Massimo Biondi
medico, giornalista e pubblicista

Undicesimo capitolo

Near Death Experiences, esperienze di premorte
fra scienza, cristianesimo e stregoneria

Congresso internazionale di San Marino 16-18 maggio 1997

di Claudio Simeoni

Indice dei temi congressuali

Massimo Biondi

Massimo Biondi medico, giornalista pubblicista.

Nel suo intervento Biondi mette in rilievo un aspetto trascurato da altri relatori: la soggettività, il divenuto, il contesto culturale in cui si sono avute le esperienze NDE.

A parte i suoi dubbi sulle carenze relative alle informazioni sui vissuti NDE afferma: "Poiché questi ricordi sono presenti alla coscienza già al momento della risoluzione della crisi, si attribuisce loro un alto livello di attendibilità e non si avanzano di solito dubbi sull'eventualità che non rappresentino con esattezza i contenuti dell'esperienza". In altre parole sostiene che quanto viene raccontato non viene approfondito, ma viene accettato per come viene raccontato.

Come un assoluto che non può essere indagato.

Biondi trova strano questo atteggiamento in quanto, egli afferma, di solito la memoria di un vissuto si focalizza su dei particolari, ma ne tralascia altri. Sicuramente altri sono distorti o percepiti attraverso traduzioni soggettive come l'apparire di Esseri Trascendenti.

Biondi avanza dei dubbi sulle carenze del gioco mnemonico dei vissuti NDE e non a torto, aggiungo io. Dice Biondi: "In considerazione di tutto ciò, che è ben noto da tempo, appare ingiustificata la mancanza di qualunque tentativo di valutare le NDE in rapporto alle deformazioni operate dai processi mnestici".

Esistono delle carenze di analisi. Carenze che non sono comunque in grado di aggiungere dati significativi se non per quanto già dimostrato in alcuni esperimenti. Attraverso la regressione ipnotica è stato possibile verificare che anche chi affermava di non aver avuto esperienze NDE in realtà ne aveva avute se non altro per quanto riguarda gli effetti del bombardamento di sostanze rilasciate dal suo corpo all'atto di una possibile morte. In pratica, l'effetto tunnel, la luce, il senso di benessere fisico ecc. appartengono ad una comune condizione umana.

Biondi passa ad introdurre nel suo discorso le condizioni socioculturali che intervengono, ma anziché mettere l'accento su interazione fra contesto socioculturale e esperienze NDE in sé, preferisce mettere l'accento su interazione socioculturale e possibilità di raccontare e manifestare esperienze NDE.

Esempi:

--- Prestazioni mediche: la loro adeguatezza richiama più persone; dunque ci sono un maggior numero di racconti.

--- Industrializzazione e inurbamento: aumento di incidenti; più situazioni di premorte.

--- Cultura dominante: può favorire o ostacolare i racconti di chi ha esperienze NDE.

Biondi porta ad esempio la statistica Gallup del 1982 in cui si dice che almeno il 3% della popolazione USA ha avuto esperienze NDE, cioè circa otto milioni di persone. Un analogo studio di Pasricha, effettuato agli inizi degli anni '90 in India, su un campione di oltre diciassettemila persone soltanto lo 0,001% ha avuto tali esperienze. Non solo, ma le esperienze indiane si sono manifestate quasi esclusivamente in ambiente domestico a differenza che negli USA che si sono manifestate in ambiente ospedaliero.

Espressi questi dubbi, Biondi passa ad analizzare gli elementi componenti l'esperienza NDE. Partendo dai racconti NDE tratta l'aspetto specifico.

Secondo vari studi ci sono percentuali diverse di individui a cui si sono manifestati elementi NDE in stato di crisi. Secondo Ring 50%, secondo Sabon 42%, mentre Locke e Shontz hanno riscontrato il 22%. Cosa porta alcuni Esseri Umani a ricordare e altri a non ricordare. Questo è ignoto. Lo stesso vale anche per il fatto che molti Esseri Umani asseriscono di non avere avuto esperienze NDE durante la loro crisi.

Alcuni hanno ipotizzato una certa predisposizione alle esperienze. Si sono presi in esame diversi fattori: sesso, età, grado di istruzione, stato coniugale, ceto sociale, religione, ansia, eccitazione ecc.. Nessuno di questi fattori ha dimostrato una certa incidenza nel favorire i fenomeni NDE. Da questo Biondi deduce: "...e insieme ai quesiti sulle circostanze che impediscono ad alcuni individui di provare (o ricordare) un'NDE mentre in altri favoriscono questa percezione, sono campi tuttora aperti alle indagini". In realtà quest'indagine non è possibile da parte di un gruppo di ricercatori in quanto il soggetto, su cui si esercita la ricerca, ha un arco di vita pari a quella del ricercatore e questi non è in grado di sperare in una crisi cardiaca o del pericolo di vita del soggetto per farsi raccontare l'eventuale esperienza NDE. In altre parole ciò che favorisce o meno lo sviluppo del corpo luminoso altro non è che la manipolazione soggettiva della carica energetica individuale ereditata dai genitori e manipolata attraverso le sue scelte nella sua vita. La manipolazione ha inizio nell'istante del concepimento per quanto riguarda l'Essere Feto e nell'istante in cui si nasce per quanto riguarda l'Essere Umano come comunemente inteso. E si manipola scelta dopo scelta; istante dopo istante. Quando si ha l'esperienza NDE, in risposta ad una crisi il corpo luminoso, dovrebbe già essere formato.

L'educazione alla manipolazione nei primi mesi e nei primi anni di vita dell'individuo sono fondamentali per fondare il suo divenire. Non esistono, se non in misura limitata, cause oggettive atte a predisporre all'NDE, ma esistono cause soggettive atte a predisporre all'NDE formando il corpo luminoso dell'individuo come le sue capacità di determinazione e di adattamento all'oggettività incontrata. Alla sua attività di manipolare sé stesso, si somma l'attività dei soggetti dell'ambiente che sollecitano i suoi adattamenti e le sue strategie esistenziali. Alcune oggettività favoriscono il soggetto, altre gli creano ostacoli, ma lo sviluppo del corpo luminoso, per conseguenza le eventuali esperienze NDE, sono sempre il prodotto dell'esercizio della volontà soggettiva.

Per questi motivi il "ricercatore" non è in grado di individuare delle cause comuni a tutti gli Esseri Umani. I fenomeni NDE non sono un dato di verità, ma espressione del divenuto dell'individuo, delle sue scelte e delle sue trasformazioni individuali. L'esercizio della volontà soggettiva è un fattore doppiamente soggettivo, spesso ignorato dallo stesso ricercatore, che non può conoscere il significato di volontà soggettiva in quanto è stato addestrato a scambiare per volontà soggettiva il volere attraverso l'imperio proprio del Potere di Avere all'interno del quale è stato educato e che il ricercatore intende servirsi per i suoi scopi.

Biondi chiama la sensazione di calma e di benessere nelle esperienze NDE "la componente affettiva". Uno stato psichico di calma comprendente calma, pace, benessere e serenità pervasiva. La sensazione si riscontra nel 60% tra i casi studiati da Ring ma anche nel 100% nei casi studiati da Sabon. Si sono anche riscontrati dei vissuti affettivi negativi. Sembra che questi mancassero nei primi studi poi sono via via aumentati fino a cogliere una percentuale del 20% negli studi di Lindley Bryan e Conley e il 33% nelle ricerche di Garfiel citato da Greyson e Bush nel 1992.

"... affrancandosi dai condizionamenti dei primi tempi, il numero di ricordi di vissuti sgradevoli o "infernali" è cresciuto: è possibile che i soggetti interpellati nelle prime fasi di ricerca decidessero di tacere..."

Il problema dell'aspetto affettivo è triplice. E' una sensazione legata alla descrizione del mondo che definisce uno stato fisico e psicologico. La definizione di benessere fisico sta a definire sia uno stato psicologico in cui il corpo luminoso viene partorito, sia l'assenza di dolore che la crisi ha portato e il distacco dal mondo e dai suoi affanni. Si è già visto, in altri interventi, come nei momenti di crisi il corpo fisico è in grado di emettere sostanze atte a favorire il blocco del dolore. Quanto si riporta dall'esperienza NDE non è la sofferenza del corpo fisico ma, la sensazione provata dalla produzione di sostanze anestetizzanti prodotte dal corpo e il diverso tipo di percezione della realtà organizzata nei sensi del corpo luminoso che in quel momento si sono staccati dalla dipendenza del corpo fisico (per chi aveva forza di produrre il corpo luminoso).

La ragione può descrivere le sensazioni percepite sia attraverso il corpo luminoso sia attraverso le sostanze emesse mediante immagini, ricordi e altro pescato dalla memoria della propria descrizione. Nei ricordi con cui si descrive l'NDE entra in gioco il condizionamento educazionale subito dall'individuo nell'infanzia. Il gioco morale a cui l'individuo ha partecipato durante la sua esistenza entra in gioco per formare le immagini "consolatorie" nelle esperienze NDE. La fase NDE è la fase in cui il corpo luminoso non diventa assolutamente indipendente, ma c'è ancora un legame col corpo fisico e in modo particolare con i suoi desideri, le sue angoscie, le sue ansie, fobie e le sue paure. Queste emozioni che bloccano nell'individuo la partecipazione ad un futuro prospettato (come la possibilità della morte) creano dipendenza psicologico-morale che la crisi di premorte del corpo fisico non cancella completamente, ma traduce spesso in immagini. Le paure e le fobie devono essere superate e risolte dal corpo fisico, in caso contrario bloccano la formazione del corpo luminoso. Le paure e le fobie sono dei brutti regali che fa il corpo fisico al corpo luminoso davanti a fenomeni NDE creando effetti sgradevoli o "infernali". Chi ha condizionamento educazionale cattolico e dovesse, ammesso e non concesso che per un cattolico fosse possibile, rendere indipendente il corpo luminoso può vedere esseri sotto forma della madonna, del Gesù o del suo del suo demonio a seconda di come il suo essere morale si pone. E' difficile che per un cattolico questo avvenga, in quanto la sua sottomissione distrugge il suo corpo luminoso. Più facile che in situazioni NDE si manifestano visioni di esseri indistinti a cui poi il soggetto, una volta risvegliato, chiama con nomi presi dalla propria cultura.

L'intervento delle fobie, delle paure e delle angoscie, è sicuramente sgradevole. Sicuramente sono sgradevoli gli attimi attraverso i quali il corpo luminoso supera le fobie regalategli dal corpo fisico.

Esiste un altro aspetto che provoca paura. E' una paura di origine allucinatoria. E' dovuta al fatto di arrivare alla possibile morte del corpo fisico senza avere un corpo luminoso da partorire. Questo crea disperazione per chi vive in ginocchio sottomesso ad una morale alla quale egli ritiene suo dovere obbedire. Quando subisce una crisi e ha effetti NDE questi sono vuoti. Spesso preferisce non ricordare; ma se dentro di lui c'è consapevolezza e coscienza di possibilità di costruire un divenire non praticato sufficientemente, dunque non sviluppato, subentra il terrore che si avrebbe potuto morire sprecando la propria esistenza. E' facile che costoro tornino dalle esperienze NDE con visioni di paura o "infernali". Al contrario, chi aveva un corpo luminoso vivo può vivere uno stato di amarezza per aver mancato l'opportunità di partorire il proprio corpo luminoso.

Al terzo punto, analizzato da Biondi, viene posta l'uscita dal corpo nell'esperienza NDE. Questa è l'unica parte, dell'insieme dell'esperienza NDE, che sfugge ad un'analisi con i psicofarmaci. L'uscita dal corpo per brevi o lunghi tratti è assolutamente inspiegabile se non con l'esistenza del corpo luminoso. In realtà noi siamo in grado, attraverso la nostra parte interna del cervello, di proiettare i nostri sensi. Più precisamente; possiamo usare i nostri sensi in maniera diversa e su piani diversi della percezione. L'episodio dell'osservatore nascosto ne è un esempio, ma anche le teorie sul cervello rettile sono un esempio di percezione diversa del mondo. Infatti, se il nostro cervello si è evoluto per sovrapposizione e sedimentazione come un qualsiasi altro organo, è facile ipotizzare che la capacità sensoria della parte interna del cervello sia completa, anche se "inutilizzata" nella formazione della coscienza.

Esiste sia la capacità di proiettare il percepito dei nostri sensi attivando la sensazione del dejà-vù. Questa proiezione può essere fatta sia come sensazione di volo astrale che far uscire il corpo luminoso qualora questo sia formato.

Un aspetto è il "volo nel tunnel" e l'immergersi nella "luce" con l'incontro di "entità astrali" e cosa diversa è lo staccarsi dal corpo; vedere cosa viene fatto al corpo, allontanarsi in altre stanze e muoversi. Queste ultime sono esperienze NDE uguali all'OBE anche se sono magari precedute dalla visione di un tunnel entro il quale si ha la sensazione di muoversi, dalla luce e dal senso di benessere. Certamente non c'è l'incontro con "entità astrali". Questo rappresenta un capitolo, comunque, a sé.

Veniamo a quanto dice Biondi. Di queste esperienze di distacco dal corpo ne sono state rilevale il 37% degli intervistati da Ring. La sensazione non è necessariamente di distacco, può essere anche semplice dilatazione della percezione. Greyson e Stevenson (1980) e Sabon (1982) hanno riscontrato quest'esperienza in 75% e 99% dei loro intervistati. Altri ricercatori hanno ottenuto fra il 66% e il 71%.

Biondi rileva di non comprendere il motivo di tanta differenza. L'uscita dal corpo sembra fosse esclusivamente il risultato della crisi, i soggetti non conoscevano il momento dell'uscita, non erano in grado di sapere quando erano usciti e quasi tutti descrivono i soccorsi ricevuti.

Da quanto afferma Biondi le NDE con uscita dal corpo non sono assimilabili all'OBE in quanto per l'OBE vi sarebbero delle spiegazioni neuropatologiche e poi perché gli effetti OBE si hanno in soggetti rilassati, tranquilli e in stato di benessere mentre le NDE avvengono in stato di crisi.

A parte il fatto che non conosco nessun stato di rilassamento mentale e psichico maggiore di un Essere Umano in stato di coma. In ogni caso, è da rilevare che l'OBE prodotta in stato di rilassamento è un'OBE spontanea, più o meno come un sogno, e si esprime poche volte in una vita, magari per brevi periodi anche se molto intensi. Le "altre" OBE sono un'altra cosa. Sono comunque OBE e NDE solo quando il corpo luminoso si allontana altrimenti c'è una dilatazione sensoria che può produrre l'immagine del volo ma è una dilatazione sensoria ottenibile anche attraverso la somministrazione di psicofarmaci i cui effetti ultimi sono la distruzione dell'individuo.

Queste affermazioni possono trovare nel punto successivo in cui Biondi tende a dividere le esperienze NDE in due classi distinte: NDE autoscopiche e NDE trascendentali.

L'autoscopica è la vera NDE nel senso che è l'NDE dove il corpo luminoso è pronto, sia pure in maniera diversa, ad essere partorito mentre nelle NDE trascendenti si produce una preparazione fisica al fenomeno, ma tendenzialmente è un aborto del corpo luminoso e preparazione alla dispersione della propria energia.

Gli effetti NDE del tunnel e della luce sono ottenibili anche attraverso sostanze psicotrope, dunque sono effetti dovuti a collegamenti cerebrali diversi e a dalle alterazioni nell'uso della percezione. L'effetto tunnel e l'effetto luce che avvolge ma non abbaglia sono effetti conosciuti da chiunque pratichi concentrazione, meditazione e sognare. Queste pratiche liberano sostanze normalmente non presenti nel cervello e provocano l'alterazione dei sensi e della percezione. Avviene anche nei momenti di crisi premortale, specialmente per quanto riguarda sostanze che aiutano a sentire sensazioni di benessere e pace (anche se è da rilevare che quando i sensi sono trasferiti sul corpo luminoso si staccano dalle sensazioni del corpo fisico). In Stregoneria ciò che importa non sono gli effetti prodotti, ma il lavoro attraverso cui si compatta la propria struttura emotiva, scelta dopo scelta, nel corso della propria vita in relazione alla sfide nel quotidiano.

Come dice Biondi, la luce a volte si raggiunge subito anche senza attraversare un tunnel. A volte si entra in una zona buia. Tutto questo è dovuto alle capacità o strutturazioni soggettive dell'individuo, come il suo corpo reagisce alla situazione e alle predilezioni psicologiche della singola persona. Biondi riporta una serie di cifre e di percentuali di riscontro all'effetto NDE; il tutto dimostra come l'effetto tunnel e l'effetto luce siano fenomeni soggettivi.

Biondi insiste molto sul verificarsi di situazioni miste: soggetti che iniziano delle situazioni NDE autoscopiche e finiscono in situazioni NDE trascendentali. Il fenomeno ha due spiegazioni possibili. O il soggetto aveva un corpo luminoso troppo debole per diventare indipendente oppure il ritorno del corpo luminoso nell'individuo ha permesso al cervello di prendere immediatamente il sopravvento nella gestione della coscienza dell'individuo trasferendovi il sentire alterato dal bombardamento chimico subito dall'organismo nel momento di crisi fisica. L'individuo non percepisce la discontinuità nella sequenza dal momento che quanto si verifica è così insolito che la sua attenzione non distingue le differenze. Molto più difficile è il contrario; anche se non impossibile! Il contrario si verifica più facilmente quando non c'è ritorno (ma nessuno lo può raccontare). In quel caso è come se l'individuo fosse in grado di partorire il corpo luminoso con molta fatica. Inizialmente il bombardamento chimico alterando la percezione lo porta a descrivere il nuovo con gli elementi del condizionamento educazionale subito, in secondo tempo staccandosi il corpo luminoso dal corpo fisico l'individuo percepisce il circostante con i sensi del corpo luminoso emancipati dal controllo fisico e dal condizionamento educazionale. In questo caso è come se l'individuo fosse in grado di partorire il corpo luminoso ma con molta fatica (appare al veggente come uno strisciare!).

Non ci sono testimonianze se non l'osservazione di chi è già abituato ad alterare la percezione ma se lo va a raccontare viene preso per matto. Una persona che credesse in ciò metterebbe in essere un atto di fede (o di fiducia) in un campo dove "signori" come Biondi stanno tentando di dare valore oggettivo ad esperienza puramente soggettive. Soggettive non nel senso di percezione soggettiva, ma di vissuti soggettivi che hanno prodotto divenuti e costruzioni di sé stessi attraverso le scelte personali messe in atto durante la propria esistenza!

Tentare di dare valore oggettivo a tutto questo si genera solo un atto di fede. Per uscire dalla fede è necessario parlare del vissuto delle persone.

Infatti, dice Biondi, molti autori sostengono che l'uscita dal tunnel, la luce e gli incontri trascendentali sono gli elementi più qualificanti delle esperienze NDE. Il vero problema di costoro è che considerano, la trascendenza descritta come proiezione del pensiero umano, oggettiva in sé. Per costoro, adoratori di un dio creatore e speranzosi in una qualche forma di paradiso, la forma trascendente è l'unica forma reale. L'unica cosa reale è il loro condizionamento educazionale. Non concepiscono altra forma d'esistenza se non quella alla quale sono stati piegati e costretti a sottomettersi. La distruzione dell'individuo passa essenzialmente attraverso il condizionamento educazionale. Quando si giunge a pensare alla descrizione come unica forma trascendente tale da riprodurla nella crisi di premorte, significa che la distruzione dell'individuo è stata completata. Dal momento che la maggior parte degli autori sono sottoposti al condizionamento educazionale cristiano o, comunque delle religioni monoteiste, trovano negli stati allucinatori prodotti durante le NDE conferma dell'oggettività del proprio credo.

Rimane comunque significativo che negli studi condotti in India risulti che il fenomeno del tunnel, al pari delle visioni autoscopiche, possono mancare del tutto o essere citate in maniera trascurabile.

Il tunnel, nelle visioni, è un susseguirsi di anelli di luce che hanno un movimento come se venissero incontro, per effetto della percezione relativa è come se noi ci muovessimo all'interno del tunnel. E' logico che in India si riscontrano un numero molto basso di effetti autoscopici. L'Essere Umano non è creato, è divenuto attraverso le scelte effettuate in ogni istante della sua esistenza. Le condizioni in India non sono ottimali per questi effetti, ma quando le condizioni di vita cambieranno, eventuali statistiche successive daranno risultati diversi.

Delle visioni di entità trascendentali ci parla Biondi come uno degli effetti che si presenta con maggior frequenza nelle esperienze NDE. Queste sono figure della religione o parenti e amici già defunti. Spesso avvertono che il soggetto dovrà tornare a vivere. Si tratta di effetti del condizionamento educazionale in situazione critica. Dice Biondi: "L'incontro con un generico Essere di Luce, con entità di defunti, con angeli o con divinità è stato riscontrato in quote elevate di testimonianze: 48% in un campione esaminato da Greyson e Stevenson (1980) e nella medesima proporzione nello studio di Sabon (1982). L'analisi dei casi indiani, pur constatando un'elevatissima percentuale d'incontri con entità spirituali (71% secondo Pasricha 1995) presenta una distribuzione di frequenze diverse da quella occidentale: il contato avviene soprattutto con parenti e familiari defunti (e non già con esseri di luce); più raro è con esseri di luce ed eccezionale è la visione della divinità. Di solito questo incontro è connotato nei casi indiani, da un avviso che viene dato al soggetto: che deve tornare indietro in quanto c'è stato uno sbaglio ed era stato preso al posto di qualcun altro".

Tutte le percentuali possono essere interpretate, come appare più opportuno, agli utilizzatori di statistiche, ma nulla vieta di paragonare queste esperienze a varie apparizioni che molti individui hanno nel corso della loro esistenza. Dove l'apparizione altro non è che alterazione della percezione ammantata dal condizionamento educazionale soggettivo. La fede si materializza nell'apparizione di un soggetto desiderante che sta vivendo un particolare stato emotivo, drogato, febbricitante, ubriaco, ferito o moribondo.

L'elemento che lega l'alterazione della percezione in un'esperienza critica quale NDE portandola in visioni trascendenti costituite da immagini proprie della quotidianità, siano esse di parenti che di divinità, è il condizionamento educazionale. La forza che inchioda l'individuo al pensato della ragione. Di questo ogni religione imprime il proprio marchio, magari trovando nella percezione legata al condizionamento educazionale conferma della propria oggettività!

Un altro elemento su cui Biondi pone l'attenzione è dato dal rientro nel corpo per chi ha avuto esperienze autoscopiche. Afferma che esiste una consapevolezza interiore della necessità del rientro oppure come messaggio portato da qualcuno. Quando qualcuno avverte la necessità del rientro, normalmente non c'è seguito alle sensazioni di rientro nel corpo in quanto quel rientro è già avvenuto. Nel caso della percezione della forza che richiama e delle necessità del ritorno, la sensazione del rientro è netta ed equivale alla ripresa della conoscenza dopo uno svenimento dovuto a mancanza di pressione sanguigna dopo molti giorno di digiuno (esperienza personale ndr).

Il rientro è dato da una sensazione di adattarsi al corpo e a mano a mano che il rientro avviene c'è la precisa sensazione di riprendere il controllo del corpo e dell'apparato sensorio. Di tutto questo non viene riportata statistica in quanto l'effetto viene rilevato, ma non analizzato statisticamente, non considerato importante rispetto all'insieme delle esperienze NDE. Eppure anche le sensazioni del rientro, della forza attrattiva, dell'adattamento della coscienza al corpo, sono elementi che attraverso la crisi qualificano l'esperienza di manifestare il corpo luminoso all'interno dell'esperienza NDE da una semplice esperienza allucinatoria.

Chi analizza le esperienze NDE è spesso portato a cercare conferme della vita oltre la morte ed è attratto più dalle esperienze trascendentali che in qualche modo confermano e confortano il proprio condizionamento educazionale. Riuscire a diffondere il concetto secondo cui la vita altro non è che un processo di gestazione del corpo luminoso comporterà un'enorme fatica. Davanti a comportamenti formati e costruiti al solo fine di togliere all'individuo le proprie determinazioni facendogli credere come alla morte del corpo fisico qualcuno, qualunque sia la sua fede e il suo credo, provvederà al suo futuro, la logica delle necessità di prendere nelle proprie mani il proprio divenire troverà ostacoli negli stessi individui che preferiranno la semplicità del sottomettersi alla difficoltà di costruire sé stessi usando la propria volontà e le proprie determinazioni.

Infine Biondi ci parla del cambiamento o presunto tale avuto in seguito alle esperienze NDE. Una percentuale del 41% sostiene ora di avere meno paura della morte. Alcuni si sentono come dei predestinati, un'altra percentuale ritiene di essere invulnerabile (di possedere la sensazione di eternità). Esperienze così intense e inaspettate modificano la qualità emotiva con cui si guarda l'evento finale della propria esistenza.

Un fatto curioso è quello delle persone che si sentono meno materialiste. In realtà si sentono meno meccanicistiche e prendono atto che esiste uno sconosciuto che non avevano considerato o considerato in maniera diversa.

Questa è l'esposizione delle esperienze NDE fatteci da Biondi da qui si può proseguire con le deduzioni anche se queste sono state fatte apriori.

Nel corso del congresso si è scoperto che si sono dovute modificare molte affermazioni dei parapsicologi. La modificazione è stata determinata essenzialmente da due fattori, in primo luogo i dati statistici non sono stati raccolti in un testo unico e gli elementi su cui puntare l'attenzione non sono omogenei e in secondo luogo, il pensiero da cui partolo le indagini parapsicologiche è risultato carente e inadeguato.

In particolare c'è il ricercatore puro che si limita a registrare il racconto e a dedurre; c'è lo studioso che per cercare conferme punta l'attenzione su alcuni aspetti specifici tralasciandone altri. E le ricerche forniscono dati frutto di interpretazioni soggettive e aprioristiche.

Se non si riesce a pensare che solo sottraendosi al condizionamento nell'infanzia alle religioni rivelate, il monoteismo, si può costruire un diverso divenire soggettivo che esprime una diversa condizione psico-emotiva con cui affrontare la morte, allora tutte le ricerche sull'NDE altro non saranno che ricerca di rassicurazioni di un'eternità garantita dal padrone. Sono i vissuti quotidiani che forgiano le rappresentazioni NDE nel momento in cui il corpo vive la crisi di premorte. Pertanto, occhi diversi, aspettative diverse che analizzano vissuti diversi produrranno nelle analisi dati, contenuti e risposte diverse nella presenza di NDE.

Infine un ultimo commento va fatto per quelle esperienze NDE che producono esperienze paurose con incontri infernali o di paura. Per quanto riguarda le visioni di Esseri infernali, questa è dovuta a stati d'ansia, a sensi di colpa imposti dalle religioni monoteiste alle persone che vivono stati d'angoscia nell'attesa del giudizio del loro padrone al momento della loro possibile morte. E' lo stesso che vedere la madonna o Gesù in stati d'ansia diversi.

Le sensazioni di paura producono contenuti allucinatori diversi. Se il corpo luminoso non è pronto per essere partorito, ma c'è la necessità che questo nasca attraverso un'ulteriore sequenza dei mutamenti del corpo fisico, si produce la paura. La paura della morte come fine di tutto; la paura della morte come terrore di abortire il corpo luminoso.

Scritto nel 1997

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Claudio Simeoni

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Le persone non si rendono conto che quando stanno per morire, non sono morte. In ogni caso noi disponiamo di strumenti mentali con cui possiamo afferrare aspetti inusuali del mondo che ci circonda. Questi strumenti non ci dicono com'è il mondo dopo la morte, ma ci indicano possibilità esistenziali e opportunità diverse da quelle che immaginiamo.