Come un fanciullo oggi dice di sé stesso che egli "è così". Quel infantile "è così" che fa elaborare a Socrate quell'assolutismo creazionista del "conosci te stesso". Eppure, dice Freud, le radici del suo "essere così" stanno negli adattamenti che egli ha fatto e che, secondo Freud, la loro causa è rintracciabile nell'inconscio.
Invece, da questo punto di vista, Freud ha torto. Non si rintracciano le cause che hanno prodotto gli adattamenti dell'individuo nell'inconscio, bensì si rintracciano, come afferma la psicologia moderna, i significati degli adattamenti. Si rintraccia "a che servono" quegli adattamenti in un ambiente che li ha stimolati.
Il concetto di passività nei processi adattativi è generato dall'idea della mancanza nel soggetto della conoscenza delle possibilità e della consapevolezza degli strumenti con cui adattarsi.
Se questo processo poteva, ai tempi di Freud, essere pensato come "vero" nella primissima infanzia, non è vero in ogni stadio dell'esistenza del soggetto fin dal momento in cui l'ovulo si apre allo spermatozoo.
Il mondo stimola e il soggetto si adatta stimolando il mondo ad adattarsi ai suoi adattamenti.
In questo modo l'individuo è stato costruito in un mondo che si costruisce.
La volontà è un concetto di difficile definizione in psicologia. E' stato abbandonato dagli psicologi perché non è collocabile negli schemi della psicologia del profondo preferendo definizioni alternative come "motivazione" o come, in Adler, "potenza".
In sostanza noi abbiamo un'idea di che cosa sia la volontà, ma non abbiamo un sistema descrittivo sufficiente per definire la volontà.
La volontà non appartiene all'ambito della ragione, ma appartiene al mondo del tempo e al mondo delle emozioni. La ragione si limita a descrivere le azioni e a cercarne delle giustificazioni razionalizzando gli effetti della volontà.
La volontà scaturisce dalla "percezione emotiva" delle dinamiche del mondo, dagli ostacoli alla crescita e all'espansione dell'individuo, dalla percezione profonda e dalla necessità di rimuovere il presente. Lo scoppio della volontà, che è azione del soggetto nel mondo, soddisfa veicolando la pulsione emotiva che viveva in uno stato di repressione.
L'azione di volontà nasce dal coraggio. Il coraggio è inteso come la capacità dell'individuo di rompere con i legami coercitivi della ragione per affrontare legami e coercizioni che si esprimono sulla struttura psico-emotiva dell'individuo al di là che questo ne sia più o meno razionalmente consapevole.
La psicologia scientifica, dopo aver definito i caratteri dell'azione come atto volontario, definisce in questo modo gli atti di volontà:
"... il concetto di volontà è definibile solo mobilitando l'intera personalità dell'individuo, sia a livello pulsionale in ordine al prevalere di un desiderio o di una tendenza affettiva dominante rispetto alle altre, sia a livello intellettivo in ordine alla rappresentazione che si impone come fine fra le molte possibili, sia a livello comportamentale in ordine alla scelta dell'azione più idonea per il conseguimento dello scopo".
A questo, la psicologia scientifica, oppone i "disturbi della volontà":
Impulsività; azione senza rappresentazione (senza descrizione di motivazioni e fini);
Carenza; abulia, riduzione delle capacità di decisione anche in scelte relativamente semplici;
Mancanza; stati depressivi;
Negativismo; schizofrenici catatonici;
La sottomissione imposta dal cristianesimo tende a distruggere la volontà dell'individuo per impedirgli di reagire alla volontà del suo dio. Uccidere la volontà in un individuo, anziché fornirgli gli strumenti e la direzione in cui esercitarsi, significa distruggere il divenire dell'individuo.
La volontà è definibile in Stregoneria come la forza che trasmette alla coscienza l'elaborazione profonda della realtà vissuta dall'individuo e che, traducendosi in scelta e azione, spinge l'individuo a modificare un presente che appare dolorosamente sconosciuto. La volontà è l'atto con cui il mondo del tempo sospende la descrizione razionale del mondo dalla coscienza dell'individuo affinché l'individuo possa agire prima di descrivere le motivazioni per le quali agisce.
Il termine volontà è usato in pedagogia in cui il termine volontà va a definire l'"l'atto che si fa libertà come scelta volontaria d'azione".
In pedagogia è conosciuta l'arte del condizionamento che piega gli atti di volontà verso determinati fini anziché altri.
In questa settima parte mi avvarrò della divulgazione scientifica.
Che cosa comporta sull'individuo la pratica delle determinazioni fin da quando è nella pancia della madre?
Ovviamente la crescita.
I processi adattativi messi in atto dal soggetto alle sollecitazioni del mondo selezionano il soggetto nella sua attività di crescita.
Il processo è complesso, ma la Stregoneria lo divide in due fasi: la fase infantile nella quale il soggetto vive passivamente i fenomeni del mondo e si adatta per accettazione senza nessuna capacità di critica nei loro confronti e la seconda fase, che equivale all'età adulta, in cui il soggetto, pur continuando ad adattarsi, discrimina fra i fenomeni e mette in atto azioni di critica e di risposta ai fenomeni stessi.
Riporto una notizia recente dall'ANSA:
Dopo aver fatto esperienze molto diverse in un ambiente ricco di stimoli, due topi geneticamente identici hanno sviluppato due 'personalita'' molto differenti perche' nel loro cervello sono nati nuovi neuroni. E' quanto mostra lo studio pubblicato sulla rivista Science e coordinato dalla tedesca Julia Freund, del Politecnico di Dresda. Per la prima volta si dimostra che il cervello può essere scolpito dall'interazione con l'ambiente e che la crescita di nuovi neuroni durante l'età adulta promuove individualità diverse anche in gemelli geneticamente identici. Dopo avere sistemato 40 topi geneticamente identici in una gabbietta piena di giocattoli, i ricercatori hanno monitorato i loro movimenti dotando ciascun topo di uno speciale microchip che emette segnali elettromagnetici. L'esperimento è durato tre mesi, al termine dei quali, esaminando il cervello dei topi con tecniche di diagnosi per immagini, i ricercatori hanno identificato una correlazione diretta tra il comportamento esplorativo dei roditori e la nascita di nuovi neuroni nell'ippocampo, la regione del cervello legata all'apprendimento e alla memoria. ''Gli animali che hanno esplorato l'ambiente in misura maggiore hanno sviluppato più neuroni rispetto agli animali che erano più passivi'', ha osservato uno degli autori, Gerd Kempermann. ''La formazione di nuovi neuroni - ha proseguito - si verifica anche negli esseri umani. Quindi, se abbiamo rintracciato una base neurobiologica per lo sviluppo dell'individualità, questo vale anche per gli esseri umani''. La ricerca indica che lo stesso sviluppo contribuisce alle differenze nel comportamento degli adulti, come ipotizzato da molti. Ma ora, sottolinea Ulman Lindenberger dell'Istituto Max Planck per lo sviluppo umano, di Berlino, ''vi e' una evidenza neurobiologica diretta a sostegno di questa affermazione. I nostri risultati suggeriscono anche che l'esperienza influenza l'invecchiamento della mente umana''.
Tratto da:
La modificazione della struttura neuronale di un individuo è possibile in ogni età.
La modifica richiede tanto più impegno (investimento emotivo, spesso sotto forma di stress: ne ho già parlato nel testo dell'uscita dalla depressione) quanto più l'individuo è adulto e quanto maggiore è la fissità della sua struttura emotiva.
Se nell'infanzia la modifica della struttura neuronale (come della struttura fisica e del corpo) è un fatto accettato come crescita, l'infantilismo in età adulta non è altro che la sconfitta dell'individuo che ritiene di non dover o potere crescere ulteriormente.
Le determinazioni costruiscono LETTERALMENTE la struttura fisica e psichica dell'individuo e lo costruiscono nella direzione in cui le determinazioni rispondono alle predilezioni dell'individuo. Mentre nell'età prepuberale l'individuo risponde alle sollecitazioni del mondo mediante la sua struttura psichica desiderante lasciando ai propri desideri la discriminazione e, pertanto, è facilmente coinvolgibile anche in progetti psicologicamente distruttivi (che lo conducono alla malattia mentale in età adulta), in età adulta, l'individuo sconfitto, continua a rinunciare alla sua capacità critica continuando a delegare alla propria struttura desiderante (che pertanto è ferma all'infanzia e spesso inchiodata nella nostalgia) l'adattamento ai fenomeni che diventa la base della formazione delle sue idee e del suo pensare il mondo.
E' infantilismo fissato nella rinuncia a crescere.
Al contrario, l'adulto inizia a vivere per critica e discriminazione scegliendo sia le relazioni col mondo, il carico emotivo da investire in esse, la qualità delle relazioni, dando una direzione alla modificazione della sua struttura cerebrale e del suo corpo.
La mancanza d'esercizio della volontà nella capacità critica dell'uomo nel mondo comporta un percorso di autodistruzione per consunzione e degenerazione precoce della struttura neuro-vegetativa dell'individuo. L'uso della volontà nella capacità critica dell'individuo e nelle scelte dei propri coinvolgimenti nelle relazioni col mondo, implicano una rigenerazione continua della struttura neuro-vegetativa dell'individuo.
Chi pratica Stregoneria, modifica letteralmente la propria struttura fisica e neuronale e con essa sia la visione del mondo, la percezione dei fenomeni, la qualità dei fenomeni percepiti, le sue capacità di analisi critica, la sua capacità di abitare il mondo del tempo e il mondo delle emozioni. Abitando tali mondi ed investendo in tali mondi un carico emotivo lo Stregone interpreta la realtà vissuta nella ragione e rappresenta la sua conoscenza mediante le idee e la sua prassi.
Compito dello Stregone è quello di regalare un frammento di possibilità e di libertà alla società nella quale è vissuto.
Oggi la ricerca scientifica ci fornisce gli strumenti per comprendere come il cervello di un Pagano della Religione Pagana o uno Stregone che percorre il proprio sentiero nella Religione Pagana, non è uguale al cervello di un cristiano o di chi tenta di veicolare il cristianesimo con altri nomi.
Capire quali sono gli effetti delle determinazioni significa comprendere di poter usare la propria volontà per determinare la direzione nella quale modificarci.
"Io esisto!"
La fondazione dello Stregone parte dalla consapevolezza del suo ruolo nelle determinazioni nelle e per le quali è nato. Essere consapevoli che questo è lo schema nel quale si svolge la nostra vita e le nostre trasformazioni è una sorta di iniziazione.
Comprendere che scegliere o non scegliere determina comunque una trasformazione soggettiva. La scelta è un'iniziazione.
Il modello delle scelte dello Stregone è quello della vita tradotto dallo Stregone nella cultura e nella società nella quale vive.
Lo Stregone è colui che innesca sempre "la vita sulla terra"; nella società in cui vive; nella Natura in cui vive; nella cultura in cui vive.
Il modello dello Stregone è la vita che si dispiega in tutto il suo potere nel presente per fondare un futuro possibile che non è "pensato", ma vissuto all'interno delle pulsioni emotive che hanno nell'azione e nella descrizione razionale il loro riflesso.
Il quadro che è stato tracciato nei capitoli precedenti aveva lo scopo di far comprendere come l'uomo ha riscoperto il valore delle determinazioni e l'uso della sua volontà uscendo dalla "città di dio" imposta dai cristiani.
Quando la persona trova il divino in ogni azione che compie assumendosi la responsabilità della trasformazione che la sua scelta d'azione comporta, non fa altro che ripetere lo schema imposto dalle strategie del nostro comune antenato, l'acido ribonucleico. L'acido ribonucleico, trovandosi in un ambiente privo di ossigeno e ricco di ferro, ha esercitatola sua "volontà d'espansione" modificando il presente in funzione di un futuro possibile in cui, noi oggi, ci muoviamo: cosa sarebbe successo se l'acido ribonucleico si fosse messo in ginocchio davanti al dio padrone? La vita non sarebbe stata e noi oggi non saremmo qui a parlarne.
Riporto un articolo tratto dall'ANSA di questi giorni:
Ricostruite le complesse condizioni biochimiche presenti sulla Terra all'epoca delle prime forme di vita, circa 3 miliardi di anni fa. E' così emerso un ruolo finora insospettato dell'acido ribonucleico (Rna), la molecola che traduce il codice della vita in proteine: quando è immerso in un ambiente privo di ossigeno e ricco di ferro, come quello della Terra 'bambina', si trasforma in un 'elettricista' molecolare favorendo complesse reazioni, come dimostra lo studio del Georgia Institute of Technology pubblicato sulla rivista Nature Chemistry. Le lancette della storia della Terra sono state riportate a 3 miliardi di anni fa nei laboratori del centro RiboEvo (Center for Ribosomal Origins and Evolution) che l'Istituto di Astrobiologia della Nasa ha realizzato proprio al Georgia Tech. Secondo questa ricostruzione, quando la vita muoveva ancora i suoi primi passi sulla Terra e il Dna e le proteine non erano ancora comparsi, l'Rna giocava un ruolo da protagonista. In quel periodo l'ambiente era privo di ossigeno in forma gassosa, ma era ricco di ferro in forma solubile. Immerso in queste condizioni, l'Rna acquistava una capacità insospettata: riusciva a favorire il passaggio di elettroni da una specie chimica all'altra. Il trasferimento elettronico è un processo chiave nella biologia, coinvolto per esempio nella fotosintesi e nella respirazione, processi con i quali le cellule producono la loro energia. Non tutti gli Rna sono però degli 'elettricisti' perfetti: solo l'Rna ribosomiale 23s e l'Rna transfer (due delle molecole di Rna più antiche e abbondanti nel passato) sono capaci di catalizzare il trasferimento in modo efficiente quando si legano al ferro. Nel corso dell'evoluzione, l'ossigeno immesso nell'ambiente ad opera della fotosintesi avrebbe determinato l'ossidazione del ferro, rendendolo tossico: per questo sarebbe stato progressivamente sostituito dal magnesio per legare, ripiegare e rendere attiva la molecola di Rna. ''La nostra scoperta suggerisce che l'attività catalitica dell'Rna poteva essere maggiore in passato rispetto ad oggi'', afferma Loren Williams, biochimico del Georgia Tech e direttore del centro RiboEvo. ''I nostri esperimenti - aggiunge - potrebbero aver riportato in vita una funzione dell'Rna che era latente''. Il prossimo obiettivo dei ricercatori è scoprire se l'Rna è dotato di altri 'super poteri' finora sconosciuti, e se questi possano essere attivati proprio dall'interazione con altri metalli particolarmente abbondanti nel passato.
Tratto da:
La ricerca scientifica ci dice il comportamento dell'acido ribonucleico è il fondamento del comportamento di ogni Essere della Natura che tende ad agire adattandosi ad ogni variazione ambientale e che, nei suoi processi di adattamento, varia l'ambiente costringendo lo stesso a modificarsi. Questo comportamento è il fondamento dello Stregone. Ed è il comportamento della stessa evoluzione, in cui lo sviluppo di una specie continua quantitativamente fintanto che le condizioni oggettive non ne stimolano i salti qualitativi. Il salto qualitativo è la soluzione adattativa fra la specie in essere e le nuove condizioni imposte o percepite. Questo salto qualitativo non è un salto fatto all'intera specie, ma da gruppi ristretti di individui o, addirittura, di un solo individuo che in quella specie immette delle variabili come riportato in questo straccio di articolo sulle ipotesi evolutive della nostra specie negli ultimi centomila anni:
[...] Lo sviluppo delle innovazioni tecnologiche che nel corso dell'età della pietra portarono la nostra specie a comportamenti caratteristici dell'essere umano moderno è strettamente connesso a improvvisi cambiamenti climatici. E' questa la conclusione di una ricerca condotta da un gruppo di antropologi e paleoclimatologi dell'Università di Cardiff, del Natural History Museum di Londra e dell'Instituci Catalana de Recerca i Estudis Avan ats (ICREA) di Barcellona, che firmano un articolo pubblicato su "Nature Communications". L'identificazione dei fattori alla base dell'evoluzione culturale dei primi esseri umani moderni nel corso del mesolitico africano è ancora oggetto di discussione. Recenti scavi in siti archeologici del Sudafrica hanno documentato l'esistenza di diversi, improvvisi impulsi di grande progresso tecnologico, che riflettono l'emergere di comportamenti moderni di innovazione e dell'identità culturale dei vari gruppi, quali l'espressione simbolica attraverso pitture rupestri in ocra, strumenti in pietra e osso, monili fatti con conchiglie e giacigli approntati con materiali vegetali. Grazie ai progressi nelle tecniche di datazione è stato possibile attribuire una data precisa a queste industrie, le cui due più importanti si collocano fra i 59.000 e i 64.000 anni fa (la più recente), e attorno ai 71.500 anni fa (la più antica). [...]
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http://www.lescienze.it/news/2013/05/22/news/preistoria_clima_evoluzione_culturale-1665515/
Possiamo leggere questi comportamenti a livello di macro-evoluzione intuendoli nelle modificazioni della specie, ma possiamo leggere gli stessi comportamenti, la stessa tensione di modificazione del presente, in ogni scelta della microquotidianità.
Sono le scelte in cui veicolare la propria volontà nelle relazioni quotidiane che generano le grandi scelte che la storia del divenuto umano può registrate.
La volontà del soggetto lo incita ad agire nelle relazioni, nelle determinazioni, in cui si conchiude la sua oggettività. La volontà spinge il soggetto ad agire in risposta alle sollecitazioni che a loro volta agiscono in funzione della risposta divenendo, a loro volta, sollecitazioni.
Noi, come Esseri Umani, abitiamo il mondo.
Come tali agiamo nelle determinazioni che ci legano al mondo e il mondo agisce sulle determinazioni che ci legano a lui. Il singolo individuo è soggetto nel mondo, ma il mondo non è un oggetto, ma un infinito numero di soggetti che usano la loro volontà in quello stesso mondo che, nei fenomeni che invia ai soggetti, diventa soggetto che agisce a propria volta sia nel proprio mondo, la vastità che lo contiene, sia nei confronti dei soggetti che formano la loro oggettività: la sua soggettività.
Quando la consapevolezza di questo si cala nel singolo Essere Umano, si dice che quell'Essere Umano sta fondando il proprio percorso di Stregoneria. Questo perché fare delle scelte adattative come risposta alle sollecitazioni dei soggetti del mondo non è la stessa cosa che fare adattamenti passivi ritenendosi in diritto di dominare il mondo o oggetti della provvidenza di chi domina il mondo.
Mentre chi confida nella provvidenza si fa preda fra prede che lo predano, chi usa la propria volontà nelle scelte all'interno delle proprie determinazioni si fa soggetto attivo sia nella modificazione di sé stesso per adattarsi al mondo sia del mondo in cui tali adattamenti avvengono:
QUESTO INDIVIDUO E' DIVENTATO UNO STREGONE!
Uno Stregone che sarà qualificato dalle scelte che farà all'interno delle sue determinazioni che diventeranno le sue PREDILEZIONI.
Ogni individuo è un prodotto psico-fisico-emotivo dell'ambiente in cui nasce, ma la volontà nel riconoscimento dei legami col mondo, delle determinazioni, permette al soggetto di scegliere, almeno in età adulta, i migliori adattamenti possibili per costruire un futuro possibile.
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Marghera, Marghera, 25 maggio 2013 Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
Praticare Stregoneria significa attrezzarsi per affrontare la vita. Significa costruire, giorno per giorno, la propria libertà. Fate vostra una vertà rivelata e vi troverete in ginocchio, pecora di un gregge che sacrifica la propria vita e quella dei propri figli per un padrone.