Silvano - Il Bosco

Gli Dèi nella Religione Romana
Il Sentiero d'oro

di Claudio Simeoni

 

Indice Religione Romana

 

Un insieme produce un effetto, una coscienza di sé, qualora quell'insieme interagisca, attraverso una sequenza di contraddizioni, mutamenti, adattamenti soggettivi, con l'oggettività espandendosi. Quell'effetto è una forza che si erge maestosa davanti a chi, alterando la percezione sottratta al pensato della ragione, la guarda e vi si rapporta.

Specificità coscienti che partecipano alle trasformazioni di un Essere cosciente maestoso col quale, non potendolo abbracciare per intero, ci si relaziona con il suo aspetto più vicino alla nostra realtà. Nell'aspetto dell'insieme con cui ci relazioniamo cogliamo la sua attività di modificazione e adattamento nell'oggettività in cui vive e questa attività la chiamiamo: esercizio del suo libero arbitrio.

Qual è la quantità dell'esistente che un Essere Umano è in grado di abbracciare rapportandovisi fino a contemplarne la consapevolezza e individuarne le azioni? Quando si è in grado di cogliere le infinite soggettività e le infinite dinamiche di cui l'esistente è composto? La consapevolezza di poter entrare in sintonia con le Coscienze del mondo circostante consente agli individui di staccare la propria attenzione dal presente percepito spostandola da un percepito ad un altro anche su piani diversi della forma razionale. Come il mondo in cui viviamo è "pieno di aspetti e rappresentazioni", così quegli aspetti e quelle rappresentazioni sono portatrici di progetti e volontà. Se non si è consapevoli dell'immenso numero di "aspetti e rappresentazioni" che manifestano progetti e volontà nella loro esistenza, si costringe l'attenzione soggettiva a fissarsi su un unico aspetto dell'oggettività. Sia che questo aspetto sia reale o immaginario. Sia che questo aspetto sia cosciente di sé o solo immaginato, viene isolato dall'insieme dall'attenzione del soggetto e con questo, solo con questo aspetto, il soggetto stabilisce una relazione.

L'Essere nato nella Natura si rapporta con l'oggettività in cui vive perché tale oggettività è in grado di soddisfare i suoi bisogni. Attraverso questa relazione la specificità oggettiva, che avvolge il soggetto, nutre, e si nutre, del soggetto. Della sua attività, dei suoi progetti, dei suoi intenti, delle sue azioni. Attraverso questa relazione il soggetto, immerso nell'oggettività, nutre, e si nutre, dell'oggettività stessa.

L'oggettività entra in relazione col soggetto attraverso l'attenzione del soggetto.

Come l'Attenzione dell'oggettività (nella sua continua ricerca di espansione attraverso relazioni dialettiche sia interne che verso l’esterno) stimola il soggetto ad aprirsi ad aspetti specifici dell'oggettività, così le scelte specifiche del soggetto, manipolando la propria attenzione, aderisce a questo o a quell'aspetto dell'oggettività stimolando l'oggettività stessa ad aprirsi mediante le sue azioni e le sue scelte.

Silvano è l'essenza del bosco. Il bosco pensato e vissuto come Coscienza di Sé. Il bosco che si espande, che si relaziona col mondo attraverso un numero infinito di relazioni al suo interno. Un corpo vivente, che manifesta una coscienza vivente, che progetta un proprio futuro possibile.

Non un bosco qualunque, ma del bosco, di quel bosco, che entra in relazione con l'Essere Umano.

Il bosco è un insieme di Esseri Viventi che hanno in comune la tensione all'espansione e, a questa tensione, l'Essere Umano non è estraneo. Egli taglia il bosco. A questa azione il bosco si oppone rinnovando la propria crescita. Quando l'Essere Umano è discreto nel tagliare, il bosco lo rinvigorisce rinnovandolo; ma quando l'Essere Umano si trasforma in saccheggiatore, il bosco lo distrugge, costringendo l'Essere Umano a scelte tali da modificare, snaturando, la sua natura attraverso la modificazione della sua Coscienza e della sua Consapevolezza. Silvano agisce per la propria sopravvivenza sia espandendo sé stesso sia costruendo relazioni emotive che creano disagio o felicità negli Esseri Umani con cui entra in relazione.

Il bosco, la foresta, era, ed è, una fonte della vita.

Al bosco veniva tolto lo spazio per coltivare il campo, dal bosco si otteneva legna, nel bosco (e nelle sue vicinanze) le greggi pascolavano.

Il bosco è una Coscienza che riconosce sé stessa diversa dall'insieme in cui è divenuta. Il bosco è Silvano nella sua relazione con gli Esseri Umani. Gli Esseri Umani, in relazione col bosco, sono essi stessi Silvani, parti di Silvano.

Il bosco è vita, Energia Vitale Libera.

A quest'Energia gli Esseri Umani attingono e danno. L'Essere Umano cosciente di questo guarda al bosco con rispetto. E il Bosco lo rispetta permettendogli di attingere per la sua esistenza.

Il bosco risponde; Silvano risponde!

Nessun Essere Umano è estraneo nel bosco quando egli stesso è bosco. Nessun Essere Umano è estraneo a Silvano quand'egli è Silvano.

Silvano è il principio maschile del bosco! Il seme attraverso il quale il bosco si riproduce. A Silvano le donne non piacciono in quanto sono coloro che partoriscono altri Esseri Umani, senza discrezione, senza progetto e senza misura (a Silvano le donne inizieranno a piacere quando inizieranno ad usare la pillola contraccettiva, l'aborto e il controllo delle nascite. Allora diverranno consapevoli della necessità di equilibrio fra il Genere Umano e le altre specie). Aumentando la specie umana senza regole, né fini, né limiti, si riduce lo spazio del bosco per nutrire la nuova prole dando quasi nulla in cambio. Così facendo si riduce e si trasforma la Coscienza Bosco; si riduce e si trasforma la Coscienza Silvano.

A Silvano piacciono i pascoli; dove le greggi si nutrono e concimano; dove piccole piante possono crescere rigogliose. A Silvano piacciono i pastori discreti passeggiatori di valli; concimatori di terre e distributori di semi.

Silvano veniva raffigurato con un cipresso sulla spalla. Il cipresso era il simbolo della vita, della rinascita. Un simbolo fallico che si spingeva verso il cielo e che le gelate dell'inverno non potevano attenuarne il vigore. Silvano era il "portatore di vita". Per questo motivo verrà assunto come "protettore della famiglia". Di lui e del suo culto Dumezil dice:

"Come il culto dei Lari, il culto di Silvano può essere reso da qualunque membro della famiglia, uomo libero o schiavo; sono numerose le testimonianze epigrafiche della devozione di schiavi e di liberti per Silvano."

Tratto da: Dumezil, La religione di Roma Arcaica.

Il tentativo di trasformare Silvano nel Pan greco fu un'operazione sincretica che negò caratteri peculiari di Silvano e facendogli assumere simbolismi culturalmente estranei. Più vicini alla sessualità sfrenata.

Silvano si poteva essere invocato soltanto nella foresta in quanto di questa era l'essenza e a questa gli Esseri Umani si rivolgevano per aver sostentamento.

Da quando in Europa le foreste si sono ristrette, per l'urbanizzazione, le voci dei Silvani si sono fatte sempre più flebili anche se l'attenzione degli Esseri Umani non è venuta meno. Le foreste ricresceranno, nonostante i saccheggiatori, e le Coscienze Silvano torneranno ad espandersi. Silvano non sparisce con l'abbattimento delle foresta, ma rimane. Povero e misero, ma rimane con l’ultimo albero, con l’ultimo topolino di campagna, con l’ultima cerambice, con l’ultimo seme che aspetta la pioggia. Rimane fra gli Esseri Umani pronto a sussurrare nelle loro orecchie: "Ricordati che il Bosco è tuo padre, tua madre, motivo della tua esistenza e della tua vita!"

Quando un aspetto dell'oggettività, con la quale l'Essere Umano si rapporta, tende a restringersi è l'Essere Umano che un po' alla volta si impoverisce. Quando questo avviene, l'Essere Umano si ritrova indifeso e subisce attacchi la cui natura non è in grado di capire né di pensare in quanto appartengono a quella parte dell'esistente col quale ci si rapporta col sentimento, con le azioni e con la volontà messa in atto quotidianamente e sistematicamente, non con le parole del pensato della ragione.

Poi, un giorno, si giunge in una località di montagna e si guardano gli alberi. Un velo di nostalgia cala sulle nostre emozioni. Un ricordo di ciò che fu ed ora non è. Ed è la voce di Silvano che ci dice: "Tu sei un Bosco; tu sei il Bosco; il Bosco può vivere attraverso le tue azioni!"

Versione caricata in internet il 26 gennaio 2006

Modifica 05 febbraio 2015

 

Pagina tradotta in lingua portoghese:

Tradução para o português Silvano, o bosque, os Deuses na Religião Romana

Il sentiero d'oro: gli Dèi romani

La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona

 

Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona

 

La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.

Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio

 

Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne.

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Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Membro fondatore
della Federazione Pagana

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Tel. 3277862784

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I Romani erano costruttori di Ponti

Ponti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi

La Religione di Roma Antica

La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.