ORACOLI CALDAICI:

LA STREGONERIA PER LA RICOSTRUZIONE

DELLA RELIGIONE PAGANA POLITEISTA

di

CLAUDIO SIMEONI


Sesta parte

Commento dei frammenti da 161 a 191!



161) ... pene che artigliano i mortali...

Cosa sono le pene? Quali sono le pene che artigliano i mortali?

Le pene sono quelle che i cristiani chiamano "il dolore"! Il dolore come manifestazione della volontà del loro dio padrone. Quel dolore che attanaglia il loro bisogno di libertà e gli rende schiavi dell'aspettativa dell'intervento del loro padrone. Li rende schiavi dell'aspettativa di un suo intervento. Il dolore come distruzione dell'individuo che subendolo lo accetta facendo di quell'accettazione manifestazione della sua sottomissione al volere del dio padrone.

Le pene dell'esistenza come prodotto delle contraddizioni dell'esistenza alle quali il soggetto non è in grado di opporre la propria volontà perché la sottomissione e l'accettazione della fatalità gli è stato imposto con la violenza del condizionamento educazionale. Le pene come elemento di accentramento dell'attenzione soggettiva. Un'attenzione che viene privata della capacità di spaziare nelle cause e nelle relazioni che producono dolore per fermarsi al dolore come oggetto in sé.

Questo fermarsi nel dolore come oggetto in sé è l'essere artigliato dalle pene. Un essere artigliato che impedisce all'Essere Umano di risolvere le contraddizioni dell'esistenza e di spaziare nell'infinito che lo circonda. Quando un Essere Umano è artigliato dalle pene soggettivandone l'artigliamento non ha più volontà per liberarsi dal dolore. Lo accetta con rassegnazione. Lo accetta con accettazione. Diventa dipendente da quel dolore e desidera rinnovare negli altri Esseri Umani lo stesso dolore perché questo gli da sollievo. Anzi, gli altri Esseri Umani devono soffrire ancora di più mentre egli rappresenta il suo dolore come manifestazione del dio.

Mentre gli Esseri Umani soffrono di dolori fisici che la determinazione soggettiva potrebbe eliminare qualora le condizioni oggettive lo permettessero, chi ha soggettivato il dolore soffre di condizioni psichiche che allevia nutrendosi del dolore fisico di quelle persone che non possono uscire da quel dolore perché lui blocca lo sviluppo dell'oggettività affinché costoro soffrano. Così costui si è trasformato in un produttore di pene attraverso le quali artigliare gli Esseri Umani per impedire loro di distendere le loro ali e dare l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza.

I morti producono altri morti per alleviare la propria sofferenza di zombi davanti alla vita!

Queste sono le pene che artigliano i mortali!

162) Ah ah, latra la terra su costoro fino ai loro figli.

Latrare: un abbaiare furioso contro qualcuno! Perché l'Essere Terra dovrebbe latrare contro qualcuno? Perché quel qualcuno danneggia le trasformazioni dell'Essere Terra! Perché quel qualcuno, danneggiando quanto lo ha emanato, danneggiando sia sé stesso che l'Essere dal quale proviene: l'Essere Terra stesso! Un latrare furioso nei confronti di chi distrugge il divenire degli Esseri cui appartiene. Un latrare furioso che corrisponde all'umano inveire nei confronti di chi ti distrugge, pur essendo impotente nei suoi confronti. Se è vero che le scelte appartengono a chi sceglie, è altrettanto vero che gli adattamenti devono essere costruiti dall'oggettività in cui quelle scelte vanno ad incidere.

Chi distrugge gli Esseri Umani non distrugge la specie agendo contro di essa, ma la distrugge distruggendo i propri figli. La distruzione, che proviene dall'interno della specie, non è un distruzione immediata, dura e violenta, ma è piuttosto la distruzione costruita attraverso le generazioni. La distruzione che padri e madri operano attraverso la costrizione alla quale sottomettono i loro figli. Non è la distruzione della generazione presente, ma è la distruzione della costruzione del futuro cui i loro figli sono partecipi.

Contro questo è il latrare furioso dell'Essere Terra. Se tu vuoi distruggerti, distruggi te stesso, ma non toccare il futuro. Non costringere alla distruzione i tuoi figli affinché generino distruzione. La distruzione di una specie è la distruzione di una sequenza di mutamenti cui l'Essere Terra è partecipe. Quando si distrugge una sequenza di mutamenti si distrugge anche l'Essere Terra, magari costringendola a costruire nuove strategie affinché nuovi Esseri, o Esseri già esistenti, articolino sé stessi per trasformarsi.

Latra impotente davanti all'umana distruzione l'Essere Terra, ma col suo latrare alimenta Libertà dentro sé stessa. Alimentando Libertà dentro sé stessa, alimenta Libertà dentro quegli Esseri Umani che ancora la percepiscono affinché la alimentino bloccando lo sviluppo della sottomissione sia in sé stessi che nella propria specie.

Il latrare della terra, come quello di ogni Coscienza di Sé che alimenta il proprio Potere di Essere, è impotenza nell'immediato, ma è arte del crogiolo alchemico delle trasformazioni. L'Essere Terra latra e nel far questo concentra tutto sé stessa alimentando le trasformazioni!

163) e non inclinare verso il basso, verso il mondo della luce nera: gli sta sotto un abisso perpetuamente amorfo, senza contorni, avvolto nelle tenebre, sordido, che si compiace di simulacri, privo di luce noetica, rotante in eterno, rovinosa mutila tortuosa profondità che sempre si sposa con forme corporee senza apparenza, inerti, senza respiro.

In questo paragrafo si manifestano le scelte dei soggetti della direzione nella quale imprimere la propria azione. Comunque l'azione del soggetto segue una direzione dalla quale imprime la trasformazione del soggetto stesso. Comunque il soggetto sceglie. L'esecuzione dell'azione è la scelta del soggetto. Il non scegliere è scelta della direzione in cui agire.

La vita di ogni Essere della Natura è un percorso che va dalla nascita del corpo fisico alla morte dello stesso. Ogni azione messa in essere da un soggetto altro non è che la rappresentazione della scelta del soggetto stesso. Le azioni conducono un soggetto nelle sue trasformazioni e determinano la qualità delle trasformazioni stesse.

Il veggente è colpito dall'abisso del nulla, della dissoluzione della Coscienza di Sé e della Consapevolezza che ha costruito l'individuo. Un abisso perpetuamente amorfo che inghiotte chi non ha saputo imprimere una valenza noetica alle proprie azioni. Un abisso che inghiotte chi ha rinunciate al volo negli infiniti spazi luminosi del cosmo preferendo l'oscuro della rinuncia e della sottomissione.

E' il nulla perché privo di Coscienza e di Consapevolezza. E' il nulla perché privo dello sviluppo della sequenza dei mutamenti di cui è portatrice lo sviluppo noetico di una Coscienza di Sé.

Non inclinare verso il basso! Non inclinare verso la sottomissione, verso la rinuncia del tuo Potere di Essere, verso la rinuncia dello sviluppo del tuo Potere Noetico. Anche se l'azione che porta allo sviluppo della tua soggettività può implicare un impegno apparentemente troppo grande, non rinunciare a svilupparti e a costruirti. Non volgere verso la "rovinosa mutila tortuosa profonditàche sempre si sposa con forme corporee senza apparenza, inerti, senza respiro".

Cosa significa, in questo caso, l'assenza di apparenza?

Significa l'assenza di manifestazioni fenomenologiche! L'assenza di rappresentazioni soggettive che manifestandosi, vengono rappresentate dal soggetto che le percepisce. In altre parole significa la mancanza di Coscienza di Sé. La mancanza di rappresentazione.

Inclinare verso il basso significa aver rinunciato a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti e giungere alla completa distruzione delle possibilità di sviluppo della propria Coscienza di Sé. Giungere in uno stadio della propria esistenza caratterizzato dalla non esistenza. Dall'assenza di manifestazione soggettiva. Dall'assenza della propria volontà. Dall'assenza della propria espressione fenomenologica nel mondo circostante.

Inclinare verso il basso significa dissolvere sé stessi: rinunciare a percorrere l'infinito dei mutamenti.

164) e non inclinare in basso: c'è un abisso sotto la terra, che trascina al di sotto della soglia delle sette vie...

Le sette vie o le sette rinascite della trasformazione misterica ripresa dai neoplatonici. Le sette vie sono le sette rinascite attraverso le quali la Coscienza di Sé nata e sviluppatasi nell'Essere Natura procedeva nella costruzione delle sue trasformazioni.

Io non ho consapevolezza delle sette rinascite. Ne conosco quattro. La Fetale, il Fanciullo e la Fanciulla, l'Essere Umano Adulto (al di là del proprio sesso) e l'Essere Luminoso. Le trasformazioni che si percorrono in quanto Esseri Luminosi appartengono alla trasformazioni proprie degli Esseri Luminosi. Io preferisco curare gli elementi che portano alla trasformazione nell'immediato anche se posso fare miei i viaggi del Libro dei Morti Egiziano e i viaggi verso l'Essere Sole, l'Essere Terra o l'Esser Natura. Sono visioni che camminano parallele alla mia anche se sgorgano da insiemi culturali diversi. Questo mi è comprensibile. Non mi sono comprensibili le trasformazioni dell'Essere Luminoso e le sue rinascite. In ogni caso, questo non è l'oggetto della mia ricerca. Non anelo a creare fantasmi sui quali trasferire le fantasticherie di una possibile vita in una situazione possibile che altro non sarebbe che trasposizione in una diversa situazione dei miei desideri insoddisfatti nella presente esistenza. E' più utile vivere strategicamente per soddisfare i propri bisogni che proiettare un principio d'attesa nei confronti di un futuro che proprio perché si è proiettato un principio d'attesa non si può più manifestare. E' l'azione nel presente che costruisce il futuro, non l'attesa di quel futuro attraverso l'annientamento dell'azione nel presente in funzione di un'attesa.

L'abisso è il nulla della Coscienza di Sé. E' la forza della rinuncia all'azione che trascina la Coscienza di Sé verso il basso dopo averla addestrata alla sottomissione.

L'abisso è il baratro della disperazione e della sottomissione cui giungono quegli Esseri Umani che sconfitti dalle battaglie dell'esistenza preferiscono fingere di non vedere la propria distruzione per illudersi in un rinnovamento che non arriverà, ma che darà loro molta soddisfazione imponendolo a chi non è in grado di difendersi e di fondare il proprio futuro.

165) Cerca il paradiso...

Cerca il giardino! Cerca l'oggettività nella quale puoi continuare a costruire te stesso. Trasforma l'oggettività in cui vivi in un paradiso nel quale gli Esseri Umani possano continuare a costruire sé stessi nell'infinito dei mutamenti. Cerca l'Infinito nel quale far ardere il tuo fuoco della Conoscenza e della Consapevolezza; l'Infinito in cui continuare a sviluppare il tuo Potere di Essere.

Il paradiso è l'opposto di deserto!

Il paradiso è il giardino che ricco e rigoglioso costruisce la sua esistenza privando una parte del deserto della sua aridità.

Di contro, il deserto è la distruzione del paradiso. E' il nulla in cui la Coscienza di Sé e la Consapevolezza non possono espandersi ma vengono distrutte e annichilite dalla nonConoscenza e dalla nonConsapevolezza: il vuoto che cresce dentro all'Essere Umano che rinuncia a prendere nelle proprie mani la responsabilità della propria esistenza.

Cercare il paradiso deve essere inteso come l'azione del soggetto che costruisce il paradiso come oggettività nella quale articolare la propria esistenza. Il termine cercare e trovare sono termini che indicano l'azione nei confronti di una staticità esistente e immanente nei confronti del soggetto. Un'immanenza che viene interpretata in termini spaziali. L'azione del soggetto è un'azione magica in quanto è azione di trasformazione dell'oggettività in cui il soggetto agisce. L'azione del soggetto è azione di trasformazione di sé stesso attraverso l'azione nell'oggettività in cui agisce. L'azione nell'oggettività è risultante in termini temporali. Dove per ricerca non è il raggiungimento di un luogo, ma è la costruzione di quel luogo come trasformazione della relazione soggettività-oggettività impressa dal soggetto attraverso la sua azione.

Cercare il paradiso non deve essere inteso come la ricerca di una situazione immanente, ma come la trasformazione magica operata dl soggetto nell'oggettività attraverso l'uso della propria volontà e delle proprie determinazioni.

Sia il paradiso l'obiettivo delle tue azioni. Un paradiso che costruisci nell'oggettività. Mentre lo costruisci nell'oggettività trasformi la tua soggettività proiettandola nell'infinito dei mutamenti.

166) centro, e a partire da esso tutti i raggi sono uguali fino alla circonferenza.

Col termine centro si indicano sempre cose diverse. C'è ad esempio il centro del fine da raggiungere. C'è il centro, la fonte, delle cose; ed un centro per ogni cosa.

Quando si usa centro in questo modo si sta ad indicare un punto d'inizio di un qualche cosa che esplodendo si dilata in ogni direzione. Il centro del più piccolo frammento da cui ebbe inizio la mia Coscienza di Sé si è dilatato in tutte le direzioni che hanno portato alla mia esistenza e alla mia crescita. Attraverso quella crescita io conservo un centro a partire dal quale è stata costruita la circonferenza del mio essere e comunque le tensioni dal centro alimentano la circonferenza spingendola a dilatarsi.

Se questo discorso lo posso fare per me, lo posso fare anche per l'intero universo. Come posso leggere Orfeo in Aristofane:

In principio vi era Caos, Notte, il nero Erebo e l'ampio Tartaro,

e non vi era la Terra né l'Aria, né l'Oceano;

negli infiniti recessi di Erebo genera per primo Notte dalle nere ali di un uovo senza seme;

dal quale, col volgere delle stagioni, germoglia Eros desiderato splendente nella schiena per le ali dorate, simili a vortici tempestosi;

Questi unendosi all'alato Caos, di notte nel vasto Tartaro procreò la nostra stirpe e per prima la condusse alla luce;

Il centro è il Caos dal quale germoglia Eros. Eros che si slancia in tutte le direzioni della vita. Un movimento universale.

Il disco giallo in campo nero produce il Big Bang e sparge tutt'intorno l'Energia Vitale inconscia. Dal vertice all'estremo tutti i raggi sono uguali!

La prima cellula che divenne Cosciente di Sé nel brodo primordiale irradiò l'intro brodo primordiale di consapevolezza e conoscenza generando cellule (o frammenti di Coscienza di Sé capaci di esercitare Volontà) in ogni direzione.

Così ogni Coscienza di Sé è un centro dentro un centro dove i raggi sono uguali. E quel centro è dentro un centro e dentro ad un altro centro che per giungere alla periferia i raggi sono uguali.

Il frammento descrive il movimento universale dello sviluppo delle Coscienze i Sé che dall'inconsapevole portano alla formazione della Coscienza universale.

Circonferenza dentro circonferenza; sfera dentro sfera. Lo sviluppo delle Coscienze di Sé dal soggetto alla specie cui appartiene (in particolare per gli Esseri della Natura) è una sfera di consapevolezza che generata all'interno di una sfera di consapevolezza tende ad espandersi nell'infinito.

Il frammento indica correttamente il respiro della formazione dell'universo: "centro, e a partire da esso tutti i raggi sono uguali fino alla circonferenza."!

167) ... contenendo il principio delle tre ali

Quali sono gli attributi del dio? Necessità, Intento e Volontà!

Attraverso questi elementi il dio può volare nell'infinito. Attraverso questi elementi l'inconsapevole si trasforma in consapevole. L'elemento triadico alla base della formazione della Coscienza di Sé è quanto porta il singolo Essere a librarsi nell'infinito dei mutamenti costruendo sé stesso.

Qualunque cosa contenga o sia espressione di tutti questi tre elementi ed eserciterà sempre il proprio libero arbitrio: adattamento soggettivo alle variabili oggettive. L'esercizio del libero arbitrio attraverso l'esercizio della propria volontà la trasformerà in un dio che costruisce sé stesso nell'infinito dei mutamenti.

Contenendo questo principio si distinguono gli déi dai non déi. Fra gli Esseri Umani si distingue fra chi esercita la propria volontà e le proprie determinazioni da chi, soggettivando la sottomissione, rinuncia all'uso della propria volontà per trasformarsi nell'infinito dei mutamenti.

168) ...trascendentalmente uno (trascendentalmente due)

L'uno trascende l'altro. La comprensione dell'uno si ferma là dove la sua fisicità lo colloca. Così la ragione è circondata da quanto la trascende. In quel trascendere ella si sente persa e smarrita. La ragione non padroneggia quanto non può descrivere. Può soltanto prendere i fenomeni che giungono da quello sconosciuto e trasformarli in guardiani mostruosi da imporre all'Essere Umano affinché non esca dai suoi confini. Affinché non si chieda il perché delle cose. Affinché non sospenda il dialogo interno e non si tuffi nello sconosciuto imparando a nuotarci.

Quando l'Essere Umano impara a nuotare in quello sconosciuto la ragione diventa trascendenza nei confronti della sua azione. La descrizione è inutilizzabile nel trascendente della percezione e dell'intuizione e la ragione si sente inutile.

Nell'affrontare il trascendente la ragione l'Essere Umano scopre l'esistenza di uno sconosciuto nel quale può agire e di un'inconoscibile davanti al quale è angosciato. L'angoscia deriva dalla mancanza di strumenti soggettivi per poterlo percepire e potervi nuotare all'interno. La trasformazione dell'inconoscibile in sconosciuto da svelare nuotandovi è il fine delle sue trasformazioni.

Così l'Essere Feto, uscendo dalla vagina della propria madre, trasforma l'inconoscibile del mondo della ragione in sconosciuto nel quale muoversi e nuotare fondando la propria esistenza. La trascendenza inconoscibile al mondo fetale è diventata sconosciuto; la trascendenza inconoscibile all'Essere Umano adulto è lo sconosciuto nel quale si muove il suo sentire e il suo intuire. L'inconoscibile dell'Essere Umano adulto è lo sconosciuto nel quale continua la sequenza dei mutamenti il corpo luminoso all'atto della morte del corpo fisico.

E' dunque corretta l'esclamazione del frammento "...trascendentalmente uno (trascendentalmente due)". Una trascendenza come sconosciuto e una trascendenza come inconoscibile!

169) città intere, uomini e tutto, in rovina...

Nella vita fisica il decadere è parte della nascita. Ogni costruzione crolla. Ogni nascita è funzionale alla morte. Ogni cultura è finalizzata a declinare. Così Adone rinasce ad ogni primavera. Così Marte rinasce ad ogni primavera.

E' la rinascita nel Paganesimo. Tutto decade e tutto si rinnova. Un rinascere continuo delle cose sia nello stato di essere sia in stadi diversi delle trasformazioni. Nello stesso stato delle cose quando il rinascere è l'oggettività nella quale gli Esseri svolgono i loro cammini per costruirsi; in stadi diversi quando percorrono i gradini e i mondi con cui articolare, arricchire e costruire la propria Coscienza di Sé e la propria Consapevolezza.

Nel frammento c'è l'accento sul fatto che tutto va in "rovina". Quanto nasce: muore. Sia i singoli uomini che le città. Nulla permane nel proprio stato. Costruire un cammino virtuoso attraverso il quale arricchire la propria conoscenza e la propria consapevolezza significa non partecipare alla rovina. Significa camminare nell'eternità dei mutamenti.

Tutto decade; tutto è effimero; meno che la Coscienza di Sé che si costruisce nell'infinito dei mutamenti.

170) mai, per oblìo, scivolare in un flutto miserabile

Chi non ricorda gli sforzi che fece per costruirsi, le umiliazioni che ha ricevuto mentre concentrava tutto sé stesso per aprirsi un varco nella vita non può far altro che scivolare nel flutto miserabile della fatalità.

Chi non ha memoria non ha futuro.

Chi non ricorda i processi di trasformazione in corso non è in grado di progettare il futuro.

Chi non è in grado di progettare il proprio futuro non è in grado di costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti. Inevitabilmente rimane ancorato alla descrizione della ragione. La descrizione della ragione è tutto quello che gli rimane. La descrizione della ragione si nutre della sua consapevolezza distruggendolo giorno dopo giorno. Un giorno era un feto che arrancava per costruirsi nel grembo materno, ora è un Essere Umano che non arranca più. Ora è un Essere Umano che afferma di essere creato ad immagine e somiglianza di un dio pazzo davanti al quale costringe la propria volontà a sottomettersi. Ora non ricorda! Non ricorda il dio che spingeva per crescere dentro di lui! Lo ha ucciso un po' alla volta; rinuncia dopo rinuncia. Ha ucciso quanto chiedeva di crescere; ha ucciso quanto avrebbe potuto e dovuto partorire alla morte del corpo fisico.

Possiamo dire con il frammento: "mai, per oblio, scivolare nel flutto miserabile della fatalità!".

171) della materia, e le sue correnti sinuose molti ne trascinano

La descrizione della ragione imprigiona molte persone. "L'Essere Umano è come appare!". Proclama la ragione. Dove il come apparire subisce modificazioni culturali al fine di distruggere le possibilità dell'Essere Umano di uscire dalla ragione per esercitare il proprio intuire.

La ragione imprigiona gli Esseri Umani e pone a guardia dei suoi confini i fantasmi terrifichi della sua immaginazione. Così lo sconosciuto che la circonda diventa il buio nel quale la ragione nasconde le paure, il dio padrone, l'imperativo dell'ubbidienza, il dubbio, la punizione e infine i mostri soggettivi davanti ai quali l'ardore con cui si affronta lo sconosciuto viene a mancare.

L'Essere Umano che costruisce sé stesso non teme di affrontare quei mostri. Non teme di superare i divieti e affronta i fantasmi della ragione come se aspettasse a piè fermo un nemico che vuole annientarlo. Chi costruisce sé stesso modifica il mondo in cui vive e attraverso questa modificazione modifica anche il dominio che la ragione esercita su di lui.

Non teme le correnti sinuose. Vi si getta a capofitto e non arretra fintanto che la corrente stessa non si placa e leggero lo accompagna sulla riva della Conoscenza e della Consapevolezza. Le correnti sinuose sono i fantasmi terrifichi che la ragione ha retto a guardia dei suoi confini. Fantasmi terrifichi che spaventano soltanto chi ha calato nel cuore la paura nella determinazione della propria esistenza abbandonandosi alle correnti distruttive della ragione.

172) ...la materia primordiale...

La materia primordiale è l'Energia Vitale.

La materia primordiale è quanto di inconsapevole si trasforma in consapevolezza. Nel Paganesimo Energia Vitale e materia sono la stessa cosa organizzate in maniera diversa e percepite attraverso le predilezioni e le capacità soggettive del soggetto.

E' primordiale quanto è inconscio. Cessa di essere primordiale quando una parte dell'inconsapevole si trasforma in consapevole espandendosi nel circostante inconsapevole.

173) dona vita ad altri, ancor più a sé stessa.

Cosa significa, all'interno degli Oracoli Caldaici, donare la vita? Significa dare ad altre concentrazioni di Energia Vitale possibilità per costruirsi nell'infinito dei mutamenti. Così Tellus e Giove donarono la vita all'Essere Natura affinché molte vite si costruissero al suo interno e come Natura stessa.

Donare la vita significa costruire condizioni favorevoli affinché altre Coscienze di Sé sboccino e si costruiscano.

Donare la vita significa favorire il proprio sviluppo!

Significa costruire condizioni attraverso le quali sviluppare la propria Coscienza di Sé e la propria consapevolezza. Il Potere di Essere esprime regole precise. Il soggetto espande sé stesso soltanto se l'oggettività nella quale si espande, espande sé stessa. Nel Potere di Essere l'Essere Umano cresce e si dilata nell'infinito dei mutamenti soltanto se gli altri Esseri Umani che gli stanno attorno si dilatano nell'infinito dei mutamenti. Un Essere umano può chiamare le cose col loro vero nome soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno attorno possono chiamare le cose col loro vero nome. Un Essere Umano può esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni soltanto se gli Esseri Umani che gli stanno attorno possono esercitare la propria volontà e le proprie determinazioni. Il Potere di Essere, al contrario del Potere di Avere, può svilupparsi soltanto in armonia col mondo circostante. Il Potere di Avere si esercita privando gli altri delle loro specificità, appropriandosi di altri Esseri della propria specie; questo non costruisce gli Esseri Umani.

Costruendo sé stessi, il proprio Potere di Essere si favorisce lo sviluppo del Potere di Essere di altri Esseri e soprattutto si costruiscono condizioni affinché Esseri di altre specie possano afferrare la loro occasione per divenire nell'infinito dei mutamenti.

174) e potenza prima di un sacro logos...

Il logos è la ragione. La sua descrizione. Una descrizione che avviene attraverso le parole e i numeri.

Quando il logos è sacro? Quando è un terreno di costruzione e sviluppo dell'Essere cui il Logos è espressione. In quel momento la ragione è un luogo sacro. E' uno strumento sacro di cui l'individuo si serve per costruire sé stesso nell'infinito dei mutamenti.

La sacralità non è data dall'oggetto in sé ma dall'uso che dell'oggetto ne fa la Coscienza di Sé al fine di costruire sé stessa. La centralità è data sempre alla Coscienza di Sé e sono sacri quegli strumenti di cui si serve per costruirsi. La sacralità è relativa all'uso dell'oggetto fatto dalla Coscienza di Sé. Cessa di essere sacro quell'oggetto che diventa il fine dello sviluppo della Coscienza di Sé risolvendo in esso le sue trasformazioni.

Il logos è sacro soltanto nella misura in cui le Coscienze lo praticano per costruire sé stesse. Cessa di essere sacro quando, come nel vangelo dell'assassino Giovanni, si vuole risolvere l divenire dell'Essere Umano all'interno del logos anteponendolo alle forze che portarono l'Essere Umano all'esistenza. Nella pancia della madre non c'era logos ma soltanto volontà!

E' potente la ragione dell'individuo che abbattuti i fantasmi tenta di espandersi nello sconosciuto che la circonda!

175) ...e non balzando al di là della soglia

Chi è che non balza oltre la soglia?

L'Essere Umano che ha circoscritto la sua vita all'interno della descrizione del mondo: all'interno della propria ragione. Circoscrivendo il suo divenire all'interno della ragione ha annientato, scelta dopo scelta, il proprio intuire consegnandosi alla morte del corpo fisico senza forza e senza determinazione.

Così al momento della morte del corpo fisico non aveva forza, né esperienza, né determinazione per danzare la rappresentazione della sua esistenza. Non aveva compattezza nel proprio campo vitale per trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. La sua Coscienza di Sé non è in grado di balzare oltre la soglia.

Mettersi in ginocchio; rinunciare alla propria determinazione; rinunciare ad assumere la responsabilità della propria esistenza è la condizione attraverso la quale si rinuncia a compattare il proprio corpo luminoso. E' la condizione che impedisce all'Essere Umano di oltrepassare la soglia ed usare la propria attenzione per affrontare gli infiniti mondi della percezione.

176) ... gli iniziatori sono congiunti con i vincoli...

Chi sono gli iniziatori? Quando nel Paganesimo Politeista si può definire qualcuno un iniziatore? L'iniziatore non è colui che inizia qualcuno, ma è qualcuno che trasforma l'esistente imprimendogli una direzione di sviluppo.

L'iniziatore altro non è che la qualità che emerge dalla quantità. La quantità del nuovo si accumula, la direzione del vecchio, sia come processo attraverso il quale gli individui costruiscono il loro divenire nell'infinito dei mutamenti, sia i processi di trasformazione dei Sistemi Sociali, sia i processi di trasformazione delle società, sia i sistemi di trasformazioni della Natura o di alcune sue parti, si sta sfaldando. Il vecchio non è in grado di produrre il nuovo. Al suo interno il nuovo si accumula finché non sgorga e si impone sul vecchio. Chi lo impone sul vecchio sono gli Iniziatori. Possono essere situazioni, gruppi sociali o singoli individui. Gli Iniziatori sono congiunti da vincoli. C'è una forza comune che congiunge tutti gli iniziatori, qualunque siano le situazioni o le Coscienze di Sé che iniziano o la specie cui appartengono.

Gli Iniziatori sono congiunti dal vincolo di Libertà!

Libertà che si libera dai vincoli troppo stretti del vecchio e che impone sé stessa.

Libertà che sgorga dal vecchio per iniziare un nuovo cammino di costruzione.

Libertà è il vincolo, la forza, che rimuove gli ostacoli posti sulla strada dello sviluppo degli Esseri. Può essere il mutamento di Esseri della Natura come processo di adattamento soggettivo alle variabili oggettive imposte o può essere l'esplosione di Furia o di Bellona nella rimozione degli ostacoli che opprimono la vita.

E' sempre Libertà che si esprime attraverso gli Esseri e lega le loro tensioni per alimentarle.

Libertà si alimenta della rimozione degli ostacoli che impediscono agli Esseri di divenire nell'eternità dei mutamenti!

177) ...per inaccessibili recinti di pensiero

Quali sono gli inaccessibili recinti di pensiero?

Sono i mondi al di fuori del pensato della ragione. Sono i mondi dove la ragione non è in grado di giungere.

E' il regno segreto dove gli Stregoni tramano il loro futuro.

E' il regno segreto dove gli Stregoni manipolano le Linee di Tensione che attraversano l'intero universo, le tensioni e i bisogni delle specie degli Esseri della Natura.

E' il regno segreto. L'unico segreto che si può toccare allungando una mano e che è separato dagli Esseri Umani dal potere dell'Intento e dalla pratica dell'Impeccabilità.

Il Potere dell'Intento, che con Necessità è padre dell'esistente, e la pratica dell'Impeccabilità permettono agli Esseri della Natura di giungere agli "inaccessibili recinti del pensiero". Non è un segreto che non deve essere svelato. Non è un segreto che deve essere custodito a prezzo della vita. E' un segreto dal quale gli Esseri Umani sono separati dalle trasformazioni che operano nella vita di tutti i giorni. Dalla loro sequenza di scelte. Dalle loro determinazioni. Dalla volontà con la quale trasformano sé stessi.

Questi sono gli inaccessibili recinti del pensiero. Ed è pensiero anche se no è fatto di parole perché è nous che costruisce il nous di ogni esistente!

178) ... dominare ogni disgiungimento

Cos'è il disgiungimento? E' HEKATE!

Il disgiungimento è il passaggio da un mondo ad un altro! Il disgiungimento è il passaggio della trasformazione soggettiva attraverso la quale si giunge nel mondo nuovo o, se si preferisce, si percepisce lo stesso mondo in maniera assolutamente differente. Il disgiungimento è il fine del lavoro della trasformazione della Coscienza di Sé in quello stadio di sviluppo.

Il disgiungimento è la morte dell'Essere Feto e la nascita dell'Essere Umano fanciullo. Il disgiungimento è il distacco dell'Essere Umano fanciullo dal mondo fetale nel quale ha fondato il proprio divenuto.

Il disgiungimento è la morte del fanciullo o della fanciulla quando viene partorito l'Essere Umano adulto il disgiungimento è il distacco dell'Essere Umano adulto dal mondo dell'infanzia nel quale ha fondato il proprio divenuto (troppi Esseri Umani fanciulli abortiscono non riuscendo a diventare Essere Umani adulti!).

Il disgiungimento è la morte dell'Essere Umano adulto e la nascita dell'Essere Luminoso. Il disgiungimento è il distacco dell'Essere Luminoso dal mondo della ragione nel quale ha fondato il proprio divenuto.

C'è una sola forza che può dominare ogni disgiungimento ed è VOLONTA'. Quella forza che alimenta l'Intento della trasformazione di ogni Essere al di là del mondo e della situazione nella quale questi sta fondando il proprio divenire. Volontà è la forza indescrivibile che spinge l'Essere Umano ad affermare "Io esisto!". E' una forza indescrivibile perché estranea al mondo della ragione, ma è definibile dallo spettatore nell'Essere Umano quando assiste agli sforzi che costui compie per aprirsi i varchi nella vita.

La presenza di Volontà come espressione del soggetto è rappresentata dalla sua azione. Volontà chiama gli déi a soccorrere l'Essere nella misura in cui l'azione dell'Essere esprime volontà! La volontà espressa dall'Essere e le trasformazioni che costui subisce nell'esprimerla determina la sua capacità di dominare il disgiungimento nella trasformazione soggettiva con cui affrontare i passaggi.

"dominare" dunque "ogni disgiungimento".

179) la veemenza della materia...

La veemenza della materia; la determinazione della materia nell'essere partecipe alla trasformazione dell'inconscio in conscio. La veemenza nel non perdere la propria opportunità di costruire Cosciente di Sé e proiettarle nell'infinito dei mutamenti. La materia come noi la intendiamo organizza sé stessa, spinta dal padre (Necessità e Intento), per compattare Coscienze di Sé che sommando la loro volontà a Necessità che le ha generate sviluppino sé stesse nell'infinito dei mutamenti.

La veemenza della materia è anche la voracità del mondo della ragione. Quando l'Essere Umano sviluppa sé stesso e si costruisce organizzando il mondo che lo circonda in descrizione questa diventa la descrizione della materia e pretende di essere l'unica realtà che il soggetto deve considerare nella formazione del proprio giudizio. La ragione, costruita dal soggetto per impulso della propria specie, pretende il possesso dell'Essere Umano. Pretende che l'Essere Umano si sottometta a lei e organizza strategie d'agguato nei confronti dell'individuo affinché questi non costruisca giudizi partendo dal proprio sentire e dal proprio intuire. "Hai tentato di agire secondo il tuo intuito e invece hai sbagliato!" questo afferma la ragione. In realtà il soggetto non ha sbagliato a tentare di agire secondo il suo intuito ha sbagliato nel considerarlo per come la ragione pretende che venga considerato: uno strumento della ragione, inutile rispetto al "ragionamento" anche se qualche volta, per cause strane, suscita stupore.

La ragione pretende che l'Essere Umano si consideri ad immagine e somiglianza del massimo raggiungibile e concepibile, al centro di un universo che si deve muovere in funzione di sé stesso. Così l'intuire non deve esistere se non come un lontano riflesso di qualche cosa dimenticato o come un dono contingente.

La veemenza della materia impedisce all'Essere Umano di esercitare il proprio intuire. Gli impedisce di togliere la ragione dal centro dell'universo affinché egli impari a navigare nell'intuibile che lo circonda.

La veemenza della materia costruisce gli Esseri, ma tenta di cortocircuitarli in sé stessa. Solo la volontà dei soggetti, esercitata nella quotidianità attraverso le loro azioni, li libera dalla prigione del mondo che li ha generati proiettandoli liberi nei mutamenti. Ogni mondo imprigiona i suoi nati; la volontà soggettiva mette in atto strategie attraverso la quali questi possono liberarsi dalla coercizione.

La veemenza della materia si supera attraverso l'azione.

La veemenza della materia si blocca attraverso la propria volontà!

La veemenza della materia genera Coscienze di Sé, ma sta a loro, attraverso le loro determinazioni nel quotidiano, alimentare la loro volontà per liberarsi dalla costrizione della materia.

180) ...il mondo che odia la luce...

La materia non è il mondo che odia la luce. Il mondo che mette in essere strategie affinché gli Esseri non sviluppino la loro Coscienza di Sé e la proiettino nell'infinito dei mutamenti è il mondo della sconfitta delle Coscienze di Sé che fallita la loro possibilità di sviluppare sé stesse nell'infinito dei mutamenti si alimentano costruendo la sconfitta in quanti le circondano.

Il mondo che odia la luce, oggi come oggi, è il mondo delle religioni rivelate che si alimentano dell'Energia della sottomissione degli Esseri Umani. Sottomettere gli Esseri Umani significa privarli della loro volontà e della pratica delle loro determinazioni nel quotidiano. Significa impedire loro di divenire nell'infinito dei mutamenti impedendo alla loro Energia Vitale di scorrere libera negli individui. Costringere gli Esseri Umani in ginocchio significa costringerli fin da bambini all'interno della ristrettezza emozionale per impedire loro di muoversi nell'infinito che li circonda.

Oggi come oggi, il mondo che odia la luce è il modo degli adoratori del macellaio di Sodoma e Gomorra e del Pazzo di Nazareth davanti al quale i bambini vengono costretti in ginocchio al fine di stuprare loro il futuro dell'infinito.

Questo è il mondo che odia la luce!

181) ... l'accorta evidenza

Nei confronti di quale evidenza è necessario esser accorti?

Nei confronti dell'oggettività nella quale stiamo vivendo e nella quale stiamo costruendo noi stessi.

In cosa consiste l'essere accorti? Consiste nella pratica della Sospensione del Giudizio. Sospensione del Giudizio che non consiste nel non giudicare, ma nel non far dipendere l'azione dal giudizio. Essere accorti nei confronti della descrizione. Praticare l'atteggiamento scettico nei confronti di un'oggettività il cui scopo è il coinvolgimento soggettivo per privare l'individuo della capacità di trarre fondamento da sé stesso e dalle sue trasformazioni.

L'evidenza è l'essenza e gli intendimenti del mondo che ci circonda. Intendimenti di appropriazione e sottomissione mascherati da offerte di amicizia e gentilezza. L'orrore si maschera con i colori dell'illusione, ma è solo il verme infilzato sull'amo che sottrae alla vita il pesce che illuso voleva saziarsi. L'illusione nasconde l'intenzione. Il gioco scenico abbaglia. L'oggetto del contendere è lo spettatore che affascinato dalla rappresentazione perde la volontà dell'azione ritrovandosi cadavere che cammina senza volontà di determinare la propria vita.

E' l'accortezza davanti all'evidenza dove per evidenza si intende la rappresentazione con cui il ragno tesse la sua tela per imprigionare l'imprudente.

L'evidenza è mascherata nella preparazione dell'agguato per catturare lo spettatore. Lo spettatore deve fingersi abbagliato per mantenere compatte le sue forze e sottrarsi. Il gioco dell'agguato ha le sue vittime, i suoi trionfi, le sue miserie.

Gli Esseri che vivono d'agguato tessono grandi sfide della vita; miserabili quegli Esseri che vivendo d'agguato perdono di vista l'intento per il quale hanno tessuto le loro strategie. Hanno perso loro stessi, la loro opera e gli "strumenti" che in questa hanno coinvolto!

182) ... l'evidenza è nel profondo.

Dov'è l'evidenza nell'arte dell'agguato? Nella sua rappresentazione. Dov'è l'Intento espresso dall'arte dell'agguato? Nel suo profondo! Come si arriva a ciò superando la rappresentazione? Trasformandosi e superando l'illusione del presente.

E' la capacità di trasformazione soggettiva capace di fornire i mezzi al soggetto per superare l'illusione della conoscenza e del sapere. Soltanto quando il sapere sono strumenti di cui il soggetto si serve per costruirsi e dilatarsi nell'esistente può superare la forma della rappresentazione per giungere al profondo.

Il dio padrone buono dei cristiani è il macellaio di Sodoma e Gomorra. La rappresentazione è la sua bontà; l'essenza e il suo intento è il massacro degli Esseri Umani. La sceneggiata della rappresentazione chiede agli Esseri Umani di adeguarsi e di accettarlo nel momento stesso in cui le sue mani pretendono il diritto di macellarli.

L'evidenza è nel profondo. E' oltre l'illusione soggettiva quale prodotto della rappresentazione oggettiva. L'illusione si può rimuovere attraverso la volontà espressa nelle azioni del soggetto e finalizzata alla dilatazione e alla costruzione del soggetto.

Chi si assoggetta alla rappresentazione non è in grado di chiamare le cose col loro vero nome. E' costretto a soggettivare la rappresentazione riproiettandola nell'oggettività come illusione soggettiva. In quest'operazione egli si schiera con i distruttori della vita. I distruttori, attraverso la rappresentazione, hanno distrutto la sua possibilità di usare la volontà ed egli si affianca a loro per aiutarli a distruggere la volontà dei singoli Esseri Umani che ancora hanno la forza di dare l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza.

Chi ha distrutto sé stesso nella rappresentazione chiama chi dà l'assalto al cielo della conoscenza e della consapevolezza: illuso. "Ma chi ti credi di essere?" oppure. "Ma cosa credi di fare?"

Chi ha distrutto sé stesso nn è riuscito a giungere nel profondo.

Eppure era evidente: è nel profondo delle cose che si cela il respiro infinito di Libertà!

183) asservito a etèrea profondità...

Nella profondità giace Libertà!

Libertà giace sempre nella profondità delle cose, nella profondità del Sapere, nella profondità della Conoscenza, nella profondità dell'Infinito. Libertà alimenta ogni cosa che esiste spingendola a rimuovere gli ostacoli che bloccano il suo sviluppo.

Essere asserviti alla profondità eterea significa essere asserviti a Libertà. Significa aver praticato l'esistenza come sfida al fine di rimuovere gli ostacoli che ostacolano o rendono difficoltoso alimentare il dio che cresce dentro se stesso. Essere Libertà significa essre intolleranti nei confronti delle costrizioni. Essere Libertà significa mettere in atto strategie affinché la nostra soggettività si sviluppi.

Essere Libertà significa usare la volontà soggettiva per chiamare gli déi con i quali camminare assieme e costruirsi nell'infinito. Essere Libertà significa impedire alle rappresentazioni delle sceneggiate della vita di afferrare la nostra attenzione rendendola prigioniera e dipendente da fattori esterni all'individuo.

Essere Libertà significa muoversi nell'infinito dei mondi eterei dove la ragione non è in grado di giungere con la sua descrizione e determinare il giudizio nel tentativo di imprigionare in essa l'azione dell'individuo.

Essere asservito a eterea profondità significa aver davanti agli occhi l'infinito dei mutamenti e delle trasformazioni che ci attendono e che possiamo percorrere soltanto rimuovendo gli ostacoli che bloccano il nostro dilatarci in quell'infinito.

Essere asserviti a Libertà significa essere noi stessi Libertà!

184) ... tempo del tempo...

Il tempo è misura del mutamento soggettivo in relazione ai soggetti che ci comprendono. Il tempo è trasformazione.

Il tempo è misura del mutamento dove il mutamento è all'interno di un altro mutamento. Dove il soggetto della Natura muta all'interno dei mutamenti della Natura stessa. Dove l'Essere Natura muta all'interno dei mutamenti dell'Essere Terra stesso e delle mutazioni dell'Essere Sole. Dove il mondo della materia muta all'interno di tutti i mondi della percezione in cui è contenuto e che contiene. Dove il tempo del soggetto è misura del suo mutamento pur sviluppando mutamenti che obbediscono ad altri tempi e ad altre situazioni.

Qual è il tempo che segue un soggetto? Il tempo in cui ha inchiodato la sua ragione o il tempo delle sue trasformazioni con quanto la ragione non riesce nemmeno ad immaginare? Che cos'è il tempo se non l'illusione di un'oggettività nella quale il soggetto si trasforma?

Eppure la trasformazione è un dato oggettivo mentre la forma della trasformazione rappresenta l'illusione nella quale il soggetto ha inchiodato la sua attenzione.

Il tempo che scandisce il mutamento all'interno dell'illusione nella quale il soggetto ha inchiodato la sua attenzione è comunque misurazione delle trasformazioni del soggetto.

Il tempo delle trasformazioni all'interno del piano fisico spinge il tempo delle trasformazioni sui piani della percezione.

Il tempo del tempo è il tempo quale misura di trasformazioni illusorie che agiscono sul tempo quale misura dei mutamenti delle trasformazioni soggettive. Il tempo delle trasformazioni effettive è un tempo diverso dal tempo delle trasformazioni illusorie e quando l'uno interagisce con l'altro nell'espressione della percezione e dell'intuizione soggettiva, solo il soggetto disciplinato impara a separare la percezione dall'illusione. Percezione e illusione che non sono elementi assoluti in sé ma sono piani d'azione del soggetto dove l'illusione è sempre percezione e la percezione tende sempre ad illudere il soggetto della propria assolutezza.

L'autodisciplina del soggetto distingue i mondi nei quali il proprio intuire ha diretto la sua attenzione ed agisce in quei mondi raccogliendo armi e scudi propri di quei mondi: il tempo proprio di quel mondo!

Questo è il senso di"...tempo del tempo..."

185) ... nostro involucro che cola via

L'involucro che cola via è il nostro corpo fisico. Giunto al momento della morte del corpo fisico. Mentre questo perde la sua forza e la sua sostanza, al veggente appare un Essere Umano che, come un Essere Serpente, sta cambiando la pelle che avvolge la propria Coscienza di Sé.

L'involucro cola via nell'Essere Umano che ha affrontato la propria esistenza come una sfida. Una sfida che ha raccolto l'Energia Vitale del proprio corpo e l'ha plasmata. L'ha compattata usando la propria volontà, la propria attenzione, il proprio intento per affrontare le contraddizioni che l'esistenza gli proponeva o che lui andava a cercarsi.

Vivere per sfida!

Diventare un cacciatore d'agguato o un praticante del sognare lo hanno trasformato portandolo a praticare sfide all'interno del Sistema Sociale in cui viveva, sfide all'interno dell'Essere Natura in cui viveva e sfide negli infiniti mondi della percezione che il suo Potere di Essere gli permetteva di raggiungere.

Un cacciatore d'agguato agendo nell'oggettività trasforma la propria soggettività. La plasma agguato dopo agguato. La affina, azione dopo azione. Sia che l'agguato si svolga nel Sistema Sociale che nell'Essere Natura.

Un cacciatore d'agguato chiama le cose col loro vero nome; un cacciatore d'agguato si toglie dal centro del mondo; un cacciatore d'agguato impara quando esporsi e quando occultarsi; un cacciatore d'agguato affila le proprie armi soggettive per affrontare il mondo che lo circonda. Plasma la propria contemplazione, la propria meditazione, rende robusto il bastone della sospensione del giudizio, del blocco del dialogo interno e dello scetticismo per essere pronto a balzare sia quando deve agguantare la preda della trasformazione sia quando egli, come predato dal Potere di Essere dell'oggettività, intende sottrarsi per non venir distrutto.

Il cacciatore d'agguato pratica l'agguato in ogni mondo della percezione nel quale giunge sia col sognare che con l'alterazione della percezione.

Ed eccolo il cacciatore d'agguato. Il corpo stanco cola via. Ha terminato la propria funzione: ha plasmato la struttura dell'Energia Vitale. Questa è pronta per assumere su di sé la Coscienza di Sé del cacciaore d'agguato e portarlo a percepire altri mondi, con altri sensi, in altri lidi: mutamento dopo mutamento verso l'eternità!

Può ben dire il veggente teurgo: ...nostro involucro che cola via!

186) ... immagine dell'anima in tutte le forme

E' giunto il momento in cui il veggente sta lasciando il proprio corpo fisico. Il corpo di Energia Vitale è sufficientemente compatto per sorreggere la propria Coscienza di Sé. In quel momento il veggente scopre quanto anima!

Quando anima è l'essenza, la noumenia, degli enti che lo circondano. E' quanto anima gli enti che racchiude il loro sentire, il loro percepire e il loro intuire.

Le parole della descrizione che la ragione scioglieva una dopo l'altra nascondevano la fonte segreta del percepire agli occhi del singolo Essere Umano. Il suo sentire si piegava, deformato, alla descrizione della ragione. Non era quanto animava l'Essere Umano il motore della vita e delle azioni, ma solo il suo riflesso deformato dalla ragione nel suo immane sforzo di impadronirsi dell'Essere stesso e di dominare il suo sentire e il suo intuire.

Davanti al veggente la forma della descrizione si spezza. La sua attenzione non è più prigioniera delle parole e della forma, ma spazia in mondi infiniti. Supera la forma degli enti e giunge a quanto fa di quegli enti Esseri Coscienti di Sé che esercitando la loro volontà tentano di divenire nell'infinito dei mutamenti.

Quante immagini indescritte e indescrivibili appaiono al veggente! Quante forme di quanto anima quanto la ragione descriveva appaiono al veggente. Non sono più mediate dalla descrizione della ragione. La descrizione della ragione sta scivolando via assieme al corpo fisico. Ora il veggente si libera dai lacci della ragione. Ha combattuto tutta la sua vita per mettere ordine nei tentativi della ragione di impadronirsi del suo sentire e del suo intuire. Ha combattuto per costringere la ragione a farsi da parte e lasciare spazio espressivo alla sua volontà. Mutamento dopo mutamento la ragione si sta sciogliendo assieme al corpo fisico e con l'ultimo sforzo può finalmente cogliere quanto è consapevole di sé senza essere mediato dalla ragione e dalla descrizione che questa imponeva.

Questo è il senso e il significato di questo frammento: "...immagine dell'anima in tutte le sue forme"

187) non mi regge, il povero cuore del medium.

La mediazione fra percezione all'interno della ragione e percezione dei mondi sconosciuti del circostante si sta incrinando. Il veggente fu ilmediatore del proprio percepito. Percepiva l'irreale per la ragione e trasferiva nella ragione il percepito mediando con la descrizione che di quel percpitola ragione voleva imporre.

Mediare!

Mediare sempre fra il percepito e il descritto.

Uscire dal descritto per percepire.

Scegliere!

O tornare nel descritto della ragione dimenticando il percepito, le sensazioni, le tensioni e le sfide o accettando la mediazione imposta dalla ragione e che permetteva una sintesi purché gli elementi fossero propri della descrizione stessa.

Accettare l'imposizione della ragione. Accettare una tirannia che comunque assicurava al veggente i mezzi attraverso i quali uscire dalla ragione stessa per affrontare lo sconosciuto.

Accettare l'imposizione della ragione. Spostare i confini della ragione e del suo descritto in modo da arricchirne i contenuti e poter pescare in un numero maggiore di fenomeni in modo da avvicinarsi il più possibile alla definizione del percepito.

Accettare la tirannia per poterla sfidare, dilatare, limitare fino alla sconfitta definitiva.

La mediazione del veggente si è protratta per l'intera esistenza. Ha superato la paura il cui scopo era quello di impedirgli di uscire dai confini della ragione per immergersi nello sconosciuto.

Ha superato la lucidità quando vinta la paura divenne padrone del movimento all'interno dello sconosciuto. Quando poteva mettere lo sconosciuto al proprio servizio e i fantasmi della ragione non gli incutevano più timore. Li aveva riconosciuti, li poteva chiamare per nome: era il loro dominatore.

Ha superato il potere di avere. Ha rinunciato ad usare la sua percezione per metterla al servizio della ragione. Ha rinunciato a mettersi al centro del mondo; ha rinunciato a servirsi del suo Potere di Essere per impossessarsi degli Esseri Umani.

Ora non può superare la vecchiaia. La morte del corpo fisico avanza! La vecchiaia, lo sente, lo vincerà e lo sconfiggerà!

Eppure egli è il vincitore: la morte del corpo fisico è la sua vittoria. Ha procastinato il momento per poter accumulare ulteriore Potere di Essere. Ha vinto le sfide della vita che lo volevano annientarlo, ma la vecchiaia è giunta.

Il cuore del medium sta per cedere. La ragione sta per abbandonare il controllo del medium. Il medium sta per conquistare la Libertà oltre ogni pensato.

La vittoria del veggente; il suo trionfo!

"non mi regge, il povero cuore del medium."

188) ciò che il nous esprime, lo esprime con l'intuire.

Questo frammento è richiamato in questo momento in questa sequenza di frammenti. Perché? Perché a questo punto il Teurgo, il Veggente, il Pagano Politeista, lo Psichista, l'Apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il Sognatore sta perdendo il suo corpo fisico. In questo momento sta finendo la sequenza del corpo fisico e le trasformazioni.

Con questo corpo fisico la Coscienza di Sé ha costruito sé stessa. Il corpo fisico muore, ma, dicono gli Oracoli Caldaici, quanto il nous esprime non lo esprime attraverso il descritto della ragione o attraverso le manifestazioni del corpo fisico di cui la ragione si riteneva padrona. Il nous manifesta sé stesso attraverso l'intuire.

L'intuire non è attributo della ragione, l'intuire è attributo della Coscienza di Sé che cerca fenomeni e oggetti al di fuori della ragione. L'intuire è la manifestazione del soggetto che valicando i limiti imposti dalla ragione giunge in mondi che la ragione vuole ignorare e pesca fenomeni, compie azioni, manifesta il suo intento che riporta nella ragione sotto forma di intuire.

L'intuire come manifestazione del nous soggettivo.

Il nous è un attributo qualificativo del soggetto che la ragione vive solo come riflesso descrittivo. Anche se la ragione muore dissolvendosi col corpo fisico il nous permane perché pensiero, intenzione, progetto, scopo, intendimento, modo di pensare, modo di sentire, la volontà, il proposito e il desiderio si manifestano attraverso l'intuire.

L'intuire rimane alla Coscienza di Sé che si trasferisce dal corpo fisico al corpo luminoso e porta con sé il nous che ha forgiato nel corso dell'intera vita fisica.

Non è l'intelligenza o il cervello che esprimono il nous ma l'intuire del soggetto, le capacità intrinseche della Coscienza di Sé che sul piano della ragione e della fisicità si esprimono attraverso il cervello, le parole e la descrizione.

Chi ha attraversato la propria esistenza costruendo il proprio Potere di Essere mantiene compatto il proprio nous al trasferimento della propria Coscienza di Sé dal corpo fisico al corpo di Energia Vitale. Chi invece ha rinunciato ad alimentare il proprio intuito preferendo la sottomissione alla ragione e alla fisicità come unico modo dell'esistenza altro non fa che morire nell'illusione che un dio padrone pazzo lo faccia risorgere nell'unico stato di vita che è in grado di concepire.

Chi ha rinunciato alla determinazione del proprio nous ha rinunciato a trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso!

189) Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché a forza mi incatenasti.

L'apprendista Stregone, il cacciatore d'agguato, il sognatore, lo psichista, il Pagano Politeista, il teurgo esercitano la lro volontà nell'oggettività in cui vivono. Praticano il loro Intento. Nel praticare il lor Intento chiamano gli DEI che sono quell'Intento. Con la loro azione, con la loro strategia di vita, con la loro capacità di usare l'attenzione costringono gli DEI del circostante a costruire delle relazioni divine e sorreggere i loro intenti.

Le relazioni sono a loro volta forza di DEI; sono DEI esse stesse.

Le relazioni incatenano i soggetti che formano la relazione. Li incatenano fondendo i loro Intenti. Così il soggetto si fonde al soggetto. Il soggetto che esprime un Intento si fonde col soggetto che esprimendo un Intento analogo o corrispondente alimenta lo sviluppo della relazione.

L'Intento viene afferrato dagli DEI espressi nella relazione. Gli DEI espressi dalla relazione agiscono per Necessità del proprio divenire cui sommano la loro volontà soggettiva. La Necessità del loro divenire è il loro Intento nella trasformazione che ottengono fondendo gli Intenti dei soggetti partecipanti alla relazione.

La relazione è costruita da DEI che fondono gli Intenti simili dei soggetti agenti nell'oggettività, alimentano le loro trasformazioni alimentando con questo il proprio divenire.

Così il soggetto, il cui Intento viene legato al soggetto che attraverso l'azione esprime quello stesso Intento, alimenta l'azione del soggetto perché in questo modo alimenta il proprio Intento, la sua azione, il potere delle sue trasformazioni.

Ecco che il DIO, incatenato dal DIO, risponde al richiamo per la forza del DIO che ne ha legato gli Intenti! Attraverso volontà i soggetti esprimono l'azione; attraverso l'Intento si incatenano i soggetti per continuare a divenire assieme nell'infinito dei mutamenti.

Necessità e Volontà formano gli DEI che costruiscono la relazione e gli DEI, esercitando Necessità e Volontà chiamano alla relazione e ne fondono gli Intenti, allora ciò che si fonde è la forza del padre che genera le Coscienze di Sé le quali, facendosi DIO nell'esercizio della loro volontà trasformano sé stesse nell'infinito dei mutamenti.

Gli DEI rispondono, dunque, al richiamo dell'Infinito.

Ogni attore partecipante alla relazione lega gli altri attori con il potere dell'Intento, lo sviluppo di Necessità e il suo farsi DIO attraverso la determinazione della sua azione. Il soggetto che esercita la propria volontà con la sua azione costringe gli DEI dell'oggettività a camminargli a fianco.

Questo è il significato di questo frammento e questa è la situazione nella quale un soggetto, qualunque sia la specie o il genere, è in grado di costringere chi si è fatto un DIO sviluppando il proprio Potere di Essere, a parlare perché lo ha inchiodato, incatenato, non gli ha consentito di sottrarsi dalla fusione degli Intenti.

E' corretto quanto afferma il Dio nei confronti del Dio che esercita l'azione fuso dagli DEI che di quella relazione sono espressione: "Ascoltami, anche se non vorrei parlare, poiché a forza mi incatenasti."

190) Per quale motivo dall'ètere che sempre scorre evocasti me, la dea HEKATE, così, con costrizioni che domano gli dèi?

L'affermazione della dea attrae l'attenzione del lettore. La concentra sul suo disappunto distraendola dalla risposta. E' la risposta che non viene espressa in questo frammento la chiave per comprendere la domanda fatta da HEKATE.

Lei è essenza, parte integrante, dell'"etere che sempre scorre". Che cos'è l'etere che sempre scorre? E' la forza continua della trasformazione di quanto è inconscio a quanto diventa cosciente di sé, consapevole. E' la forza continua che porta la Coscienza di Sé e la Consapevolezza a dilatarsi nell'infinito delle cose e dei mutamenti. Questo è l'etere che sempre scorre. In quest'etere che sempre scorre il Potere di Essere di HEKATE si alimenta attraverso i passaggi di stato e di mondi che gli Esseri attraversano mentre usano la propria volontà per divenire nell'infinito dei mutamenti. Il Potere di Essere di HEKATE all'interno degli Esseri della Natura raggiunge il massimo splendore quando il corpo fisico di questi muore e nasce il corpo luminoso. In quel momento HEKATE risplende in ogni Essere.

Quando muore l'Essere Feto e nasce l'Essere della Natura è Giunone che risplende; quando muore l'Essere della Natura e nasce l'Essere Luminoso è HEKATE la splendente di luce che trae forza e nutrimento.

Ed accorre HEKATE evocata col Potere di Essere di chi sta per affrontare l'ultima sfida della vita fisica. Accorre perché chiamata da quel Potere di Essere al quale HEKATE non è in grado di sottrarsi.

HEKATE è chiamata ad assistere all'ultima danza del guerriero, la danza della sua esistenza; la danza attraverso il quale ha accumulato il suo Potere di Essere. HEKATE non si può sottrarre perché chi la chiama è HEKATE stessa! Nel suo ultimo sforzo, nella sua danza della vita il cacciatore d'agguato, il sognatore, l'apprendista stregone, lo psichista, il pagano politeista si fa HEKATE. Ed HEKATE non può non nutrire sé stessa. HEKATE o PROSERPINA. Il Potere di Essere è lo stesso; l'espressione culturale è diversa.

HEKATE nutre la trasformazione che la nutre e mentre la contraddizione della vita si risolve col cacciatore d'agguato che cambia mondo, forma e sostanza con le quali cacciare, lei continua a fluire nell'etere subendo gioiosa le costrizioni che domano gli dei nella costruzione della vita.

Qual è la costrizione che doma HEKATE? L'Essere della Natura che ha attraversato la propria esistenza prendendosi nelle proprie mani la responsabilità della propria vita, accumulando Potere di Essere e presentandosi alla morte del corpo fisico con il potere di trasformare la morte del corpo fisico in nascita del corpo luminoso. La costrizione che evoca HEKATE è la capacità dell'Essere della Natura di farsi HEKATE. Così come la costrizione che evoca gli DEI affinché camminino a fianco degli Esseri nelle loro trasformazioni quali risultato delle sfide della loro vita è la loro capacità di farsi quel dio. E' la loro capacità di costruire l'azione che risolve la contraddizione compattando tutto sé stessi. Concentrando tutta la loro volontà, la loro attenzione, la loro determinazione la loro fisicità, i loro sensi e quant'altro concorra a trasformare un'azione meccanica in un'azione magica.

E' la capacità del soggetto di concentrare tutto sé stesso nell'azione che costruisce le costrizioni con cui evocare gli dei.

E' oziosa e inutile la domanda posta dal frammento oracolare se non è seguita dalla risposta e dall'Intento per cui la domanda si pone.

L'Essere che ha evocato HEKATE si è fatto HEKATE e l'ha chiamata per sorreggerlo nell'ultima sfida della sua esistenza.

La dea chiede, ma la domanda è posta al lettore, non all'attore della vita a cui HEKATE ha dovuto rispondere!

191) Sciogliete ormai il signore: il mortale non può più contenere il dio.

L'ultimo frammento della sequenza costruita da Tonelli!

L'ultimo frammento ad indicare l'ultimo atto dell'esistenza dell'Essere Umano che ha attraversato la proprie esistenza costruendo sé stesso.

Sciogliere il signore sta ad indicare l'ultimo legame fra il corpo fisico e il corpo luminoso che si sta spezzando. Scioglietelo! Gli DEI assistono al trionfo! Un Essere di Energia si è costruito. Ha affrontato le contraddizioni della sua esistenza. Le condizioni dell'oggettività lo hanno favorito; il suo Potere di Essere ha impedito alle condizioni dell'oggettività di fermare la sua costruzione.

Il signore è il corpo luminoso. E' la sostanza per la quale la Coscienza di Sé è divenuta trasformandosi. Il corpo luminoso è il prodotto del lavoro del corpo fisico, della psiche, delle determinazioni della sua esistenza. Tutto si è trasformato. Il corpo fisico è invecchiato, ma nell'invecchiare quell'Essere Umano si è assunto la responsabilità della propria esistenza, si è tolto dal centro del mondo, ha chiamato le cose col loro vero nome, ha articolato la sua attenzione, ha praticato l'arte dell'agguato agendo anche per sottrarsi all'agguato del mondo, ha praticato il sognare, ha lisciato sé stesso attraverso la meditazione e la contemplazione, ha ascoltato il corpo luminoso che cresceva lasciando che questi si esprimesse.

Quest'Essere Umano ha attraversato lo spazio della sua esistenza costruendo il daimon che cresceva dentro di lui, il suo Potere di Essere, la sua capacità di determinare la propria esistenza.

Ora il corpo fisico sta morendo e quest'Essere Umano non subisce quanto sta avvenendo; non ne è capace. Ecco, affronta il passaggio. Concentra tutto sé stesso nell'ultima sfida.

Concentra la sua attenzione; si è allenato per l'intera vita. Concentra la sua Energia Vitale; aveva passato giorni ad ascoltarla e compattarla. Usa la sua contemplazione per non farsi avvolgere dall'apparizione di immagini strane. Usa la sua capacità di agire d'agguato per afferrare quanto si presenta. Usa la sua esperienza negli infiniti mondi del sognare per mantenere agile e pronta la sua attenzione adattandola alla forma del nuovo mondo che gli viene incontro. E' abile nell'usare la follia controllata per affrontare le Coscienze che si presentano. E' pronto a palpare il nuovo mondo in cui fondersi con i nuovi sensi con cui lo percepirà.

D'altronde egli era armato del Bastone dello Stregone. Egli sapeva sospendere il dialogo interno; pertanto conosce la capacità di agire senza l'impedimento della ragione. Egli sapeva sospendere il giudizio; pertanto non giudica quanto incontra, ma lo vive attraversandolo, qualunque forma questi assuma. Aveva usato lo scetticismo con cui aveva forgiato il suo sguardo sul mondo imparando a chiedersi il perché delle cose.

Il dio danza la sua rappresentazione della vita. A quella danza assistono gli dei del suo universo. Gli dei si accalcano nel suono dell'infinito in cui un nuovo Potere di Essere fluisce nell'etere dell'eternità.

Sciogliete ormai il signore: il mortale non può più contenere il dio.

Fine della prima stesura 15 novembre 1999

Claudio Simeoni

Meccanico

Apprendista Stregone

Guardiano dell'Anticristo

Piaz.le Parmesan, 8

30175 Marghera - Venezia

tel.041933185

E-mail claudiosimeoni@libero.it

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