(Articolo apparso su La Nuova il 26 settembre 2006)
JESOLO - Le doppiette sono entrate nella zona di Ca' Gamba data in gestione da due anni alla "Federazione Pagana"
Jesolo - Cacciatori violano il Bosco Sacro di Jesolo in via Ca' Gamba, Claudio Simeoni, il pontefice della federazione pagana si rivolge alla polizia provinciale. Questa volta non si tratta della solita invasione di un campo di soia o di gran turco da parte dei cacciatori ma di un episodio più delicato. Il pontefice della federazione, stava celebrando assieme agli adepti il rituale dell'equinozio d'autunno domenica scorsa, quando ha visto un cacciatore che si stava dirigendo verso il suo "altare".
Una scena curiosa. Da una parte, questa misteriosa federazione che ha eletto Jesolo come sede del suo Bosco Sacro per le funzioni Politeiste, dall'altra parte il cacciatore intento a celebrare un rito forse altrettanto pagano, ma assai meno spirituale, come quello della caccia che nasce con l'umanità ma mal si concilia con maghi e Streghe.
Per capire la situazione bisogna fare qualche passo indietro. Un paio di anni fa Simeoni ottenne il terreno di Via Ca' Gamba dello Jesolano Franco Santin. Un ettaro e mezzo di campagna per la Federazione Pagana di Venezia, che celebra riti Pagani, solitamente in coincidenza con solstizi ed equinozi, per raggiungere l'armonia con gli DEI della Natura. Quello di Via Ca' Gamba è di fatto un Bosco Sacro, dove si celebrano riti Pagani, come il passaggio in mezzo al fuoco e altri antichi gesti per ringraziare gli DEI.
Fece scalpore questa presenza improvvisa a Jesolo di persone che, con un po' goliardia e semplicità, furono definiti maghi e streghe. In realtà, invece di rivolgersi ad un unico dio, hanno scelto di parlare con altri DEI della Natura, nel solco di una religione che affonda le radici nei secoli prima che si affermassero definitivamente le religioni monoteiste.
"Abbiamo più volte scritto alla Provincia - spiega il pontefice della federazione - e il nostro bosco è per legge un luogo di culto, come una chiesa o un duomo. Io ho semplicemente chiesto al cacciatore, che si stava avvicinando all'altare, di allontanarsi dal nostro bosco. Lui si è arrabbiato, ha chiamato la Polizia Provinciale al telefonino. Allora, ieri mattina, anche noi ci siamo recati alla polizia provinciale per presentare un esposto sui fatti e redigere una breve relazione. Spetterà a loro decidere quali tipi di violazioni ci sono state. Noi - conclude Simeoni - non vogliamo certo disturbare nessuno.
Giovanni Cagnassi
Commento all'articolo
In prima pagina del giornale c'è un traino pieno di enfasi il cui scopo è attrarre il lettore. Sicuramente a Jesolo fuori dai giornalai ci sono le locandine col titolone.
La prima pagina dice (e leggetela con un po' di ironia pensando che i giornali sono fatti per venderli suscitando curiosità per le notizie):
Jesolo - Il "pontefice" della Federazione pagana aveva dato inizio alle preghiere, gli adepti si stavano concentrando sulle sue parole. Il rito dell'equinozio era lì, lì per giungere al culmine quando, all'improvviso, nella radura del "bosco sacro" alle porte di Jesolo ecco che spunta un cacciatore, E la magia del momento va a farsi benedire.
L'"inconveniente" si è verificato domenica nella zona verde di Via Ca' Gamba, gestita già da un paio d'anni da Claudio Simeoni, ovvero il già citato "pontefice". La questione è diventata decisamente delicata quando l'ignaro cacciatore ha provato ad avvicinarsi all'"altare" dell'improvvisato tempio all'aperto: a quel punto sono volate parole grosse e sono partite le telefonate, d'entrambi i contendenti, alla polizia provinciale.
Commento alla vicenda
a cura di Claudio Simeoni
In realtà, tutta quest'enfasi non c'è stata.
C'è stato, a mio avviso un tentativo di provocazione molto forte da parte del cacciatore. Un'intenzionalità di vilipendio del luogo, del culto e del rito. E' un po' difficile spiegare come quella persona vada a caccia alle 18.00 circa di sera nella campagna quando la caccia si chiude alle 19.00. Inoltre, i suoi atteggiamenti era accuratamente studiati per non dare addito a censure come comportamento che il cacciatore deve tenere in presenza di persone (per varie volte ha controllato che il fucile fosse aperto, per almeno tre volte ha controllato che il grosso cane fosse al guinzaglio e questo mentre lo stavo guardando avanzare lungo il canale). Certo il cacciatore deve essere attento, ma l'eccessivo controllo denotava un'intenzione che diceva "Adesso vengo a romperti le scatole e prova a dirmi qualche cosa che io sono a posto sia col fucile che col cane!".
Questa persona sapeva perfettamente cosa stava avvenendo nel luogo e le sue intenzioni a me apparvero chiare come erano chiare le sue intenzioni di coinvolgere la Polizia Provinciale di Venezia con una scusa qualunque che egli ritenesse sufficiente. Spesso, in questo paese, le persone non son consapevoli dei propri diritti e spesso, troppo spesso, si lasciano intimidire facilmente da atteggiamenti arroganti. Cosa questa persona volesse ottenere chiamando la Polizia Provinciale non lo sappiamo, sappiamo soltanto che la sua richiesta fu tanto accaldata e manifestava una tale urgenza da costringere la Polizia Provinciale ad intervenire. Ha chiamato la Polizia Provinciale affermando, più o meno, che la caccia gli era stata impedita quando gli ho detto: "E' in corso la preparazione di un rito religioso, se viene avanti armato chiamo il 113 per vilipendio."
Per lui, affermare questo, era un impedire il suo diritto alla caccia. Il vilipendio ad un luogo di culto e i sentimenti religiosi delle persone a lui non interessavano. Quando "minacci" di rivolgerti alle autorità per chiedere giustizia e chi vuole violare le leggi si rivolge a sua volta ad altre autorità al fine di garantirsi tale violazione, significa che c'erano delle intenzioni malevoli. Se non ci fossero state intenzioni malevoli avrebbe detto: "Faccia pure!"
Indice delle pagine sul Bosco Sacro
Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it
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