Portunno è un altro modo per percepire il Dio Giano. La percezione di Giano prende forma nella ragione attraverso l'uso delle porte. Noi attraversiamo le porte della nostra esistenza provenendo da un passato che ci ha costruito, agiamo sulla porta nel presente e, attraversandola, entriamo in un presente futuro. Attraversiamo sempre porte ogni volta che mettiamo in essere una decisione, un'azione o facciamo una scelta.
Come lo facciamo noi, così lo fanno anche le navi. La nave entra in porto, scarica il suo carico, magari carica un nuovo e diverso carico, e salpa verso un futuro.
Portunno è il porto dove si arriva per programmare un nuovo viaggio.
Il porto come punto di arrivo e preparazione della partenza.
Il Porto è il luogo dove si progetta il futuro.
In quel luogo si arriva, da quel luogo si parte.
Si può parlare della differenza fra il Dio Giano e il Dio Portunno. L'uomo si fa Giano per attraversare le porte della sua esistenza; il luogo si fa Portunno per garantire arrivo e partenza verso il futuro.
I luoghi nei quali si arriva e dai quali si parte sono i luoghi che garantiscono la sicurezza attraverso la quale possiamo progettare la vita.
In che momento si fonda il futuro? Ora, subito, adesso!
In che luogo si costruisce il futuro? Qui!
Portunno è qui e ora. In ogni qui e in ogni ora!
Portunno è soggettività e oggettività dell'Essere Umano. Portunno è un potente Guardiano nella relazione fra sé e il mondo circostante.
Scopo del Guardiano è fondare il futuro; ogni futuro, in ogni momento.
Giano è la cosa, Portunno la spinta affinché quella cosa avvenga.
Giano e Portunno vanno sempre visti assieme. L'uno e l'altro non possono separarsi. Senza Portunno, Giano è un'astrazione, un'idea ferma nella testa dell'uomo. Con Portunno Giano diventa azione progettuale. Un atto di volontà con cui i singoli individui provvedono al divenire della specie a cui appartengono
Testo 1993
Revisionato nella forma attuale: Marghera ottobre 2018
Pagina tradotta in lingua Portoghese
Tradução para o português Portuno, cruzamento entre o passado e o futuro na Religião Romana
Il sentiero d'oro: gli Dèi romani |
La vita, rappresentata da Giunone in Piazza delle Erbe a Verona
Il suicidio della vita rappresentata da Giulietta a Verona
La Religione Pagana esalta la vita trionfando nella morte.Il cristianesimo esalta la morte, il dolore, la crocifissione e il suicidio
Per questo i cristiani disperati hanno un padrone che promette loro la resurrezione nella carne. |
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Claudio Simeoni Meccanico Apprendista Stregone Guardiano dell'Anticristo Membro fondatore della Federazione Pagana Piaz.le Parmesan, 8 30175 Marghera - Venezia Tel. 3277862784 e-mail: claudiosimeoni@libero.it |
I Romani erano costruttori di PontiPonti che univano gli Dèi agli uomini e gli uomini agli Dèi |
La religione di Roma Antica era caratterizzata da due elementi fondamentali. Primo: era una religione fatta dall'uomo che abita il mondo fatto da Dèi con cui intratteneva relazioni reciproche per un interesse comune. Secondo: la Religione di Roma Antica era una religione della trasformazione, del tempo, dell'azione, del contratto fra soggetti che agiscono. Queste sono condizioni che la filosofia stoica e platonica non hanno mai compreso e la loro azione ha appiattito, fino ad oggi, l'interpretazione dell'Antica Religione di Roma ai modelli statici del platonismo e neoplatonismo prima e del cristianesimo, poi. Riprendere la tradizione religiosa dell'Antica Roma, di Numa, significa uscire dai modelli cristiani, neoplatonici e stoici per riprendere l'idea del tempo e della trasformazione in un mondo che si trasforma.